Il Legame Covalente

[TS I]

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    Il Legame Covalente

    Il Sapore della Vendetta


    Diverse figure si muovevano nell'oscurità impenetrabile di una stanza. Lo spazio era stretto, angusto, tanto umido che dalle rocciose pareti colavano lentamente innumerevoli gocce d'acqua che scivolavano fino alla nuda terra battuta, per andarsi ad accumulare poi nelle vicinanze di un piccolo scolo nelle prossimità di un angolo, da cui poi spariva, inghiottita nel buio più profondo.
    La stanza era stretta, come scavata nella roccia in tempi immemori, e presentava un un'unica porta di metallo, rovinato dal tempo e dagli agenti atmosferici. In fondo a questa, diversi mezzi tecnologici erano all'opera. Quattro monitor con diverse tastiere, collegati tutti, tramite dei cavi, ad un grande cilindro di vetro, alto più di 3 metri e dal diametro superiore al metro e mezzo, ed ancora, tramite un altro grande cavo, ad un monitor disposto sul muro, molto più grande degli altri. All'interno del cilindro, riempito fino all'orlo da un liquido, simile all'acqua per densità ma non per colore, visto che risultava avere un colore verde muffa, un'enorme figura, dalle forme umanoidi, sembrava come essere mantenuta in uno stato di stasi indotto, con diversi cerotti, fili e stimolatori elettrici sparsi su tutto il corpo. Era veramente enorme. Alta più di due metri e mezzo, con una larghezza delle spalle impressionante, arti inferiori e superiori esageratamente lunghi ed un cranio dalle strane fattezze.
    E' sicuro che funzionerà, Kagaku-san? La prima figura, illuminata solo parzialmente dalla luce dei monitor in volto, parlava con voce quasi sommessa, insicura. Un'altra figura, più piccola della prima, intanto lavorava incessantemente ad uno dei computer. Oh, si che funzionerà, Herupa. Non preoccuparti di queste cose, hai altri compiti. Lasciami lavorare. La figura lavorava incessantemente, evidentemente provato dal lungo lavoro. Confrontava tabelle sui monitor con grafici di un altro, quindi segnava su un taccuino dei dati e li inseriva in un'altro monitor.
    Numeri, percentuali, formule matematiche e fisiche si susseguivano in un insieme praticamente infinito di combinazioni. Ho quasi finito... Ci siamo quasi... Ripeteva ad alta voce, mentre continuava ad inserire dati in un lungo codice aritmetico sul suo computer. Ho impiegato quasi un anno per ritrovare tutti i dati delle nostre ricerche, per salvarli dalla distruzione e recuperarli dalle macerie, ed un altro anno per riformulare quelli che mancavano, quelli che sono andati persi... Ma adesso ci siamo... Le sue dita si fermarono per un istante. Soggetto sperimentale numero 13, nome in codice #KK... Raizen Ikigami... L'indice destro, lungo, sottile, e di uno strano colore grigiastro, andò a premere il tasto "invio". Conoscerai di nuovo la paura, e noi assaggeremo il sapore della nostra vendetta... La seconda figura, quella che si era leggermente allontanata dalla postazione di lavoro, si avvicinò nuovamente. Bene, finalmente! Cosa gli succederà? Le braccia dello scienziato cascarono lungo i suoi fianchi. Neanche io lo so bene... Sono riuscito a riattivare il nostro lavoro, le cellule che gli abbiamo impiantate sono definitive e non c'è possibilità di eliminarle. Le abbiamo collegate al suo stesso corredo genetico, ed anche se dormienti in questi mesi si sono fortificate. Il processo elettrochimico è partito pochi istanti fa. Proverà un leggero fastidio muscolare all'inizio, probabilmente. Quel fastidio diventerà poi una tendenza congenita ai crampi, anche per i più piccoli sforzi fisici. Emicrania lancinante, forse colati di vomito. Oh si, si chiederà del perché di tutto questo... Ed è per questo che verrà a cercarci. La creatura umanoide guardò l'essere all'interno del cilindro di vetro. Si lasciò andare ad un terrificante sorriso. Non fermatelo appena arriverà sull'isola. Fatelo addentrare. Dovrà osservare nuovamente la distruzione che ha causato prima di morire...
    La grossa creatura fece un cenno di assenso con la testa, quindi prese congedo e, con un cenno della mano, chiamò a se altri cinque individui, sul fondo della stanza. Noi prepariamo il campo, Kagaku-san... Ma lo scienziato non aveva occhi che per la sua nuova, terrificante creazione.

    Intanto, a centinaia di chilometri da quel posto, Raizen, seppur stesse dormendo vista l'ora tarda, sarebbe stato scosso da una potente e terribile, per quanto breve, scarica elettrica.

    Eccoci qui. Sgravone, ecco il tuo add per la seconda TS. Conto di fare all'incirca 7, massimo 8 post.
    Post di presentazione. Hanno riattivato l'esperimento di cui avevi fatto parte. Descrivi i tuoi problemi, in modo del tutto libero visto che ti ho dato i probabili sintomi, e il tuo arrivo sull'isola che tanto bene conosci, visto che sei alla ricerca di risposte.
     
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    Interazione Elettrostatica







    Era già da qualche tempo che gli avevano fatto notare che i suoi capelli avevano incredibilmente cambiato colore, evento che corrispondeva con il ritorno dall’isola degli abomini, ma che non aveva potuto notare immediatamente, i capelli crescevano lentamente.
    All’ospedale tuttavia, per quanto colmo di ninja medici talentuosi, non erano riusciti a trovare una giustificazione che fosse in grado di dare una risposta coerente a tutti i test.
    L’Hokage era un mistero della medicina.
    Tuttavia, vista l’assenza di sintomi gravi non diede particolare importanza a quell’unico cambiamento, pensando che prima o poi avrebbe dovuto fare una tinta e iniziare ad immaginarsi con i capelli neri.
    Un totale cambio di look.
    Sintomo al quale non riuscì a collegare nemmeno il formicolio che di punto in bianco sentiva sulla punta delle dita, come di una scossa leggerissima, come quella che si ha a poggiare le mani umide sui due poli di una batteria. Ma pareva essere solamente la punta dell’iceberg.
    Durante la giornata sintomi sempre peggiori si aggiunsero a quello fino a costringerlo ad auto assegnarsi un giorno di ferie da passare categoricamente all’ospedale.
    Arrivò alla struttura zoppicando per una serie di crampi che gli tendevano ogni singolo muscolo del corpo che provasse a contrarre, ma fortunatamente un intera vita di attività fisica allo stremo delle forze l’aveva abituato a questi eventi.
    Meno lo era al rivoltarsi del suo stomaco davanti all’infermiera che tentò di aiutarlo davanti alla porta.

    Io… io non so che mi sta succedendo.

    Confessò alla donna che prontamente gli si mise sotto al braccio per sollevarlo a fatica ed portarlo di corsa sulla prima barella disponibile.
    Venne scarrellato da un reparto all’altro fino a che, con una tetra quanto delusa confessione, una cerchia di dottori confessò di non sapere minimamente cosa gli stesse succedendo.
    Gli venne quasi il sospetto di essere stato avvelenato, ma la stabilità dei sintomi e gli esami tossicologici escludevano.

    E quindi?
    Cosa dovrei dire ora di preciso?
    Sfuriarvi addosso prendendovi a cazzotti nonostante chissà quale malattia stia giocando con il mio corpo stuzzicandolo a mo di… di… porco Jigoku non mi viene in mente un paragone decente!
    CHITARRA ELETTRICA, ecco!
    …ma ora non fa più eff…


    Aspetti Juudaime cosa ha detto?

    Porco Jigoku?
    Beh si è una storia abbastanza bella, ma non mi sem…


    No no, dopo!

    La chitarra?

    E poi?

    Elettrica?

    Il dottore scattò via correndo come se avesse dietro i più efficaci mastini che l’inferno poteva mettergli alle calcagna. Tornò poco dopo con un particolare tampone ed un carrello contenente quello che venne definito… neanche più si ricordava cosa, e gli era stato detto da qualche secondo, ma ricordava che serviva a monitorargli i segnali elettrici presenti a livello cerebrale.

    Apra la bocca.

    Gli venne chiesto con ansiosa fretta che si preoccupò di non incrementare eseguendo l’ordine per ricevere subito dopo una raschiata alla guancia mediante il particolare tampone, pareva fosse in grado di raschiargli via qualcosa dalla sensazione.

    Test del dna.
    Subito.


    Passò il tampone accuratamente riposto nel suo alloggio ad un infermiere che scattò via veloce almeno quanto il suo superiore mentre questo si occupava di piazzargli gli elettrodi sulla testa.
    Passarono ore in cui quella conclave di dottori si occupava per lo più di sciorinare termini di cui ignorava persino l’esistenza ma che riuscì a portarli ad una conclusione che all’unanimità trovavano corretta.

    Juudaime.

    Interagì uno di loro, lievemente teso.

    Sappiamo cosa le sta succedendo, ma ne ignoriamo la ragione, anche perché un simile “cambiamento” non l’avevamo mai riscontrato in nessun paziente.
    A volte capita che a seguito dell’attivazione di una particolare tecnica di clan il corpo si sviluppi in un dato modo, ma qui siamo al limite dell’assurdo.


    Prese un profondo respiro.

    Il suo corpo ha subito un cambiamento, e non poco incisivo, a livello cellulare.
    Cambiamento che ha coinvolto persino il suo cervello facendogli mandare input sconnessi che causavano i suoi crampi ed addirittura i vomiti.
    Non sappiamo come risolvere e per ora stiamo reagendo ai singoli sintomi curandoli uno per volta.
    Il problema è che non sappiamo a cosa potrebbe portare questo cambiamento, tutto il suo corpo sta…
    …producendo elettricità in quantità incredibili.


