Come diventare una Spia

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    Pensavo di esser stato molto abile nelle missioni svolte, ed invece in due su tre di esse avevo commesso un'errore. Riguardo alla sellatura dei cavalli ero stato fortunato, ma l'errore commesso sulla scacchiera era imperdonabile per i miei standard. Dovevo muovere un bianco, ed invece avevo commesso l'azione con il nero, avrei dovuto essere più preciso da questo momento in avanti. Cercai di stare ben attento alle parole di Yachiru, facendo memoria di ogni suo consiglio. Dovevo apprendere tutto il necessario dai miei sensei. La giornata continuò con lei, che mi insegnò a sviluppare molte abilità nuove. Mi avrebbe insegnato a muovermi in maniera furtiva, in modo che fosse più difficile per i miei avversari notarmi, e mi avrebbe insegnato a stare attento ai dettagli, sviluppando sia la vista che l'udito. La percezione era fondamentale, ciò mi permetteva di notare piccole cose o di riconoscere animali e suoni lontani. Mi avrebbe insegnato a riconoscere i pericoli ed a captare informazioni utili in futuro. Questa parte della giornata fu molto piacevole. Yachiru era carica ed avendo sostanzialmente la mia stessa età mi sembrava per la prima volta nella mia vita di vivere una giornata normale assieme ad un mio coetaneo. Appresi tutto il possibile, e mi preparai per un'altra successiva ed importante giornata di lavoro. Non avevo idea di cosa mi aspettasse.


    Sopravvivenza



    Quella mattina a differenza delle altre volte non mi venne lasciata la possibilità di fare la colazione. Poco male pensai, la sera prima come sempre mi ero saziato adeguatamente grazie a tutte le prelibatezze offerte dalla mensa di villa Mikawa. Non sapendo a cosa stessi andando incontro non potevo immaginare di quanto avrei avuto bisogno di quella colazione. Presi un sacchetto datomi da Anteras senza farci troppa attenzione e mi diressi verso il portone, dove il buon Ashiro mi attendeva.


    Ashiro sensei ?

    Suonava proprio male. Mi piaceva quel gigante buono, ma non pensavo potesse avere nulla da offrirmi. In confronto a soggetti come Anteras o Ukitake, che sin dalla prima occhiata offrivano abilità particolari ed avevano l'aria di coloro che potevano insegnarti un'infinità di cose Ashiro sembrava un tontolone. Io mi fidavo però del boss, colui che mi aveva dato la mia seconda possibilità, che aveva salvato le ceneri permettendomi di rinascere. E se egli riteneva che Ashiro potesse tornarmi utile io l'avrei seguito in capo al mondo. Seguì Ashiro verso ovest, fino all'inizio del famigerato bosco dei sussurri. Non l'avevo mai visitato e non avevo nemmeno appreso nessuna informazione scolastica su di esso, ma le leggende a riguardo parlavano chiaro, era un posto da evitare. Sentì un lungo brivido nella schiena quando realizzai di doverci girare dentro da solo. La prova di oggi sarebbe stata ben più temibile delle torture di Eiatsu. Ashiro mi disse di trovare casa sua li in mezzo, e poco dopo scomparve lasciando dietro di se un macello di rovi spezzati.


    Come fa a non avere male ?

    Mi chiesi stupito. Era passato in mezzo a dei rovi senza quasi farci caso, anzi, a dir la verità erano i rovi ad aver avuto nettamente la peggio. Rovistai velocemente il sacchetto lasciatomi da Anteras prima di prendere una qualsiasi decisione, era meglio avere un'idea concreta di quello che avevo a disposizione prima di decidere come muovermi. L'unica cosa che trovai era il famoso foglietto con la richiesta di non morire. Iniziai ad avere paura, e capì che se non fossi tornato non sarebbe venuto a cercarmi. Quella villa era abitata da persone fuori dal comune, per sopravvivere al bosco dei sussurri anch'io avrei dovuto dimostrare di esser della stessa pasta; altresì la selezione naturale avrebbe pensato al resto.


    Sono una spia. Non esisto, non posso morire, non posso sanguinare.

