Strane ricerche nella Nebbia

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    Strane ricerche nella nebbia

    Dove siete?


    Parlato Ryuu
    Pensato Ryuu

    Un leggero velo di nebbia si era alzato quel pomeriggio, non abbastanza fitto da riuscire ad oscurare la vista del paesaggio agli abitanti del villaggio, ma quel tanto che bastava per creare una certa atmosfera malinconica. Il giorno del suo compleanno era vicino e come ogni anno, in quello stesso periodo, Ryuu cominciava a sentire un vuoto nel cuore, un vuoto incolmabile lasciato dai suoi genitori, che ancora una volta non potevano essergli vicino nel giorno del suo compleanno e ricordandogli, inoltre, che quello stesso giorno era anche l’anniversario della loro scomparsa. Non era insolito vedere il suo animo quasi del tutto spento nel periodo antecedente a quel mesto giorno, tant’è che i nonni non diedero peso al suo sfuggevole “Esco” che disse prima di chiudere dietro di sé la porta di casa, restando in silenzio e facendo finta di niente. Camminò a lungo per le strade di Kiri, senza meta e immerso nei suoi pensieri, osservando le altre famiglie felici che incrociava. Lungo la strada rifletté sul fatto che i suoi nonni avessero fatto di tutto per non fargli sentire il peso della sua situazione, ma nonostante l’affetto che gli dimostrassero riuscisse a colmare la loro mancanza, certe volte sentiva che gli mancasse qualcosa.
    I suoi cupi pensieri si fermarono improvvisamente, quando il suo sguardo perso nel vuoto venne attratto dall’ingresso del cimitero del villaggio. Non ci era stato molte volte, se non per far visita alla tomba di suo nonno, ma quel giorno vi entrò senza nemmeno pensarci, per una ragione ben diversa. Cominciò a camminare lentamente, buttando l’occhio ossessivamente sui vari nomi incisi sulle lapidi, nella vana speranza di trovare quello che davvero gli interessava. Aveva sempre creduto ciecamente alla storia raccontatagli dai suoi nonni sui suoi genitori, ma certe volte, quando pensava all’assenza delle loro tombe nel cimitero, cominciavano a passargli per la testa degli strani dubbi. Oscuri pensieri che cercava in ogni modo di scacciare, ma che si insinuavano sempre più nella sua mente: e se gli avevano sempre detto mille bugie, nascondendogli la verità? E se, in realtà, sua madre e suo padre avessero davvero tradito il villaggio, abbandonandolo in mezzo ad una strada? Non aveva nessuna prova che quella che gli avevano raccontato fosse la verità, e allora perché doveva crederci? Uffa…basta, basta, non ci voglio pensare. Però allora perché non ci sono le tombe? No, basta, non ce la faccio più! Non era la prima volta che finiva per dare di matto, assillato dai mille pensieri e dubbi sul suo passato incerto. Alla fine si sedette a terra, stanco di rimuginare su tutto quella faccenda che non faceva altro che farlo arrabbiare. Non se la sentiva di dubitare della storia dei suoi genitori, per quanto assurda potesse essere, perché se era vero che non ci fossero prove a confermare quei racconti, se non le testimonianze dei suoi nonni, non poteva credere che potessero essere davvero dei criminali, riponendo in loro tutta la sua fiducia e le speranze che avrebbe usato come basi per costruire il suo futuro da ninja.

    Nel cimitero aleggiava ancora quel velo di nebbia contribuiva a rendere l’atmosfera del luogo ancora più tetra, e aggiungendoci anche il fatto di essere solo, cominciò a sentire un certo senso di inquietudine. Avrebbe potuto cercare per ore, ma senza un punto di riferimento sarebbe stato impossibile trovare le loro lapidi, qualora ce ne fossero state, quindi l’unica soluzione che gli rimaneva era trovare la cascata su cui (secondo quello che gli era stato raccontato) combatterono per l’ultima volta, per verificare personalmente qualche indizio che potesse ricondurlo alla verità. Ma questo significava uscire dal villaggio, quindi, senza pensarci 2 volte, piantò i piedi per terra e si spinse su, per poi dirigersi a passo deciso verso l’uscita del cimitero e se non avesse trovato nessuno sul suo cammino, si sarebbe poi diretto verso quella del villaggio. Mentre era intento a camminare velocemente tra le stradine invase dalla foschia, pensò a cosa avrebbero potuto pensare i guardiani, a proposito di quell’uscita senza un motivo apparente, quindi cominciò a riflettere se dovesse inventarsi o no una buona scusa per guadagnarsi il permesso di uscire, osservando l’enorme cinta di mura che circondava la città avvicinarsi sempre di più.
     
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    Infine era riuscita ad entrare dentro Kiri, e non c'è bisogno di sottolineare che rimase perplessa da vedere quanto Oto fosse diversa da Kiri e viceversa.
    Anche soltanto la struttura delle case cambiava completamente, tuttavia c'era da aspettarselo.
    In quel villaggio l'umidità era decisamente più alta della norma, quindi probabilmente si erano dovuti adattare di conseguenza.
    Inoltre la nebbia mattutina che l'aveva accolta al porto un po' alla volta si fece da parte, non del tutto ma quanto meno ora era possibile vedere chi avevi davanti un po' più in la sulla strada e simili.
    Non le piaceva il fatto di doversi essere separata dalla maggior parte del suo equipaggiamento, però indubbiamente se non avesse acconsentito non l'avrebbero mai lasciata entrare all'interno.
    Sospirò pesantemente, scuotendo appena il capo.
    Probabilmente non ci fosse stata l'alleanza tra i villaggi non le avrebbero mai permesso neanche di avvicinarsi... Fintanto che era li doveva riuscire a scoprire tutto quello che poteva, non aveva intenzione di tornare dalla sorella a mani vuote.
    Ora tutto quello che doveva fare era raggiungere le vicinanze del cimitero, tuttavia le stava venendo difficile orientarsi.
    Non conosceva le strade di quel posto, nè tanto meno i quartieri e com'era suddiviso.
    Si morse il labbro inferiore, visibilmente infastidita.
    Non aveva considerato un'eventualità del genere... Probabilmente avrebbe dovuto, e anzi già che c'era poteva chiedere al Cancello quando stava per entrare, tuttavia non le era proprio passato per la mente.
    Dannazione.
    Tutto quello che poteva fare era girare a vuoto, sperando di trovare qualche insegna che le desse un suggerimento o simili.
    Anche chiedere alle persone senza che queste ti guardassero male risultava difficile, dopotutto era facile notare come lei non fosse di Kiri.
    La sua carnagione era decisamente meno chiara rispetto agli abitanti del luogo, destinati a vivere in un villaggio dove il sole raramente si fa vedere a causa di quella nebbia a volte così densa.
    Dopo più di mezz'ora passata a girare vuoto, come vide una panchina vi si buttò sopra senza alcun contegno, occupando quando più spazio possibile visto che tanto non c'erano persone nei dintorni intenzionate a sedervisi sopra.
    Che diavolo poteva fare?
    Continuare a girare fino a trovarlo sembrava l'unica opzione possibile, inoltre alla lunga ogni strada le sembrava uguale ad un'altra finendo così per confonderla ancora di più di quanto già non fosse stata.
    Ankato Nebusuki eh? Dove ti eri andato a cacciare maledetto?
    Più pensava a quel nome più il suo cervello andava a fuoco, consumando pensieri su pensieri, domande su domande che forse non avrebbero mai avuto risposta.
    Perchè quel giorno si trovava li? Come mai non le era mai stato detto nulla a lei nè tanto meno a Yushino? E soprattutto perchè si trovava a Kiri, quando i documenti dicevano che in quella giornata era presente a Oto? Se ricordava bene venti anni fa circa i rapporti tra Oto e gli altri villaggi, non erano ancora così buoni.
    Stava per dare in escandescenze quando sentì dei passi avvicinarsi.
    Da che aveva lasciato la testa ciondolante appoggiata all'indietro contro la panchina, la rialzò gradualmente puntando lo sguardo in quella direzione.
    Un ragazzo dall'abbigliamento abbastanza sportivo comparve nella coltre di nebbia, i capelli erano nero pece, disordinati e gli occhi scuri a loro volta.
    Fisicamente non era eccessivamente robusto, bensì era snello e slanciato.
    Non troppo alto, tant'è che anche lei lo superava decisamente in altezza.
    Tuttavia nessuno di questi dettagli fu in grado di attirarla, bensì il coprifronte che portava con lui.
    Questo significava che aveva terminato il corso Accademico, di conseguenza doveva essere decisamente più affidabile di un cittadino qualunque.
    Forse aveva trovato la sua salvezza, per quella giornata.
    In un attimo si alzò dalla panchina, iniziando così ad avvicinarsi a passo deciso verso la sua figura con le braccia lungo i fianchi, morbide.
    Quando fu abbastanza vicino li rivolse la parola, il tono abbastanza pacato.

