Sentaku - La scelta

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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Sentaku - La Scelta

    Il ritorno dell'Hachibi



    Me ne occuperò io. Dissi secco, senza lasciar tempo all'impiegato otese di replicare. Ma, Mizukage-sama, sono certo che l'amministratore Yakushi sarà lieto di occuparsi della questione dell'Hachibi! Questa è una faccenda che riguarda Oto.
    Questa è una faccenda che riguarda un mio allievo puntualizzai secco, battendo impazientemente un dito sul braccio. L'Amministratore Yakushi sarà felicissimo di sbolognare ad altri una grana del genere, soprattutto gratuitamente. Sì mettilo pure per iscritto, Kiri ed il Mizukage non richiedono nemmeno un soldo, un Ryo, un attestato di sitma, un ringraziamento, un mazzo di fiori o un portachiavi. Nulla.
    ... Sta scherzando? Sul metterlo per iscritto? Per niente, avanti. lo faccia. Gli riporto l'Hachibi ed il Jinchuuriki, ma voglio occuparmene io.
    L'uomo era decisamente sorpreso e dopo essersi scusato scomparve dietro una porta. Rimasti dinanzi la sua scrivania seduto nervosamente, rimuginando su quanto era accaduto.


    Le voci erano inquietanti. Il Jinchuuriki dell'Hachibi, nonché mio ex-allievo Jyazu Yama era impazzito. Alla guida di un gruppo di dodici nukenin aveva insediato un villaggio al confine tra il Paese del Fuoco e quello dell'Erba, scacciando la popolazione maschile. Le storie che andavano susseguendosi erano così raccapriccianti da lasciarmi interdetto al punto tale da farmi agire prima che Oto solo pensasse di fare una mossa.
    Jyazu Yama sarebbe tornato ad Oto, ed i poteri dell'Hachibi non sarebbero stati sfruttati per certi atti talmente deplorevoli da lasciarmi basito. Io, che di orrori in vita mia ne avevo visti molti e vari.
    Così ero andato in Accademia - certo che ad Oto sarebbero successi più casini che altro - a comunicare le mie intenzioni ricevendo come risposta dapprima un secco "no, è una questione di Oto" che aveva trovato una forza inamovibile.
    Io mi sarei occupato delle idiozie dei miei allievi, a costo di riportarli a casa loro a suon di calci nei denti. Nessun altro.

    L'uomo tornò, sospirando, mettendomi dinanzi alcune carte (la mia dichiarazione di poco prima estesa e verificata, con l'assicurazione che avrei riportato l'Hachibi indietro ad Oto) Le firmi. Lo feci senza fiatare, rapidamente. Bene, questa è fatta. Dovrà portare almeno due Shinobi di Oto con se, Mizukage-sama. Un Genin ed un Chunin. Sta bene, ma credi che loro possano impedirmi di fare qualcosa, qualora volessi fare qualcosa? L'impiegato si strinse nelle spalle, come per dire "così vanno le cose".





    Kamine Ashimi e Shiuncolored, apparentemente senza cognome, erano i due Shinobi otesi scelti per quell'incarico. Ad essi fu comunicato chiaramente lo scopo della missione: recuperare il Jinchuuriki di Oto che aveva deciso di vivere nell'illegalità, assicurandolo alla giustizia.
    Shi era un ragazzo sui ventitré anni ma che sembrava dimostrarne almeno due in meno. Il volto liscio ed i capelli disordinati, con un ciuffo bianco dritto sulla fronte gli donavano un aspetto da teppista senza nulla di meglio da fare che importunare la gente. Anche quel suo sorriso strafottende che aveva perennemente stampato in faccia sembrava dire la stessa cosa.
    Shi, tuttavia, al contrario di quanto si potesse pensare era uno Shinobi qualificato e patriottico, che portava con orgoglio il simbolo di Oto sulla sua fronte. Yo, Kamine? Avrei preferito una cena con te che una missione. Avevo detto "qualificato", "patriottico", mica "educato ed appropriato".
    Quella fu la reazione di Shi quando vide Kaime la prima volta. La bella ragazza Otese lo aveva colpito immediatamente, nonostante fosse una mattinata estiva col cielo plumbeo e che prometteva pioggia ed un viaggio fastidioso e che aveva intinto tutte le cose in un triste grigio pallido che sembrava aver succhiato via i colori dal mondo.
    Finita questa missione che ne dici di una cena, davvero? Disse scherzoso, o serio, non lo si poteva dire, Shi iniziando ad incamminarsi seguito dalla ragazza verso ovest ed il luogo d'incontro.




    Il luogo di incontro fissato con i ninja partecipanti a quel recupero era una collina localizzata ad una ventina di chilometri a sud del villaggio, in pieno territorio del Paese del Fuoco. Io andai circa dodici ore prima l'ora fissata e con un certo anticipo mi raggiunse il primo componente di quella missione: Kin Kurogane, esperto di sigilli e con una capacità quasi leggendaria nel bloccare cose ben più grandi di lui.
    Se Jyazu avesse deciso di liberare il demone, o se il demone avesse deciso di liberarsi da se dovevo avere un minimo piano di riserva. Ed il piano di riserva era la Reliquia.
    Una grossa giara, che insieme alla bravura di Kin avrebbe di certo facilitato molto eventuali operazione di confinamento del demone. Avrei riportato ad Oto il Bijuu, nel suo Jinchuuriki oppure in una enorme giara.
    Mizukage-sama. Mi salutò Kin, posando sul terreno lo strumento. Non poteva essere confinato in un normale rotolo, bisognava necessariamente trasportarlo a mano.
    Kin, sei in anticipo. Ho calcolato male i tempi. Rise, una risata fragorosa e rumorosa, degna dell'enorme uomo che era: un torace che sembrava un enorme barile, un addome grande ma magro e due grosse braccia che sembravano poterti frantumare le ossa senza problemi.
    Crede davvero che servirà questa? Colpì con un calcetto la Giara ed io mi strinsi nelle spalle. Se evitiamo l'approccio inutilmente violento e diretto no. Prendiamolo e rapiamolo, poi lo metti a dormire.
    Spero proprio di non doverla usare, Mizukage-sama. Oh cazzo, già c'è lo Yonbi troppo libero, ci mancava questa! Annuì con fare grave, dunque chiusi gli occhi, immergendomi nel mio mondo interiore e poi più in basso, in una dimensione più profonda cui solo i Jinchuuriki più esperti potevano accedere. [Abilità]Mondo Profondo dei Bijuu
    Speciale: L'utilizzatore ha accesso al mondo profondo dei Bijuu. Può comunicare liberamente con tutti i Bijuu non sigillati dentro un Jinchuuriki e con il suo, che saranno presenti in questo mondo. Potranno essere presenti Bijuu sigillati ed i rispettivi Jinchuuriki se accedono al Mondo Profondo. Se si trova nel Mondo Interiore di un Jinchuuriki può trasportare il Jinchuuriki o il Bijuu nel Mondo Interiore se consenzienti. Non consente azioni sleali o antisportive. L'utilizzatore sarà visto in maniera generalmente amichevole dai Bijuu. Non influenza l'aggressività del Bijuu nel mondo esterno.
    [Richiede Chakra del Demone V]
    [Da Jonin in su]


    Ero sopra Chomei e in quel piano dimensionale esistevano in tutto cinque Bijuu oltre Chomei. L'Ichibi, il Nibi, lo Yonbi, il Gobi ed il Rukobi. Il fatto che l'Hachibi non fosse lì stava a significare che Jyazu era ancora il suo Jinchuuriki.
    Oh, Chomei, hai portato il tuo padrone? Disse Son Goku. Lo Yonbi era decisamente furioso per gli ultimi avvenimenti. Non mi lasciai scuotere dall'insulto, ma Chomei non dovette prenderla benissimo.
    Sta zitto, scimmione. Lo apostrofò. Chomei era uno spirito libero ed immortale che aveva deciso di condividere con me corpo e potere. Era stata una sua scelta, eppure dirgli che aveva un padrone era offensivo sia per me che per lui. Ma non ero lì per arguire con lo Yonbi.
    Lascialo stare Chomei, è incazzato in questo periodo. La voce roca del Nibi raggiunse il mio orecchio. Lo Shichibi parve calmarsi. Cosa vi porta qui giù?
    Il Jinchuuriki dell'Hachibi sta facendo un casino tremendo, credo che stia perdendo il controllo... o lo spero, perché non mi spiego come sia potuto diventare così. Volevo controllare se l'Hachibi era qui.
    No, è qui, come puoi vedere. Rispose l'Ichibi, quasi pigramente.
    Sempre intenzionato a non dirci dove sei, Shukaku? L'Ichibi rise e quella fu la sua risposta.




    Riemersi da quella strana dimensione, rassicurato che l'Hachibi fosse ancora legato a Jyazu. A quel punto dovevamo attendere ancora gli Otesi.




    All'arrivo degli Otesi il tramonto era vicino. Era ciò che avevo sperato: condurre l'operazione al buio. Oltre ciò, il cielo era nuvoloso e diversi tuoni minacciavano un temporale. La pioggia ed i tuoni avrebbero maggiormente coperto i nostri rumori, le probabilità di riuscita di quell'operazione erano aumentate di poco.
    Erano comunque ottime, quantomeno data la mia presenza, tuttavia non riuscivo a sentirmi del tutto certo. Un velo d'inquietudine mi ottenebrava il cuore e desideravo sapere l'Hachibi ad Oto il più presto possibile.
    Oh, salve! Siamo in tempo? Io sono Shi, solo Shi. Questa qui invece vuole spezzarmi il cuore. Disse indicando Kamine.
    Il Mizukage? Wow, che figata. Disse Shi ed io scossi il capo, sperando che quelle inutili ammirazioni finissero presto. Non ero dell'umore adatto.
    Niente di che Shi. Lui è Kin. La missione che vi è stata comunicata è abbastanza lineare: il Jinchuuriki dell'Hachibi è impazzito. Sono giorni che stupra donne con i suoi amici in un piccolo villaggio di poche case, non distante da qui. Lo prendiamo e lo riportiamo ad Oto. Strinsi le braccia al petto. Dubito che sia uno Shinobi in grado di creare grossi problemi, persino con l'aiuto del demone. Ma potremmo trovarci in svantaggio numerico e sopratutto, lui potrebbe perdere la calma... ora, non è una novità, qualsiasi Jinchuuriki quando utilizza i poteri del demone impazzisce di rabbia se inesperto. Ma se il demone prende possesso del corpo del Jinchuuriki può spezzare il sigillo e liberarsi... e vi assicuro, quello non è uno spettacolo a cui vorreste assistere. Figo! Per niente. Avete domande sul da farsi?


    Post di presentazione, dal prossimo entriamo più all'azione. Sei liberissimo di gestire una eventuale interazione con Shi qualora ti interessasse averne una durante il viaggio.
     
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    Si rivoltò ancora una volta sul letto, crogiolandosi nelle fresche lenzuola. L'afosa estate otese aveva deciso di dare un'improvvisa tregua con un'improvviso ingrigimento del cielo, che abbassò la temperatura quel tanto che bastava a Kamine per giacere pigramente sul proprio giaciglio senza paura di finire in un bagno di sudore. Pregustava già la dolce prospettiva di una mattinata dedicata esclusivamente all'ozio fino all'ora di pranzo, quando sentì bussare alla porta. Ricordandosi che la madre era già fuori di casa, si costrinse ad alzarsi per aprire la porta, infilandosi velocemente una larga maglietta per coprirsi.

    Si trovò di fronte ad una donna, vestita semplicemente e con il coprifronte del Suono in bella mostra.

    Kamine Ashimi? Deve immediatamente recarsi in amministrazione per una missione della massima importanza.

    Rimase per un attimo sorpresa dalla richiesta e dal tono vagamente allarmato della donna.

    Ah, si, il tempo di vestirmi e arrivo... E addio dolce far niente. Tra quanto mi aspettano?

    Subito. Immediatamente. La aspetto qui fuori per accompagnarla. E mi è stato ordinato di dirle che deve presentarsi pronta per partire non appena avrà ricevuto le consegne.

    Per partire non app...si può sapere di cosa si tratta? La donna mostrò una punta d'impazienza.Sto solo eseguendo degli ordini, Ashimi-san e le mie consegne sono queste, non so altro a parte che mi è stato ordinato di portarla immediatamente in amministrazione. Immediatamente? Immediatamente. E immediatamente...posso almeno vestirmi o volete che mi presenti mezza nuda? ...faccia in fretta. Sarò qui ad attenderla.

    Kamine chiuse la porta facendo sparire dalla propria vista la donna, prima che potesse risponderle in maniera ben poco garbata. Velocemente indossò la propria tenuta da ninja, legando il coprifronte col simbolo del suono all'altezza della vita. Dall'armadio estrasse l'equipaggiamento che teneva pronto per casi come quello, infilando nello zaino un paio di vestiti di ricambio, in caso fossero serviti. Fece per uscire, quando si diresse verso la cucina. Scrisse su di un foglio "Missione urgente, non so quanto ci vorrà" e lo lasciò sul tavolo da pranzo, per poi uscire ed avviarsi verso l'amministrazione insieme alla simpaticissima donna.


    [...]

    Rispose con un cenno del capo e un mezzo sorriso al ragazzo che stava in piedi accanto a lei a ricevere le istruzioni sulla missione, tale Shi, chunin di Oto, convocato anche lui con la massima urgenza. Ai due venne riferita finalmente la missione, recuperare il jinchuuriki di Oto, Jyazu Yama. Kamine fece mente locale per recuperare le informazioni che possedeva sui jinchuuriki e sui bijuu, ma a parte una conoscenza teorica sul fatto che un demone venisse legato in maniera quasi simbiotica ad un ninja per donargli un gran potere e che perciò tali demoni venissero trattati dai villaggi che li possedevano come delle risorse preziosissime, dovette ammettere a sé stessa che non conosceva poi molto della questione.

    Yo, Kamine? Avrei preferito una cena con te che una missione. La kunoichi rispose semplicemente con un sorriso e una risatina a voler dire tutto e niente, mentre i due uscivano dall'amministrazione.


    Finita questa missione che ne dici di una cena, davvero? Attraversando uno dei gate di Oto, Shi ripartì all'attacco, ma Kamine non seppe discernere se stesse scherzando o meno. Sorridendo ancora, rispose Shi-san, pensiamo prima a finire la missione...anzi, a cominciarla, dato che dobbiamo ancora partire a tutti gli effetti. Teneva un tono il più amichevole possibile, dato che non aveva di certo intenzione di cominciare una missione infastidendo un suo diretto superiore. Per quanto riguarda la cena comunque, ne riparleremo più avanti, a meno che parlarne ora non sia un ordine di un superiore...


    [...]

    Il viaggio non offrì molte occasioni per parlare, viste le pressanti scadenze da rispettare: dovevano arrivare ad una collina ad ovest del paese del Fuoco il prima possibile. I due del Suono raggiunsero la propria meta mentre il sole cominciava a calare ad ovest, ad attenderli due ninja, uno dei quali venne immediatamente identificato da Kamine come il Mizukage, che aveva visto alla festa della fondazione poco tempo prima. Mizukage-sama, sono Kamine Ashimi...salutò chinando il capo verso il kage, gesto che ripetè quando venne introdotto anche l'ultimo componente di quel gruppo, tale Kin.

    La missione che vi è stata comunicata è abbastanza lineare: il Jinchuuriki dell'Hachibi è impazzito. Sono giorni che stupra donne con i suoi amici in un piccolo villaggio di poche case, non distante da qui. Lo prendiamo e lo riportiamo ad Oto. Il voltò di Kamine venne solcato da una smorfia di disgusto e disapprovazione, che sperò di essere riuscita a mascherare in tempo. Vivere ad Oto l'aveva certo resa meno impressionabile di altre sue pari, ma ciò non significava che alcuni argomenti non le facessero più alcun effetto.

