[Quest] Le Nuove Sette Spade

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    Jotty2Hotty

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    Il custode solitario di Genosha



    Quandi i due ninja, più cloni, fossero arrivati sulla cima del promontorio, avrebbero notato un ulteriore spettacolo davanti a loro: oltre il rifugio, un'ulteriore piano montano, con un grande ghiacciaio, e neve tutta intorno; una visione che pochi posti al mondo potevano vantare.
    Su quel cucuzzolo il vento fischiava forte, abbastanza da far arrossare la pelle scoperta, e far gelare gli animi; ma per loro fortuna, il rifugio che Meika aveva intravisto, si trovava a un centinaio di metri davanti a loro, sul terreno innevato, e nulla sembrava frapporsi tra i giovani e un caldo rifugio, stavolta creato dall'uomo, a differenza di una caverna spoglia.
    A pochi metri dal rifugio, un odore familiare avrebbe colto i ninja se avessero prestato estrema attenzione: un odore di cane bagnato, come avevano già potuto sentire al momento del loro sbarco a Genosha; infatti non appena avessero girato l'angolo e si fossero trovati davanti al rifugio, avrebbero trovato una sorpresa ad attenderli. Una sorpresa gradita, oppure no.
    Un uomo si trovava seduto a terra, avvolto in una grande coperta fatta di pelle di orso bianco, l'uomo era estremamente robusto, tanto da essere alto quasi quanto Meika, da seduto; se si fosse alzato in piedi avrebbe potuto essere alto ben oltre i due metri e 20. Sembrava un vero e proprio gigante dei ghiacci, con il suo fisico colossale, e la barba incolta e grigia.
    Aveva il volto pieno di cicatrici, unica parte scoperta del suo corpo, quindi osservabile. I capelli che fuoriuscivano dal cappuccio di pelle d'orso erano anch'essi grigi, ma non tanto per la vecchiaia, quanto per la sua colorazione particolare del pelo corporeo.
    Non aveva nulla con sè, se non i suoi fidati figli, come lui stesso li chiamava, 3 grossi lupi bianchi. Estremamente grossi, estremamente uguali a quelli che avevano attaccato il gruppo sulla spiaggia, tutti con una particolare maschera sul muso, ognuna con un simbolo diverso.
    L'uomo inizialmente non si curò dei nuovi arrivati, era intento a intagliare del legno che teneva in mano con un piccolo temperino, circondato dai suoi 3 guardiani, i quali, alla vista dei ninja, si alzarono e si disposero davanti all'uomo, ringhiando ai ragazzi in maniera davvero minacciosa. Iniziarono a sbavare dalle fauci, e a fendere il terreno con gli artigli, come se stessero per scattare verso di loro.

    [...]

    L'uomo finalmente prestò attenzione al gruppo, alzando lo sguardo e incrociando quelli dei forestieri.

    - Voi, siete voi che macchiate Genosha col sangue dei suoi figli...-

    Akira e Meika avrebbero potuto tranquillamente notare come il volto dell'uomo fosse sottoposto a un improvviso cambiamento: delle strane venature scure iniziarono a comparire sotto la sua pelle, quasi in tutto il viso, e i suoi occhi divennero completamente velati da una patina grigia. Fu a quel punto che i tre lupi scattarono verso di loro, con una sola intenzione: farli a pezzi. I lupi erano di 3 tipologie diverse: ognuno di loro presentava sulla maschera d'osso un simbolo diverso, i quali rappresentavano ognuno una diversa parola: Acqua, Ghiaccio, Fulmine; per il resto i lupi erano esattamente identici, grandi quasi come dei cavalli, e forti come un orso delle nevi. Il loro sistema di attacco sarebbe stato il seguente:

    Il lupo [Fulmine][En Blu] e il lupo [Ghiaccio][En Blu] attaccarono rispettivamente Akira e i suoi cloni, ma non riuscendo a comprendere immediatamente chi dei tre fosse l'originale, attaccarono quasi a caso seguendo il naso. Il vero Akira, che seppur lavatosi presentava una leggera traccia odorosa di sangue di orso nella pelle, fu attaccato dal lupo [Fulmine] Il quale scattò verso di lui separando i metri che li dividevano come fossero briciole [Azione Rapida][Slot 1]. Si lanciò verso di lui con un leggero balzo, per spalancare le fauci e cercare di tranciare il ninja di Kiri a metà all'altezza del petto. Le fauci del lupo erano abbastanza grandi da abbracciare completamente il ninja, braccia comprese; ma la cosa più inquietante non sarebbe stata la grandezza dell'apertura orale del lupo, ma la composizione delle sue zanne. Per una qualche strana ragione, oltre al fattore fisico, che avrebbe causato danno per via del morso [Morso - Pot 50], i denti dell'animale erano come percorsi da una scarica elettrica, non visibile a occhio nudo, che avrebbe causato una Semiparalisi a qualunque zona colpita dal colpo, oltre a causare un grave danno da elettricità. [Raiton zanne pot 30 + Semiparalisi][Slot 2]
    Che il morso fosse andato a buon fine o meno, la bestia avrebbe approfittato della vicinanza per vibrare una artigliata al ninja, non a caso, ma per tranciare uno dei suoi arti, braccio o gamba non faceva differenza. Anche gli artigli avrebbero avuto lo stesso strano effetto delle zanne se avessero colpito il bersaglio. [Artiglio pot 30 - Raiton pot 20 + semiparalisi][Slot 3]

    Il lupo [Ghiaccio] eseguì le stesse azioni sul clone di Akira con lo zaino, per separarlo dagli alleati, pensando fosse l'originale. Al posto dell'effetto paralizzante però, le zanne e gli artigli di questa bestia, avrebbero causato un rapido e immediato congelamento nelle zone colpite, causando un Ingombro se avessero avuto la meglio sul bersaglio. [Movimento + azione rapida: Slot 1][Morso pot 50 + Hyoton pot 30 + Ingombro: Slot 2][Artigliata pot 30 + Hyoton pot 20 + Ingombro: Slot 3]

