La Festa della Fondazione

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    [La Festa della Fondazione]



    Capisco...beh, non mi tirerò di certo indiet...

    L'attenzione di Kamine venne catturata dalla scena che si stava svolgendo poco lontano da lei: una specie di affabulatore con più chili addosso di quanti avrebbe potuto permettersi stava esibendosi in uno spettacolo attira-gente più che efficace, vista la reazione del pubblico che letteralmente pendeva dalle sue labbra e addirittura completava le sue frasi a comando. La ragazza rimase a guardare mentre un tale Asuma Kurogane arrivava prima a vincere e poi a perdere ben 1800 gettoni. Mentre il presentatore conitnuava il suo spettacolino con le frasi di rito, Kamine tornò a prestare attenzione al suo interlocutore, anch'egli interrotto dalla performance del suo collega.

    Eh si, lui ha sempre avuto un gran talento per queste cose...beh, giochiamo?

    Siamo qui per questo no? Disse Kamine, prendendo in mano il dado a sei facce iniziale. Cominciamo con 150 gettoni. TIrò il dado, che si fermo sul lato con tre pallini. Ahi ahi signorina, sembra che dovrai dire subito addio ai tuoi gettoni...Tocca a me! Il dado rotolò sul tavolo e si fermo, mostrando un unico, solitario, pallino.



    Oh no! Non è possibile, hai vinto! Ecco a te! Con tutta questa fortuna non vorrai fermarti qui, vero?

    Certo che no...la ragazza prese in mano il dado poliedrale con i numeri da 1 a 20, lo osservò per un attimo e...

    Ah! Anche questa volta ti sei fermata a metà! Beh, non ho intenzione di fare un'altra figura come quella di prima! Il banco lanciò i due dadi a dodici facce, che mostrarono, inesorabili, i numeri 7 e 8, mentre Kamine assumeva un'espressione forzatamente triste.

    Eh, bella ragazza, questa volta la fortuna ha baciato me. Allora, un altro giro?

    Kamine fece alcuni rapidi calcoli mentali, poi sorrise. Beh, in fondo è solo un gioco, no? Altri 150 gettoni. E lanciò il suo dado.

    Un quattro che si scontrò con il secondo 1 del banco. Oh andiamo, i dadi mi stanno prendendo in giro oggi...Allora, andiamo avanti? L'uomo non fece nemmeno in tempo a finire la frase che Kamine già stringeva in mano il dado a venti facce.

    Andiamo, non fare scherzi. Il dado rotolò fino a fermarsi, beffardo, sul numero 1.

    Oh, ma per favore! Aha, allora la fortuna non mi ha abbandonato! Signorina, non c'è due senza tre... rise beffardo, mentre Kamine portava una mano alla bocca, intenta a pensare.

    Beh, almeno ho comunque un biglietto...

    Senza cambiare espressione, Kamine mise tutti i gettoni che le rimanevano sul tavolo.

    Beh, bisogna rischiare di perdere per poter vincere...

    Prese il dado e lanciò, senza nemmeno guardarlo, ma fissò gli occhi dell'uomo al banco.

    L'espressione disse tutto. Un 5, che successivamente battè il 3 del banco.

    Accidenti, sei riuscita a fregarmi...continuiamo?

    Kamine ragionò per un paio di secondi e sorrise. No...o almeno, non alla prossima fase. E prese i 1400 gettoni totali.

    Ma vorrei ripartire con altri 150 gettoni.

    Oh beh, è nelle tue, ehm, possibilità...ma sei sicura? Potresti vincere 2800 gettoni! La ragazza fece finta di pensarci ed esclamò Beh, bisogna rischiare di perdere per poter vincere...ma sempre meglio non rischiare di perdere tutto.

    L'affabulatore rimase in silenzio qualche secondo cercando di decifrare l'espressione della ragazza, ma resosi conto di essere rimasto in silenzio ben più del dovuto, si riscosse improvvisamente. Oh, beh, allora, giochiamo!

    Kamine riprese in mano il dado da sei e lo lanciò, fermandolo sul 4. Il banco fece solo 3 e Kamine vinse altri 150 gettoni, portando il suo totale a 1550 gettoni.

    Oh, ma sei un demonio! Allora, pronta alla prossima fase? Kamine continuò con l'espressione più innocente che potesse assumere. Beh, veramente no...preferisco prendere tutto adesso. E agguantò la sua vincità. Fece l'occhiolino all'uomo del banco per poi voltarsi e mettere insieme i suoi gettoni, mentre si allontanava dal banco.

    Uhm, adesso posso prendere un altro biglietto e...mi avanzano altri 50 gettoni per fare un po' di azzardo...ah, la vita è bella! Sorrise mentre si spostava tra la folla, alla ricerca di un altro gioco.



    Legenda
    Narrato
    Parlato
    Pensieri
    Banco



     
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  2. Roronoa™
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    Party - Tentato Omicidio

    Villaggio Accademico pt. I




    Quando due delle tre bambine fuoriuscirono dal suo campo visivo, Deveraux sorrise.
    Qualche ninja nei paraggi era intervenuto in difesa delle fanciulle.

    Chiunque fosse stato, provò a portar fuori pericolo anche il piccolo lupo di Oto, afferrandogli un braccio e urlando qualcosa che il ragazzo ignorò.
    Per scacciare quel ficcanaso fu ad un passo dal liberare il suo potere, ma incrociando gli sguardi terrorizzati dei civili pronti a darsi alla fuga, dando vita ad un probabile massacro, Deveraux decise per amore della pace di lasciarsi spostare da che quella che si rivelò essere la mano di una kunoichi.

    CITAZIONE
    «Se pensi di fare colpo lasciandoti aspettare e facendo poi tutte queste scene ti sbagli di grosso, lo spettacolo inizierà più tardi, non rivelare al pubblico i dettagli salienti del racconto recitato della “Conquista dell'Alleanza”...scemo!»

    Inarcò un sopracciglio, perplesso.
    Spettacolo? Di cosa andava blaterando?
    Si guardò intorno spaesato, con l'espressione di chi all'improvviso viene catapultato in un'altra dimensione.

    Quando vide Itai tra quella massa di individui vestiti per bene, il suo cervello andò in tilt.
    Ignorò persino il fatto che quella bambina dai capelli rossi fuoco si chiamasse Yogan, come la dragonessa che il Mizukage aveva evocato in quel di Suna.

    E ora?Tutto passò in secondo piano di fronte a quell'uomo dai capelli dorati come la sabbia del deserto, compreso l'abbraccio dolce e affettuoso che ricevette dalla ragazza che si era definita come la Principessa dei Kobayashi.

    Devo trovare un modo! Ora che sono un Guardiano se quel giorno uscirà il mio nome esploderà una guerra! Con il Mizukage in quella festa, Kiri si trovava in pericolo. In qualche modo doveva tirarsi fuori da quella brutta storia.

    CITAZIONE
    Facciamo in modo che non sia anche l'ultima.

    Si ricollegò definitivamente nel mondo dei vivi quando udì quella che sembrò essere una minaccia, pronunciata a pochi centimetri dal suo lobo.

    jpg
    Provò emozioni contrastanti. Un brivido gli percorse la schiena e le guance arrossirono all'istante. Il suo corpo stava andando a fuoco.
    Nessuna ragazza si era avvicinata così tanto a Deveraux.

    Allo stesso tempo non poteva tollerare le parole della kunoichi, da buon Yotsuki era poco incline a sorvolare su delle minacce, sopratutto ora che era diventato uno dei quattro guardiani di Oto, come il demone sul suo fantastico Kimono dimostrava.

    Riuscì a mantenere la calma, assecondando solo per un attimo l'abbraccio della Kobayashi.
    Se persino lo stesso Chunin si rese conto in quel momento di quanto fosse impacciato e a disagio, Itai e i presenti avrebbero dovuto trattenersi dal non ridere.

    N-n-on ci vediamo da molto tempo! Sorrise guardandola negli occhi, imbarazzato come un bambino di quattro anni.

    A-avremo tanto da raccontarci, m-m-agari un giorno possiamo ...andare... a cena! ..eeeee..insieme no? Con enorme difficoltà liquidò per il momento la Principessa.
    Ce l'ho fatta
    Si voltò verso Itai.
    La sua espressione cambiò, il kiriano avrebbe potuto percepire dal suo sguardo una certa agitazione.

    Sottraendosi in maniera garbata dall'abbraccio e salutando Near con un cenno della mano, Deveraux raggiunse il Mizukage, chinando il capo in segno di rispetto. Ignorò del tutto la sua donna.

    Mizukage-sama, sono lieto di vederla.

    Alzò la testa.

    La sua presenza qui è importante! Si sistemò l'abito.
    Sò che non è il momento adatto, ma...in onore della nostra conoscenza e dell'amicizia tra i nostri villaggi. Febh avrebbe avuto da ridire.

    Devo parlare con lei, immediatamente e in privato. Non c'è tempo da perdere. Cercò di sorridere, ma non ci riuscì.


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    ehm...da qualche parte

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    La festa della fondazione

    “Dobbiamo combattere…per svignarcela via!”


    Parlato Ryuu
    Pensato Ryuu

    Alto,grasso e sorprendentemente pesante: quell’enorme mammifero di peluche bicolore era più ingombrante di quanto sembrava mentre era esposto ed ora che l’aveva finalmente vinto, Ryuu rifletteva se fosse stata una buona idea. Portarsi a casa il meritato premio si stava rivelando più difficile del previsto. Ma con cosa l’hanno riempito, con i sassi? Non è che è vero e fa finta di essere finto? Diede una rapida occhiata. Eh no, dovrebbe avercelo il batacchio. O forse è femmina. Nha, che mi metto a pensare. Dopo tutto il tempo passato a giocare aveva perso la cognizione del tempo e forse non mancava molto a mezzanotte, quindi cercando di fare in fretta, afferrò la zampa destra del gigante, cercando di tirarselo addosso, con l’intenzione di portarselo sulle spalle. Mi scusi, signora… Era talmente preso dalla situazione che neanche si accorse di un ragazzo che poco prima si accostò a lui, finché questo non gli bussò su una spalla, chiedendogli se avesse bisogno di aiuto. Eh? Ah no, grazie, ce la faccio. Grazie lo stesso. Quel ragazzo fu abbastanza cortese e si dimostrò anche molto disponibile, ma lui non era certo il tipo da chiedere aiuto al primo che passa per il minimo problema. Una volta declinata la proposta di aiuto del ragazzo, si guardò intorno, rendendosi conto di quanto tempo fosse passato, vista l’incredibile quantità di gente che ormai aveva riempito i vicoli tra le bancarelle. Un improvviso e assordante rumore (che scambiò per dei fuochi d’artificio) attirò la sua attenzione, invogliandolo a guardare verso la direzione da cui proveniva. Purtroppo rimase deluso dallo scoprire che non ci fosse traccia di fuochi d’artificio, ma non passarono che pochi istanti, che il suo sguardo fu attratto da qualcosa di ben più familiare: un elegante haori blu appoggiato su un kimono bianco, ma più di tutto era la persona avvolta nel kimono ad avere attirato la sua attenzione. Era proprio Itai Nara, il suo mizukage, impegnato a chiacchierare con un gruppetto di persone, che lui non conosceva, proprio a pochi metri di distanza. Oh, ma guarda,c’è anche il mizukage.