    Sgranò gli occhi mentre le mascelle gli si serravano, prima per propria volontà poi a causa di un crampo, facendogli stridere i denti: lui sapeva.
    Ma ancora non poteva reagire, la giornata ed i sintomi sempre peggiori in quello stato non potevano che portarlo ad una pessima morte.
    Strinse i denti, permettendo ai dottori di collegarlo a più di un macchinario in grado di monitorare praticamente tutte le sue attività vitali.
    Trovò il sonno in pochi minuti aiutato da quella che aveva guadagnato un posto tra le candidate per essere la peggiore giornata della sua vita.
    Non poteva immaginare cosa sarebbe accaduto da li a breve.
    Si svegliò nel cuore della notte, percorso da una scarica elettrica che in un primo momento ricondusse ad un attacco esterno, preparandosi a reagire lanciando sul povero sciocco il primo dei macchinari che aveva a portata di mano…

    Ma che cazzo

    Il corpo era teso all’inverosimile arcuato a formare un ponte di muscoli che si contraevano in maniera disordinata ma prolungata, tutti i macchinari erano accorsi al suo capezzale, attratti da chissà cosa, avrebbe persino giurato di aver visto il suo corpo sfarfallare per qualche secondo prima che fosse in grado di focalizzare lo sguardo su qualcosa.
    Tutto pareva essere tornato alla normalità.
    Tranne per i macchinari fuori uso e il nugolo di infermieri dietro al vetro, incerti se fosse stato salutare per loro entrare nella stanza in cui pareva fosse appena calato un fulmine.
    Strinse le mani più di una volta, constatando che il formicolio era svanito.

    Che cazzo guardate imbecilli!
    Provare a chiamare un dottore no!?!


    Ma nonostante la sua fretta gli infermieri erano stati efficienti ed una dottoressa spalancò la porta pochi istanti dopo portandosi appresso due discrete borse: quelle sotto gli occhi.

    JUUDAIME!

    Eh, ora mi chiamano anche così, si.

    Ma quella si limitò ad indicarlo facendogli notare che indossava solamente un camice da degente bruciacchiato addosso.

    Ah.
    Beh, mi avevano informato del suo arrivo.


    Ammiccò mentre questa, probabilmente avvezza alla nudità dei pazienti, le si avvicinò.
    Venne nuovamente scarrellato per l’ospedale.

    Posso camminare eh.

    No.

    Posso fare da me

    No.

    Ma sto bene!

    No.

    Si limitò a fare l’unica cosa che gli era concessa stare immobile e venir maneggiato per “precauzione” con dei guanti di spessa gomma. Un nuovo ciclo di esami stabilì che dentro al suo organismo c’era sufficiente energia da impedire un corretto funzionamento delle macchine.

    Vabbene eh.

    Aveva deciso di essere troppo stanco per aspettare ulteriormente.
    Si alzò trascinando con se qualcuna di quelle che erano appena diventate “inutili macchine” per andare a cercare i suoi abiti, la sua dipartita era un segno più che chiaro di rinuncia all’assistenza medica.
    Una rapida corsa lo portò alla magione Kobayashi dove con poche spiegazioni fece modificare interamente la sua identità chakrica a Shizuka: colore e quantità non erano più gli stessi.
    Partì per l’ennesima missione in solitaria, questa volta per se stesso.
    Se era vendetta che cercavano l’avrebbero avuta, e sarebbe stata salata.
    Si sarebbe mosso rapidamente, solcando terra e mari in groppa ad uno dei suoi draghi che tuttavia non fece accostare all’isola, facendosi lasciare a novecento metri dalla stessa ed attivando la tecnica dell’occultamento per non farsi scoprire.
    Arrivò da solo: prima tappa le prigioni. Se voleva delle risposte doveva cercarle tra le macerie del centro di ricerca.
     
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    Accelerazione


    La Montagna di Konoha arrivò come da programma.
    L'isola pareva essere del tutto deserta. Quando mise piede sulla bianca spiaggia si accorse subito di come, quei pochi mesi, avevano trasformato, probabilmente in meglio, il territorio: il grosso centro di ricerca degli abomini aveva lasciato spazio alla verde vegetazione che, senza la presenza degli abomini, era ripresa a crescere incontrollata e senza barriere.
    Erano ancora vivi, sia negli abomini sia in Raizen, i ricordi del combattimento avvenuto lì. Le pareti erano state abbattute in molti punti e, dove non erano arrivati i pugni del ninja della Foglia, era stato il tempo, gli agenti atmosferici o la natura stessa a far crollare quel poco che rimaneva di solido e sicuro. Le pareti - o quel che rimaneva - erano coperti da edera e muschio, e dal mattonato a terra incominciavano a crescere fili d'erba. Raizen, però, non avrebbe trovato molto altro.
    La grossa struttura che sedeva su un lato, quello più interno all'isola, vicino ad una piccola montagna, l'unica dell'atollo, sembrava completamente deserta. Avrebbe potuto camminare per diverso tempo in quei ricordi dove era stato catturato e fatto prigioniero tempo prima, ma non avrebbe notato traccia di anima viva, eccezion fatta per lucertole, ragni, qualche topo e insetti di varia natura, genere e grandezza. Le prigioni erano proprio come se le ricordava: fredde e buie, anche con un gran buco nel tetto, visto che la vegetazione non permetteva alla luce del sole di passare.
    Se si fosse spinto verso la sua vecchia cella, però, avrebbe potuto trovare una cosa del tutto inaspettata: una scritta sul muro. Ma senza inchiostro, il sangue era stato sufficiente.

    U n
    M o r t o
    C h e
    C a m m i n a

    Avrebbe letto ad alta voce, trovandosi di fronte a un paio di topi squartati da quelle che sembravano essere stati delle unghie aguzze lunghe 20 centimetri. Lo stavano aspettando.
    Era chiaro, lo sapeva anche da prima, ma adesso ne aveva la certezza.
    Anche rovistando di più nelle prigioni, però, non avrebbe trovato nient'altro. Ne tracce, ne altri fenomeni del genere. Avrebbe potuto continuare la sua ricerca liberamente. Nessun occhio indiscreto, nessuna figura nell'ombra sospetta, nessun tentativo di attacco a sorpresa. Quel posto sembrava del tutto deserto, ma l'Hokage sapeva che non era così.
    Se si fosse spostato nel cuore della struttura, nel centro di ricerca vero e proprio, avrebbe potuto ammirare l'opera massima di distruzione che aveva portato tempo addietro. L'efficientissimo laboratorio medico e di ricerca e sviluppo degli abomini era ridotto ad una costruzione di lego distrutta da un bambino capriccioso. Muri del tutto crollati, computer distrutti, teche di vetro infrante, marchingegni elettronici e strumenti medici di ogni genere e tipo a terra, pestati e ormai inutilizzabili. Il marciume invadeva quel luogo. Tutto, tranne una stanza.
    Avvicinandosi meglio, quando proprio la struttura ormai stava per terminare e le stanze erano state controllate tutte, Raizen avrebbe potuto notare un qualcosa di cui non aveva memoria e che sembrava del tutto estraneo a quel luogo. Un muro sembrava essere stato spostato. Al di là di questo, una nuova stanza. Era praticamente una camera anti-panico, studiata probabilmente per quei casi di assoluto pericolo, come ad esempio un jonin irascibile infuriato per essere stato rapito e studiato. Forse aveva appena scoperto come qualche abominio si era salvato dalla distruzione più totale.
    Addentrandosi all'interno della stanza, avrebbe notato come questa fosse del tutto vuota. Le mura, completamente bianche, sembravano, a differenza di tutte le altre, non portare i segni del tempo e della rovina. Il bianco veniva spezzato unicamente sul fondo della stanza stessa, che era un quadrato con lato di circa 10 metri. Una grossa, enorme porta di metallo blindato, alta tre metri e larga più di due. Se si fosse avvicinato avrebbe notato come, al lato destro, un piccolo schermo e una tastierino permetteva di inserire un codice per entrare. Ovviamente non aveva idea della password.
    Ed ovviamente non si aspettava che, dietro di lui, come un lampo, il muro si spostò violentemente andandosi a chiudere nuovamente, lasciandolo isolato rispetto al resto del mondo, in un quadrato bianco latte. Quasi altrettanto tristemente, Raizen avrebbe potuto notare che, dal lato opposto della stanza, due pali di metallo uscirono dalle due pareti ai suoi lati, andando a toccare il soffitto. Solo a quel punto, avrebbe potuto vedere delle scariche elettriche nascere da questi oggetti metallici. Pericolose era un eufemismo, vista l'intensità delle stesse. A quel punto, i pali metallici di colore nero avrebbero incominciato a muoversi verso il fondo della stanza, verso Raizen.
    Adesso la Montagna aveva un'unica direzione per poter scappare dalle folgori che si stavano avvicinando ad una buona velocità, e non era per niente semplice. La porta metallica davanti a sé sembrava veramente resistente, quindi doveva aprirla. L'unico modo sembrava essere il quadrato elettrico alla sua sinistra, che però poteva funzionare solo conoscendo la password.
    Laddove non si sappia far funzionare le cose, però, si può sempre distruggerle, nel giusto modo, ovviamente. Per salvarsi dall'elettricità, avrebbe dovuto generare corrente. Un sovraccarico avrebbe potuto, probabilmente, farlo addentrare in quella parte della struttura che non aveva mai visto.
    E magari si sarebbe risparmiato da ricevere una bella permanente.