    Il lupo [Acqua][En Rossa] Invece si sarebbe diretto su Meika, scattando verso di lei come un fulmine, così veloce da quasi sparire alla vista. [Movimento + Azione Rapida: Slot 1] E si sarebbe posizionato tra lei e i suoi alleati, per dividerla dal gruppo, frapponendo le fauci terribili tra lei e i suoi compagni. Il suo scopo era terrorizzarla, prima ancora di farla a pezzi. Pochi istanti nei quali l'avrebbe osservata come una belva osserva la preda prima di sbranarla, quindi avrebbe assaltato la ninja. Il suo scopo era un'artigliata trasversale orizzontale, per portarle via di netto una gamba. [Artigliata pot 30 + Suiton pot 20: Slot 2]
    L'energia che attraversava gli artigli di questo lupo era di tipologia ancora diversa rispetto agli altri due, se avesse colpito la ragazza, avrebbe causato un danno profondo, dato che per qualche strana ragione, i suoi artigli erano estremamente affilati, come una pietra su cui l'acqua è scorsa per decenni, senza consumarla, ma solo affilandola. [Danno Grave - Sanguinamento]
    Che avesse colpito o meno la gamba della ragazza, avrebbe eseguito lo stesso attacco un istante dopo, con l'altra zampa, ma vibrando il colpo leggermente più in alto, per squartarla all'altezza del ventre, e donare alla neve le sue interiora. [Artigliata pot 30 + suiton pot 20 + Sanguinamento Grave: Slot 3]

    L'eremita dal canto suo, non sarebbe rimasto immobile. Il suo piano di azione era una strategia ben strutturata, atta a dividere ogni singolo membro del gruppo, sfruttando l'attacco dei lupi, come un semplice diversivo: avrebbe atteso pochi istanti dall'inizio dell'assalto, per portare l'attenzione dei ninja sulle bestie, e poter comporre 6 sigilli indisturbato. Avrebbe creato nella sua mano una stalattite di ghiaccio dalla neve a terra, e con un solo movimento delle dita della mano destra, questa sarebbe partita come un proiettile, passando in mezzo ai lupi, e dirigendosi verso il clone di Akira privo di lupo, per trapassarlo.
    La stalattite aveva un diametro di dieci centimetri ed era lunga 40. come un piccolo tronco d'albero, e sarebbe stata letale. [Velocità En Nera - Pot 60 - Dur 4] Lo scopo era distrarre il gruppo con un assalto multiplo, e creare un'apertura per togliere di mezzo uno di loro, uno alla volta. Se l'uomo sapesse quale era il vero Akira non era dato noto; forse per lui non faceva differenza.


    - Arte del Ghiaccio. Artiglio di Genosha. -


    OT - Le ninjutsu che rivestono gli attacchi dei lupi, fanno parte della ts dell'eremita, i cui valori di potenza come potete immaginare, si sommano a quelli dell'attacco fisico. Le statistiche dei lupi sono base per le loro energie. L'eremita è tra la Viola e la Nera.

    Edited by Jotaro Jaku - 18/11/2015, 15:36
     
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  2. -Meika
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    Le Nuove Sette Spade

    L'Eremita dei Cinque Lupi





    Quando lui disse che cercavo solo una scusa per restare al buio con lui, stranamente, non mi imbarazzai. Risi. Forse perché era la cosa più giusta da fare: ridere. Perché la situazione stava assumendo i contorni sfocati del surreale ed in quel contesto la frase (e quelle che seguirono) di Akira produssero un me un misto di risate e tosse. Se solo non fosse per la carcassa d'orso scuoiata, il pericolo di soffocamento, il freddo ed i non so quanti metri di ghiaccio che ci stanno sulla testa sarebbe così romantico da farmi sciogliere. Eppure, conscia di tutto ciò, non avevo proprio molta voglia di uscire dalla caverna. Uscire significava affrontare nuovamente chissà quali pericoli e sfortune. Così, mi limitai a dare un pizzico sulla spalla di Akira, per niente forte e "punitivo". Avevamo fatto tutto il possibile, non ci rimaneva che aspettare e sperare. E quando finalmente giunse la notizia della libertà non potei notare lo sguardo appena deluso di Akira per via del buio. Ah bé, dato dove siamo, avrai molte altre occasioni per scaldarmi. Dissi con leggerezza. Fortuna che il buio aveva azzerato anche la sua di vista. Avrei dovuto esserne abituata, era quasi un anno che conoscevo Akira ed era sempre lo stesso... ma probabilmente, per mio stesso carattere (e forse anche per colpa sua) non ci sarei mai davvero riuscita. Tuttavia almeno adesso riuscivo a scherzarci di rimando.




    Una strana figura ci sbarrava la strada. Un uomo massiccio oltre ogni dire. Alto e grosso, statuario, accompagnato da tre grossi lupi che non mi sorpresero affatto. Lanciai un'occhiata alle bestie, all'uomo e dunque ad Akira. Eravamo in pericolo: potevo sentirlo nell'aria. Il vento fischiava tagliente e gelido, eppure non riuscivo a sentir freddo. I miei nervi comunicavano incessantemente al mio cervello che sì, il posto in cui ci trovavamo era davvero gelido, ma il mio cervello si rifiutava di concentrarsi su quella sensazione. C'era solo paura. Paura e calma. Avevo sempre paura prima di uno scontro, non potevo farci nulla. Non ero vigliacca, non avevo mai girato le spalle ad un combattimento... ma avevo sempre avuto paura nell'antalgica convinzione che gettarsi a capofitto in un combattimento senza alcuna paura addosso era il modo migliore per tralasciare importanti dettagli nella lotta. Solo chi aveva paura della morte si ingegnava al massimo per evitarla.
    Quando l'uomo alzò lo sguardo, parlò di come avessimo bagnato il suolo di Genosha col sangue dei suoi figli. Ed il mio sguardo cambiò, divenendo un concentrato di stupore e perplessità.

