L'importante è partecipare.

Corso Genin per Kuwa Shiwan

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    L'importante è partecipare.

    Abituato a ricevere missive sempre e solo da corvi dal becco rosso trovai molto strano l'arrivo di una lettera direttamente dal postino. Fuori dalla porta di casa c'era tutto un complesso sistemi di microscopici specchi per permettermi di vedere dall'interno tutta la situazione esterna. C'era solo un ragazzo mal vestito e che dal respiro affannato sembrava tremendamente di corsa, con un borsone verde bosco sulle spalle pieno di lettere bianche.
    Era la prima volta che mi ritrovavo in quella drammatica situazione, generalmente erano sempre stati i miei genitori a gestire il postino, ed io in alcuni aspetti della mia infiltrazione dovevo ancora calarmi. Aprì la porta dopo aver fatto un grande respiro, pronto a difendermi da un'eventuale ninja di Suna sotto copertura. Invece questi mi lanciò addosso la busta bianca e corse via, tra una folata di sabbia e l'altra.
    Leggendone il contenuto rimasi perplesso. Evidentemente ero stato notato dall'amministrazione accademica per qualche mio gesto, forse principalmente per la promozione a Genin dopo il rientro a Suna, e difatti mi si chiedeva di addestrare alle arti che meglio padroneggiavo una nuova leva di oto. Non era nel mio genere comportamentale preferito ridere, ma non riuscì a trattenere una risata pensando che mi sarebbe toccato addestrare un ninja di Oto, proprio quella terra dove io avevo subito la mia iniziazione, laddove la mia rinascita aveva avuto inizio. Sembrava quasi volersi chiudere un cerchio, ma sapevo bene come la strada da percorrere per poter appendere i Kunai al chiodo fosse ancora lunga.
    Dalla missiva che ricevetti potevo intendere come lo shinobi che dovevo addestrare si chiamasse Kuwa Shiwan, l'ultima riga di quest'ultima sembrava richiedere esplicitamente che l'addestramento fosse tenuto proprio all'interno dell'accademia, nè presso il mio villaggio nativo nè tanto meno presso quello dello studente. La missiva diceva di presentarsi dopo tre giorni dalla ricezione della lettera alla segreteria dell'accademia, e di cercare un tal " Izini Yongo".
    Mi puzzava terribilmente, nonostante quello fosse il mio primo corso d'addestramento per nuove leve c'era qualcosa che puzzava. Il mio obbiettivo era trasmettere le mie conoscenze, e l'idea di dover invece cercare questo Izini Yongo mi lasciava perplesso. Evidentemente c'era da fare qualcosa sottobanco che non si poteva scrivere in una missiva ufficiale. Accettai volentieri l'incarico, certo che svolgere questo genere di operazioni mi avrebbe fatto vedere di buon gusto dall'amministrazione, sempre in cerca di validi pretendenti per gli addestramenti.


    Accademia



    Arrivai sul luogo dell'incontro con un leggero anticipo di circa dieci minuti, come mio solito. Si trattava di una sorte di abitudine legata al mio lavoro, per una spia poteva essere utile arrivare per primo, al fine di poter vedere e monitorare spostamenti ed eventuali stranezze. Ad oggi non avvevo alcun bisogno di tutto ciò, ma le abitudini sono difficili a perdersi. Sfruttando l'attesa andai direttamente alla segreteria, alla ricerca di questo strano tizio con cui sembrava dovessi conferire. Visti i sospetti evitai di presentarmi come Genin di Suna, restando piuttosto vago. Dietro un bancone c'era una coppia di uomini chini su alcune scartoffie.



    Buongiorno, cerco un ta Izini Yongo.

    Sono io, prego mi segua subito.

    Disse questi mentre alzandosi di scatto mi portava ad una ventina di metri dal bancone, in maniera che l'altro collega non sentisse.


