Una Cassetta Importante

[Quest di Villaggio - Grado D]

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  1. Bartok
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    Una cassetta importante

    Danni Collaterali



    Rinfoderai la spada con un unico fluido movimento che tradiva tutta la mia esperienza nell'uso di quell'arma. Mi ero allenato molto per imparare a sfruttare al meglio quella lama ed ora potevo vedere l'applicazione più spaventosa ed elegante dei miei sforzi. Ignorai le azioni di Kiyomi soffermandomi sull'osservare il frutto delle nostre azioni. Il mio sguardo abbracciò la stanza nella sua interezza, cercando di carpire il maggior numero di dettagli. Molto sangue colava dal tavolo su cui giacevano i corpi esanimi dei nostri nemici, mentre sulle pareti erano presenti molte macchie dello stesso liquido cremisi. Mi accorsi solo qualche secondo dopo che anche sul mio volto ne era schizzata qualche goccia. Passai la mano sulla guancia cercando di ripulirmi e fu in quel momento che la consapevolezza di aver estirpato la vita di quegli uomini si consolidò nella mia mente. Avevo varcato il confine ed ora non potevo più tornare indietro. Avevo finalmente ottenuto ciò che volevo. Ero diventato un vero shinobi. Tuttavia quella conquista che agognavo da tanto non mi aveva rallegrato come ero solito immaginare nelle mie fantasie. Anzi, mi aveva lasciato un sapore amaro in bocca.



    Una forte esplosione mi riportò alla realtà, obbligandomi ad alzare la guardia per far fronte ad una nuova minaccia. Fortunatamente non successe null'altro. La mia compagna di missione si avvicinò alla porta, la aprì per poi richiuderla velocemente dopo essere stata travolta da un onda di calore ed una nuvola di fumo. Le scale stavano bruciando e noi non avevamo nessuna via d'uscita, fatta eccezione per la finestra. Probabilmente doveva essere stata Nakora usando una carta-bomba o chissà quale altro esplosivo. Non avevo idea di quali fossero le sue reali capacità, quindi non era possibile escludere che avesse impiegato una ninjutsu. La cosa ormai non faceva alcuna differenza visto che il danno non sarebbe sparito da solo. Maledii la sua irruenza, guardandomi intorno per capire quali fossero le nostre possibilità. Non capivo perché la ragazza avesse voluto mettere a repentaglio la buona riuscita della missione creando un tale casino. L'incendio ci avrebbe sicuramente rallentati e avrebbe anche messo in allerta eventuali altri nemici che si trovavano nel seminterrato. Probabilmente tutto si sarebbe svolto con maggior efficienza se avessimo seguito il piano che io avevo suggerito. Sicuramente non avremmo rischiato di arrostire come dei polli. La mia attenzione fu catturata dalla flebile voce di una terza persona presente nella stanza. Uno dei nostri bersagli era sopravvissuto e si era rivolto a Kiyomi, porgendole una fotografia. Rapidamente scattai verso la loro posizione cercando di capire che cosa volesse. Il rumore pesante dei suoi ultimi respiri suonava alle mie orecchie come un'accusa e una minaccia. Avevamo fallito nell'eliminare tutti i briganti ed eravamo anche stati fortunati. Se quello fosse stato un ninja, avrebbe avuto tutto il tempo necessario per usare chissà quale jutsu producendo effetti a dir poco nefasti per la missione. Quell'evento fu un monito per me. La prossima volta mi sarei assicurato di aver posto fine alla vita di ognuno dei miei avversari. Kiyomi sembrava incapace di provare qualsiasi sentimento che potesse anche solo lontanamente essere definito umano e si rifiutò di accogliere la supplica del moribondo. In un certo senso la invidiavo per questo. Lei non avrebbe avuto nessun rimorso a sterminare un'intera città pur di portare a termine una missione. Immediatamente mi vergognai di aver pensato una cosa simile. Diventare come lei avrebbe significato rinunciare a ciò che mi rendeva umano. Le scoccai uno sguardo carico di disprezzo e mi chinai verso l'unico superstite della nostra strage. Presi la fotografia che aveva porto a Kiyomi e gli sussurrai all'orecchio alcune parole. Dimmi come possiamo raggiungere il piano inferiore e salverò tua figlia. Hai visto quello che abbiamo fatto. Non osare ingannarci o mi assicurerò personalmente che venga sbudellata come un animale. Il tono della mia voce non sarebbe apparso minaccioso, anzi non sarebbe stato possibile leggervi alcuna emozione. Gli avevo detto quelle cose alla stessa maniera con cui avrei sottolineato che il cielo era azzurro o che il sole sorge ad oriente. Avevo semplicemente descritto la realtà così com'era. Mi dispiaceva essere tanto duro con un uomo in punto di morte, ma doveva capire che non stavo mentendo e che ero pronto a tutto per portare a termine il mio obiettivo. Se non avessi ottenuto alcuna informazione utile, avrei imitato Kiyomi avvicinandomi alla finestra.


    La ricetrasmittente gracchiò comunicandoci le parole di Nakora. Chi si crede di essere? Ignorai il tono imperioso e le ovvietà che aveva pronunciato, continuando a seguire il piano. Avrei voluto risponderle che se ci trovavamo in quel casino era solo colpa sua e che le avevo avvertite che un approccio troppo violento avrebbe potuto compromettere la missione, ma sarebbe stata solo una perdita di tempo.


    Edit: ho modificato una parte narrata in terza persona e un paio di altri refusi. Scusatemi, ma sono un po' arrugginito >_<


    Edited by Bartok. - 20/12/2015, 10:54
     
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