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    Come scusa? Non riuscii a tenere a freno la lingua. No perché Genosha ha cercato di ucciderci da prima che sbarcassimo. Dal mio punto di vista è legittima difesa.
    Ovviamente era una constatazione inutile. Quel tale avrebbe comunque cercato di ucciderci... solo che non avevo nessuna intenzione di morire. Da quando quella serie di interminabili eventi aveva avuto inizio avevo dimostrato un attaccamento alla vita notevole, che sorprendeva anche me. Per inciso, la mia incolumità mi era sempre stata assai cara ma l'idea di una morte orribile tra le nevi di Genosha mi portava a reagire con una forza ed una violenza quasi inaudite. Era certo che finita quella storia avrei dormito per una settimana di fila, con i nervi a pezzi ed il fisico provato, ma in quel momento sentivo che nulla poteva abbattermi. Nemmeno quell'enorme lupo. Loro sono quattro, noi due. Dissi ad Akira. Non mi ero ancora allontanata da lui e non l'avrei fatto: il mio fisico era debole, i miei occhi potenti, le mie illusioni ancora di più. La verità era che io ed Akira avevamo due stili di combattimento totalmente diversi. Lui era un combattente vero, un guerriero furioso in grado di colpire mortalmente gli avversari. Io agivo senza toccarli, cercando di rimanere più a distanza possibile. Insieme colmavamo le nostre lacune, per cui l'idea di allontanarci per combattere assumeva un certo rilievo di stupidità. Non allontanarti troppo, stendo il lupo e poi penseremo all'Eremita. Ed ero assolutamente certa di ciò. Mentre pronunciavo quelle parole i miei occhi cambiarono, divenendo neri nella sclera e rossi nell'iride. Gli Occhi dei Demoni, che fin'ora si erano limitati a guardare, avrebbero combattuto.

    Touka




    Assai rapidamente il lupo si avventò su di me, ed in un istante era tra me ed Akira. Digrignai i denti, ma non mi lasciai impressionar troppo, afferrando con la mano destra il Sai e stringendolo con attenzione tra le dita. Ehi, bestiola, credi forse di essere spaventosa? Lo era davvero. Arretrai di un passo appena dopo il suo avvicinamento e lei mi guardò con gli stessi occhi con la quale poteva osservare le sue prede. Poi attaccò. Un attacco rapido, sì, ma non eccessivamente rapido. Solo che non potevo permettermi minimamente di incassarlo: quelle fauci sembravano davvero terribili. Scusa! Mi spinsi verso la destra mentre la belva mi attaccava, cercando con quello stesso movimento di rotolare più vicino ad Akira possibile. Sentii gli artigli sibilare a poca distanza dal mio corpo mentre mi rialzavo, con il cuore che batteva a mille ed un sano terrore in corpo. [Difesa]
    Non era ancora finita lì. Il lupo cercò di colpirmi ancora, questa volta l'artigliata era orizzontale atta a colpirmi al ventre. Misi il Sai in orizzontale, stringendolo con tutta la forza che avevo ed anche più: la zampa colpì il Sai che per poco non mi volò dalle mani mentre con un movimento appena sufficiente a garantirmi la sopravvivenza tiravo indietro il busto [Difesa]. Ed era giunto il momento di contrattaccare. Innanzitutto, decisi di mettere un po' di distanza tra me e la bestia: non davo il meglio in corpo a corpo, tenerla vicino a me non sarebbe servito a nulla. Così arretrai di circa sei metri, distanziandomi così di circa quattro da Akira [Azione Gratuita Istantanea]. A quel punto diedi sfogo al mio potere e dunque alla mia immaginazione.


    La mia classica tattica era utilizzare Genjutsu debilitanti, al fine di soverchiare l'avversario totalmente. Se avessi avuto più tempo avrei senza dubbio cercato di attivare la mia Vista Vitale e dunque avrei cercato di togliere la vista alle bestie. Ma c'erano diversi fattori che mi insospettivano in quella faccenda: quei lupi vedevano davvero? Inoltre, sarebbe stato davvero utile togliere loro la vista? Senza contare che la mia attuale vicinanza con Akira rischiava di coinvolgere persino lui nella nebbia. Ma la speranza di debilitare lui e tutti gli altri, Eremita compreso, non l'avevo ancora abbandonata. Akira, sto per gelare tutto qui,. Dissi ad Akira, sperando che sentisse quello che dicevo. Lui sapeva bene a cosa mi riferivo, avevamo combattuto già molte volte assieme: non potevo di certo rivelare a voce la natura della mia illusione ma tra tutte le mie tecniche lui sapeva benissimo esistere una che faceva credere al nemico di danzare su un ghiaccio sottile. Dunque gonfiai i polmoni ed a tutta forza urlai. EHI VOI, SONO QUI, CHE ASPETTATE! Cosa stavo cercando di fare? Semplice: attirare la loto attenzione su di me, così che tutti potessero vedere i sigilli che avrei rapidamente compiuto non appena avessi avuto il sentore di avere lo sguardo di tutti su di me. [Tecnica]
    Era Glaciale
    Villaggio: Kiri
    Posizioni Magiche: Coniglio, Cane, Cavallo, Drago, Ariete, Coniglio, Cane, Cavallo (8)
    L'illusione si attiva se osservati i sigilli dalla vittima durante il caricamento della tecnica. La vittima vedrà l'arena ricoprirsi di uno strato di ghiaccio, entro 21 metri dall'utilizzatore; la vittima presterà particolare attenzione per non cadere. Tutti i movimenti avranno malus di 2 tacche in Velocità e Riflessi e causa Intralcio Medio. L'efficacia è pari a 40.
    Tipo: Genjutsu - Bakkin
    (Livello: 5 / Consumo: Medio - Mantenimento: ½ Basso)
    [Da genin in su]




    Azione Rapida [1]
    Abile: L'utilizzatore può annullare l'attivazione di un AdO avversario una volta a round; l'utilizzo dell'abilità deve essere specificato prima dell'attivazione dell'AdO.




    Tecnica Economica [2]
    Talento: L'utilizzatore può eseguire la tecnica avanzata risparmiando il 25% del consumo d'attivazione; può essere utilizzata 1 volta ogni 2 round. Alternativamente è possibile risparmiare il 50% del consumo d'attivazione; può essere utilizzata 1 volta ogni 3 round. Non è possibile sfruttare altre abilità 'Talento' in combinazione.


    Non sapevo se quella fosse una buona idea o meno: ma così facendo tutti, eccetto Akira, sarebbero caduti nel mio Genjutsu e dunque la battaglia si sarebbe resa più semplice. Qualsiasi fosse stato l'esito della tecnica avrei dunque iniziato la mia metodica offensiva illusoria. Per prima cosa, sperando di sfruttare ancora l'attenzione del lupo incentrata su di me, avrei creato esattamente a tre metri di altezza da lui un masso dalla forma circolare dal diametro di tre metri che avrei cercato di far abbattere sulla bestia a piena velocità, sfruttando tutto ciò che avevo, anche al costo di debilitare il mio stesso fisico. [Azione]. Attenta al minimo movimento della bestia avrei cercato di anticiparlo, creando una lama a tre metri da lui, rispetto alla direzione del suo movimento, in maniera tale da crearla verso la direzione della sua eventuale schivata (oppure alla sua destra, se non avesse schivato). La lama, lunga circa un metro, si sarebbe diretta quasi roteando verso le gambe della bestia per darle l'illusione di un'altra ferita debilitante. Il mio obiettivo erano le zampe più vicine alla lama, che fossero state le destra, le sinistra oppure le anteriori o le posteriori non importava. La lama, nata a tre metri dal lupo, sarebbe scattata non appena sparito il masso a piena velocità. [Azione].