    Senti bambino, quello che ti sto chiedendo è un favore. Il macellaio in fondo alla strada da giorni ha dei problemi con alcuni teppisti. Pensavo che avresti potuto andare a vedere cosa succedeva mentre spiegavi all'altro tizio le vostre arti magiche e cazzate da ninja.

    Pensai sinceramente di ucciderlo in quel punto esatto. Come ogni giorno da quando avevo eliminato i miei genitori anche oggi m'ero svegliato bramando sangue. Sapevo bene che la mia copertura mi impediva di concedermi tali lussi. L'idea però che questo imbecille mi avesse fatto viaggiare sin da Suna per controllare i problem del suo macellaio era difficile da gestire.


    Non si preoccupi, servire l'accademia è sempre un piacere. A buon rendere, si spera.

    Ma certo bambino, noi grandi sappiamo cosa significa a buon rendere, non te ne pentirai, stai facendo un favore al capo dei capi del bancone della segreteria.

    Digrignai i denti dalla rabbia, mentre sfoggiavo un sorriso a denti stretti verso quell'inetto totale. Sarebbe stato inutile sindacare sull'inutilità totale della sua qualifica, nè avrebbe mai avuto un riscontro positivo per quell'uomo essere rimproverato da un bambino di dieci anni.
    Già, perchè quando Kuwa fosse arrivato avrebbe trovato ad aspettarlo come suo sensei del giorno un piccolo bambino di dieci anni circa, con i capelli rossi e dei grandi occhi verdi. Vestito malamente, con una tunica nera logora senza alcun tratto distintivo. Qualora questi fosse giunto mi sarei presentato.


    Piacere Kuwa, sono Ryoshi Okura, e per oggi sarò il tuo sensei.

    Dissi mentre mi presentavo, in attesa che questi facesse lo stesso.


    Mentre andiamo dal macellaio spiegami cosa ti spinge ad essere qui...

    Chiesi senza dare spiegazioni particolari al ragazzo, che in nessun modo avrebbe ovviamente potuto sapere cosa centrasse un macellaio nel suo addestramento, mentre mi incamminavo nella direzione indicata da Izini poco prima...




    Giusto una presentazione, dal prossimo post schiaffoni...
     
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  2. Creel
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    Dopo mesi di duro allenamento era giunto il grande giorno, finalmente avrei conosciuto il mio sensei e sarei potuto entrare a fare parte veramente del mondo ninja. Da quando ero giunto a Oto la vita si era rivelata molto più difficile di quanto mi aspettassi, non tanto per il diverso stile di vita della città rispetto a quello del mio piccolo villaggio di origine, piuttosto per la grande difficoltà di adorare il mio dio come si deve. Tutti erano molto più guardinghi e sospettosi e le strade erano troppo popolate perchè io potessi rapire qualcuno, e il rischio di assalire un ninja era decisamente troppo alto. Certo, durante gli addestramenti all'accademia avevo picchiato qualche ragazzo; avevano anche sputato un po' di sangue, forse la sera avevano anche avuto un leggero mal di testa, ma era comunque nulla rispetto a quello che mi aveva mostrato mio padre. Ma Jashin avrebbe capito, con le mie preghiere gli promettevo che un giorno mi sarei redento, che avrei fatto scorrere fiumi di sangue in suo onore.
    Quel giorno poteva essere oggi.
    Prima di potermi incamminare però avevo un problema più urgente da risolvere. Vivere da solo si era rivelato molto più difficile del previsto e ancora oggi, dopo parecchi mesi, avevo qualche difficoltà a rendermi pulito e presentabile. Tutti i miei abiti avevano qualche macchia che non sapevo bene come trattare. Non essendo in grado di fare di meglio optai per un kimono con un'unica macchia all'altezza del petto, nascosta abilmente da un nastro che sosteneva il fodero del dadao che portavo a tracolla.
    Dopo aver riempito il kimono di tutti gli oggetti che mi sarebbero potuti essere utili mi diressi verso l'accademia. Era indubbiamente una bella giornata per gli standard di Oto, l'azzurro del cielo era punteggiato qua e là da qualche nuvoletta bianca e un leggero venticello faceva frusciare i rami degli alberi. Come mio solito mi fermai a comprare una mela per colazione dal vecchietto che ormai avevo imparato a conoscere in questi mesi di permanenza nel villaggio.


