[Quest] Le Nuove Sette Spade

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  1. Jotaro Jaku
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    I tesori dell'isola di ghiaccio



    La prima a rivolgersi al marinaio fu Meika, con una espressione quasi sconsolata, più che altro per le rivelazioni di quest'ultimo. Chiese a Samoru chi fosse il suo accompagnatore, cosa ripetuta anche da Akira, quindi egli si apprestò a rispondere.
    Samoru - Oh questo? E' Sanjuro! E' lui l'uomo che avreste dovuto incontrare, il Mizukage non vi ha detto niente? -
    Disse, estraendo da una tasca delle sue enormi mutande, un foglio spiegazzato, rassomigliante una mappa. Lo aprì e lo consegnò alla ragazza. Si. Era proprio una mappa abbozzata di Genosha; Meika avrebbe potuto chiaramente distinguere la calligrafia di Itai.
    Samoru - Penso di essermi scordato di darvi questa durante il nostro arrivo, c'era segnato il punto di incontro, vicino alla grande palude a ovest, lì avreste dovuto incontrarlo, infatti vi abbiamo aspettato per circa un giorno, poi ci siamo incamminati verso il rifugio del nostro amico fabbro nella speranza di trovarvi, ma di nuovo uno dei suoi lupi ci ha attaccato, quindi abbiamo compreso che il nostro amico doveva avere qualche problema. -
    Akira dal canto suo, accolse il marinaio come si fa con un amico scapestrato, quasi pronto a saltargli addosso e riempirlo di mazzate; lamentandosi della sua omertà riguardo il percorso alternativo non utilizzato dai ninja. Samoru assunse una espressione bonaria, quasi fosse sulle nuvole, e chiese:
    Samoru - Pensavo lo sapeste! Il Mizukage non vi ha detto cosa dovevate fare? Forse a causa del viaggio troppo rilassante vi siete scordati ahahahahahhahahah. -
    Inutile perderci troppo tempo, era proprio un idiota. Ma un idiota dall'animo gentile e dal coraggio di marmo, tanto che ogni problema o pericolo, nemmeno davano preoccupazioni al menomato lupo di mare.
    Entrarono nel rifugio, e Samoru servì loro una cioccolata calda a testa, mentre lo strano tipo, Sanjuro, medicava la testa dell'eremita con quella che sembrava una spilla e un filo interdentale artigianale. Nulla di igienico.
    Il marinaio si distese su uno dei divani con una bottiglia di Rhum in mano, e iniziò a gorgogliare, come se stesse per russare, mentre lo sciamano, si rivolse ai ragazzi, spiegando loro la situazione, ora che il rifugio li stava proteggendo dal freddo; essendo una grossa capanna di legno ben coibentata, con tanto di attrezzi da fabbro e una forgia accesa, che donava un torpore particolarmente piacevole ai presenti.
    Sanjuro - Perdonate il nostro maldestro guardiano, non intendeva attaccarvi. -
    L'eremita, con gli occhi bassi, annuì, chiaramente in imbarazzo.
    Eremita - Ecco io, si mi dispiace, stavo preparando alcuni dei metalli per voi, e sono scivolato su una buccia di pera che avevo fatto cadere a terra, sbattendo la testa su un frammento di Rombo delle Ombre, che mi ha reso aggressivo. -
    La spiegazione meno chiara e più assurda che i ninja avrebbero sentito quel giorno. Ma secondo l'uomo filava, e oltretutto era la verità.
    Una volta finito con la medicazione, lo sciamano aprì un mobiletto, e tirò fuori una alla volta, sei scatolette, tutte grandi più o meno come un piccolo cocomero, coperte di scritte, simboli e sigilli, e le pose sul tavolo davanti ai ninja, rispondendo alla domanda fatta pochi istanti prima da Akira.

