La Festa della Fondazione

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  1. Roronoa™
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    Il Bastone di Sun Wukong

    Villaggio dell'Accademia pt. VII




    Nessuno dei due Kage si oppose alla sua richiesta.
    Prima di mettersi seduto a terra, anticipando le indicazioni di Shizuka Kobayashi, Raizen prese parola, chiedendo al giovane ragazzo di non provare rancore nei suoi confronti.
    Deveraux ascoltò, annuendo.
    Forse per la prima volta da quando era lì, Raizen aveva parlato da semplice uomo, e non da Kage.
    L'otese lo apprezzò.
    Fece tesoro del suo consiglio.

    L'Hokage si fece di lato.
    Ora toccava alla Kobayashi, alla donna che aveva seguito l'ordine del Kage e aveva provato a sottrargli i ricordi.
    Le sue abilità erano eccelse e particolari, ma non erano così potenti come voleva far credere al Chunin del Suono.
    Itai stesso aveva rivelato al piccolo Deveraux della sua possibilità di controbattere al jutsu mentale della donna.

    Altro che distruzione della mente.

    CITAZIONE
    Sappi che adesso ti farò svenire.Il ricordo che sto andando a togliere è troppo fresco, troppo recente. Svegliarti senza più avere qualcosa di simile dentro di te potrebbe essere un trauma ben peggiore di quello che ti avrebbe aspettato se non avessi preso la decisione più giusta, tornando qui, ora.

    A quelle parole, Deveraux sorrise. Non c'era niente che lo divertisse, anzi.
    Si voltò verso Itai, scuotendo la testa.

    C'era qualcosa che non andava.
    La motivazione fornita dalla Kobayashi per giustificare la sua necessità di operare su un soggetto privo di sensi non reggeva.

    Ora ti servo svenuto? Le mie difese mentali si abbasseranno in quello stato. Qualche minuto fa non era necessario tutto ciò. quando tu stavi per cancellare i miei ricordi. Si limitò a pensare.
    Sospirò, rassegnato
    ma sei tu l'esperta e mi fido
    In realtà si fidava completamente solo del Mizukage.
    Lui avrebbe sorvegliato l'operato della donna, intervenendo in sua difesa se necessario.

    Va bhè... procediamo. E tranquilla, è dal grado Genin che non temo più il dolore. Shizuka non poteva saperlo, ma sotto al kimono bianco di Deveraux vi era un corpo ricoperto da numerose cicatrici, ognuna di diversa larghezza e profondità.
    Si mise seduto, con le braccia raccolte davanti al busto.

    Alla prossima.
    Ah... per le informazioni su quel Godsan...ci rivedremo sicuramente.
    Il patto non era stato onorato.

    [...]



    Aprì gli occhi.
    Si ritrovò disteso a terra, sopra un morbido manto erboso, con la punta del naso in direzione del cielo.
    jpg
    Cosa era accaduto?




    Si mise seduto, non senza difficoltà, e fu in quel momento che vide davanti a sè Itai, il Mizukage di Kiri a cui aveva deciso di raccontare la sua esperienza nel Paese del Ferro.
    Affondò le piccole mani all'interno della folta chioma bianca, con il capo rivolto verso il basso.

    Imbarazzato, il kiriano raccontò al Chunin cosa era accaduto.

    Yogan può trasformarsi in una ragazzina? Domandò, incredulo.

    Quella dragonessa enorme vista a Suna? Si guardò intorno, due o tre volte, alla ricerca della fanciulla.
    Poi capì e sorrise.


    La ragazzina dai capelli rossi. Cercò di alzarsi, analizzando le macchie rosse sul suo kimono.

    Rossi come il fuoco.
    Si toccò la fronte. Qualcuno dall'interno stava colpendo la sua scatola cranica con un martello.


    Devo riprendere gli allenamenti.
    Stavo meglio ieri, certamente. La perdoniamo senza problemi.

    Disse, toccandosi proprio in quel momento il collo.
    Percepì con le mani la presenza di due grosse cicatrici.


    Non è andata per il sottile.

    [...]



    Quando finalmente l'Hokage giunse, Deveraux rimase in silenzio.
    Tutto si sarebbe ripetuto alla perfezione, il Chunin avrebbe scelto le stesse parole per raccontare quanto si era consumato nel paese del ferro.

    [...]



    Itai era un uomo buono, gentile e comprensivo.
    Quando lo vide ritornare con un bicchiere d'acqua, per aiutarlo a riprendersi, Deveraux si sciolse completamente.
    Il dolore alla testa non era ancora cessato.
    Lo ringraziò più volte.
    Si sto bene, grazie, grazie ancora.