    Ehi ragazzo, hai un momento?

    Esordì fermandosi davanti a lui, lo sguardo dritto nelle sue iridi per i primi istanti dopo i quali abbassò leggermente il capo di lato, una mano sopra la testa atta a segnare un evidente imbarazzo per quelle che sarebbero state le parole seguenti.
    Non era bello perdersi alla sua età, tuttavia non c'era mai stata in quel posto e nemmeno a dire che aveva con lei una cartina del luogo!
    Dopo un breve sospiro rialzò lo sguardo su di lui, sul suo viso.
    Il tono un po' meno tranquillo rispetto a prima ma comunque, sempre contenuto.

    Scusa se ti fermo così ma avrei bisogno di un informazione. Sono appena arrivata nel villaggio e sto cercando una persona: Ankato Nebusuki. Da quanto so dovrebbe abitare nei pressi del cimitero, non so se lavora li ma non so nemmeno da che parte si trovi il cimitero stesso. E' da sta mattina presto che lo sto cercando, non è che puoi dirmi che strada prendere?

    Non poteva di certo chiedere di essere accompagnata, sebbene non le sarebbe affatto dispiaciuto vista la situazione.
    Inoltre non aveva considerato che c'era anche l'eventualità che il ragazzo conoscesse questo tizio, dopotutto non dovevano essere in molti ad abitare così vicini ad un luogo tanto macabro.
    Quasi si fosse dimenticata di qualcosa estremamente importante, parve come riscuotersi all'improvviso prima di stendere il braccio in avanti con la mano aperta. In effetti poteva essere una buona idea almeno presentarsi, soprattutto se si chiedeva aiuto ad uno sconosciuto.

    Ah giusto! Io sono Nakora, piacere.






    Parlato da Altri


    Parlato Nakora

     
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    Strane ricerche della Nebbia

    Ritorno al cimitero


    Parlato Ryuu
    Pensato Ryuu
    Parlato Sig.ra Iki
    Parlato Nakora

    Ormai non aveva altra scelta e aveva trovato la soluzione perfetta per mettere la parola "fine" che avrebbe dissolto ogni suo dubbio sulla faccenda. Il suo obbiettivo era trovare la cascata, ma per il momento il problema era convincere i guardiani delle mura a lasciarlo passare: Allora, devo stare tranquillo o penseranno che nascondo qualcosa. Devo avere un aspetto disinvolto e un'aria rilassata. Ma come si fa l'aspetto disinvolto? No, no, meglio fare un aspetto rilassato e un'aria disinvolta. Si, dovrebbe andare. Stava cominciando seriamente ad andare in panico al solo pensiero che dovesse farsi esaminare, tirandosi continuamente la cerniera della felpa con entrambe le mani, in un fastidioso tic per scaricare lo stress e camminando in modo irregolare come se non stesse neanche pensando a dove stava andando. Aveva sempre odiato essere sotto esame e anche se questa volta se l'era andata a cercare lui, sapeva che non poteva tirarsi indietro, ne valeva del suo futuro, o meglio del suo passato, quindi elaborò rapidamente varie possibili scuse che avrebbe potuto usare, ma se non gli avessero creduto? Dovevano essere ninja di alto livello, quelli che avevano il compito di sorvegliare le mura del villaggio, quindi doveva cercare di essere convincente al 100%. Ovviamente doveva procedere in base alla memoria che aveva di quelle strade, dato che la foschia, seppur fievole, permetteva di vedere solo una sagoma sfocata delle mura di cinta, ma cercò ugualmente di allungare il più possibile il tragitto, incamminandosi per vicoli in cui fino a quel giorno ci era passato raramente, sperando che lo avrebbero indotto a fare qualche giro in più per avere il tempo di pensare a qualcosa di decente da dire. Poco dopo, incrociò sulla sua strada la signora Iki, una donna di mezza età che conosceva molto bene e che era amica di sua nonna. Quella dolce signora non lo aveva mai tenuto a distanza come faceva la maggior parte della gente del quartiere ed era sempre stata buona con lui, quindi, dopo aver levato lo sguardo verso di lei, si fermò per rispondere al saluto che quest'ultima le stava rivolgendo. Ciao Ryuu. Buongiorno signora. Dove stai andando? Ehm...devo uscire un attimo dal villaggio. Perchè?

    ...
    ...
    ...


    Ryuu impallidì all'istante, sgranando gli occhi e irrigidendosi dalla testa ai piedi. Erano ormai diversi minuti che cercava delle buone scuse per passare oltre il cancello, e ora che si presentava l'occasione per tirarne fuori una e far pratica, si era completamente pietrificato, sentendosi sotto pressione come mai prima d'ora. Oh no. Che cosa dico? Sto andando a raccogliere fughi? No, quali funghi, sto andando a raccogliere sassi. Sé e per chi. Sto andando, no lasciamo perdere il raccogliere, sto andando a trovare un mio amico. No, e chi abita fuori il villaggio. Sto...sto...
    E dici qualcosa, maledizione. Sto andando a raccogliere fiori per nonna, è morta.
    .....Perfetto. Oh cielo! E' morta tua nonna? Ma chi, Kazuko o Ayaka? No, no, no, non mia nonna. La nonna di Izumo Oh, mio Dio, è morta Kami??? No, no, è morta la nonna...del gatto di Izumo.

    ...