    Post introduttivo alla TS diciamo: capacità base per saper utilizzare la tua dislocazione, ovvero Caricare gli oggetti. Non voglio ovviamente che tu ti dislochi in questa maniera, voglio che tu imprima corrente nel quadrato elettrico, facendolo saltare, per poterti addentrare ancor più nel centro di ricerche.


    Edited by H¡dan - 19/9/2015, 18:36
     
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    Il figliol Prodigo








    Un rapido giro di ispezione gli avrebbe rivelato che in effetti non era presente alcune forma di vita, anche se i suoi sensi da quel punto di vista non erano certo i migliori.
    Guidato quasi dalla nostalgia si fece portare alle prigioni laboratorio notando che la foresta già scarsamente ammaestrata dagli abomini, si stava riprendendo i propri spazzi nell’isola e quelle che prima erano strade iniziavano ad essere sentieri sconnessi che la natura pretendeva.
    E più si addentrava nell’isola più si rendeva conto che quella situazione si ripercuoteva in tutto ciò che gli abomini avevano costruito: se qualcosa l’aveva fatto stare male e stava in quell’isola si stava nascondendo bene, ed in un luogo molto stretto.
    Fu arrivato alla sua cella che trovò ciò che cercava: qualcuno l’aveva chiamato li.

    Già, e chi l’avrebbe detto che da morto avrebbe perso tempo a scrivere sui muri.

    Passò oltre rianimato dalla scoperta, non aver fatto il viaggio a vuoto era già qualcosa.
    La Bestia iniziava ad essere irrequieta.
    Cercò per qualche ora tra le macerie un passaggio per giungere al centro di ricerca, trovandosi spesso la strada sbarrata da porzioni di muro troppo imponenti che infrangere avrebbe portato ad un ulteriore collasso che non voleva sperimentare col proprio corpo.
    Nonostante fosse nuovamente in territorio nemico non potè fare a meno di sorridere: i bastardi si nascondevano e la quantità di ossa di abominio che nutrivano le piante con la carne ormai decomposta lo estasiava.
    LUI aveva portato quella distruzione. LUI aveva abbattuto quel cancro ed ora restava solo una piccola, fastidiosa e recidiva cellula.
    Stava per ultimare l’ispezione del centro di ricerca quando finalmente arrivò a trovare una stanza più o meno intatta, al suo interno un muro era slittato, addentrandosi nella struttura e lasciando intravvedere un passaggio che probabilmente a muro chiuso sarebbe stato invisibile.
    Un passaggio del tutto intatto in cui pareva non fosse riuscita ad arrivare la sua furia distruttiva.

    Oh.

    Disse meravigliato e al contempo soddisfatto.
    Si recò senza complimenti al piccolo pannello di comando, domandandosi a cosa una porta di quelle dimensioni potesse servire, poteva quasi divertirsi ad immaginare quale gigantesca merda poteva uscire da li dentro.
    Aveva già stretto il pugno per distruggere il piccolo tastierino quando sentì il muro alle sue spalle chiudersi nuovamente.
    L’adrenalina cominciò a salire mentre l’intero organismo avvezzo alla guerra più che al respirare si preparava inconsciamente alla battaglia.
    Sapevano che era li.
    I pali neri erano sempre più vicini legati da una rete elettrica che produceva un ronzio assordante a cui si unì una risata grottesca.
    Era pronto a mandare in tilt quel ridicolo “benvenuto” con una scarica elettrica quando si accorse che a quella intenzione aveva risposto l’intero organismo.
    Non era una novità che Raizen fosse un abile manipolatore del chakra elettrico, era per cui a conoscenza della sensazione che si provava alla sua attivazione, consapevole di cosa succedesse al suo chakra durante quel passaggio ma ora era differente, il suo corpo aveva cambiato modalità di produzione di quell’energia, sentiva nuovamente quel senso di torpore, ma questa volta lo percepiva come potenziale.
    Spalancò le mani verso il soffitto contraendo per un singolo istante ogni muscolo del corpo, non sapeva ancora come rilasciare quella nuova energia per cui l’avrebbe fatto avvolgendo la mano con la saetta[Hinto] in grado di uccidere Hayate. O quantomeno uno di loro.
    Tuttavia non fu una scarica elettrica ad avvolgergli la mano, la vista vedeva a malapena una nuvola di scariche, era invece l’udito a poter udire distintamente un campo attorno alla mano.

    Ah.

    Disse meravigliandosi.
    Al momento poteva essere una cosa buona riuscire a creare quel campo magnetico, ma era un effetto incontrollato che avrebbe dovuto mettere al guinzaglio al più presto.
    Non l’avrebbe potuto notare, ma mentre lui applicava quella nuova forza al quadro, mandando in tilt il circuito, le scariche ne vennero deviate.
    I pali si disattivarono immobilizzandosi ma il portone rimase chiuso.
    Rise la Montagna, rise di gusto mentre levava le colossali braccia portandole verso le spalle e tendendole per poi abbatterle[Potenza disumana 1 per braccio] un'unica volta sulla gigantesca porta.
    Il diavolo batteva alla porta della sua dimora.

    SONO A CASA PUTTANELLE!
    APRITE!


    Il lamento del metallo risuono per tutte le macerie mentre il colossale portone veniva sventrato, probabilmente anche all’esterno avrebbero sentito quanto avesse piacere a tornare a casa.

    COSA C’È PER CENA?

    Che la Vendetta degli abomini volesse risvegliare proprio l’odio che il Colosso era riuscito a soffocare dopo aver fatto saltare in aria l’isola?
     
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    Ago


    Le scosse elettriche generate dai pali si fermarono, mandate probabilmente in cortocircuito dalla nuova abilità dell'Hogake.
    Era riuscito a generare a trasmettere così tanta elettricità dal suo corpo da caricare il quadro elettrico che controllava non solo il portone ma anche la trappola stessa. I pugni della Montagna si abbatterono sul immenso portone metallico, facendolo tremare e piegare vistosamente, insieme alla nuda roccia intorno a questo. Non ci fu nessuna risposta alle sue parole, il portone, però, lentamente e con non pochi scricchiolii, incominciò ad aprirsi, scivolando verso la sua destra.
    Raizen avrebbe potuto notare come dietro ad esso ci fosse il buio più totale. Si stava addentrando nella montagna.
    Se avesse deciso di entrare avrebbe percorso solo qualche passo prima che tutta la stanza si illuminasse in un istante. Le luci fotoniche si accesero improvvisamente, lasciando per qualche istante Raizen accecato per il passaggio dall'oscurità più totale ad una illuminazione artificiale.
    Quando i suoi occhi avrebbero ricominciato a mettere a fuoco decentemente il mondo attorno a lui, avrebbe notato di essere finito in un lungo corridoio, all'incirca 30 metri, ma molto stretto, poco più di 3 metri di larghezza. Anche questo, completamente bianco.
    Dietro di lui il portone si sarebbe rinchiuso, come la più classica delle scene. Ma Raizen non doveva tornare indietro, doveva andare avanti.
    Sarebbe riuscito a notare due telecamere in fondo al corridoio, una per angolo, quando dal pavimento e dal tetto del corridoio si sarebbero aperte delle botole da cui sarebbero saliti - o scesi - degli strani cilindri, anche questi di colore bianco. Ognuno era posizionato ai lati del corridoio, e tra una coppia e l'altra c'erano all'incirca 5 metri di distanza.
    Gli abomini ancora non si facevano vedere, ma di trappole quel luogo era infestato.
    Una voce roca incominciò a risuonare per quelle stanze, mentre dai cilindri sarebbero dei lunghi spiedi di circa 1 metro e mezzo di lunghezza. Affilati ed appuntiti, e ce ne erano un'infinità. I cilindri ne sarebbero stati completamente riempiti, così tanti da risultare quasi dei ricci. Oh, bentornato a casa, Pecorella...Tttzz... Il mio nome è Kagaku, anche se non penso che ti ricorderai di me. Ttzz... Io sono il genetista che ti ha reso quel che sei ora, ti è piaciuto il mio lavoro? Comunque sia non tardare, Pecorella... Ti sta aspettando un caro amico che ti farà venire voglia di tornare tra le mie mani... Non arrivare troppo rovinato, mi raccomando... Tttzzz... Ah, non tentare di distruggere queste trappole... All'interno di ognuna di loro c'è un potente esplosivo con del veleno... Devi passarci attraverso... Tttzz... Il microfono si disattivò e, nello stesso momento, i cilindri incominciarono a roteare vorticosamente su loro stessi.
    Spezzare gli spiedi non sarebbe servito a nulla, visto che di nuovi sarebbero continuati ad uscire all'infinito, e sarebbe stato un rischio enorme per Raizen testare le parole del diabolico scienziato. I cilindri, infatti, sarebbero potuti essere facilmente distrutti con un attacco diretto o con un ninjutsu, ma valeva la pena correre il rischio?
    A Raizen non restava altro che tentare di andare avanti, prendersi qualche ferita a causa dei numerosi aghi, ma magari c'era un modo... Per il resto, sarebbe stato tutto un esercizio di occhio e prontezza...