    La musica cessò.
    Dagli altoparlant installati a ogni angolo della festa , una voce squillante prese parola.

    Ah si..l'estrazione! Aveva ancora con sè il suo biglietto.
    Lo prese tra le mani.

    Non so nemmeno i premi.


    CITAZIONE
    Ayame Shinretsu! Ehi è mia moglie! Ha vinto!
    Itai Nara! ... Anche io ho vinto! Ahaha...

    Si voltò verso il Mizukage con un espressione alquanto.... schifata.

    Complimentissimiii! Applaudì, ridendo.

    Ma tu guarda questo, la sua dragonessa mi picchia, lui vince un premio e sua moglie anche.

    CITAZIONE
    Deveroux Yotsuki! Oh diavolo! Hai vinto. Mh... mantieniti forte, ti porto a prendere il premio!

    Udì il suo nome.
    Aveva vinto il primo premio?
    Il Bastone di Sun Wukong???
    Stava sognando. In quindici anni di vita non aveva mai vinto nulla, neanche la stupida lotteria annuale che organizzavano quelli del suo clan.

    Esultò, urlando di gioia e abbracciando Itai, che senza perdere tempo balzò a una velocità pazzesca in direzione del palco.
    Non si domandò come facesse a saltare così in alto.
    Strillava e rideva...felice, stringendo con forza il braccio di Itai per evitare di cadere a terra.
    Le cicatrici sul suo collo e Jeral erano solo un triste e lontano ricordo.

    Non stava più nella pelle.

    Atterrarono vicino al presentatore, davanti all'intera folla che si era radunata lì per assistere in diretta all'estrazione.
    Saltellava sul posto, con le mani unite davanti al viso.

    Il Bastone di Sun Wukong è mio! Ripeteva dentro di sè. Lo avevano definito come un arma leggendaria...e ora era sua, completamente sua e al servizio di Oto.

    CITAZIONE
    h... Ed ecco a voi Deveroux! Portate il bastone!

    La signorina percorse solo pochi metri.
    Il Chunin di Oto la raggiunse di corsa in un batter d'occhio, con la stessa foga di un orso alla vista del miele.

    Grazie mille signorina. Grazie. Con gli occhi colmi di gioia, afferrò il bastone, precisamente la sua custodia, in legno chiaro.

    Al momento dell'applauso generale, con qualche buu udibile in lontananza, Deveraux alzò il premio cosicchè tutti potessero ammirare ciò che era diventato suo, grazie ad un semplice biglietto e un po' di fortuna.

     
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    Festa finita







    Recita perfetta, nessuna sbavatura.
    Deveroux stava per accomiatarsi quando Raizen lo trattenne per una spalla.

    Non… ti interessava Godsan?
    Ma ne parleremo poi.
    Una volta finita questa mezza pagliacciata mi trovi all’ingresso.


    Si accomiatò dai due con un gesto della mano e si diresse verso l’uscita.
    Non avrebbe nemmeno ascoltato la premiazione, se le canzoni sul suo conto erano poche ancor meno lo erano quelle a riguardo della sua fortuna e decisamente superiori quelle che riguardavano la sfortuna.
    Camminò lentamente, mentre il banditore iniziava ad urlare i nomi dei vincitori.

    Che poi io le feste le odio!
    Guarda quanti marmocchi del cazzo!
    Questa storia dell’Hokage buono che deve sorridere sempre mi ha rotto le palle!
    Io voglio fare il mio lavoro! Il mio lavoro!


    Avrebbe continuato a borbottare fino a trovare un posto a sedere, la visibilità non lo preoccupava, chiunque l’avrebbe visto e Deveroux, a meno di perdere gli occhi, non avrebbe fatto differenza.
     
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    Una degna conclusione

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    Dopo aver raccolto le vincite di Asuma i due Kurogane si sarebbero diretti all'estrazione ma, purtroppo, non vinsero nessun premio.

    Che sfiga eh?

    Già... di tutti i Kurogane qua oggi non ha vinto niente nessuno. Che fortuna che abbiamo eh...

    Quell'avido bastardo si mangerà le mani

    Già, già.

    Chi sarebbe l'avido bastardo?

    Una figura femminile seduta su un gigantesco trono d'oro interruppe il discorso dei due cugini.

    Ah niente Miyako-chan... i soliti discorsi tra uomini.

    Incredibile, per una volta che riusciamo a fare qualcosa senza la palla d'oro al piede... eccola qua!

    Ehi!