    Ah...Bè, poverino. Mi hai spaventata, dovresti imparare a specificare, quando dai una notizia. Eh...già. Non ti voglio fermare, vai pure. Più tardi passo da lui a vedere come sta. Va bene. Allora io vado. Vado...a raccogliere i fiori. Si. Vado. E dopo quell'imbarazzante saluto, Ryuu riprese lentamente la sua strada, felice di averla scampata e tirando un grosso sospiro di sollievo.
    Bravissimo, comunque. Se ti comporti così davanti ai guardiani stai sicuro che ti sbattono in prigione. Sono andato in panico, ok? Ed era solo una vecchia signora, ottimo self control. Vabbè, proseguiamo. Procedendo verso la sua meta e ricominciando a sentir battere il suo cuore, arrivò in una delle strade principali che l'avrebbe condotto all'enorme cancello e stringendo i denti nel vederlo avvicinarsi sempre di più, si fece coraggio, camminando a passo spedito verso di esso. La strada era semi deserta e la foschia non garantiva ancora una nitida immagine di quelo che aveva davanti, ma almeno poteva passare inosservato, senza sentirsi i fastidiosi sguardi della gente addosso. O forse era quello che pensava, dato che non passò molto tempo, prima di sentire qualcuno che sembrava volersi rivolgere proprio a lui. Si girò di scatto verso il punto da cui doveva provenire la voce femminile che aveva appena sentito, notando che si trattò di una ragazza che si era appena avvicinata a lui, di cui non notò la presenza fino a quel momento, essendo ancora completamente assorto nei suoi pensieri. Mentre tutti i discorsi che si stava ripetendo in mente cominciarono velocemente a svanire dai suoi occhi, si concentrò su quello che aveva davanti. Era decisamente una bella ragazza, per i suoi gusti: abbastanza alta, con un fisico piuttosto avvenente e degli occhi stupendi che lo lasciarono senza fiato. Porca vacca... Certo, vestiva con degli abiti scuri nonostante i suoi lunghi capelli neri le dessero già un'aria abbastanza tetra, ma chi era lui per giudicare. La cosa che lo fece rimanere leggermente perplesso furono le bende su entrambe le braccia, ma forse doveva essersi ferita in qualche modo, magari in cucina. Forse è una di quelle a cui piace tagliarsi le vene. Nha, che vado a pensare. Prima che potesse avere il tempo di chiederle cosa l'avesse spinta a parlargli, cominciò immediatamente ad illustrargliene il motivo, informandolo che stava cercando un uomo che abitava nel villaggio. In fondo se lo aspettava che non fosse originaria di Kiri, dato il suo aspetto e abbigliamento decisamente insoliti per quel luogo, quindi, senza pensarci 2 volte, si affrettò a comporre la sua risposta. Mh, guarda, sinceramente... Ma prima che avesse il tempo per dirgli qualunque cosa, la ragazza allungò frettolosamente la sua mano destra verso di lui, presentandosi e quasi scusandosi con lo sguardo per essersi dimenticata di farlo prima. Ah giusto! Io sono Nakora, piacere.Un gesto che Ryuu apprezzò molto, capendo che si trattava anche di una persona molto educata, e a cui rispose immediatamente con il bel sorriso che gli si era formato in volto, allungando anch'egli la mano verso la sua e stringendogliela caldamente (ma non troppo, temendo di farle male). Ah, si. Piacere, io sono Ryuu. Disse, con un tono amichevole. Che bel nome...e che mano morbida.... Dopo essere rimasto a fissare il bel colore dei suoi occhi, si diede una piccola scossa come se si fosse appena svegliato da un sogno, mollando la presa sulla mano e riprendendo il discorso da dove l'aveva lasciato. Comunque, come ti stavo dicendo, sinceramente non lo conosco, ma se vuoi ti posso accompagnare al cimitero. Se non sei abituata alla nebbia di queste parti, ti perderesti anche con una cartina. Ok, si era giocato la carta della battuta sulla nebbia, cercando di coinvolgerla con una breve risata. Nel modo in cui gliel'aveva posto, difficilmente la ragazza avrebbe rifiutato il suo aiuto, quindi andò a spiegargli il suo "piano" cercando di sembrare più disponibile possibile, così da essere sicuro che l'avrebbe seguito senza battere ciglio. Io vengo adesso dal cimitero, se vuoi ti accompagno, tanto non ho niente da fare. In fondo, aiutare i civili faceva parte dei suoi doveri di ninja, quindi era più che felice di poter essere di aiuto. Se la ragazza avesse accettato di seguirlo, lui le avrebbe immediatamente fatto strada, riprendendo il percorso che aveva appena fatto, ma in senso contrario, e conducendola attraverso i vari vicoli del villaggio. Sfortunatamente si era dimenticato che per arrivare in quel punto aveva preso delle strade che non conosceva molto bene, quindi ci avrebbero messo più del previsto ad arrivare a destinazione. Lungo il percorso, Ryuu si sarebbe fermato più volte, guardandosi intorno nel tentativo di ritrovare la strada e sperando di non essersi perso per evitare di fare un enorme figuraccia davanti alla bella forestiera.

    Il suo cuore aveva preso a battere all'impazzata, disegnandogli un'espressione leggermente preoccupata sul volto che cercò di nascondere dietro qualche imbarazzato sorriso, ma alla fine sarebbero arrivati sani e salvi a destinazione, dopo appena 15 minuti di percorso. Eccoci qua. Questa è la strada del cimitero. Scusa se ci abbiamo messo un po', ma non ci sono stato molte volte. Cercò di giustificarsi con Nakora per averla fatta attendere, con un sorriso, poi, guardando verso la strada si sentì in dovere di offrirsi ancora di aiutarla, che più che un dovere, lo considerava un enorme piacere. Allora, io non so dove abita, però ci possiamo mettere a cercare il nome sulle cassette delle lettere, così facciamo subito. Ryuu aspettava solo il suo consenso, per mettersi poi all'opera. Era proprio eccitato all'idea di stare dando una mano ad una forestiera spaesata, cercando di sembrare il più disponibile possibile per farla sentire a suo agio in quei luoghi che lei non conosceva per niente.
     
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    Il ragazzo sembrò come preso alla sprovvista da quella sua iniziativa, e per tanto non riuscì a fare a meno di trovarlo buffo sebbene in senso positivo.
    Inoltre si rivelò essere anche molto disponibile oltre che amichevole, e per tanto ascoltò quanto ebbe da dire.
    Quindi nemmeno lui lo conosceva eh?
    Non si capacitava di come fosse possibile.
    Così già erano due le persone che non avevano la più pallida idea di chi fosse... Possibile che i registri di Oto stessero sbagliando?
    No non poteva essere così, la conosceva troppo bene Yushino ed era attenta a certi dettagli, non se li sarebbe mai lasciati sfuggire.
    Però le continuava a sembrare strano che nessuno lo conoscesse, dopotutto nei villaggi la maggior parte delle persone si conoscevano tra di loro, soprattutto gli anziani e facendo un rapido calcolo rispetto all'età che doveva avere il tizio quando lei era nata, e il tempo che era passato da allora... Almeno cinquantaciunque anni doveva averli, se non anche qualcuno di più.
    Comunque sia apprese che il ragazzo si chiamava Ryuu, e per sua fortuna sembrava conoscere la strada per la sua meta.
    Si lasciò andare ad un sospiro liberatorio, conscia che finalmente avrebbe smesso di vagare a caso senza sapere dove andare.
    Gli sorrise di rimando un istante dopo sia per la battuta, sia per gratitudine, per poi prendere parola molto più rilassata rispetto a prima.
    Purtroppo quella che per lui era stata una mera battuta sulla nebbia, per lei fino a poco fa era stata pura realtà. La prossima volta avrebbe dovuto organizzarsi meglio in merito.

    Certo Ryuu, mi faresti un favore enorme guarda. Grazie mille.

    Senza attendere oltre come questo prese a muoversi lei lo seguì a ruota, confidando in lui.
    Nonostante il fatto che si fermasse di tanto in tanto, quasi non sapesse benissimo dove andare a sua volta lei non ci fece molto caso. Questo più che altro per via del fatto che in quel posto tutte le strade le sembravano uguali, per tanto le risultava difficile dire se stessero passando in un punto dov'erano già stati poco fa o meno.
    Inoltre non era nemmeno il suo villaggio, per tanto anche per rispetto preferì non insinuare che Ryuu si fosse perso a sua volta.
    Semplicemente rimase in silenzio, attendendo di giungere a destinazione.
    Quei quindici minuti non furono un grande problema, certo sperava di arrivare molto prima con una guida, tuttavia non si poteva lamentare considerando che lei aveva girato per almeno più di un'ora a vuoto.
    Quei miseri minuti a confronto erano poco o niente.
    Una volta giunti si guardò attorno, notando come effettivamente l'ambiente era andato cambiando: le case non erano più così tante, c'erano più spiazzi vuoti e terra semplice, battuta lungo i bordi della strada.
    Si voltò verso Ryuu notando appena che aveva qualcosa di strano, non riusciva a decifrare l'espressione che aveva in volto ma non se ne curò troppo, preferendo passare oltre.
    Anche lui parve essere di questa idea, arrivando addiritturla a proporsi per aiutarla a cercare dove abitasse esattamente.
    Portò entrambe le mani sui fianchi, guardandolo dritto in volto e piegando leggermente il capo di lato.
    Per lei non era normale trovare così tanta gentilezza, per tanto le sembrava come un qualcosa di strano.

    Ma hai sbattuto la testa da piccolo? Scusa se te lo chiedo, però così tanta gentilezza per me non è normale.

    Ammise scherzando con aria divertita, il capo che veniva scosso leggermente da una parte all'altra.

    Comunque grazie. Allora, l'uomo se ricordi si chiama Ankato Nebusuki, considerando che mi hanno detto che abitava nei pressi del cimitero, ci conviene guardare le case partendo dall'esterno avvicinandoci sempre di più così all'entrata del cimitero stesso. Chi lo trova per primo lo dice all'altro.

