Una Cassetta Importante

La strategia proposta da Kiyomi si rivelò molto efficace. Fui obbligato a rivalutare quella ragazza, evidentemente non era così male quanto avevo immaginato. Ovviamente, il fatto che avesse un pessimo carattere mi sembrava innegabile, tuttavia questo non la rendeva affatto una pessima compagna di squadra. Nella stanza c'erano sei uomini, i nostri bersagli. In un altra situazione, avrei scelto di risparmiarli. Non conoscevo alcun jutsu che mi avrebbe permesso di renderli incapaci di nuocere senza ucciderli e non volevo che la mia inesperienza mi portasse a commettere errori che avrebbero compromesso la missione. Per queste ragioni, cercai di smettere di vederli come esseri umani. Dovevano cessare di essere i figli, i mariti oppure i fratelli di qualcuno che era nato nel mio stesso paese. Ai miei occhi sarebbero apparsi solo come un ostacolo da superare. Mi concentrai sull'eccitazione che provavo, sull'ebbrezza che l'imminenza dello scontro suscitava in me e sul bene che avrei potuto fare completando i miei doveri. Alla fine cedetti al paradosso dei ninja: amare la pace e desiderare lo scontro. Imitando Kiyomi, estrassi 3 Kunai che tenevo in una delle tasche dei pantaloni e li lanciai verso la guardia a sinistra. [Slot Gratuito Istantaneo]
Kunai [Distanza]
Piccoli pugnali a lama quadrangolare, affilati sui due angoli stretti; alla fine dell'impugnatura (grande appena per una mano) si trova un buco, per permettere di utilizzarli con fili o in combinazione con altre armi. I kunai hanno gittata pari a 15 metri. Possono essere utilizzati anche come AdCC.
Tipo: Da Lancio/Lama-Taglio/Perforazione
Dimensione: Piccola
Quantità: 8
(Potenza: 8 | Durezza: 3 | Crediti: 10)
Avevo intenzione di ucciderlo il più rapidamente possibile. Non volevo vedere gli occhi di un uomo che muore. Dovevo conservare quello stato di calma sanguinaria che mi avrebbe permesso di completare la missione senza esitazione. Guardarlo esalare l'ultimo respiro mi avrebbe reso nuovamente umano. In quel momento era un lusso che non potevo permettermi. Pertanto, afferrando i pugnali tra le dita della mano destra, li avrei lanciati mirando alla fronte, alla giugulare e al centro del torace. [Slot Azione I] Poi, senza attendere il risultato del mio primo colpo, estrassi il Dadao che tenevo legato al fianco e passai alla spalle di uno degli uomini che Kiyomi non stava attaccando. [2 X Slot Istantaneo Gratuito] Muovendomi il più rapidamente possibile, avrei cercato di disegnargli un secondo sorriso sul collo, da orecchio a orecchio. [Slot Azione II] Sicuramente, se avessi portato a segno quel colpo, l'uomo sarebbe morto in pochi secondi. Non avrei atteso una sua risposta o di vederlo spirare. Non ne avevo il tempo. Per tutta la durata di quell'assalto avevo cercato di muovermi e agire con grande velocità, così da non sprecare il vantaggio guadagnato e anche per l'ultimo colpo avrei fatto lo stesso. Piegando le ginocchia abbassai il baricentro, poi con uno movimento fluido dell'intero corpo avrei tentato un affondo verso il collo dell'uomo che non era stato ferito da Kiyomi e che si trovava a fianco del mio primo bersaglio. Anche quel colpo, eseguito con il dadao che tenevo nella mano destra, era stato scelto per eliminare l'obiettivo in un solo attacco.[Slot Azione III]

Rinfoderai la spada con un unico fluido movimento che tradiva tutta la mia esperienza nell'uso di quell'arma. Mi ero allenato molto per imparare a sfruttare al meglio quella lama ed ora potevo vedere l'applicazione più spaventosa ed elegante dei miei sforzi. Ignorai le azioni di Kiyomi soffermandomi sull'osservare il frutto delle nostre azioni. Il mio sguardo abbracciò la stanza nella sua interezza, cercando di carpire il maggior numero di dettagli. Molto sangue colava dal tavolo su cui giacevano i corpi esanimi dei nostri nemici, mentre sulle pareti erano presenti molte macchie dello stesso liquido cremisi. Mi accorsi solo qualche secondo dopo che anche sul mio volto ne era schizzata qualche goccia. Passai la mano sulla guancia cercando di ripulirmi e fu in quel momento che la consapevolezza di aver estirpato la vita di quegli uomini si consolidò nella mia mente. Avevo varcato il confine ed ora non potevo più tornare indietro. Avevo finalmente ottenuto ciò che volevo. Ero diventato un vero shinobi. Tuttavia quella conquista che agognavo da tanto non mi aveva rallegrato come ero solito immaginare nelle mie fantasie. Anzi, mi aveva lasciato un sapore amaro in bocca.