    Adesso passiamo al bello della TS. Questo è un esercizio per i tuoi riflessi e incominciare ad usare la dislocazione. Vediamo se riesci a sfruttare il movimento degli aghi metallici a tuo favore per... Beh, andare avanti :guru:
     
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    Il primo Respiro








    Purtroppo nessuno rispose al dolce richiamo di Raizen, nessuno gli chiese cosa aveva fatto durante quell’attesa.
    Passò oltre il portone senza troppi problemi mentre sentiva, dopo qualche passo nell’oscurità, che cercava di richiudersi, in un momento diverso forse avrebbe elogiato quel metallo, resistere ad un colpo di quella portata non era cosa da poco.
    Aveva fatto pochi metri quando le luci del nuovo ambiente si accesero, accecanti come solo delle luci artificiali sapevano essere.
    Tra gli spiragli delle dita riuscì a notare che si trovava in un nuovo corridoio, suppose che quella situazione sarebbe andata avanti forse per troppo tempo, lui voleva una vendetta rapida.
    Nuovamente nel corridoio apparvero dei pali, stava già riprendendo a sfrigolare mentre questi mostrarono di essere differenti dai precedenti: niente elettricità, abrasione meccanica.
    Se fosse finito nelle grinfie di quei ricci metallici ne sarebbe uscito sbucciato come una patata.

    Decisamente poco piacevole.

    Disse a voce alta, per farsi un po’ di compagnia mentre ascoltava la voce dai megafoni, pareva che tutto il terreno fosse stato preparato per il suo arrivo, anche se probabilmente non stavano considerando quanto fosse cresciuto dall’ultima volta che si erano visti.
    Ispezionò il corridoio percorrendo i tre metri di larghezza più di una volta, constatando che non c’era alcun modo per passare oltre senza finire macinati o avvelenati, anche perché, pur potendo evitare l’avvelenamento il locale era scarsamente arieggiato e dato che poteva incontrare ostacoli ancor più resistenti del portone avrebbe fatto meglio a lasciarli intatti.
    In realtà aveva una soluzione, durante il suo ultimo sintomo all’ospedale aveva notato il suo corpo sfarfallare, e ne era sicuro, i suoi occhi momentaneamente paralizzati per lo stupore erano sicuri di aver visto la sua figura perdere di densità, di fisicità.
    Era possibile che gli consentisse di passare indenne tra gli spiedi?
    Probabile, ma da che aveva visto lui era altamente instabile, se avesse ripreso consistenza durante il passaggio avrebbe ritinteggiato la sala in meno di un secondo.
    Ma quale altra soluzione?

    Ufffffhhh

    Il suo corpo ormai sapeva come produrre quel tipo di elettricità, e persino lui iniziava a comprendere che era un atto del tutto volontario dovuto probabilmente ad una contrazione dei muscoli, o quantomeno di una certa tipologia di muscoli che il suo corpo era riuscito a sviluppare. Doveva riprovare.
    Soltanto l’intenzione fu sufficiente a riattivare le cellule con quella strana sensazione di formicolio che gli pervadeva questa volta l’intero organismo, era pronto a lanciarsi verso i pali attivando la nuova abilità all’ultimo momento quando, in procinto di dare la scarica definitiva quando… non si sentì più.
    Letteralmente.
    Fu come prendere il più grande respiro della sua vita, qualcosa che neanche il primo vagito poteva eguagliare, per un istante fu tutto e niente, materia dispersa nella materia.
    Libero.
    In quegli attimi di libertà sentì però qualcosa attirarlo senza che lui potesse opporsi si ritrovò lanciato alla massima velocità contro il muro in cui era presente il pannello di controllo distrutto poco prima: impatto evitabile.

    Ahhhhhhh
    Shhhhhhhh

    Ahhhhhhh
    Shhhhhhhh

    PORCO JIGOKU STRONZO CHE FRONTALE!


    Solo quando il dolore alla fronte smise di appannargli le idee si rese conto di essere apparso nella stanza precedente, nell’esatto punto dove aveva usato quella particolare abilità poco prima.
    Il suo sguardo dardeggiò qualche volta tra il pannello di controllo e il punto in cui stava pochi secondi prima. Cosa era cambiato da ora a quando stava nell’ospedale?
    Un'unica cosa: il pannello di controllo a cui aveva dato quella scarica era possibile che l’avesse reso in grado di “attrarlo” ?
    Non era da escludere, dopotutto in ospedale l’evento non poteva verificarsi dato che non aveva nessun richiamo e non potendosi spostare si era limitato a perdere di consistenza e restare immobile dove stava.
    Prese da terra uno dei pezzi di metallo che era riuscito a staccare dal portone col primo colpo ancora incerto sul da farsi. Inspirò mentre faceva una smorfia e provava ad incanalare lo stesso tipo di potere nella scaglia di metallo.
    Se lui era elettricità e poteva essere attratto allora bastava buttare quel pezzo di metallo oltre gli ostacoli per passare indenne. Magnetizzato il frammento metallico lo gettò da uno spiraglio del portone tra due cilindri, ora non gli restava che sperimentare.
    Si accese nuovamente di elettricità ma questa volta non si sentiva inderogabilmente attratto da un unico punto, ne sentiva due e con un semplice movimento poteva decidere quale dei due l’avrebbe attratto, come una biglia metallica tra due calamite. Fu di nuovo materia Tra la materia e si ritrovò in un istante tra i due cilindri spinosi, esattamente sopra il pezzo di metallo.

    Ahah
    Ahahah
    Ahahahahahahah


    Non riuscì a trattenere l’entusiasmo mentre constatava che gli abomini gli avevano dato l’unica cosa che avesse mai invidiato ad un altro shinobi, stranamente incontrato proprio in quell’isola: Kenzo, l’uomo grazie al quale era riuscito ad ordire il fine piano che aveva trasformato in carne da insaccati l’esercito di abomini.

    Non vi è bastata una volta?!?

    Calciò nuovamente il pezzo di metallo, mandandolo sul fondo della stanza e teletrasportandosi indenne sopra di lui. Si girò sorridendo verso la telecamera, e dopo un innocente saluto con la mano destra saltò, distruggendola con una singola manata, destino riservato anche alla seconda.
    Una domanda però gli venne spontanea: perché?
    Avevano attivato le sue cellule ed ora con quei ridicoli trabocchetti gli stavano permettendo di crescere, per quale ragione?
     
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    Al di là dei monitor delle telecamere, ad una stanza non troppo lontana da lì, le figure sinistre di cui avevamo fatto precedentemente conoscenza continuavano a complottare. Oh, questo bastardo! Lo scienziato ghignò. E' diventato ancora più forte, ed è riuscito a stabilizzare velocemente le nuove cellule... Si fermò un attimo. Procedo con il risveglio del Mutaforma... Mi serve qualche minuto. Fermatelo, come sapete. Ghignò, mentre alle loro spalle quattro esseri emersero dall'ombra con dei lunghi oggetti in mano. Erano totalmente neri, con una punta sferica di color argento, lunghi quasi 2 metri. Oh, si! Lo ammazzerò io, vendicherò tutti i nostri morti! Esclamò convinto Herupa, incominciando a dirigersi verso l'uscit, seguito dai restanti quattro abomini, mentre incominciava a tirarsi pugni sul muscoloso petto per incitarsi per la battaglia.
    Nel frattempo, a circa due sale di distanza, Kagaku poteva vedere Raizen distruggere le telecamere e prepararsi ad entrare nella prossima stanza.
    Quale trappola si sarebbe presentata di fronte alla Montagna questa volta?
    Perché gli stavano permettendo di sviluppare i suoi nuovi poteri?
    Sarebbero domande a cui Raizen non avrebbe potuto avere risposta, e neanche Kagaku stesso potè immaginare un tale sviluppo in un tempo così ravvicinato. Le trappole erano state messe solo per sfiancare leggermente il ninja, per fargli credere di essere sopra ai loro trucchetti: troppo più veloce, troppo più forte. Ma non era così in realtà, infatti con il crescere dell'autostima si tendeva sempre ad abbassare la guardia perché troppo sicuri delle proprie possibilità, perché troppo forti. Ma cosa avrebbe fatto senza avere la possibilità di poter controllare i suoi movimenti ed il suo chakra?
    Appena mise piede nella stanza, potè notare che si era ormai completamente addentrata nella montagna, e i lisci muri color bianco avevano lasciato posto ad un'enorme caverna rocciosa, dalla forma leggermente sferica, con un diametro di circa 10 metri. Davanti a sé un lungo corridoio buio sembrava scendere verso il basso, ma l'oscurità non permetteva di vedere altro.
    E Raizen non sarebbe riuscito, neanche volendo, a fare altro. Tutto ad un tratto, dall'alto, scesero contemporaneamente 4 le quattro figure armate delle strane lance color nero e, quando ancora erano in aria, Raizen si sarebbe sentito diverso.
    Incapace a reagire, incapace a muoversi. Le aste erano l'apice della tecnologia degli abomini. Ne servivano almeno quattro disposte in circolo, ma se si fossero ben posizionate, i segnali di intermittenza delle aste avrebbero incominciato a reagire con il chakra del bersaglio. Il chakra sarebbe stato immobilizzato nel corpo di Raizen, e neanche il potente demone dentro di lui avrebbe potuto fare nulla. Le onde magnetiche intermittenti contrastavano il flusso del chakra nel corpo, rendendo quest'ultimo estremamente debole, quasi paralizzato.
    Gli abomini si disposero in circolo, e la Montagna avrebbe potuto fare ben poco per fermarli. Harupa fece il suo ingresso dal fondo della stanza rocciosa. Oh, come ci si sente ad essere totalmente impotente, eh? Ma questo non è ancora nulla... Kagaku-san vorrebbe aspettare il suo risveglio... Ma io no, oh... Proprio no. Le grosse braccia muscolose, anche troppo per essere un abominio, erano coperte da dei grossi guanti di combattimento di ferro, con 2 lame che uscivano da sopra il palmo delle mani. Non ti ucciderò subito... Oh, no... Ti farò pentire di essere qui, di averci condannato alla distruzione... Ed incominciò ad avanzare, conscio del fatto che Raizen fosse pressoché immobile, e che il suo flusso di chakra nel corpo era come congelato. In stasi. Gli abomini chiusero il cerchio, ormai distanziavano tutti dall'Hogake di circa 4 metri.
    Raizen poté osservare che le aste erano tanto pericolose quanto fragili. Anche un soffio della Montagna sarebbe bastato per infrangerle. Il problema era sempre lo stesso: il chakra era praticamente inutilizzabile. Non muovendosi dal tantien al resto del corpo, i jutsu gli erano proibiti.
    Forse però c'era un modo, un qualcosa di nuovo per Raizen stesso. Per quanto immobile, il chakra era vivo. Sarebbe bastato scaricarlo fuori dal suo corpo.