    ...


    Il mizukage??? In meno di un secondo sparì dietro il gigantesco peluche che se ne stava ancora immobile a terra, quasi rimpiangendo il momento in cui lo vinse. Oh no,no,no,no,no, non deve vedermi insieme a questo affare. Che figura ci faccio? Che dirà di me? Mi ammazzera, o peggio, mi farà dire addio alla mia carriera di ninja.
    Scusa, ma quale carriera? Non sei neanche un genin…
    Fatti gli affari tuoi. E’ un’inizio di carriera, ma è pur sempre una carriera. Allora, come faccio, come faccio. Potrei scappare ora, ma non posso lasciare il pupazzo qui. Se il banconista mi chiama per ricordarmi di prenderlo, lo sentiranno tutti. No, non posso lasciarlo qui. E poi che gli porto Keiko. Ho quasi finito i soldi, anche volendo non gli potrei vincere nient’altro e allora niente bacio. Quindi cosa faccio?Ad un tratto, mentre cominciarono a fumargli le orecchie per quanto si stesse scervellando, gli tornò in mente il ragazzo che una manciata di secondi prima gli propose il suo aiuto e che per fortuna doveva trovarsi ancora lì.

    !!!


    Ryuu si affacciò, facendo spuntare la testa da dietro la testa del panda e controllando se in effetti il ragazzo era ancora al suo posto. In quel caso lo avrebbe afferrato per un braccio il più velocemente possibile e lo avrebbe trascinato dietro l’enorme peluche, supplicandolo a bassa voce di aiutarlo. Senti, in effetti mi servirebbe proprio una mano. Devo andarmene da qui in fretta, ma non devo farmi vedere da nessuno, specie dal mizukage, poi ti spiego. Ti prego, puoi aiutarmi? Sarebbe rimasto in attesa della sua risposta e di un’eventuale idea su come svignarsela, facendo tutto quello che gli fosse venuto in mente, pur di non farsi vedere in quella situazione. In caso contrario, se il ragazzo non avesse accettato, si sarebbe dovuto dare una mossa e pensare in fretta ad un piano alternativo.
     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    La Festa della Fondazione

    Mai una festa



    Si vedeva che Shizuka era stata allevata in una famiglia dagli elevatissimi standard culturali. Io, fino a qualche anno fa non avrei disdegnato una presentazione che iniziava per "Yo...". Ma ero cresciuto e dato che in un certo qual modo mi definivo persino educato risposi in maniera così esemplare che mia madre avrebbe avuto le lacrime agli occhi nel vedermi così posato, educato ed elegante.
    In realtà grande parte del merito lo doveva prendere Ayame che, con una insistenza aveva deciso che dovessi migliorare i miei modi segnati da anni di carattere rude ed irritabile. Quanto Chomei mi avesse preso in giro quando mia moglie mi correggeva nell'uso dell'etichetta era un segreto che tenevo gelosamente custodito nel mio cervello.
    Al che, sarebbe stato alquanto irrispettoso rispondere a Shizuka "lolicon un paio di palle" così mi limitai a fare un sorriso tirato e scuotere il capo, quasi a voler dire "mica è così per colpa mia".
    Notai Raizen nella folla e subito dopo Shizuka perdere la pazienza riguardo il modo cui si era presentato l'Hokage. Ero certo che lei stesse cercando di fare la stessa fine opera di raffinamento che Ayame mi aveva imposto. Ma Shizuka probabilmente doveva lavorare su un substrato ben più duro senza la possibilità di punizioni e negazioni che solo una moglie poteva assicurare al marito. Ma di questo, non avrei parlato.

    In ogni caso, onde evitare che la magnifica Heiko Uchiha sventrasse la figlia con lo sguardo il prode Toshiro Kobayashi si fece avanti. Non credetti nemmeno per un istante che Shizuka avesse parlato bene di Kiri, ma decisi di far fine che fosse vero. Come sempre, qualsiasi dimostrazione di educazione si basava sul reciproco racconto di dolci bugie e dal tacito accordo di credere che esse fossero l'assoluta ed ineluttabile verità.
    Toshiro-sama, è un onore conoscervi, Shizuka parla sempre di quanto sia affezionata alla sua famiglia. La bellezza di Kiri è decisamente sopravvalutata. Nascosta dietro troppa nebbia e dietro un passato troppo oscuro che spero di poter cambiare in un futuro migliore. Dissi, quella volta sinceramente. Kiri aveva una pessima fama ed era fatta di gente burbera e poco socievole. Non potevo impormi di cambiare i Kiriani, ma potevo imporre di lasciare che certe pratiche vecchie e sanguinolente fossero relegate ad un passato lontano.

    Yogan afferrò le due striscie di carne essiccata avidamente, addentandone una senza troppi complimenti. 'azie Shizuka! disse dopo aver ingoiato un boccone. Non bastava certo quello a nutrirla di solito, ma in quella forma umana anche il quantitativo di carne che poteva ingurgitare era ridotto. Pur sempre enorme, ma ridotto. Avreste trovato incredibile la quantità di carne che quel corpo così minuto era in grado di stipare.
    Le bambine videro con ammirazione il pacchetto di caramelle che Shizuka porgeva loro. Al solito Jukyu, che tra le due era quella più sfacciata e sicura di se, scelse per prima.
    Mh... la fragola non mi piace sentenziò, riflessiva, dunque affondò la mano in quelle più grandi di Shizuka, tirando via una caramella di colore arancione. Arancia! Dissi, per poi ricordarsi gli insegnamento della madre, ringraziando Shizuka. Arigatou gozaimasu disse allegra Jukyu. Poi Nana, timida come al solito, prese la prima caramella che le capitò a tiro.
    A...arigatou gozaima..ma..su disse, impacciaiata, scardando la sua caramella.


    Le due gemelle stavano godendosi le caramelle quando all'improvviso un rumore di passi pesanti attirò la loro attenzione. Così come attirò l'attenzione di Yogan che venne anticipata nell'azione di Shizuka che afferrò le bambine abbastanza in fretta da scostarle dalla traiettoria del gigante. Non servì certo che Shizuka dicesse a Yogan cosa fare giacché la dragonessa, seppur con la forma di una bambina saltò rimanendo sospesa a mezz'aria fino ad essere all'altezza stessa del gigante, allungano una mano in avanti per bloccare Ashiro con un semplice palmo in testa. Ashiro avrebbe scoperto quanto poteva essere dura da spostare Yogan [Forza 700].
    Ehi, attenzione voi due, ci sono bamb... oh, anche tu ne porti una! disse Yogan, notando la bambina con i capelli rosa sulle spalle del bestione. Andate piano, che poi vi fate male! La dragonessa lasciò stare Ashiro e li superò, lasciandoseli alle spalle, liberi di andare a mangiare tutto ciò che volevano.

    Nello stesso momento Shizuka mi lanciò le due bambine che afferrai al volo senza difficoltà. Le due sembravano decisamente divertite, più che spaventate.
    Touchan, zucchero filato! Disse Nana evidentemente eccitata dalla specie di promessa fattagli da Shizuka che sembrava essere impegnata in un abbraccio ischiato a parole dette con un tono allegro così tirato da rasentare la violenza verbale con un volto conosciuto.
    Deveroux Yotsuki, il ragazzo dal nome complesso che aveva partecipato alla missione a Suna. Lo Yotsuki però parve scarsamente interessato a Shizuka e si diresse verso di me, asserendo di volermi parlare in privato. Proprio il quel momento arrivò Near Nara, che salutò tutti quanti in maniera tale da lasciare probabilmente basiti Toshiro e Heiko. Oh, salve Near... ah, si scusa Deveroux, un attimo... possibile che non potesse esserci un giorno di festa?
    Misi Juykyu e Nana per terra, Yogan le raggiunse. Yogan, guardale un attimo... sì, zucchero filato. Toshiro-sama, Heiko-sama, è stato un onore fare le vostra conoscenza, il dovere sembra chiamarmi sempre, costantemente e senza tregua. Shizuka spero di rivederti più tardi. dissi con un sospiro, dunque mi rivolsi ad Ayame Torno subito, ok? Non metterci troppo. Mi disse lei, con un mezzo sorrise, sfiorandomi la mano con le sue. Ricambiai rapidamente il sorriso, quindi mi rivolsi e Deveroux.
    Andiamo.

    Ci allontanammo dalla folla, finendo al limitare della festa. Non avevamo percorso molta strada e trovare un posto effettivamente "privato" era impossibile, ma lì c'era poca gente e potevamo parlare senza doverci urlare dietro.
    Febh Yakushi avrebbe da ridire riguardo "l'amicizia che lega i nostri villaggi". Te l'ha detto chi è andato a parlargli quando venne a Kiri minacciando di buttare giù le mura? Era più un simpatico aneddoto che altro. Se credevo nell'esistenza dell'Accademia dovevo credere anche che Oto fosse mio alleato.
    Dimmi, cosa ti turba? dissi serio, sperando che la cosa non mi rovinasse la serata.


     
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    ::: Pura Ratio :::

    " Io....io....ho perso 950 gettoni! "

    Una sfiga tremenda, non c'erano dubbi. Puntata dopo puntata l'unico esito era stata la sconfitta, o al più il pareggio, e la strategia del cervellotico shinobi non potè fare nulla contro quel brutale squilibrio di fortuna!

    " Questo è un gioco a somma zero, con un valore sbilanciato addirittura per il giocatore! In tutti i casinò è il contrario e nonostanmte questo c'è chi riesce a vincere migliaia di ryo! Per la leggere dei grandi numeri e una giocata al "raddoppio con budget minimo" avrei dovuto stracciarti miseramente ! Di la verita: i dadi sono truccati! Sono squilibrati!!"

    Ma la verità era che Ukitake non aveva uno straccio di prova...inoltre già al primo lancio si era accertato che tutte le facce del dado fossero regolari e che l'oggetto fosse bilanciato. Il gioco strategico aveva perso e così, sconsolato, l'uomo dai capelli bianchi si allontanò da quel vicoletto lasciando ad altri giocatori di tentare la fortuna. Fortuna...nin ci aveva creduto mai molto, eppure quella sera era stato sconfitto da un ente ben più grande di qualsiasi logica. Con gli ultimi 50 gettoni avrebbe provato un altro gioco, uno più rischioso e completamente senza schemi mentali. Girando per le stred ein festa vide un giovane che esultava davanti un altro luogo di gioco. Si avvicinò e con sua grande sorpresa scoprì che il ragazzo stava vincendo oltre 1500 gettoni! Ukitake di certo avrebbe intascato la quantità per comprar eun altro biglietto e poi continuare con la rimanente parte ma invece il giovane non fu così cauto. Continuò a seguire il gioco ed ecco che il banco fece la sua proposta, provocando l'inacuto ragazzo che in preda all'euforia accettò di raddoppiare la posta in palio...inutile anche a dirlo, perse tutto. Aspettò dunque il ragazzo gli facesse spazio per poi sedersi difronte al banco: aveva seguito il gioco quindi conosceva il suo funzionamento.