    Dubito che sia uno Shinobi in grado di creare grossi problemi, persino con l'aiuto del demone. Ma potremmo trovarci in svantaggio numerico e sopratutto, lui potrebbe perdere la calma... ora, non è una novità, qualsiasi Jinchuuriki quando utilizza i poteri del demone impazzisce di rabbia se inesperto. Ma se il demone prende possesso del corpo del Jinchuuriki può spezzare il sigillo e liberarsi... e vi assicuro, quello non è uno spettacolo a cui vorreste assistere.

    Quantomeno se vogliamo restare vivi, suppongo.

    Avete domande sul da farsi?

    Kamine meditò un secondo prima di prendere parola.

    In effetti vorrei qualche delucidazione...se permettete, ovviamente.

    Esattamente, come dobbiamo riportarlo ad Oto? Mi sembra chiaro che la volontà di tutti sia quella di riportarcelo con le buone, ma nel caso fossimo costretti ad usare le cattive...quanti e quali danni possiamo infliggere all'obiettivo? E quale comportamento dovremmo tenere nel malaugurato caso in cui il demone riesca a liberarsi? Suppongo che in quel caso la priorità passi ovviamente ad affrontare il demone e lasciar perdere Jyazu Yama, almeno per il momento, ma dato che il demone è comunque una preziosa risorsa di Oto e dell'Accademia, dovremmo tentare di preservarlo, piuttosto che attaccarlo e distruggerlo, ammesso che sia possibile farlo. Deduco che quella, e si voltò verso la grossa giara vicino a Kin giocherà un qualche ruolo all'interno della faccenda...quindi dovremo pensare anche a portarla vicino all'obiettivo? Perdonate le numerose domande, ma preferisco non averne da fare mentre siamo in azione piuttosto che fingere di saperla lunga e trovarmi in difficoltà dopo. La kunoichi tenne un tono diplomatico durante il discorso, guardando alternativamente Itai e Kin, cercando risposte.
    Inoltre...un dubbio che mi è appena sorto...possiamo dividere il demone dal jinchuuriki al momento? Suppongo che sia in teoria possibile, con gli strumenti adeguati, ma farlo qui sul campo è fattibile, in caso fossimo costretti a dover eliminare Jyazu?



    Legenda
    Narrato
    Parlato
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    Jyazu Yama



    Desclaimer: questo post può contenere linguaggio e scene non adatte ad un pubblico minorenne.


    Oh, l'ordine di un superiore, questa devo giocarmela prima o poi! Disse Shi, battendo un pugno sul palmo dell'altra mano quasi avesse avuto un'epifania. Non diede quell'ordine, forse Shi era semplicemente troppo simpatico.




    Kamine Ashimi, la Genin di Oto che mi avevano "allegato" per fare quella missione assieme ad un ragazzo troppo incosciente ebbe alcune domande interessanti, il che lasciavano supporre che non volesse lasciare nulla al caso. Avrei avuto venti chilometri per chiarire alcuni dettagli, ma dato che li aveva chiesti decisi di spiegare tutto immediatamente. Non conoscevo la topografia del villaggio, per cui dovetti mantenermi sul generico riguardo i piani.
    Vivo, Kaime. Un Jinchuuriki morto non è un Jinchuuriki, il demone scompare con lui per poi riapparire da qualche altra parte. Puoi fargli tutti i danni che vuoi, purché respiri. Se respira e gli batte il cuore, vive, altrimenti muore. Il concetto era assai semplice dopotutto Se il demone riesce a liberarsi, voi due... indicai Kamine e Shi Dovete scappare. E non sto scherzando, non ci sarebbe assolutamente nulla che potreste fare. Ammesso e non concesso di riuscire a sigillarlo qui dentro indicai la giara Vi schiaccerebbe come insetti. Io posso resistergli un po', la giara faciliterà il sigillo ma non è detto che tutto vada come deve andare, nel caso dunque saremo costretti a tornare con i rinforzi e l'artiglieria pesante. Per sigillare il demone la giara dovrà rimanere entro una sessantina di metri. Kamine, Shi, ho la vostra parola che se il demone dovesse liberarsi scapperete? Gli eroismi sono inutili in questa situazione.
    Shi mi lanciò un'occhiata in tralice, non molto convinto ma annuì. Riguardo il dividere il demone.. Tu che dici, Kin? domandai. L'esperto in quella materia era lui del resto.
    Posso, ma mi ci vorrebbe molto tempo e dovremmo metterlo k.o. Oh, tranquilla ragazza mia, dubito che Oto gli lascerà comunque quel demone in corpo. Fece una tetra risata per chiudere la risposta.

    Dal cielo cadde una goccia di pioggia, mentre ci accingevamo a partire.





    [Al Villaggio]

    Jyazu Yama sedeva nella grande casa un tempo appartenuta al capovillaggio. L'ampio salone delle udienze, in grado di contenere tutto il villaggio seduto se necessario, era divenuto il salone dello stupro. Sedeva in maniera scomposta sulla pedana rialzata del capovillaggio, bevendo da un boccale di vetro grosse quantità di birra, lasciando che cadesse sulla gola e sulla maglia. Al suo fianco una donna rimaneva in piedi, quasi atterrita. Non era che una ragazzina di sedici anni dai capelli rossi e la pelle diafana, con una spruzzata di lentiggini sul viso. La sua bellezza era però rovinata dal labbro inferiore tumefatto, un occhio gonfio e livido. Le braccia scoperte erano ricoperte di segni lividi di varia natura: alcuni sembravano essere stati fatti da pugni, altri da strumenti rigidi data la forma.
    Nella sala c'erano altre tre presone che bevevano, giocando ai dadi, urlando ed insultandosi. La quarta invece aveva atterrato una giovane urlante, sollevandola sulla pancia per poi alzare le vesti fino ai fianchi. L'uomo si distese su di lei con violenza e spinse, ed ogni spinta era un urlo e ad ogni urlo la ragazza dai capelli rossi si scuoteva e calde lacrime scendevano dalle sue guance.

    La ragazza stuprata aveva i capelli rossi. Proprio come lei.

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    Che c'è, non sei contenta che tu e la tua sorellina siete state finalmente unite nel destino? Allungò una mano e strinse un gluteo della giovane che in un primo momento si ritrasse, ma poi rimase lì, forse memore di crudeli punizioni.
    Per favore... basta... usate me... lei è innocente... Disse in un soffio la povera ragazza, mentre Jyazu si muoveva sulla sedia.
    Innocente? Da come urla, direi non più AHAHAHAHAHAHA dunque si leccò le labbra, mentre i suoi occhi neri assumevano un colorito più bianco. Sono eccitato.
    La ragazza prese a tremare, ma le gambe non arretrarono. Jyazu, con una lentezza quasi studiata per offrire la massima sofferenza possibile si tolse la pesate cintura e si calò i pantaloni. Dunque alzò i suoi orribili occhi verso la ragazza.
    In ginocchio. Ordinò, secco. La ragazza pianse, ma obbedì. Jyazu le afferrò i capelli e le abbassò la testa.

    Solo altro sangue ed altri disgusto avrebbero accompagnato i giorni di quelle ragazze, fino all'inesorabile fine.

    Fuori pioveva, ed i tuoni nascondevano i tristi presagi del futuro.





    [Sul tetto]


    Giunti al villaggio notai che non c'era nessuno in giro. Grazie alle mie abilità di sensitivo potei notare come vi fossero diverse fonti di chakra, almeno una trentina. Di esse tuttavia solo tredici erano più forti e di queste cinque erano riunite nel grande edificio centrale che si apriva nella ampia piazza del piccolo villaggio. Altre otto erano in dei casolari, mentre quelle minori erano divise nei casolari dove c'erano le fonti di chakra più forti, nel grande edificio ed infine tutte le altre stipate in uno spazio angusto in un edificio adiacente a quello centrale. Quando ebbi finito di analizzare la situazione la esplicai ai tre.
    La pioggia era incessante e fastidiosa e le stradine sterrate del villaggio trasformate in una fanghiglia putrescente. Eravamo nascosti in un piccolo boschetto a non più di mezzo chilometro dal piccolo aggregato di case, certi che nessuno potesse vederci o sentirci a tale distanza.
    Probabilmente tengono i prigionieri rinchiusi in una casa subito adiacente a quella grande al centro. Alcuni però sono con loro. Cinque nell'edificio centrale, altri otto negli altri... non so dove sia Jyazu, ma proviamo a controllare se si trova in quello centrale, sembra il posto più probabile.

    Così, furtivamente, lasciammo il boschetto coperti dal suono della pioggia e ci avvicinammo al villaggio. Dietro la grande feci cenno dapprima a tutti di fermarsi, dunque di arrampicarsi in alto. Col chakra adesivo era facile, diedi per scontato che Kamine ne fosse capace. Errore. Fortunatamente Shin se ne accorse prima di me.
    Salta su carina sussurrò appena udibile, con la voce nascosta dalla pioggia. In pochi istanti fummo tutti e quattro sul tetto ed una finestra in alto posta sulla fiancata mostrava chiaramente cosa stava accadendo all'interno.

    Vidi chiaramente, così come lo videro gli altri, cosa accadde. Vidi come quella ragazzina venne presa con violenza e ciò che fece Jyazu dopo. Il suono della pioggia ed il tuonare nascondevano le urla, ma potevo udirle con estrema chiarezza. Volevo aspettare che si addormentassero, ma non fa niente. Kin, con me, appena caliamo in basso stendo quello che sta stuprando la ragazzina, tu trattieni gli altri mentre io sistemo Jyazu. Non dovrebbero essere un problema per te, e ti fornirò supporto. Shin, Kamine, voi due scendete di qui ed entrate nell'edificio sulla sinistra, lì ci sono molti prigionieri. Liberateli, fateli andare via verso il bosco e coprite la loro fuga, non permettete che qualcuno li segua ok? Non avrei permesso che quelle violenze fossero perpetrate ulteriormente. Non fate caos. Dunque mi morsi un dito ed eseguii due volte la tecnica del richiamo. La prima volta evocai Yogan, un'enorme dragonessa lunga quaranta metri, ma lo feci nella sua forma umana così si presentò una ragazzina di tredici anni dai fiammanti capelli rossi. Subito dopo, Sojobo, il Re dei Tengu, un essere dalla pelle scarlatta, alto due metri e con due grandi ali da corvo.
    Yogan, Sojobo-san quando scenderemo di qui aiutate Kin a mettere fuori gioco quei tre... Inizia a richiamare il potere di Chomei, ed inizia a trasformarmi solo parzialmente, lasciando che alcune delle ali del Bijuu apparissero in forma ridotta dietro la mia schiena, così da potermi librare in volo. Andiamo.

    Attesi che Kamine e Shin scendessero, contai un minuto dopodiché posai la mano che portava Ryuuga sul vetro. Lo strinsi, caricai il pugno ed attesi il primo lampo. Un secondo dopo frantumai il vetro con un unico colpo, coperto dal rombo del tuono, calando in volo direttamente sull'uomo che stava stuprando la ragazzina, Garyuka in mano.
    La spada zampillò rossa di sangue un istante dopo. La gola dell'uomo spurzzò sangue alla povera ragazzina che urlò e scostò il cadavere dell'uomo, fuggendo in lacrime nell'angolo più lontano da quella scena. Alle mie spalle Kin, Sojobo e Yogan se la stavano vedendo con quei tre e la questione non era destinata ad andare troppo per le lunghe.

    Feci sparire le ali e mi voltai verso Jyazu, preso da un forte godimento. La ragazzina mugolava e piangeva senza poter parlare, inginocchiata davanti le sue gambe, con lui che le teneva i capelli rossi tra le dita per spingerla contro di lui. Aprì gli occhi e vidi che c'era qualcosa di estremamente sbagliato in loro.
    Oh oh... il mio... vecchio sen.. sen... aaah.. sei! Strinsi la spada tra le mani e non dissi una parola. Nella mano sinistra Jyazu fece comparire un coltello che puntò contro la gola della ragazza, ma non la alsciò stare costringendola a soddisfarlo ancora, ed ancora. Anche qualora fossi stato estremamente veloce la ragazza sarebbe morta. Che dici, sensei.. aspetti che un uomo s... soddisfi i suoi bisogni pri.. prima? Fece un respiro intenso e carico di goduria.
    Sei una delusione, Jyazu dissi gelido, mentre venivo affiancato da Kin, Yogan e Sojobo. Lasciale stare ora, e può farsi che ti lasci vivere dopo di questo.
    Oh.. credi che io ci caschi.. io ti servo vivo... vi serve l'Haaach AHIA MALEDETTA TROIA! Jyazu sollevò la ragazza per i capelli e le diede un sono ceffone, mandandola lontano da lui. Si udì un rumore di denti che cadevano. TI FACCIO VEDERE IO BRUTTA TROIA, TE LI STRAPPO UNO AD UNO QUEI CAZZO DI DENTI DI MERDA




    La casa era protetta da un lucchetto resistenza, ma certamente non indistruttibile. Qualora Kamine non fosse riuscita a distruggerlo Shin ci avrebbe pensato, spaccando il lucchetto con un netto colpo di Katana, per poi entrare. La situazione all'interno era quasi disumana: una moltitudine di donne (non c'era nessun uomo e nessun bambino) erano ammassate li dentro. C'erano anche tre cadaveri, sempre di donne, gonfi e fatiscenti. C'era un odore che appestava l'aria e faceva salire il vomito e tutte quante quelle povere persone sembravano essere spaventate a morte.

    Qualora Kamine e Shin fossero riusciti a farle uscire senza farle urlare, con calma, nulla avrebbe impedito a quella moltitudine di anime ferite (rincuorate nel vedere una donna) di scappare via verso il boschetto. La pioggia era incessante, il temporale era tremendamente forte. Gli ordini avrebbero voluto che Kamine e Shi coprissero la fuga di quelle donne se nonché proprio l'ultima di loro, una signora sulla quarantina dai capelli rossi striati di bianco, pallida e smunta si aggrappò a Kamine con entrambe le braccia piangendo e sussurrando preghiere.
    Le mie figlie le mie figlie le hanno prese... ti prego ti prego salvatele, le mie bambine... e pianse dipserata.

    Proprio in quell'istante si udì un botto tremendo, una vera e propria esplosione uscì dal grande edificio. La porta di legno ne fu divelta a ne uscì un'essere avvolto in un chakra scarlatto sagomato come la forma del'Hachibi: otto code e due corna. Ne uscii poco dopo con un balzo, brandendo Garyuka nella mano destra. Kin mi seguì, con la giara in mano. Kamine, Shi li avete liberati?? domandai. Jyazu era circondato: Sojobo e Yogan erano sopra di lui, Kin dietro ed io dinanzi. Nemmeno un istante dopo e diversi uomini uscirono dalle baracche limitrofe riversandosi nella piazza. Erano otto in tutto, armati di wakizashi, dadao, katane ed altre lame di vario genere. Sensei, sensei, sensei... credi davvero che mi lascerò prendere così facilmente? AHAHAHAHAHAHAHA FOLLE! E si scagliò con un salto verso Kin il quale tentò di schivare il colpo ma venne azzannato da Jyazu che come una bestia strinse i denti attorno al braccio del Jonin di suna, strappandoglielo via all'altezza del gomito.

    Merda. Dissi, lanciando poi un'occhiata a Kamine e Shi. Scattai verso Jyazu e gli tirai un pugno così forte da allontanarlo da Kin che aveva posato già la mano sulla ferita, iniziandosela a richiudere autonomamente. Ho bisogno di tempo! Kamine, Shi, Yogan, Sojobo, coprite Kin! Io affronto Jyazu! E così richiamai ancora una volta i poteri del demone, assumendo la stessa forma che stava utilizzando Jyazu [Tecnica]
    Mezzo-Demone
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può ricoprirsi con uno spesso strato di chakra del demone. L'utilizzatore ha un miglioramento del colpo senz'armi e della difesa naturale fino a 10 per livello della tecnica speciale. Mantenere la tecnica richiede uno slot tecnica avanzato. Se attivato al III livello, si attiva automaticamente la Furia del Demone.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 3 / Consumo: Basso ogni 5 di potenza - Mantenimento: metà dell'Attivazione)
    [Richiede Chakra del Demone III]

    [Da chunin in su]
    , per poi scagliarmi su di lui.