    Detto questo si voltò, così da iniziare a controllare le case sulla sinistra mentre Ryuu avrebbe potuto pensare a quelle sulla destra.
    Non sapeva quanto ci sarebbe voluto, però costi che quel costi l'avrebbe trovato quel tizio e fosse stata l'ultima cosa che avrebbe fatto in vita sua si sarebbe assicurata di fargli sputare tutto quello che sapeva. In un modo o nell'altro.
    Dopo un po' di tempo, decisamente vicino all'entrata del cimitero e per precisione a poche centinaia di metri, finalmente riuscì a trovare il suo cognome sulla casella.
    Rabbia, curiosità e ansia la travolsero tutti insieme, gettandola in uno stato emotivo indefinibile.
    Se voleva veramente sapere com'era la realtà, avrebbe dovuto deciderlo in quel momento.
    Se non avesse bussato alla porta la sua vita sarebbe continuata come sempre, senza mai sapere se quella era la sua vera vita o se in realtà il suo destino era altro. Nel caso contrario invece, tutto sarebbe cambiato in un modo o in un altro.
    Si morse il labbro inferiore stringendo entrambi i pugni: non poteva fermarsi, non ora. Bisognava sempre andare avanti.
    Si voltò verso Ryuu e alzò una mano.

    Ryuu l'ho trovato, vieni qui!

    Mentre l'altro la raggiungeva lei entrò nel giardino della casa senza perdere un attimo, visibilmente di fretta.
    L'esterno era ben curato, e anche la casa per quanto simile a tutte le altre non sembrava affatto messa male, era a due piani con un balconcino al secondo e una veranda al primo.
    Di sicuro quell'Ankato ci teneva.
    Una volta innanzi alla porta bussò sbattendovi contro il pugno con decisione, per poi fermarsi in attesa che si sentisse qualche voceo che qualcuno arrivasse ad accoglierli.
    Non si curò del fatto che il ragazzo li con lei avrebbe potuto sentire i suoi affari privati, se voleva poteva tranquillamente rimanere.
     
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    Porta a porta


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    La piega che gli eventi presero quel giorno non era proprio come se l’era immaginata, essendo finito a girare nei pressi del cimitero con una ragazza straniera anziché andare in cerca dei suoi genitori, ma tuttavia non gli dispiaceva affatto distrarsi dai suoi pensieri cupi per aiutare una bella ragazza, che per fortuna non sembrava essersi accorta della sua sbadataggine nel trovare la strada che stava cercando. Anzi, Nakora si meravigliò molto quando lui si offrì anche di darle una mano nel cercare l’abitazione dell’uomo, ma Ryuu era fatto così, la sua gentilezza era spontanea, senza contare il fatto che sperava di far colpo su di lei, quindi si limitò a risponderle con un sorriso e grattandosi contemporaneamente la nuca come se si sentisse leggermente in imbarazzo per quello che la ragazza gli aveva appena detto.
    No, è che mi piace aiutare le persone. Non tutti mi rivolgono a parola, anzi alcuni mi evitano. Vabbè, lasciamo stare. Cavolo, è ancora più bella quando ride. L’idea di separarsi per trovare la casa di quel tale gli sembrò buona, quindi dopo aver accettato la proposta di Nakora, si voltò e si avvicinò rapidamente alla prima casa sulla destra. C’era molto da fare se sperava di trovare il signor Nebusuki prima di lei, quindi, dopo essersi accostato alla cassetta delle lettere della prima casa, si abbassò leggermente per poterne leggere il nome con la speranza che fosse quello che stavano cercando, ma sfortunatamente non era così. "Bento". Cos’è, un ristorante o una casa? Bho. Senza perdersi d’animo si tirò su e si diresse immediatamente alla casa successiva, ma questa volta sapeva bene che non potesse essere quella che stava cercando, dato che conosceva bene i padroni di quest’ultima. No, qui ci abita il signor Toki.

    La ricerca si dimostrò più ardua del previsto e per i successivi lunghi minuti passò ad ispezionare tutte le case del quartiere, o almeno della parte della strada che si era diviso con la ragazza, cominciando a demoralizzarsi per il mancato ritrovamento dell’uomo. Ormai aveva quasi finito di ispezionare tutte le case della sua metà di strada, pertanto, se il nome dell’uomo non sarebbe comparso neanche su quelle ultime cassette delle lettere rimaste, doveva trovarsi per forza nella parte che stava ispezionando Nakora. Ryuu cominciò a dubitare che le informazioni date dalla ragazze fossero attendibili, quando all’improvviso sentì chiamare il suo nome in lontananza. Subito fu invogliato a guardare in direzione della provenienza della voce che lo aveva chiamato, accorgendosi che si trattava proprio di Nakora, che aveva alzato un braccio per attirare la sua attenzione e per dirgli molto probabilmente che era riuscita a trovare il loro obiettivo. Ryuu si sentì sollevato e allo stesso tempo un po’ deluso per non essere riuscito a trovarlo lui, ma almeno erano riusciti a raggiungere lo scopo della loro indagine, quindi si diresse in tutta fretta verso di lei e raggiungendola nel giardino, in cui questa si era già addentrata. Decisamente una bella casa e in ottime condizioni, per giunta. A quel punto il suo compito era terminato e avrebbe potuto anche andarsene, ma per non lasciarla da sola in un luogo che non conosceva, preferì rimanere per poterla riaccompagnare eventualmente all’uscita del villaggio o in qualunque altro luogo avrebbe preferito, una volta finito di conversare con l’uomo dell’abitazione. Io ti aspetto qui, allora, va bene? Non voleva di certo risultare invadente in caso dovessero parlare di faccende personali, quindi rimase nei pressi del cancelletto del giardino, attendendo che la sua amica se la sbrigasse da sola.
     
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    Attesero qualche minuto li fuori, tant'è che Nakora si spazientì arrivando a bussare una seconda volta con più forza, visibilmente arrabbiata.
    Nel mentre Ryuu disse che l'avrebbe aspettata li, probabilmente onde evitare di sembrare irrispettoso e non invadere la sua privacy, per così dire.
    Di sicuro fu un gesto che lei apprezzò, e per tanto si voltò verso di lui sorridendoli con aria mesta.
    Doveva ammettere che quel ragazzo non era poi così male, si stava dimostrando un'ottima persona e lei raramente ne aveva viste.
    Chissà forse perchè si era abituata ad Oto o forse più in generale, perchè raramente nella sua vita aveva incontrato uomini e donne del genere che fossero al di fuori della sua famiglia.
    Che poi per famiglia si intende madre e sorella, dato che non avevano nemmeno nonni e zii a quanto pareva. Un'altra cosa strana da aggiungere alla lista.
    Stava per dire grazie a Ryuu quando la porta si aprì, e si fermò con la bocca ancora aperta voltando di scatto il viso verso l'uscio.
    Una donna apparentemente sulla trentina si presentò a riceverli, tuttavia vista la lentezza dei suoi movimenti pareva averne molti di più.
    I capelli erano neri come la pece, completamente, e un'intera ciocca di dimensioni assai ridotte e ora coperta interamente di perline, fiocchi e via discorrendo dei colori più disparati, facendo così diventare impossibile vedere quello che vi era sotto.
    Era alta all'incirca quanto Nakora, dalle forme esili e senza muscoli ben definiti.
    Indossava un semplice Kimono color arancio, con varie carpe ad ornarla disegnate sopra di un rosso più acceso, assieme a minuscole chiazze di blu marino.
    Guardò con aria confusa prima Ryuu, poi Nakora, evidentemente senza capire il motivo di quella visita.
    Senza attendere oltre, onde evitare di vedersi la porta chiusa in faccia nuovamente prese parola.
    Il tono era incredibilmente più duro e severo rispetto a quello utilizzato prima con il ragazzo, e lui stesso se ne sarebbe accorto.

    Salve signora, io mi chiamo Nakora e vengo da Oto, sono qui in cerca di Ankato Nebusuki.