    Subito dopo avrei proseguito quella estenuante offensiva: avrei difatti creato cinque Shuriken abbastanza grossi (circa mezzo metro di diametro ognuno) a tre metri dal lupo: uno dinanzi, uno alle sue spalle, uno a destra, uno a sinistra, uno in alto. E poi avrei stretto la morsa, facendoli abbattere contemporaneamente su di lui [Azione] e subito dopo dalla terra nevosa sotto il lupo, a tre metri davanti a lui, sarebbe partito un vero e proprio masso dal diametro di un metro pronto ad abbattersi sul capo e sulla maschera dell'animale. [Tecnica]. A quel punto avrei alzato il Sai, in una posizione maggiormente difensiva, ansimando per la fatica. Avevo speso molto chakra. Avevo ancora dei tonici con me, probabilmente più tardi li avrei usati, ma dalla mia avevo ancora una certa riserva. Potevo combattere. Tutto bene? Non è che sei rimasto preso anche tu dall'illusione? Domandai all'Hozuki. Ero preoccupata: i lupi forse erano gestibili, ma l'Eremita mi spaventava. Terribilmente.



     
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    Le Nuove Sette Spade

    Legittima Offesa


    La scalata si rivelò essere prive di insidie, peccato non poter dire del rifugio.
    Seduto di fronte a noi c'era un uomo incappucciato, alto quasi quanto Meika da seduto, con un grande mantello di orso bianco, che rivelava solo un viso marchiato da cicatrici con una folta barba grigia e i capelli arruffati dello stesso colore. Dava le spalle alla direzione della nostra provenienza ed era intento a tagliare della legna, ma non per questi mancava chi vigilava su di lui. « Di nuovo questi cosi? » Sussurrai a Meika, mentre tre grandi lupi dal pelo bianco, del tutto simili a quelli che avevano attaccato il nostro vecchio marinaio sulla spiaggia appena arrivati, incominciarono a ringhiare verso di noi. Tutti e tre indossavano una maschera, l'una diversa dall'altra, con un kanji ben visibile a differenziarle.
    La tensione nell'aria era tagliata solamente dal vento gelido che tagliava la nostra pelle come una lastra di vetro. Malgrado ciò, sembravo non sentirlo sulla mia pelle. L'aria sembrava come tremare dalla tensione. Anche se il gigante non c'avesse ancora degnato di uno sguardo, era fin troppo chiaro che sapeva già da chissà quanto tempo della nostra presenza.
    Quasi istintivamente mi posizionai con la gamba sinistra leggermente più avanti dell'altra, già pronto a reagire di fronte ad una qualsiasi evenienza. E qualcosa sarebbe successo, era fin troppo chiaro.
    Quando l'uomo si degnò di parlarci, capii subito che la solitudine di quel posto non doveva fargli per niente bene. Sembrò rimproverarci il fatto di aver sporcato Genosha con il sangue dei suoi figli, un chiaro riferimento ai vari animali che avevamo dovuto uccidere per sopravvivenza in quei due giorni. Meika non riuscì a trattenersi e rispose per le rime al gigante incappucciato. La battaglia sarebbe stata inevitabile, quindi mi limitai a fare spallucce. « C'è bisogno di aggiungere qualcosa? Tra poco vedrai invece una legittima offesa razza di eremita matto... » Sentenziai, mentre i tre differenti lupi si muovevano già a gran velocità contro di noi. Ormai ero abituato a combattere contro bestie di ogni genere e dimensione, non erano di certo quei tre lupi a farmi paura. Il combattimento scorreva nel mio sangue, forse ancora più caldo del liquido stesso.
    Avevo patito due giorni d'inferno per arrivare fin lì, dinanzi all'eremita di cui c'aveva parlato Itai, e adesso non volevo lasciare il passo così facilmente.
    Avevo fatto una promessa a Meika.

    Non essendo in grado di percepire quale dei tre me davanti a loro fosse quello originale, due dei tre lupi si avventarono su me e uno dei due cloni, mentre il terzo balzò verso Meika. « Io non mi allontano, ma te stai attenta.... » Riuscii a rispondere a Meika prima che la lotta infuriasse su quella cima innevata.
    I due lupi balzarono entrambi in egual modo contro me e il clone con lo zaino. Gli attacchi erano speculari: un piccolo balzo con le fauci spalancate, atto a rendere i nostri busti delle carcasse di carne deforma. Non avevo la possibilità di pensare al mio clone e, complice anche lo scomodo zaino, questo fu rapidamente colpito dai terribili morsi e artigli del grande lupo, che si sarebbe accorto ben presto che cercare di mordere l'acqua sarebbe stato alquanto inutile. Il clone si dissolse, lasciando cadere lo zaino a terra insieme all'acqua di cui era composto. Il suo chakra tornò rapidamente a mia disposizione, ma io sarei stato ben più difficile da abbattere. Ghignai, pronto ad iniziare le danze. « Vieni avanti cucciolino! »

