La Festa della Fondazione

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  1. Roronoa™
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    Il Bastone di Sun Wukong

    Villaggio dell'Accademia pt. VII




    Nessuno dei due Kage si oppose alla sua richiesta.
    Prima di mettersi seduto a terra, anticipando le indicazioni di Shizuka Kobayashi, Raizen prese parola, chiedendo al giovane ragazzo di non provare rancore nei suoi confronti.
    Deveraux ascoltò, annuendo.
    Forse per la prima volta da quando era lì, Raizen aveva parlato da semplice uomo, e non da Kage.
    L'otese lo apprezzò.
    Fece tesoro del suo consiglio.

    L'Hokage si fece di lato.
    Ora toccava alla Kobayashi, alla donna che aveva seguito l'ordine del Kage e aveva provato a sottrargli i ricordi.
    Le sue abilità erano eccelse e particolari, ma non erano così potenti come voleva far credere al Chunin del Suono.
    Itai stesso aveva rivelato al piccolo Deveraux della sua possibilità di controbattere al jutsu mentale della donna.

    Altro che distruzione della mente.

    CITAZIONE
    Sappi che adesso ti farò svenire.Il ricordo che sto andando a togliere è troppo fresco, troppo recente. Svegliarti senza più avere qualcosa di simile dentro di te potrebbe essere un trauma ben peggiore di quello che ti avrebbe aspettato se non avessi preso la decisione più giusta, tornando qui, ora.

    A quelle parole, Deveraux sorrise. Non c'era niente che lo divertisse, anzi.
    Si voltò verso Itai, scuotendo la testa.

    C'era qualcosa che non andava.
    La motivazione fornita dalla Kobayashi per giustificare la sua necessità di operare su un soggetto privo di sensi non reggeva.

    Ora ti servo svenuto? Le mie difese mentali si abbasseranno in quello stato. Qualche minuto fa non era necessario tutto ciò. quando tu stavi per cancellare i miei ricordi. Si limitò a pensare.
    Sospirò, rassegnato
    ma sei tu l'esperta e mi fido
    In realtà si fidava completamente solo del Mizukage.
    Lui avrebbe sorvegliato l'operato della donna, intervenendo in sua difesa se necessario.

    Va bhè... procediamo. E tranquilla, è dal grado Genin che non temo più il dolore. Shizuka non poteva saperlo, ma sotto al kimono bianco di Deveraux vi era un corpo ricoperto da numerose cicatrici, ognuna di diversa larghezza e profondità.
    Si mise seduto, con le braccia raccolte davanti al busto.

    Alla prossima.
    Ah... per le informazioni su quel Godsan...ci rivedremo sicuramente.
    Il patto non era stato onorato.

    [...]



    Aprì gli occhi.
    Si ritrovò disteso a terra, sopra un morbido manto erboso, con la punta del naso in direzione del cielo.
    jpg
    Cosa era accaduto?




    Si mise seduto, non senza difficoltà, e fu in quel momento che vide davanti a sè Itai, il Mizukage di Kiri a cui aveva deciso di raccontare la sua esperienza nel Paese del Ferro.
    Affondò le piccole mani all'interno della folta chioma bianca, con il capo rivolto verso il basso.

    Imbarazzato, il kiriano raccontò al Chunin cosa era accaduto.

    Yogan può trasformarsi in una ragazzina? Domandò, incredulo.

    Quella dragonessa enorme vista a Suna? Si guardò intorno, due o tre volte, alla ricerca della fanciulla.
    Poi capì e sorrise.


    La ragazzina dai capelli rossi. Cercò di alzarsi, analizzando le macchie rosse sul suo kimono.

    Rossi come il fuoco.
    Si toccò la fronte. Qualcuno dall'interno stava colpendo la sua scatola cranica con un martello.


    Devo riprendere gli allenamenti.
    Stavo meglio ieri, certamente. La perdoniamo senza problemi.

    Disse, toccandosi proprio in quel momento il collo.
    Percepì con le mani la presenza di due grosse cicatrici.


    Non è andata per il sottile.

    [...]



    Quando finalmente l'Hokage giunse, Deveraux rimase in silenzio.
    Tutto si sarebbe ripetuto alla perfezione, il Chunin avrebbe scelto le stesse parole per raccontare quanto si era consumato nel paese del ferro.

    [...]



    Itai era un uomo buono, gentile e comprensivo.
    Quando lo vide ritornare con un bicchiere d'acqua, per aiutarlo a riprendersi, Deveraux si sciolse completamente.
    Il dolore alla testa non era ancora cessato.
    Lo ringraziò più volte.
    Si sto bene, grazie, grazie ancora.

    La musica cessò.
    Dagli altoparlant installati a ogni angolo della festa , una voce squillante prese parola.

    Ah si..l'estrazione! Aveva ancora con sè il suo biglietto.
    Lo prese tra le mani.

    Non so nemmeno i premi.


    CITAZIONE
    Ayame Shinretsu! Ehi è mia moglie! Ha vinto!
    Itai Nara! ... Anche io ho vinto! Ahaha...

    Si voltò verso il Mizukage con un espressione alquanto.... schifata.

    Complimentissimiii! Applaudì, ridendo.

    Ma tu guarda questo, la sua dragonessa mi picchia, lui vince un premio e sua moglie anche.

    CITAZIONE
    Deveroux Yotsuki! Oh diavolo! Hai vinto. Mh... mantieniti forte, ti porto a prendere il premio!

    Udì il suo nome.
    Aveva vinto il primo premio?
    Il Bastone di Sun Wukong???
    Stava sognando. In quindici anni di vita non aveva mai vinto nulla, neanche la stupida lotteria annuale che organizzavano quelli del suo clan.

    Esultò, urlando di gioia e abbracciando Itai, che senza perdere tempo balzò a una velocità pazzesca in direzione del palco.
    Non si domandò come facesse a saltare così in alto.
    Strillava e rideva...felice, stringendo con forza il braccio di Itai per evitare di cadere a terra.
    Le cicatrici sul suo collo e Jeral erano solo un triste e lontano ricordo.

    Non stava più nella pelle.

    Atterrarono vicino al presentatore, davanti all'intera folla che si era radunata lì per assistere in diretta all'estrazione.
    Saltellava sul posto, con le mani unite davanti al viso.

    Il Bastone di Sun Wukong è mio! Ripeteva dentro di sè. Lo avevano definito come un arma leggendaria...e ora era sua, completamente sua e al servizio di Oto.

    CITAZIONE
    h... Ed ecco a voi Deveroux! Portate il bastone!

    La signorina percorse solo pochi metri.
    Il Chunin di Oto la raggiunse di corsa in un batter d'occhio, con la stessa foga di un orso alla vista del miele.

    Grazie mille signorina. Grazie. Con gli occhi colmi di gioia, afferrò il bastone, precisamente la sua custodia, in legno chiaro.

    Al momento dell'applauso generale, con qualche buu udibile in lontananza, Deveraux alzò il premio cosicchè tutti potessero ammirare ciò che era diventato suo, grazie ad un semplice biglietto e un po' di fortuna.

     
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