    " Ho solo 50 gettorni, ma ne uscirai con le tasche vuote! "

    Cosa era stato del razionale Ukitake?


    ::: Duo Sexy :::

    Di certo l'improvvisato duo si poteva aspettare chiunque al gioco dei baci: da acerbi ragazzini a vecchietti troppo in là con l'età ma sicuramente non l'Hokage in persona! Erano passati anni da quando Matsumoto non vedeva Raizen: ai tempi era ancora un ragazzino che aveva appena iniziato ad addentrarsi nel mondo dei grandi e che Aloysius aveva preso con se per i suoi piani di conquista. Al tempo erano solo idee sparse, inizi di progetti più grandi...però sin da subito l'allora chunin aveva in qualche modo legato con il Mikawa che gli insegnò molte cose e gli fece conoscer emolte persone, Livon in primis. Forse la maggiorparte delle persona non lo sapeva ma, in realtà, l'ultima volta l'ora Hokage aveva seri problemi psicologici e di autocontrollo: parte dei suoi poteri assopiti si erano risvegliati mandandolo in crisi profonda. Fu anche merito di Matumoto se la Foglia ora aveva un nuovo leader; Lo salvarono da morte certa, su questo non si discute. Lui e i suoi amati Draghi ora avevano trovato un equilibrio e, dopo la missione con Omoi per il 9 Code, vi era anche un altro spirito a convivere in quel possente e giovane corpo.

    Matsumoto aveva sempre avuto un debole per fisici come quello: prima Aloysius stesso, con il quale aveva condiviso più volte la stanza da letto, e poi con Ashiro, che in termini di muscolatura (e capiamo bene di cosa si sta parlando) non aveva rivali nel mondo ninja conosciuto forse. In effetti anche Raizen era cresciuto bene, diventato una preda papabile per la prosperosa donna. Parlava allusivo, il ragazzo, e di certo avrebbe trovato pane per i suoi denti da parte della sua interlocutrice.

    " Oh, bene bene. L'Hokage in persona alla bancarella dei baci...immagino che i paparazzi stiano già scattando decine di foto. Domani sul giornale di Konoha immagino già il titolo in prima pagina: " Decimo Hokage in cerca di avventure? O di moglie? ". Bhè non dobbiamo deluderli, no? "

    Disse mettendosi quasi a 90 e facendo si che il seno le uscisse leggermente dal kimono per andare a sussurrarlo all'orecchio di Raizen. Poi tornò al suo posto e continuò:

    " Ovviamente non si fanno eccezioni, nemmeno per l'Hokage. Rispondi all'indovinello e avrei sia il tuo bacio che le informazioni che cerchi. Se ne accumuli un bel può e ci porti qualcosa da bere magari si può pensare di concludere in maniera diversa questa serata...tu che dici Soifon? "

    La ragazza stava cercando in tutti i modi di diventare invisibile, rannocchiandosi sempre più e cercando di coprirsi con il tabellone del banchetto. Dopotutto lei non conosceva di persona Raizen, era entrato diverso tempo dopo nell'associazione...per lei era "solo" il X leader di Konoha e di certo non si aspettava di doverlo incontrare in tal modo! Matsumoto invece gli parlava come se fosse l'amico di scuola di un ipotetico figlio e questo, in realtà, le suscitava un po di invidia.

    " Emh...salve Hokage-sama. Soifon...molto piacere. "

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    Era bello vedere come un carattere forte e sicuro come quello dell'inseguitrice fosse miseramente crollato davanti a quell'incontro inaspettato. Quindi Matsumoto riprese la parola e, con tono provocatorio, recitò il suo indovinello:

    " 'L'anziana zia lavora d'ago fino a mezzanotte per aggiustare le calze bucate.' Di Cosa si sta parlando?"

    Raizen avrebbe accumulato il primo bacio o avrebbe dovuto sborsare i primi 250 gettoni?


    ::: Duo Combina guai :::

    La scomposta e goffa corsa di Ashiro venne arrestata senza molta fatica dalla minuta ragazzina; fu solo allora che i due tornarono coscienti e riuscirono a constatare quanto stava per accadere. Ashiro era intimorito, come quando Aloysoisu lo riproverava dopo aver fatto qualcosa di sbagliato, mentre fu Yachiru a rispondere con il suo solito tono scherzoso:

    " Ci scusi molto! Forza Ashiro la bancarella è lì! "

    " SI!!! "

    Rispose lui cancellando sul suo volto triste con un sorriso largo quanto la sua enorme faccia. Certo, la ragazzina dai capelli Rosa aveva visto tutto e analizzato la situazione con criterio mascherandelo dietro la sua immagine ingenua: c'era il Mizukage lì vicino e quelle dovevano essere le sue bambine...e poi che diavolo di forza ci voleva per fermare Ashiro in quel modo? Per fortuna l'incidente era stato evitato ma ora come ora aver deciso di non portare Eiatsu quella sera le sembrava sempre più una buona idea.

    In ogni caso, i due si fiondarono su quei dolci iniziando a mangiarne in grande quantità senza curarsi minimamente di dover attendere la fila o di dover pagare! A Villa Mikawa erano abituati ad avere sempre tutto e del valore del denaro non ne avevano la ben che minima idea: un secondo guaio era in arrivo. Qualcuno avrebbe dovuto badare a quei due, gettati nel mondo dei grandi senza conoscere le regole del vivere civile, prima che generassero un guaio dopo un altro...di certo la loro ingordigia di dolci non poteva essere fermata facilmente le le urla del povero venditore non sarebbero servite a nulla! I due bimbi più felici del mondo, uno dalle mani spropositate e l'altra tremendamente rapida ad afferrare caramelle e quant'altro, avrebbero in pochi istanti trasformato quella bancarella in un campo di battaglia mischiando i prodotti, distruggendo separatori e sporcando di cioccolata qualunque cosa, compresa la macchina per lo zucchero filato.

     
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  6. frafri94
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    La Festa della Fondazione

    Abracadabra, sparito!


    Il ragazzo a cui si era rivolto non si accorse della sua presenza fino al leggero tocco sulle spalle, doveva essere davvero assorto tra i suoi pensieri. Quando si girò rispose con un educato Eh? Ah no, grazie, ce la faccio. Grazie lo stesso., ma era ovvio che non sarebbe stato in grado di spostare quell'enorme panda da solo, così decise di rimanere lì, fermo ad aspettare che il ragazzo gli chiedesse finalmente il suo aiuto. Questo iniziò a guadarsi intorno e per qualche motivo scattò come un gatto preso di sorpresa, girandosi anche lui verso il centro della piazza, dove stava guardando il suo nuovo amico, vide tutti: WOW! C'è un sacco di gente importane ma... forse è il caso che cambio zona. pensò alla vista del trambusto che si stava creando.
    Proprio quando stava per levare le tende si sentì afferrare il braccio, eheh, lo sapevo. e si lasciò trascinare. Il ragazzo lo portò dietro al panda in un evidente tentativo di nascondersi da qualcuno, lì gli chiese molto umilmente di aiutarlo a trovare un modo per svignarsela da lì il più velocemente possibile. Ryuuto non aspettava altro, e con un sorriso ancora più ampio del primo rispose Io, Ryuuto, ti aiuterò in questa tua fuga. poi si girò verso il peluche di due metri e si rese conto che le cose erano un po' più complicate di quello che immaginava.
    Dopo un minutino passato a pensare a un modo intelligente per andarsene si arrese e fece la prima cosa che gli venne in mente, si girò verso di lui Scusami, spero che non ti serva in condizioni perfette. e strappò la cucitura sulla schiena Entra e fatti spazio tra l'imbottitura, io ti porterò dalla'altra parte della piazza.
    Quando, una volta entrato, gli diede il via libera Ryuuto cucì provvisoriamente lo strappo con del filo di nylon e poi fece la seconda cosa che gli venne in mente. Fece cadere il panda di lato, urlò REGGITI! e iniziò a farlo rotolare tra la gente che lo schivava per evitare di essere travolta.
    Arrivati dall'altro lato la missione poteva dirsi compiuta, così aprì di nuovo il povero panda che oramai assomigliava di più a un orso bruno e tirò fuori il suo passeggero. E sperando che il suo aiuto fosse stato apprezzato aspettò che il suo nuovo amico gli dicesse qualcosa.
     
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    Trappolone







    Raizen sollevò gli occhi al cielo con uno sbuffò disinteressato ma malizioso alle parole di Matsumoto, era mai successo che qualcuno si fosse fatto gioco delle su avances?
    Dopotutto per quanto i suoi fossero degli attributi formidabili non erano i primi che Raizen vedeva.

    Piacere mio Soifon, il tuo nome ha un suono piacevole.
    Io sono Raizen, probabilmente lo saprai, ma lasciare che sia la fama a dirti come mi chiamo mi sembra scortese… ah, il cognome è Ikigami.


    Sorrise amabilmente.

    Oh no mia cara, decisamente no.
    Conosco i miei limiti, e gli indovinelli stanno tra di quelli, poca fantasia, poca intelligenza o gli dei sanno cosa, ma se vuoi uccidermi minacciami con un indovinello e farai sicuramente centro.


    Strizzò l’occhio.

    Questo bancarellino non vedrà l’ombra di un gettone da parte mia, per quanto l’offerta sia allettante, certo.
    E per quanto riguarda i paparazzi posso pure autografargliele quelle foto, ci sono poche cose che temo, e i giornali scandalistici sono ben lontani perfino dall’apparire in un ultima posizione tra le cose a cui penso, figurati se rientrano tra quelle che temo.


    Si piegò imitando Matsumoto, ritrovandosi quindi a pochi centimetri dal viso di lei, pur non potendo offrire lo stesso invidiante spettacolo, ma con un espressione di sfida ben marcata che gli affilava lo sguardo e gli marcava la piccola cicatrice sull’angolo destro della bocca mentre sogghignava.

    Mala suerte, mia cara.
    Certe cose vanno fatte col cuore.


    Fissava la donna negli occhi mentre l’indice, incurante della sua invadenza, gli indicava il seno prosperoso in direzione del cuore, per poi spostare lo sguardo affiato su Soifon qualche istante prima di tirarsi su.
    Salvo scattare verso Matsumoto dopo appena qualche centimetro per rubarsi il premio senza cacciare un soldo, ad una velocità che probabilmente gli avrebbe permesso di percepire il contatto sulle carnose labbra solo a fatto avvenuto.

    Senza contare che ci sono dei bari davvero, DAVVERO pessimi a questo mondo, che farebbero di TUTTO per averla vinta persino in giochi di poco conto in cui la posta è così irrisoria.

