[Quest] Le Nuove Sette Spade

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  1. -Hidan
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    Le Nuove Sette Spade

    Dichiarazione


    Più quella conversazione andava avanti, più speravo che finisse presto.
    Ogniqualvolta che Samoru parlava venivo a conoscenza di nuovi dettagli che non facevano altro che alimentare in me una sorta di fuoco interiore che pareva far cessare anche il freddo di quel luogo. Ci era stata predisposta una mappa, un percorso, una guida… Ed invece avevamo ricevuto solo un naufragio, due giorni di sopravvivenza al freddo e al gelo senza cibo ed uno scontro contro dei lupi grossi come orsi.
    Mi rassegnai all’idea di essere circondato da idioti, abbassai il capo, cercai di calmarmi buttando fuori l’aria e incominciando a respirare lentamente, tutto questo mentre con Meika sotto braccio incominciavo a dirigermi verso il rifugio. « Mantieni la calma, Akira… Mantieni la calma… » Continuavo a ripetere a me stesso ad alta voce. « E’ quasi finita… Non manca tanto, tra poco sarà quasi finita… » Solo la buffissima espressione di Meika riuscì a farmi dimenticare tutta quella gravosa faccenda, strappandomi una risata sincera. « Più rimani vicino a me, più ti contagio con la mia idiozia! » Almeno ero sincero. « E’… Dolce! » Esclamai a bassa voce, in modo da farmi sentire solo ed esclusivamente da lei.

    Il calore del rifugio mi riempì dapprima i polmoni, e poi l’intero corpo. Un luogo caldo, asciutto, di pace in mezzo a tutto quel freddo selvaggio e pericoloso. Da quel momento in avanti avremmo potuto, finalmente, rilassarci. Mi lasciai andare, stramazzando letteralmente sulla sedia, mentre mi veniva offerta una cioccolata calda e l'eremita incominciava a raccontare la sua storia. O meglio, una vera e propria barzelletta. Non ebbi la forza di commentare, scoppiai solo a ridere. Avevamo rischiato di morire per una buccia di pera.
    Se l'avessi raccontata in giro nessuno mi avrebbe creduto. Giustamente.
    Meika, però, non sembrò essere divertita quanto me, visto che si sedette vicino a me e incominciò a stringermi il braccio, quasi come se fosse un certo oggetto anti-stress. « Ehi, sono fatto d'acqua, non di gomma... » Sorrisi alla kunoichi, capendo la sua reazione a quelle shockanti rivelazioni.

    Dopo aver constatato che lo strano tipo di nome Sanjuro andava in giro per Genosha nudo solo perché aveva caldo, presi a bere finalmente la mia cioccolata calda a piccoli sorsi. « Beh... Si, mi sembra ovvio... » L'unica risposta che ero stato in grado di concepire. Sanjuro prese poi la parola, tirando fuori sette scatole contenenti diverse tipologia di metallo. Il metallo che era servito a forgiare le vecchie Sette, avrebbe dato nuovamente vita alle nuove Sette. Mi alzai dalla sedia, incominciando ad ammirare come estasiato ogni singola scatola e relativo metallo, come un bambino guarderebbe per la prima volta, con ammirazione e stupore, qualcosa di suo interesse. Ero talmente elettrizzato di essere riuscito veramente a recuperare i metalli che ascoltai con ben poca attenzione la spiegazione dei diversi ruoli di quei tre strambi soggetti, tant'è che continuai a osservare i metalli singolarmente finché Meika non decise di andare a fare un bagno. « Oh... Vuoi compagnia? » Ma al mio ammiccare sopraggiunge puntuale una manata sulla schiena del vecchio Samoru, che prese a ridere fragorosamente. « Dai che scherzavo! » Cercai di giustificarmi mentre cercavo di liberarmi dalla morsa del marinaio ubriacone. « Avvertimi quando hai fatto che ho bisogno di una doccia anche io... Puzzo ancora di sanguinaccio... » La triste constatazione, oltre al fatto che in qualche minuto dentro l'acqua avrei recuperato velocemente tutte le forze perse nello scontro con i lupi bianchi.

    [...]