    Accademia

    Arrivai all'accademia con qualche minuto di ritardo. Era un'abitudine che purtroppo non ero ancora riuscito a perdere; più volte ero arrivato in ritardo a causa del mio scarso orientamento, o semplicemente perchè non ero riuscito a trovare il coraggio di chiedere informazioni a qualcuno. Mi diressi immediatamente alla segreteria, un lungo bancone dietro al quale si trovavano due uomini intenti a timbrare e dividere alcuni fogli. Poco distante da loro vidi un ragazzino che poteva avere una decina d'anni, vestito con una tunica che aveva sicuramente visto giorni migliori; si trattava probabilmente di uno dei tanti ragazzini poveri che provavano a cercare fortuna diventando dei ninja. Non prestandogli troppa attenzione mi diressi versi il bancone e con voce flebile mi rivolsi ai due uomini.


    Ehm... Mi scusi...

    Come c'era da aspettarsi i due uomini mi ignorarono completamente, forse perchè non si erano ancora accorti di me, o forse perchè non avevo fatto effettivamente nessuno sforzo per essere notato.
    Mi schiarii la voce e provai nuovamente ad ottenere la loro attenzione, questa volta alzando leggermente il tono di voce, nel tentativo di sembrare più sicuro di quanto mi sentissi al momento. Questa volta ottenni l'effetto sperato e uno dei due uomini alzò la testa verso di me. Mi parlò con un tono di voce privo di qualsiasi voglia di vivere o di rendersi utile al prossimo, tipico dei dipendenti pubblici dell'accademia.


    Dimmi pure.

    Ehm... Sarei qui per l'addestramento per diventare genin. Mi è stato detto che avrei potuto trovare qui il mio sensei.

    Riuscii a completare la frase senza incepparmi o dimenticare qualche parola. Comunicare con gli estranei non era decisamente il mio forte, soprattutto quando si trattava di una persona decisamente seccata dalla mia presenza. Distolsi lo sguardo dagli occhi dell'uomo il prima possibile e giocherellai con il nastro che mi attraversava il petto in attesa della risposta. L'uomo mi fissò un attimo, volse lo sguardo verso il bambino vicino al bancone, diede una rapida occhiata a un foglio e quindi mi rispose.


    Non ho idea di chi tu sia ma, essendoci oggi un unico addestramento, posso supporre che tu sia Kuwa Shiwan. Il tuo sensei è là nell'angolo.

    Il senso di sconfitta mi distrusse. Nonostante tutti i preparativa per questa interazione con un funzionario pubblico mi ero dimenticato la parte più importante: il mio nome. Fortunatamente l'uomo riuscì a gestire la situazione da solo, così mugugnai un ringraziamento e mi volsi dove mi aveva indicato. Rimasi leggermente perplesso quando mi resi conto l'unica altra persona presente nella stanza era il bambino che avevo notato prima, che giusto adesso mi stava fissando con i suoi grandi occhioni verdi. Avrei potuto chiedere maggiori informazioni all'uomo al bancone ma, dato che ormai era già tornato alle sue scartoffie, optai per dirigermi verso il bambino.
    Appena lo raggiunsi si presentò come il mio sensei, Ryoshi Okura. L'idea che quel bambino potesse essere il mio sensei mi prese leggermente alla sprovvista, ma dopo tutto se io alla sua età avevo già ucciso una dozzina di persone, lui poteva benissimo essere già un ninja. Indubbiamente poi, avere a che fare con un bambino sarebbe stato molto più facile che dover comunicare con un adulto. Chinai leggermente la testa e mi presentai.


    Come già saprà io sono Kuwa Shiwan, molto piacere di conoscerla.