Una forte esplosione mi riportò alla realtà, obbligandomi ad alzare la guardia per far fronte ad una nuova minaccia. Fortunatamente non successe null'altro. La mia compagna di missione si avvicinò alla porta, la aprì per poi richiuderla velocemente dopo essere stata travolta da un onda di calore ed una nuvola di fumo. Le scale stavano bruciando e noi non avevamo nessuna via d'uscita, fatta eccezione per la finestra. Probabilmente doveva essere stata Nakora usando una carta-bomba o chissà quale altro esplosivo. Non avevo idea di quali fossero le sue reali capacità, quindi non era possibile escludere che avesse impiegato una ninjutsu. La cosa ormai non faceva alcuna differenza visto che il danno non sarebbe sparito da solo. Maledii la sua irruenza, guardandomi intorno per capire quali fossero le nostre possibilità. Non capivo perché la ragazza avesse voluto mettere a repentaglio la buona riuscita della missione creando un tale casino. L'incendio ci avrebbe sicuramente rallentati e avrebbe anche messo in allerta eventuali altri nemici che si trovavano nel seminterrato. Probabilmente tutto si sarebbe svolto con maggior efficienza se avessimo seguito il piano che io avevo suggerito. Sicuramente non avremmo rischiato di arrostire come dei polli. La mia attenzione fu catturata dalla flebile voce di una terza persona presente nella stanza. Uno dei nostri bersagli era sopravvissuto e si era rivolto a Kiyomi, porgendole una fotografia. Rapidamente scattai verso la loro posizione cercando di capire che cosa volesse. Il rumore pesante dei suoi ultimi respiri suonava alle mie orecchie come un'accusa e una minaccia. Avevamo fallito nell'eliminare tutti i briganti ed eravamo anche stati fortunati. Se quello fosse stato un ninja, avrebbe avuto tutto il tempo necessario per usare chissà quale jutsu producendo effetti a dir poco nefasti per la missione. Quell'evento fu un monito per me. La prossima volta mi sarei assicurato di aver posto fine alla vita di ognuno dei miei avversari. Kiyomi sembrava incapace di provare qualsiasi sentimento che potesse anche solo lontanamente essere definito umano e si rifiutò di accogliere la supplica del moribondo. In un certo senso la invidiavo per questo. Lei non avrebbe avuto nessun rimorso a sterminare un'intera città pur di portare a termine una missione. Immediatamente mi vergognai di aver pensato una cosa simile. Diventare come lei avrebbe significato rinunciare a ciò che mi rendeva umano. Le scoccai uno sguardo carico di disprezzo e mi chinai verso l'unico superstite della nostra strage. Presi la fotografia che aveva porto a Kiyomi e gli sussurrai all'orecchio alcune parole. Dimmi come possiamo raggiungere il piano inferiore e salverò tua figlia. Hai visto quello che abbiamo fatto. Non osare ingannarci o mi assicurerò personalmente che venga sbudellata come un animale. Il tono della mia voce non sarebbe apparso minaccioso, anzi non sarebbe stato possibile leggervi alcuna emozione. Gli avevo detto quelle cose alla stessa maniera con cui avrei sottolineato che il cielo era azzurro o che il sole sorge ad oriente. Avevo semplicemente descritto la realtà così com'era. Mi dispiaceva essere tanto duro con un uomo in punto di morte, ma doveva capire che non stavo mentendo e che ero pronto a tutto per portare a termine il mio obiettivo. Se non avessi ottenuto alcuna informazione utile, avrei imitato Kiyomi avvicinandomi alla finestra.

La ricetrasmittente gracchiò comunicandoci le parole di Nakora. Chi si crede di essere? Ignorai il tono imperioso e le ovvietà che aveva pronunciato, continuando a seguire il piano. Avrei voluto risponderle che se ci trovavamo in quel casino era solo colpa sua e che le avevo avvertite che un approccio troppo violento avrebbe potuto compromettere la missione, ma sarebbe stata solo una perdita di tempo.

