Ombre nella Capitale di Iwa

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  1. Febh
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    È colpa tua. Ratty

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    [Diogenes Mikawa - Una Luce nel Cielo, Un Pozzo nella Terra]

    Opportunamente spinto a tradire il suo non proprio rispettato Kage, il giovane ninja di Iwa non perse tempo a spiattellare ogni cosa, segno che pur se in crescita, il villaggio della Roccia non aveva ancora riconquistato i fasti di un tempo. Non siamo venuti in molti: Io, Genji, Sabaku, Akabane e lo Tsuchikage. Sabaku è un traditore di Suna capace di manipolare la sabbia, mentre Akabane non lo ho mai visto combattere...però ogni tanto i suoi occhi cambiano colore e dice cose molto sinistre. Deglutì. Le voci dicono che sappia prevedere il futuro, che sia un Profeta. Se non sbaglio è in grado di evocare dei draghi verdi, ma non glielo ho mai visto fare. Quanto alla Roccia, al momento è ancora sotto il controllo del Daimyo e delle sue Guardie, noi la abbiamo solo riconquistata dalla Zanna, che era troppo indebolita dopo la battaglia di qualche mese fa...poi ci siamo dovuti ritirare per lasciare campo ai non-ninja e agli archeologi.

    Lo Tsuchikage però ha ottenuto oggi un permesso di libero accesso alle rovine, e avendo il Coltello ha deciso di iniziare ad andare là. Akabane ha detto che sapeva a memoria il contenuto del Rotolo quindi non serviva, mentre per la Sfera ha detto che avremmo improvvisato. Quell'uomo con le bolle di sapone, Hayate, ha detto che sarebbe andato anche lui. E poi c'è quell'Aizen, che però si comportava in maniera strana quindi lo abbiamo lasciato nel palazzo dei Daimyo, negli alloggi che ci ha concesso, per evitare che facesse danni.
    Non essendo mai stato personalmente alla Roccia degli Spiriti, le poche informazioni che aveva appreso da alcune mappe approssimative erano infinitamente inferiori rispetto a quelle del Mikawa stesso, e non aveva idea della posizione delle guardie del Daimyo nè degli archeologi. Akabane e Sabaku erano con noi per questo attacco ma ci sono state complicazioni con dei ninja della Zanna e si sono spostati per intercettarli. Concluse poi, pur non sapendo nulla dello scontro che stava avvenendo pochi isolati più in là.

    Io non intendo starne fuori! Scordatelo! Midori aveva ancora la Verga dei Kiku in mano quando lui le chiese di tornare nella sua abitazione, e la puntò con furia palpabile verso Nokaze, probabilmente anche per smaltire la frustrazione e l'effettiva paura per l'attacco appena subito, nonostante fosse una donna dalla tempra di parecchie spanne superiore a molti shinobi. Specialmente se porti LEI con te! Midori, amica mia, non essere sciocca. Se ti vuole a casa è per proteggerti, mi pare evidente. Io invece sono un bersaglio, e dovrà tenermi al sicuro, probabilmente in modo piuttosto rude. La Kiku comprendeva la situazione, ma era furente e tutt'altro che incline al cedere ai ragionamenti. No. Non se ne parla! Assolutamente non... La carezza del Mikawa, inaspettata quanto sincera (?) la fece tentennare, fissandolo con occhi che non si erano ancora arresi...ma che alla fine cedettero. Prima di andare, però, vorrei almeno conoscere il nome dell'uomo che mi farò da scorta. Il tuo vero nome, intendo. Sorrise Nokaze, chinando appena il capo per sottolineare l'importanza, dal punto di vista dell'etichetta, di quella sua richiesta.

    [...]

    Forte dei suoi nuovi accompagnatori, Diogenes si recò rapidamente dall'esperta di Fuuinjutsu, che accolse il trio con la sua solita provocante scelta di vestiti, facendo accomodare il gruppo all'interno della sua casa, pur gettando uno sguardo interrogativo al ninja di Iwa che li accompagnava. Nokaze Kani. Non ci incontriamo da molto tempo. Disse invece rivolta all'elegante fanciulla ancora vestita di tutto punto, con un tono che avrebbe lasciato intendere ben più che una relazione d'affari ai malpensanti...e forse anche ai benpensanti. La Kani comunque non si scompose, limitandosi ad inchinarsi e ringraziare per l'ospitalità, mentre delle poltrone generate dal nulla permettevano al gruppo di riorganizzarsi.