    z6ooNnk


    Il primo attacco, sebbene abbastanza veloce, era un attacco frontale, primordiale, selvaggio, facilmente prevedibile. Sfruttando la gamba sinistra in avanti, già pronta e carica, ed aiutato anche dal chakra, eseguii un piccolo balzo di uno o due metri verso sinistra facendo perno sulla gamba piegata. [Slot Difesa I] Le fauci del lupo andarono a vuoto, mordendo l'aria gelida e il forte vento, ma l'attacco non era terminato. Atterrò sulle sue quattro zampe e si riposizionò immediatamente per continuare la sua offensiva. Direzionai il busto e il corpo di conseguenza verso il pericolo, ma la schivata aveva i miei arti destri pericolosamente vicini al pericolo, e gli artigli del lupo mascherato non si fecero attendere. Con una delle sue zampe cercò di falciare la carne del mio corpo, mirando al braccio destro, tra gomito e spalla. Un colpo che avrebbe amputato un qualsiasi arto di una qualsiasi persona normale. Per fortuna che io non avevo il corpo di una persona normale.
    Forse neanche la testa, ma questo era un altro discorso.
    Non avrei continuato a difendere passivamente, anzi, avrei tentato di fare quello che il lupo forse proprio non si aspettava. Incassare il suo colpo e rispondere contemporaneamente alle sue zanne con la mia lama. Feci fluire il chakra in tutto il mio corpo e specialmente lungo il braccio, il quale avrebbe incassato la ferocia del lupo. Gli artigli avrebbero sfiorato prima i miei vestiti, lacerandoli, quindi la cotta di magliaCotta di Maglia Inferiore [Protezione]
    Indossabile sotto dei vestiti, questa leggera cotta di maglia costituita da sottili anelli di ferro intrecciati ricopre e protegge il busto e gli arti superiori.
    Tipo: Protezione-Supporto
    Dimensione: Grande
    Quantità: 1
    (Potenza: 30 | Durezza: 3 | Crediti: 135)
    si sarebbe contrapposta alla loro violenza, e alla fine raggiunsero il mio corpo, trovando però solo acqua Abilità Comuni dei Portatori Anatomia Liquida: L'utilizzatore può manipolare l'acqua del proprio organismo. I danni verranno percepiti come un qualsiasi altra persona: l'utilizzatore può convertire uno status Leggero un danno ½ Leggero alla vitalità, uno status Medio in danno Leggero, uno status Grave in Medioleggera; sono esclusi avvelenamento e Condizioni fisiche Gravi. Non può subire Rotture o amputazioni. I danni subiti dall'organismo si suddividono equamente in ogni zona dell'organismo, testa esclusa. Se Liquefatto, Reidratato, colpito oppure se utilizzato Passo Liquido, l'utilizzatore ottiene un bonus in Percezione. L'utilizzatore deve bere dell'acqua una volta ogni ora, altrimenti è Intorpidito. Ogni round di permanenza in acqua, rigenera gratuitamente i danni subiti di 1 ferita; non rigenera la Vitalità ma solo il danno subito.
    Liquefare: L'utilizzatore può Liquefare il proprio corpo per uno slot azione/tecnica, riducendo i danni subiti, non cura danni accumulati precedentemente. Può ridurre i danni subiti da un'offensiva di ½ Leggera ogni consumo ¼ Basso impiegato. L'utilizzatore può Liquefarsi ulteriormente, aumentando il limite massimo di riduzione dei danni di 1,5 volte; la zona colpita sarà deformata ed avrà un malus di 1 tacca in Forza ogni ½ Leggera sopra il limite, l'utilizzatore dovrà Reidratare la zona colpita per eliminare il malus. L'utilizzatore può anche liquefarsi del tutto, divenendo del tutto liquido: non subirà danni e non potrà attaccare, è considerata difesa totale: il round terminerà una volta Reidratato, richiede un consumo MedioBasso ed uno slot difesa/tecnica.
    Reidratare: L’utilizzatore può Reidratare. Se reidrata una zona normale, per ogni consumo ¼ Basso essa ottiene un bonus di 2 tacche in Forza se usata in attacco, in Resistenza se usata in difesa. Se Reidratate le zone deformate esse torneranno normali, richiede slot azione/tecnica ed un consumo ¼ Basso ogni tacca di malus. Se Reidratato l’intero corpo dopo una liquefazione totale, l’utilizzatore tornerà solido, richiede uno slot azione/tecnica senza consumo di chakra. Le zone deformate o il corpo liquefatto saranno reidratati gratuitamente al termine del round successivo la liquefazione.
    ad aspettarli. [S&M - Slot Difesa II] Nel momento stesso in cui questi avrebbero cercato di troncarmi di netto il braccio, il mio braccio sinistro avrebbe impugnato il fuuma kunai [Slot Gratuito Istantaneo] e, con un grande uso del chakra, avrei portato un terribile colpo discendente che mirava a far conficcare la lama direttamente nel muso coperto dalla maschera del lupo o, in caso di impossibilità, in una parte qualsiasi del corpo dell'animale. La lama divenne lucida quando concentrai chakra nel suo interno, rendendola capace di penetrare affondo ogni tipo di pelle. [Haki] Bagliore - Hirameki
    Arte: L'utilizzatore può aumentare la potenza necessaria per distruggere l'arma di 10 per un round. La base della lama dell'arma assumerà un colore nero lucido, che sfuma man mano che si allontana dalla base stessa.
    (Consumo: Basso)
    [Da genin in su]

    Attacco Doppio - Nigiri
    Arte: L'utilizzatore può provocare gravi ferite attaccando con la spada, se su questa è stato applicato Hirameki: causa Ferite Profonde alla ferita.
    (Consumo: Basso a colpo)
    [Da genin in su]
    [S&M - Slot Azione I] Successe però qualcosa che non mi aspettavo minimamente quanto gli artigli toccarono il mio corpo: il primo colpo venne assorbito quasi senza alcun sforzo, ma nel momento stesso in cui gli artigli superavano quel che doveva essere la mia pelle, sentii espandersi per il mio corpo una potente scossa elettrica.
    « Che diavolo fa?! » Digrignai i denti per il dolore imprevisto, sebbene il mio fantastico corpo riuscì a distribuire immediatamente i danni in tutto l'organismo e a riparare gli eventuali danni che quella scossa elettrica avrebbe potuto avere sul mio braccio. [Ferita MedioLeggera] « Meika, non farti colpire assolutamente! » Non sapevo che genere di arte era quella, ma riusciva ad unire i terribili colpi fisici di quelle bestie selvagge con una specie di arte magica a contatto.