    Come disse quel nome la donna puntò lo sguardo su di lei, focalizzandolo a più non posso. Immediatamente notò quei pochissimi capelli cinerei, così diversi da tutti gli altri.
    Si fece improvvisamente accigliata e senza dire una parola, si fece da parte voltandosi e invitandoli ad entrare con un cenno della mano.
    Già non ci stava capendo più niente, però non attese un attimo prima di entrare, voltandosi un attimo verso Ryuu ed esitando.
    Non sapeva se lasciarlo li fuori o farlo entrare, da una parte era il suo passato, la sua vita.
    Dall'altra non le sembrava nemmeno tanto giusto lasciarlo così a fare il palo, soprattutto quando l'aveva aiutata.
    Le venne un'idea, forse c'era una via di mezzo.
    Decise di farli cenno di entrare e una volta che l'avesse fatto, avrebbe chiuso la porta alle sue spalle iniziando a camminare, seguendo la donna ad una certa distanza. A questo punto gli rivolse la parola, lo sguardo fisso davanti a lei.

    Ryuu non mi sembrava giusto mollarti così li fuori, soprattutto dopo che mi hai aiutato. Però ti prego di capire che questo è il mio passato, riguarda solo me. Quindi ti prego, ti chiedo di giurarmi sul tuo onore da Ninja e su quello che hai di più importante, che non rivelerai mai nulla di quello che sentirai qui, a nessuno. Mai e poi mai.

    Al termine di quelle parole spostò lo sguardo su di lui e sul coprifronte, giusto per rendere più eloquente la sua richiesta.
    La casa era più grande del previsto ed erano arrivati di fronte ad un ampio stanzone con uno stile abbastanza classico, un tavolino al centro con dei cuscini a terra e qualche ornamento floreale vicino le finestre.
    La donna aveva aperto le porte a scorrimento così da permettere loro di entrare, ed ora attendeva seduta dietro il tavolino.
    Come avesse ricevuto una risposta dal ragazzo, si sarebbe voltata e avrebbe raggiunto la donna al tavolino, sedendosi a sua volta e guardandola fissa negli occhi.
    Erano di un grigio scuro, come la neve quando veniva sporcata estremamente.
    Dopo un attimo di silenzio e un breve sospiro, ella prese parola rivelando una voce vellutata, estremamente calma e rilassata. Quasi sapesse che cosa stava per accadere, e in effetti fu proprio così.
    Le mani in grembo.

    Sapevo saresti arrivata, un giorno. Era inevitabile. Come sta tua madre? E la tua gemella, Yushino?

    Non poteva credere alle sue orecchie Nakora, visibilmente scossa e altrettanto arrabbiata si costrinse a rimanere calma per evitare gesti portati avanti dall'ira.
    Deglutì e cercò di rispondere senza alterare la voce, e senza riuscirci neanche troppo bene.
    Di tanto in tanto lo sguardo della donna sarebbe passato da lei a Ryuu, se l'avesse seguita, come per vedere le sue reazioni.

    Stanno bene. Ora fammi il piacere di smetterla di perdere tempo, voglio vedere Ankato. Voglio sapere di chi cazzo si tratta e perchè quel giorno era li ad Oto, perchè non è segnata alcuna data di nascita.

    Per quanto si sforzasse comunque anche il suo linguaggio cominciò a risentire del suo stato d'animo, tuttavia non parve darvi peso e anche la sua interlocutrice non sembrò chissà quanto impressionata da quel suo modo di fare così aggressivo.
    Sorrise flebilmente, posando una mano sul tavolino in legno. Non troppo scuro, abbastanza chiaro.

    Ce l'hai davanti, ragazza mia. Sono io Ankato.

    Improvvisamente si sentì come se qualcuno l'avesse schiacciata sotto un macigno enorme.
    Cosa cosa cosa? Quel tizio in realtà era una tizia, tanto per cominciare? Cioè non solo sapeva già che un giorno o l'altro sarebbe venuta a trovarla, bensì aveva anche voluto mettersi un nome fittizio?
    Per poco non le cadde la mascella dal viso.
    Non sapeva che dire.
    Non sapeva se insultarla, prenderla a calci, piangere, urlare.
    Troppi pensieri e troppe emozioni tutte insieme.
    Visibilmente sconcertata e incapace di rispondere al momento, la donna che pareva chiamarsi Ankato riprese il discorso, proprio come se non fosse accaduto nulla.

    Capisco che devi avere molte domande, e che sicuramente sarai arrabbiata. Cercherò di risponderti a quante più posso, tuttavia alcune dovranno essere trovate. Non ho tutte le risposte purtroppo.

    Inspirò profondamente, cercando di calmarsi per tornare lucida e dopo qualche istante di silenzio con lo sguardo basso, lo rialzò puntandolo nuovamente sul viso della donna.
    Non poteva tirarsi indietro una volta che era arrivata proprio a quel punto, doveva andare fino in fondo costi quel che costi.
    Avrebbe avuto modo di sfogarsi più tardi, una volta tornata ad Oto.
    Non si sarebbe fatta troppo problemi a sputare fuori tutta la verità una volta a casa, però doveva pensarci bene e per tanto avrebbe sfruttato il viaggio di ritorno per quello, di sicuro in quel modo avrebbe avuto tempo per pensare.

    Dimmi tutto quello che sai e che puoi allora, voglio vederci chiaro.

    L'altra annuì appena, togliendosi d'un tratto tutti insieme gli accessori dalla ciocca, rivelando che anche lei proprio come Nakora l'aveva di quel colore così strano.
    Arrivati a quel punto non si meravigliò più di tanto, stava già iniziando a intuire molto di suo ma comunque rimase in attesa, in modo che l'altra potesse parlare liberamente.
    Posati a terra i vari accessori, si lasciò andare ad un sospiro liberatorio smuovendosi appena i capelli prima di guardare nuovamente Nakora e iniziare a parlare.

    Tu non vieni da Oto, nè tanto meno da nessuno dei Villaggi accademici attualmente noti. Nemmeno Kumo e quelli più esterni ti riguardano, bensì provieni da un luogo ignoto a tutte le persone di oggi. Ignoto a tutti eccetto a me in parte, e ora anche a te. Chiunque vi abitasse portava il tratto che sia io che te possediamo, e in quel luogo le persone erano dedite alla ricerca, Tuttavia come puoi ben immaginare, a volte può capitare che si arrivi a toccare campi al di la delle nostre possibilità, eppure loro non si fermarono. Decisero di osare e andare oltre. I risultati non tardarono ad arrivare, in parte riuscirono nel loro intento ma dall'altra scontarono e scontato tutt'oggi un prezzo altissimo. La tua famiglia rimase li, tuttavia riuscimmo a portare via sia te che tua sorella, io naturalmente sono stata colei che ha abbandonato quel luogo con voi. Questo perchè non volevamo che la nostra stirpe terminasse in quel modo, dimenticata.
    Il resto puoi ben immaginarlo, Nakora. Incontrai la tua famiglia attuale, imparai a conoscerla e infine quando si stabilirono a Oto, decisi che la scelta più giusta era lasciarti li con loro. Per quanto giovane come Villaggio, Oto già ai tempi presentava un certo potenziale. Vedendo come sei cresciuta, posso dire che fu la decisione giusta da prendere in quel momento.


    Terminato il discorso abbassò per un attimo lo sguardo, aprendo un cassettino minuscolo che vi era dalla sua parte del tavolino e tirando fuori un vecchio libro malmesso.
    La copertina era di pelle di un rosso fuoco acceso, ed era adornato da vari ghirigori che correvano lungo i bordi e il centro.
    Il tempo sembrava averlo consumato, tuttavia resisteva ancora.
    Lo posò sul tavolo con delicatezza e lo passò a Nakora, invitandola a prenderlo in mano e leggerlo.