    Non te la prendere Miyako-chan... è che Asuma è venuto qui con la speranza di rimorchiare qualche ragazza e...

    E di fronte alla mia augusta e reale presenza nessuna donna potrebbe competere, ovviamente.

    Già... è proprio quello che intendevo

    Ah, vi capisco. Certe volte persino io non riesco a sopportarmi!

    Chissà perché... ma non faccio nessuna fatica a crederlo.

    Comunque ora la festa è finita! Che ne direste di andare a mangiare qualcosa? Eh? Eh?

    Io direi di andare in quel ristorante di Sushi...

    Io passo. Voi magnetici andate pure ad ingozzarvi di pesce, io vedo se riesco a salvare la serata trovando qualcuna con cui divertirmi un po'...

    E tu mi lasceresti da sola con questo noto dongiovanni di nome Shinichi Kurogane?

    L'unica ragazza con cui ha parlato oggi non l'ha cagato di striscio quando è arrivato il suo amichetto del cuore. Dongiovanni da strapazzo, te lo dico io!

    Vorrà dire che stasera ti avrò tutto per me, eh eh.

    Non ho intenzione di alloggiare qui, quindi dovrai trovare qualcun'altro con cui passare la notte.

    Idiota! Shinichi-baka! Non intendevo assolutamente quello!

    Miyako arrossì imbarazzata dall'allusione che fece il cugino.

    Ah ah ah. Avresti dovuto vedere la tua faccia Miyako!

    Un giorno la smetterò di perdonarti dei tuoi scherzi di cattivo gusto, e vedremo chi sarà l'ultimo a ridere sbottò la principessina offesa.

    Spero solo di non trovare un altro stramboide al ristorante stasera.

    Stramboide?

    Si, siamo andati prima a giocare no? E alla scalata c'era questo panzone pelato che continuava ad urlare: parlava di milioni, aizzava la folla... Poi al gioco delle tre carte c'era questo simpatico vecchietto che soffriva di demenza senile, continuava ad urlare "ALLEGRIA! ALLEGRIA!". Tra l'altro Asuma l'ha spennato che continuava a dire qual'era la carta giusta! Ah ah ah.

    Asuma che riesce a vincere qualcosa... strano.

    E poi infine siamo andati a giocare a dadi e c'era questo tizio fissato con le scosse elettriche e che era talmente abbronzato che sembrava quasi di Kumo da quanto era nero!

    Ahahaah, quello si che mi sarebbe piaciuto vederlo!

    Erano ormai giunti di fronte all'entrata del ristorante e Shinichi, da bravo gentiluomo, aprì la porta alla sua "accompagnatrice", facendo anche un inchino. Fortunatamente la porta era sufficientemente grande per far passare il trono della giovane Kurogane.

    Vennero accolti quindi da un simpatico signore...

    Benvenuti in mio ristorante!

    Benvenuti in cucina di NinjaChef!



    masterchef-joe-bastianich




    Qualcosa diceva a Shinichi che le disavventure di quella giornata erano appena cominciate...

     
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  4. Roronoa™
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    Villaggio dell'Accademia pt.VIII




    L'Hokage era l'antitesi del Mizukage, sia per il carattere sia per la corporatura.
    Guardandolo meglio, il Colosso di Konoha non sembrava avere i tratti caratteristici dei ninja del villaggio di cui era a comando.
    Che anche lui fosse originario di altre terre?
    Simili a quelli di Deveraux, i suoi capelli bianchi suggerivano Kumo.

    La pesante mano dell'Hokage si abbattè come un ascia sulla sua spalla destra, fermandolo.

    CITAZIONE
    Non… ti interessava Godsan?
    Ma ne parleremo poi.
    Una volta finita questa mezza pagliacciata mi trovi all’ingresso.

    jpg
    Godsan? Sgranò le palpebre, sorpreso nell'udire quel nome.
    Come sapeva che Deveraux era alla ricerca di informazioni su quel ninja, forse defunto?
    In quei due minuti si era limitato a narrare ciò che sapeva su Jeral e sull'organizzazione di Hayate.

    Non si lasciò sfuggire quell'occasione.

    - S-s-si. - Rispose, annuendo.

    - La raggiungerò Hokage-sama -

    [...]

    Conclusa la cerimonia di premiazione, Deveraux attese che il grosso della folla se ne fosse andata dalla piazza centrale.
    Approfittò dell'attesa per togliere il coperchio di legno e ammirare così l'oggetto vinto.