    Dal punto di vista più logico, Jyazu non aveva possibilità contro di me. Ma Kin aveva bisogno di tempo per non morire dissanguato e Kamine e Shi dovevano concederglielo.

    Gli otto uomini si scagliarono contro di loro. Uno di essi cercò di colpire Kamine con colpo di Katana discendente dal basso verso l'altro, ma Shi si frappose con la sua. Lascia stare la donzella! urlò. La sua pelle era torrida: l'Adrenalina scorreva in lui ed era una vera e propria bestia quando accadeva [Manipolazione Ormonale].
    Ecco, prendi Kamine! disse il ragazzo colpendo il braccio di Kamine con l'unghia dell'indice della mano destra, iniettandole direttamente adrenalina. Kamine avrebbe sentito il suo cuore battere velocisissimo, il respiro accelerare ed una rabbia immotivata (seppur non estrema) impossessarsi di lei, spingendola ad attaccare. Ma prima avrebbe dovuto difendersi: due degli uomini usciti dai casolari erano diretti proprio contro di lei. Uno la attaccò con un fendente obliquo dalla spalla destra al fianco sinistro, con una katana [Azione], l'altro invece urlando furioso si gettò contro lei brandendo due dadao per mano, cercando di infilarli entrambi nel collo di Kamine dopo un rapido balzo in avanti subito consecutivo al primo attacco [Azione]. Dunque Kamine avrebbe potuto contrattaccare, ma doveva stare ben attenta, giacché probabilmente mai prima di quel momento aveva combattuto sotto un influsso rabbioso così potente.

    Kin, alle loro spalle, continuava a curarsi. La giara, abbandonata dietro di lui, colpita dall'acquazzone era ancora intatta.


    In maniera indiretta, passiamo a giocare con la furia :sisi:
     
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    Uccidere il Jinchuuriki sarebbe stato quindi inutile, come spiegò il Mizukage, cosa che la kunoichi aveva già immaginato. Un po' inaspettata per la ragazza, arrivò invece la parte aggiuntiva del discorso di Itai Nara. I due di Oto avrebbero dovuto promettere che, in caso il demone fosse riuscito a liberarsi, sarebbero scappati, evitando "eroismi inutili". Non proprio quello che Kamine si aspettava da una missione, ma una voce nel retro della sua testa le diceva che era la cosa più sensata (nonchè l'unica a parte lasciarsi massacrare) che avrebbe potuto fare. Si voltò verso Shi, che con poca convinzione annuì verso il kiriano. Kamine intuì che il chunin stava attraversando questioni interne simili alle sue.

    Beh, suppongo che se un demone venisse liberato, qualcuno dovrebbe al più presto andare ad avvisare i villaggi più vicini...Oto e Konoha. Disse la ragazza, cercando di restituire un po' di virtù a quella che, eventualmente, sarebbe stata solo una ritirata priva di molto valore.

    Kin rispose all'ultima domanda di Kamine, prima che il gruppo si mettesse in marcia, mentre apparivano le prime avvisaglie di pioggia.

    [...]

    Il Mizukage condusse il gruppo dentro un boschetto dal quale si poteva intravedere il villaggio, per poi procedere a quella che si rivelò essere un'approfondita analisi a distanza della situazione, resa possibile dalla capacità di questi di percepire con precisione le fonti di chakra.
    La pioggia, cresciuta in intensità mentre il gruppo si avvicinava al villaggio, contribuì a rendere l'idea di calma apparente che traspariva. Nessuno percorreva le strade, che iniziavano a drenare con sempre crescente difficoltà l'acqua. Il gruppo raggiunse l'edificio centrale, dove era più probabile che l'obiettivo si trovasse.

    Lì, Kamine si trovò un'altra volta di fronte alla propria mancanza di abilità. I suoi tre compagni di viaggio erano infatti tutti capaci di utilizzare il chakra per aderire alla parete e scalarla come se niente fosse. Anzi, a voler essere sinceri, era Kamine a NON essere capace di farlo, poichè la pratica sembrava essere qualcosa di talmente mondano che nemmeno venne loro in mente che un ninja potesse non esserne capace. Shi fu il primo ad accorgersi della cosa ed offrì il proprio aiuto, che Kamine si sentì costretta ad accettare. Vergognandosi come una ladra, la kunoichi salì sulla schiena dell'otese, raggiungendo quindi il tetto e il resto del gruppo, che osservava l'interno della costruzione tramite una finestra.

    Attraverso il vetro, videro che le voci che li avevano attirati lì erano verità e le violenze si stavano consumando proprio sotto i loro occhi. Kamine tentò di mantenere inalterata la propria espressione, ma ad un occhio attento non sarebbe sfuggito il serrarsi della sua mascella e le nocche delle mani imbianchirsi per lo stringere dei pugni; la combinazione di oscurità e pioggia fece però sentire la ragazza al sicuro da ogni tentativo di indagine in tal senso.

    Itai diede ai due otesi l'ordine di liberare i prigionieri da uno degli edifici adiacenti, mentre lui e Kin si sarebbero occupati di Jyazu e dei suoi sottoposti. Prima che uno dei due potesse obiettare qualcosa sul fatto che si sarebbero trovati in inferiorità numerica contro cinque avversari, il Mizukage si morse un dito ed eseguì una tecnica usando il suo sangue come medium per...evocare una ragazzina? Kamine fissò la ragazzina per qualche secondo di più di quelli indicati dalle linee guida della buona educazione, mentre Itai evocava un altro...essere alato, con la pelle rossa, alto quasi venti centimetri più della kunoichi. E non solo, Itai fece spuntare sulle proprie spalle delle ali, giusto per mandare al diavolo ogni tentativo di Kamine di non mostrarsi sorpresa.

    In che diavolo mi sono andata a cacciare?

    La ragazza era in quel momento letteralmente immobile, con lo sguardo che saettava da Itai all'essere con la pelle rossa alla ragazzina, che Kamine ricordò chiamarsi Yogan (informazione che aveva acquisito durante la festa della fondazione, ma che non credeva di dover rimembrare durante una missione), chiedendosi se davvero quello fosse il suo posto.

    L'ordine del kiriano la risvegliò da quelle riflessioni, facendole sperare di non aver assunto un'espressione troppo stupida durante quei momenti. Shi dovette aiutarla anche a scendere, mentre i quattro rimasti sul tetto si mettevano in posizione.

    Kamine e Shi raggiunsero la casa, sigillata da un lucchetto, che la ragazza prese ad esaminare. Si voltò verso il compagno di gruppo che, senza attendere le parole della ragazza, diede un colpo secco con la sua katana, facendolo saltare. La kunoichi assunse uno sguardo inquisitorio verso Shi, che semplicemente fece spallucce.

    Con la porta ora sbloccata, Shi fece per entrare, ma Kamine lo trattenne per un braccio.
    Forse è meglio che vedano una donna per prima...
    La ragazza aveva riacquistato un po' della propria finta scaltrezza sempre ostentata, mentre pronunciava quella frase.

    Spinse la porta ed un terribile odore la investì in pieno, costringendola a voltare la testa e chiudere gli occhi per un secondo. Quando riuscì a riprendersi dallo shock olfattivo, ebbe finalmente la possibilità di osservare l'interno della costruzione e la scena era anche peggio di quanto potesse ragionevolmente aspettarsi. Peggio che animali in una stalla, le donne del villaggio erano rinchiuse tutte lì dentro, abbandonate senza molta cura della condizione umana; a completare il tutto, dei cadaveri, vecchi evidentemente di giorni, appestavano l'aria già compromessa dalla presenza di tutte quelle persone chiuse in uno spazio tutto sommato troppo piccolo.

    Kamine tornò rapidamente a rivolgere la propria attenzione alle donne evidentemente terrorizzate, mettendo le mani avanti a sè cercando di far capire anche col linguaggio del corpo che non avevano nulla da temere da lei.

    State calme, siamo qui per aiutarvi. Non agitatevi, non dobbiamo attirare troppo l'attenzione. Io e i miei compagni vi porteremo fuori da qui, ma rimanete calme.

    Cercò di non sembrare più gentile che autoritaria, ma non voleva nemmeno perdere il controllo di una massa così grande di persone, il tutto mentre si sforzava di ignorare l'orrendo fetore che permeava l'aria.

    Ora dovrete andare verso il bosco, cercate di restare unite, vi scorteremo fuori dal villaggio. Purtroppo piove, non perdetevi di vista l'un l'altra.

    Avrebbe cercato di far uscire il più ordinatamente possibile le donne, mentre Shi fuori le avrebbe indirizzate verso il bosco, creando una fila almeno vagamente ordinata, cercando di sfruttare la pioggia come aiuto per la segretezza dell'operazione piuttosto che come un ostacolo. Ma Kamine era piuttosto sicura che in quella situazione, non avrebbero avuto molto da obiettare.

    Proprio alla fine della moltitudine che usciva, una delle donne afferrò Kamine disperata, in cerca di rassicurazioni sulla sorte delle proprie figlie. La kunoichi capì subito che parlava delle ragazze tenute nell'edificio principale.

    Se ne stanno occupando i miei com... Ma non fece in tempo a finire la frase, poichè un boato risuonò sopra le voci, mentre qualcosa di rosso che ancora Kamine non aveva messo bene a fuoco sfondò l'edificio. La kunoichi si rivolse verso le donne appena liberate gridando per sovrastare il frastuono e la pioggia.

    Scappate verso il bosco, ORA!

    Il tempo per la gentilezza era finito, ora si trattava di mettere chilometri tra di loro e gli uomini che le avevano imprigionate o tornare nello stato in cui versavano solo pochi minuti prima.

    L'attenzione della kunoichi tornò ad essere indirizzata verso l'essere che era praticamente esploso da dentro l'edificio. Il suo centro era evidentemente umano, ma circondato da un'energia rossastra che aveva preso le sembianze di...qualcosa con le corna e otto code. L'Hachibi. Kamine sentì il cuore cominciare a pompare più forte, mentre estraeva la wakizashi. Kin e Itai uscirono subito dopo, con quest'ultimo che chiese se la sortita dei due otesi avesse avuto successo.

    Kamine urlò Libere! con voce secca, mentre altri uomini uscivano a dare man forte a Jyazu, sbucando dagli edifici circostanti. Nonostante le due evocazioni del Mizukage, erano comunque in svantaggio numerico, contro un demone. Un demone che seppur accerchiato, come prima cosa, decise di attaccare Kin, riuscendo a strappargli via un braccio all'altezza del gomito, mentre Kamine e Shi si avvicinavano alla situazione.

    Fino a quel momento, quella era la scena più cruenta a cui la kunoichi avesse mai assistito e ci volle uno sforzo di volontà molto importante per non far cedere definitiviamente il proprio stomaco, già provato da tante situazioni che avevano portato a quel momento.
    CITAZIONE
    Kamine, Shi, Yogan, Sojobo, coprite Kin! Io affronto Jyazu!

    L'ordine del Mizukage era perentorio, Kin era troppo prezioso per la riuscita della missione per essere lasciato dissanguare. Il che faceva diventare loro più che sacrificabili, ma non fu una riflessione che la kunoichi fece in quel momento, poichè vide qualcosa che diede l'ennesimo colpo alle sue sicurezze: Itai stava utilizzando la stessa capacità del jinchuuriki, ma apparentemente senza perdere la calma come Jyazu. Era anche lui un jinchuuriki? Sentiva che la situazione era decisamente più grande di lei, una semplice genin finita in uno scontro tra demoni.

    Altra riflessione interrotta subito, dagli attacchi degli uomini. Uno di lorò mirò direttamente a Kamine, ma Shi intercettò l'attacco con facilità, anche lui visibilmente modificato da qualcosa, sembrava molto più animalesco che fino a pochi istanti prima. E dopo aver parato l'attacco, fece qualcosa che la ragazza non capì, ovvero la graffiò sul braccio con l'unghia.

    Che cazzo fai?! Quello che sarebbe sembrato un semplice dispetto, ebbe l'effetto di far alterare in maniera spropositata la ragazza, molto più di quanto avrebbe lei stessa ritenuto opportuno: improvvisamente ebbe voglia di rispondere a Shi con un pugno ben assestato su quella faccia da schiaffi. Ma che mi prende?

    Si accorse forse con un po' di ritardo dell'attacco di un uomo, ma riuscì a difendersi dall'attacco abbastanza agilmente, frapponendo la propria wakizashi alla Katana dell'attaccante [Slot Difesa 1] con un gesto quasi infastidito, che comunque la fece indietreggiare di un passo vista la potenza; prima che potesse contrattaccare però, un altro uomo la attacco, con quello che sembrò un attacco a tenaglia ma dalla velocità non indifferente. Kamine avrebbe, in un altro momento, potuto evitarlo facilmente, ma in quella situazione non potè fare altro che agire d'istinto ed alzare l'avambraccio sinistro a proteggersi il collo chinandosi leggermente in avanti, mentre con la destra stringeva la wakizashi che tentò di intercettare l'arma avversaria [Slot Difesa 2] ma vi riuscì solo parzialmente: mentre la wakizashi facilmente rese innocuo il colpo a destra, a sinistra l'avambraccio non fece che deviare il colpo, facendo strisciare il dadao sulla schiena di Kamine ferendola.

    Il dolore della ferita contribuì alla crescente ira della kunoichi, che ora aveva spostato il suo obiettivo sull'uomo che aveva appena osato colpirla. Kamine si spostò in avanti mettendo prima il lato sinistro davanti, come a voler dare una spallata al suo avversario, ma si fermò prima. La wakizashi si mosse veloce verso l'uomo, mentre Kamine piantava il piede sinistro a terra ed avanzava con la parte destra del corpo, mirando al petto. [Slot Azione 1]

    Se l'uomo fosse stato colpito o comunque fosse rimasto a portata d'attacco, Kamine avrebbe continuato l'attacco colpendo l'uomo con una ginocchiata sinistra diretta verso i suoi testicoli, concentrandosi per fare in modo che il colpo fosse particolarmente potente [Slot Azione 2]; la furia non era tanta da far dimenticare a Kamine cosa stavano facendo quegli uomini fino a poco prima. Ancora a portata, avrebbe poi completato la sua azione tentando velocemente di far penetrare la wakizashi tra il collo e la clavicola del suo nemico [Slot Azione 3].

    Se l'uomo fosse riuscito ad evitare l'attacco ed allontanarsi, la kunoichi avrebbe estratto due Kunai e glieli avrebbe scagliati contro, mirando ancora al busto. [Slot Azione 2] Avrebbe poi preso altri due Kunai per lanciarli verso l'uomo che l'aveva attaccata per primo [Slot Azione 3], prendendo poi un terzo Kunai nella mano sinistra, con lo sguardo carico d'odio che saettava da un uomo all'altro, in attesa dei loro attacchi, sotto la pioggia torrenziale, con Kin che dietro di lei si curava l'orrenda menomazione.