    Aspettai nella grande stanza comune ridendo e scherzando con i presenti, finché non sentii la porta del bagno aprirsi e, quindi, di nuovo chiudersi, mentre i rumori dei passi di Meika percorrevano il pavimento di legno per dirigersi verso quella che sarebbe dovuta essere la nostra stanza per la notte. Mi congedai, spostandomi all'interno del bagno, chiudendo la porta dietro di me e incominciando a spogliarmi. Il luogo era già pieno di umidità dovuto al bagno caldo già fatto da Meika. Non che la cosa che mi desse particolarmente fastidio, anzi, nell'umidità ero a mio agio. Pensai dapprima a pulire i vestiti sotto l'acqua come meglio potevo, rimanendo solo in mutande. Erano passati già diversi minuti, quindi pensavo che Meika stesse quantomeno dormendo, per cui decisi di portare i miei vestiti ad asciugare prima di mettermi nella vasca. Uscii dal bagno ed entrai nella stanza spoglia ma accogliente, anche solo per la presenza di un posto caldo dove dormire ed un camino. Solo che Meika non stava dormendo, anzi, quando entrai, praticamente nudo, mi trovai proprio davanti a me lei, dentro il futon, bordò in viso. Mi arrestai un istante. « Oh... Scusa, pensavo dormissi... Come hai fatto a diventare paonazza in così poco tempo? Penso sia un record anche per te. » Scherzai, mentre sistemavo i vestiti su una sedia, proprio vicini a quelli di Meika. Gli mandai un bacio con la mano prima di uscire dalla stanza. « Scusa il disturbo... Anche se credo avrai apprezzato il fantastico spettacolo. » Era un chiaro riferimento alle mie, seppure incomplete, nudità. Tornai nel bagno e dopo aver fatto riempire la vasca mi lasciai andare con tutto il corpo in essa, eccezion fatta per la testa. Mi rilassai a lungo, pensando ai giorni passati e a quelli che sarebbero stati i futuri, recuperando energie mentali e psichiche. C'ero riuscito. Avevo difeso Meika, lei era ancora lì, sana e salva, a pochi metri da me. Quello era stato il vero obiettivo della missione, fin da prima del naufragio. Nessun metallo prezioso e nessuna spada leggendaria avrebbe mai potuto sperare di raggiungere l'importanza che Meika aveva per me.
    E lei lo sapeva in cuor suo.

    [...]

    La cena venne consumata velocemente davanti alla fornace del fabbro eremita, ma Meika non terminò neanche il suo piatto che se ne tornò in stanza, evidentemente stanca. Un comportamento non da lei. Attesi qualche minuto giusto per terminare il mio pasto, quindi mi congedai anche io ai presenti, mentre i due vecchiardi aveva già tirato fuori diverse bottiglie di chissà quale liquore.

    Entrai nella stanza, illuminata dal piccolo braciere e dalla grande luna piena in cielo, sopra di noi. Il vento fischiava e sbatteva contro la finestra, imperterrito come avevamo già avuto il piacere, o il dispiacere, di conoscere. Meika era lì, già distesa nel suo futon. « Ehi... Poco appetito stasera? Preferivi la lepre allo spiedo al lume di candela? » Scherzai, mentre toglievo la maglietta a maniche lunghe per restare con una semplice maglia a mezze maniche di color bianco. In quel posto faceva anche eccessivamente caldo, visti anche gli ultimi giorni. Non feci neanche in tempo a distendermi che Meika mi chiede di non stare così lontano. « Uh? » Emisi un versetto gutturale senza alcun vero significato, semplicemente non mi aspettavo nulla del genere. « Ehm... Ok... » Ero stato colto alla sprovvista; di solito ero io che avrei potuto fare una battuta del genere, ma lei era stranamente seria. Presi il futon e lo avvicinai al suo, praticamente attaccato, quindi mi distesi. « Sei... Strana stasera... Successo qualcosa? » Era lì, vicino a me, stesa a pancia in giù, che cercava di dirmi qualcosa, ma le parole erano strozzate, quasi confuse. Fece riferimento alla sera prima, quando eravamo a rischio congelamento, bloccati e sommersi sotto diversi metri di neve, ma ugualmente felici e sorridenti. Noi due, un fuocherello, ed una coperta. Poggiò la sua mano leggera sul mio volto, quasi sfiorandolo, lambendo i capelli. E, forse, per la prima volta in vita mia, arrossii sinceramente. Ero totalmente spiazzato, non riuscivo a capire bene cosa stesse succedendo, cosa Meika stesse facendo. « E... Quale sarebbe questa cosa carina...? » Questa volta erano le mie parole ad essere strozzate. Ma era già troppo tardi. La vidi avvicinarsi a me, in un modo in cui non l'avevo mai vista avvicinarsi. Il tempo parve rallentare quando le sue labbra toccarono le mie. Fu un istante, ma sembrò essere eterno nella sua dolcezza. Il mio cuore bolliva, tremava, e così tutto il mio corpo, che pareva stesse quasi per esplodere. Infine giunse il momento in cui sentii la morbidezza delle sue labbra togliersi dalle mie. Sorrisi, guardandola negli occhi. « Beh... Siamo in due a pensarlo allora... » Che cos'era Meika per me? Un'amica, o qualcosa di più? Non mi ero mai veramente posto questa domanda, non avevo mai dedicato del tempo a questo pensiero... Ma adesso ero sicuro solo di una cosa.
    Fermai, con sicurezza, ma sempre dolcemente, la sua mano che si allontanava con la mia. Alzai le spalle dal futon, per avvicinarmi a mia volta. Il braccio che non stringeva la sua mano era a pochi centimetri dalla sua spalla, ed io, con il busto torto, ero sopra di lei, a poche decine di centimetri. Mi persi nei suoi grandi, scuri occhi per qualche breve istante prima di iniziare una lenta discesa verso le sue labbra.
    Purtroppo non riuscii a restituire il bacio.
    I tre guardiani entrarono tutto d'un colpo nella stanza, interrompendo quel momento di intimità. Mi congelai, praticamente a due centimetri da quelle labbra che adesso desideravo più di ogni fortuna del mondo, ed osservai quegli strambi personaggi che, chi in maniera più sobria, chi meno, si disponevano nella nostra stanza. « Ma che cazzo... » Solo Meika avrebbe sentito quell'imprecazione a denti stretti, probabilmente.
    Il peggio, purtroppo, non era ancora arrivato. Samoru incominciò ad avvicinarsi in modo eccessivamente molesto a me, con un odore di alcol così forte che avrebbe fatto invidia alle peggiori bettole di Oto. « Dannato ubriacone! Scansati da me! » Il sudore alcolico e i peli umidi del suo corpo si stavano avvicinando sempre più a me, avvinghiandosi dapprima al mio braccio. « Oh, dannazione... » Ma, per fortuna, pensai ad una scappatoia. « Per fortuna che i miei cloni non si ricordano mai nulla di quello che gli faccio fare... » Composi velocemente tre sigilli, per creare un clone d'acqua dalle mie perfette sembianze che mi sostituì nel mio futon. [Tecnica]
    Passo Scalzante dell'Inganno
    Villaggio: Kiri
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può sostituirsi con un qualsivoglia clone acquatico o di nebbia presente entro i 15 metri. L'azione è considerata istantanea. Per 2 round avrà l'esatto aspetto dei cloni. È possibile usarla in combinazione con le tecniche che creano cloni e copie sfruttando uno slot tecnica base, oltre che il relativo consumo. Dopo aver attivato la tecnica, l'utilizzatore non può compiere altre azioni: il round termina.
    Tipo: Taijutsu
    (Livello: 5 / Consumo: Basso )
    [Da studente in su]