    Non ne rimase impressionato.
    Era un semplice bastone, di qualche legno particolare dal colore scuro, lavorato e ornato sulle due estremità, dal potenziale offensivo probabilmente scarso non essendoci lame o parti in metallo.
    Il suo punto di forza era la capacità di allungarsi e accorciarsi, ottimo per attacchi o difese a sorpresa.

    Fece spallucce. Era felice ugualmente.

    Io vado Itai-sama. Alla prossima. Grazie di tutto. Si avviò verso l'entrata, dove l'Hokage lo stava attendendo.
    Si affrettò.

    Raggiunto l'ingresso, non fu difficile per Deveraux individuare il possente Hokage tra la marea di gente in uscita dalla festa.
    Si avvicinò a lui di lato, precisamente alla sua destra.

    Eccomi Hokage-sama. Scusate l'attesa.
    Lo guardò negli occhi, dall'alto verso il basso, infatti, Raizen lo aveva atteso seduto su una panchina.
    Sto cercando informazioni su Godsan, sul ninja che anni fa attaccò l'East Gate uccidendo mio padre.
    Non cerco vendetta, ma solo la verità...sullo shinobi ...sulla sua fine....su tutta questa vicenda che ha segnato profondamente la mia vita.
    La sua sete di vendetta si era molto affievolita con il trascorrere degli anni.


    Lei può essermi d'aiuto? Domandò, sperando in una risposta positiva.




     
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    Improvvisamente la forte musica dei tamburi smise di assordarlo, venendo sostituita dalla voce di un uomo. Era quella del presentatore che si apprestava ad annunciare i nomi dei fortunati vincitori. Dopo aver urlato a squarciagola i saluti di rito, il giovane diede inizio all'estrazione. Haruki non poté, ma due donne piuttosto avvenenti gli portarono una grossa sfera di vetro in cui erano contenuti i biglietti di tutti i partecipanti. Oltre alle parole diffuse dall'impianto sonoro, il monaco rosso poteva udire solo il borbottio della folla concentrata ad osservare lo spettacolo. Sembrava che tutti fossero interessati a scoprire chi si sarebbe accaparrato i tesori in palio. Per primi vennero annunciati quelli che sarebbero stati ricompensati con il terzo premio. La Fiamma scelse Itai Nara e Ryoshi Okura. Il Miyazawa non aveva idea di chi fosse il secondo, ma il primo era un nome che non poteva essere ignorato. Tutti conoscevano Itai Nara, il Nono Mizukage. Il monaco rosso non aveva idea di che persona fosse e, per ovvie ragioni, non avrebbe mai potuto riconoscerlo. Tuttavia, l'idea che un individuo di quel calibro potesse essere lì, vicino a lui, lo rendeva nervoso. Un gesto fugace, un sussurro all'orecchio dell'uomo giusto e chiunque nel mondo ninja avrebbe conosciuto la propria morte. Quello era il potere dei grandi Kage. Dai loro capricci potevano nascere guerre e non c'era nessun loro desiderio che non venisse esaudito. Si diceva anche che ognuno di quegli uomini potesse tener testa ad un Bijuu. La loro forza rappresentava il pinnacolo dell'arte ninja. Loro soltanto si trovavano sulla vetta a cui Haruki puntava. Da quella posizione non avrebbe avuto problemi a riportare il mondo al fervore di un tempo. Sfortunatamente, non tutti avevano le caratteristiche necessarie per raggiungere un tale livello. Inoltre, la strada che l'avrebbe condotto all'apice della carriera ninja sarebbe stata la più difficile da percorrere. Nonostante ciò, Haruki non avrebbe desistito dall'intraprenderla. Lui era un umile servo della Fiamma, ma il compito che gli era stato affidato richiedeva il massimo impegno. Avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per riportare i ninja sulla via illuminata dalla grandezza Divina.