    Ultimo post di "scuola" diciamo, dal prossimo si fa sul serio per la definitiva acquisizione :guru: Nuova prova. Sei bloccato, impossibilitato ad effettuare jutsu e muoverti - compresa dislocazione - quindi non ti resta che scaricargli tutto addosso :guru:
     
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    L’ennesima porta permise a Raizen di accedere ad una stanza diversa dalle precedenti, capiva finalmente che il suo percorso l’aveva portato nel cuore dell’isola, letteralmente.
    L’oscurità rese ai suoi occhi difficoltoso mettere qualcosa a fuoco e ben prima che fossero in grado di vedere, in realtà in pochi istanti, quattro figure si precipitarono da chissà quale passaggio segreto munite di particolarissime armi che parevano essere in grado di immobilizzare il suo chakra, a poco servivano i suoi sforzi, sembrava che l’energia stessa si fosse cristallizzata dentro di lui, immobilizzandolo e per quanto paresse impossibile fu in grado di fare la stessa cosa col Kyuubi.
    Riuscire ad arginare un demone a quel modo, e con così tanta efficacia non era da poco, evidentemente le armi erano degli strumenti ben più complessi di ciò che apparivano.

    Che desing efficace.

    Ironizzò a denti stretti senza far trasparire una lieve preoccupazione che iniziava a dargli da pensare.
    Se quell’arma cristallizzava il chakra, o quantomeno quello sentiva il Colosso, averne dentro una quantità spropositata voleva solamente dire essere bloccati da un macigno ancora più imponente.
    Quando l’abominio gli si avvicinò sorrise sprezzante.

    Avvicinati, avvicinati.
    Sei solo ad un passo dall’essere un'altra macchietta di merda su un foglio che i tuoi simili hanno imbrattato col loro sudicio nome.


    Provocò ulteriormente l’abominio, in base a ciò che vedeva era tutto fuorché sveglio, non sapeva se per la rabbia accumulata o altro, ma non era sicuramente in grado di decidere lucidamente del destino del Colosso, da come parlava già in quel momento stava venendo meno a degli ordini impartiti da qualcun altro.
    Dopo il party esplosivo quelle creature pareva avessero dimenticato il rigore che gli aveva permesso di essere un pericolo da non sottovalutare nemmeno per l’accademia.
    E proprio in quel momento davano prova della loro mancanza di prudenza occupandosi di giocare con lui anziché stenderlo appena quelle sbarre gliene avevano dato la possibilità.
    Quella mancanza di prudenza impediva agli abomini di notare ben più di un particolare e di ignorare il fatto che non potessero acquisire preziose informazioni di cui avrebbero invece dovuto far tesoro:
    Di Raizen sapevano unicamente cosa gli avevano messo in corpo, ma la velocità a cui apprendeva e quello che lui aveva acquisito durante l’assenza dall’isola erano nozioni del tutto ignorate.
    Fino a pochi istanti prima il Colosso si era preoccupato dell’immobilità del suo chakra, del suo nuovo potere, ma non poteva in alcun modo sapere a cosa questa avrebbe portato.
    Poteva innanzitutto constatare che fino a quel momento era stato costretto ad utilizzare ogni goccia del potere che le sue nuove cellule accumulavano, ma non si era minimamente accorto che queste potevano anche conservarlo.
    Uno strano ronzio gli riempì la testa: la frequenza a cui il suo corpo produceva energia.
    Per quanto il suo chakra fosse immobile lui restava ancora in grado di convertirlo, di trasformare quell’energia grezza in elettricità.
    Non era mai stato così perfettamente immobile, ne tantomeno in una simile situazione si era ritrovato a dover produrre un quantitativo di energia da rilasciare in una sola volta, non era quindi in grado di prevedere l’entità del suo attacco, sapeva solo che sarebbe rimasto illeso e tanto bastava.
    Quanto chakra aveva in corpo Raizen?
    E quanto di questo era, seppur immobile, a diretto contatto con le sue cellule?
    Per quanto ne sapeva lui…

    E PIANTALA!
    Ti hanno fatto filoso ora?
    Meno paranoie più azione, seghetta!
    Rilasciala e basta!
    Questo cretino ha la volpe a nove code sigillata nello stomaco e sta pure a pensare a...


    Il borbottio gli si spense nella profondità della coscienza mentre all’esterno il Colosso accoglieva il suo nuovo amico con un sorriso.
    Non sapeva quanta elettricità quell’immobilità aveva prodotto, ma la rilasciò in un'unica volta con un unico scopo: friggere qualsiasi umanoide deforme fosse li presente.

    Godete maiali!

    Tese i muscoli e attese gli istanti necessari, la corrente elettrica avrebbe trovato da sola la via, fuggendo da lui e cercando l'equilibrio si sarebbe scaricata su coloro che sicuramente ne possedevano in corpo una quantità irrisoria rispetto al Colosso.
    I risultati sarebbero stati visibili solo quando gli occhi si sarebbero abituati all’oscurità dopo la violenta scarica…
     
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    Il Soggetto 01


    L'elettricità divampò dal corpo della Montagna di Konoha, propagandosi intorno alla sua figura e finendo con l'investire i quattro abomini che, tramite le loro lance magnetiche, stavano congelando il chakra all'interno del corpo del ninja. Le fragili aste tremarono per un istante, quindi delle piccole crepe incominciarono a formarsi sulla nera superficie, questo finché non andarono completamente in frantumi nelle mani dei mostruosi amici di Raizen. Herupa fermò la sua avanzata prima di essere investito dalla potente scossa, mentre i suoi compagni riportarono solo dei danni superficiali alle braccia. Il problema, però, è che questi non erano dei guerrieri esperti, era ciò che semplicemente era rimasto in piedi degli abomini. Quattro lacchè, poco più. Alla vista di quel nuovo potere, non riuscirono più a rimanere immobili, sapendo di essere alla portata degli attacchi del ninja. In men che non si dicesse, già stavano correndo a ripararsi nella buia entrata di fronte a Raizen.
    Cani! Tornate qui! A nulla servirono le parole dell'unico guerriero rimasto agli abomini, che vide fuggire dai suoi lati i suoi compagni. Sputò a terra, disgustato. Non importa... Tra poco sarai tu a fuggire... Il Soggetto 01 è rinato!

    Un paio di minuti prima, a poche decine di metri da loro, infatti, lo scienziato vedeva il liquido della grande vasca di fronte a lui incominciare a diminuire, finché l'enorme figura non fu completamente nuda di fronte a lui. Destati, Soggetto 01! Destati! Da oggi inizia la tua vita! L'essere, mostruoso, incominciò a muoversi. Non aveva occhi, ma sembrava vedere lo stesso. Forza! C'è un compito per te! Tuo fratello è qui! Le possenti fibbre muscolari incominciarono a destarsi dal torpore indotto e, lentamente, il mostro incominciò ad avanzare, finendo con il staccare i vari cerotti e fili legati al suo corpo e distruggendo l'immensa vasca di vetro, uscendo dalla sua prigionia. I cristalli di vetro si versarono a terra, a pochi passi dallo scienziato, che guardava in modo quasi amorevole la sua suona creatura. L'apice della genetica, l'apice dei nostri studi... Finalmente vivo! Adesso manca solo l'ultimo passo per il Mutaforma... Assorbi Raizen Ikigami, e sarai finalmente perfetto! Fu così che venne svelato il motivo per cui la Montagna era stata condotta fino a quel punto. Era stato aiutato ad evolvere per far evolvere ulteriormente il Soggetto 01. Il Mutaforma si fermò davanti al suo creatore. Allora, cosa aspetti, mi hai sentito? Era stato programmato per ubbidire e, allo stesso tempo, ad agire in autonomia nel caso non avesse alcun modo di ricevere ordini.
    Una cosa però fu dimenticata, o quantomeno non esattamente calcolata dallo scienziato, la cosa più importante forse. Era stato creato per evolvere.
    Un ghigno malefico apparve sul volto deformato della creatura, e questo fu solo il preannuncio, insieme ad un gelido urlo di terrore e dolore, della terribile morte dell'ultimo scienziato degli abomini.

    Herupa, conscio di dover prendere solo poco altro tempo, credendo che presto il Soggetto 01 sarebbe arrivato ad eliminare la minaccia, seppur con molte gocce di sudore freddo, iniziò il suo attacco. Scattò in avanti, eliminando gli ultimi metri di distanza che intercorrevano tra lui e Raizen. [Movimento Gratuito] Sfruttando la corsa, avrebbe cercato di colpire la Montagna in pieno petto con il suo pugno destro, corazzato ed armato con i suoi fidi guanti da guerra. Un attacco dalle stesse potenzialità sarebbe poi giunto al fianco destro di Raizen, questa volta con il pugno sinistro; un gancio ad altezza del fianco. A quel punto, con dei veloci salti all'indietro, avrebbe riallungato la distanza tra lui e il nemico. Ma non ebbe il tempo per finire il suo movimento.
    Raizen avrebbe visto solo la sua testa scoppiare. Quindi, avrebbe dovuto pensare ad evitare quattro strani oggetti che erano stati lanciati contro di lui. Erano piccoli, con una circonferenza di poco superiore ai 30 centimetri, sebbene non propriamente sferici. Solo quando si sarebbero fermati avrebbe potuto notare che non erano armi, erano teste.
    Per la precisione, le teste dei cuori di leone che fino a poco tempo prima circondavano Raizen stesso.
    Se avesse guardato di fronte a lui, avrebbe visto il povero Harupa letteralmente scomparire, inghiottito da un essere enorme.