    Sanjuro - Vado in giro nudo perchè ho caldo, per cosa altro sennò? - L'eremita annuì alla seconda spiegazione più assurda della giornata.
    Lo sciamano prese quindi una settima scatoletta, aperta, e la pose vicina alle altre, quindi iniziò ad aprirle tutte, una alla volta. Ogni contenitore rivelù un singolo particolare oggetto, alcuni in forma di pietra stondata, altri in forma di barra, altri in forma di polvere. Quindi tirò fuori da sotto la sua maschera un altro piccolo sasso, sembrava una sorta di gioiello grande come un mandarino, leggermente bluastro, e lo pose nella scatola vuota.
    Sanjuro - E con questo, sono sette, compreso quello che ho tirato fuori dalla testa del guardiano. Perdonate la poca attenzione che vi ho dato, il mio nome è Sanjuro, e come Samoru e Emoji, il fabbro eremita, sono uno dei tre guardiani di Genosha. Non ci sono molti uomini che vivono in questo luogo, e dal momento che è sacro a Kiri, e contiene molto più che semplice ghiaccio, molti anni fa fu deciso di metterci delle guardie. Il vostro cicerone, - Disse indicando Samoru che ora russava allegramente - Samoru, è la guardia delle Maree; non troverete un marinaio più esperto e coraggioso di lui in tutto il paese dell'acqua, ve lo garantisco, anche se ormai è molto più esperto di bottiglie che di flutti. Emoji invece è il formidabile fabbro di guardia alle distese innevate; è stato lui a prepararvi i metalli richiesti dal Mizukage, il quale molto gentilmente ci ha informati troppo poco tempo fa del vostro arrivo, obbligandoci a una fretta che come avete visto, non ha fatto bene al povero eremita. Io invece sono stato " relegato " nella palude sotterranea a Ovest, qualche anno fa, dalla Mizukage Tsunade. -
    Dal tono dell'uomo, i ninja avrebbero forse potuto notare come avesse voluto tagliare corto, tralasciando molti dettagli sulla sua presenza nell'isola di ghiaccio. Lo sciamano si tolse quindi la maschera, appoggiandola sul tavolo, rivelando sia un volto più vecchio del previsto rispetto al suo fisico, circa 30-35 anni, sia una elevata quantità di sigilli e simboli impressi su tutto il suo cranio e sul collo, come tatuaggi.
    Sulla testa una fitta serie di capelli corti color argento, e degli occhi bianchi come la neve.

    Sanjuro - Torniamo a noi ! Voi siete qui per questi se non sbaglio: lo scoglio granitico, la roccia vulcanica di fondale, il sasso corallino, il ferro grigio di Genosha, l'acciaio pietroso, il rombo delle ombre, e l'ultimo, appena portato, l'acquazzurra. Ovviamente nessuno di noi qui ha la minima idea di come lavorarli; Emoji ha potuto solo prepararli dando ad alcuni una forma adatta al trasporto, ma questi sono i 7 tesori di Genosha, minerali trovabili solo qui, e per lavorarli servono qualità che noi non conosciamo. In passato le 7 spade di Kiri sono state forgiate da questi stessi materiali, ma il nome di chi sia stato a farlo è andato perso nel tempo. Spero che il Mizukage sappia come fare, altrimenti avrà tra le mani solo 7 sassi, rari e belli, ma assolutamente inutili. Restate qui quanto volete a riposare, domani ripartiremo per la Nebbia, vengo anche io con voi, ho alcune faccende da discutere col Mizukage. -

    I ninja avrebbero potuto riprendere fiato, mangiare e bere; il giorno successivo avrebbero disceso il lato ovest dell'isola, passando da una piccola ma fitta foresta, le cui piante sembravano quasi assurde per il clima artico di Genosha, e sarebbero arrivati alla riva di una piccola insenatura; con un pontile e una imbarcazione molto simile a quella che li aveva portati all'isola del ghiaccio, pronti a ripartire alla volta di casa.
     
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