    Questa era la prima missione sul campo. Pensai a quel 18/100 ottenuto nei test di Eiatsu. Questa era la prova per dimostrare di essere migliorato, non avrei assolutamente dovuto sprecarla. Pensai brevemente a quale fosse la mossa il modo migliore di muovermi. Ashiro disse che mi avrebbe atteso, e di conseguenza avrei potuto seguire le sue tracce lungo il cammino, d'altra parte conoscevo il ragazzo e sapevo che lungo il cammino si sarebbe distratto. Seguirlo passo passo significava rischiare di percorrere molta strada aggiuntiva inutilmente. Anzi, dannosamente visto che ogni passo più nel necessario aumentava considerevolmente i rischi della permanenza dentro al bosco. Detto ciò, almeno inizialmente che la pista era fresca mi conveniva seguirla, potevo sperare che almeno inizialmente la strada intrapresa da Ashiro fosse giusta, o perlomeno orientata nella direzione corretta, da li in avanti avrei dovuto stare ben attento a cosa trovavo.
    Iniziai ad avanzare con grande attenzione, cercavo di muovermi come insegnatomi il giorno precedente da Yachiru. I miei movimenti non erano ancora furtivi, lei era indubbiamente molto più abile ma dovevo cercare di utilizzare ogni accorgimento possibile.
    Avanzai superando i rovi rotti da Ashiro, stando però ben attento a non farmi graffiare da alcuno di essi. Ashiro sembrava muoversi perlomeno inizialmente verso nord-ovest. Dopo i primi rovi rotti potevo vedere le sue orme, per il momento molto profonde ed evidenti nel terreno morbido. Camminavo lentamente, la paura mi faceva battere il cuore molto forte, e tutti i miei sensi erano concentratissimi. Cercavo di ripetere gli insegnamenti del giorno precedente, ogni cinquanta metri mi fermavo e guardavo attentamente tutta la natura intorno a me, poi trattenevo il fiato per qualche secondo e cercavo di udire e captare ogni rumore nella zona. Ero certo ci fossero molti pericoli, e di conseguenza dovevo stare attento ad accorgermene prima di esserci troppo vicino. Presi un kunai ed iniziai a segnare con numeri successivi gli alberi cui passavo intorno. Mi avrebbe indubbiamente rallentato questa tattica, ma era un'espediente sicuro. Se avessi trovato una bestia feroce o qualcosa da cui scappare avrei rischiato di perdere l'orientamento e perdermi per sempre nella foresta. In questo modo se mai fossi riuscito a ritrovare uno degli alberi marchiati mi sarebbe bastato seguire la strada a ritroso per uscire dal bosco dei sussurri. Uscire sconfitto certo, ma vivo. D'un tratto le orme sparirono, come assorbite dal terreno.

    Devo seguire la direzione originaria, sperando sia corretta.

    Continuai ad avanzare seguendo la direzione originaria, proseguendo cioè verso nord'ovest. Man mano che mi addentravo all'interno di questa foresta potevo sentire una strada sensazione. I rumori sembravano diminuire, contrariamente a quanto potessi immaginare. Mi aspettavo di poter sentire il rumore degli animali, mentre questo silenzio inquietante era sicuramente foriero di qualche pericolo. Inizia a temere la presenza di qualche possibile predatore. Mi fermai concentrandomi sui rumori, e guardando ben attento attorno a me. Non mi sembrava di percepire nulla di particolare, ma dentro di me era sorta l'idea di essere in pericolo. Non potevo sapere qual genere di animali abitassero la foresta, ma iniziai a rivalutare la scelta di procedere lungo il terreno. Le orme ormai non erano più visibili. Per un breve tratto avevo cercato di intravedere dei residui dell'abbigliamento di Ashiro nella vegatazione, magari strappato mentre correva disattento, ma non c'era nulla di nulla.
    Decisi di proseguire passando di albero in albero. Magari anche Ashiro aveva adottato lo stesso accorgimento, lui conosceva la foresta e magari passare dall'alto era meno rischioso. Setacciai la zona in cerca di qualche residuo o traccia sugli alberi, ma anche questa volta non trovai nulla di utile.


    Nord'ovest sia.

    Data l'assenza di tracce era quella l'unica possibilità che mi rimaneva, continuai saltando di albero in albero, cercando di passare di ramo in ramo varcando distanze più brevi possibili. In primis se mi fossi mosso velocemente avrei rischiato di non accorgermi di qualche rischio, mentre procedendo lentamente potevo sia continuare a marchiare gli alberi su cui passavo, sia avere un miglior controllo della zona circostante.
    Mi fermai di colpo, avevo sentito un rumore spezzare quel silenzio surreale. Non potevo mentire a me stesso, avevo molta paura di tutta quella foresta attorno a me, e questo rumore mi fece nuovamente vivere un lungo brivido. Guardai attentamente la zona, restando immobile e cercando di respirare con calma, per fare meno rumore. Sotto di m'è c'era un ragno di dimensioni giganti. Il rumore proveniva esattamente da lui, che con le sue grosse e pelose zampone era passato sopra delle foglie secche. Non sembrava avermi notato, ma non potevo esserne certo, magari era una trappola. Non conoscevo quella foresta e le sue consuetudini, perciò dovevo comportarmi davanti ad ogni pericolo come se fosse il più grande mai affrontato nella mia vita. Attaccare il ragno era una mossa fuori di ogni senso, non potevo sapere quali pericoli nascondeva. Mi guardai attorno circospetto, era strano che il ragno fosse a terra, me lo sarei aspettato su una ragnatela in attesa di prendere la vita di qualche bestia intrappolata.
    Mi sforzai di rimanere concentrato e di guardarmi attorno, da qualche parte doveva certamente esserci la ragnatela, e se ci fossi finito dentro difficilmente avrei rivisto il resto del mondo. Rimasi fermo a studiare il ragno per qualche minuto, sembrava muoversi lentamente e senza un obbiettivo preciso. Mi spostai lentamente di qualche ramo continuando nella solita direzione, ma anche se feci di tutto per risultare silenzioso vidi il ragno muoversi di scatto, alla ricerca della fonte del rumore.