    Cercò nel proprio campo visivo anche Shi, per vedere se si fosse già liberato del primo assalitore, mentre arretrava leggermente verso Kin. [Slot Movimento gratuito]




    Caso I: Chakra Rimanente: 39,5 bassi | 10 kunai rimanenti

    Caso II: Chakra Rimanente: 40 Bassi | 6 kunai rimanenti

    Vitalità: 12/14



    Legenda
    Narrato
    Parlato
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    La giara in frantumi



    Kamine era diventata un fulmine furioso. Shi lo sapeva bene, e proprio per quel motivo che le aveva iniettato l'Adrenalina: voleva renderla più efficace in combattimento di quanto già non fosse, così da poterla proteggere il più possibile. Shi aveva visto le difficoltà di Kamine: non era riuscita ad arrampicarsi, non era riuscita a distruggere il lucchetto. Temeva che lei potesse essere troppo gravemente ferita in uno scontro diretto e per quel motivo le aveva dato una mano.
    Dopotutto lui aveva il dono di poter potenziare gli altri o se stesso, e non avrebbe certamente esitato ad utilizzarlo per aiutare una delle poche ragazze che non l'aveva trattato con disprezzo - nonché sua compaesana e compagna di missione, non dimentichiamocelo -.
    Così Kamine divenne una bestia in grado di uccidere l'uomo che si trovò davanti non prima di averli - letteralmente - frantumato i testicoli. Shi allora intervenne, stringendo rapidamente Kamine in una specie di abbraccio per poi iniettarle dentro abbastanza dopamina da farla calmare. La dopamina, così come l'adrenalina, era uno degli ormoni che era in grado di produrre e come due agenti antitetici erano in grado di annullarsi a vicenda. Così Kamine poté tornare normale.
    Tutti gli avversari giacevano morti. La ragazzina che Itai aveva evocato aveva un braccio sporco di sangue fino al gomito e guardava con disgusto l'uomo che aveva ucciso. La spada di Sojobo era sporca ed il suo avversario decapitato giaceva in ginocchio dinanzi al Re dei Tengu. Kin, dietro di loro, proseguiva con le cure. L'emorragia era arrestata. Si alzò, appena barcollante, ricevendo immediatamente il supporto di Shi.
    Oh, grazie ragazzo. Disse con voce appena stanza. Si riprese del tutto dopo alcuni istanti, dando prova di essere di fibra eccezionale. In lontananza si potevano ancora udire i suoni dello scontro tra il Mizukage e Jyazu Yama.




    Si potrebbe facilmente pensare che lo scontro fosse pari. Non era affatto così. Jyazu Yama giaceva disteso a terra, ancora avvolto dal chakra del demone, mentre io su di lui lo tenevo fermo con le ginocchia e con vigorosi pugni rivestiti di chakra lo colpivo in testa, sempre più deciso a farlo svenire.
    Kin avrebbe potuto curarlo. Jyazu non aveva mai realmente avuto una possibilità contro di me e stava facendo affidamento sul fatto che io non l'avrei mai di certo ucciso perché era mio interesse riportare l'Hachibi ad Oto. Era verissima quella cosa, ma ciò non significava che non potevo rompergli tutte le ossa del corpo e riportarlo ad Oto mutilato come meritava.
    Alla fine sia io che lui sciogliemmo le trasformazioni. Non avevo un solo graffio, quasi nessun segno di fatica, solo un'espressione accigliata. Jyazu, in compenso, era pesto e svenuto, respirava a fatica e dovevo portarlo da Kin per farlo curare prima che morisse. Lo afferrai per la collottola e lo trascinai nuovamente nella piazza centrale. Yogan mi venne incontro sozza di sangue altrui. I nemici erano morti e Kin sembrava star bene, per quanto amputato.

    Gettai Jyazu dinanzi a loro. Era tutto finito. Sistemato per le feste. Kin, evita che muoia, finché ci sono io starà buono buono. Complimenti ragazzi. Mi spiace per il tuo braccio Kin. L'uomo fece segno col baccio rimanente, come a dire che non gli importava affatto.
    Me ne farò fare uno nuovo, più figo, con una lama dentro. Kin sembrava proprio impossibile da abbattere, oltre che nel corpo, anche che nello spirito. Feci un mezzo sorriso. Dunque, mi rivolsi a Kamine e Shi.
    Andate a richiamare le prigioniere, dite loro che è tutto finito e fatele tornare nelle loro case... riesco a percepire gli ultimi codardi che scappano. Sojobo, Yogan, ve ne occupate voi?
    Yep! Dove stanno scappando? Disse la dragonessa.
    A sud.
    La ragazzina iniziò a volare, levitando e come un fulmine scattò, seguita da Sojobo veloce quanto lei. Non appena Kamine e Shi furono partiti, Kin iniziò la sua opera di cura.

    E tutto precipitò.




    Shi e Kamine erano a metà strada quando si udì un urlo bestiale. Udirono una specie di scoppio seguito da un ruggito ed il villaggio divenne improvvisamente insignificante. Una bestia alta quasi quaranta metri, un Ushi-Oni con otto code e due enormi corna pericolose comparve ed iniziò a devastare i tetti. Le tegole volarono via, seguite dalle travi e dai muri.
    Shi prese un polso di Kamine. Kamine, il demone! Urlò. Certamente le prigioniere potevano stare dove stavano: erano enormemente più al sicuro lontane da lì da quel momento in poi. Io vado, tu non seguirmi, è troppo pericoloso. Shi non sembrava spaventato.
    Qualcosa nei suoi occhi brillava.
    Iniziò a correre verso il villaggio, troppo veloce affinché Kamine potesse raggiungerlo. Ma poté udire delle parole mentre correvo. E se sopravvivo dovrai uscire con me, è un ordine!
    Stava a lei se obbedire o meno a tutti quegli ordini che Shi le aveva dato.




    Il demone si era liberato.
    L'Hachibi aveva reciso il debole legame che lo legava a Jyazu Yama e squarciandolo aveva ripreso possesso della sua liberà e la sua ira era orribile a vedersi. Non appena lo vidi ebbi paura e richiamai tutto il chakra di Chomei a me, trasformandomi, così da diventare un demone pari a quello che dovevo affrontare. Spinsi il demone via con estrema fatica, sulle case, che vennero distrutte. Del villaggio non sarebbe rimasto più nulla.
    Shi giunse poco dopo, raggiungendo Kin che atterrito guardava la scena. L'uomo che fino a poco tempo prima sembrava essere incrollabile sembrava essere abbattuto. ...Shi? Per tutti i Kami, una parte di me voleva che foste scappati, ma per fortuna che non è successo... dov'è Kamine? Qualora la ragazza si fosse mostrata, Kin sarebbe sembrato tutto sommato contento. Kamine! Perché sei qui! urlò Shi più per sovrastare il rumore dei due demoni che lottavano che per altro, Zitto Shi, adesso ascoltatemi, la Reliquia... è stata distrutta! Kin indicò la giara, o meglio quello che rimaneva. L'Hachibi si è liberato senza preavviso, mentre curavo il Jinchuuriki. Non ha senso. Non sarebbe dovuto accadere. Ora che la giara è stata distrutta c'è solo un modo per riportare il demone ad Oto... Kin li guardò entrambi. Dentro uno di voi due. Qualcosa sibilò nell'aria sopra di loro. Una grossa trave passò a poco più di un metro dalle loro teste, distruggendo i resti di un muro alle loro spalle. Shi restò in silenzio per un attimo. Lo farò io. E sembrava essere assolutamente certo di ciò. Se Kamine avesse detto qualcosa lui avrebbe scosso la testa. Sono più esperto di te Kamine, e poi se per caso prendi il demone e diventi furiosa, col cazzo che poi esco con te! Ed io voglio uscire con te!
    Quell'ultima era palesemente una scusa. Shi, se fosse stato "affetto" dalla stessa furia che sembrava aver colto Jyazu non si sarebbe certamente avvicinato a Kamine ancora una volta. Ragazzo, di cosa stai parlando??? Ti sembra il momento??? Sempre il momento di fare il galante Kin-san! Anche nel bel mezzo di uno scontro tra kaijuu! Allora, come si procede? Kin sospirò, alzandosi.
    Il Mizukage dovrà indebolire il demone, poi dovrò sigillarlo. Sarà estremamente difficile... cos...
    ITAAAAAAAAAAAAAAAAAAIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!! Yogan, quella adorabile ragazzina, volò come una scheggia infuocata nel cielo cambiando forma, diventando un enorme drago di quaranta metri che andò a dar man forte al Nara. C'erano tre mostri quel giorno sulla terra e per fortuna due erano dalla loro parte. Sojobo atterrò al loro fianco, Katana in mano.
    Posso fare pochissimo, Kin. Resterò vicino a voi. Kin annuì, decisamente rilevato. Il Mizukage non aveva idea che quella fosse una sua arbitraria decisione, ma al contempo era certo che approvasse. Bene. Shin, resta vicino a me. Kamine, ti direi di scappare... mi ascolteresti?
    Nel mentre, nel cielo, esplosioni ed urla.


    Post di puro GdR :zxc:
     
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    La ragazza sentì un rumore sinistro quando il suo ginocchio impattò la zona pelvica del malcapitato uomo, e non provò ribrezzo per l'azione appena compiuta, anzi ne fu quasi compiaciuta. In fondo era una vendetta che non avrebbe restituito nulla alle vittime di quegli uomini, ma almeno avrebbe appagato la momentanea furia della giovane. Furia che quasi si ritorse contro Shi, che in pratica placcò Kamine, per poi graffiarla di nuovo con l'unghia, come aveva fatto poco prima. Ma negli istanti in cui Kamine venne liberata dall'abbraccio e si girò verso l'otese alzando una mano a pugno, la su rabbia scemò repentinamente, con velocità tanto innaturale quanto era salita in precedenza. Fissando Shi, un po' confusa, si limitò ad alzare un dito dalla mano chiusa, e con voce stranamente bassa disse: Vorrò delle spiegazioni, dopo.

    Tutto intorno a loro, nessuno dei rinforzi di Jyazu era ancora in vita, Yogan e Sojobo erano stati più che efficienti nello sbarazzarsi delle minacce rivolte a Kin, che si stava rialzando aiutato da Shi, l'orrenda ferita apparentemente sotto controllo. Come fosse riuscito a non svenire per lo shock e curarsi da solo, Kamine non se lo seppe spiegare.

    Più in là, l'attenzione della ragazza si spostò sullo scontro tra i due jinchuuriki. Il Mizukage non aveva evidentemente bisogno di aiuto da nessuno del gruppo per occuparsi di Jyazu. Lo rese incosciente con dei ripetuti colpi alla testa, mentre erano entrambi avvolti dal chakra dei demoni, per poi prenderlo e gettarlo verso il gruppo dei ninja. Kin, per niente demoralizzato dalla perdita dell'arto, si sarebbe occupato di tenerlo in vita quel tanto che bastava a poterlo riportare ad Oto. Shi e Kamine nel frattempo avrebbero riportato le donne nelle loro abitazioni, a pericolo finito. Sempre che vogliano tornare... Probabilmente, pensò la ragazza mentre si avviava con Shi, tornare alle loro case avrebbe richiesto molto più coraggio che scapparvi.


    [...]

    CITAZIONE
    Kamine, il demone!

    Fino al contatto del giovane, Kamine era rimasta paralizzata, a guardare immobile il mostro che dominava ormai il paesaggio. Tentacoli, un corpo muscoloso e due corna minacciose, che stavano portando distruzione sulle costruzioni intorno.

    CITAZIONE
    Io vado, tu non seguirmi, è troppo pericoloso.

    E tu credi di essere al sicuro con quella cosa? La giovane non ebbe risposta, o non la sentì, poichè il chunin era già ripartito verso il villaggio, ma lo sentì pronunciare una frase.

    CITAZIONE
    E se sopravvivo dovrai uscire con me, è un ordine!

    Kamine rimase un momento spiazzata dall'assurdità della situazione. Ma che cos'ha in testa, segatura? E seguì Shi, incapace si di raggiungerlo durante il percorso, ma determinata a non farsi lasciare lì come un inutile fardello, mentre dentro di lei infuriava la battaglia tra istinto di sopravvivenza, buon senso e insano coraggio.


    [...]

    Quando arrivò da Kin e Shi, il paesaggio era praticamente scomparso: due demoni, più alti di qualunque cosa nel raggio di chilometri, stavano dandosi battaglia tra quelle che ormai erano le macerie del villaggio. Il boato dei colpi copriva qualunque altro rumore, la terra tremava e rimbombava nella cassa toracica di Kamine, sempre più impotente di fronte a quello spettacolo. Shi sembrò parlare ma Kamine lo ignorò, non riuscendo a sentire bene le sue parole. Sentì invece quello che aveva da dire Kin.

    CITAZIONE
    Zitto Shi, adesso ascoltatemi, la Reliquia... è stata distrutta!

    Cosa? I pezzi della giara era sparpagliati qui e là, e non c'era modo di rimetterla insieme.

    CITAZIONE
    L'Hachibi si è liberato senza preavviso, mentre curavo il Jinchuuriki. Non ha senso. Non sarebbe dovuto accadere. Ora che la giara è stata distrutta c'è solo un modo per riportare il demone ad Oto...
    Dentro uno di voi due.

    COSA?

    Istintivamente la ragazza dovette abbassare la testa, poichè una grossa trave passò sopra di loro, senza fortunatamente causare danni. Shi prese la parola.

    CITAZIONE
    Lo farò io.

    È impazzito del tutto.

    Kamine cercò di chiedere spiegazioni.

    CITAZIONE
    Sono più esperto di te Kamine, e poi se per caso prendi il demone e diventi furiosa, col cazzo che poi esco con te! Ed io voglio uscire con te!

    La goccia che fece traboccare il vaso. La kunoichi si era resa conto, nel corso di questa missione di essere ben al di sotto delle aspettative per un ninja, quantomeno in questa situazione. Ma essere trattata come l'ultima delle inutili donzelle che hanno bisogno di un uomo accanto (a meno che non fosse lei a voler recitare quella parte) era davvero troppo. Aveva appena visto com'era essere una donna non in grado di difendersi. E, a costo di lasciarci la pelle, l'orgogliosa Kamine Ashimi avrebbe dimostrato di non essere solo un peso morto.

    Col cazzo lo dico io! Stava urlando. Probabilmente per non farsi superare dal rumore. Siete in cinque qui a potermi facilmente mettere fuori gioco in caso venissi presa dalla furia. Al contrario di te, dove già io sarei fuori gioco in caso dovessimo fermarti! Inutile mentire anche a se stessi ormai, Kamine era più che sacrificabile in quel frangente, era la meno forte, la meno esperta ed in caso il processo fosse andato male...la più rimpiazzabile.

    Nel mentre, Yogan si rivelò nella sua vera forma: un drago rosso, grande almeno quanto un demone, che andò a prestare la propria forza al Mizukage. Sojobo atterrò vicino ai tre, mentre discutevano ancora.

    CITAZIONE
    Kamine, ti direi di scappare... mi ascolteresti?

    L'unica risposta della ragazza fu uno sguardo fermo e deciso, come mai non aveva mostrato in quella missione e, forse, nella sua intera vita, mentre attorno a lei si scatenava una battaglia come poche. Mentre dentro di lei, la battaglia finiva.


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    Sentaku - La scelta

    La scelta che non è mai esistita.



    Era facile prendere Shi per un deficente. Faceva battutine di continuo, prendeva in giro chiunque e chiedeva di uscire alle ragazze più volte di quanto ci sarebbe logicamente aspettato dopo un rifiuto. Era un tipo allegro, era innegabile ed in un certo senso era anche giusto che fosse così. Ma era anche uno Shinobi ed era facile dimenticarlo dietro quel suo velo di spensieratezza. Così, forse, Kamine sarebbe stata assai sorpresa quando Shi parlò con una serietà nella voce che fino a quel momento non aveva mai avuto modo d'udire. Shi alzò una mano, quasi per imporre il silenzio a Kamine dopo le sue parole e spiegò con un'analisi razionale e precisa quelle che erano state scelte che apparentemente erano state prese per buon cuore e galanteria.
    Kamine, prima ti ho iniettato adrenalina, per questo ti sei agitata e sei diventata più forte. Dopo, però, ti ho calmata iniettandoti dopamina. Io posso produrre liberamente questi ormoni, usarli per me e per iniettarli negli altri. So che sembra pazzesco, ma è così. Ad Oto sono pochissimi in grado di farlo. Io posso calmarmi da solo, Kamine. Io ho una possibilità di riuscire ad evitare danni, mentre se dovesse succedere a te moriresti. Inoltre, credo proprio che il Mizukage sopprimerebbe me o te senza problemi.. no? Kin annuì con vigore. Splendido, ci voleva decisamente in questa situazione del cazzo. Kamine-san, tranquilla, questo ragazzo pare avere più cervello di quanto non ne dimostri.



