La Festa della Fondazione

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  1. -Hidan
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    La Festa della Fondazione

    Destino


    Finalmente Itai decise a rendere quella situazione un pò più chiara ai miei occhi.
    A quanto pare avevamo ricevuto notizie di un possibile attacco a Kiri da parte del ninja di Oto che, però, poi aveva ritrattato in qualche modo. A quel punto si era arrivati in quella situazione di stallo alla messicana in cui Itai, Shizuka e l'Hokage, che avevo scoperto fare di nome Raizen Ikigami - si, non mi interessavo molto alla politica estera - avevano intenzione di rovistare nella mente di Deveraux e quest'ultimo non aveva per niente voglia di accettare tale intrusione. Almeno finché l'Hogake non accennò a qualcosa, ad un vecchio attacco alle mura di Oto di un certo traditore Kiriano, terminato con la morte di Deveraux. A quel punto il giovane Otese parve diventare incredibilmente accondiscendente. Un cambiamento radicale in pochi istanti.
    Volontà adamantina e chiarezza di intenti, insomma. Poco me ne importava comunque.
    « Ok, chiaro. Più o meno ha tutto senso. » Sicuramente avevo fatto qualche passo in avanti nella comprensione di quella storia, riuscendo a collegare qualche pezzetto della fitta trama. Incominciai a seguire il gruppo, quindi, ma prima chiamai i miei cloni. « Beh, se è un incontro segreto, tanto vale avere la giusta protezione, no, Capo? Ho due cloni sul tetto qui dietro, gli do indicazione di disporsi ai lati e controllare la zona, va bene? » Se Itai avesse acconsentito, i miei cloni si sarebbe schierati ai due lati della strada, ognuno sul proprio lato di edifici, seguendoci alla dovuta distanza, stando ben accorto a non superare i trenta metri di distanza tra loro e me. « Quindi diciamo che mi potrei trovare di fronte, in un futuro prossimo, ad un tizio che ha intenzione di attaccare un villaggio da solo? E' così forte, o è così scemo? Oppure entrambe? » Avrei aggiunto, prima di lasciar continuare l'interrogatorio al ninja di Oto. Al termine di questo sembrò esserci la possibilità di cancellargli la memoria, e fu a quel punto che Itai intervenì nuovamente, lasciando libertà di scelta al giovane. Una ardua scelta, sicuramente, e non avevo intenzione di sapere cosa avrei fatto io nella sua posizione. Sicuramente farsi mandare a benedire la memoria non era una piacevole sensazione, ma allo stesso tempo meni ricordi significava, in quel preciso momento, meno problemi.

    [...]

    Cieco.
    O dannazione.
    Colpo di scena, si chiude il sipario, applausi.
    Restammo entrambi alibiti, io e Meika, dopo la scioccante ed improbabile rivelazione. Un giovincello si avvicinò per dare manforte al ragazzo che teneva un velo color rosso davanti agli occhi, dettaglio che ci fu prima precluso alla vista, per rimanere in tema di sensi mal funzionanti. Oltre al senso dell'opportunità, ovviamente. Meika parve volersi infilare in un tombino, quindi, tenendomi per mani, fece un profondissimo inchino per scusarsi con il ragazzo. Io ero rimasto ancora lì, con la bocca leggermente aperta, in attesa di capire cosa avessi fatto meglio a fare in quella situazione. Decisi di rispondere al ragazzo che si era messo in mezzo quando, proprio mentre muovevo l'indice della mano destra con fare inquisitorio, arrivò, puntuale, il calcio di Meika sul mio stinco. « Augh! » Feci una leggera smorfia di dolore quando il legno del sandalo toccò il mio corpo, ma fu più la sorpresa che il male a spingermi a tenere la bocca chiusa. « Ehm... Si, scusa... Ma tu ragazzino, stai ben attento a come ti comp... » Non riuscii a concludere il discorso perché Meika mi tirò violentemente dietro di lei, probabilmente conscia che avrei finito ulteriormente per peggiorare la nostra situazione, già di per se molto imbarazzante.
    Venni trascinato via con la mano destra ancora in alto e, dopo pochi, veloci ed imbarazzati passi, svoltammo in un vicoletto sulla destra della via principale. Fu lì che Meika decise di pareggiare i conti con il destino, finendo con il rotolare a terra dopo essere scivolata su un sasso. Impolverata, capelli sciolti, totalmente sgraziata. Incominciai a ridere. Di gusto.
    « L'essere tonti non è una buona motivazione! Ahahaha! Oddio! Ok, scusa, non riesco a fermarmi! Ahahah! » Mi piegai in due su me stesso. « Ho dato del cieco ad un... Cieco! E' grandioso! Sono cose che succedono solo nei film! E' fantastico! » Di pessimo gusto, magari, ma faceva ridere. « Dovevi vedere la tua faccia! Volevo morire! » Non pensai al fatto che Meika aveva appena regolato, probabilmente, il suo conto con il karma ed io, invece, no. O magari la caduta dal tetto di qualche ora prima si poteva considerare come un anticipo nei confronti del destino. « Va bene, basta, diamoci un contegno! » Esclamai, aiutando Meika a rialzarsi da terra con entrambe le braccia. « Andiamo in piazza, tra un pò ci sarà l'estrazione della lotteria! » Basta Akira, basta. « Se vinciamo il bastone lo regaliamo al cieco con un bigliettino da parte tua... Ne sarà contento secondo te? » Parlai pacamente, con uno strano sorriso sul volto, pronto a fuggire nel caso Meika avesse avuto una reazione, oltremodo, violenta.

     
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