Come diventare una Spia

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  1. lNearl
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    Passai l'intera giornata a studiare assieme ad Ukitake. Come avevo previsto la mancanza di domande doveva averlo deluso, d'altra parte non si era minimamente affranto ed anzi aveva partecipato alla giornata di studio assieme a me, suggerendomi i modi migliori per sviluppare l'apprendimento. Il metodo da lui insegnatomi, basato su simboli e simili mi era di facile comprensione. Chissà che non fosse proprio l'assenza di una vera e propria preparazione scolastica ad aiutarmi nell'apprendere in fretta questo nuovo metodo. Per quanto riguardava invece la normale lettura la trovavo molto faticosa e stancante. Tirare avanti sino all'una per concentrarmi su questo genere di cose era molto complesso, ma se questo era ciò di cui avevo bisogno non mi sarei certo tirato indietro.
    Appresi con gioia che l'indomani non mi sarei dovuto svegliare presto. La gioia, sia chiaro, non era dovuta alla possibilità di dormire, tutt'altro. Come ripromessomi questa mattina avrei sfruttato quel tempo per tornare nella voliera del tetto.
    La sera andai a letto presto dopo aver consumato una cena leggera, e non prima di aver debitamente scritto i miei ricordi su quei tre biglietti.

    Qualcosa che non rivelerò a nessuno...

    Non ero foriero di grandi segreti, essendo solo un bambino le persone generalmente non mi rivelavano dei segreti, ma qualcosa da scrivere l'avrei facilmente trovato nella mia mente.
    CITAZIONE
    Ho visto Murakumo a Suna

    Questa la frase impressa sul primo bigliettino. Questa era l'unico segreto che effettivamente conoscevo. Avevo promesso a quello strano individuo di non dire a nessuno di averlo incontrato, ma ciò era successo nella mia vita precedente, ora erano i miei sensei gli unici essere cui potevo prestare fiducia, non avevo allora nessuna valida ragione per mantenere quel segreto nei loro confronti.

    CITAZIONE
    Sono stato rinchiuso in un centro strano

    La frase era ambigua, ma meglio non si potevano descrivere i rimasugli di una tremenda esperienza per la mente di un bimbo. I miei genitori le avevano provate tutte, e l'essere stato rinchiuso in un centro speciale, assieme ad altre stranissime persone e lontano dai miei genitori era certamente un ricordo che mai avrei potuto dimenticare.

    CITAZIONE
    Ho ucciso la mamma

    Anche questa volta la metrica della frase lasciava a desiderare, d'altra parte è ormai chiaro come la grammatica non sia il mio settore privilegiato. Il contenuto invece era di grande spessore. Se c'era un evento segnante ed indicabile della mia vita lo erano indubbiamente le infinite coltellate con il quale avevo mutilato il corpo della mia procreatrice.


    Mi sarei svegliato nuovamente alle sei del mattino per pulire e sistemare i corvi. Era chiaro quanto quello strumento sarebbe stato indispensabile per la mia crescita, e di conseguenza dovevo assolutamente sviluppare una grande empatia con quegli uccellacci.
    L'esperimento si rivelò funzionale, sebbene qualche graffio lo guadagnai ugualmente non avevo paura di girare per la gabbia, ed anche i corvi stessi sembravano molto più tranquilli del giorno prima.


    Tranquilli belli, saremo amici, graandi amici!!