    La successiva affermazione del sensei mi prese leggermente alla sprovvista. A quanto pareva ci stavamo dirigendo da un macellaio, ma, dopotutto, chi ero io per contestare. La risposta alla sua domanda si rivelò invece più complicata del previsto.
    Perchè io ero li? Per avere una scusa per uccidere indiscriminatamente e compiacere il mio dio.
    Ottimo modo per essere classificato come un pazzo assassino e finire in una cella della quale avrebbero buttato la chiave. Iniziai a seguire i suoi piccoli passetti da bambino mentre mi preparavo a mentire, certamente non uno dei miei punti forti.


    Ehm... Io e i miei genitori abitavamo in un piccolo villaggio lontano da qui ed eravamo dei semplici contadini. Mio padre vuole che io viva una vita migliore di quella che hanno dovuto vivere loro e vuole che io mi renda utile, che protegga le persone. Il mio villaggio è spesso oggetto di razzie, e se non ci fossero i ninja a proteggerci e mettere paura ai banditi saremmo già morti da tempo.

    Mi rendevo perfettamente conto che questa fosse una delle peggiori menzogne a memoria d'uomo, ma dopotutto dovevo solamente ingannare un bambino. Avevo solo bisogno che mi ritenesse idoneo ad essere un genin, poi avrei potuto agire come meglio credevo.
     
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    Il ragazzo non si presentava certo come un acuto osservatore, e sembrava foriero di grandi pregiudizi nell'escludere immediatamente che un bambino potesse essere il suo sensei. D'altra parte non essere riconosciuto per quello che ero era per me motivo di grande orgoglio, quello su cui si basava la mia intera esistenza. Ascoltai le sue parole mentre camminavamo verso la direzione indicatami dal funzionario, alla ricerca di questo benedetto macellaio. Guardai strano il ragazzo, credendo poco riguardo quello che stava facendo. Non tanto alle sue parole, che non avevo i mezzi per poter valutare realmente, piuttosto riguardo la volontà di puntare ad essere un ninja per volontà altrui. Inizialmente avevo avuto anch'io lo stesso triste destino, ed i primi tempi frequentare l'accademia sotto l'ordine di mii genitori non era stato facile. Quando poi li avevo fatti a brandelli avevo trovato nella fiducia ripostami dal Mikawa una grande motivazione per essere uno shinobi a tutti gli effetti, a da quel giorno la mia intera esistenza era drasticamente cambiato. Speravo potesse succedere la stessa cosa a lui, o che nel fondo della sua anima le motivazione fossero altre o di sfumature diverse, in quanto per poter percorrere questa vita è necessario volerlo personalmente. Nessuno va davvero a morire per qualcun altro, ed in questo lavoro invece si deve pensare di poter morire ogni giorno.
    Kuwa ne avrebbe avuto una prova concreta proprio oggi, prima di quanto si potesse pensare.


    Il funzionario affianco a quello che ti ha parlato prima mi ha chiesto se possiamo andare ad aiutare il suo amico macellaio sotto banco. In pratica è una missione ma senza compenso e senza l'autorizzazione e gli scarichi di responsabilità che questa generalmente comporta...

    Volevo informarlo almeno delle informazioni necessarie. Sapevo bene quanto fosse prezioso essere a conoscenza delle informazioni, e di quanto queste fossero preziose e costose, ma in questo caso non c'era niente di male nel divulgarle. Ci stavamo lasciando l'accademia alle spalle, incamminandoci lungo un piccolo sentiero in mezzo ad una zona sostanzialmente collinare, con qualche albero attorno al sentiero qua e la. Nessuna presenza acquatica, nè umana.