    Aveva a malapena rubato un bacio, a stampo in realtà, ma ingannare la donna, o più generalmente qualsiasi donna, in quel genere di cose lo metteva di buon umore, tanto più che non immaginava di vincere od ottenere niente di meglio con quei pochi spiccioli. Non faceva del male a nessuno ed ogni tanto non doveva vantarsi d’aver spento la vita a qualcuno o qualcosa, forse avrebbe innervosito la kunoichi, ma erano piccoli effetti collaterali che era sempre divertente osservare ed a cui avrebbe risposto con una risata ed un commento goliardico.

    Suvvia, non te la sarai presa, non dirmi che è stato il primo bacio rubato!
    Era così innocente che probabilmente quel bambino in piazza saprebbe fare di peggio.


    Ottenuta risposta si sarebbe voltato sbuffando per guardare il resto della piazza.

    Peccato per il Mikawa, averne notizie non sarebbe stato male.
    Gli assenti ingiustificati col tempo si dimenticano.


    Guardò le due con la coda dell’occhio, valutando se poteva ancora una volta giocare sporco ed ottenere ciò che voleva senza pagare, la tenue inflessione della voce l’avrebbe sicuramente aiutato, per quanto difficilmente percepibile ad un nuovo ascoltatore le due avrebbero notato sena troppi sforzi quella variazione quasi minacciosa, accompagnata da un sorriso indefinibile.
     
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  8. Roronoa™
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    Non posso!

    Villaggio Accademico pt. II



    Con estrema professionalità, il Mizukage accettò la richiesta dello Yotsuki.

    S' incamminò con lui, seguendolo in silenzio.
    Aveva paura.
    Le sue piccole mani e la sua schiena erano intrise di sudore.
    La Magnificenza era stata chiara: se l'allora Genin avesse rivelato in futuro il piano dell'organizzazione, la sua arte oscura sarebbe intervenuta senza perdono, rendendolo uno zombie.
    Chouno aveva avuto una fine simile e il suo sguardo perso nel vuoto era un ricordo che sperava di dimenticare al più presto.

    La minaccia del potente adepto poteva essere un bluff, ma non ne aveva la certezza e questo lo turbava profondamente. Aveva una vita davanti e molti obiettivi da raggiungere, morire per aiutare il villaggio da cui proveniva l'assassino di suo padre, tale Godsan, non era il massimo.

    Devo mentire. Pensò, abbassando lo sguardo. Erano quasi all'esterno della festa e il baccano andava diminuendo.
    ma non tutte le bugie sono nocive. Si trovava stretto su due fronti.
    Se il Flagello avesse saputo del suo incontro con il Mizukage sarebbe morto nel peggior modo possibile. Era troppo debole per scontrarsi con quell'uomo. D'altro canto, non informare un alleato di un probabile attacco ai suoi danni significava scatenare una guerra nel caso in cui il suo nome fosse uscito fuori.

    Non era più un semplice ninja di Oto.

    La soluzione era chiara.

    CITAZIONE
    Febh Yakushi avrebbe da ridire riguardo "l'amicizia che lega i nostri villaggi". Te l'ha detto chi è andato a parlargli quando venne a Kiri minacciando di buttare giù le mura?

    Ero a Kiri quel giorno. Si limitò a far presente.
    Mentre Febh scatenava il panico all'esterno sopra il capo di Ssalshape, Deveraux era entrato nel villaggio di Kiri in qualità di semplice turista.

    CITAZIONE
    Dimmi, cosa ti turba?

    Fece un profondo respiro.
    La sua angoscia era palpabile e non frutto delle sue abilità da attore.

    Nemmeno un mese fa mi sono recato in incognito nel Villaggio del Ferro. Volevo staccare la spina per qualche giorno e al tempo stesso visitare quelle terre, come un normale ragazzo. Si guardò attorno.
    Nessuno sembrava essere in ascolto.

    Qualche giorno dopo il mio arrivo, in una taverna sotto i Tre Lupi, ho assistito ad un massacro in piena regola per mano di un ninja a me familiare per certi versi.
    Alto, capelli un pò lunghi e neri, senza coprifronte, uno dei ninja più potenti che abbia mai incontrato, oltre lei ovviamente.
    Si è presentato con un nomignolo mai sentito... "Flagello".
    Per sfuggire al massacro ho accettato di aiutarlo, essendo un ninja, nella ricerca di una persona, di nome Hayate.
    Sò chi sia Hayate e i crimini commessi dalla sua organizzazione.
    Si affrettò a informare per non essere interrotto.
    Avevano attaccato Konoha distruggendone una buona porzione.

    Abbiamo incontrato solo un sottoposto di Hayate, con una maschera e il cui nome è "Magnificenza di Hayate". Evitò di allungare troppo il brodo.

    E lì, dentro la taverna del Serpente Bianco, ho assistito ad un patto scellerato tra questo ninja e la Magnificenza.
    Il suo sguardo amareggiato si focalizzò sul Mizukage in ascolto.

    Con il cuore in gola per la paura di perdere il controllo del suo corpo, Deveraux si gettò senza esitazioni.

    In cambio di nozioni sulla loro arte che riguarda la ricerca dell'immortalità, sempre le solite cose, questo uomo si dovrà mettere in contatto con alcuni mercenari in una delle isole a Nord Est del Paese dell'Acqua.
    Ce l'aveva fatta.
    Per fare cosa? Creare un canale per qualcosa di più grande, come forse avevano fatto a Konoha. Dove precisamente? Non lo sa nemmeno il Flagello, dovrà essere lui stesso a individuare il gruppo in una delle tante isole del vostro arcipelago. Una sorta di prova a cui non so come quest'ultimo si sia...diciamo sottomesso.
    Il suo cuore piangeva per ciò che stava facendo, odiava mentire, sopratutto alle persone con cui aveva avuto l'onore di combattere insieme. Una parte del suo dovere da ninja accademico l'aveva compiuta: avvertire il Mizukage di un pericolo.

    Potrà sembrarle poca cosa, ma lei non ha conosciuto quell'uomo. Dinanzi ai suoi occhi, io, Deveraux Yotsuki, Chunin e Guardiano dell'East Gate, non sono altro che una pulce.
    E' impulsivo, superbo come nessun altro.
    E' anche sadico, uccide chiunque per il solo gusto di farlo...uomini donne bambini anziani, distrugge qualsiasi cosa gli si pari davanti e per questo sono sicuro che quei mercenari faranno una brutta fine, come l'organizzazione di Hayate stessa.

    Era serio in volto.

    Compierà una strage nel suo territorio, ne sono sicuro. Deve essere fermato prima del suo arrivo. L'ultima frase era vera, quell'uomo andava fermato.
     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    La Festa della Fondazione

    Never a joy.



    Ascoltai con attenzione quanto il giovane Chunin di Oto ebbe da dirmi, e non fiatai finché non ebbe finito l'ultima parola. Alla fine esternamente non ero poi così diverso da prima: posato, un'espressione seria in viso, ma non stavo dando di matto. Ma Deveroux poté notare una striscia rossa allargarsi dalla base del mio collo e raggiungere la base delle mie orecchie, segno che il mio battito cardiaco era accelerato e che stavo facendo una gran fatica a trattenere più pesanti reazioni. Il problema che, al contrario di quanto lui potesse credere, il bersaglio di quelle reazioni era lui. Certo, anche quel tale che a quanto pareva intendeva radere al suolo Kiri, ma Deveroux aveva dalla sua un ritardo mensile da scontare.
    Non era obbligato a dirmi, ma aveva deciso di farlo con colpevole ritardo. Kiri non era impreparata, ma nemmeno ancora pronta a gestire certe situazioni con me fuori dal villaggio e se avessi saputo di questo evento non mi sarei di certo da lì per venire ad una stupida festa.
    Cercai di ritrovare la calma, ma mi riuscì difficile, così sfogai la rabbia colpendo con quello che non doveva sembrare un pugno eccessivamente forte contro la recinzione di legno, spaccando di netto la struttura e facendo volare via la parte superiore dell'asse. Una mia copia comparve subito dopo, e questa si concentrò un attimo. Dopo aver trovato la fonte di chakra che stava cercando corse via.
    Come scusa? domandai, riordinando i pensieri, mettendomi una mano in faccia. Un pazzo massacra decine di innocenti, minaccia Kiri e tu aspetti un mese per dirmelo? Dovrò dirigere non so quanti ninja e me stesso a scandagliare quelle isole per prevenire qualcosa del genere, ammesso e non concesso che ci sia tempo, al che dovrei semplicemente rinchiudermi in Kiri come in un fortino. Per tutti i Kami Deveroux, cosa credi che adesso tu possa venirtene qui a dirmi certe cose, che hai aiutato un criminale che ha compiuto una strage e che mi vieni a dire le cose dopo un mese? Il tono non era alto, o rabbioso, ma delineava una severità rara in esso.
    Con un rapidissimo movimento, aiutato persino dal potere di Chomei fino all'estremo (e Deveroux avrebbe scoperto che Itai Nara era con ogni probabilità lo Shinobi più veloce dell'Accademia) avrei cercato di stringere il braccio di Deveroux, senza fargli male giacché ferirlo non era nelle mie intenzioni, ma pronto a serrare la presa fino a livelli a lui inconcepibili pur di non lasciarlo andare.
    Ascoltami bene, Deveroux, immagino sia stato estremamente difficile per venirmi a dire certe cose, immagino che questo "Flagello" ti abbia minacciato o chissà cos'altro. Nessuno ti toccherà, ma voglio sapere perché hai aspettato così tanto per dirmi queste cose. Avevi paura? Come pensi che io mi possa fidare a questo punto, dopo che tu hai aiutato un pazzo, dopo che mi racconti una storia alquanto strana aspettando un mese. Non credere che il tuo status di "Guardiano" ti renda più prezioso in questo momento, voglio i motivi che ti hanno spinto a fare questo. Non l'avrei mollato, e per quanta energia potesse metterci avrebbe trovato un ostacolo invalicabile a frapporsi tra lui e la libertà di tornare alla festa.
    L'uomo che hai aiutato, che vuole fare questo... da quello che mi dici, e dalla sommaria descrizione corrisponde ad un uomo che ha attaccato Kusa no Kuni qualche tempo fa, compiendo una strage. L'Hokage ha messo una taglia sulla sua testa, perché non adiamo a parlarci? Dissi con una specie di sorriso sinistro. Sono sicuro che a breve sarà qui.



    La Kagebunshin piombò rapida alle spalle di Raizen, proprio mentre questi finiva di parlare con Matsumoto. Qualora gli fosse stato offerto un indovinello, avrebbe declinato con gentilezza.
    Sono solo una copia, se dovessi sbagliare non avrei gettoni e se dovessi indovinare non sarei più un uomo sposato. Dunque mi rivolsi all'Hokage, rapidamente. Ho una bella chicca per te, Raizen, potrebbe riguardare quel tale di cui avete diffuso identikit e tutto poco tempo fa. Seguimi, prima che a quel ragazzino venga un attacco di panico. Dunque, se Raizen avesse avuto intenzione di seguirlo, la copia si sarebbe diretta rapidamente seguito dal Kage fino nella posizione dove Deveroux stava venendo con ogni probabilità ancora trattenuto da Itai.
    La copia scomparve, lasciando solo i due Kage con il povero Chunin di Oto.
    Oh, Raizen, felice che tu sia venuto. Avanti, Deveroux, perché non racconti all'Hokage ciò che hai raccontato a me e vediamo se non ci trova anche lui qualcosa di strano? Spronai il ragazzo, con una specie di sorriso tirato. E descrivi bene, molto bene, il Flagello. Sono certo che in tal caso anche Konoha vorrà sentire del gruppo che l'ha distrutta, non trovi?