    Non avevo tempo per pensare però, visto che anche l'Eremita decise di entrare in scena, e lo fece col botto. Un artiglio di ghiaccio, rapidissimo, trafisse il mio secondo clone, che in un lampo divenne di nuovo acqua. « Bastardo! Dammi un minuto e sono da te. » Dovevo prima occuparmi dei due grandi lupi. Con il braccio sinistro che ancora impugnava il fuuma kunai, presi con il destro un kunai dal mio cosciale, impugnandolo con la lama rivolta verso l'esterno. Rapidamente, con un veloce gioco di polso, cambiai impugnatura anche al fuuma kunai, che sarebbe stato preso, anch'esso, con la lama rivolta verso l'esterno, sebbene rivolta ancora verso il basso. A quel mi piegai leggermente sulle gambe, caricandole, e incominciai a fare perno sull'avampiede della gamba destra, girando su me stesso, diretto verso la parte posteriore del busto dell'animale. Avrei sfruttato entrambe le mie braccia e le rispettive lame per portare una terribile serie di attacchi roteatori. Avrei fatto forza sulla gamba caricata ed avrei incominciato così un rapido giro su me stesso, con le braccia leggermente piegate, così da non far conficcare le lame nella pelliccia dell'animale. Il primo braccio che avrebbe colpito sarebbe stato quello più vicino, il destro, e il kunai avrebbe cercato di tagliare la carne dell'animale per quanto più tempo possibile, la seconda lama sarebbe arrivata al termine o quasi del movimento antiorario, e avrebbe intaccato in modo del tutto speculare al primo attacco la carne del lupo, solo che la lama del fuuma kunai avrebbe colpito il bersaglio iniziando dalla punta stessa della spada. Al termine della rotazione su me stesso sarei riuscito ad effettuare un duplice colpo. [Slot Azione II - Attacco Doppio] La rotazione non sarebbe terminata in quel modo, avrei tentato un movimento molto avventato, ma che speravo mi avrebbe ripagato non solo in termini di spettacolarità.
    Se fossi morto nessuno l'avrebbe potuto raccontare.
    Mi lasciai trasportare, come sempre, dall'intuito, dalle emozioni, dalle sensazioni e, un pò, anche dal caso del momento. Ancora con il peso sull'avampiede, e sfruttando la potenza cinetica del movimento rotatorio, avrei spinto violentemente il terreno con la gamba d'appoggio, sbilanciandomi con il peso verso il lupo. Avrei roteato ancora su me stesso, ma questa volta sarei passato sopra il lupo. Il primo braccio a colpire, senza un bersaglio preciso, la sagoma intera del lupo sarebbe andata bene, sarebbe stato ancora una volta, per forza di cose, il destro con relativo kunai, che, sia se avesse trovato la carne del lupo sia che avesse mancato il bersaglio, sarebbe stato lasciato cadere a terra indisturbato, mentre il sinistro, che avrebbe terminato la rotazione aerea, avrebbe cercato di colpire il corpo del lupo, sì, ma con una specie di traiettoria ascendente diagonale - a causa della giravolta aerea - che avrebbe permesso alla lama del fuuma kunai di conficcarsi, di punta, nel ventre destro del lupo. [Slot Azione III - Attacco Doppio + Slot Movimento Gratuito] Sarei atterrato prima sul piede sinistro, quindi subito dopo sarebbe arrivato il destro, lasciandomi come cascare sulle ginocchia per scaricare il peso verso il terreno ed evitare, in questo modo, una perdita eccessiva di equilibrio. Per entrambi gli attacchi rotatori, la lama del fuuma kunai sarebbe stata ancora intrisa del mio chakra, in modo da rendere ancora più pericolosi i miei colpi. [Haki] Attacco Doppio - Nigiri
    Arte: L'utilizzatore può provocare gravi ferite attaccando con la spada, se su questa è stato applicato Hirameki: causa Ferite Profonde alla ferita.
    (Consumo: Basso a colpo)
    [Da genin in su]


    Se il lupo sarebbe stato ancora in grado di muoversi, avrei terminato la mia offensiva nel modo più brutale possibile, con una delle tecniche più rinomate del mio clan. Quasi all'altezza dell'animale, mi sarei piegato completamente sulle ginocchia, e con il braccio destro ben teso, il cui pugno già imitava le fattezze di una fanciullesca pistola, avrei mirato ancora al busto dell'animale, in particolare alla parte superiore, nel punto in cui iniziava la muscolatura delle grosse zampe anteriori dell'animale. « Prendi questo! » Dalla punta del mio indice e del medio, un piccolo per quanto concentrato proiettile d'acqua sarebbe partito, velocissimo, verso il lupo dal pelo bianco. [Slot Tecnica Avanzata]
    Pistola d'Acqua - Mizudeppou no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può emettere dalle dita della mano, dopo aver imitato con queste la forma di una pistola, un potente proiettile d'acqua che perfora qualsiasi difesa con valore di durezza almeno pari la capacità di penetrazione. La potenza è pari a 30, la Velocità e pari alla Forza dell'utilizzatore ed ha gittata massima pari 15 metri.
    Tipo: Ninjutsu - Ninjutsu - Suiton
    (Livello: 4 / Consumo: MedioAlto - Mantenimento: null)
    [Capacità di Penetrazione: 1 ogni livello di tecnica speciale]
    [Richiede Corpo Liquido I]

    [Da genin in su]

    Tecnica Economica [2]
    Talento: L'utilizzatore può eseguire la tecnica avanzata risparmiando il 25% del consumo d'attivazione; può essere utilizzata 1 volta ogni 2 round. Alternativamente è possibile risparmiare il 50% del consumo d'attivazione; può essere utilizzata 1 volta ogni 3 round. Non è possibile sfruttare altre abilità 'Talento' in combinazione.
    Se invece l'animale sarebbe stato messo fuori gioco dai miei attacchi conseguenziali, il bersaglio della mia tecnica sarebbe stato il secondo lupo, quello che aveva distrutto il mio primo clone. Il proiettile, in questo caso, avrebbe mirato frontalmente all'animale, proprio a colpirlo sul muso coperto dalla strana maschera.

    Al termine di questo movimento, avrei ritratto, in entrambi i casi, il braccio destro, e, facendo perno sulle gambe piegate, avrei effettuato un piccolo balzello verso quello che era il grosso artiglio di ghiaccio che aveva distrutto il mio secondo clone e che ora separava me da Meika, portando il fuuma kunai dal braccio sinistro a quello destro, con la lama rivolta verso l'alto e in posizione di guardia. [Slot Movimento Gratuito]

    « Meika! Tutto bene!? Non puoi capire che ti sei persa! Poi te lo faccio rivedere! »
    Incorreggibile, anche di fronte alla morte.