    All'interno di quel libro vi è il mio diario. C'è tutto quello che riguarda il nostro luogo natio: il nome, l'ubicazione e alcuni dettagli sull'incidente. Purtroppo non vi è molto altro, però spero che te capisca. Sta a te cercarlo e andare oltre, chissà forse riuscirai anche a sistemare le cose. Io non posso dirti altro, anche perchè effettivamente ero giovane quando accadde il tutto e per tanto le mie conoscenze del tempo non erano molto ampie. Dopo oggi però posso dirti che abbandonerò Kiri e mi metterò in viaggio, magari un giorno ci reincontreremo. L'unico motivo per cui sono rimasta qui così a lungo, è perchè dovevo fare in modo che te mi trovassi e così è stato.

    Nakora abbassò lo sguardo sul diario, prendendolo in mano con attenzione e aprendolo, iniziandolo a sfogliare.
    Il Villaggio del Crepuscolo.
    Dunque si chiamava così il posto da cui proveniva eh? Finalmente un nome.
    In un attimo iniziò a saltare da una pagina all'altra, divorando informazioni su informazioni e imprimendole nella sua mente, nello specifico dove si trovava e come raggiungerlo.
    Come vide l'ubicazione capì perchè nessuno l'aveva trovato ancora, chi sarebbe mai andato a cercare in un posto del genere? In effetti doveva ammettere che erano stati furbi.
    Nel mentre la donna si alzò, dirigendosi verso un lato della stanza e accendendo quello che sembrava un caminetto.
    Guardando il fuoco che iniziava a scoppiettare, si rivolse un'ultima volta a Nakora prima di congedarsi e andarsene dalla stanza.

    Impara tutto quello che puoi, subito dopo brucialo. In questo modo non rischi di perderlo, e potrai dire quello che vorrai a chi vorrai quando vorrai. Saprai riconoscere il momento giusto, ne sono sicura. Ora devo congedarmi, è stato bello rivederti, se vuoi salutami tutti quando torni a casa, la scelta sta a te.

    Un attimo dopo silente com'era venuta a riceverli, se ne andò scomparendo nel corridoio di legno della casa.
    Non disse una singola parola Nakora riguardo quanto le era stato appena detto, di certo però non l'avrebbe contraddetta.
    Si isolò completamente a livello mentale, quasi incidendo nella sua testa le cose essenziali che avrebbe dovuto ricordare ed eliminando quelle più superflue o inutili.
    Quando ebbe terminato, si alzò e andò dritta verso il camino.
    Con un gesto secco della mano lo buttò tra le fiamme, togliendo la copertina e gettandola dentro a parte così da facilitare alle fiamme la carbonizzazione delle semplici pagine.
    Tempo cinque minuti e quello che rimase non fu altro che cenere.
    I suoi occhi non si staccarono nemmeno per un istante dalle fiamme, riflettendole e facendole danzare nelle sue iridi.
    Sapeva cosa andava fatto, avrebbe solo dovuto guadagnare tempo e migliorarsi.
    Non si sarebbe fermata a quel punto, no, lei aveva intenzione di andare molto più a fondo nella questione.
    Una volta finito si voltò e uscì fuori dalla casa, senza dire nemmeno una parola.
    Solo una volta giunti all'esterno, si lasciò andare ad un sospiro liberatorio rilassando le membra.
    Era rimasta visibilmente in tensione fino a quel momento, d'altronde però come darle torto?
    Finalmente si rivolse a Ryuu sorridendo, senza far intendere se fosse forzato o meno.

    Molto bene! Grazie Ryuu, e scusa se ti ho interrotto la giornata. Te dove stavi andando?

    Non fece commenti su quanto appena accaduto, indipendentemente dal fatto se l'avesse seguita all'interno o meno, tuttavia non era chiaro se domande a riguardo l'avrebbero fatta innervosire o meno. Stava a lui scegliere.
     
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    Parlato Ryuu
    Parlato Nakora

    Ryuu attese fermo al suo posto che qualcuno aprisse la porta a Nakora, con lo sguardo fisso su di lei, che sembrava abbastanza tesa per la situazione. Non capiva il motivo di quel comportamento, pensando che evidentemente dovesse proprio parlare di faccende personali come aveva immaginato e che quindi avesse fatto bene a rimanere a distanza per non mettere a disagio la ragazza con la sua presenza. Quest’ultima si voltò verso di lui sorridendo, ma all’improvviso, la porta si aprì di scatto, invogliando entrambi a distogliere lo sguardo dai rispettivi occhi ed a dirigerlo verso di essa, da cui uscì una curiosa donna abbastanza giovane e vestita con colori sgargianti. Nakora non perse tempo a farsi notare, cominciando a parlarle ma in un modo che Ryuu non aveva ancora mai visto (né sentito). Dalle sue parole sembrava che non si conoscessero, ma il tono freddo che usò non era quello che si usa con uno sconosciuto, anzi, sembrava piuttosto irritata. Inaspettatamente, la signora la invitò ad entrare e lei, a sua volta, invitò ad entrare Ryuu, che in un primo momento si sentì un po’ in imbarazzo per la situazione, ma evidentemente Nakora aveva timore ad entrare da sola, quindi si fece coraggio e raggiunse le 2 donne, varcando la soglia della casa. In effetti il modo in cui furono ricevuti dalla padrona di casa, fu abbastanza sospetto e Ryuu sapeva bene che non ci si poteva fidare mai di nessuno, in quel mondo di pazzi e ninja assassini dietro ogni angolo, quindi decise di entrare con fare determinato per impedire che potesse accadere qualcosa a quella indifesa ragazza, sentendosi come se dal momento in cui decise di aiutarla fosse sotto la sua responsabilità e diventando al contempo il suo protettore, camminando al suo fianco con lo sguardo dritto verso la signora come un bodyguard.
    Stando alle parole che gli rivolse Nakora in quel momento, sembrava aver preso una cantonata, ma quest’ultima volle farlo assistere alla conversazione che avrebbe avuto a breve con la donna, facendo affidamento sul suo grado ninja per fargli giurare che non avrebbe mai raccontato a nessuno qualunque cosa avesse sentito. Bé, non è che gli shinobi siano tenuti a mantenere una sorta di silenzio professionale come i sacerdoti, ma se era il volere di Nakora non poteva che accettare le sue condizioni, spostando lo sguardo su di lei e confermandogli ciò che voleva sentire. Non c’è problema, stai tranquilla. Non era sua abitudine giurare, a meno che non fosse strettamente necessario, quindi si limitò a tranquillizzarla e dopo che si furono sistemati tutti e 3 in una grande e lussuosa stanza, Ryuu attese in piedi sull’uscio della porta, aspettando che le 2 parlassero dei loro affari personali e rimanendo di guardia per poter tenere sotto controllo la situazione. La signora sembrava conoscere bene Nakora e il motivo per cui era venuta a cercarla e questo non fece altro che accrescere la sua agitazione, ma il vero shock per i 2 ragazzi fu quando rivelò che la persona che Nakora cercava in realtà era proprio lei, facendoli rimanere a bocca aperta per essersi accorti di aver preso un enorme granchio.
    Effettivamente si sarebbe potuto sbagliare chiunque, dato che la donna aveva proprio un nome da uomo, ma comunque la conversazione procedette normalmente come se niente fosse successo e più andavano avanti a parlare, più la ragazza otese sembrava sempre più tesa dalla situazione e delle rivelazioni sul suo passato che le venivano dette. Ryuu rimase in ascolto per tutto il tempo e malgrado non fosse a conoscenza di alcuni aneddoti a cui accennarono, riuscì a comprendere abbastanza a fondo la storia della giovane forestiera e della sua famiglia e anche se si sentì un po’ a disagio nell’ascoltare la storia personale di quella ragazza, non si mosse dal suo posto, finchè dopo un po’, la donna consegnò a Nakora un vecchio libro. Doveva essere parecchio importante visto che le consigliò di bruciarlo non appena avesse finito di leggerlo, dopo aver acceso la legna nel caminetto e lasciando successivamente la stanza, in modo che i 2 ragazzi potessero restare da soli. Ryuu guardò la donna allontanarsi lentamente, per poi riportare lo sguardo sulla sua amica, che intanto aveva cominciato a sfogliare le pagine del libro. Non aveva idea di cosa ci potesse essere scritto, ma cercò di non pensarci per non diventare schiavo della curiosità e attendendo che ella finisse di leggerlo, non credendo che avesse finito veramente per bruciarlo. Al contrario delle sue aspettative, invece, non appena terminò la sua lettura si avvicinò al fuoco e vi gettò dentro il vecchio volume e attendendo immobile finché non ne rimase che cenere, lasciando di stucco il ninja di kiri che assisté a tutta la scena e dirigendosi silenziosamente verso l’esterno della casa.