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    Quasi tre metri di altezza, nessun occhio ne naso visibile, solo una lunga e larga bocca con numerosi denti affilati. Una muscolatura poderosa, estremamente forte e definita in ogni suo punto. Le braccia, anche queste lunghissime, erano dotate una di quattro lunghi artigli di circa 40 centimetri di lunghezza, l'altra sembrava essere normale, quasi umana. Se non fosse per il fatto che un'ulteriore bocca piena di denti aguzzi era posizionata nel suo palmo. Ed era proprio da quel braccio che il corpo di Harupa sembrava essere risucchiato. In men che non si dicesse, dell'abominio restarono soltanto i suoi guanti da guerra. Almeno prima di essere distrutti da due pesanti zampate del Mutaforma.
    Lo stesso ghigno malefico si formò sul suo viso, lo stesso di quando aveva ucciso Kagaku. Adesso aveva una nuova preda, la sua ultima preda.
    Il Mutaforma sapeva che quello era il suo ultimo passo per l'ascensione. L'esperimento che aveva subito Raizen era stato necessario per verificare la reazione tra le cellule e l'elettricità, solo che il suo comportamento non aveva dato il tempo necessario agli abomini di implementare quella nuova scoperta nel suo organismo.
    Lui lo sapeva bene, ed era lì per reclamare il suo potere.

    Ritieni come appresa la TS per combattere questo signorino qui. Ovviamente la durata dell'add adesso è determinata dalla tua bravura nel combattere contro questo simpaticone utilizzando le nuove abilità.
     
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    Carne da Macello








    Le sbarre andarono presto in frantumi sotto l’unica scossa del Colosso e non ci volle molto prima che i quattro leccapiedi vedessero il loro coraggio fare la stessa fine, dandosi alla fuga.

    Sei carne da macello.

    Haruppa non si diede nemmeno il tempo di ascoltare che già si era fiondato all’attacco cercando una sassaiola di pugni verso Raizen, ma fu inutile, poteva leggerne ormai ogni singolo movimento, probabilmente il suo cervello o i suoi nervi grazie alle nuove abilità fecero rallentare il mondo di qualche passo, quel tanto che bastava per schivare tutti quegli attacchi.
    Per l’esperienza di Raizen il primo pugno era fin troppo scontato e telefonarlo da quella distanza non era certamente il massimo, aveva una discreta velocità, probabilmente Haruppa avrebbe potuto fracassare il cranio a più di un accademico, ma non all’Hokage.
    L’attacco sul petto venne deviato con una manata verso destra sbilanciando del tutto il pugno che poi sarebbe dovuto venire dalla medesima direzione rispetto al Colosso, azione che gli permise di schivare l’ultimo cazzotto semplicemente arretrando di un passo, azione in cui venne imitato dall’abominio, evidentemente intenzionato ad allontanarsi preventivamente dalla vendetta del Konohaniano.
    Mai errore fu più grande.
    Non ebbe nemmeno modo di fermarsi che la testa gli esplose in un tripudio di sangue ossa e cervella, e qualsiasi altra cosa avesse provocato dalle esplosione ora correva verso di lui ad una velocità considerevole seppur non spropositata.
    Ma erano mollicci, e l’impatto sul busto non gli provocò alcun danno grazie ad uno strato di chakra modellato a cotta di maglia
    Creazione della Forma
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna
    L'utilizzatore può creare l'equipaggiamento [A Distanza], [Mischia], [Potenziamento] e [Protezioni] con il proprio chakra. Il consumo varia al variare dei crediti richiesti per creare l'equipaggiamento. È possibile creare solo l'equipaggiamento di lista o posseduto dall'utilizzatore; non è possibile ricreare oggetti da competenza. Le armi create avranno potenzialità massime parigrado l'utilizzatore; le armi possono essere influenzate dalle altre tecniche come fossero normale equipaggiamento fisico. L’equipaggiamento può durare massimo 3 round.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 3 / Consumo:½ Basso per 30 crediti )
    erano… teste.

    Hai buon gusto stronzo di dinosauro.

    Distavano ancora parecchi metri l’uno dall’altro, distanza sufficiente a permettere a Raizen di prepararsi al suo attacco creando due cloni
    Tecnica Superiore della Moltiplicazione del Corpo - Kage Bunshin no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Una (1)
    L'utilizzatore può scindere il proprio corpo in più cloni corporei. Possono essere creati entro 1,5 metri dall'utilizzatore o da un suo clone, potranno allontanarsi fino a 30 metri. Sono esteriormente e potenzialmente uguali all'originale. Possiedono 500 crediti equipaggiamento duplicati; non è possibile duplicare Bombe e Tonici.
    Se distrutti, rilasceranno una nuvola di fumo che concede occultamento ambientale parziale entro mezzo metro, per 1 slot azione; le informazioni possedute ritorneranno all'utilizzatore. Torneranno all'utilizzatore 1/8 dei danni subiti dai cloni, sotto forma di affaticamento; i tonici utilizzati dai cloni verranno conteggiati nei limiti dei tonici utilizzabili dall'utilizzatore.
    La vitalità è pari ad una ferita ½ leggera ogni grado ninja posseduto. Il chakra posseduto è diviso equamente tra tutte le copie create e l'utilizzatore; una volta disattivata la tecnica o distrutti tutti i cloni, il chakra residuo tornerà all'utilizzatore. Tutti cloni possono sfruttare la TS se attivata dall'utilizzatore; utilizzare e mantenere la tecnica speciale richiede tutti gli slot tecnica.

    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 4 / Consumo: Medio )
    [Da chunin in su]
    mentre raccattava da terra il primo pezzo di metallo magnetizzato.
    Lo lanciò in aria qualche volta con un ghigno, riafferrandolo sempre.

    Vediamo quanto sei veloce.

    Una sfida che in realtà non gli interessava che venisse accolta.
    Aveva notato che la creatura non possedeva ne naso ne occhi, solamente una bocca orribile e probabilmente un qualcosa che gli permetteva di percepire il chakra altrui, non riusciva altrimenti a comprendere quale potesse essere il modo in cui percepiva con quella precisione gli altri abomini che si era preso cura di divorare fino a quel momento.

    Si va per l’annichilimento totale pare.
    Vuoi per caso un Piccolo aiuto, mosca?


    Pft. E darti questa soddisfazione?
    No no, prima lo testiamo a pugni classici… o quasi.
    Ma… non penso sia roba da poco.


    Scagliò il pezzo di metallo verso l’essere, alla stessa velocità[MedioBasso vel +4] a cui gli aveva lanciato le teste, una sfida forse? Una prova?
    Chissà cosa avrebbe inteso la bestia, ma a prescindere dalle sue reazioni, probabilmente nulle data la percepibile inoffensività dell’oggetto, viste le dimensioni in relazione alla creatura, i due cloni sarebbero scattati in avanti.
    Correvano al massimo delle loro possibilità verso l’obiettivo, anche per distrarlo dal frammento di metallo e fu quando questo era ad un metro che il primo clone sarebbe sparito teletrasportandosi in corrispondenza del detrito: aveva mantenuto la sua inerzia anche se il primo piede poggiato a terra gli avrebbe consentito un ulteriore slancio[medio: vel+5] verso la creatura sfruttando l’effetto sorpresa con ancora maggior efficacia per buttarsi addosso all’Abominio con un unico intento: farlo saltare in aria mediante una delle sue tecniche
    Bakuyaku No Kaze
    Villaggio: Personale
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può avvolgere una parte del corpo con un costrutto di vento di dimensioni pari ad 1 unità. Il costrutto esplode a contatto con superfici solide generando un'esplosione di raggio pari a 1,5 metri e potenza pari a 50.
    Il costrutto potrà essere mantenuto per massimo 2 round, dopodiché svanirà. Dal grado jonin è possibile creare fino a 3 costrutti.

    Tipo: Ninjutsu-Fuuton
    (Livello: 3 / Consumo: Alto per costrutto )
    [Da chunin in su]

    3 costrutti
    più rapide generando a tutti gli effetti un clone kamiKaze. Contemporaneamente il secondo dopo aver ricevuto dal Raizen originale entrambe le carte bombe si sarebbe teletrasportato sul detrito, esattamente un metro e mezzo alle spalle dello Stronzo, conservando la sua velocità esattamente come il primo clone sarebbe arrivato addosso all’avversario in un battito di ciglia applicandogli entrambe le carte bombe sulla schiena già attivate e pronte all’esplosione, sarebbe detonato pure lui, ma non importava, l’obiettivo era la distruzione dell’Essere.
    In caso questo avesse schivato il pezzo di metallo il primo clone a teletrasportarsi l’avrebbe intercettato, facendogli modificare la traiettoria in base alla schivata per poi ripetere l’attacco ma a ruoli invertiti rispetto al precedente.
    Intanto Raizen sarebbe indietreggiato[slot gratuito] rientrando nella sala bianca e teletrasportandosi nel primo quadro di controllo che aveva magnetizzato. I pali di aghi ancora in funzione avrebbero costituito un riparo efficace mentre i cloni valutavano la preparazione fisica ed intellettiva della creatura.
    A lui non restava che preparare il terreno di gioco.
     