    Conclusa la prima parte dell'estrazione, il presentatore procedette a proclamare i nomi dei vincitori del secondo premio. Dio volle che Haruki e Ryuu fossero i fortunati. La reazione dei due adepti della fiamma fu diametralmente opposta. Quando l'annunciatore pronunciò il suo nome, Haruki si limitò a sorridere e a complimentarsi con il Mizukiyo, conservando la sua glaciale compostezza. Shirai invece si mise ad esultare, urlando e saltando. Era evidente che il piccolo novizio fosse al settimo cielo. Senza chiedere il permesso, Kizaru avrebbe preso Ryuu per mano, cercando di trascinarlo verso il palco. Forza! Dobbiamo ritirare il premio! Avrebbe esclamato, cercando di convincere il Kiriano a seguirlo. Se non ci fosse riuscito, si sarebbe limitato a rispondere con una smorfia di delusione, per poi proseguire da solo. Assistere a quella manifestazione di entusiasmo, per qualche strana ragione fece breccia nel cuore di Haruki. Per un attimo il Miyazawa ritornò ad essere un comune adolescente, uno dei tanti che abitavano il Paese del Vento e che quella sera si erano recati all'accademia per festeggiare. Sembrava essersi dimenticato del gravoso compito che gli era stato affidato, dei sigilli impressi sul suo corpo e della sua cecità. Ciò che provava era una semplice sensazione di spensieratezza. Ricomparendo con il malloppo tra le mani, Shirai si sarebbe rivolto a lui. Chissà quanti panda e quanti dolci posso comprare con tutte queste monete. Quelle parole riportarono il rosso alla realtà. Noi siamo Monaci, non ci è permesso possedere denaro. Quei soldi verranno usati per finanziare la nostra causa. Poi, ignorando le proteste del suo attendente, Haruki avrebbe parlato a Ryuu. Lei cosa ha intenzione di fare con il suo premio?
     
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    La festa della fondazione

    Il finale perfetto


    Parlato Ryuu
    Parlato Izumo
    Parlato Nonna Ayaka
    Parlato Nonna Kazuko
    Parlato Haruki
    Parlato Shirai
    Parlato Presentatore
    Parlato Keiko

    Il ragazzo dalla felpa blu era ancora un po' disorientato dall'accaduto, guardandosi intorno confuso e cercando di capire come fosse giunto davanti a quella bancarella senza accorgersene, venendo poi schiacciato per l'ennesima volta dal peso del panda, dato che i suoi muscoli non si erano ancora del tutto ripresi dallo stordimento che il genjutsu della nonna gli aveva scagliato contro.
    Ah, ma andiamo, lo fai apposta. Izumo si avvicinò a lui, ma avendo già testato che il peluche fosse troppo pesante, pensò che sarebbe stato più semplice afferrare Ryuu per un braccio e tirarlo fuori, anche a costo di strappargli dei tendini. Pianoooo! Bastardo! Ah, bel ringraziamento. Sto cercando di tirarti fuori. Si, ma preferirei tutto insieme, non un pezzo alla volta! Se ti decidessi a collaborare almeno un pochino...! Se ti decidessi a scendere da questo coso, forse ti sarebbe più facile! Bé, non si può dire che brillassero entrambi di intelligenza, ma almeno Ryuu fece caso che tenere i piedi sul panda mentre si tentava di tirarci fuori qualcuno da sotto era decisamente controproducente, quindi Izumo accettò il consiglio dell'amico, riuscendo dopo altri estenuanti tentativi a cavarlo fuori dalla sua prigione di stoffa. Nel frattempo, i 2 monaci che avevano incontrato poco prima erano presi da tutt'altro avvenimento, che i due giovani kiriani si stavano perdendo, ovvero l'assegnazione dei premi. La musica era cessata già da un pezzo ed il presentatore aveva già cominciato ad annunciare la tanto attesa estrazione e nominando i primi 3 vincitori del terzo premio, per poi passare a quelli del secondo.

    BENE! Ed ora, chi vincerà UN MUCCHIO DI SOLDI???


    Ryuu e Izumo stavano cercando disperatamente di riprendere fiato riempiendo in maniera spropositata i polmoni per lo sforzo fatto, mentre le 2 nonne stavano per dileguarsi tra la folla, dopo il successo del loro lavoro per godersi il resto della serata e tutto stava per tornare alla normalità, quando all'improvviso, dagli altoparlanti del palcoscenico, risuonò forte e chiaro un nome a loro molto familiare, che fece bloccare all'istante ogni loro attività, increduli per quello che le loro orecchie avessero appena sentito.

    Ryuu Mizukiyo!