    Tecnica della Moltiplicazione Acquatica - Mizu Bushin no Jutsu
    Villaggio: Kiri
    Posizioni Magiche: Topo, Gallo, Lepre (3)
    L'utilizzatore può creare cloni di sé sfruttando almeno 3 unità d'acqua ogni copia. Le copie possono essere create ad una distanza di 1,5 metri dall'utilizzatore o da un clone e possono allontanarsi dal ninja che le ha create di circa 30 metri, superata questa distanza si dissolvono riversando acqua nell'arena. Si possono muovere contemporaneamente o 1 clone o l'utilizzatore. Le loro statistiche sono pari energia l'utilizzatore. Hanno 100 crediti equipaggiamento dell'utilizzatore; non è possibile duplicare Bombe e Tonici. La vitalità è pari a ½ leggera ogni grado ninja. Il chakra posseduto è diviso equamente tra tutte le copie create e l'utilizzatore; una volta disattivata la tecnica o distrutti tutti i cloni, il chakra residuo tornerà all'utilizzatore.
    Tipo: Ninjutsu - Suiton
    (Livello: 5 / Consumo: Basso )
    [Cloni Massimi: 1 ogni grado ninja]

    [Da studente in su]

    Tecnica Svincolata [2]
    Talento: L'utilizzatore può eseguire una tecnica avanzata senza i componenti elementali richiesti; può essere utilizzata 1 volta ogni 2 round. Se richiede oltre 10 slot dimensionali di un elemento, può essere utilizzata 1 volta al giorno. Non è possibile sfruttare altre abilità "Talento" in combinazione.
    Mi teletrasportai fuori dal futon, in piedi, a circa due metri dal mio povero clone, che del tutto impreparato a quella occasioni venne sopraffatto dai vistosi peli sudati del vecchio Samoru, venendo inghiottito dal futon stesso e dallo stato di ebrezza del marinaio. Mi avvicinai a Meika, sdraiandomi vicino a lei, mettendomi sul fianco. « Beh... Direi che sono costretto a stare qui per questa sera... Posso rimanere? » Esclamai, dolcemente a bassa voce, mentre già sistemavo un braccio sotto la sua testa e l'altro attorno al suo corpo, abbracciandola e schiacciando la sua schiena contro il mio petto. Avvicinai le labbra al suo orecchio. « Avremo tempo per finire... Quel discorso... »
    La promessa era stata mantenuta.
    « Siamo vivi... E siamo insieme. »
     
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