    Devo inventarmi qualcosa.

    Il ragno si era mosso quando aveva sentito un rumore, dovevo dargli motivo di andare in direzione opposta alla mia. Presi uno dei sonagli dalla tasca e con un gesto rapido lo lanciai dentro un gruppo di rovi una ventina di metri nella direzione opposta a quella che intendevo seguire. Nell'impatto il sonaglio emise il suo caratteristico fischio, ed il ragno corse in quella direzione. Sfruttai la sua distrazione momentanea e continuai la mia avanzata. Non feci tempo a fare qualche passo sui rami che mi ritrovai davanti ad un'enorme e fitta ragnatela. Era molto vasta, ovviamente proporzionata alla dimensione del ragno e potevo vedere intrappolata dentro di essa altre povere vittime. L'unico modo per aggirarla era scendere nuovamente sul terreno. Controllai attentamente che non ci fosse alcun genere di predatore e scesi rapidamente.
    Le ore passavano in fretta e stava per scendere la sera. Iniziavo a mostrare i primi segni di stanchezza, fame e sete. Sceso dall'albero continuai verso nord'ovest, e superai un paio di pozze d'acqua. Emanavano un'odore tremendo, e non potevo certo correre il rischio di bere quel putridume. La ricerca della baracca si dimostrava ben più lunga del previsto e mio malgrado non avevo fatto i conti con i bisogni naturali del corpo. Mi resi conto di poter continuare ancora per poco, dopodichè sarebbe stato troppo rischioso. In una foresta pericolosa come quella era meglio essere al meglio, e continuare nonostante la stanchezza sarebbe stato un'errore fatale. Inoltre già i fitti rami rendevano la visibilità molto scarsa, ma di notte con i soli raggi lunari avrei rischiato di non vedere alcuni pericoli. Dovevo mettere in conto di dovermi accampare.
    Avanzai con le solite precauzioni, stando ben attento ai rumori e cercando di aguzzare la vista prima di ogni passo. Mi ritrovai a sentire uno strano odore nell'aria, e mentre avanzavo incontrai alcuni animali morti lungo il cammino. Anche alcune piante mostravano evidenti segni di sofferenza.


    Dev'esserci qualcosa di velenoso nella zona.

    Non potevo sapere da dove arrivasse il pericolo questa volta, se si trattasse di qualche agente patogeno nell'aria, se fosse un meccanismo di difesa di qualche piante o di qualche altro animale; e di conseguenza dovevo stare più all'erta che mai. Avanzai cauto, ed infine mi ritrovai davanti ad una grossa pianta. L'odore aumentava man mano che mi ci avvinavo.


    Cazzo, se fosse l'odore il problema ? Potrei esser già stato infettato...

    Non avevo modo di verificare il mio stato attuale. Mi sentivo stanco ma non avevo nessun segno evidente di avvelenamento. D'altro canto non sapevo quali che fossero i tempi di reazione del veleno. Dovevo verificare se non ci fossero altri modi di contagio. Affianco a me c'era una farfalla. Uno strano animale per quell'ambiente, si aggirava veloce incurante dei pericoli. L'afferrai con un rapido gesto della mano, e quasi fosse uno shuriken la lanciai verso uno dei fiori della strana pianta puzzona. Le alti della farfalla le avevo rotte mentre la prendevo, per evitare che riuscisse a sottrarsi al lancio, impattò contro il fiore, e cadde a terra davanti ai miei piedi. Mi chinai per osservarla da vicino, su di essa c'era uno leggerissimo strato di qualche cosa, e la farfalla sembrava esser morta. La causa non era stata certo la rottura dell'ala.


    Il contatto è problematico. Spero non lo sia anche l'odore.