    Ho dei Fuuinjutsu adatti alla situazione, ma se subirai troppi danni l'effetto svanirà nel nulla. Anche io ho i miei limiti e non sono un'eliminatrice di cadaveri, Mikawa. E anche se abile, non sono certo capace, come credo nessuno, di ottenere informazioni da un cadavere, specialmente uno che è stato corroso dall'interno da chissà quale sostanza. Schioccò le dita facendo scomparire nel terreno il cadavere. Terrò il corpo, comunque, casomai potesse tornare utile in seguito. E non serviranno respiratori per Nokaze, posso fornirle un fuuinjutsu con l'effetto appropriato. La Kani deglutì al pensiero di tornare in quel bizzarro mondo liquido, ma se serviva per la sua sicurezza non si sarebbe tirata indietro. Quanto ai sigilli per l'Arma, sfortunatamente Maya non era riuscita ad ottenere nessuna nuova informazione, quindi avrebbero dovuto improvvisare.

    [...]

    Non mancava che un chilometro scarso all'arrivo, con Diogenes trasformato in Nokaze, Maya nel defunto Genji e Hiren (questo il nome del prigioniero di Iwa soggiogato dal sangue Mikawa) che avrebbe parlato per il gruppo se necessario, quando una luce dorata squarciò la Roccia degli Spiriti, levandosi verso il cielo come una freccia scoccata dagli dei stessi. Qualcosa era emerso dalla roccia, ma cosa fosse era impossibile a dirsi. Cosa può essere stato? Nel giro di poco tempo avrebbero visto parecchie persone che si davano alla fuga, quasi tutti guardie o membri del team di ricerca archeologica, spaventate dall'insolito evento. Altri invece si assiepavano vicino all'ingresso principale dove due coraggiosi stavano cercando di trattenere i curiosi. Al vedere i coprifronte di Iwa avrebbero lasciato passare senza problemi il duo (prigioniera e pozza di sangue inclusi), sperando anzi che gli shinobi potessero dare spiegazioni di quel misterioso avvenimento.

    Erano nuovamente là, nel condotto principale che il Mikawa aveva percorso mesi prima, e dopo poco sarebbero arrivati al bivio dove un Doton aveva separato il team accademico in due gruppi distinti, entrambi gravati da ben poca fortuna. Dovevano solo scegliere se andare a sinistra (la via già percorsa da Diogenes) o a destra, ma prima ancora di poter scegliere una vampata di fuoco e una sagoma accesero quest'ultimo corridoio! Una donna dai lunghi capelli ramati e un corpo dalle proporzioni generose stava schivando in extremis delle sfere infuocate, spada alla mano e con pochi brandelli d'abito ancora al loro posto per difendere la sua dignità. La somiglianza con Matsumoto, servitrice del Mikawa, era impressionante, anche se questa kunoichi aveva alla cintura un coprifronte di Suna. Maledizione, deve capitare tutto a me? Oggi è una giornata terribile! Ter-ri-bi-le! NON SCAPPARE, VACCA! Ben presto l'origine delle fiamme si manifestò nella persona di Kayano Ho, una kunoichi dalla pelle scura con occhi e capelli rossi che stava inseguendo la spadaccina della Sabbia. Già una volta Diogenes aveva sfidato quella Kunoichi nel Paese del Mare, quando con Amanimaru aveva scoperto un complotto della Zanna ai danni dell'Accademia.

    Ninja di Iwa. Commentò la rossa, vedendo il gruppo. Già...che dici, una tregua temporanea? Con te? Lurida vacca di Suna? Con l'Accademia? MAI E POI MAI! Combatterò con tutti se serve! Sei completamente pazza, Ka-chan! Com-ple-ta-men-te! La situazione era a dir poco rovente, anche perchè alle spalle di Kayano fluttuavano due costrutti di fuoco assai simili a delle ruote di carro. La Ho stava a circa quindici metri dal gruppo del Mikawa, mentre Seira di Suna si trovava a metà strada tra loro, e sembrava assolutamente in difficoltà, sentendosi evidentemente tra due fuochi, se si perdona il gioco di parole. Diogenes doveva decidere se intervenire...e a favore di chi farlo!
     
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