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    Il Legame Covalente

    Il Terrore che Avanza


    Nessun fremito nei suoi movimenti, nessuna imprecisione nelle sue gesta.
    Era di fronte all'hogake, questo lo sapeva. Tutte le informazioni era state inserite nel suo stesso corredo genetico. Arte, cultura, storia, musica, fisica, algebra, psicologia, informazioni più o meno importanti. Tutto ciò che gli abomini avevano in loro possesso in qualità di informazione virtuale era nella sua disponibilità.
    Un essere creato per servire e primeggiare, evolvendo passo dopo passo. Ma, come ho detto, non gli interessava; era solo un uomo per i suoi sensi.
    Il sorriso - se così vogliamo chiamarlo - riapparve nuovamente sul suo deforme volto, che si chinò leggermente verso destra, quasi con fare annoiato, mentre la Montagna lanciava nuovamente contro di lui i resti degli ultimi abomini al mondo. Non tentò neanche di bloccarlo a mezz'aria, sebbene avesse potuto farlo, lo avrebbe semplicemente evitato spostandosi di mezzo passo verso la sua sinistra. Fortuna, o sfortuna, vuole che questo non arrivò mai a destinazione, visto che Raizen, dopo aver creato due cloni che avrebbe fatto avanzare in direzione del Soggetto 01, prima di far teletrasportare il primo di questi a pochi passi dal mostro.
    Un attacco frontale, pazzo. La velocità era buona, ai suoi livelli basilari. Il pugno destro fu facilmente bloccato dall'enorme palmo del suo braccio sinistro, quello dove presente la seconda terrorizzante bocca dentata. [Slot Difesa] Il pugno del piccolo clone, almeno in confronto al Mutaforma, sarebbe stato completamente inghiottito da quello della creatura, che avrebbe incominciato a singhiozzare di gioia. Nello stesso momento, il chakra stesso del clone sarebbe stato assorbito, trascinato via dal suo corpo. [Slot Azione I] Fu ancor più fortunato, per un certo verso, perché il seguente attacco kamikaze del secondo clone avrebbe evitato il peggio. Il materializzarsi del secondo clone alle spalle del Mutaforma non sarebbe passato inosservato ai suoi sensi [Percezione 15]. Sfruttando i suoi enormi riflessi, la sua grandissima forza e, perché no, un pò del chakra rubato dal suo avversario, avrebbe violentemente fatto roteare il primo clone, quello afferrato con il braccio sinistro, tramite un movimento circolare, così da farlo andare a sbattere contro il secondo clone e frapporlo, in questo modo, tra l'esplosione diretta e il suo orrendo corpo. [Slot Difesa] La terribile esplosione colpì comunque il Mutaforma, che fu ben attento a coprire il volto con il braccio destro, ma i danni furono contenuti rispetto a quelli che potevano essere. [Ferita MedioGrave Busto - Ferita Leggera braccio dx]
    Adesso era infuriato. Raizen avrebbe potuto sentire, seppur si stesse spostando di camera, un agghiacciante e acuto sibilo provenire dall'orrenda bocca. Con la calma che confaceva ad un essere superiore, seppur infuriato, la creatura si spostò di camera, notando come tra lui e Raizen adesso erano presenti 30 metri, e diverse strutture roteanti affilate. [Slot Azione per Movimento II e III] Non avrebbe potuto fuggire per sempre.
    Non sapeva se Raizen aveva fatto tutto questo per mettergli una difficoltà aggiuntiva tra l'arrivare dinanzi a lui o semplicemente per paura, quel che era certo è che aveva fatto un terribile errore. Il terribile sorriso si sarebbe rimostrato sul suo volto, prima di aprire violentemente l'enorme bocca, mostrando al suo avversario, sebbene i molti metri di distanza, un numero praticamente infinito di denti aguzzi. Un urlo che fece tremare le stesse fondamenta del suolo si sarebbe riversato nel corridoio.[Tecnica]Bombarda Sonica
    Posizioni Magiche: Caricamento (4)
    Villaggio: Abomini
    L'utilizzatore può emettere un terribile cono d'aria dalla sua bocca tramite un urlo. La gittata è pari a 30 metri, il diametro pari a 6. La potenza è pari a 90 e la Velocità è pari la Concentrazione dell'Utilizzatore. Tutti gli oggetti di dimensioni pasi o inferiori a 4 unità nel cono del getto saranno sbalzati in avanti con velocità pari alla tecnica diminuita di 2 tacche.
    Tipo: Ninjutsu - Fuuton
    (Consumo: Elevatissimo)
    [Da chunin in su]

    [Impronta di Chakra: Vento - Azione Rapida] La folata di vento sarebbe esplosa verso Raizen, trascinando dietro di se tutte le trappole ancora attivate. Roteanti e affilate, proprio come le aveva lasciate. Anzi, più veloci ancora.
    Forse la paura sarebbe sorta nel ninja di Konoha dopo aver avuto un piccolo assaggio di ciò che sapeva fare la mostruosità degli abomini.

    Un paio di cose:
    1) Utilizza un cavolo di riassunto di fine post, non posso mettermi a cercare le tue conoscenze in scheda e vedere che hai 3/4 slot azione o tecnica. Inserisci anche i consumi di chakra.

    2) Utilizzare e mantenere la Ts su dei cloni consuma tutti gli slot tecnica, quindi ho sostituito arbitrariamente la tua tecnica avanzata con un pugno e ho deciso di lasciarti fare lo stesso i bushin (e dimmi tanti, tanti grazie).

    Si, ha tutte le stats a 850 :ghu. Ti consiglio di non fare più errori del genere :guru:
     
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    Esito: Fallito








    Mentre indietreggiava potè osservare quanta poca padronanza avesse della nuova tecnica, pareva che mantenerla attiva sui cloni creasse un sovraccarico, se così poteva chiamarlo, che non gli permetteva di attivare ulteriori tecniche: davvero scomodo.
    I cloni si disattivarono sotto ai colpi dell’enorme abominio riportandogli tuttavia utili informazioni, per quanto scomode risultassero: la creatura aveva delle doti fisiche nettamente superiori alla norma.
    Prese ad avanzare lentamente per la stanza, sicura della sua potenza schiacciante impiegava fin troppo tempo a giungere fino al suo avversario che, senza indugio, si sarebbe teletrasportato dietro al portone che già in precedenza aveva saputo ostacolare la sua avanzata, e sfruttando la copertura visiva data dal portone sarebbe sparito sotto terra.
    Ma se non altro pareva che fosse riuscito a portare la creatura allo status emotivo che desiderava: arrabbiata. Status emotivo che pareva gli avesse fatto dimenticare, che i pali appena distrutti contenevano del veleno che una volta passata la folata di vento avrebbe invaso l’intero ambiente, e dalla ferita che aveva sul fianco non sarebbe che potuto penetrare più rapidamente, quanto a lui: era al sicuro dietro il portone che a fatica era riuscito ad inclinare, la tecnica e i detriti vi si abbatterono con un gran fracasso abbattendolo definitivamente, stridendo quando gli spiedi vi vennero lanciati sopra sospinti da quella possente folata.
    Era probabilmente inutilizzabile come scudo anche dal futuro attacco di una formica, ma per ora aveva fatto il suo effetto: una marea di metallo e detriti erano presenti nella stanza dei pali elettrici in cui sostava lui.

    Sai che c’è brutto stronzo?
    Hai da insegnarmi la bijudama.


    Ah, davvero?

    Davvero.

    Promise di diventare immortale soltanto per lasciare il demone prigioniero per tempo a sufficienza da fargli dimenticare persino cosa fosse il suo manto. Gli venne in mente che il Kyuubi aveva dimenticato anche altro.

    E sai la tecnica che mi trasforma in un mini te?

    Ah già…

    Già.
    Testa di cazzo.


    La fortuna per il Colosso era che grazie ai suoi errori i cloni non erano riusciti ad attivare la tecnica e lui ora poteva sfruttarla a suo vantaggio, dopo aver verificato l’assenza del veleno all’interno della stanza potè passare all’azione.
    Il portone ormai era totalmente divelto ma la polvere delle macerie avrebbe occultato a sufficienza due cloni, uno dei quali muovendosi dentro la terra e schivando il "vuoto" creato dalla stanza al suo interno si sarebbe posizionato sul soffitto. Sarebbero rimasti li per ora, in attesa.
    Intanto Raizen aveva raccolto da terra sei detriti, pezzi di cemento, metallo, oggetti che di li a poco sarebbero stati sparsi in tutta la stanza previa magnetizzazione, uno per angolo e altri due a metà della linea immaginaria che dall’intersezione delle diagonali andava al centro del lato corto della stanza. Appena attivati i piccoli oggetti aveva sentito i precedenti spegnersi: pareva che ora il suo massimo fossero sei punti di richiamo, non di più.
    I due cloni invece erano in attesa a metà della stanza stessa.
    Il Colosso non aveva paura, ma aveva imparato da tempo a fare buon uso delle sue forze e se possibile non sprecarle menando inutilmente una clava per aria.

    Un po’ di chakra, grazie.

    Il Colosso sorrise: si era mentito.
    Il chakra del Kyubi fluì come linfa vitale alle sue membra, sentì i muscoli risvegliarsi da un torpore tenuto da fin troppo tempo. In realtà non era corretto definirlo torpore, stavano semplicemente diventando qualcosa di più potente.