     
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    ::: Il Duo Sexy :::

    Matsumoto ascoltò con interesse le parole del suo interlocutore, pasticciando con le tinture presenti sul banchetto. Si meravigliò che il gigante non volesse partecipare al gioco, cercando di vincere un premio speciale, ma non si fece cogliere impreparata quando questo si avvicinò con quello sguardo da furbetto; Raizen di certo era dotato di doti fisiche superiori rispetto la donna ma non furono i riflessi, bensì l'esperienza a muovere la sua mano oltre il kimono del ragazzo. Ne aveva visti a decine di quegli occhi incantati dalla sua presenza e poteva scorgere il desiderio oltre le apparenze semplicemente fissando per qualche istante chi aveva intorno. Dal canto suo, i certo il jonin aveva visto la mano entrare nella sua "guardia" ma al contempo avrebbe facilmente intuito l'inoffensività del gesto; anzi, con tutta probabilità i suoi sensi sviluppati gli avrebbero anche permesso di intravedere il foglietto di carta che quella stringeva nella mano e che, se lui glie lo avesse permesso, avrebbe depositato tra le pieghe del vestito. Subì quindi il bacio, assecondando il gesto dell'Hokage che riuscì a staccarsi prima che lei potesse rispondere appassionatamente: giocare su questi temi con Matsumoto era "pericoloso".

    " Io, prendermela? Certo! Te ne scappi dopo questo misero assaggino! E poi non sei cambiato rispetto un tempo, dissimuli ancora quando non sai come gestire le situazioni. La risposta era la bussola hihih "

    Disse, certa del fatto che Raizen non conoscesse la risposta. Ma dietro il suo atteggiamento giocoso il foglioso avrebbe potuto notare una leggera malinconia, come di chi rimpiange il passato e volesse tornare ai tempi che furono. Non a caso, prima di congedare il ragazzo, Matsumoto avrebbe speso qualche altra parola lasciandosi forse sfuggire qualche informazione di troppo, in risposta all'ultima frase:

    " Non essere così frettoloso nel decretare sentenze o prendere decisioni avventate; noi non disperiamo...dovresti farlo anche tu. "

    Che lo avesse fatto apposta, a seguito di una ponderata decisione, oppure che le fosse uscita spontaneamente dal cuore, come velata richiesta di aiuto, quella frase avrebbe fatto capire diverse cose al giovane Hokage. E il contenuto del bigliettino, nel momento in cui il leader del Fuoco avesse deciso di ispezionarlo, non avrebbe fatto altro che rafforzare quell'idea:

    Non dimenticare

    In quelle parole era racchiuso un passato che aveva legato profondamente maestro ed allievo, situazioni di pericolo e di adrenalina, di onore e di gioia: le radici della scalata al potere di Raizen affondavano nel Suono più in profondità di quanto si potesse immaginare a prima vista.
    Anche l'atteggiamento di Soifon avrebbe potuto destare qualche sospetto; udendo quelle parole si irrigidì e abbassò lo sguardo rattristendosi non poco. Un istante dopo era tornata di nuovo come prima ma all'antico alleato non sarebbe sfuggito un particolare del genere.
    La visita inaspettata al banchetto dei baci poteva avere ripercussioni di grande rilevanza per il destino del continente e, da una ricerca di denaro per rimpolpare le scorte a Villa Mikawa, quella gita si era rivelata un incontro importante per il destino dell'associazione.

     
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    Buone novelle








    Alla prima frase della donna sorrise, aveva già la risposta pronta.

    È questo il bello! L’attesa!
    Un attrezzo lo hanno e lo usano tutti, ma quelli che non ti saltano addosso con l'intento di farti un pigiamino di saliva li conti sulle dita della mano di un falegname distratto.


    Sorrise nuovamente, ma meno felice questa volta.

    In fin dei conti ho pazienza, non temere.
    Chissà, magari lo rivedrò a breve, magari prima di voi…


    Stava per aggiungere qualcos’altro prima che un clone di Itai lo interrompesse con delle informazioni che mai avrebbe creduto di sentire o trovare ad una festa.
    Dopo un primo momento di stupore Raizen processò le informazioni dategli dal clone, scuotendo lievemente il capo per poi abbandonarsi ad una sottile risata.

    E pensare che gli ho messo una taglia sulla testa a quel poveraccio, avrei potuto risparmiare qualche albero se l’avessi atteso a casa con del buon vino già versato.
    Ahahah


    Rise ancora per qualche secondo, strofinandosi la fronte per cercare di calmarsi.

    Signore, pare che il dovere mi chiami, con permesso.
    E non disperate, di Raizen ce n’è per tutte, anche se si fa desiderare.


    Si esibì in un lieve inchino mentre sorrideva, qualcosa in lui stava iniziando a Montare.
    La corsa fu breve in realtà, ma la smania di avere informazioni e conoscere chi poteva dargliele lo trasformò in poco tempo in un segugio affamato.
    Affamato a sufficienza da far sentire la sua presenza sul posto qualche secondo prima che la sua figura si stagliasse sulla folla, mentre questa, forse per naturale istinto, tendeva a non pestarli i piedi e non sbarrargli la strada: una presenza spiacevole seppur non minacciosa, non ancora almeno.
    Appena messo a fuoco Itai sorrise, era palpabile la differenza tra i due jinchuriki, per quanto il livello dei due fosse quasi identico era presente una linea netta che li distingueva.
    Itai era diventato ormai una persona pura, buona, che attraverso l’interazione col demone aveva quasi cancellato ogni traccia di male presente in lui, Raizen invece aveva accettato la sua parte più oscura e iniziava ad interagire anche con quella della volpe, assecondandole entrambe e sfogandole quando necessario, era sicuro che non fosse necessario cambiare nulla per convivere, anzi.
    Probabilmente se i due avessero mai avuto un legame si sarebbe basato su quel comune modo di interagire con tutto e tutti: violento.
    Conosceva di fama il Flagello, e sapeva cosa era in grado di fare, ma il piccolo otese poteva dire lo stesso del gigante che ora lo osservava dall’alto in basso?
    Quanto di lui si sarebbe salvato dopo il solo impatto con una manata della Montagna?

    Canta.
    E spera sia melodia gradita, non apprezzo gli strumenti scordati.


    Restò davanti a lui, ad una distanza appropriata per permettergli di osservare gli occhi della volpe che da tempo avevano preso il posto di quelli di ghiaccio del Colosso, aspettava che fosse la sua preda a portarsi allo scoperto.

    Datti un contegno, pulcino, o lo sbranerai prima che apra la bocca.

    E così fece, i tendini, fino a poco prima grosse canne che gli percorrevano il dorso della mano, si distesero, mentre le spalle calavano, lasciando nell’aria solamente un vago sentore di pericolo.
    Aveva la preda a portata di mano, dopotutto, non era il caso di lasciarsi prendere la mano, non ancora.
    Una risata echeggiava nel profondo.
     
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    ehm...da qualche parte

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    La festa della fondazione

    "E' un Panda Ninja!"


    Parlato Ryuu
    Pensato Ryuu
    Parlato Ryuuto
    Parlato Izumo

    Che cosa non si fa per un bacio dalla ragazza amata. A volte quel piccolo e sfigato ragazzo si metteva anche fin troppo in gioco per conquistare il cuore di keiko, che ad un certo punto sembrava anche approfittarsi della situazione, ma a lui non interessava minimamente se fosse vero o no. Mha… contento lui, contenti tutti. Fortunatamente, le sue speranze non andarono perdute e non dovette nemmeno aspettare molto tempo, perché quel sorridente ragazzo, non appena ascoltò la sua richiesta d’aiuto, spalancò un sorriso a 32 denti e fu più che felice di accettare. Io, Ryuuto, ti aiuterò in questa tua fuga. In quel momento, Ryuu si chiese se avesse fatto la cosa giusta, chiedendo aiuto proprio a lui, perché,effettivamente,sembrava che il ragazzo si stesse facendo prendere un po’ troppo dalla situazione e gliene diede subito prova, squarciando il retro dell’immenso pupazzo e invitandolo ad entrare. Non sapeva se ringraziarlo per avergli trovato una soluzione al suo problema o gonfiarlo di botte per aver distrutto l’unica chance che aveva di conquistare Keiko, ma in quel momento la priorità era fuggire da lì inosservati, quindi, a malincuore, si infilò dentro il peluche che era riuscito a vincere con tanta fatica non più di 5 minuti prima e si fece largo tra l’imbottitura cercando di non rimanerci soffocato.
    Se solo avesse saputo che il mizukage se n’era già andato, si sarebbe risparmiato tutto quel trambusto.
    O-ok. Ci sono. Non appena gli diede il via, vide la luce sparire dietro di sé e si ritrovò nel buio più totale, immerso nel cotone e con unico contatto con il “mondo esterno” la voce del suo benefattore. REGGITI!

    ???


    A COSA? Ma non ebbe il tempo di contestare il suo consiglio, che il ragazzo aveva già cominciato a spingerlo con tutta la sua forza, ribaltandolo completamente e cominciando a farlo rotolare sempre più veloce come un insetto stercorario con la propria palla di…bé, forse potevo inventare una metafora migliore, comunque andiamo avanti. Per un paio di minuti non fece altro che girare incessantemente su sé stesso e il fatto di essere completamente immobilizzato non faceva altro che aumentare il suo senso di nausea, nonostante fosse utile contro i sassi che incontrava sulla strada. Sto per vomitare, sto per vomitare… Finalmente, quando era ormai al limite della resistenza, si fermò di colpo, come se il gigantesco peluche avesse urtato un muro o qualcosa del genere. Ryuu vide di nuovo entrare la luce nel suo cupo rifugio e subito dopo una mano lo afferro e lo scaraventò fuori, dove provò a rialzarsi sulle proprie gambe tremolanti, ma senza successo, finendo per vomitare gran parte dei mochi che aveva mangiato poco prima. Rimase un paio di minuti a terra per cercare di riprendersi, quando alla fine si alzò e diede un’occhiata in giro per rendersi conto della situazione. Si trovavano in una delle stradine delle bancarelle in cui era passato qualche ora prima e non sembrava esserci l’ombra del mizukage, quindi nonostante il suo peluche era stato mezzo distrutto non poteva non ammettere che quel ragazzo avesse fatto un buon lavoro. Ah, siamo lontani. Bé, allora grazie. Non ti preoccupare per il pupazzo, non è un problema. Come hai detto che ti chiami? Anche se glielo disse prima di partire, la confusione di quel momento era tale che non ci fece neanche caso, quindi se il suo nuovo amico gli avesse ripetuto il suo nome, si sarebbe affrettato a stringergli la mano, dicendogli sorridendo... Ma pensa un po’, io mi chiamo Ryuu.