    Sentieri-in-un-parco



    Dopo circa mezz'ora di cammino arrivammo in una sorta di piccolo centro abitato. Ci saranno state una ventina di abitazioni, di cui la maggior parte erano case private mentre altre sembravano essere grossi condomini con alla base della struttura locali commerciali. Tra questi avremmo potuto vedere poco lontano da noi una macelleria, e davanti ad essa c'era un omone sulla sessantina. Sembrava molto incazzato, e sarebbe stato facile individuarlo come il proprietario. Difatti indossava il classico camicie bianco, sporco di sangue fin dentro le scarpe, maneggiava il classico coltellaccio da macellaio in aria, gridando malamente verso qualcuno o qualcosa. Anche girandosi e cercando attentamente di capire verso dove fosse diretta la sua ira i due non sarebbero mai riusciti a trovare nessuno in ascolto, nè tanto meno in fuga. Sembrava proprio che il macellaio stesse parlando da solo. Ci avvicinammo.


    Senta, sono Ryoshi Okura un Genin mandato qui da un suo amico, tal Izini Yongo, che mi ha detto che negli ultimi periodo sta avendo alcune difficoltà. Questo è invece un mio allievo, Kuwa Shiwan

    Mi ero avvicinato all'uomo cercando di chiedere informazioni pacificamente, sicuramente seguito dal mio allievo. L'uomo si zittì immediatamente, impallidendo completamente perdendo il colorito rosato ch'aveva fino a poco prima mentre sbraitava, sbarrando di colpo gli occhi. La sua risposta mi lasciò ampiamente sorpreso. Aveva ancora il coltellaccio da macellaio nella mano destra, e lo brandiva sopra la sua testa. Dopo qualche attimo di esitazione nel quale aveva ripetutamente spostato i suoi occhi su di me e su Kuwa lanciò un'urlo disumano, lanciandosi poi all'attacco dello studente che era proprio davanti a lui, circa un metro e mezzo.


    MEGAGALATTICOOOOOOO

    Avrebbe gridato mentre calava il suo coltellaccio verso la testa di Kuwa, cercando di aprirlo a metà come una cozza. Slot azione 1 del macellaio.
    Osservai tutta la reazione quasi con disgusto. Quella sorta di cadavere umano stava cercando di uccidermi l'allievo con un colpo talmente malfatto che l'avrebbe evitato anche un gatto ciccione, urlando parole senza senso proprio mentre cercavo di prestargli aiuto senza compenso. Stava impegnandosi più del dovuto ad accorciare la propria esistenza. Non avrei aiutato lo studente con quell'attacco, d'altra parte era talmente schifoso che se non fosse riuscito a sopravvivere non sarebbe sicuramente stato degno de mio tempo, in primis. E poi era giusto che imparasse a cavarsela.
    La mia bassa statura da bambino mi impediva di prendere per il collo il macellaio, ma avrei prontamente rimediato ficcandogli una manata destra di taglio dietro la rotula sinistraslot azione 1, facendolo crollare a terrà dal dolore, per poi poterlo agevolmente prendere per il collo con la stessa slot azione 2.
    L'uomo non sarebbe mai riuscito a liberarsi di quella morsa viste le sue scarse capacità.


    Ricominciamo, qual'è il tuo cazzo di problema ?

    Hai detto che si chiama Shiwan, come i banditi che continuano a rubarmi le vacche da macellare, figlio di puttana l'ammazzo!!Megagalatticoooo!

    L'uomo aveva ampiamente superato il mio tasso di sopportazione, e strinsi la presa finchè non svenne, per poi accasciarsi a terra. Se fosse sopravvissuto avrei guardato Kuwa con aria sconsolata, sperando non fosse stato troppo turbato dalla serie di eventi.


    Questo scemo era poco attendibile, tanto vale che dorma e si calmi. Suggerisci tu cosa fare adesso...

    Abituare il giovane a pensare sarebbe stato utile, poi forse avrebbe adottato maniere più soft delle mie, o magari mi avrebbe invece dato degli spunti interessanti come andare nella bottega affianco a ribaltare gli armadi finchè non c'avessero detto qualcosa. Il ragazzo sembrava molto tranquillo e mansueto, ma c'era bisogno che si svegliasse.



    Sei pratico e non dovresti avere problemi...