    Pensai mentre uno di questi mi si posò su una mano. Provai goffamente ad accarezzarlo, ma come mossi la mano per farlo questo volò via. Indubbiamente era un primo passo avanti, ma la strada era ancora lunga.
    Dopo aver terminato quel lavoro mi recai nella sala delle armi e della tortura. La stanza accanto a quella in cui ero stato addestrato da Matsumono due giorni prima. Sentivo sulla pelle ancora i postumi di quell'addestramento.
    Se le persone che avevo incontrato sino ad ora sembravano tutte abbastanza normali, Ashiro a parte, questo strano dottore che mi si poneva davanti aveva un aspetto molto inquietante, ed inquietante era il genere di attività cui mi sottopose. La maggior parte dei test e degli esercizi li avevo già affrontati nel centro, come lui d'altronde mi aveva anticipato. Con fatica cercavo di stare dietro alle sue parole, anche se quello odierno era un argomento a me sconosciuto ed abbastanza difficile da affrontare. Le prime due ore con Eiatsu furono lunghe. A differenza che con Matsumono e con Ukitake non mi sentivo un allievo, e non riuscivo a vederlo come un sensei. Mi sembrava di essere una sorta di paziente, forse la parola cavia sarebbe stata ancor più calzante. I test mi fecero sentire di nuovo all'interno di quel maledetto centro da cui ero riuscito a scappare tempo addietro. Nonostante ciò la mia convinzione non ne venne minimamente minata. Avevo stretto un patto e avevo deciso come seguire la mia nuova vita, se anche avessi dovuto affrontare nuovamente dei mesi all'interno di quel centro psichiatrico l'avrei fatto. Ciò che contava oramai era la mia esistenza da spia, null'altro. E se questo strano individuo mi avrebbe potuto aiutare allora sarei sottostato a qualsiasi genere di prova.
    Dopo quelle prime due ore ne uscì con il merdosissimo risultato di 18/100. Il dottore dicevo fosse un risultato nemmeno poi tanto grave, ma in fondo pensavo fosse una frase di circostanza. Ciò che importava comunque era la seconda parte del suo discorso. Diceva che vi era possibilità di migliorare, avrei potuto portare quel punteggio fino a 85, ed allora sarebbe stato ciò cui avrei puntato. Era necessario per essere operativo, e non mi sarebbe importato minimamente quale ne fosse il costo, avrei raggiunto quell'obbiettivo.

    Migliorerò. è una promessa!

    Passammo poi alla parte più interessante. Mi chiese se avevo portato con me i foglietti scritti la sera precedente ed io risposi positivamente con un gesto del capo. Presi il primo di quei tre fogli, sul quale avevo scritto le informazioni riguardo l'incontro con Murakumo. L'ordine era semplice, dovevo aggrapparmi a quel ricordo ed impedire che qualcuno potesse sottrarmelo. L'ordine, di semplice comprensione nella sua interpretazione astratta diveniva impossibile nella sua concretezza. Cosa significava trattenere un ricordo ? Un ricordo, in quanto tale, è qualcosa che si ha. Come si può pensare che altri possano averlo ? E come si poteva allora allenare la mente affinchè si sviluppassero difese tali da proteggere le nostre conoscenze ?


    Ho incontrato Murakumo a Suna.

    Le parole mi uscirono di bocca senza che potessi minimamente trattenerle. Provai a stringere i denti e serrare le labbra, ma nessuno di questi espedienti servì a nulla. Provai almeno a pronunciare qualcosa di diverso, storpiare il nome o il luogo dell'incontro, ma mi resi conto ben presto di quanto il mio intelletto fosse vulnerabile all'arte utilizzata da quella sorta di dottore davanti a me. D'un tratto mi resi conto delle infinite capacità che uno shinobi può apprendere, e di quanto una tecnica di quel genere mi sarebbe stata fondamentale nella mia vita da spia. Avrei dovuto apprenderla, e come essa avrei dovuto apprendere tutte le tecniche di questo genere.
    Questa situazione mi lasciava abbastanza turbato, era un genere d'invasione interna che non avevo mai provato prima. Nella mia esistenza precedente spesso mi ero sentito minacciato e debole rispetto a tutto ciò che mi circondava, ma questa sensazione era diversa. L'assoluta impotenza, l'esigenza stessa del corpo a voler soccombere all'ordine impartito, una sorta di ammutinamento della propria volontà. Era un'invasione della propria sfera dell'io difficile da descrivere, mi aveva lasciato una strana sensazione di vuoto internamente. Osservai Eiatsu che in tutta tranquillità narrava come fosse normale quella sensazione, come persino un Kage sarebbe dovuto sottostare a questo genere di umiliazione.


    Quest'arte nasconde un potere immenso.