    Guardai bene gli alberi attorno a me, la ragnatela sembrava essere sparita e decisi di tornare a camminare passando su di essi. Saltai su quello più vicino e mi allontanai nella solita direzione. Avevo capito che quel genere di piante era mortalmente pericoloso. Lo era per la farfalla, magari su di me avrebbe avuto effetti minori, ma indubbiamente sarebbe stato meglio restare nel dubbio.
    Avanzai ancora per una ventina di minuti, finchè non incontrai un fiume davanti a me. Lo osservai con attenzione. Era calata la notte e per me diventava fondamentale organizzarmi per la notte. Il fiume ad una prima osservazione non sembrava nascondere grandi pericoli, posizionatomi sopra l'albero più vicino guardai tra le acque senza veder passare nessun pesce strano. Scesi sulla riva e mi chinai per annusare l'acqua. Dovevo stare attento a tutto e prima di bere verificai l'odore dell'acqua. Non sembrava nascondere nessun pericolo. Riempì le mani dopo averle chiuse a bacinella e bevvì una prima sorsata. Anche il sapore sembrava esser normale. Bevvi ancora. Mi ritrovavo in una zona adatta all'insediamento notturno, c'era una piccola zona erbosa di cinque metri quadrati, attorniata poi dai soliti alti alberi dal un lato, ed il fiume dall'altro. Il problema attuale primario era però la fame. Avrei potuto sopravvivere anche senza mangiare, ma non sapendo cosa mi aspettasse l'indomani avrei dovuto cercare di cibarmi per fare il carico di proteine e sostanze nutrienti.
    Entrai con i piedi nell'acqua ed impugnai un kunai. Chiusi gli occhi e mi concentrai sui miei sensi. L'acqua fredda mi arrivava sotto al ginocchio, e di tanto in tanto mi sembrava di percepire degli spostamenti dell'acqua innaturali. Probabilmente dovuti al passaggio del pesci. Riaprì gli occhi e mi concentrai sul da farsi. Vidi un pesce passarmi affianco a con movimento rapido lo infilzai con il kunai. Slot Azione, Gialla + 2 . Un pesce era stato preso senza troppe difficoltà. Iniziavo a sentire il freddo nelle ossa, passare quel tempo nell'acqua di notte non era proprio una passeggiata. Decisi di stringere i denti e di guadagnarmi un'esca per la notte. Non conoscendo la foresta era il caso di pensare a qualche buon sotterfugio per realizzare una trappola. Dopo un'altra decina di minuti riuscì ad infilzare un'altro pesce, scattai rapido fuori dall'acqua per recarmi sulla zona erbosa. Tagliai i rami di alcuni alberi per poter accendere il fuoco. Non li tagliai a caso, avevo pensato dove avrei dormito, e tagliai proprio i rami che più mi impedivano di vedere il resto della foresta, lasciando invece quelli a me necessari per potermi nascondere. Accesi un fuoco, ben sapendo i rischi cui andavo incontro. Poteva si fungere da deterrente, ma se nella foresta ci fossero stati altri individui o predatori sicuri di se sarebbero stati attirati da esso. Lasciai i due pesci a cuocere infilzati dentro due lunghi rami, ed io preparai una trappola per un'eventuale visitatore curioso.


    Venite venite.

    Il mio equipaggiamento vantava una corda e del nylon. Ognuno avrebbe avuto il suo compito. Feci un nodo alla corda, lasciando il tondo a terra vicino al fuoco e coprendolo con terra e foglie, l'estremità l'avrei poi tenuta in mano io una volta posizionatomi sull'albero sul quale avrei dormito e che mi dava visione della zona erbosa, della foresta e del fiume. Dalla parte opposta a quella in cui avrei dormito invece legai un kunai ad ramo, e poi tesi il ramo a mò di arco. Il tutto era tenuto da un nodo fatto con il filo di nylon. Se qualcuno avesse messo piede nel tondo nascosto nell'erba io mi sarei lasciato cadere dal ramo, ed il mio peso avrebbe fatto stringere il tondo attorno alla gamba / zampa del malcapitato, trascinandolo verso l'albero e lasciandolo appeso alla mia portata. Inoltre, se avessi tirato il filo di Nylon che legava il Kunai al ramo teso questo sarebbe partito a gran velocità ( 200 ) verso il fuoco, che avevo acceso, dove avevo lasciato un pesce ben cotto come possibile esca.
    Infine, mi rimanevano 4 sonagli, e li disposi attorno alla zona erbosa, ben nascosti sotto qualche foglia caduta dagli alberi. Difficilmente sarebbero stati individuabili, ma se pestati mi avrebbero avvertito di un pericolo imminente.


    Trappole e fortuna.

    Questo quello che mi avrebbe aiutato quella notte. Dopo aver mangiato e bevuto mi posizionai sull'albero prescelto, e dopo una rapida occhiata al buio che mi circondava mi sarei addormentato.
     
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