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-Shu.
Il giuoco delle tre carte
Stavo per rispondere a Meika quando venni interrotto da un suo conoscente, un certo Near Nara che si presentò. Afferrai meccanicamente la mano e stavo per presentarmi a mia volta quando venni nuovamente interrotto dalle battute del Nara e dall'arrivo di un'altro ragazzo, che si presentò come Akira Hozuki da Kiri.
Al contrario di noi Kurogane entrambi i clan, anche grazie al fatto che le loro tecniche segrete non derivavano da doni genetici, erano ricchi di ninja per cui dedussi rapidamente che si trattava di due shinobi. Deduzione che anche un bimbo di due anni avrebbe potuto effettuare, ma questi sono dettagli. Stavo per rispondere all'Hozuki quando vidi che si rivolse alla "vittima" dell'Akuma iniziando a giocare a sua volta.
Cugino Shinichi, mi sembra che qua ti stiano tutti ignorando.
Hai ragione, cugino Asuma. Meglio andare da qualche altra parte va... che ne diresti di provare il gioco delle tre carte?
Beh... visto che sono l'unico con qualche gettone in tasca... perché no?
Ci allontanammo dal gruppetto di ninja, accennando un saluto che non venne recepito e ci dirigemmo verso una bancarella dove ci aspettava un simpatico e vivace vecchietto molto distinto.
ALLEGRIA!!! Non importa che tu perda o vinca, l'importante è divertirsi e dopotutto questa è una festa!!! ALLEGRIA!!!Asuma si sarebbe fatto avanti, chiedendo di partecipare.
Ma certo mio giovane amico, qua tutti hanno diritto di partecipare ma solo se hanno i gettoni eh. Ma prima una parola dal nostro sponsor, le pellicce Annasura di Konoha. Pure pellicce del clan Kobayashi vero? Dimmi, vuoi giocare anche tu per una pelliccia eh? Hai una ragazza a cui regalarla forse?
Guardi di ragazze ne avrei qualcuna però essendo io di Suna direi che non è il caso...
Ah abbiamo un playboy, hai paura di far ingelosire qualche ragazza se fai un regalo ad una piuttosto che un'altra vero? Perché comunque di notte fa freddo nel deserto nevvero? Ricordo nella mia gioventù che sono andato a Suna qualche volta a scalare qualche montagna che di notte faceva molto freddo, in una bella passeggiata notturna una bella signora in pelliccia è l'ideale no? Comunque giochiamo per i gettoni. Allora, quanto punti?
Punto 100 gettoni.
Bene, 100 gettoni segnamoli sul nostro tabellone... allora, a che gioco giochiamo? Vuoi tentare la scalata?
Una signorina si sarebbe avvicinata al vecchietto sussurrandogli qualcosa all'orecchio.
Ah, giusto. Qui si gioca alle 3 carte. E' quell'altro che fa la scalata vero. Allora guarda, abbiamo un 2, un 3 e un asso, che carta scegli?
Scelgo il 2, il mio numero fortunato!Il vecchietto avrebbe iniziato a mischiare le carte ad altissima velocità, rendendo difficile persino a me riuscire ad individuare dove fosse finito il 2, o se avesse imbrogliato.
Allora, come mai è il 2 il tuo numero fortunato?
E' il giorno del mio compleanno, il 2 novembre.
E il due novembre per te sarebbe un giorno fortunato? Oh beh, bando alle ciance... quale carta scegli? La uno, la due o... la TRRRREEEE?
Uhmm... tu che ne pensi Shinichi? mi chiese Asuma, per poi continuare sussurrando
Che sia un tell?Da bravi esperti di giochi d'azzardo (come ogni Kurogane il cui nome valeva qualcosa) ci chiedemmo subito se quella strana pronuncia della parole "tre" avesse un qualche significato profondo. Poteva essere un trucco, come poteva anche essere un segnale involtario del vecchio. Gli risposi, sempre sussurrando:
Prova, al massimo ci perdi solo 100 gettoni.Asuma indicò la terza carta e... si trattava di un due! Vittoria! Io e lui ci guardammo negli occhi, sorridendo come due bambini in un negozio di caramelle senza genitori o proprietario in vista. Stavamo avendo lo stesso, identico, pensiero:
Adesso questo qua lo spenniamoIniziò così la parabola vincente del cugino Asuma, qualche volta fiducioso indicava la carta senza pensare, mentre qualche volta si fingeva preoccupato o mi chiedeva consiglio. Scherzava con tutti, anche con l'ignaro vecchietto, e ben presto il banco si era riempito di curiosi e di ragazze carine che ammiravano la sua bravura al gioco. Praticamente tutti i partecipanti non avevano mai giocato veramente d'azzardo e quindi non si rendevano conto che quella di Asuma non era né fortuna, né bravura ma era solo furbizia: la furbizia di approfittarsi di un povero vecchio. Eravamo ormai giunti alla quarantesima vittoria consecutiva quando gli organizzatori della festa decisero di intervenire sostituendo il dealer.
Oh, beh, poco mi cambia!Asuma continuò a puntare, questa volta però puntando sulla sua bravura, il colpo d'occhio e un po' di fortuna. C'era da dire che accumulò ben altre 4 vittorie consecutive, per un totale di 44 puntate vincenti, prima di (finalmente) perdere i 100 gettoni che puntava ad ogni round. Dimostrazione della sua bravura, dato che il suo avversario era uno dei dealer migliori della festa.
Ah, che peccato, speravo di arrivare almeno a 50 vittorie consecutive. Oh beh, non si può sempre vincere, vero?
Vuoi... anf... giocare... anf... ancora? chiese l'organizzatore ormai sfinito
No, no. Non mi va di ricominciare da capo, e poi ho paura che ormai la fortuna mi abbia abbandonato.Decisamente più contenti di quando eravamo arrivati ci saremmo diretti verso il banco per cambiare i gettoni in biglietti sonanti....