    Shi fece un sorriso. Un sorriso raggiante, quasi allegro, caldo, rassicurante, di chi è certo che potrebbe andare tutto bene. Alzò la mano destra, il pugno chiuso ed il pollice verso l'alto. Ghignò allegro, come chi è pronto a ricevere un regalo piuttosto che un Bijuu. Poi, un'esplosione squarciò lo spazio ed il tempo. Lo spostamento d'aria fu così potente che Kamine sarebbe volata dritta contro un muro poco distante, sbattendo con violenza la schiena [Potenza impatto, 60]0. Shi rimase, ancorato col chakra così come Kin. Poi il mondo tornò normale per un istante.
    Shi si voltò verso di lei e fece in tempo solo a chiamare il suo nome. Kamine...
    Ci fu un sibilo nell'aria, creato certamente da qualche oggetto solido che viaggiava ad alta velocità, probabilmente scagliato da uno dei due Demoni. Kin e Kamine avrebbero solo potuto vedere comparire nel petto di Shi una trave di legno larga dieci centimetri, spaccata e sagomata a mo di lancia dalla violenza dell'urto che l'aveva divelta.

    SHI! Kin urlò, correndo da lui, abbassandosi mentre altre schegge viaggiavano per aria come proiettili. Shi cadde in ginocchio, sorpreso. Si guardò in il petto con l'aria di chi osserva un animale molto curioso, dunque si portò una mano lì, toccando la trave, trovandolo sporca del suo sangue. La pioggia lavò via il sangue che scorreva, che formò rapidamente un rigagnolo che si perse tra i flussi liquidi generati dall'acquazzone. Ops... Shi cadde di lato, mentre la vita, inesorabilmente, lo abbandonava.
    SHI TI LEVO QUESTO PALO E TI SISTEMO. Non... puoi... farlo.... Sì cazzo. Sostieni il cuore con l'adrenalina, non farlo smettere di battere!
    Una mano di Shi afferrò il braccio di Kin. Riporta ad Oto l'Hachibi... e Kamine... sai cosa... Fece un colpo di tosse, e sputò sangue, troppo sangue. Kin smise di lottare. K... Kamine, io ero il più... adatto. Mi hanno... scelto... per questa... evenienza... scusa... non potevo dirtelo... per questo sono.... tornato... indietro... fece un lamento quasi straziante.
    Dovrai essere... tu... Shi, con un ultimo sforzo, fece un sorriso. Per l'appuntamento... facciamo un'altra volta... Chiuse gli occhi. E non li riaprì più.

    Così alla fine, a Kamine fu negata la possibilità di scegliere il suo destino che fino a poco prima sembrava voler difendere a tutti i costi. Adesso, doveva diventare lei il nuovo Jinchuuriki dell'Hachibi.
    Sta vicina a me. Disse Kin, dopo pochi secondi di contemplazione. Fece un sigillo con una mano, dunque gonfiò i polmoni. MIZUKAGE-SAMA LO TENGA VICINO, LO STO PER SIGILLARE!
    Il demone alato risposte. Non ancora! Non è debole abbastanza! Ma Shi non ascoltò. Ciò che stava consumando per sigillare l'Hachibi non era semplicemente il suo chakra, ma la sua stessa vita.
    Mi spiace, Kamine-san. Non è un bel fardello. Disse il Sunese. Non so se prima fosse coraggio oppure incoscienza. Ma in ogni caso, accettarlo renderà più facile le cose per te. Sii forte, Kamine-san. Mi spiace di non poter vedere i risultati del mio lavoro. Kamine, qualsiasi cosa succeda, non muoverti di qui, farò in modo che questo sigillo abbia successo.

    Shi posò la la mano che gli rimaneva per terra e lì comparve un sigillo che si andò a disporre attorno a Kamine. Sembrava una specie di spirale d'inchiostro con diversi raggio che partivano dall'esterno. Il demone alato colpì l'Hachibi in viso col suo corno e lo mandò a cadere. Shi, ne approfittò. ORA! E diede fondo al suo chakra ed alla sua vita, esaurendole di colpo. Dal sigillo nacquero molte catene di inchiostro nero che furono sparate rapidamente verso l'Hachibi e che lo strinsero attorno al collo, alle braccia alle sue code, per poi tirarlo con una forza inarrestabile verso Kamine. Man mano che il Bijuu si avvicinava a lei rimpiccioliva perdendo la forma, trasformandosi in un ammasso di chakra luminescente che poi con violenza e dolore la colpì all'addome. La parte inferiore della maglia e di qualsiasi protezione che Kamine avesse potuto indossare fu incenerita dall'impatto scoprendo la nuda pelle del ventre che riceveva quella immane quantità di chakra.
    L'operazione durò solo pochi secondi. Il sigillo scomparve da terra e fu tracciato sul ventre di Kamine. Kin fece un ultimo respiro, dunque cadde in avanti, abbandonando il mondo con la certezza di aver fatto la cosa giusta.

    Ma questo Kamine non lo vide. Nel momento stesso in cui il sigillo ebbe inizio la sua mente vagò nell'oblio fatto di violenza e dolore, di un'odio così grande in cui era facile perdersi. Ma non era il demone! Era lei! I suoi ricordi, le sue paure, i suoi peccati: qualsiasi cosa in grado di generare odio e dolore sarebbero tornati a tormentarla e con essi la certezza che a quell'inferno non doveva esserci scampo.
    Se non si fosse ritrovata in quell'oblio non avrebbe vissuto a lungo ancora. Doveva uscirne, trovare la sanità mentale che le stava sfuggendo dalle dita, e presentarsi così davanti al Cancello.
     
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    La spiegazione, ed il tono, molto più maturo di quanto non fosse mai stato, di Shi erano inattaccabili. La cosa più sensata da fare in quel momento. Il buon senso della kunoichi tornò a ruggire prepotentemente, facendole accettare la situazione: sarebbe toccato al suo conterraneo riportare l'Hachibi ad Oto. Kamine allargò leggermente le braccia di fronte a Shi e Kin, come a voler ammettere la sconfitta, ma in fondo al cuore sollevata da un peso che le sembrava comunque troppo grande. Va bene, sembra essere la cosa migliore... disse ad un sorridente Shi, ricambiando con un mezzo sorriso, mentre la pioggia cadeva sempre copiosa sulla scena.

    Ma il primo sorriso sincero di Kamine in quella giornata le morì sulle labbra, mentre un violentissimo spostamento d'aria la fece letteralmente volare contro un muro non molto distante. All'impatto , l'aria uscì di botto dai polmoni della ragazza, mentre cadeva a terra carponi sul terreno fangoso. Ebbe appena il tempo di riprendere fiato prima di rialzare dolorante la testa, per tentare di capire cosa fosse stato. E in quell'istante, guardando verso Shi e Kin, non capì. Non realizzò cosa fosse quella macchia marrone chiaro che vide allargarsi, come al rallentatore, nel petto del suo conterraneo. Finchè questi cadde in ginocchio e il sangue cominciò a colare lungo il legno e allora la verità la colpì in pieno, come se avesse ricevuto un altro impatto contro un muro. Quasi cadde sul terreno scivoloso, nel tentativo di rialzarsi e cominciare contemporaneamente a correre verso Shi, gli occhi sgranati, i capelli che le si stavano incollando al viso, la schiena che urlava vendetta per il colpo appena subito.

    Arrivò, praticamente in scivolata, mentre Kin soccorreva il giovane.
    CITAZIONE
    SHI TI LEVO QUESTO PALO E TI SISTEMO. Non... puoi... farlo.... Sì cazzo. Sostieni il cuore con l'adrenalina, non farlo smettere di battere!

    Ma era inutile. Da vicino, Kamine se ne rese conto fin troppo bene. La trave aveva distrutto troppe parti vitali. Già il fatto che Shi riuscisse a parlare era notevole, nella sua tragicità. Kamine mise una mano sotto alla testa del compagno, per non lasciarlo nel fango e Shi tossì, tossì troppo sangue, che anche Kin dovette ammettere l'evidenza, era finito.
    CITAZIONE
    K... Kamine, io ero il più... adatto. Mi hanno... scelto... per questa... evenienza... scusa... non potevo dirtelo... per questo sono.... tornato... indietro...

    Kamine lo guardò cercando di nascondersi dietro una specie di battuta. Cominciavo a sospettarlo sai? Disse, posandogli una mano sul braccio. Diventava sempre più freddo.

    CITAZIONE
    Dovrai essere... tu...
    Per l'appuntamento... facciamo un'altra volta...

    E con un sorriso, Shi chiuse gli occhi.

    Kamine aveva già visto morire delle persone. Kamine era cosciente dei rischi del mestiere del ninja. Kamine era perfettamente preparata a situazioni del genere. Kamine era contenta che stesse piovendo.


    La kunoichi posò delicatamente a terra la testa di Shi e si alzò, senza espressione.
    CITAZIONE
    Sta vicina a me.

    Annuì. Il tempo per i ripensamenti era ormai finito.

    CITAZIONE
    Mi spiace, Kamine-san. Non è un bel fardello. Disse il Sunese. Non so se prima fosse coraggio oppure incoscienza. Ma in ogni caso, accettarlo renderà più facile le cose per te. Sii forte, Kamine-san. Mi spiace di non poter vedere i risultati del mio lavoro. Kamine, qualsiasi cosa succeda, non muoverti di qui, farò in modo che questo sigillo abbia successo.

    Entrambe probabilmente, Kin-San... ma la seconda parte del discorso fece salire un dubbio nella mente della ragazza. Un attimo, cosa vuole dire non poter ved-

    Venne interrotta dalla tecnica di Kin e non vide altro che qualcosa comparire sotto i suoi piedi, prima di precipitare nell'oscurità.


    [...]

    Cos'era? Nel crepuscolo più totale, una coscienza stava tentando di riassegnarsi una consistenza e una forma. Cos'era, qualche secondo prima? Forse un essere umano? Si, doveva esserlo quasi sicuramente. Una donna? Si, una...no. Non ancora. Sapeva di essere ancora una ragazza. Una sottile sagoma si delineò nel buio, una sagoma alta e slanciata, decisamente femminile. Chi era quella ragazza? Era...era...la sagoma alzò quelle che una volta erano mani verso quello che una volta era un viso. Solo il contorno della figura era visibile, un tenue alone biancastro contro il vuoto. Finchè non sentì qualcosa. Stava accedendo alla sua memoria.

    Kamine!

    ...

    Kamine!

    ...

    Kamine!




    Kamine? È...un nome. Di chi? Kamine...Ma certo. Kamine. Era il suo nome. Era lei, Kamine Ashimi. La sagoma prese consistenza. Una ragazza dalla pelle bianca e i capelli scuri prese il posto della sagoma indistinta. Era lei? Kamine si guardò, il suo corpo era esattamente come lo ricordava. Ma non sentiva nulla. Era ancora come se non ne avesse completamente coscienza. Muoveva le braccia, le gambe, poggiava i piedi su un piano nero, ma non sentiva nulla. Non era ancora lei. Era nuda, letteralmente. Perchè non era vestita? Perchè dovrei? Non so nemmeno dove sono...dove sono? Tutto intorno, il nero più profondo. Da dove erano arrivate quelle voci? Anzi, di chi erano quelle voci? E lei, ce l'aveva ancora una voce? Provò a parlare, ma non udì nulla. Si concentrò.

    Kamine! La voce arrivò da lontano. Guardandosi intorno, La ragazza non vide nessuno. ma la voce era...familiare. Kamine! ...mamma? Che stupida, come aveva fatto a non riconoscere la voce di sua madre? D'improvviso la sua memoria fu di nuovo sua, non un'entità separata da consultare.

    Manca qualcosa. Ancora non riusciva a sentirsi, si tastava le braccia ma non riceveva alcuna sensazione in risposta. La sua attenzione venne catturata dalla piccola, quasi invisibile cicatrice sul suo avambraccio sinistro. Umeko...Il ricordo del tradimento della sua migliore amica la fece avvampare. Ricominciò a provare emozioni. Rabbia, frustrazione, delusione. E dolore fisico. D'improvviso sentì di nuovo. Il vecchio dolore all'avambraccio. E un nuovo dolore alla schiena. Ricordò del brutto impatto avvenuto poco prima e della ferita del dadao. Dov'era quando succedeva? Pioveva, ma ora era asciutta, nonostante il freddo. Era...in missione? Ma certo, sono una ninja di Oto. Stavamo recuperando l'Hachibi. Io, il Mizukage, Kin-sama e...Shi.

    Tutta la memoria relativa all'ultima giornata la investì come un fiume in piena, facendola cadere in ginocchio, come se le avessero dato un pugno estremamente potente nello stomaco. Annaspò in cerca d'aria, ma venne sopraffatta da tutto quello che provava. Urlò, un urlo straziante ed acuto. Si sentì, poteva finalmente emettere dei suoni, ma non se ne accorse, impegnata a lottare contro sè stessa, per la seconda volta in quella giornata. Stesa a terra su un fianco, la rabbia per la sua inadeguatezza le fece ribollire il sangue (lo stava solo provando nella sua mente o succedeva davvero?), la paura alla vista dei due demoni la fece tremare incontrollabilmente, il senso di colpa per la morte di Shi le portò le lacrime agli occhi.

    Sentiva come se ogni fibra del suo essere venisse infilzata da aghi incandescenti, un dolore atroce che la stava facendo impazzire.

    Lo scontro con Umeko le ripassò davanti agli occhi decine di volte in pochi secondi. Kamine che le chiedeva spiegazioni, Umeko che con una risata mandava in frantumi tutto quello che aveva creduto essere una vera amicizia. La colluttazione, la ferita, la fuga. Credeva di averlo superato.

    Perchè? I contorni della sua immagine sembrarono sfocarsi.

    Aveva passato tutta l'infanzia praticamente sola, con sua madre l'unica ad essere davvero parte della sua vita. Già. Dov'era suo padre? No, anzi, CHI era suo padre? Non lo aveva mai conosciuto, mai visto in foto, non le era stato rivelato mai nemmeno il suo nome. Credeva di non averne bisogno.

    Perchè? Kamine cominciò anche a perdere colore, sembrava una vecchia foto.

    Nell'adolescenza si trovò a capo di diversi gruppi, era sempre la più bella e la più intelligente, la più carismatica. Le difficoltà erano per lei poco più che quisquilie. Barare a carte era una sciocchezza, sedurre uomini per trarne vantaggio un giochetto. Ma ora, con quel coprifronte, era stata messa di fronte alla verità: non valeva poi molto. Aveva causato la morte di Shi, una persona decisamente migliore di lei. Se fosse stata in grado di non farsi spazzare via da un semplice spostamento d'aria, non si sarebbe mai girato verso di lei. Avrebbe visto arrivare una dannatissima trave. E sarebbe ancora vivo, in procinto di portare a termine la missione. Invece, l'approfittatrice era viva e il bravo ragazzo morto. Credeva che certe cose fossero normali e non la toccassero.

    Perchè?

    Perchè era lì, a fare i conti con sè stessa? Non avrebbe fatto meglio a starsene a casa?

    No...In posizione fetale, non riusciva a parlare, ma poteva ancora pensare, lottando contro il dolore.

    No?

    Era...la sua stessa voce a parlarle? Era davvero molto simile.