    Finalmente la tensione sembrò sparire dal suo volto, quando, una volta che ebbero raggiunto il giardino esterno, si avvicinò sorridente a Ryuu e rivolgendogli la parola dopo molto tempo. Molto bene! Grazie Ryuu, e scusa se ti ho interrotto la giornata. Te dove stavi andando? A Ryuu parve evidente che non volesse parlare di quanto era appena successo, quindi per non essere invadente accettò di cambiare discorso come se non fosse successo niente e sorridendole a sua volta.No, figurati, non c’è problema. Comunque io stavo andando fuori dal villaggio per un servizio. Tu adesso cosa fai, ti fai un giro per il villaggio o devi andare via subito? Non sapeva se quella ragazza avesse altre commissioni da fare, ma se sarebbe dovuta uscire anche lei, si sarebbero potuti mettere d’accordo per andarci insieme. Va bene, allora andiamo. Sarebbe stato più che felice di passare ancora un po’ di tempo con lei, senza contare il fatto che si sarebbe potuta perdere nuovamente senza di lui, quindi si sarebbe voltato verso la strada principale dalla quale erano venuti e la avrebbe condotta fuori dal giardino dell’abitazione, per poi dirigersi verso l’uscita del villaggio. Questa volta non poteva sbagliare strada, perché avendola fatta già 2 volte ormai ce l’aveva ben stampata in mente e difatti ci vollero poco più di 5 minuti per raggiungere nuovamente il cancello principale del villaggio per poi prepararsi ad uscire, attendendo solo che Nakora rientrasse in possesso dei suoi effetti personali consegnati quella stessa mattina alle guardie. Fu in quel momento che Ryuu rimase senza parole, notando che tra gli oggetti che vennero consegnati alla ragazza, c’erano varie armi ninja, proprio come le sue, intuendo che quella tenera e apparentemente inoffensiva fanciulla era in realtà una kunoichi, magari anche più forte di lui. Solo dopo che quest’ultima finì di sistemare il suo equipaggiamento, il ragazzo non seppe più resistere, balbettando prima qualcosa per l’imbarazzo e poi sputando fuori quella che aveva da dire. S-scusa, ma…ehm…tu sei una kunoichi? Era l’ultima cosa che si sarebbe aspettato di scoprire su di lei e fu abbastanza divertito dalla cosa, lasciandosi sfuggire una piccola risata per la sorpresa, per poi varcare le mura in sua compagnia e incamminarsi nella foresta. Avrebbero camminato per almeno 20 minuti, quando infine giunsero sulle pendici di una cascata alta almeno 20 metri, ma al contrario di quello che ci si sarebbe potuto aspettare, disseminato di macigni sul fondo e di un angolazione irregolare e non verticale. Ryuu volse lo sguardo verso il basso, e uno strano timore cominciò ad insediarsi dentro di lui, mosso dalla consapevolezza che fu in quel punto morirono i suoi genitori.
     
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    Il ragazzo non sembrò intenzionato a indagare su quanto aveva appena visto e sentito, preferendo così farsi gli affari suoi.
    Di certo apprezzò questo suo modo di fare, troppo spesso le persone risultavano invadenti facendosi i cavoli degli altri senza remora, e lei non riusciva proprio a capire come facessero ad essere così indiscrete.
    Comunque sia Ryuu le disse che si stava dirigendo fuori dal villaggio per un servizio.
    Inarcò leggermente un sopracciglio incerta, senza capire se si trattasse di cose personali oppure che avevano a che fare con l'accademia, tuttavia vista la sua premura di poco fa preferì non chiedere nulla a sua volta, limitandosi a rispondere al fatto se avesse intenzione di rimanere li ancora un po'.
    Sinceramente fosse stata una situazione diversa avrebbe anche detto di sì, tuttavia in quel momento non se lo poteva permettere.
    Non quando aveva così tante informazioni da riportare a Deveraux, e soprattutto a Febh.
    Inizialmente non le era proprio andata giù l'idea di parlare anche con lui del suo passato, tuttavia capiva che visto come si stava evolvendo la cosa ormai era necessario.
    Probabilmente senza di lui non avrebbe potuto muovere neanche un dito, e per quanto sentisse il bisogno impellente di correre alle coordinate che aveva incise nella mente, era ben conscia che sarebbe stato al pari di un suicidio.
    Non poteva avvicinarsi all'entrata di un villaggio mai sentito prima così, senza nessuno a guardarle le spalle e senza aver preparato un piano nei minimi particolari.
    Nessuno poteva sapere che cosa l'avrebbe attesa effettivamente in quel posto, non era neanche da dare per scontato che l'avrebbero accolta a braccia aperte solo perchè una di loro.
    Ankato era stata ben chiara riguardo questo punto, lei era fuggita per salvare la vita a lei e Yushino, questo significava che stava per essere uccisa proprio in quel luogo che doveva essere la sua casa.
    Certo aveva parlato di un incidente, però vallo a sapere effettivamente che cos'era accaduto.
    Avrebbe dovuto chiedere di organizzare due spedizioni nel totale, una per localizzare l'entrata esatta del villaggio e l'altra per entrarvi all'interno, così da scoprire cos'era accaduto.
    Di sicuro fare queste due cose e anche solo ricevere una risposta affermativa avrebbe richiesto tempo, però non poteva fare niente altro al momento oltre questo. Doveva essere paziente.
    Un po' alla volta sarebbe riuscita a scoprire tutto quanto, però per il momento doveva accontentarsi di quanto le era stato rivelato li a Kiri.
    Inoltre non avrebbe dovuto farne parola con nessuno al di fuori di Oto di una cosa del genere, se altri villaggi l'avessero saputo molto probabilmente con la scusa dell'alleanza si sarebbero offerti per effettuare loro la prima spedizione. E lei non voleva, nessuno che non fosse stato lei avrebbe dovuto metterci piede in quel posto prima di lei.
    Volse lo sguardo su Ryuu mentre prendeva parola, il tono che stava tornando come quello di sempre.

    No non credo mi tratterrò ulteriormente. Devo assolutamente tornare a Oto.

    Ammise in tutta sicurezza, salvo poi vedersi il ragazzo farle un cenno del capo rispondendole anche verbalmente, per poi iniziare a muoversi verso l'uscita del villaggio.
    Dovette ammettere che ora che stavano ripercorrendo la strada di prima a ritroso, non le risultava più così difficile orientarsi.
    In questo senso aveva sempre avuto una buona memoria, soprattutto per via del fatto che tendeva ad orientarsi per mezzo di edifici, colori e luoghi. Mentre i nomi raramente se li ricordava, non sapeva dire il perchè ma aveva sempre funzionato così il suo senso d'orientamento.
    Anche Ryuu sembrò essere decisamente più sicuro rispetto a prima, e dopo un po' arrivarono al Cancello da cui era entrata ove le restituirono tutto il suo equipaggiamento.
    Inizialmente lo prese in mano, per poi allontanarsi un po' e sistemarselo addosso.
    Una volta assicurati tutti i borsellini e il loro contenuto, alzò lo sguardo sul ragazzo giusto per vederlo rimasto di sasso.
    Non riuscì a fare a meno di sorridere divertita nel vedere la sua espressione, non era per sfottere però era stata troppo buffa!
    Come si riprese sopprimendo la risata che le stava per sfuggire di bocca, riprese a camminare mentre gli rispondeva in tutta tranquillità.

    Sì Ryuu, sono una kunoichi dell'Accademia di Oto. Mi dispiace se credi ti abbia voluto ingannare o simili, però semplicemente non vedevo perchè parlarne.

