La Festa della Fondazione

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  1. Bartok
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    Haruki si domandò se non avesse fatto qualcosa per inimicarsi la volontà divina. Ormai era evidente che alle persone comuni non venissero più insegnate le buone maniere come si usava un tempo, ma non capiva perché i più sciocchi dovessero intralciare il suo cammino. Dovunque andasse, riusciva sempre a incontrare qualcuno che mettesse a dura prova la sua pazienza. All'inizio la festa sembrava procedere in modo del tutto impeccabile. Il monca rosso aveva deciso di rispettare gli ordini, adattandosi ai costumi del resto dei partecipanti. Lui e Shirai avevano anche giocato a dadi ed erano stati così fortunati da vincere due volte di seguito. Anche il primo incontro della serata si era rivelato positivo. Un giovane era rimasto schiacciato da un enorme peluche e loro l'avevano aiutato a liberarsi da quel peso. A quel punto gli eventi avevano preso una piega differente. Una ragazza aveva urtato il monaco rosso, per poi perdere l'equilibrio. Lui se n'era accorto appena, ma la sbadata era quasi caduta a terra. Tuttavia, invece di scusarsi come l'etichetta le imponeva di fare, aveva deciso di prendersela con il Miyazawa. Alla sua malagrazia si aggiunse anche quella di un altro ragazzo, un suo amico probabilmente, che si cimentò in una delle domande più brillanti che gli fossero mai state fatte. Il monaco rosso pensò che oltre ad essere scortese, non dovevano essere nemmeno molto sveglio. Spero non siano shinobi.


    Si voltò nella direzione da cui provenivano le loro voci. La musica era molto alta, quindi la cosa gli richiese una concentrazione superiore al normale. Il gesto non gli riuscì molto bene, infatti la sua posizione risultava del tutta anomala rispetto a quella che avrebbe assunto una persona sana. Al tempio sarebbe stato punito con un paio di frustate per una stupidaggine simile e, benché il desiderio di menare la verga crescesse in lui, Haruki dovette contenere i suoi impulsi pedagogici. Nella sua mente, ripeteva come un mantra gli ordini che gli erano stati dati. Mischiarsi agli altri ninja e divertirsi. Mischiarsi agli altri ninja e divertirsi. Non poteva iniziare un altro infinito diverbio come era successo con la zotica di Konoha, quindi il monaco rosso si impose di essere più accomodante. D'altronde, il proposito di raddrizzare la loro indisciplinatezza con il sangue e con il fuoco doveva scontrarsi con la realtà. Non aveva l'autorità per permettersi una cosa simile. Non ancora, almeno. Ryuu, il ragazzo che avevano aiutato, si sentì in dovere di prendere le difese del monaco rosso, rispondendo per le rime al ragazzo. Quantomeno lui sembrava conservare un po' di buon senso. Haruki si limitò a conservare un'espressione di assoluta calma e compostezza. Non c'è bisogno di essere così impetuosi. Sono sicuro che queste due persone si siano sbagliate. È improbabile che un cieco fermo ad una bancarella possa far cadere qualcuno. Mi sbaglio? Nella sua mente risuonò lo schiocco di una frusta. Se le parole di Haruki non fossero state sufficienti a convincere i due della sua cecità, il velo e la direzione che la sua testa assumeva nel parlare avrebbero dovuto convincerli. Sperava tanto che dopo essersi accorti della sua condizione, i due avessero il buon gusto di scusarsi. Per sicurezza, rincarò la dose. Credo che i signori abbiano intenzione di porgerci le loro scuse. Si fece violenza e un live sorriso si schiuse sulle sue labbra. I suoi maestri avrebbero dovuto essere fieri del suo impegno.
     
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