     
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    Il secondo custode solitario di Genosha



    L'eremita non aveva prestato orecchio alle parole dei ninja. Troppo spesso prima di una lotta le nuove generazioni davano aria alla bocca, come se servisse a cambiare l'immediato futuro; e lui non faceva parte delle nuove generazioni.
    Quando i lupi si avventarono contro i giovani, non li colsero di sorpresa, trovando un gruppo di combattenti pronti alla lotta, anche se ancora acerbi alla durezza del combattimento contro chi da più di loro viveva per questo, ma dettero comunque del filo da torcere; il clone d'acqua venne distrutto, e Meika fu attaccata dal lupo Acqua, la quale riuscì a difendersi egregiamente, usando come arma le sue illusioni, nelle quali caddero tutti i lupi, che si voltarono verso la ragazza, Eremita compreso. La chiamata della giovane riuscì ad attirare l'attenzione di tutti i presenti, bloccando il campo visivo di tutti in un'era glaciale; anche se forse, data l'ambientazione, un'illusione differente avrebbe avuto più effetto, aveva scelto di bloccare la mente dei nemici in un luogo nel quale loro stessi vivevano; il ghiaccio era la normale vita di queste creature, ma servì comunque a rallentare i nemici, i quali furono più propensi a subire i colpi successivi della squadra della nebbia.
    Il lupo acqua venne ferito non solo dalla lama, che sembrò conficcarsi nel pelo, ma venne colpito anche da altri 5 shuriken di grandi dimensioni, creati dalla ninja della nebbia, i quali rotearono verso la bestia, colpendolo da ogni direzione e conficcandosi nelle sue carni per parecchi centimetri, concludendo l'attacco con un grosso sasso, che andò a schiacciare la sua testa, coprendola totalmente. Fuori uno. Il corpo del lupo con tutte le lame illusorie conficcate, e la testa schiacciata, giaceva a terra.
    Altrove, il lupo elettrico aveva attaccato l'Hozuki, scoprendo la sua capacità di trasformarsi in acqua, ma riuscendo comunque a mettere a segno qualche ferita, soprattutto grazie al potere elettrico di zanne e artigli. Il ninja approfittò del suo vantaggio fisico per farsi colpire dal lupo e contrattaccare, trasformandosi in una trottola umana che colpì ripetutamente il lupo, mettendo a segno ogni colpo, e chiudendo in bellezza vibrando un proiettile d'acqua verso il lupo ghiaccio, che si trovava lì vicino, il quale, voltandosi verso Akira, venne colpito dal proiettile direttamente all'altezza del cuore, stramazzando a terra. Fuori due e fuori tre.

    [...]

    L'eremita dal canto suo, che fosse ancora sotto l'influsso dell'illusione di Meika non era chiaro, non si preoccupò troppo dei ninja che aveva davanti, restò in silenzio, ad osservare, per tutta la durata del combattimento, dopo aver demolito il clone d'acqua di Akira. Ma improvvisamente, il suo sguardo si fece più sicuro. I tre lupi fermi a terra, divennero rapidamente acqua, squagliandosi nella neve, rivelando la loro natura di semplici servitori. Copie? O Semplici creature nate dal chakra dell'uomo che avevano davanti? La verità era ignota.
    L'uomo si alzò in piedi, il vento iniziò a soffiare furiosamente, la neve era così ghiacciata e tagliente da fare a pezzi la pelle non abituata a quel clima, e dalla neve accanto all'uomo, si formò qualcosa. Prese forma nel vento una figura sempre più grande, una sorta di canide. Un canide alto circa 3 metri, con due teste. Un lupo dei ghiacci dello stesso tipo di quelli appena affrontati, ma molto, molto più grosso.
    Fu in quel momento che l'ira dell'eremita divenne così forte da sembrare densa, e Genosha stessa sembrava rivoltarsi contro i ninja che l'avevano violata, e un uomo seminudo, seguito da uno altrettanto seminudo, con un lupo sotto braccio, entrarono in scena volando.
    Dalla boscaglia poco più avanti, una figura non proprio leggiadra e non proprio ignota, fece la sua comparsa, letteralmente volando, in salto, con una gamba tesa e il piede a martello, una pipa tra i denti, e un grosso lupo bianco tenuto sotto l'ascella sinistra, con la pura forza del bicipite; dato che il braccio destro era visibilmente mozzato. Samoru. Proprio lui.

    Il marinaio arrivò come una scheggia diretto contro il canide gargantuesco, colpendolo al fianco con il calcio con cui era arrivato [Entrata Dinamica] Sbalzando il lupo colossale per una buona ventina di metri, prima che questo volasse giù dalla scarpata senza troppi complimenti. Subito dopo aver messo la gamba buona a terra, una rapida piroetta, e vibrò il corpo del lupo bianco diretto addosso all'eremita, che preso alla sprovvista, venne colpito in faccia, e come in un incontro di boxe, quando si subisce un diretto, quasi perse i sensi, e sbavando cadde a terra. L'uomo che aveva seguito Samoru, camminando dal bosco, arrivò in quel momento, e chiuse la questione, con una possente bastonata in faccia all'eremita, che ormai praticamente balbettava e sbavava per il colpo ricevuto. Quindi stramazzò a terra svenuto. Il vento cessò, e il sole si fece strada sulla landa ghiacciata.

    Samoru notò i ninja e li accolse come suo solito, come se nulla fosse successo.
    Samoru - AHAHAHAHAHHAHA Ragazzi siete voi ! Anche voi siete passati dal versante ovest come me evitando quella brutta scarpata, usando le numerose insenature di geyser naturali come riscaldamento per la notte? Come avete fatto ad arrivare prima di me? -
    Evidentemente il marinaio aveva scordato di riferire ai ninja, che a ovest rispetto alla riva dove erano arrivati, c'era un percorso caldo e sicuro per raggiungere quella zona. Egli aveva numerose ferite sul corpo, compresa quella, piuttosto profonda, di un morso sulla spalla.
    Samoru - Il cagnaccio di questo ubriacone mi ha quasi fatto il solletico. AHAHAHHAHAHHAHAH. Come state? -



    Lo strano tipo invece, che addosso non aveva praticamente che pochi stracci, e una grossa e vistosa maschera da sciamano sulla testa, si piego sui nudi piedi, e spostò il cappuccio dell'eremita, rivelando dietro la sua testa, una vistosa scheggia romboidale color petrolio, conficcata nella testa dell'uomo.
    La afferrò con forza e la estrasse dalla pelle all'altezza della nuca, per circa un centimetro. Immediatamente, l'eremita riprese i sensi, e aiutato dal suo salvatore, si mise a sedere sulla neve, aveva un'espressione a metà tra il dolorante e il confuso.
    Eremita - Ma...cosa mi è successo...ouch la testa...devo essere caduto di nuovo su uno di quei maledetti sassi. -
    Quindi il tipo mascherato, lo aiutò ad alzarsi, e si rivolse ai presenti, ninja compresi:
    Tipo misterioso - Salve, dovremmo entrare tutti al caldo, prima che vi prendiate un brutto raffreddore. -
    Indicando il rifugio davanti a loro. La situazione era tragicomica.
     