    No? Guardati, sei ridotta ad uno schifo, qui da sola, in mezzo al nulla, a piangere come una bambina.



    Non avevi promesso "mai più"? Invece è bastata la morte di un idiota a farti precipitare. Saresti dovuta rimanere a casa.



    No...non era un idiota...in fondo. Il pensiero la fece quasi sorridere.

    Ah, se lo dici t...un momento, piccola idiota, non dirmi che stavi cominciando a provare qualcosa...per quello. Cavolo, una volta almeno te li sceglievi meglio...certo, dubito che Umeko te lo avrebbe fregato, questo. Non era alla sua altezza. Lei voleva il meglio. Ma tu volevi tutto.



    ...iti. I suoi pensieri erano sempre più deboli, rispetto alla voce che aumentava sempre più d'intensità. Sentiva il freddo terreno nero contro il fianco nudo.

    Come? Dai, ormai manca poco, arrenditi e facciamola finita, stai soffrendo inutilmente. Volevi girare il mondo e fare un sacco di soldi, quando avresti fatto meglio a trovare un modo per fare soldi da casa e girare il mondo come una turista. Andiamo, sei stata stupida, un'avida stupida ragazza. Tua madre ti aveva avvisata che fare la ninja non era un gioco. Dai, sei solo una ragazza, senza nemmeno il padre...hai gravi carenze affettive nella tua vita, volevi colmarle con i soldi?



    ...ttiti...Cominciava ad essere stanca di tutto questo. Il dolore non accennava a diminuire, ma qualcosa dentro di lei cominciava a muoversi. Posò il palmo di una mano a terra, iniziando a fare perno per girarsi.

    Lottare ormai è inutile, non hai abbastanza motivazioni per andare avanti. Si, avevi un po' di talento, ma niente di che. Sei capitata in qualcosa di troppo grande per te. Che se la sbrighi il Mizukage, hai visto che mostri riesce ad evocare. Tu a malapena sei riuscita ad uccidere un semplice uomo. E sei stata aiutata. Senza di loro, avresti fatto la fine di tutte le altre donne del villaggio...



    Fottiti...Kamine era ormai carponi, ancora tremante, il pensiero ridotto ad un sibilo.

    Che hai detto? Perchè non la smetti di lottare? È la via più semplice. E tu hai sempre preso la via più facile...a parte stamattina.



    Ho detto...La sua voce tornò sua. FOTTITTI!. Battè i pugni a terra e tutto venne scosso come da un silenzioso terremoto.

    Umeko era una stronza! L'ho sempre saputo! Continuava ad urlare. Sono stata una stupida, lo so! Lui era un cretino! Urlava, al di sopra del dolore. Non l'ho mai realizzato, ma l'ho sempre saputo! Cazzo, ma questo non toglie che le ho voluto bene! È stata una delle poche persone per cui ho provato qualcosa! Battè ancora i pugni a terra. Il colore era tornato sulla sua figura. Non ero arrabbiata perchè mi aveva rubato lui. Era perchè mi ha tradito! Non sono mai stata libera da allora!

    Ho sfruttato gli altri perchè era questa la mia arma! Cercavo di sopravvivere! Ero una ragazzina! E non mi scuserò per questo! Ho fatto quel che ho dovuto...Sferrò un pugno contro il pavimento nero. Un'altra scossa. E lo rifarei ancora! Ma sto cercando di diventare forte! Ho visto cosa succede alle donne deboli...

    E mio padre...non è importante. Fissava verso il basso, respirando ritmicamente. Mia madre mi ha cresciuto. Da sola. Non ha avuto bisogno di aiuto. Mio padre non è mai esistito. E ho solo curiosità su di lui. Non ne ho bisogno! La figura riacquistò definizione, mentre cambiava posizione e si inginocchiava.

    E Shi...Kamine si alzò su un ginocchio. Si, al diavolo. Non era per niente il mio tipo, ma cominciava ad interessarmi il suo modo di fare. E si, si è girato per colpa mia. È morto per colpa mia. Ma piangere non lo riporterà indietro. La nuda figura di Kamine era ora in posizione completamente eretta, che fissava davanti a sè, nel buio. L'unica cosa che posso fare adesso è portare a termine questa maledetta missione. Riacquistò risolutezza nello sguardo. Non lo sto facendo per i soldi. È la bugia che mi racconto per non far cadere la mia maschera di cinica calcolatrice. Avrei avuto ben altri modi per arricchirmi. Lo sto facendo perchè... Perchè? Perchè sono stata sempre vittima delle circostanze. Mi cacciavo nei guai perchè non c'era altro da fare. Sono stata portata via dal mio villaggio natale perchè mia madre non aveva più un lavoro. Sono arrivata ad Oto sempre perchè ci sono stata portata. Anche quando combinavo guai in giro con Umeko, in fondo ho sempre seguito lei. Sono sempre state le circostanze a portarmi qui, come sono. Ma ho scelto io di diventare una ninja. Perchè voglio diventare abbastanza forte da poter modellare il MIO futuro. Perchè voglio essere finalmente...Cercò dentro di sè il concetto giusto. Libera. Libera dal dipendere dagli altri. Dal farmi trascinare dagli eventi senza possibilità di intervenire.

    Non rinnegherò il mio passato. Ma ho preso in mano la mia vita. E non permetterò a nessuna crisi di ridurmi ad una bambola di pezza. Non lascerò più che niente e nessuno possa ostacolarmi.



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    Sentaku - La Scelta

    Il Cancello





    Fragile umana




    Quelle gravi parole rimbombarono nella testa di Kamine con possanza. E non solo in essa, ma anche fuori, come se a parlare fosse qualsiasi cosa nel nulla attorno a se. Aveva un tono divertito per la miseria che poteva vedere con i suoi occhi e sapeva ormai di poter sfruttare con estrema facilità tutti quegli orribili attimi di smarrimento della ragazza. Ella si era ritrovata nel mare sperduto del suo essere grazie ad una dolorosa ma necessaria presa di coscienza... ma ora? Cosa sarebbe accaduto di lei?

    Tutto si ricompose. Lei si ritrovò con le stesse vesti che si ritrovava all'esterno, fradice e sporche del sangue di Shi. La maglietta era carbonizzata in basso scoprendole totalmente l'addome dove una specie di varco oscuro eppur solido si era formato. Nel nero che l'attanagliava in tutte le direzioni, iniziarono a formarsi dettagli. Una dura terra bagnata e fangosa, una luce violetta eterna e persistente. Ed un cancello. Un colossale cancello che chiudeva quella stanza delimitata da muri di tenebre oltre il quale Kamine a lungo non poté vedere altro che oscurità, liquida e fluttuante, come inchiostro sparato in acqua da un calamaro.



    Così pateticamente disperata...




    La voce si concentrò dietro il cancello, ma ancora, pareva così possente da provenire dal cancello stesso o da tutta l'oscurità che c'era dietro, piuttosto che alle sue spalle. Una propaggine di inchiostro scivolò nell'oscurità, sul terreno, come liquido oscuro e toccò le caviglie di Kamine. Poi, da lì, risalì verso l'alto le strinse con una certa forza dalla quale Kamine avrebbe trovato difficile liberarsi. Tuttavia non provava vero dolore, come se quella sua proiezione fisica non potesse essere momentaneamente ferita.



    Non sfuggire.
    Non puoi.




    Altro inchiostro scivolò nella notte ed avrebbe raggiunto i polsi di Kamine come sinuosi serpenti fatti della stessa sostanza della notte, stringendoli parimenti come i primi. L'oscurità attorno a lei parve a quel punto intensificarsi ma poté vedere, oltre il cancello, due pallidi occhi bianchi senza pupille, luminosi come due globi di luce, inespressivi e letali.


    Dimmi
    Cosa vuoi?



    Kamine fu lentamente sollevata verso l'alto, le braccia tenute alte e divaricate, mentre le gambe legate assieme. Una posizione scomoda, senza appoggi, che rendeva estremamente difficile persino il respirare. L'oscurità divenne più fitta. Kamine poteva vedere solo i due occhi, persino il cancello era scomparso. Esistevano solo loro e quella strana forza che la teneva ferma e sospesa in aria.




    Cosa brama
    il tuo cuore
    mortale?



    A quel punto l'inchiostro avrebbe iniziato ad attraversare il suo corpo, liquido, sinuoso ed inarrestabile, giungendo sul sigillo che era sull'addome di lei. Non appena l'inchiostro lo toccò, tutto quel mondo iniziò quasi a tremare, come se un qualche cataclisma fosse in arrivo. Una specie di lieve ma costante terremoto. Le sbarre vibravano ed il loro rumore metallico si udiva chiaramente ed in maniera inquietante. L'Hachibi stava cercando di forzare il sigillo, così come, probabilmente, aveva forzato quello di Jyazu Yama poc'anzi.




    Dimmi un motivo per il quale

    NON DOVREI SQUARTARTI



    L'ultimo fu un urlo di pura furia. E Kamine avrebbe provato un dolore assurdo che la invadeva in ogni possibile fibra del suo essere. Qualcosa di inimmaginabile, di intenso e furioso. Selvaggio. Ed era un dolore ben chiaro, e per questo motivo, assolutamente raccapricciante. Sentiva chiaramente che qualcosa stava scavando nelle sue viscere, qualcosa di viscido eppure forte ed inarrestabile, che strappava anziché tagliare, cercando furiosamente qualcosa di tutta fretta. E stava iniziando a spazientirsi.


    Dove...
    Dove...
    Dove...

    DOVE L'HAI MESSA INSULSO UMANUNCOLO!!!



    A quel punto Kamine poté udire una voce amica in quell'inferno di dolore. Era la voce di Kin, che sembrava parlare direttamente da dentro di lei. Il possente Sunese, che si era sacrificato poc'anzi per compiere quel sigillo. Disse poche parole, perché poche poteva dirne nella sua attuale e precaria condizione di manifestazione lasciata in tutta fretta. La chiave Kamine... lui cerca la chiave. Senza non si librerà mai e poi mai. Non poteva vederlo, ma poteva udirlo più chiaramente delle urla scriteriate del Demone. L'ho nascosta nel sigillo, lui la cerca e se non ti liberi la troverà. Forza Kamine. Liberati, liberati se vuoi vivere!

    Ma come fare? La forza di quella stretta era semplicemente troppo grande. Non poteva essere vinta coi soli muscoli, quella non era una lotta che avrebbe potuto vincere sfruttando la sola forza fisica. Forse il punto era proprio che quello non era il suo vero corpo, che quella era un'altra dimensione dove le normali regole non valevano e le carte in tavola potevano cambiare se chi la governava lo decideva.

    Ma chi governava quella dimensione? Kamine o l'Hachibi?


    Assumi il controllo della situazione :zxc:
     
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    Un'altra voce in gioco. Ma questa volta Kamine comprese subito che era una voce completamente aliena al suo essere, un'intrusione che roboava all'interno di lei e di quello spazio dove era appena entrata in contatto con una parte di lei.

    E le cose cambiarono. Non era più nuda come poco prima, spogliata di tutto per arrivare alla sua essenza, ma riacquistò l'aspetto esteriore, zuppa di pioggia e di sangue, con la parte superiore dei vestiti sbrandellata ad altezza addominale. E si accorse, con meno stupore di quanto si sarebbe aspettata, di avere una massa oscura al centro dell'addome, che sembrava sostiturne buona parte, come se qualcuno avesse voluto aprirla per accedere al suo interno.

    Anche ciò che era attorno a lei mutò, da oscurità persistente a un bagliore violaceo, un terreno fangoso come quello che calpestava poc'anzi (pochi minuti? secondi? ore?). E davanti a lei, il più grande cancello che la ragazza avesse mai visto, a separarla da quella che non si potrebbe definire altrimenti se non una enorme massa di oscurità, fluida ma con una sua densità ben visibile.

    E la voce parlò ancora. Sembrava divertita alla vista della ragazza, che era appena stata messa di fronte a se stessa, costretta a confrontarsi con le proprie insicurezze. La kunoichi si sentì chiudere le gambe in una morsa, la liquida oscurità le costrinse l'una contro l'altra con immensa potenza.


    CITAZIONE

    Non sfuggire.
    Non puoi.



    Cercò di divincolarsi senza successo, quando anche i polsi le vennero legati da quella sostanza oscura, simile all'inchiostro. Non avvertiva dolore, ma la situazione era profondamente disagevole.

    Dietro al cancello, due globi bianchi emersero dall'intensa oscurità, due occhi lattei che la fissavano.


    CITAZIONE

    Dimmi
    Cosa vuoi?


    L'istinto di continuare a divincolarsi venne meno quando Kamine realizzò finalmente in maniera completa la situazione. L'Hachibi. La tecnica di Kin aveva quindi avuto successo...e ora? Il demone la stava intrappolando, doveva agire...ma cosa avrebbe dovuto fare? Già il confronto con sè stessa era stato estenuante.

    Venne sollevata verso l'alto, come crocifissa alle tenebre, mentre gli occhi dell'Hachibi continuavano a fissarla. Il disagio e la scomodità divennero una tortura fisica, seppur non ancora dolorosa.


    CITAZIONE

    Cosa brama
    il tuo cuore
    mortale?


    Il demone tentava di insinuarsi nella psiche di Kamine, forse per indebolirla ulteriormente. L'inchiostrò iniziò a scorrere sul suo corpo, salendo dalle gambe e muovendosi dai polsi verso l'addome. Il suo obiettivo era chiaro: il sigillo. La ragazza irrigidì i muscoli nel tentativo di divincolarsi a forza, ma sembrava essere troppo per lei.


    CITAZIONE

    Dimmi un motivo per il quale

    NON DOVREI SQUARTARTI


    La rabbia del demone si riversò sulla ragazza. E per l'ennesima volta quel giorno, Kamine dovette far fronte a dolori inimmaginabili. Se prima lo scontro col proprio subconscio assunse la sensazione d'essere penetrata da aghi incandescenti, in questo caso la sensazione era quella di una violazione del suo corpo, come se stessero scavando in ogni parte di lei, strappando furiosamente tutto quello che si trovavano davanti.

    La ragazza urlò e non sentì esattamente cosa il demone disse. Ma sgranò gli occhi al suono della voce di Kin.

    CITAZIONE
    La chiave Kamine... lui cerca la chiave. Senza non si librerà mai e poi mai.

    L'ho nascosta nel sigillo, lui la cerca e se non ti liberi la troverà. Forza Kamine. Liberati, liberati se vuoi vivere!

    Aveva da poco ammesso a sè stessa che quello che voleva davvero era non essere più vittima delle circostanze. Che niente l'avrebbe fermata. E stava già per arrendersi?
    No.

    Strinse i denti e si costrinse a fissare oltre il cancello, verso quegli occhi enormi la cui volontà tentava di distruggerla.

    No!

    Urlò per sovrastare le urla del demone. Forse distrarlo era la soluzione?

    Non ti permetterò di andare oltre! Ansimava per il dolore. Fece appello alla propria forza di volontà. Non le era rimasto altro. Nè odio, nè rabbia. Aveva esaurito quei sentimenti prima, messa di fronte alla propria coscienza. Tese i muscoli della propria mente.

    Credi di potermi trattare come Jyazu ha fatto con quelle donne al villaggio? Di poter riversare le tue frustrazioni e spezzarmi? Io non sono così! Non sono nemmeno come quel lurido Jyazu! Mi chiedi cosa vuole il mio cuore, o perchè non dovresti distruggermi? Serrò i pugni. Diresse il suo pensiero verso l'oscurità che la imprigionava. Che effetto avrebbe avuto? Non poteva che tentare di usare la sua mente. Il suo corpo probabilmente non era nemmeno in quel luogo e comunque niente di quello che avrebbe potuto tentare, avrebbe funzionato. Credi di avere il controllo su tutto? Non vedi che siamo nella stessa situazione? Siamo tutti e due legati! E se ti liberi, cosa credi che succederà? Lì fuori c'è un Kage! Con a disposizione un demone e un drago e i Kami solo sanno cos'altro. Il massimo che potresti ottenere è una mutua distruzione. In fondo, non stava mentendo. Itai era ancora lì, con a disposizione Yogan e Sojobo. Non vedi che... Qualcosa emerse nella mente di Kamine, uno strano pensiero. Istantaneo, ma profondo. ...siamo uguali? La rivelazione, se così possiamo chiamarla, la colpì. Non seppe se il dolore cessò o se semplicemente lo stava ignorando, impressionata da quello che lei stessa aveva detto. Guardava nel vuoto, come se stesse riflettendo a voce alta.