    Tutto è bene quel che finisce bene, se non fosse per il panda, a cui nel frattempo, Ryuu, diede una sistemata veloce e gli ricucì grossolanamente lo strappo sulla schiena con del filo di nylon, quel tanto che bastava a trattenere l’imbottitura all’interno. Una volta terminata l’operazione e mentre pensava al da farsi, sentì una voce familiare che lo chiamava. Oh, eccoti qua. Era Izumo, che con fare trionfante si avvicinò a lui, mostrandogli con fierezza il peluche che stringeva tra le mani. Guarda qui che cosa ho? Fico, eh? Mi dispiace ma ho vinto io, non riuscirai mai a superare il mio regalo per Keiko. Non era altro che un gatto panciuto con gli occhi a palla, forse abbastanza tenere da far colpo su una ragazza, ma sicuramente non così grande da potersi definire “insuperabile”, essendo alto non più di mezzo metro. Ryuu non poteva certo stare a sentire certe stupidaggini, dopo quello che aveva passato per vincere uno dei più grandi peluche della bancarella e con aria beffarda gli fece notare il mostruoso panda che era alle sue spalle e che probabilmente Izumo non aveva neanche lontanamente pensato che potesse essere suo. Ma per favore, quella specie di gatto obeso non vale neanche un’unghia del mio premio. Forse non ci hai fatto caso perché sembra un panda vero, per quanto è grande, ma è questo mostro qua dietro, lo vedi? Solo in quell’istante, Izumo alzò gli occhi e si rese conto di quell’enormità alle spalle del suo amico e con gli occhi ancora spalancati gli domandò… Quello?! Ma non è un manichino pubblicitario? Quale manichino?! E’ il mio premio per Keiko, alla faccia tua. E perché è tutto sporco?

    ...


    Già, perché? Si era completamente dimenticato che in effetti quel povero panda era ricoperto di polvere e simili, senza contare il fatto dell’enorme squarcio sulla schiena. Non poteva certamente essere considerato un regalo da fare ad una ragazza, in quelle condizioni, quindi non ci sarebbe stato nessun dubbio che la scommessa l’avrebbe vinta Izumo, mandando all’aria tutti i suoi sforzi. Perciò, facendo appello al suo orgoglio e al suo ingegno (per quanto limitato potesse essere), si inventò la scusa più assurda e banale che gli venne in mente. M-ma, che domanda fai, ma per favore. Non è ovvio, guardalo bene. E’ un…un panda…un panda ninja! Un panda ninja? Si, è tutto sporco perché ha combattuto, no? Quelle sono le ferite. E girando il “panda ninja” sulla schiena, gli mostrò anche l’enorme cucitura che a malapena tratteneva l’enorme quantità di imbottitura che lo componeva. Vedi? Ha anche una cicatrice sulla schiena! Quella balla stratosferica sembrò funzionare e Izumo non potè far altro che impressionarsi e lodare quel peluche fantastico, ammettendo la sua rovinosa sconfitta. Noo, troppo forte. Ma dove l’hai preso? E’ troppo bello, hai vinto tu, non mi interessa, non si può competere con un panda ninja. E anche questa era fatta, non restava che convincere solo la futura ricevente del premio, che si trattasse davvero di una panda speciale e non un normale panda quasi totalmente rovinato. Prima di decidere assieme al suo amico cosa avrebbero fatto in attesa dell’estrazione, passò a presentargli il suo salvatore, essendo stato proprio lui l’artefice della sua ineguagliabile vittoria, oltre che averlo salvato dalla vista del mizukage. Ah, lui è Ryuuto, mi ha aiutato a…a portare il panda, sai, è pesantissimo. Se il sorridente ragazzo avesse avuto voglia di conoscere l’amico di Ryuu, questi gli avrebbe stretto la mano e avrebbero cominciato a parlare amichevolmente. Piacere, Izumo. Di che villaggio sei? Noi siamo di Kiri. In ogni caso, sarebbero finiti per fare progetti su dove sarebbero andati da lì in poi, e se Ryuuto avesse voluto accompagnarli, magari scegliendo lui dove andare, si sarebbero fatti carico del pesante ammasso di stoffa verso la prossima meta, altrimenti si sarebbero salutati pacificamente e le loro strade avrebbero preso cammini diversi. La festa non era ancora finita e c’erano ancora molte cose da vedere e sperimentare, quindi, carichi di entusiasmo, non restava altro da fare che trovare un nuovo intrattenimento per passare il tempo.
     
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    Messo alla strette

    Villaggio Accademico pt. III



    Mentre narrava le vicende che erano accadute nel lontano Paese del Ferro, Deveraux spostava il suo sguardo ogni qualvolta gli occhi del Mizukage incrociavano i suoi.
    Le espressioni facciali di Itai erano chiare, in preda a una rabbia inaudita e motivata egli stava cercando di calmarsi.
    Una strana e spessa linea rossa univa la sua gola con le sue orecchie.

    Senza preavviso, dopo aver ascoltato il Chunin di Oto, il Kage di Kiri liberò la sua rabbia contro una staccionata in legno, mandandola in frantumi con un solo pugno.
    Deveraux sobbalzò.

    Con una mano sul volto, ancora arrabbiato per ciò che le sue orecchia avevano udito, il Mizukage prese finalmente parola.
    Si era bevuto il racconto alla grande, ma chiedeva spiegazioni sul ritardo della sua comunicazione.
    Aveva ragione, Itai probabilmente si stava chiedendo quanto il ragazzo avrebbe atteso per informarlo se quella sera non si fossero incontrati.
    Lo avrebbe pensato anche l'otese se fosse stato al suo posto.

    Abbassò lo sguardo, triste.
    C'era un unico modo per giustificare quel ritardo, ma significava rimangiarsi quanto detto, rischiare di morire e nel caso in cui la magnificenza avesse bluffato, fuggire per tutta la vita da quel pazzo di nome Jeral.
    Cercò di mantenere la calma, ma non ci riuscì, il suo stato di angoscia prevalse facendolo balbettare come un balbuziente.
    Ha-ha ra-ragione Mizukage...ma c'è te.. la lingua si ritirò nell'istante in cui vide la mano di Itai stringere con moderata forza il suo piccolo braccio.
    N-n-non c'è bisogno di usare. sussurrò, o forse pensò, perché l'altro continuò a parlare, informandolo del fatto che quel "Flagello" vantava una taglia emessa dall' Hokage in persona.

    CITAZIONE
    Sono sicuro che a breve sarà qui.

    Quando vide il suo sorriso, Deveraux capì che Itai non stava mentendo, un secondo Kage li avrebbe raggiunti da lì a poco.
    La sua angoscia non crebbe, anzi, tutt'altro.
    Se avesse parlato prima dell'arrivo dell'Hokage e l'arte segreta della magnificenza fosse intervenuta per fermarlo, con i due Kage forse avrebbe ricevuto delle cure tempestive e speciali.
    Doveva dire la verità.

    Questo Kage non sarà mai come Itai, ho informazioni anche su Hayate, non ci andrà leggero

    png
    Giocare quella carta non era facile per nessuno, sopratutto per un ragazzo ambizioso come Deveraux. Ricordava con precisione le parole della magnificenza, seduta di fronte al Flagello nella Taverna del Serpente Bianco.
    Per un attimo il Mizukage avrebbe potuto notare delle lacrime iniziare a riempire gli occhi del Chunin. Scosse violentemente il capo.
    Sono uno Yotsuki per diamine.

    Aveva troppe aspirazioni per rischiare di morire quel giorno.
    Fece due profondi respiri. Sudava freddo.

    E faccio questo per Kiri, per Kiri...

    Alzò gli occhi al cielo. Aveva l'espressione di un condannato a morte.

    Ho visto uomini deceduti con i loro corpi putrefatti muoversi come fulmini, un ragazzo ritornare dopo un ora di assenza completamente cambiato, come uno zombie...senza anima. Singhiozzò, pensando a Chouno.
    Era morto per colpa sua.
    Sono stato minacciato con una strana arte in possesso dalla Magnificenza di Hayate...nel caso rivelassi.... la verità. Sarebbe stato Itai a vederlo morire, o peggio trasformarsi in un uomo senza anima?
    E' per questo che ho ritardato un mese...ho avuto paura...e avrei preso tempo anche se queste informazioni avrebbero riguardato Oto ma ora ... parlerò ... potrebbe essere un bluff lo so, ma chi rischierebbe? O almeno...non io, nel caso vada male, spero almeno di essere ricordato come l'unico otese a credere un po' nell'alleanza accademica visto il grande numero di otesi accorsi qui. Fece altri tre profondi respiri.
    Al terzo sputò fuori la verità, pesante come un macigno.
    Jeral deve prelevare il cuore di Shiltar Kaguya dall'amministrazione di Kiri! Rivelò a voce alta, senza balbettare.
    Oddio... Spalancò le palpebre. Si era lanciato.
    ...mi sento ancora bene...
    Trascorsero alcuni secondi.
    Tutto okay...
    non dirmi che...
    MALEDETTA ORGANIZZAZIONE!

    Esplose di felicità, saltellando sul posto come una bambina di cinque anni ma i festeggiamenti durarono ben poco.
    Ritornò subito serio, aveva altro da rivelare e nessuno ora avrebbe potuto fermarlo.

    Non attaccherà oggi, perché sulla carta anche io dovrei partecipare a questa missione. Quando mi sono unito al Flagello per non essere ucciso e mi sono trovato in stretto contatto con l'organizzazione di Hayate...sono andato in fondo alla storia, di certo non potevo tirarmi indietro in quel momento, ma invece eccomi qui.
    Non avrei mai marciato contro il vostro villaggio. Stiamo scherzando?
    Piegò il capo verso destra per scrocchiarsi il collo.
    Il Flagello non è a Kiri, non è così pazzo da sfidare un vero villaggio ninja. Con la storia di prima avrei alzato la guardia in tutto il Paese e allo stesso tempo mi sarei salvato ...da quello che si è rivelato un bluff...è andata bene, che scemo che sono! Abbassò nuovamente lo sguardo.

    Mi scusi se le ho mentito. Spero possiate capirmi...io l'ho visto con i miei occhi. Le sue scuse erano sincere.

    png



    [...]



    Alcuni secondi dopo aver chiesto perdono, due uomini in avvicinamento catturarono la sua attenzione.
    Una copia del Mizukage si stava dirigendo verso di loro insieme a un altro individuo, grande quanto Ashiro, ma a impressionarlo non era la sua corporatura, quanto invece l'enorme quantità di chakra che si portava dietro.

    Ora che aveva spifferato tutto ad Itai e aveva appurato il bluff della Magnificenza, Deveraux era abbastanza tranquillo.
    Avrebbe raccontato la verità anche all' Hokage, ma a un piccolo prezzo. Nessuno aveva minacciato Konoha.