    D'altra parte era anche vero che pure lui che non le aveva fatto nessuna domanda a riguardo.
    Comunque sia dopo un po' arrivarono innanzi alle pendici di una cascata decisamente alta, strutturata in un modo alquanto particolare rispetto alle solite cui era abituata intravedere.
    Ryuu puntò il suo sguardo verso il basso, e anche lei facendosi più seria provò a guardare in quel punto ma non vide nulla, così da tornare con gli occhi su di lui senza capire.
    Forse era accaduto qualcosa in quel luogo che lei non sapeva, era l'unica spiegazione che riusciva a darsi.

    Dunque che dovevi fare? Se è una cosa del villaggio, dimmelo che me ne vado. Tanto quello che dovevo fare qui l'ho fatto, e prima torno meglio è.
     
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    Parlato Ryuu

    Lo scrosciare dell’acqua sulle rocce trascinò Ryuu in un oceano di pensieri, restando a fissare il vuoto, inconscio dei secondi che scorrevano senza tregua. La vista di quella cascata semi distrutta gli provocò un tuffo al cuore. Era davvero lì che i suoi genitori passarono i loro ultimi istanti di vita? La risposta si trovava soltanto diversi metri sotto di lui, eppure sentì un certo timore nel volerla conoscere, rimanendo immerso nei suoi pensieri senza accorgersi della domanda che Nakora gli rivolse.

    ...


    Ad un certo punto, però , tutte le sue paure sparirono all’istante, come se non avessero mai fatto parte di lui e si domandò come avesse fatto a dubitare della storia che gli era stata raccontata dai suoi nonni, sentendosi improvvisamente diverso e colpevolizzandosi di aver diffidato del grande gesto che sua madre e suo padre fecero per lui. La sola vicinanza a quel luogo lo fece ricredere di tutti i brutti pensieri che aveva avuto fino a poco prima. Non riusciva a capirne il motivo, ma in quel momento gli apparve tutto chiaro: era stato proprio uno stupido a sospettare che gli fossero state dette solo bugie e anche se non si spiegava perché era così convinto di questa sua affermazione, non gli importava, come se avesse trovato la risposta che desiderava tanto conoscere senza neanche il bisogno di cercarla. Fu come se in quel momento, su quella precisa cascata, avesse ritrovato una pace interiore che non aveva mai avuto, sentendo finalmente la presenza dei suoi genitori al suo fianco. Subito dopo, si voltò verso la sua amica, con un sorriso malinconico sul volto e riprendendo la domanda che gli aveva fatto e a cui si accorse di non aver risposto.
    Scusa, stavo pensando. Non è una questione di villaggio, tranquilla. E’ che qui…bè, è qui che sono morti i miei genitori. Disse con convinzione, volgendo ancora una volta lo sguardo verso la cascata e poi guardandosi intorno, in cerca di qualcosa. Senti, lo so che devi andare, ma ti dispiace cercarmi qualche fiore qua intorno? Anche 2 o 3, voglio fare una specie di lapide, ci metto un minuto. Dopo aver ascoltato la risposta della ragazza, Ryuu esaminò un paio di rocce che si trovavano nei paraggi e dopo averne scelta una che gli sembrava perfetta, la spinse fin quasi sul bordo della cascata, estraendo un kunai e cominciando ad inciderci sopra i kanji dei loro nomi e poco più sotto il kanji del drago. Una volta terminato, Ryuu si alzò per mirare il risultato: la roccia era alta sui 60 – 70 cm e larga un metro, e anche se le incisioni non erano molto leggibili, ne fu comunque pienamente soddisfatto e felice di avere anche lui finalmente un monumento che ricordi i suoi genitori ed un luogo dove sapeva di poterli sempre trovare.

    images


    Se Nakora avesse raccolto i fiori, li avrebbe posti alla base della roccia, ringraziandola con tutto il cuore e ammirandone il risultato, congiungendo poi le mani a capo chino per dare un ultimo saluto ai suoi genitori scoparsi.

    Poco dopo, si rivolse verso di lei, sapendo che ormai era ora di andare e conducendola sulla strada principale che collega il villaggio della nebbia ai porti per i traghetti diretti ai vari paesi esterni. Da quella parte si arriva ai porti. Grazie per la compagnia e scusa se ti ho fatto perdere un po’ di tempo. Speriamo di rivederci, casomai vengo a farmi un giro ad Oto. Disse quasi scherzando, per poi tendere la mano destra verso di lei per salutarla. Ci vediamo, allora. Mi ha fatto piacere incontrarti. Fai buon viaggio. E dopo questo, attese che lei riprese il suo cammino, per poi voltarsi dalla parte opposta e fare ritorno al suo villaggio, più che felice di come la giornata avesse preso una piega inaspettata e di aver risolto quei fastidiosi dubbi che lo assalivano.
     
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    Come Ryuu le rivelò il motivo per cui si era fermato proprio li davanti, si ammutolì.
    Non perchè era stata presa alla sprovvista o simili, quanto più era un segno di muto rispetto.
    Di certo non era in grado di capire il dolore che provava il ragazzo, avendo avuto lei entrambi i genitori fino quasi l'età di dieci anni, però per quello che poteva non voleva infastidirlo di più del dovuto.
    Tant'è che stava pensando addirittura di andarsene in silenzio, senza dire nulla così da lasciarlo solo coi suoi pensieri in quel luogo. Tuttavia Ryuu all'improvviso si voltò verso di lei, facendole una richiesta.
    Questa volta rimase leggermente stranita.
    Fiori?
    Guardò prima lui e poi la cascata, tuttavia come spiegò il motivo del perchè gliel'aveva chiesto si focalizzò su di lui, sorridendoli con aria mesta e allontanandosi in tranquillità, così da raccogliere quanto chiesto.
    Purtroppo a differenza di sua sorella gemella, lei non era particolarmente femminile e per tanto anche solo scegliere i fiori adatti per una cosa del genere si poteva rivelare un problema per lei.
    Difatti ci mise un po' di più del previsto, e nonostante questo quando tornò da Ryuu non arrivò con dei fiori esattamente adatti allo scopo.
    Più che essere tristi o cupi, aveva trovato qualcosa che era simile alle margherite tuttavia dai petali bluastri e il centro di un giallo acceso, decisamente troppo vivaci per una lapide.
    Tuttavia lei per prima non ci fece caso, e infatti quando fece per consegnarli al ragazzo non sembrò impensierita nè tanto meno in imbarazzo, nella sua testa quelli andavano più che bene.
    Comunque sia poco dopo Ryuu terminò di incidere quelli che ipotizzò fossero i nomi dei genitori morti, rivolse loro un breve saluto prima di voltarsi nuovamente verso di lei.
    Infine il tempo di salutarsi era giunto una volta per tutte, era giunto che il momento che le loro strade si dividessero.
    Le diede qualche indicazione così da essere sicuro che non si perdesse, per poi rivolgerle un ultimo saluto.
    A sua volta tese in avanti la mano, così da stringere quella di Ryuu con forza e decisione.

    Nessun problema Ryuu, figurati. E' stato un piacere anche per me, ci vediamo.

    Dopo quel breve saluto, si sarebbe voltata così da incamminarsi verso il porto.
    Finalmente stava per tornare a Oto.
    Tuttavia avrebbe dovuto decidere cosa fare una volta arrivata, e fortunatamente avrebbe avuto tutto il viaggio di ritorno per pensarci a dovere.
    Non sarebbe stato affatto facile, considerando che comunque da quella singola decisione il suo futuro si sarebbe potuto evolvere in un modo completamente diverso da come sarebbe dovuto essere.
    Anzi poco ma sicuro che quei cambiamenti, volente o nolente, avrebbero coinvolto anche altre persone oltre lei, incluso Deveraux e Febh come gliene avesse parlato.
    Senza contare i ninja che avrebbe richiesto per un'ipotetica spedizione... Non era per niente facile decidere.
    Sospirò, salendo sull'imbarcazione e guardando le onde infrangersi contro i bordi.
    Solo ora si rendeva conto, che non aveva poi così tanto tempo.
     
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