La Città Dolente

Taki - Confine Orientale

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  1. Shiltar Kaguya
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    Falce dei Kaguya


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    Pellegrino nella Città Dolente

    Da quanto tempo andava avanti? Di certo più di un anno, quasi due... non si era molto preoccupato di scoprire che mese fosse negli ultimi tempi e d'altronde, gli eventi inizialmente erano stati piuttosto rocamboleschi in quel di Iwa: rinascere, infiltrarsi in mezzo alla Zanna con il comune obiettivo di eliminare Hayate e... tutto il resto, compreso, soprattutto, gli effetti del Marchio del Rancore lasciatogli da Feng Huang al momento della Rinascita.
    Feng Huang. Non avrebbe fatto male evocare qualche Fenice negli ultimi tempi, ma ancora non ci aveva provato. Era passato più di un anno e per paura che quelle evocazioni potessero scatenare qualche spiacevole ricordo in chi le avesse viste, dato che, da ciò che sapeva, in tutto il mondo Accademico e dintorni, c'era un solo shinobi che le avesse evocate di recente, aveva evitato.
    Per questo camminava, o viaggiava su mezzi di fortuna, in mezzo a disperati e vagabondi, quando non era impegnato come Mercenario, dati i suoi rapporti con la Zanna.

    E proprio la Zanna gli aveva dato un'informazione: c'era stata la segnalazione di un Hayate (anzi due, considerando un postino) nei territori del Paese del Ferro, peccato che tale Hayate era scomparso.
    Unica traccia rimasta, quando un massiccio Shogenin era arrivato sul luogo, erano alcuni sparuti e spauriti testimoni che parlavano di un massacro e della morte di un fantomatico samurai chiamato la Lama Silenziosa... o qualcosa del genere.
    Era poco, quasi niente, ma la vaga descrizione di questo assassino e di come uccideva tutto ciò che gli stava intorno con efferatezza gli erano stati compagni nelle sue ricerche per i vari mercati neri di cadaveri.
    Aveva visto tanta morte in quel suo cercare informazioni per la Vendetta su Hayate e, questa specifica fase di tale ricerca, aveva portato ad un paese decimato, in quel della Felce, territori dell'Erba e poi ad un qualche casino in quel della Cascata, tutti arricchiti da alti tassi di distruzione e descrizioni di questo esagitato sociopatico che andava in giro ad ammazzare gente ed ancora non s'era liberato del cadavere della Lama Silenziosa, almeno per quello che l'uomo, che appariva come un massiccio Shogenin, poteva saperne.

    Tutto questo pellegrinaggio aveva portato ad un ultimo luogo, la cui ubicazione era stata ottenuta con un pò di denti ed ossa rotte in un bordello di bassa categoria (fra cui quelli del proprietario del luogo quando lo shogenin non aveva voluto pagare per i propri "vizi" ): la "Città Dolente", come l'aveva chiamata un avventore, dicendo che lui una volta c'era entrato, quando faceva da guardia del corpo a chissà quale grosso e pomposo mafioso adesso caduto in disgrazia in quel di Taki.
    Il viaggio fino a quel luogo includeva una lunga traversata di una montagna, per poi declinare in un bosco e, infine, in una città, costruita dentro una conca e, apparentemente, abbandonata.
    Proprio ciò che ti serviva per fare quattro chiacchiere con noi! Morivi dalla voglia, vero?
    In effetti, fratello, sei stato silenzioso tutto questo tempo...
    In fondo è il motivo per cui scegli di girare per tutti quei villaggi abitati, viaggiare sulle carovane e idiozie del genere! Non per mantenere un basso profilo, no, per non doverci stare a sentire, per non dover pensare e non lasciare tempo al suo bel Marchio di agire.
    Il marchio sarebbe il mio, ad essere squisitamente precisi!
    Piantatela! Ogni volta, ogni maledetto attimo in cui posso stare da solo, ecco che ricominciate?, ringhiò alla fine, parlando agli alberi circostanti, Che diavolo volete?.
    Cosa vogliamo noi? Fratello, noi siamo qui perché tu vuoi Vendetta! Perché hai scelto questa via, anziché quella di tornare a Kiri, dalla tua famiglia.
    La famiglia di Shiltar..., sottolineò lui.
    Esatto. E comunque, ciò che vogliamo è, parlando almeno per me, capire che diavolo ci facciamo in questa foresta, in culo al paese della Cascata, cercando cadaveri che, probabilmente, nemmeno ci porterebbero a Hayate! E come questo ci potrebbe aiutare ad avere ragione del Sanga, per di più!
    Oh, andiamo, ormai il Sanga non c'entra! Non gli interessano i pipistrelli, gli piace semplicemente questa vita! Gli piace combattere senza apparente ragione! Gli piace assaggiare ogni donna che possa pagare, o prendere! Gli piace sentirci parlare! Meglio noi che dei bambini che nemmeno sanno dire due parole di fila ed una femmina che resti l'unica nella sua vita!
    E quella voce scoppiò a ridere, diventando un fastidioso sottofondo nel suo cervello, mentre lo Shogenin avanzava nella città morta, cercando di non pensare alle parole che sentiva nella sua testa, o peggio.
    Aveva avuto indicazioni precise su come trovare l'ingresso, o precise quanto mai potessero essere quelle che aveva ricavato, ma il suo mal di testa gli impediva di concentrarsi, così, il Risorto Kaguya si trovò a vagabondare, con le mani sulle tempie, per un pò, finché non notò, grazie ai suoi sensi oltremodo acuti [Percezione +9], una scritta su una porta.