    Cosa? Cosa? / Cosa? Cosa?
    Se Haruki non si fosse avvicinato a Ryuu, congratulandosi con lui, non si sarebbero resi nemmeno conto che quell'imbranato ragazzo che si era giocato tutti i gettoni in un sol colpo potesse aver vinto uno dei premi tanto ambiti della lotteria, con il suo unico biglietto tra tutti quelli presenti nell'intero villaggio al momento dell'estrazione, eppure era proprio così. In quel momento, il ragazzo esplose di gioia, mettendosi a saltellare insieme al bimbetto biondo e gridando la sua esultanza più forte che poteva, dimenticandosi completamente dei dolori che lo affliggevano, sotto lo sguardo impietrito di Izumo, che non riusciva a credere che il suo amico lo avesse battuto anche in quello e rifiutando quell'idea fin dal profondo della sua anima. Ma dai, non è possibile. Non può aver vinto proprio lui, diamine. Questa è una cospirazione.
    Ha vinto davvero. Sai cosa vuol dire? UNA CUCINA NUOVA!! SIIIIII!!!
    All'incitamento di Shirai di dover ritirare il premio, Ryuu era assolutamente d'accordo con lui, sapendo che avrebbero dovuto far presto, altrimenti gli organizzatori della festa potevano dar via i loro premi, così si mise a correre tra la folla insieme al suo amico lasciando Haruki ed Izumo a fare da guardia al panda ninja e dirigendosi più in fretta che poterono verso il palco. Purtroppo per loro, nonostante l'orario, la folla era eccessivamente ... eccessiva.
    Eccessivamente eccessiva?! Non mi veniva in mente nient'altro!
    Ad ogni modo, il ragazzo non stava più nella pelle al pensiero di dover ritirare il suo premio, ma la strada che lo separava dal suo obbiettivo era ancora lunga e tutta quella moltitudine di persone rallentava non poco il suo passo, quindi, da buon shinobi determinato, prese la prima e unica soluzione che gli saltò in mente, prendendo di peso il piccolo monaco, caricandoselo sulle spalle e preparandosi a saltare. Tieniti forte! E detto questo, si diede una fortissima spinta verso l'alto e facendo uno sforzo immane per il bambino che sedeva sulle sue spalle, riuscendo ad arrivare sul tetto di una delle piccole bancarelle che avevano vicino. Da quella posizione poté vedere chiaramente la distanza che li separava dal palcoscenico, cominciando a correre ed a saltare di bancarella in bancarella; la parte più difficile si presentò un paio di volte, quando dovette superare degli enormi baratri che separavano 2 bancarelle messe ai lati opposti delle strade, ma fortunatamente, facendo ricorso al suo chakra, ci riuscì a malapena (riportando giusto qualche leggero livido per le cadute).
    Grazie al suo metodo "ingegnoso" la corsa non durò che un paio di minuti, arrivando sani (quasi) e salvi ai piedi del palcoscenico, dove, affannato e grondante di sudore, salì gli scalini con in mano il suo biglietto e gridando al presentatore il suo nome per farsi riconoscere. Eccoci!! I biglietti per il secondo premio sono nostri. Sono io Ryuu Mizukiyo! Mentre la folla esultava (e qualcuno li mandava a quel paese, invidioso della loro fortuna sfacciata) i 2 ragazzi continuavano a mostrare al pubblico il loro premio, più contenti che mai, mentre le 2 nonne di Ryuu, gridavano saltellando e festose la loro felicità a chiunque potesse sentirle, dal tetto di un chiosco.

    QUELLO E' NOSTRO NIPOTEEE! E HA PRESO DALLA PARTE MIA DELLA FAMIGLIA!!


    Una volta scesi dal palco, i 2 giovani si ricongiunsero ai loro amici, ancora su di giri per quel folle momento inaspettato e cominciando a discutere di quello che ci avrebbero fatto con tutti quei soldi. A Ryuu dispiacque molto quando vide il piccolo Shirai rimanere parecchio deluso quando il suo superiore gli disse che avrebbero devoluto il loro premio per chissà quale causa, ma in fondo non erano problemi suoi e non spettava a lui mettere in discussione le decisioni degli altri, e alla domanda di quest'ultimo, decise di sfoderare il suo nobile animo.
    Lei cosa ha intenzione di fare con il suo premio? Non lo so ancora, ma tanto per cominciare compro a Shirai il panda che vuole e poi vi porto tutti a mangiare in un ristorante! Siiii!!!

    NON CI PENSARE NEMMENO!!!


