Come diventare una Spia

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  1. lNearl
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    Avevo anticipato come gli esiti dei miei colpi potessero essere molto variabili. Il tutto dipendeva dall'abilità dell'avversario, e ovviamente Matsumono si rivelò di gran lungo superiore alle mie aspettative. I miei due colpi andarono a vuoto senza colpo ferire. Ricevetti invece qualche segnale di incoraggiamento, ed un consiglio sulla possibilità di usare un'attacco doppio. In realtà era una possibilità che avevo vagliato mentre studiavo come contrattaccare, ma che avevo scartato, optando invece per un uno-due semplice. La prossima volta l'avrei tenuto in considerazione.
    Come previsto l'addestramento non sarebbe finito li, ma sarebbe andato avanti per l'intera giornata, variando le armi utilizzate e lo stile di combattimento. Giustamente non potevo sapere qual genere di avversario avrei dovuto affrontare, e dovevo essere pronto a cavarmela contro qualsiasi genere di prova. Già a metà della giornata sentivo dolore in diverse parti del corpo, dovute a botte e contusioni. Inoltre la stanchezza era sostanzialmente inaudita. Non che nella mia vita precedente, se così possiamo chiamarla, mi fossi sottoposto a grandi sessioni di allenamento, ma mai mi sarei aspettato qualcosa di questo genere. Le barrette e le bevande portate da Anteras durante la pausa furono un toccasana, e mi diedero la forza e le energie sufficienti per arrivare a sera. Questa nuova vita mi piaceva, ogni respiro fatto dentro quella villa mi faceva assaporare sensazioni mai provato. La voglia di confrontarmi davvero con il mondo esterno era massima, non vedevo l'ora di raggiungere degli obbiettivi per poter ripagare la fiducia data.
    La sera una nuova tavolata ricca di ogni genere di pietanza aspettava me e gli altri inquilini della villa. Sembrava essere popolata da tantissime persone, delle quali l'unica che si incontrava facilmente era Ashiro, tutti gli altri sembravano essere inesistenti finchè non ce li si ritrovava davanti. Al tavolo c'erano altre tre persone nuove questa sera, una ragazza silenziosa e due uomini che discutevano tra loro riguardo qualche aneddoto storico. Per quanto la mia nuova vita stesse procedendo a gran velocità non potevo certo colmare il mio terribile gap mentale in tutte queste materie culturali. Non capivo nulla del loro discorso, anche leggere per me era difficile al momento. Sapevo che avrei dovuto allenarmi anche in quello, che sarebbe stato probabilmente l'allenamento più difficile. Rimasi in silenzio, osservando saltuariamente gli altri partecipanti alla cena, mentre consumavo senza fretta un pasto leggero. Anteras mi chiese se desideravo qualcosa in particolare, sottolineando la possibilità di avere qualsiasi genere di portata anche di Suna, ma sul tavolo c'erano piatti a sufficienza per colmare qualsiasi mia voglia. Inoltre, una spia, non esistendo, non può richiedere cibo. Ascoltai il consiglio di Ukitake, immediatamente dopo il pasto andai a dormire. Disteso nel letto potevo sentire i muscoli del mio corpo tirare in ogni zona, ma più importante di questo era la soddisfazione che pervadeva il mio corpo. Come confà ad un bimbo, mi addormentai sorridendo.

    L'indomani arrivai sul tetto dieci minuti prima dell'appuntamento. Mi era stata data una seconda possibilità in questa triste esistenza, non avevo alcuna intenzione di sprecarla. Mi ritrovai assieme ad Ukitake davanti alla voliera, al cui interno diversi corvi scuri, contraddistinti dal rosso del becco avevano iniziato a gracchiare. Bastò un gesto della figura davanti a me per zittirli, dopodichè iniziò una lunga spiegazione su quella razza, e sulla loro utilità. L'indovinello mi prese in controtempo, per questo genere di giochi servivano malizie cui non ero abituato. Provai a nascondermi nella spazzatura, cercando di confondere il mio odore con quello del cibo attorno a me, ma dopo pochi istanti il corvo arrivò per picchiettarmi con la testa. Tirai un lungo sospiro, la giornata quest'oggi era iniziata con un fallimento. Risalito sul tetto avevo davanti a me tutto il materiale necessario per la pulizia della gabbia, indubbiamente un lavoro lungo e discretamente faticoso. La prima volta che entrai nella voliera avevo paura, negarlo sarebbe stato sciocco e anche inusuale. Quei rapaci erano lunghi 70 centimetri, e sin da subito mi fecero capire quanto fossero affilati i loro becchi. Un rigolo di sangue sul braccio destro, che scendeva da un piccolo graffio sotto la spalla ne era la prova. Ero certo che ogni azione e ogni esperienza vissuta all'interno di quella villa mi sarebbe stata utile, se non dire fondamentale per il mio futuro. Da bravo bambino seguivo le indicazioni di questi nuovi sensei, che erano un po' i miei nuovi genitori con cieca fiducia. Se mi era stato ordinato di pulire la gabbia non potevo pensare si trattasse di tempo perso. Vista la tiratura di questi elementi era ovvio che non avrebbero sprecato un secondo della loro esistenza, se mi toccava questo compito c'era un fine preciso. Con grande precisione e meticolosità pulì l'intera gabbia e sistemai ogni cosa, dal mangime alla pulizia della porta d'ingresso. In fin dei conti fu meno stancate del previsto, e dopo i primi minuti di terrore e paura riuscì a stabilire un rapporto discreto con i corvi. Avrei dovuto lavorare moltissimo con loro, che sarebbero diventati uno dei miei principali strumenti, era necessario stabilire un ottimo legame con loro. Terminato decisi che se ne avessi avuto tempo sarei tornato nei giorni successivi.