    Le DIFESE sono autoconclusive. Decidi tu se gli attacchi sono andati a vuoto o se ti hanno colpito. Nella decisione si deve ovviamente essere equi ed onesti. Mettersi davvero nei panni del proprio personaggio e cercare di capire come e se fosse possibile difendersi e schivare. Le difese hanno come statistiche la RESISTENZA ( Che si contrappone alla forza per il calcolo dei danni ) ed i RIFLESSI ( che si contrappongono alla Velocità dell'attaccante per le schivate ).

    Dopo le difese si effettuano gli attacchi. Gli attacchi SONO SEMPRE IPOTETICI. TU non colpisci mai, tu cerchi solo di colpire.


    ---------------------------------------------

    Impasti. Gli impasti di chakra sono una parte fondamentale di questo gdr nei combattimenti. Come avrai capito alla base di tutto ci sono le energie e le tacche. Ogni tacca vale 25. Tra una energia e l'altra ci sono 4 tacche di differenza ( energia bianca : 100. Energia gialla : 200. Differenza 100 . 25 x 4 = 100 )
    Usando il chakra tu puoi aumentare le tue statistiche primarie ( velocità, forza, riflessi, resistenza ). Io sono un genin e posso impastare Basso ( basso sarebbe 2 di chakra ) e ottenere +3 tacche nella statistica scelta.
    Io nella mia difesa ti ho fatto un esempio, infatti ho usato un basso per aumentare di 3 tacche i riflessi per poter schivare con facilità.
    Nel regolamento comunque è spiegato, ogni grado ha impasti diversi.
    Se vuoi inizia ad usarli nel tuo prossimo post, se hai domande, chiedi.
     
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  4. Creel
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    Il sensei mi fissò per qualche secondo dopo la mia spiegazione, non avevo modo di capire se ci avesse creduto, ma non fece ulteriori commenti. Ci avviammo lungo un sentiero che portava lontano dall'accademia, verso una zona leggermente fuori dal centro di Oto. In tutti i mesi di permanenza in città non ero mai uscito dal centro della città, forse qualche volta ero arrivato al limitare del villaggio, ma stavo sempre bene attento a seguire una strada dritta così da diminuire le possibilità di perdermi. Le case divennero sempre più rade, fino a scomparire. Sembrava impossibile che fino a pochi minuti prima fossimo del bel mezzo di un potente villaggio ninja. Il maestro mi spiegò che quello che stavamo per fare era un semplice favore al funzionario dell'accademia, senza nessun compenso e senza nessuna responsabilità da parte dell'accademia.
    Esattamente quello che volevo. Questo bambino sarebbe stato costretto a conoscere un lato di me che non avevo ancora mostrato a nessuno.
    Mantenni i sensi all'erta per tutto il tragitto, non volevo fare una brutta impressione ancora prima di arrivare nel luogo della missione. Gli alberi radi non fornivano sicuramente una buona copertura per un agguato, ma la prudenza non è mai troppa e Oto non è famoso per la sua sicurezza e onestà dei cittadini.