    Chakra rimanente: 98 di 125

    Slot tecnica 1: 2 kagebushin
    Slot tecnica 2: Attivazione innata

    Slot Difesa 1: //
    Slot Difesa 2: //
    Slot Difesa 3: //
    Slot Difesa 4: //

    Slot Azione 1: AdO - dislocazione dietro cancello
    Slot Azione 2: Immersione nella terra
    Slot Azione 3: Spostamento cloni
    Slot Azione 4: Lancio detriti magnetizzati


    Edited by F e n i x - 28/9/2015, 14:41
     
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    Timore


    Il ninja di Konoha, quantomeno, non era incosciente.
    Aveva intuito immediatamente la potenza del Soggetto 01 e, approfittando della sua nuova tecnica e della distanza tra loro, non ci impiegò poi molto ad aumentarla ulteriormente. La potenza distruttiva della tecnica dell'esperimento degli abomini aveva completamente distrutto il corridoio con le trappole preparato dai suoi creatori, buttando giù anche l'enorme portone metallico di sicurezza, messo già a dura prova da Raizen alcuni minuti prima.
    Il Mutaforma fece ingresso nel suo corridoio, ormai ridotto a poco più di macerie e polvere.
    Aveva timore, lo sentiva nel suo corpo.
    Di Raizen non vi era l'ombra, anche a causa del polverone causato dalla distruzione della sua tecnica.
    O almeno non ci sarebbe stata ombra di lui se il Soggetto 01 avesse potuto vedere. Lui non vedeva, lui captava. Come gli animali predatori notturni, non faceva affidamento alla patetica vista, i suoi sensi e la sua mente, quasi come un radar, un sonar, individuava le presenze di vita e manifestazioni di chakra di ciò che gli stava intorno. Fu così che notò un clone - a giudicare dalla quantità di chakra in suo possesso - di Raizen nascosto al termine del corridoio, nel terreno del soffitto.
    Un ghigno malvagio si dipinse sul suo volto, mentre incominciava lentamente a camminare lungo il corridoio. Quasi come se stesse facendo una passeggiata. [Slot Azione Movimento I e II] [Azione Rapida] Sarebbe giunto in prossimità del clone quando, del tutto a sorpresa, improvvisamente, concluse i suoi ultimi passi ad una velocità stupefacente e, con un balzo, avrebbe violentemente fatto penetrare il suo braccio sinistro nel terreno dove il clone era nascosto. [Slot Azione III] Avrebbe tentato di acciuffare qualsiasi parte del corpo del clone, afferrandolo, chiudendolo nella sua terribile morsa. Se ci fosse riuscito, il suo meccanismo di rigenerazione del chakra, che aveva la forma di una seconda mostruosa bocca nel suo palmo, avrebbe intrapreso a rubare il chakra del clone, in poco più di un istante. [Slot Tecnica I e II] A quel punto, avrebbe lasciato andare il suo peso alla forza di gravità, ma senza lasciare l'eventuale presa, così da portare verso il basso, probabilmente, grazie al suo enorme peso, il povero clone di Raizen.
    Avrebbe finito ben presto di scappare.

    Non scappare :guru:
     
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    Big Bang








    L’Abominio poteva vedere, non c’era dubbio, ma forse non lo faceva con i normali sensi atti a svolgere quel ruolo, da come era riuscito a percepire i cloni pareva che gli avessero fatto dono di qualche organo apposito a percepire il chakra, impianto del tutto legittimo considerando l’abilità d’assorbimento mostrata poco prima.
    Purtroppo, avevano dimenticato di impiantare il senso di sazietà nel mostro.
    Immerso nella terra com’era il clone non sarebbe stato afferrabile vista la capacità che aveva di fondersi con essa, tuttavia si arrese, subendo[S&M] quel piccolo maltrattamento con un sorriso divertito.
    Raizen non amava gli sprechi, ma di certo non si poteva definire spilorcio quando si trattava dei gran finali.

    Buon appetito stronzo.

    Entrambi i cloni, posti appositamente in corrispondenza attivarono all’unisono una delle tecniche
    Bakuyaku No Kaze
    Villaggio: Personale
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può avvolgere una parte del corpo con un costrutto di vento di dimensioni pari ad 1 unità. Il costrutto esplode a contatto con superfici solide generando un'esplosione di raggio pari a 1,5 metri e potenza pari a 50.
    Il costrutto potrà essere mantenuto per massimo 2 round, dopodiché svanirà. Dal grado jonin è possibile creare fino a 3 costrutti.

    Tipo: Ninjutsu-Fuuton
    (Livello: 3 / Consumo: Alto per costrutto )
    [Da chunin in su]

    [3 costrutti per clone= 150 di potenza ogni clone + Tecnica rapida e Immobile + ninjutsu talentuose e perfette totale 310]
    preferite del Colosso ad una potenza mai sperimentata prima, trasformando in un attimo quella zona in un inferno di vento compresso di cui solo Raizen poteva essere cosciente e che avrebbe schiacciato l’abominio tra una valanga di detriti e vento.
    Si trasportò nell’esatto momento momento dell’esplosione nell’angolo della stanza ancora chiuso dal muro sfondandolo con una possente[stivali borchiati pot+40 for + 8 2 tacche demone + ½ Basso Furia demoniaca (+4) + 2 tacche da vincoli] pedata la parete e catapultandosi all’esterno senza guardarsi momentaneamente alle spalle.
    Dopo il primo teletrasporto si era portato appresso il frammento magnetizzato, scagliandolo davanti a se radente il suolo con una forza spropositata[over cap braccio sinistro: for 1000 (2 tacche demone + ½ Basso Furia demoniaca (+4) + 2 tacche da vincoli) + Medio Basso canonico] seguendolo con una dislocazione[Slot Azione III] appena raggiunta la distanza massima da lui percepibile durante il suo volo. Avrebbe però percorso l’ultimo tratto a piedi, sicuro di una velocità abbastanza elevata[vel nera + 8 tacche- 2 tacche controllo demoniaco + ½ Basso Furia demoniaca (+4) + 2 tacche da vincoli)] seppur non come la precedente.
    Intanto i cloni avrebbero valutato se era rimasto qualche avanzo dell’Abominio, mediante l'arte della terra rimasero illesi dalla distruzione del soffitto scavato nella roccia, ma probabilmente non si poteva dire lo stesso dell'Abominio, colto alla sprovvista da un attacco di quella potenza.





    Chakra rimanente: 64 di 125

    Slot tecnica 1: Bakuyaku No Kaze Tecnica Immobile S&M
    Slot tecnica 2: Bakuyaku No Kaze Tecnica rapida

    Slot Difesa 1: //
    Slot Difesa 2: //
    Slot Difesa 3: //
    Slot Difesa 4: S&M

    Slot Azione 1: Dislocazione fondo stanza
    Slot Azione 2: Pedata sfondamento
    Slot Azione 3: Dislocazione allontanamento
    Slot Azione 4: Corsa
     
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    The - Never? - Ending Story


    L'abominio riuscì nel suo intento. Il chakra del clone penetrava nel suo corpo, irrorandolo.
    La lingua scoccò nella bocca del terribile mostro, che già assaporava il sapore della vera carne della Montagna di Konoha.
    Successe, però, qualcosa che non era stato calcolato dalla sua coscienza, troppo presa a credersi superiore rispetto a quel ridicolo mortale. Una possente esplosione di vento spiazzò il Mutaforma, creando un turbinio di vento dilaniante per il corpo e per le stesse mura della struttura, che incominciarono a crollare. Le esplosioni furono così ravvicinate e repentine che non riuscì a difendersi ed il suo enorme corpo, per quanto resistente e forte, era già stato messo alla prova dall'esplosione di poco prima.
    L'aria divenne lancinante e finì con spezzare il corpo del Soggetto 01 che, mentre il soffitto crollava su di lui, emanava un gelido e agonizzante urlo di... Si, per la prima ed ultima volta della sua, breve, vita, provava paura.
    Il suo corpo si spezzò, lasciandolo diviso a metà disteso a terra mentre il cielo crollava su di lui, schiacciando l'unica parte del suo corpo veramente debole. Il famelico volto, che andò in poltiglia quasi come una costruzione in pongo.
    Bastava poco per rendere quel mostro concime per gli alberi, ma Raizen aveva forse optato per una strategia più difensiva visto il vivo timore che le doti fisiche di quel mostro potevano suscitare nelle persone.
    Roccia, terra, metallo. Un materiale dopo l'altro crollò, riversandosi in quel poco che restava del laboratorio degli abomini. La distruzione fu talmente elevata che i cloni di Raizen non riuscirono a salvarsi dalle esplosioni e le seguenti ricadute, visto che gli venne a mancare perfino a loro la terra stabile dove immergersi.
    La caduta di massi e travi continuò per quasi un minuto e, al termine, Raizen avrebbe potuto notare come nessun altro rumore si sarebbe sollevato da quel luogo. Cercare una eventuale carcassa del Soggetto 01 sarebbe stata una impresa titanica, visto che avrebbe dovuto sollevare tonnellate e tonnellate di detriti di vario genere, forma e dimensione.
    Ma se proprio avesse voluto cercare, dopo più di due ore di scavi, avrebbe finalmente individuato un ammasso di filamenti color nero e poco altro.
    Del resto del suo corpo, non ve ne era traccia.
    Che fosse stato disintegrato dalle esplosioni e dalla distruzione del laboratorio? Oppure era riuscito in qualche modo a trovare uno spiraglio di salvezzo verso una nuova evoluzione?
    Questo, a Raizen, non fu dato saperlo.
    Adesso poteva tornare a Konoha, con il suo corpo di nuovo in salute. E con un nuovo elettrizzante potere con sé.

    Finito l'addestramento con questi attacchi kamikaze delle copie. Sarà ancora vivo il Mutaforma? Chi lo sa :guru: Se non l'hai capito il volto era polpa allo stato puro.

    Dichiaro la TS appresa per quel che mi riguarda, basta che fai la conclusione :zxc:
     
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