    I suoi piccoli occhi verdi riuscirono a tener testa a quelli della montagna di muscoli, fino a quando egli non prese parola.
    Il suo sguardo minaccioso era diventato.. famelico.
    Un Jinchuuriki?
    Se quell'uomo possedeva un demone dentro di sè, allora anche Itai ne aveva uno all'interno, solo così si poteva giustificare l'immensa quantità di chakra posseduta dal Mizukage e la sua trasformazione in quel di Suna.

    CITAZIONE
    Canta.
    E spera sia melodia gradita, non apprezzo gli strumenti scordati.

    Decise di andare subito al sodo.
    Si fa chiamare Flagello. E' un tipo alto, capelli scuri, occhi viola, ottima padronanza dei ninjutsu, sopratutto dei Raiton. Possiede una strana abilità, con la quale riesce a corrodere l'ambiente. E' un tipo superbo, schiaccia chiunque gli si pari davanti. Stiamo parlando della stessa persona? Senza dar modo all'Hokage di rispondere, egli continuò.
    Nel Paese del Ferro, ho assistito ad un suo massacro. Per non morire quel giorno, per mano sua, ho accettato di aiutarlo nella ricerca di Hayate. Sò cosa ha fatto a Konoha quell'organizzazione, ho deciso di seguirlo per raccogliere più informazioni possibili su di loro e sul Flagello..per Oto e ora per lei. Il suo collo scrocchiò nuovamente.

    il Flagello attaccherà Kiri, rubare un cuore nel palazzo dell'amministrazione di Kiri in una stanza nota a Shiltar...si, Shiltar aveva detto... gli permetterà di entrare nell'organizzazione di Hayate come una delle sue virtù.
    La struttura dell'organizzazione è abbastanza particolare.
    Ho ricevuto anche io un offerta da loro, dopo aver sconfitto una evocazione della Magnificenza di Hayate, ma ho rifiutato, sarebbe stato troppo pericoloso, anzi..desidero distruggerla per vendicare un ragazzo.
    Strinse con forza il pugno destro. Doveva vendicare Chouno.
    Il Flagello non attaccherà oggi, ma un domani lo farà, ne sono sicuro, lui è convinto che nessuno possa fermarlo, nemmeno un Kage. Sulla carta dovrei esserci anche io al suo fianco, ma...
    Guardò per un istante Itai.
    ho ovviamente informato il Mizukage del pericolo. Sono un alleato.

    Incrociò lo sguardo minaccioso dell'Hokage.

    Per quanto riguarda il Flagello..questo è tutto. Sull'organizzazione di Hayate ho altre informazioni, acquisite sul campo e rischiando grosso, tra cui la posizione del loro covo...ma Si sistemò il vestito.
    Anche io sto cercando un uomo, avvistato l'ultima volta nel vostro villaggio. Ha ucciso mio padre e pretendo giustizia, quella vera.
    Vi chiederò da vostro alleato solo la più completa sincerità, in cambio delle informazioni e del mio supporto per distruggere l'organizzazione di Hayate.
    Si stava rivolgendo al solo Hokage.

    Accetta? La sua domanda avrebbe sconvolto i presenti.


    Edited by Roronoa™ - 1/9/2015, 00:03
     
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    La Festa della Fondazione

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    Donne e giovinetti amanti,
    viva l'Accademia e viva l'Amore!
    Ciascun giochi, balli e canti!
    Arda di dolcezza il core!
    Non fatica, non dolore!
    Quant’è bello Akira sulle sue muretta,
    da cui fugge tuttavia!
    chi vuol esser ardito, sia:
    nella guardia non vi si diletta.


    Eccomi qui.
    Non dovrei esserci, eppure ci sono.
    Quella era una festa con la F maiuscola, come potevo mancare? Come avrebbero potuto divertirsi senza di me?
    Come sempre avevo pensato, sulle mura ero sprecato. Turni e turni di guardia ad aspettare il... Nulla. Non succedeva mai niente sulle mura, e questo mi faceva impazzire di noi.
    Per fortuna c'aveva pensato l'Accademia a darmi una buona scusa per il mio assenteismo ingiustificato.
    La gran Festa della Fondazione, trentacinquesimo anniversario. Un gran bordello di gente. Un bel modo per fare un pò di chiasso indisturbato.
    Arrivai la sera sul tardi sul luogo della cerimonia, e mi fu subito dato un biglietto per l'estrazione finale. Guardai per qualche secondo il cartellone all'entrata, gustando uno spiedino con del pesce fritto comprato in una delle tante bancarelle sulla strada. ~ Magari vinco una bella sommetta di ryo... Non sia mai che per una volta sia il mio giorno fortunato... Il bastone lo userei al massimo per fare qualche scherzo ad Hachi e gli altri... Non saprei proprio che farmene, al massimo ci ricavo qualcosa rivendendolo... ~ Pensai ai miei vecchi amici orfanelli di Kiri, che purtroppo non avevo potuto portare con me questa volta. Il viaggio era lungo e loro erano troppi. I gettoni per giocare, solo 1000, anch'essi troppo pochi per dividerli con una ciurma di ragazzini scapestrati.

    Mi stupii da solo per come mi ero presentato all'appuntamento. Le mie abituali vesti sportive avevano lasciato spazio ad un lato di me che mi era completamente sconosciuto. Indossavo per l'occasione un kimono celebrativo del clan Hozuki, di seta molto pregiata, almeno per quello che ne potevo capire io di tessuti, che mi aveva regalato Ryo ma che non aveva mai utilizzato o provato. Parte superiore era di un blu intenso, decorato con lembi e rifiniture color argento lunare; sulla schiena, dello stesso color dei dettagli, il simbolo degli Hozuki era ben visibile a tutti. La parte inferiore, invece, presentava un colore che andava a sfumare dalla tonalità dello stesso blu della parte superiore al bianco neve.

    Mi addentrai verso il centro della festa e dell'Accademia stessa. Le strade erano ricolme di gente, tra cui moltissimi ninja di tutti e quattro i villaggi. Luci e musica riempivano l'aria, creando una sensazionale e piacevolissima sensazione di festa. Di sicuro era stata proprio una bella idea quella dei reduci che avevo immaginato come degli allegri vecchietti con indosso un cappellino commemorativo della grande guerra ninja che passavano il tempo a bere sake e ripetere in continuazione "ai miei tempi...!".

    In ben poco tempo incominciai a scorgere figure che conoscevo. Alcune troppo bene.
    « Oh cazzarola... » Ero a circa cento metri di distanza, ma quella bionda chioma l'avrei riconosciuta anche ad un chilometro. Cambiai frettolosamente direzione, evidentemente preoccupato. « Il Capo... » Itai Nara, vestito con un elegante kimono bianco recante l'effige del Mizukage e il caratteristico haori color blu. ~ Se mi vede qui e scopre che non ho lasciato detto a nessuno della mia scappatella si incazza come una belva... Meglio evitarlo. ~ Speranzoso e confortato dalla presenza di tutti quei ninja, sperai soltanto che non mi avesse visto ne riconosciuto in lontananza, ben conscio che se avesse voluto trovarmi veramente, probabilmente, c'avrebbe impiegato poco più di qualche secondo. La mia speranza fu rinfrancata dal fatto che si allontanò da quella piazza in compagnia di Deveraux, il ninja di Oto con cui avevo partecipato alla battaglia contro i Kijin a Suna. Meglio così. ~ Speravo di avvistare Yogan... Probabilmente ha pensato che un drago rosso lungo quaranta metri non sia un mezzo di locomozione adatto ad una festa pubblica... ~ Pensai, del tutto inconsapevole che in verità Yogan potesse trasformarsi in una dolcissima bambina dai capelli color del fuoco.

    I ninja a me noti però non mancavano. Sempre tra le mie vecchie conoscenze a Suna, spuntò dalla folla Near Nara. La nostra collaborazione era stata alquanto infruttuosa, soprattutto per alcuni suoi modi di fare eccessivamente prudenti o lascivi, ma non era un ragazzo antipatico dopotutto. Eravamo semplicemente incompatibili operativamente parlando. Alzai il braccio destro a modo di saluto. « Ehi, Nara! Tutto bene? » Esclamai, mentre continuai a camminare tra le bancarelle. Se avesse voluto parlare, mi sarei fermato.

    L'entrata più spettacolare fu, però, quella di un'intera famiglia: i Kobayashi.
    Adesso capivo da dove era uscita Shizuka. In mezzo a tanto sfarzo e magnificenza era cresciuta la Principessa di Konoha. Una gran folla li seguiva e li guardava estasiati. Chiedendo velocemente in giro a qualche passante, che si meravigliò della mia ignoranza venni a sapere di come la famiglia della kunoichi della Foglia fosse una delle più ricche di tutta la Terra del Fuoco, e comunque una delle più importanti produttrici di tessuti a livello continentale. ~ Pensa te... ~ Se l'avessi vista libera, mi sarei avvicinato quanto più potevo con un grosso sorriso sornione in volto. « Me l'avresti dovuto dire che eri così ricca! Ti avrei fatto un inchino la prima volta che ci siamo conosciuti! » Scherzai prima di salutarla.

    Continuai a camminare per le strade dell'Accademia, finché non notai un bel numero di persone tutt'attorno ad un omone grande e grosso dietro ad un bancone in una delle piazze principali. La Scalata, era questo il nome del gioco. Era abbastanza semplice, si trattava solamente di lanciare i dadi e sperare che la fortuna assistesse il tiro. Il primo a provare fu un certo ninja della sabbia, un certo Kurogane. Osservai le sue prime due vincite e la successiva sconfitta al terzo lancio.
    Il turno successivo vide andare in scena un intenso scambio di lanci tra l'omone e una bella ragazza dai capelli neri alta come me.
    Al termine dei lanci, la ragazza aveva vinto proprio una bella somma. « Ehi, che fortunata che sei dolcezza! Vinci ai dadi come se nulla fosse! Probabilmente sarà la mia vicinanza... » Esclamai, con la voce carica di tutto lo charme che possedevo. O che credevo di possedere. « Sei proprio baciata dagli Dei oggi... Magari in fine serata anche da qualcuno di migliore di loro... » Ogni riferimento a cose e persone era del tutto involontario. « Piacere di conoscerti, Akira Hozuki. » Dissi, ammiccando alla ragazza.

    Anche se ben poco avvezzo alle strategie di lungo periodo, notai subito l'eccessiva difficoltà di vincere una volta arrivati alla terza fase. Certo, da quel momento in poi si rischiava di vincere veramente un sacco di gettoni, ma anche di perdere tutto.
    Il rischio era, comunque, il mio mestiere.
    « Ehi, ciccio! Fammi provare a me adesso! Sembra divertente! » Mi rivolsi sempre allo stesso uomo che aveva fatto la parte del banco con il Kurogane e la ragazza. « Benissimo amici! Un nuovo concorrente! Siete pronti per la SCALATA?! » Il pubblico incominciò a gemere mentre prendevo posto davanti al banco. « Avanti, forza! Un dado a sei facce contro un dado a sei facce, giusto?! » L'uomo allargò le braccia in aria. « Ben detto ragazzo! Sei tu il primo a lanciare! Punta quanti gettoni vuoi! » Presi cento dei mille gettoni, lanciandoli sul bancone, quindi uno dei due dadi. « Avanti! » Tirai il dado, seguito immediatamente dal dado del banco.