    Dopo circa mezz'ora giungemmo in un piccolo villaggio. In mezzo alle case svettava immediatamente la macelleria, non tanto per la particolarità dell'edificio, quanto per l'uomo davanti alla porta, sporco di sangue e con una mannaia in mano, che sbraitava e si dimenava.
    Purtroppo sembrava essere proprio il nostro mandante.
    Giunti a pochi metri da lui il mio maestro gli rivolse parola, ci presentò e gli riferì il motivo per il quale eravamo venuti. Qualcosa nelle parole del bambino fece sbiancare di colpo l'uomo che, come se avesse visto un fantasma, si lanciò contro di me con il coltello in mano.
    Mille pensieri passarono per la mia testa in meno di un secondo. Potevo ucciderlo, ora, subito, mi aveva attaccato, ne avevo il diritto, non se ne sarebbe accorto nessuno. Era il mandante della missione, non potevo fargli male, o forse si? Meglio di no. Meglio lasciar decidere al mio sensei.
    Non penso l'uomo si aspettasse una difesa da un bambino come me, soprattutto dato il suo stato mentale probabilmente precario, avrei quindi sfruttato il fattore sorpresa.
    L'uomo era più alto di me di una quindicina di centimetri ma questo andava tutto a mio favore. Attesi fino all'ultimo istante per spostarmi leggermente dalla traiettoria del coltello, girandomi al contempo verso il braccio del'uomo. Slot Difesa 1
    Il coltello mi sarebbe passato a qualche centimetro dal viso e l'uomo avrebbe probabilmente perso l'equilibrio a causa dell'ingente forza che aveva impresso nell'attacco.
    Sfruttando lo sbilanciamento del macellaio avrei provato ad afferrare il suo polso con la mano destra e a torcerglielo verso l'alto, così da fargli aprire la mano e lasciare l'arma. Slot Azione 1
    Mentre stavo considerando l'idea di rompergli anche il braccio il sensei agì atterrando l'uomo con un semplice manata e afferrandolo poi per il collo. Tutto sommato poteva davvero essere un ninja di discreto livello.
    Il macellaio, minacciato dal bambino, rivelò che i banditi avevano il mio stesso cognome, cosa alquanto strana dato che l'unico Shiwan che conoscevo era mio padre, e non penso proprio che si fosse dato al brigantaggio. Il sensei lo fece svenire e mi fissò con lo sguardo calmo, come se fosse normale routine.
    Io ero di tutt'altro spirito. Non avevo potuto ucciderlo nonostante si fosse rivelato inutile e qualcuno stava infangando il nome della mia famiglia. Riuscii a rimanere calmo e sostenni lo sguardo del bambino per un secondo non lasciando trapelare nessuna informazione dai miei occhi. Avrei lasciato che fossero le mia azioni a parlare per me.


    Mmmm... Non saprei... Potremmo provare a chiedere se i suoi vicini di bottega ne sanno qualcosa anche se sinceramente non sono molto bravo a parlare...

    Mi bruciava un po' ammetterlo ma se il sensei mi avesse chiesto di gestire la discussione non penso sarei stato in grado di ottenere molte informazioni. Incrociai le braccia davanti al petto e volsi lo sguardo verso le abitazioni circostanti.


    Oppure potremmo cercare qualche traccia tra il bestiame

    Proposi, speranzoso di poter evitare anche oggi tutte le relazioni umane non indispensabili.
     
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    Errore : afferrare la mano destra dell'uomo è un primo slot azione, torcerlo verso l'alto un secondo slot azione per come hai descritto la cosa.... Non intendo dire che sei obbligato ad usarne due, ma per come l'hai scritto si. Potevi direttamente dire che torcevi il braccio.


    Kuwa aveva schivato l'attacco ed era riuscito addirittura a disarmare l'uomo. Niente male per uno studente, soprattutto era da sottolineare come fosse abilmente riuscito a mantenere il sangue freddo mentre rischiava di essere aperto in due. Lo guardai piacevolmente stupido. Espressione che ebbe per forza a mutare quando quest'altri aprì bocca.


    L'esperienza richiede tempo, è tautologico anche se frustrante.

    Affermare di non essere particolarmente abile a parlare, nello svolgimento del proprio addestramento davanti al proprio sensei, quando l'ambito massimo di discussione sono un fruttivendolo e una panettiera per la ricerca di due delinquentelli non è il massimo per fare bella figura, anzi, difficilmente avrebbe potuto peggiorare l'affermazione.


    Bene, è il caso che sviluppi quest'abilità.