    Mi recai nella biblioteca, dove sempre Ukitake mi aspettava per una seconda parte del giorno di allenamento. Capì immediatamente che la parte difficile dell'allenamento stava per concretizzarsi. Davanti a me c'erano parecchie buste, libri e mappe e documenti vari. Per me sarebbe stato molto difficile uscire positivamente da quella giornata. D'altra parte, era chiaro che non potevo farmi sfiduciare così presto. In questo caso magari non sarei riuscito a portare presto qualche risultato, ma l'impegno sarebbe stato comunque massimo. Ascoltai con attenzione il discorso e presi in mano il grande blocco consegnatomi da Ukitake dopo il passaggio di Ashiro, il solito tontolone che metteva scompiglio nella casa. L'idea di dover leggere tutta quella mole di informazioni mi aveva chiuso lo stomaco, non avevo idea di come uscirne vivo.
    Ascoltai infine l'ultima parte sui messaggi criptati. Questo era veramente molto interessante, ed era importante che imparassi a padroneggiare quell'arte il prima possibile per potermi rendere utile alla causa del colosso. Come ordinato dal sensei odierno feci cadere una goccia di sangue sulla cera utilizzata per chiudere la busta. Mi ero ciecamente fidato delle parole del sensei, e non provai nemmeno ad aprire la busta, certo che nemmeno Ashiro sarebbe stato capace di farcela. Appena aperta la busta, rompendo la cera con il sangue presi il foglio che conteneva per leggerne il contenuto. Ebbi appena il tempo di terminare la lettura che il testo sparì. Era chiaro che dovevo migliorare sotto questo aspetto. Non riuscire a leggere il contenuto prima che si cancellasse sarebbe stato un peso insopportabile per i miei compiti, non volevo più sbagliare, dovevo essere una buona spia. Quest'ultima circostanza mi aveva fatto realmente capire la necessità di sviluppare le arti dello studio. Avrei dovuto cimentarmi e imparare a leggere più rapidamente. Inoltre dovevo imparare a scrivere bene e velocemente, altro genere di competenza che per il momento non possedevo.
    Ukitake probabilmente si aspettava delle domande, ma sfortunatamente per lui non ne avevo. In questa giornata avevo scoperto di esser stato marchiato con il simbolo per i corvi, altri ne avrebbero potuto fare una malattia della mente, ma io sapevo che tutto ciò che mi accadeva era utile alla causa comune. L'unica cosa che per il momento mi interessasse. Non amavo studiare, ma siccome era divenuto fondamentale per la mia crescita ero deciso a farlo, e a farlo bene. Guardai Ukitake per qualche secondo. Avrei potuto fare qualche domanda riguardo al sigillo che veniva fatto dal colosso sulle buste, o sul funzionamento dei corvi, o delle domande su come criptare i messaggi, ma in realtà nulla di tutto ciò mi era utile al momento. Confidavo nell'abilità di coloro che mi istruivano, e se per il momento qualcosa non mi era stato detto significava che non lo necessitavo.
    Una spia non domanda, non può essere curiosa dove non deve.
    Senza proferir parola presi la mole di documenti e mi sedetti sulla prima sedia disponibile, disponendo poi i documenti lungo il tavolo.
    Con una incertezza evidente, avrei cercato di capire da quale fosse meglio iniziare.
    Ukitake aveva ragione, anche solo di Sunagakure conoscevo pochissimo del reale territorio, e forse la cosa migliore era proprio iniziare dalle informazioni riguardo la mia terra natia. Almeno per un certo verso partivo avvantaggiato. Iniziai lentamente lo studio, aspettando consigli, richiami e ordini da parte del mio sensei.
     
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17 replies since 18/8/2015, 14:41   255 views
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