    Per me si va nella Città Dolente..., iniziò a leggere
    Un'altra allegra giornata in giro per posti raccomandabili, fratello!

    Lo spazio angusto in cui si ritrovò lo shogenin era una scalinata nella quasi totale oscurità, uno spazio che, a poco a poco, andava delineandosi ai suoi sensi allenati.
    Gli occhi intravedevano una luce in fondo a quel tunnel che, nelle sue ombre, prendeva le forme di scale, immerse nel nulla.
    Il naso gli portava il fetore di morte e putrefazione.
    Le orecchie sentivano un sibilo lontano ed un brusio ancora più distante.
    La pelle avvertiva il fluire dell'aria dal basso, segno che da qualche parte ci dovevano essere delle fonti d'aria fresca.
    Tutti i sensi, però, al di là di ciò che era lontano, lo ammonivano di qualcosa di vicino, nello specifico ombre, grosse, tante, dai molteplici occhietti, che zampettavano in tutte le direzioni, con l'odore delle loro pelose e grossi pelli e con il rumore continuo del loro scivolare su quelle che al tatto dei piedi sembravano delle ragnatele.
    Ragni e pure belli grossi dovevano essere, che si muovevano verso di lui.
    Lo shogenin non fece molto, inizialmente, se non poggiare un piede sulla ragnatela e lasciare che il chakra fluisse nella stessa, caricandola di una polarità ben specifica e per ogni ragno che era poggiato sulla propria tela, quella carica si spostava sullo stesso, mentre le mani dello shogenin componevano alcuni sigilli ed in un'allegra tempesta di fulmini decine di quelle aracnidi veniva arrostita, scivolando nel vuoto, mentre i loro simili più lontani indietreggiavano, anziché ricreare la loro ragnatela.

    E figuriamoci se ti piaceva farti notare, cosa avresti fatto!
    Non capisci niente? Si mandano avanti i più deboli e poi arrivano i più grossi! Bruciando la ragnatela ho eliminato i primi ed allontanato i secondi.

    Alla fine, lo Shogenin sarebbe arrivato nella vera Città Dolente, come il susseguirsi di rumori e luci, ed odori, sempre più forti, avrebbe rivelato ai suoi sensi, ben prima di vederla.
    Non si sarebbe fermato tanto a guardare com'era stata creata quella struttura nelle grotte, si sarebbe più concentrato sulla "fauna" del luogo.
    Il luogo era un vero e proprio mercato, c'era di tutto: uomini che vendevano schiavi, uomini che vendevano bistecche (chissà di che tipo di carne), uomini che vendevano armi, donne che vendevano se stesse (e pure uomini).
    E poi c'erano quelli che compravano: cadaveri e disperati, per rivenderli.
    Il viaggio fino al piccolo buco infernale era stato lungo: aveva voglia di una bistecca, ma avrebbe dovuto chiedere di che cos'era fatta.
    Il viaggio era stato anche in solitaria e quella battona dai capelli rossi con una gamba sola ed un ricco davanzale, sembrava davvero invitante, quanto l'idea della bistecca... oltre che di certo un'acrobata per riuscire a stare in equilibrio.
    Più di tutto, però, quel viaggio aveva avuto una motivazione: trovare il cadavere di questa Lama e chiunque lo avesse ucciso.
    Fu così che, anziché dirigersi al bordello, lo Shogenin estrasse un rosario e si avvicinò all'obitorio, iniziando a recitare dei versi da un cadavere al successivo.

    png

    Ora stava da vedere quanto fruttuosa sarebbe stata la ricerca... alla peggio, c'era sempre la baldracca dai capelli rossi.


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    OT: Non mi sono dilungato sui ragni e sullo spiegare che usavo Polarizzazione ed il Rai No Shomi /OT
     
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17 replies since 28/8/2015, 01:45   408 views
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