    In quell'istante, il genin di Kiri alzò lo sguardo in direzione della voce sentita un attimo prima, vedendosi piovere addosso il possente gancio destro della sua massiccia nonna Kazuko, che lo colpì in faccia con una violenza tale che se non ci fosse stato l'enorme panda di peluche ad attutire l'impatto col terreno, si sarebbe ritrovato la testa a 2 metri sottoterra. La spietata anziana atterrò invece con molta grazia dinanzi ai presenti, seguita dalla sua minuta consuocera, avvolta nel suo elegante kimono floreale verde smeraldo e col suo sfavillante e cordiale sorriso che nascondevano perfettamente la sua indole ben più crudele e spietata dell'amica. Perdonate l'irruenza della mia consuocera, ragazzi. Noi siamo le nonne di Ryuu e sebbene nostro nipote avesse delle nobili intenzioni, quel denaro purtroppo ci occorre per ben altri motivi. Avrebbe detto col suo proverbiale sorriso, presentandosi ai 2 monaci, mentre Kazuko afferrò con una mano il suo ormai incosciente nipote per il colletto della t-shirt e con l'altra l'enorme panda, facendolo sembrare una piuma agli occhi dei presenti. Subito dopo un breve inchino, le 2 anziane signore si sarebbero congedate con un breve saluto. Noi adesso dobbiamo proprio andare. Buona notte. Arrivederci. Izumo, andiamo. Il patto era di rimanere fino all'estrazione, quindi adesso torniamo a casa. C-certo. Arrivo.
    Il giovincello sapeva bene quanto potessero essere temibili le 2 vecchie, avendole viste già altre volte brutalizzare loro nipote anche per delle sciocchezze, quindi se non voleva rimanere a piedi (e l'avrebbero fatto) gli conveniva seguirle senza obbiettare, dando un rapido saluto ai suoi amici e seguendo le 2 capostipiti della famiglia Mizukiyo all'uscita del villaggio accademico, dando l'addio a tutte le belle lanterne colorate, le bancarelle ancora cariche di merce e la dolce musica che aveva allietato la loro bizzarra serata, che non avrebbero dimenticato molto facilmente.
    Sempre che Ryuu non avesse riportato dei seri danni cerebrali.

    [Il giorno dopo...]


    Il giovane genin si mise in cammino verso la casa della sua amica Keiko di buon mattino, trasportando il suo enorme panda su un carrettino, in modo che non gli servisse l'aiuto di qualcuno e ripensando intanto a tutto quello che gli era successo la sera precedente. Non si ricordò quando fu l'ultima volta che si divertì così tanto e tutto era partito da quel semplice peluche. Quel misero ammasso di stoffa era stato il fulcro di tutte le risate, le amicizie e le disavventure che gli capitarono quella sera e anche se sapeva che era destinato alla sua amica, in fondo gli dispiaceva separarsene, considerandolo un buon portafortuna ed un prezioso ricordo che lo legava a quella magnifica esperienza.
    Ma ormai doveva fare quel che andava fatto, facendo posto ai suoi sentimenti per la sua amica e pensando a quanto sarebbe stata felice di avere il suo souvenir della festa, mentre attendeva con ansia che questa gli aprisse la porta di casa, dopo aver bussato. L'attesa era tremenda e sperava proprio che Keiko non notasse i difetti non voluti del suo compagno, quando infine la porta si spalancò e ne uscì proprio lei, felice e sorridente come non mai di rivedere il suo amico, sapendo di stare per ricevere un favoloso regalo.
    Ciao Ryuu-kun! Ma che ci fai con quella benda in testa? La ragazza notò in primo luogo la testa fasciata di Ryuu, che purtroppo ne sapeva quanto lei a riguardo, essendosi svegliato già con le bende legate in fronte e sapendo solo di provare dolore se tentava di togliersele. Ah, bho. Non mi ricordo nemmeno come ho fatto a tornare a casa. Si, lo immagino quanto avrete bevuto tu e Izumo, ubriaconi. Avanti, dov'è il mio regalo? Chiese, sempre più ansiosa. Al che Ryuu, a quel punto, si spostò per farle mirare il mostruoso animale che se ne stava seduto alle sue spalle sul carrettino di legno.Eccolo qua! Ta-daaan!
    La faccia sconvolta di Keiko poteva solo significare che non aveva mai visto niente di così bello...per Ryuu, ma in realtà era soltanto rimasta letteralmente inorridita alla vista di quel pupazzo completamente maltrattato e che emanava anche un lieve fetore di umido e chissà cos'altro. Ti piace? E' un panda ninja. La giovane kiriana era rimasta completamente senza parole, non sapendo cosa dire per non offendere i sentimenti di Ryuu, ma non volendo neanche essere costretta a tenersi quello schifo, non essendo rimasta per niente abbindolata dalle fesserie del suo amico.
    E'...é...o-originale. La delusione era ormai evidente sul suo volto e di lì a poco anche il genin se ne sarebbe presto accorto, poichè la ragazza stava per sputargli addosso tutto quello che si sentiva di dovergli dire, in preda all'insoddisfazione più totale. Ma prima che questa potesse farlo, il suo amico le parlò con voce sconfortata e con l'aria da cane bastonato, chiedendole una cosa che non si sarebbe aspettata.
    Scusami tanto, Keiko, ma...non è che potrei tenerlo io? Significa tanto per me e mi ha... Prima che potesse finire la frase, la sua amica gli si gettò addosso inaspettatamente, abbracciandolo. Certo che puoi tenerlo. Mi dispiace solo non poterlo tenere io perchè è stupendo, ma se a te sta molto a cuore, tienilo pure. E' il gesto che conta, e tu mi hai fatta felicissima. Gli disse serenamente (ovviamente mentendo) per poi stampargli un bacio sulla guancia, felice più che mai di essersi liberata di quell'abominio. Ah, bene. Allora grazie. Cosa poteva chiedere di meglio: aveva fatto colpo sulla sua amica (almeno nella sua testa) ed era riuscito anche a portarsi a casa il suo "bellissimo" souvenir di quella magica sera in cui successe veramente di tutto, un ricordo che ormai gli sarebbe potuto rimanere impresso per sempre.