    Speravo fosse abbastanza scaltro da capire di cosa stessi parlando, ma la mia frase poteva essere abbastanza ambigua. La sua idea di andare a cercare nel bestiame mi faceva proprio schifo. Difficilmente un ragazzino del genere poteva avere grandi abilità nello studio degli indizi e delle tracce ( cosa che peraltro io avevo, ma lui non sapendolo non poteva azzardarsi ) avrebbe saputo far fruttare ore a studiare il bestiame alla ricerca di chissà quale miracolo. Mentre anche un rincoglionito sarebbe riuscito a chiedere se nel negozio accanto c'erano stati problemi simili... Avrei spinto il ragazzo con un bello spintone dentro la bottega affianco al macellaio, il giovane Kuwa ci sarebbe finito lungo disteso per terra salvo dimostrazioni particolari di grande abilità ed agilità. Io l'avrei poi dolcemente seguito entrando nel negozio. Vendevano essenze di tutti i tipi, e difatti come in tutti quei tipici negozi c'erano moltissimi e fastidiosissimi odori di ogni genere. Il genere di situazione perfetta per ogni ragazza, ma in grado di far vomitare anche l'ultimo degli uomini con il raffreddore.


    Buongiorno, io sono un Genin di Suna, il tappetto qui con me è uno studente. Avete avuto anche voi problemi con i Shiwan ?

    Oh finalmente un'aiuto. Si, questi teppisti continuano a creare problemi fingendosi grandi malfattori. Ma noi siamo solo dei lavoratori ed abbiamo paura ad affrontarli. D'altra parte le cose non vanno così bene e non potevamo richiedere un costoso intervento da parte dell'accademia... Vuoi dell'acqua Tappeto ? Mi sembri in difficoltà...

    Ironicamente mi ero appellato allo studente chiamandolo tappeto visto che era entrato nel negozio probabilmente andando lungo per terra dopo lo spintone, ma l'ignoranza della donna era così infinitamente vasta da non capire e credere che quello potesse essere il suo nome. Non solo, non capendo un cazzo delle attuali gerarchie aveva provato ad offrirgli qualcosa mentre probabilmente si rialzava.


    No il tappeto non gradisce niente. Piuttosto, sa dirmi se questi individui hanno una sede ?

    Sono soliti radunarsi in una casa abbandonata ad un paio di chilometri da qui, proseguendo per la strada che esce dal villaggio. Si racconta che alla sera accendano un grosso fuoco con cui cuociono le carni rubate al macellaio e le essenze che sono costretta a dargli perchè mi lascino in pace... Ma tu Tappeto vieni, ti preparo un decotto al finocchio con mela verde e cannella per riprenderti.

    Al di là del ribrezzo per quel genere di bevanda, lanciai uno sguardo verso lo studente con un messaggio molto eloquente e chiaro " Se lo prendi ti ammazzo ". Detto ciò, avevamo le informazioni necessarie, quindi uscì senza salutare incamminandomi lungo la strada indicata, sicuro di avere lo studente al mio fianco.


    Aspetteremo il calar della notte per vedere cosa fanno questi furboni...

    [ . . . ]



    Il buio era finalmente calato, io ed il mio assistente eravamo su un'albero all'interno del parco della villa, dalla nostra posizione potevamo vedere due ragazzi di circa 15 anni atteggiarsi in maniera molto strana attorno ad un piccolo fuocherello su cui stavano abbrustolendo delle costine di maiale. I due ragazzi sembravano degli sfigati un po' sbronzi, nel pieno stile delle prime bevute adolescenziali quando si vuole fingere di reggere l'alcool in maniera eccelsa. Il dettaglio che lo studente avrebbe dovuto notare era la totale assenza di ogni genere di alcolico. Non c'erano bottiglie di nessun genere, e l'unica cosa che i ragazzi stavano facendo era ballare in maniera molto dubbia attorno al fuoco cantando le canzoni dei boy-scout. Non sembravano proprio dei delinquenti insomma. Inoltre, con un po' di attenzione Kuwa avrebbe potuto notare che nei minuti successivi all'accensione del fuoco da parte dei ragazzi nell'aria c'era un nuovo odore, non identificabile nè come profumo di carne arrosto, nè come qualsiasi altro profumo mai odorato dal giovane.


    Cosa ne pensi ?

    Chiesi a bassa voce, in maniera che i due non potessero sentirci.



    Non tutto è come appare.
     
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4 replies since 24/9/2015, 17:08   67 views
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