La Città Dolente

Taki - Confine Orientale

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  1. Shiltar Kaguya
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    Falce dei Kaguya


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    Nemmeno il tempo di iniziare a recitare i propri versi, che lo Shogenin fu fermato da un individuo con un turbante e la pelle scura che lo invitò a seguirlo.
    Perché? Non onorate i culti mortuari?, fu la sua prima domanda in tal senso, Sapete, sono un monaco molto versatile... avrebbe continuato, agitando il rosario davanti a se.
    A ben osservare, sui diversi grani di quel rosario c'erano scritti innumerevoli nomi, uno per ogni grano e, quasi riuscisse a riconoscerli con il semplice tatto, il presunto Shogenin, iniziò a ripeterne alcuni: Non praticate qui il culto di Amaterasu, Regina del Sole? Preferite suo fratello, Tsukuyomi, Signore della Luna? Ho anche litanie adatte a Kagutsuchi, divinità del Fuoco e della Guerra, di certo sia i venditori, sia chi si trova al di là dei tavoli mortuari potrebbero gradirli!
    Considerando l'ambiente ed il nome di questo fantastico posto, potrei innalzare degli inni anche all'oscuro Whiro, oppure, possiamo pregare Indra, Sovrano dei Fulmini, o il malefico Ravana.
    e per ogni nome un nuovo grano scivolava fra le dita.
    Ukupanipo è uno dei miei preferiti, se posso essere sincero, una divinità molto in voga nel Paese dell'Acqua, custode e signore di tutti i Pesci..., avrebbe aggiunto.
    Ho visto una bella fanciulla dai capelli rossi con una gamba sola, credo che lei un inno ad Ishtar, Guida dell'amore appassionato, lo innalzerebbe assieme a me ed anche insieme a te! avrebbe detto, pronto a continuare con Shamash, il Giudice Divino, quando l'uomo con il turbante fece presente che doveva essere il Direttore a conoscerlo, così, lo Shogenin fece spallucce e seguì l'altro fino ad una nuova sala.

    Fu così introdotto in un ambiente dai colori spiccatamente tendenti al rosso ed al porpora: piuttosto grande, dagli ampi tendaggi e con mobili di mogano.
    In quello spazio così maestoso e, in qualche modo, inquietante, probabilmente per la forte tendenza al colore del sangue, si trovavano tre persone, o, per essere più precisi: due persone ed un cadavere.
    Ad ogni passo che, guardandosi attorno, da quel piccolo ingresso sulla sinistra, il massiccio individuo faceva verso quella tavolata, i suoi sensi allenati cercavano di sondare l'area circostante, certo che in un spazio così grande nessuno si sarebbe fidato a restare da solo con sconosciuti [Percezione +9].
    Delle persone lì presenti, comunque, la prima era in piedi, un vestito scuro, un cappuccio sulla testa che ne celava la fisionomia; la seconda, dall'altra parte del tavolo, era un omone intento a mangiare con piccoli baffi e di cui la cosa che maggiormente catturò l'attenzione del Risorto Kaguya fu una gemma sull'esagerato cappello che portava in testa.
    Attenzione che, comunque, dopo pochi secondi, fu rivolta al cadavere: aveva delle ustioni, un aspetto un pò sfatto (ma d'altronde era un cadavere), però, lo Shogenin non ebbe dubbi, quella era la persona che stava cercando, il cosiddetto Lama Silenziosa...o quel che era.
    Fu, però, l'omone a catturare di nuovo l'attenzione del Risorto, chiedendogli chi fosse.
    Un acquirente, oserei dire! fu la risposta dell'altro, prima di sorbirsi una spiegazione sulle regole di quel luogo dal cosiddetto Direttore: non si usavano nomi veri e si parlava di affari, cioè morte e denaro.

    Con un accennato movimento della mano e del rosario ancora stretto nella stessa, lo Shogenin sorrise: Se vuoi un nome fasullo, Direttore, io ne ho parecchi. Potrei essere il Mercenario Chiacchierone, o il Monaco Immorale, o ancora, il Pallido Rinato, o, se vuoi, potrei pescare qualcosa fra i grani del mio rosario, c'è sempre il nome di qualche divinità meno nota da poter utilizzare..., esordì, tastando con indice e medio due nomi su altrettanti grani, Potrei essere, ironia della sorte, il Fabbro di Menzogne, oppure il Serpente Piumato. Facciamo, però, che mi chiamerai Shogenin, semplicemente, più facile per te da ricordare, più facile per me restare nel personaggio.
    Arrotolò con un veloce movimento del polso il rosario sulla mano destra, prima di continuare: E sì, sono qui per affari. Elargirò denaro per pagare il tuo cibo e visitare il tuo bordello, ma, soprattutto, sono qui per affari con lui. concluse, voltandosi verso l'uomo incappucciato.
    Non era certo se l'uomo misterioso (ed un pò inquietante) lo stesse ascoltando, ma aveva degli argomenti da offrire in tal senso, quindi lo Shogenin gli si rivolse: Se quella è la Lama che viveva nel Paese del Ferro, come credo, e tu sei quello che l'ha uccisa, allora il nome HAYATE ti dovrebbe essere noto, quindi completa pure i tuoi affari con il Direttore, ti aspetterò fra un'ora dove c'era appeso quello che credo fosse un grosso ragno arrosto, vicino al bordello, avremo di certo delle storie da scambiarci su quel nome., avrebbe semplicemente detto all'uomo che poteva offrirgli qualche informazione in più sul maledetto Tamasizu.

    Poi l'attenzione dello Shogenin si puntò di nuovo sul Direttore: Se qui abbiamo finito, vado a spendere il mio denaro nel tuo bordello, ho solo un'ora da dedicare alla rossa con una gamba sola e voglio vedere cos'ha da propormi., nel dire quelle parole, l'uomo sarebbe sembrato distratto e lascivo, ma un qualsiasi sensitivo avrebbe potuto facilmente notare come il chakra nel suo tantien s'agitasse verso i piedi, seppur, finché non avesse corso alcun rischio, di certo non ne avrebbe fatto uso.
     
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