    Il cubo rotolò sul banco finché non mostro al pubblico la faccia vincente: 5 contro 4!
    Con il braccio destro rimarcai la mia vittoria con un gesto liberatorio.
    « Avete visto?! Il ragazzo ha vinto 100 gettoni! Allora, cosa hai intenzione di fare? Prosegui?! » Presi immediatamente il dado a venti facce. « E lo chiedi anche?! » L'uomo alzò ancora le mani al cielo! « Proseguiamo allora! Venti facce contro due dadi da 24 facce! Possibile vincita... altri 200 gettoni! »
    Il poliedro ruoto vorticosamente finché il risultato non fu visibile: 12 contro 16, avevo perso.
    « Dannazione! Adesso ho 900 gettoni, ricomincio! » Non attesi neanche il consenso del banco, che lanciai altri cento gettoni. « Così mi piaci ragazzo! Avanti contro la sfortuna! »

    Niente da fare. 2 contro 2, avevo perso di nuovo.
    « Va bene allora! Raddoppiamo, 200 gettoni! La fortuna dovrà girare prima o poi! »
    Nuovamente il dado a sei facce rotolò sul bancone: 6! 6 contro 2! Mi ero riportato a quota 1000 gettoni. « E vaiii! » Esultai con le braccia al cielo. « Ottimo! Ed ora... » Presi i gettoni dal banco. « Ed ora niente, mi fermo e ricomincio con 100 gettoni. » Sentenziai. L'omone era leggermente sconsolato anche se provò a non darlo a vedere. « Certo, puoi farlo liberamente. Altri 100 gettoni allora! »

    Ricominciai dalla prima fase come avevo terminato: gran vittoria! 6 contro 4! Mi riportavo a quota 1100 gettoni. « Adesso avanti! » Ero al punto in cui avevo perso.
    La fortuna, però, incominciava a girare.
    « E SI VOLAAAAAAA! » Fui preso dall'entusiasmo vedendo il risultato della seconda fase: 20! Avevo distrutto il banco! Ora ero a quota 1400 gettoni, ero molto vicino al secondo biglietto. « Benissimo signori! Tenterai con il terzo lancio adesso? » Scossi la testa, prendendomi il malloppo dal centro del tavolo e lasciando solo 150 gettoni. « Ricominciamo. Di nuovo! Forza signori, un pò di tifo! » Stimolai la folla, che incominciò a battere le mani ed urlare, ormai entusiasta di quella lunga battaglia!

    Ero di nuovo al primo lancio. Chiusi il dado nel pugno, quindi gli occhi, e lanciai il cubo.
    Quando aprii gli occhi capii il risultato dall'esplodere delle urla dalla folla: di nuovo 6 contro 2! Avevo raggiunto quota 1550 gettoni!
    Balzai sul bancone, fronte alla gente e spalle al giocatore, mostrando i muscoli delle braccia come se fossi un bodybuilder. « Ragazzo, forza scendi giù! » Le mie vittorie incominciavano a infastidire l'omone, forse non abituato a perdere così spesso, soprattutto dopo un difficile inizio per me. Ristabilii l'ordine, chiamando al silenzio il pubblico, quindi ripresi la mia posizione. Presi tutti i gettoni dal banco. « Allora, gente! Che faccio? Rigioco?! » La riposta era scontata. « Benissimo, allora vediamo di non fare l'avaro! 40 gettoni, dall'inizio! » Il banco prese i soldi, quasi infastidito dalla minuscola giocata. « Brava gente, un ragazzo oculato! Forze sa quando è ora di smettere! » Presi il dado con la mano destra. « GO DADO, GO! » Feci finta di non sentirlo, lanciando il dado sul tavolo.

    Il risultato era già scritto: 5 a 3 per me! Altri 40 gettoni da aggiungere alla mia collezione. Ora ero a quota 1590. « Di nuovo! » Presi il dado a venti facce, ormai ero entrato in trance agonistica.

    Incredibilmente, vinsi ancora! 16 contro un misero 10! Esultai ancora con il corpo, questa volta però in silenzio. Lascia parlare la folla!
    « Immagino sia abbastanza per te... Quindi ricominc... » Interruppi immediatamente la frase. « Avanti, hai detto bene! Ho 1670 gettoni, ne gioco di nuovo 120! » Per l'ennesima volta, presi il dado a 6 facce.

    E per l'ennesima volta, vinsi. 5 contro 3! Non mi sarei fermato. « Avanti! »
    Ormai sentivo solo il rumore del dado e nient'altro.

    Seconda fase.

    La realtà mi arrivò dritta in faccia come un macigno. Un 9 contro un 21. Niente da fare. Impossibile da battere.
    La folla, dispiaciuta per la sconfitta del proprio idolo, tornò al silenzio e ai mugugni. Non l'omone però, evidentemente rinfrancato dal gran tiro! « Ahahah! Ecco qui! Il banco vince! Allora, rigiochiamo? » La mano stava già andando a mettere mano alla sacca con i gettoni, ma una vocina dentro la mia testa mi fermò improvvisamente. « Mi dispiace gente! Forse più tardi! Per adesso, ho dato! Grazie per il tifo! » Esclamai ad alta voce, mentre mi allontanavo con il bottino.

    1730 gettoni. Un biglietto e altri 230 gettoni per combattere nuovamente contro la fortuna. Non male per qualche lancio di dado.
    Il secondo biglietto mi stava aspettando al'ingresso.



    OT/ EDIT:
    Mi sono accorto che avevo fatto male i conti giocando. In verità sono a +730 gettoni, come risulta da qui. Ho modificato solo l'ultima frase, il senso del post non varia comunque. /OT


    Edited by H¡dan - 26/8/2015, 16:56
     
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  15. -Meika
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    La Festa della Fondazione

    Meika delle cento giocate




    Scommettiamo che entro cento giocate vinco una bella somma ai dadi? Dissi a mio padre, fissando il banco dei dadi. Lui, invece, sembrava piuttosto attratto da quello della scalata, dove la gente sembrava infiammarsi a causa delle grosse vincite o delle grosse perdite.
    Ma non so, Meika. Non sembra redditizio. Obiettò lui, con una strana luce negli occhi. Era evidente che volesse andare a giocare alla Scalata e se voleva sperperare così i suoi gettoni era libero di farlo. Io dalla mia, avevo una certa scelta razionale a consigliarmi quel gioco piuttosto che un altro.
    Solo se hai fortuna. Ma non credo nella fortuna, papà, lo sai bene. Sempre la solita cinica. Sono dadi che rotolano. È il caso. Nel gioco dei dadi hai le stesse possibilità di vincere o perdere, ma se pareggi non perdi o vinci, nella scalata non è così. È più redditizia, ma molto più rischiosa. Ed io, non voglio perdere. Una strana luce infiammò i miei occhi, quasi di sfida. Il motivo era presto detto.

    La decisione di presentarsi a quella festa era stata improvvisa. Mio padre non era certo di volerci andare, io abbastanza sicura di non farlo. Alle fine però, solo per trascinare quell'uomo fuori di casa, decisi di costringerlo ad andare presentandolo come un impellente desiderio personale: qualche occhione triste e la classica frase "ma voglio tanto andarci col mio papà" riuscirono ad ammorbidire quell'orso di genitore che avevo.
    Per l'occasione mi vestii in maniera impeccabile, femminile, qualcosa che non si vedeva mai: un kimono viola scuro con un delicato motivo floreale ed alla vita un hobi nero. I miei capelli erano acconciati in maniera impeccabile ed a tenerli fermi uno splendido fermaglio con un fiore scuro. Era un regalo di mia madre. Meika voleva dire "Fiore Oscuro" ed era dovuto alla mia doppia discendenza: l'oscurità degli Akuma (Mei) che incontra il fiore dei terumi (Ka). Ci tenevo moltissimo a quel fermaglio, e non lo indossavo mai.
    Una volta sbrigata la fila ed ottenuti gettoni e biglietto per l'estrazione, iniziai a guardarmi attorno, osservando le bancarelle allegra quasi come una bambina, trascinando mio padre qui e lì. Poi, giunti in piazza, proprio mentre i poderosi tamburi iniziavano a suonare, trovammo i giochi d'azzardo per vincere altri gettoni.
    Mi ero avvicinata a quello della scalata, dove una ragazza aveva appena sbancato e poi uno che non doveva essere lì si sedette. Akira. Sarebbe dovuto restare di guardia alle mura! Sospirai, ma ero infondo divertita. Akira era fedele al villaggi, ma su quelle mura si sentiva come un animale in gabbia.
    Decisi di restare semplicemente ad osservare (mordendomi la guancia e guardando male la ragazza alla quale Akira ammiccò - era diventata gelosa senza nemmeno accorgersene -) e vidi che vinse, ricevendo l'acclamazione del pubblico. In quel momento decisi che avrei dovuto far meglio di lui.

    Così mi allontanai prima che potesse vedermi e da lì riprende la storia.

    Mi sedetti al banco dei dadi quando fu libero con estrema delicatezza ed afferrai il cesto di vimini. Allora ragazza, sei pronta? Quanto punti?
    Presi cinquanta gettoni e li posai sul tavolo. Oh, prudente.
    Si prepari, perché potrebbe andare per le lunghe. Dissi con un sorriso angelico.

    La mia strategia l'affinai dopo le prime giocate e qualche fortunoso tris che lasciarono interdetto il banco. Puntavo cinquanta gettoni, e se vincevo ne puntavo altri cinquanta, finché non vincevo centocinquanta gettoni. Da li ne puntavo cento, e solo s ene avessi vinti trecento ne avrei puntati duecento.
    Alla prima perdita, avrei giocato nuovamente cinquanta gettoni.
    L'uomo dei dadi era esausto. Sia perché giocavo, giocavo e giocavo sia perché nel complesso vincevo. Giocai molte volte, e molte volte parve che stessi iniziando a perdere per poi vincere. E giocai moltissimo, tant'è anche una piccola folla si formò attorno a me.
    Io e l'uomo ci fissavamo sottecchi. Avevo un sorriso quasi angelico sul viso mentre lanciavo per la centesima volta circa di dadi.
    Altri cinquanta gettoni vinti.
    Con questi fanno.. 830, giusto? l'uomo sembrava quasi disperato.
    ... S... ti fermi? Puoi provare la scalata se vuoi.
    Oh non ancora, la gente si sta godendo lo spettacolo vedo. Aggiunsi, sperando che sì, Akira fosse stato attratto da quella che era diventata "La Ragazza delle Cento Giocate".

    Se non altro per vedere la sua faccia quando avrebbe visto quel gruzzolo.

    http://narutolegendapp2.altervista.org/rol...cate/recap.html
    L'ultima giocata di questa serie è questa: http://narutolegendapp2.altervista.org/rol...MeikaAkuma.html

    Qui per vedere le giocate fatte fin ora. Non è ancora finita :guru:


     
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