    Dovevo ancora confrontarmi con il vero potere ninja, e non potevo nemmeno immaginare di cosa potessero essere capaci certi esseri umani al mondo, ma questo che stavo provando era per me la più grande arte mai vista al mondo. Un qualcosa contro il quale non si ha difesa.
    Ascoltai con attenzione le sue parole. Aveva ragione, io avevo stretto un patto ed avevo forte convinzioni per difendere le mie conoscenze, ma avrei dovuto imparare a sfruttarle e a gestire questo genere d'intrusione. Mi disse poi di passare al secondo ricordo, si trattava del ricovero. L'ordine invece, era ancor più semplice del precedente. Non conoscevo i recenti risultati delle neuroscienze, non potevo immaginare che i ricordi in realtà non esistessero, ed ero pienamente convinto che un ricordo non sarebbe mai potuto esser modificato. Io sapevo bene cos'avevo passato dentro quel ricovero, ed ero certo che mai avrei potuto dimenticare quell'esperienza e quelle sensazioni.
    Aspettai, senza mai addormentarmi tutto il tempo necessario, rimanendo immobile e guardandomi attorno nella stanza. Trascorse parecchio tempo, ma quando Eiatsu ebbe finito, e parlò rimasi un attimo basito, non sicuro di cosa stesse dicendo. Ripensando all'oggetto del secondo biglietto avevo delle difficoltà, non ricordavo più il centro psichiatrico, ma mi sembrava che i ricordi fossero coerenti e che non ci fosse nulla di strano, Dentro di me non mi sentivo diverso. Riuscì a realizzare la situazione l'effettiva situazione solamente quando mi venne messo davanti al naso il mio biglietto, con il ricordo originario.
    Sentì una lunga scossa lungo la schiena.


    Puttana...

    Nonostante la recente volontà di non proferir mai parola non riuscì a trattenere quell'imprecazione. Se la sensazione provata precedentemente mi aveva scosso questa era mille volte peggio. Prima il mio corpo era stato violato, e si era dovuto arrendere alla volontà altrui nel dover rivelare un segreto. Ma questa volta era diverso, non si trattava di una mera violazione, ma di un totale assoggettamento del corpo al desiderio altrui. Quest'oggi era stato Eiatsu a modificare i miei ricordi, in maniera del tutto pacifica e restituendomeli appena possibile, ma cosa fare il soggetto attivo della vicenda vuole distruggerti ? è possibile modificare l'esistenza di una persona agendo su quello crede esser il suo passato, ed una volta nascosti i ricordi come può questa tornare padrona della sua vita ?
    Ero totalmente esterrefatto da questa faccenda. Mai avrei potuto immaginare l'esistenza di simili arti ninja.


    Fai ciò che vuoi... VOGLIO IMPARARLO

    Constatai nei confronti del grande potere di Eiatsu mentre mi avvicinavo a lui e gli stringevo le mani. Un gesto spontaneo e tremendamente infantile, non riuscì a trattenere per la mia intimità una profonda verità, volevo assolutamente imparare a padroneggiare queste arti. Se con gli altri sensei ero riuscito a mantenere l'identità che volevo pian piano costruire davanti a questo mi sentivo solamente un bambino, vulnerabile come tale e totalmente incapace di ogni genere difesa. L'unica possibilità che avevo davanti a questo genere di dimostrazione era lo sconcerto da un parte, e la brama di possedere questo genere di conoscenze dall'altra.
    Aspettai con ansia le sue parole, volevo assolutamente procedere e scoprire tutto il possibile su questo genere di capacità. Anche questa volta mi chiese se avevo domande, ma a differenza che con Ukitake una domanda l'avevo.


    Come mi difendo ?

    Se è vero che volevo imparare ad utilizzarle, allo stesso tempo necessitavo di conoscere qualche espediente per potermi difendere. Non volevo vivere quelle sensazioni nuovamente. Soprattutto, erano state così invasive adesso che erano totalmente innocue, chissà qual genere di ripercussione avrebbe avuto la consapevolezza non solo di esser stati sì violati, ma inoltre di aver rivelato delle informazioni importanti a qualcuno di ostile.
    Dovevamo procedere, dovevo diventare almeno un 85/100.

     
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