Alcuni shinobi credono al Karma. Ad una forza sovrannaturale che redistribuisce gloria e sventure alle persone, compensando gli effetti delle loro azioni. La bontà è ricompensato con il bene, mentre la malvagità con altro male. In quella situazione pensai che il destino avesse voluto premiarmi per il mio atto di gentilezza. Promettere a quell'uomo di salvare sua figlia ci aveva permesso di scoprire che esisteva un'altra via di fuga. Non potei essere più felice, visto che l'idea di bruciare vivo mi appariva davvero poco entusiasmante. A giudicare dal sorriso soddisfatto comparso sulle labbra di Kiyomi, anche lei doveva essere della stessa opinione. Fui grato per quella cosa, visto che mi avrebbe risparmiato una seccante discussione con lei. Quella ragazza condivideva con Nakora la pessima abitudine di sentirsi in diritto di dare ordini e la seccante certezza di pretendere l'obbedienza come unica risposta. Io non avevo nessuna intenzione di farmi manovrare come un burattino, ma per il bene della missione avrei cercato di essere molto accomodante. Ero sicuro che in futuro avrei trovato l'occasione perfetta per divertirmi un po' con lei. D'altronde non era impensabile che anche lei avrebbe risentito dell'effetto del suo Karma. Quando l'uomo svenne, raccolsi la fotografia di sua figlia e me la misi in tasca. Poi, mi assicurai della sua condizione provando a sentirgli il polso. Appoggiando le dita sulla carotide riuscii a rilevare il ritmo flebile ma costante del suo cuore. Mi morsi il labbro inferiore cercando di pensare a cosa avrei dovuto fare. Non volevo lasciarlo lì a morire, ma non potevo nemmeno compromettere la buona riuscita della missione. Volevo trovare a tutti costi un compromesso per riuscire a salvarlo e a recuperare la cassetta. La componente pragmatica e razionale del mio carattere mi mise difronte alla consapevolezza che non riuscire ad ottenere ciò per cui erano venuti avrebbe potuto mettere a repentaglio la vita di molte persone. Comprese quelle che amavo. Sapevo quel era la mia priorità, ma non riuscivo ad accettare l'idea di dover sacrificare quell'uomo. La voce di Kiyomi e il calore che continuava a crescere mi riportarono alla realtà. Prima era necessario trovare una via d'uscita. Se non avessimo scoperto come sfuggire a quell'inferno non avrei potuto salvare proprio nessuno.
Insieme trovammo il muro indicatoci dall'uomo e procedemmo a cercare di abbatterlo. Avremmo provato a colpire un unico punto con due attacchi portatati in contemporanea, così da massimizzare l'effetto delle nostre forze congiunte. Io estrassi il dadao
Dadao [Mischia]
Il dadao è una particolare sciabola di tradizione cinese, lunga circa mezzo metro. È definita a una mano e mezza, in quando è utilizzabile sia con una che con due mani.
Tipo: Lama-Taglio
Dimensione: Media
Quantità: 1
(Potenza: 15 | Durezza: 3 | Crediti: 45)
, concentrai una grossa quantità di chakra nei muscoli de braccio, superiore a quella che ero solito usare normalmente, e poi mi preparai a sferrare il colpo. Se non fossimo riusciti a rompere la porta, avrei collaborato con Kiyomi per creare una via di fuga attraverso il lucernario. Speravo che impilare qualche sedia sul tavolo al centro della stanza ci avrebbe permesso di raggiungere l'esterno e metterci in salvo.

Se il nostro tentativo fosse andato a buon fine, dopo aver riposto la spada, mi sarei diretto molto rapidamente in quell'edificio abbandonato. Usare così tanta energia mi aveva provocato dei danni muscolari, ma il dolore era più che sopportabile. Inoltre l'adrenalina entrata in circolo a causa dell'eccitazione che provavo mi aiutava a ignorarlo. Non avrei atteso Kiyomi o cercato di portare in salvo il moribondo. Dovevo riuscire a trovare una via d'uscita il prima possibile, se volevo raggiungere entrambi i miei obiettivi. Giunti nell'ultima stanza, mi sarei chinato per evitare di battere la testa e poi avrei iniziato a cercare la leva insieme a Kiyomi. Sfortunatamente, prima che potessimo tirarla, udimmo dei rumori di passi venire nella nostra direzione. Qualcuno stava attraversando il passaggio segreto. Maledissi il tempismo di quell'evento, sposandosi sul lato opposto a quello scelto da Kiyomi. Avrei cercato di appiattirmi il più possibile contro la parete e di limitare il rumore del mio respiro. Cogliere di sorpresa quelle persone ci avrebbe garantito un ottimo vantaggio. A quel punto avrei estratto il dadao, tenendosi pronto ad attaccare eventuali nemici. [Slot Gratuito Istantaneo]