    ...Siamo entrambi qui perchè altri ci hanno portato ad essere qui. Non sei in controllo. Tu... La sua attenzione si riversò di nuovo verso il cancello Cosa vuoi? Stava tentanto di rovesciare la frittata. L'Hachibi si trovava di fronte a lei perchè era sempre stato trattato alla stregua di un'arma da usare all'occorrenza, passato da un ninja all'altro. Cosa voleva davvero? Era un essere capace di pensare, dal grande potere e chissà da quanto vagava nel mondo. Possibile che fosse davvero solo un essere composto di pura malvagità e chakra?

    Che cosa brama il tuo cuore? Kamine espanse la sua coscienza attorno a sè, continuando a guardare verso gli occhi bianchi al di là del cancello. Cercò di tastare con la mente il nero inchiostro che la circondava, per stabilire...non lo sapeva nemmeno lei con certezza come definirlo. Forse un legame? O semplicemente un modo per comunicare. La sua volontà si sarebbe infiltrata tra le scure spire, nel tentativo di allargarle, senza violenza, e allontanarle dal sigillo e da lei.


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    I pensieri di Kamine erano ribollenti. Impossibili da fermare, essi si spandevano in tutte le direzioni quasi a ricordare al demone che non era lui che governava quell'anfratto della sua anima! Quel piano dimensionale era di Kamine ed il sigillo così ben costruito da Kin impediva che la situaszone si sovvertisse e che l'Hachibi dunque assumesse il controllo del corpo di Kamine. Quella estenuante lotta della ragazza, condotta con pensieri e parole, ebbe gli effetti sperati: l'inchiostro si dissolse e venne ricacciato dietro le sbarre, lei ricadde sul pavimento liquido di quella dimensione. La luce iniziò ad aumentare e quell'oscurità a ridursi, come dissolta da una forza purificatrice.
    E poi poté vederlo. L'Hachibi.

    Ed era enorme e possente, alto più di trenta metri, così grande che Kamine non era che un misero insetto al suo cospetto. La guardava torvo, con i suoi otto grossi tentacoli che si muovevano viscidamente dietro di lui. Alcuni attorniarono le sbarre ed iniziarono a cercare di piegarle, ma il viso del demone non celava fatica alcuna.




    Sei più resistente di quanto credessi.
    Mi chiedi cosa brama il mio cuore.



    Il demone parve fare una specie di sottile risata a quelle parole, dunque abbassò il viso, fino a che gli occhi non furono quasi alla stessa altezza di Kamine. La ragazza, per essere precisa, sarebbe potuta entrare in un occhio di lui per cui inevitabilmente l'Hachibi la guardava dall'alto in basso.





    Vendetta.
    Sono stanco di essere l'arma di vuoi uomini.
    Stanco di essere conteso.



    Mentre diceva quelle parole il cancello iniziò a tremare, poi Kamie poté vedere con suo sommo orrore la porta quasi aprirsi...



    [All'esterno]

    Appena ritrasformato nuovamente in uomo, così come Yogan al mio fianco, accorsi sulla scena di quello che consideravo un vero e proprio disastro. C'era un'ecatombe davanti a me: Shi era morto, col petto trafitto da una trave. Kin era morto allo stesso modo. Sojobo era lì vicino, illeso, ma furioso.
    Yogan si inginocchiò vicino Shi e fece un lungo triste sospiro.
    Sojobo-san... cosa è successo qui? chiesi, ma la risposta in realtà la sapevo fin troppo bene.
    Shi è morto per la trave. Con la Reliquia a pezzi Kin non ha potuto far altro che sigillare il demone nella ragazza. Si è sacrificato per assicurare che il sigillo andasse a buon fine.
    Guardai Kamine, distesa per terra. Il suo sigillo non era del tutto completo, lo si vedeva dalla regione centrale più oscura in continuo movimento che sembrava stesse allargandosi lentamente. Il sigillo di Kin era andato a buon fine, ma l'Hachibi era un osso più duro di quanto ci si aspettava. Forse era morto prima di riuscire a chiudere il sigillo con la chiave. Sperando che quella chiave esista davvero.
    Dunque presi Kamine tra le braccia e rapidamente tornai nella casa dove avevamo affrontato Jyazu ed i suoi la prima volta. I cadaveri degli uomini uccisi giacevano lì immobili, con ancora le maschere mortuarie sui loro visi a ricordare il terrore dei loro ultimi istanti. Avevo freddo, ero bagnato fino alle ossa, ma non avevo altro tempo da perdere.
    Devo aiutarla Yogan. Dunque misi una mano sul suo sigillo e mi concentrai, lasciando che la mia coscienza viaggiasse fino al mondo interiore di Kamine, laddove lei, con ogni probabilità, stava lottando con l'Hachibi. [Abilità]Ingresso nel Mondo Interiore
    Speciale: L'utilizzatore può entrare nel mondo interiore di un Jinchuuriki riconosciuto come tale. Richiede contatto ed una situazione di relativa calma. L'utilizzatore può rimanere all'interno del Mondo Interiore fintanto che dura il contatto. Sia l'utilizzatore che il Jinchuuriki mantengono una perfetta coscienza del mondo esterno.

    [Da Chakra del Demone II in su]
    [Da Genin in su]





    Comparsi dinanzi a Kamine, guardando torvo l'Hachibi che stava forzando il sigillo con la sua immensa energia. L'Hachibi rimase un attimo sorpreso nel vedermi, poi la sua rabbia crebbe a livelli quasi insostenibili.
    Yo, Hachi-san. È da tanto che non ci si vede. Dissi al Demone, ignorando la sua furia.




    Tu...



    Io. Risposi. L'allievo del tuo vecchio Jinchuuriki in persona. La smetti di fare così, o vuoi uccidere questa povera ragazza?
    Forse Kamine mi avrebbe preso per pazzo: stavo deliberatamente provocando il demone! Ma lei non poteva sapere ciò che ero in grado di fare, persino lì, nella sua dimensione interiore.
    Scusami, ma non posso permettere che tu ti liberi. Non quando ancora hai intenzione di distruggere il mondo.
    Dunque mi avvicinai al cancello e ci posai una mano sopra. All'improvviso le sbarre iniziarono a retrocedere fino a richiudere totalmente il cancello. [Abilità]Manipolazione del Mondo Interiore
    Arte: L'utilizzatore, se nel mondo interiore suo o di altri Jinchuuriki, può sopprimere la manifestazione del Bijuu modificando a piacimento l'ambiente circostante. Non può disattivare la tecnica speciale o rompere il sigillo in questo modo.
    (Consumo: Basso)
    [Da Chakra del Demone III in su]

    [Da Chunin in su]


    Kamine, devi trovare la chiave! Dissi alla ragazza. Deve esserci la chiave!

    E nuovamente Kamine udì la voce di Kin nella sua testa. Quell'esigua manifestazione di chakra nuovamente rimbombò nelle sue orecchie. Un tono caldo e rassicurante: lei sapeva già che la chave esisteva, adesso doveva solo trovarla! Purtroppo, non sono stato in grado di applicare la chiave sul sigillo Kamine. Ma l'ho inclusa nel sigillo stesso, dovrai solo recuperarla e chiudere il sigillo. Ma dov'era la chiave? Dovevo renderla non accessibile al demone, si sarebbe liberato se per caso ne fosse entrato in possesso. Così ho usato un trucco, scrivendo un sigillo per nascondere la chiave dentro il tuo sigillo. Sciogli il sigillo che nasconde la chiave e ne entrerai in possesso. So che forse è chiederti molto in questo momento, dopo Shi, le ragazze e tutto il resto... ma devi essere calma. Calmati. Quando sarai perfettamente serena riavrai la chiave. Il Demone non può essere sereno.
    È stato un azzardo, ma ho confidato nell'aiuto del Mizukage. Lui è un Jinchuuriki da molti anni, ti avrebbe aiutata a recuperarla. Inoltre, so che l'impressione è più brutta di quanto sembri, ma il sigillo è resistente. Forza, sta a te.

    Ma come fare ad essere sereni con tutto ciò che era successo? Come poteva Kamine accettare la morte di Shi, Kin, gli stupri ed il fatto di essere un Jinchuuriki? Non lo si sa, ma è certo che senza pace e senza serenità il Jinchuuriki è alla mercé della furia e del risentimento del demone e difficilmente potrà sopravvivere a lungo a quella fatale unione.
    Kin era stato uno Shinobi previdente, esperto, talentuoso. E con una incrollabile fiducia verso l'animo umano che nasceva dalla profonda convinzione che tutti, nonostante le avversità, potessero trovare la pace in un nuovo inizio. L'aveva dimostrato lui stesso, scherzando sulla perdita del suo braccio.

     
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    E Kamine venne liberata dalle oscure grinfie dell'inchiostro. O per meglio dire, si liberò dalle spire che la costringevano in aria, che tornarono da dove si erano propagate, dietro il cancello. La ragazza cadde al suolo, abbassando lo sguardo e piegandosi all'impatto, quasi inginocchiandosi su una gamba. Fece un respiro profondo, sollevata dalla momentanea liberazione. Ma anche guardando verso il basso, potè percepire il cambiamento nella luminosità. Alzò lentamente lo sguardo e lo vide. L'Hachibi era gigantesco, tanto che il cancello che un attimo prima le sembrava enorme, d'un tratto le ricordò quello di una casa di campagna al cospetto di una bestia feroce che cercava di entrare.

    Finalmente ebbe la possibilità di vederlo senza la concitazione dello scontro. Gli enormi occhi bianchi la fissavano da una testa di di toro, poggiata su due spalle e un torace umanoidi ma estremamente muscolosi. E otto tentacoli che si avvinghiarono sulle sbarre, cercando di forzarle.

    CITAZIONE

    Sei più resistente di quanto credessi.
    Mi chiedi cosa brama il mio cuore.


    Sembrava divertito mentre si chinava verso la ragazza, che sembrava una cimice a confronto con la sua testa.

    CITAZIONE

    Vendetta.
    Sono stanco di essere l'arma di vuoi uomini.
    Stanco di essere conteso.


    Le sbarre protestarono e tremarono e il cancello cominciò ad aprirsi. Istintivamente Kamine fece mezzo passo indietro, ma una voce nella testa la fece fermare. E dove vorrei scappare? Invece, decise di ribattere al demone. Non si sarebbe lasciata sottomettere sul piano dialettale.

    Non vedi che...che ti stai contraddicendo da solo, Hachibi?Parlava decisa, cercando di non pensare a cosa sarebbe successo quando il cancello si fosse aperto. Parli di non voler essere un'arma e cosa faresti in caso di libertà? Distruggere tutto? Metti in mostra la tua potenza e speri che il mondo dica "oh no, guarda quanto è potente quella creatura che potrebbe essere sfruttata come arma, meglio lasciarla stare..."? Ormai sembrava un fiume in piena, si stava agitando nel parlare come solo una donna sa fare. Non può essere questo quello che vuoi. Non sei una bestia senza cervello, non agire come tale!

    Ma prima che Kamine potesse finire il suo "discorsetto" ad un demone che stava cercando di distruggerla per liberarsi, Itai comparve tra i due.

    Ma che...?

    Il Mizukage si rivolse direttamente al demone. I due sembravano conoscersi, da ben prima di Jyazu a quanto pareva. Il kiriano si avvicinò al cancello e apparentemente senza sforzo, lo richiuse, vanificando i tentativi dell'Hachibi di aprirlo. La ragazza rimase interdetta tanto dall'"intrusione" in quello spazio del Mizukage tanto dalla sua capacità di richiudere il cancello.

    CITAZIONE
    Kamine, devi trovare la chiave!
    Deve esserci la chiave!

    La chiave. Già, Kin l'aveva nominata poco prima, mentre il demone cercava di rovistare dentro Kamine. Era nel sigillo, ma come trovarla? Fortunatamente, la manifestazione di Kin non era ancora svanita e venne in aiuto della situazione.

    CITAZIONE
    Purtroppo, non sono stato in grado di applicare la chiave sul sigillo Kamine. Ma l'ho inclusa nel sigillo stesso, dovrai solo recuperarla e chiudere il sigillo.
    Dovevo renderla non accessibile al demone, si sarebbe liberato se per caso ne fosse entrato in possesso. Così ho usato un trucco, scrivendo un sigillo per nascondere la chiave dentro il tuo sigillo. Sciogli il sigillo che nasconde la chiave e ne entrerai in possesso. So che forse è chiederti molto in questo momento, dopo Shi, le ragazze e tutto il resto... ma devi essere calma. Calmati. Quando sarai perfettamente serena riavrai la chiave. Il Demone non può essere sereno.

    E così per trovare la chiave sarebbe bastato calmarsi.

    Calmarmi? C'è un demone che fino a poco prima era dentro uno stupratore, che vuole squartarmi, due ninja sono morti a causa mia e un intero villaggio ha cessato di esistere nel giro di pochi minuti, dopo una battaglia tra mostri!

    La ragazza si portò le mani alla testa, come in preda ad un forte mal di testa.
    CITAZIONE
    È stato un azzardo, ma ho confidato nell'aiuto del Mizukage. Lui è un Jinchuuriki da molti anni, ti avrebbe aiutata a recuperarla. Inoltre, so che l'impressione è più brutta di quanto sembri, ma il sigillo è resistente. Forza, sta a te.

    Kamine inspirò profondamente, le labbra le tremarono per un attimo.Sta a me. Come se fosse facile. Mi avrebbe fatto comodo uno dei graffi di Shi... Il pensiero del ragazzo le tornò in mente. Ma non nella sua sanguinolenta versione finale, un cadavere nel fango con il petto sfondato da una trave. Ma nel suo ultimo attimo di interezza, allegro mentre la rassicurava che sarebbe andato tutto bene. Lo rivide alzare il pollice sorridente verso di lei. Chiuse gli occhi e lasciò che il suo ricordo scorresse lungo la propria mente, respirando lentamente. In sottofondo, solo i battiti del suo cuore.

    Shi era stato capace di sorridere in quel momento. Non perchè stesse usando una di quelle sue strane tecniche. Ma perchè aveva fiducia. In sè stesso e in Kin. Non sarò da meno.

    Si concentrò sul sigillo. Ne esplorò idealmente le linee, nè accarezzo con la mente i simboli. Fece andare la propria coscienza a fondo, esplorando il lavoro del ninja di Suna. La chiave doveva essere lì, Kin non le avrebbe mai mentito e di certo non avrebbe fatto un errore durante il suo lavoro. Shi avrebbe continuato a cercare la chiave fino a trovarla, e l'avrebbe fatto anche lei. Pezzo per pezzo, senza fretta. Il Mizukage aveva richiuso il cancello. Kamine era dentro la propria mente. Sarebbe andato tutto bene.