    Adesso devo rientrare: sto facendo i biscotti e mia mamma non c'é Uh, ti posso aiutare? Va bene. Basta che non porti quella cosa dentro casa mia.

    The End!

     
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    Mischiarsi agli altri ninja e divertirsi. Gli ordini risuonavano come un mantra nella sua mente. Avrebbe dovuto interrompere il digiuno, macchiandosi di un grave peccato. Non esistevano alternative. D'altronde disobbedire e ignorare i propri doveri avrebbe costituito una vergogna ben superiore. Inoltre, una volta tornato a casa, avrebbe avuto tutti gli strumenti necessari per ripulire il suo corpo e la sua anima da ogni peccato contratto quella sera. Tuttavia, non poteva non ammettere che quell'eventi avessero portato con sé anche delle esperienze positive. Il ninja di Kiri che aveva conosciuto, benché i suoi modi non fossero morigerati quanto quelli del monaco rosso, poteva essere definito una persona onorevole. Il fatto che volesse condividere con loro la somma vinta, lo rendeva ancora più virtuoso ai suoi occhi. Dopo Atasuke, la principessa Kobayashi e i due con cui si era scontrato, Ryuu rappresentava una piacevole inversione di tendenza. Fortunatamente per Haruki, il destino volle risparmiarlo dall'infrangere il suo voto di digiuno. Prima che potesse accettare l'invito del Kiriano e ringraziarlo, una voce li interruppe. Un potente gancio colpì il Mizukiyo in pieno volto, facendolo svenire. Haruki sentì la sua caduta venire attutita dall'enorme massa di ovatta di cui era composto il panda, anche se riuscì a tranquillizzarsi solo dopo aver udito le parole della seconda donna appena spuntata dal nulla. Erano le nonne di Ryuu, venute alla festa per riportarlo a casa e riscuotere il denaro guadagnato. Nonostante la brutalità di quei modi, Haruki trovò particolarmente soddisfacente lo spirito educativo di quelle due anziane signore. Gli ricordavano il modo in cui era stato allevato dai Monaci del Tempio. Probabilmente era quella severità che aveva permesso a Ryuu di diventare un ninja onorevole. Queste considerazioni non fecero altro che riscaldare ulteriormente il cuore del Miyazawa. A quanto pare esistono ancora persone che conoscono il valore della disciplina. Un sorriso amichevole comparve sul suo volto. Non si preoccupi, signora. Capisco le vostre ragioni. Tutti quei soldi potrebbero essere spesi per qualcosa di ben più utile di una cena. Fece una breve pausa, per poi rivolgersi alla prima donna che era intervenuta. Deve essere molto orgogliosa di suo nipote, non è vero? Quando le due si congedarono, Haruki e Shirai le imitarono, facendo un breve inchino per poi salutarle a loro volta. Arrivederci. Per favore, salutate Ryuu da parte mia e di Shirai. È stato un piacere conoscerlo. A quel punto il monaco rosso si sarebbe voltato verso il suo giovane attendete. Non pensi sia arrivata anche per noi l'ora di andare? Shirai non condivideva l'opinione del suo superiore, ma decise comunque di obbedire, nascondendo il disappunto. Nonostante lo sforzo, il suo tono appariva comunque mesto. Sì, maestro, però prima vorrei prendere ancora qualcosa da mangiare, se non le dispiace. Haruki, influenzato dagli eventi appena accaduti, scelse di essere gentile ed assecondare i desideri di Kizaru. Va bene, te lo sei meritato. Dopo essersi diretti ad una delle molte bancarelle che vendevano dolci ed altri tipi di cibo, i due si sarebbero incamminati verso l'uscita della Festa. Lì li avrebbe attesi una carrozza che a breve sarebbe ripartita per Suna.
     
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