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    Il trucco usato da Kin era geniale. Se il demone possedeva Kamine non sarebbe riuscito a trovare la calma per avere la chiave per rompere il sigillo. Nel tempo avrebbe potuto forse forzare il sigillo per liberarsi, ma sicuramente il Mizukage a quel punto sarebbe intervenuto. Kin, con la sua maestria nonché il suo coraggio era riuscito a mettere in trappola il Demone ed a dare la possibilità a Kamine di riuscire a trovare la calma necessaria per scovare la chiave. Non era un'impresa semplice, ma nemmeno impossibile: accettare ciò che si era diventati era il primo passo per sopravvivere quale Jinchuuriki.
    Kamine poté sentirle la chiave che compariva sul suo braccio destro. Un pizzicore dolce, lieve, quasi piacevole come quando un arto a lungo intorpidito pare risvegliare i sensi. Un complicato sigillo comparve sul braccio di Kamine e si prolungò sulla sua mano dove compose un intricato vortice e dunque si spanse sulle sue dita fino ai polpastrelli. Kamine poté percepire anche cinque segni che comparvero sul suo addome, attorno al sigillo del Demone. Poggia le dita sui segni e chiudi il sigillo ruotando la mano! Disse la voce di Kin. E quando Kamine l'avrebbe fatto la serratura del cancello - fino a quel momento stranamente insignificante - fu colmata da scaglie di metallo che come una spirale si chiusero saldamente, coperte poi da un foglio di carta che altro non era che la manifestazione stessa del sigillo. Il demone era sigillato e non si sarebbe più liberato.


    L'urlo della bestia era così assordante che mi fece tremare il cuore. Chiusi un pugno carico di rabbia e gonfiai i polmoni d'aria. STA ZITTO! ed improvvisamente tutto cambiò. Il cancello scomparve, il terreno scomparve, tutta l'oscurità attorno a noi si addensò in un nero assoluto. Ma io potevo vedere Kamine e Kamine poté vedere me. C'eravamo solo noi in quel mondo.
    Non doveva accadere. Dissi allora. Forse lei voleva sapere come mai si era arrivati a quella situazione così assurda. Come mai due bravi ninja fossero morti in una missione pericolosa ma che, dai presupposti, non doveva essere mortale! Quando vi abbiamo mandati via Jyazu era a pezzi. Ma l'Hachibi no. L'Hachibi stava avvelenando la mente di Jyazu più profondamente di quanto fosse possibile, era mezzo libero già quando siamo arrivati. Quando ho sconfitto Jyazu si è liberato. Strinsi i pugni con forza. Mi dispiace per Shi e Kin. Erano bravi ninja. Ma ora... sei un Jinchuuriki, Kamine. E questo la rendeva automaticamente speciale. Il demone è sigillato dentro di te e non se ne andrà senza cercare di portarsi dietro la tua vita. Puoi decidere di ignorarlo, oppure tentare di lottare insieme a lui. So che sembra pazzesco, Kamine. Dopo ciò che hai visto posso solo immaginare quanto sia per te... rivoltante l'idea. Che vorresti una tregua dagli eventi. Mi avvicinai a lei, posandole una mano sulla spalla. Puoi averla. Il demone è dentro di te, puoi raggiungerlo quando vuoi. Parlarci. Cercare di convincerlo a cederti una parte dei suoi poteri... o costringerlo a farlo. Adesso però, torniamo nel mondo reale.




    Quando Kamine aprì gli occhi vide soffitto dell'enorme sala dove avevo lottato con Jyazu all'inizio. Si sarebbe sentita spossata, più a causa di tutte quelle emozioni che per il sigillo vero e proprio che in quel momento era ancora ben evidente sul suo addome. Kamine... Non sapevo che dire, oltre quello che le avevo detto. Ti lascio riflettere sul da farsi. Io vado a recuperare Shi e Kin. Sojobo...? Ci sono, Itai, andiamo. Yogan, resta con lei. Dissi alla dragonessa che annuì. Dopo che io e Sojobo fummo usciti la dragonessa si avvicinò a Kamine, restando lontana da lei circa un metro. Adesso ti asciugo un po'. La ragazzina sembrava comprensiva. Lei, del resto, conosceva bene tutto il dolore che avevo provato a causa di Chomei ed il cammino di Kamine probabilmente non sarebbe stato da meno. La ragazzina iniziò ad emettere calore, come se fosse un vero e proprio falò. Dopo tutti quegli eventi sembrava essere quasi balsamico, almeno per Yogan lo era.
    Non corrucciarti, Kamine-chan. Disse Yogan, con un tono saggio che quasi stonava sul quel corpo così giovane. Itai non è mica un genio, eppure, è riuscito a convivere con il suo demone fino a raggiungere una intesa a dir poco perfetta. Adesso combattono insieme! E l'inizio non è che sia stato diverso da lui e poi in mezzo ci sono stati alcuni eventi che... bé, forse ciò che è successo qui non è poi così tragico. Stava per caso cercando di essere consolante? Prometterle disgrazie peggiori forse non era il massimo! Ad ogni modo, non che ti debba succedere! Però è dura, i Bijuu sono bestie ferite. Itai è riuscito a guarire il Sette Code, forse tu riuscirai con l'Hachibi. Oppure no, oppure lo costringerai ad obbedirti. Magari un bravo medico riuscirebbe persino a salvarti casomai decidessi di liberartene! Però... hai accesso ad un potere che in molti nel mondo bramano. Che vuoi farne?


    Ero tornato giusto in tempo per ascoltare l'ultima parte delle parole di Yogan. Tra le braccia tenevo il corpo senza vita di Shi. Un'espressione malinconica distorceva i miei lineamenti. Lo posai per terra e Sojobo posò delicatamente Kin difianco a Shi. Rimasi per un lungo minuto in silenzio, dunque, parlai, guardando i due cadaveri e dando le spalle a Kamine. Non doveva succedere. Ripetei ancora. Ma è successo. E dato che è successo, ti aiuterò con il Demone ogni volta che vorrai. Tuttavia Kamine, ora sta a te decidere che fare con l'Hachibi. Da sola. Io non poevo interferire con l'inizio di quel rapporto.


    Che avrebbe fatto Kamine? Avrebbe lottato per strappare una piccola quantità del suo immenso chakra? Avrebbe parlato per cercare di convincerlo a concedergliene? Oppure avrebbe rifiutato la sua nuova condizione, riducendosi così solo ad un contenitore temporaneo, una specie di Reliquia sostitutiva? A lei la scelta.
     
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    La sensazione di formicolio sul braccio destro le fece aprire gli occhi, permettendole di vedere la chiave in azione: un sigillo che le coprì l'avambraccio, poi la mano, fino alla punta delle dita.
    CITAZIONE
    Poggia le dita sui segni e chiudi il sigillo ruotando la mano!

    Non ebbe nemmeno la necessità di chiedere in quale verso girare: il movimento fu naturale e la serratura venne praticamente saldata da delle scaglie metalliche e un sigillo di carta. Il demone era sigillato, Kamine poteva avvertire l'improvvisa assenza della pressione della mente del demone sulla sua.

    Poi tutto scomparve, lasciando solo Kamine ed Itai, immersi nel vuoto nero assoluto. Il Mizukage spiegò quello che era accaduto, ma Kamine non proferì parola. Lo guardava senza far trasparire alcuna emozione, se non una certa spossatezza.

    [...]
    Nel momento in cui riprese i sensi, la ragazza faticò a rialzarsi e anche solo aprire gli occhi richiese un certo sforzo. Fissò il suo addome coperto dal sigillo, mentre Sojobo ed Itai uscirono dal fabbricato e Yogan restò con lei.
    CITAZIONE
    Adesso ti asciugo un po'.

    L'improvvisa ondata di calore fece paradossalmente tremare Kamine, che riprese coscienza solo in quell'istante di tutti i normali stimoli dell'ambiente esterno, caldo e freddo compresi. Si mise seduta.
    CITAZIONE
    Non corrucciarti, Kamine-chan.
    Itai non è mica un genio, eppure, è riuscito a convivere con il suo demone fino a raggiungere una intesa a dir poco perfetta. Adesso combattono insieme! E l'inizio non è che sia stato diverso da lui e poi in mezzo ci sono stati alcuni eventi che... bé, forse ciò che è successo qui non è poi così tragico.
    Ad ogni modo, non che ti debba succedere! Però è dura, i Bijuu sono bestie ferite. Itai è riuscito a guarire il Sette Code, forse tu riuscirai con l'Hachibi. Oppure no, oppure lo costringerai ad obbedirti. Magari un bravo medico riuscirebbe persino a salvarti casomai decidessi di liberartene! Però... hai accesso ad un potere che in molti nel mondo bramano. Che vuoi farne?

    Continuando a guardare verso il sigillo, la ragazza si portò una mano alla tempia sinistra, massaggiandosela. Per la prima volta si trovò a dover considerare cosa avrebbe fatto da lì in poi con il demone. Tentare di estrarlo? Sarebbe stato un suicidio quasi certo. Costringerlo con le cattive? Per cosa, dover passare il resto della vita a guardarsi le spalle da un demone rinchiuso dentro di sè? No, l'unico modo che la kunoichi vedeva davanti era tentare di collaborare, a patto che... Itai e Sojobo tornarono proprio durante il ragionamento di Kamine, trasportando i corpi di Shi e Kin. Li posarono a terra e la ragazza fissò triste i due cadaveri.

    CITAZIONE
    Non doveva succedere.
    Ma è successo. E dato che è successo, ti aiuterò con il Demone ogni volta che vorrai. Tuttavia Kamine, ora sta a te decidere che fare con l'Hachibi. Da sola.

    Le parole di Itai riportarono in auge l'argomento. Era inutile scappare di fronte all'evidenza: Kamine era una Jinchuuriki adesso. E come tale, era responsabile del demone. Di ciò che avrebbe fatto di lì in avanti.

    Chiuse gli occhi per un paio di secondi, respirando più profondamente. tornò a posare lo sguardo sulla schiena del Mizukage. Se questi fosse stato girato, avrebbe visto una certa risolutezza nell'espressione della ragazza.

    Non ho intenzione di scappare dall'Hachibi. È chiaro che avere un rapporto totalmente conflittuale con il demone non è una strada perseguibile, visti i risultati... La totale distruzione di un villaggio e gli orrori vissuti dalle abitanti. Era abbastanza autoesplicativo come concetto. Tuttavia...prima di ragionarci...devo sapere. Sapere quanto di quello che è successo qui prima che arrivassimo noi è colpa diretta del demone o di Jyazu. Alcune cose non si possono dimenticare. Capisco che i demoni possano portare alla pazzia i jinchuuriki. Ma parlandoci, nonostante tutto l'odio e la rabbia che l'Hachibi stava riversando su di me...ho capito che in fondo abbiamo alcuni punti in comune. E uno stupro di gruppo proprio non mi torna, pensando a quello che mi ha detto. Si fece più meditabonda.Prova risentimento nei confronti degli umani, non credo ci consideri molto più che fragili creature che vogliono sfruttarlo...Potrei ovviamente sbagliarmi, ma credo che Jyazu fosse marcio già prima del demone, per essere arrivati a questa situazione. Chiaramente, in caso dovessi scoprire che è stato il demone il principale artefice diretto di tutto questo...allargò le braccia ad indicare attorno a sèLe cose cambierebbero. Ma ci penserò al momento. Si alzò in piedi, seppur con non molta agilità.

    E un chiarimento...questo sigillo non rimarrà permanentemente visibile, vero? Si indicò l'addome. Lo sguardo le cadde per un istante, quasi impercettibilmente su Shi.Perchè rovinerebbe la mia immagine in bikini...e io sto divinamente in bikini. Iniziava a recuperare un po' di sè stessa, in maniera nuova.


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    Sentaku - La Scelta

    La vera scelta.



    Kamine non era una ragazza che pareva crollare facilmente. Ciò che era successo quella sera era facilmente definibile quale una grave tragedia. Una serie così rapida di tragici momenti non doveva essere facile da digerire, eppure, in qualche modo lei sembrava riuscirci. Ma comprendevo la sua necessità: doveva conoscere, doveva avere quante più informazioni possibile per riuscire a capire cosa fare dell'Hachibi. Capire se le atrocità che aveva commesso Jyazu erano colpa di lui o dell'Hachibi. Ma a quella domanda, purtroppo non potevo dare una risposta certa.
    Jyazu non è mai stato un tipo... facile. Non che l'abbia addestrato a lungo, ma è così. Ammisi. Ma non credo che l'Hachibi abbia interesse in certe pratiche prettamente umane, Kamine. L'hai capito anche tu, che interesse avrebbe a stuprare delle povere ragazze? Lui è superiore a questo, lui ci schiaccerebbe come sassi e nient'altro. Dunque, cosa era accaduto a Jyazu? Difficilmente si vedevano atti di un simile disgusto.
    Credo che l'Hachibi e Jyazu andassero più d'accordo di quanto sembri. Jyazu voleva distruggere tutto, e l'Hachibi lo assecondava. Non era una questione di chakra, credo che semplicemente l'Hachibi parlasse, e parlasse, e parlasse alimentando l'oscurità di Jyazu. Iniziavo un attimo a preoccuparmi. Non conoscevo Kamine ed il suo carattere, ma se qualcosa in lei poteva spingerla a comportarsi da belva l'Hachibi l'avrebbe capito. Non potevo permetterlo: forse mi stavo fidando poco di lei, ma non ne sapevo abbastanza da poter decidere con la giusta razionalità. Poi lei mi fece una domanda che mi lasciò all'incirca con questa faccia:

    jpg




    ... Eh? B.. bikini? Rimasi per un secondo interdetto, ma uno spontaneo sorriso nacque sulle mie labbra. Comprendevo ciò che voleva dire quella frase: voleva dire che forse stava iniziando a comprendere l'inevitabile e dunque a contrastare il cambiamento, per cercare di rimanere sostanzialmente se stessa. Lo apprezzavo. Ah, bé, il mio scompare, probabilmente lo farà anche il tuo nel tempo. Ora è troppo fresco... non preoccuparti, Kamine, la tua figura rimarrà perfetta. Feci un passo verso di lei, posandole una mano sulla spalla. Ma ora devi affrontare l'Hachibi. Non posso e non voglio farti rimandare ulteriormente: devi fare la scelta, Kamine. Collaborerai con lui? O cercherai di sottometterlo? Feci scivolare la mano via dalla sua spalla, lasciandole capire che quella volta non l'avrei aiutata. Non potevo, anche se avrei voluto, erano questioni che lei doveva affrontare da sola. Siediti, concentrati. E sopratutto, non avere paura, io sono qui fuori e se l'Hachibi fa troppo il furbo, lo fermerò. Vai da lui, trattalo alla pari. Se ti sottometti a lui ed al suo potere è finita prima di iniziare. E così lasciai Kamine a concentrarsi per ritrovare la strada che l'aveva condotta dall'hachibi. Ed avrebbe scoperto come in lei era nato ormai un nuovo senso, quasi riuscisse ad avvertire chiaramente ed istintivamente la presenza del demone e dunque a raggiungerla. Qualcosa che non si poteva spiegare, ma solo provare.





    E così si sarebbe ritrovata dinanzi il cancello. Una specie di luce violetta illuminava la dimensione, che proveniva da un mare solido sotto di lei. E l'Hachibi era lì. Maestoso, fissava la sua nuova Jinchuuriki dall'alto in bassocon l'aria di superiorità di chi sapeva di essere più potente. Immensamente più potente.



    Dunque, alla fine sei qui.
    A cercare il mio potere.

    E dimmi, ragazza... perché dovrei concedertelo?



    Era giunto il momento cruciale. Tutta questa narrazione si riduceva a quel preciso istante in cui, Kamine Ashimi, la sfortunata protagonista di eventi più grandi di lei venne posta dinanzi alle grosse opzioni. Sfruttare il potere che aveva in quella dimensione per sottomettere l'Hachibi con dolore o cercare di renderlo collaborativo per perseguire insieme i loro scopi.
    Quello era il momento della scelta.



    Cosa farai? Parlerai all'Hachibi per cercare di conquistarlo o renderlo collaborativo oppure sfutterai il controllo che hai sulla dimensione per sottometterlo un cicinin? Non esiste una scelta giusta ed una sbagliata, ma ciò che farai influenzerà il tuo rapporto col demone!
     
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