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  5. -Meika
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    Le Nuove Sette Spade

    Inaspettare (re)incontri.





    Stavamo combattendo contro un nemico che non potevamo battere. Fu quello il mio pensiero quando, nonostante la sconfitta dei lupi. Il nemico che il Fato (sotto l'amabile forma del Mizukage) ci aveva messo di fronte sembrava essere oltre qualsiasi nostra possibilità. Feci un profondo respiro, strinsi le dita attorno al manico del Sai e feci un passo verso Akira che - in tutta risposta - fece una battuta riguardo ciò che aveva appena fatto. Cercai di sentirmi oltraggiata... ma non ci riuscii. Anzi, risi. Una risata nervosa, ma sincera, che durò il tempo di essere soffocata da una folata di vento così gelido da spezzarmi il fiato. Istintivamente mi avvicinai ad Akira, cercando riparo vicino lui dalla tormenta. Misi le mani avanti al viso ed in mezzo al ghiaccio potei vedere ancora una volta uno spettacolo degno dei Kami che fino a quel momento non avevano fatto altro che irriderci. Akira... Dissi allora, senza sapere che fare, senza più soluzioni ed assi nella manica. Cercai con le dita il braccio del ragazzo, lo strinsi, ed attesi che accadesse qualcosa. Qualsiasi cosa, purché quel freddo e quel dolore cessassero.


    E cessarono. Improvvisamente com'erano giunti, sparirono. Il freddo, i lupi e la certezza di una immeritata fine imminente. Avevo gli occhi chiusi per cui poter soltanto udire in un primo momento il suono di un colpo poderoso che mi fece alzare le palpebre immediatamente. Il lupo colossale fu fatto volar via con gran facilità dal vecchio grosso marinaio che poi lanciò il lupo che teneva sotto braccio (povero lupo) contro l'Eremita a piena velocità. Un botto incredibile, che mi fece sussultare per un istante. Ma Samoru non era solo... un altro era giunto con lui e di sorpresa colpì l'Eremita con una violenta bastonata in testa che quasi mi costrinse a distogliere il viso. Era finita? L'Eremita era stato sconfitto? Non ne avevo idea, ma finii col tirare un lungo e sincero sospiro di sollievo. Samoru... cosa.. chi è lui? Domandai, in preda ad una certa confusione. Samoru era allegro come sempre... troppo. E quando parlò di insenature di geyser per riscaldarsi la notte aprii la bocca appena sorpresa, senza sapere che dire. Mi voltai verso Akira, con un'espressione da cucciolo ferito nell'anima. Ma ti è venuto mai in mente di controllare la strada ad ovest? Domandai, quasi sconsolata. Dunque tornai a rivolgermi a Samoru. Stiamo bene, vivi, infreddoliti, ma vivi.


    Mentre parlavo l'altro strano individuo si avvicinò all'Eremita. Non guardai ciò che faceva, ero distratta da Samoru ma riuscii a cogliere quasi di sfuggita l'attimo in cui gli trasse una specie di sasso dal cranio. Quello deve aver fatto male... comunque sì, inizio a congelare. E tu come mai non sei già morto nudo come sei? Domandai, alquanto basita. Sulla strada per il rifugio però mi rivolsi ad Akira. Camminava bene, tutto sommato, ma era sempre difficile con un Hozuki valutare l'effettiva entità delle ferite. Stai bene? Uno di quei lupi credo ti abbia colpito... Ovviamente avrebbe detto "sì" ed avrebbe fatto una battuta. Finché non stramazzava al suolo non avrebbe mai ammesso di aver bisogno delle mie cure. Come al solito.
     
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    Le Nuove Sette Spade

    Una serie di strampalati incontri


    I miei attacchi acrobatici colpirono ripetutamente il corpo del lupo, che stramazzò a terra ancora prima di concludere la mia giravolta finale.
    Il proiettile acquatico fu così lanciato verso il secondo lupo, e questo penetrò la carne muscolosa dell'animale, che seguì praticamente immediatamente il suo fratello, forse in maniera meno dolorosa. Il mio primo pensiero, dopo aver sentito il rumore tonfo della carcassa stramazzare sulla neve, fu assicurarmi che Meika stesse bene. Quando mi girai notai però, con estremo piacere, che il lupo che l'aveva attaccata era inerte come gli altri due, con l'unica differenza che non sembrava avere ferite visibili. « Ben fatto! Tutto bene? Con cosa l'hai fatto svenire? Una balena caduta dal cielo? » Poteva essere sicuramente un'idea, neanche troppo lontana dalla realtà, almeno in linea di principio.
    Adesso però sarebbe arrivato il difficile. Con ancora il fuuma knai ben stretto nelle mani, mi posizionai per contrastare l'eremita che ancora si ergeva davanti a noi. Solo che successe quello che non credevo possibile.
    Le carcasse dei lupi si sciolsero come neve al solo, lasciando al loro posto solo acqua. « Che diavolo! Erano dei cloni?! » Pensai subito ad una tecnica simile alla mia moltiplicazione acquatica, ma il vento non mi lasciò pensare ad altro.
    La furia dell'eremita di Genosha esplose, e come un turbine di ghiaccio il vento ci avvolse. Meika si era avvicinata vicino a me, aveva trovato il mio braccio con le dita, stava stringendo, ed io cercai solo di frappormi tra lei e il vento. « Resta dietro di me... » Non mi credevo capace di fermare quell'ondata di odio e gelo, ma forse potevo proteggere Meika. Potevo difenderla dal vento, e forse permettergli di scappare da ciò che era apparso dinanzi a noi. Un enorme lupo a due teste, alto più di tre metri, aveva preso come vita dalla neve dinanzi a noi, opera della furia cieca dell'eremita.
    Nulla avrei potuto contro quell'immondo essere. I due lupi, per quanto eliminati velocemente, erano avversari più che ostici, e quel lupo doveva esserlo ancora di più, mentre l'ira gelida del folle non pareva potesse essere fermata da alcuna parola.
    Qualcosa, però, accadde. Dalla foresta al nostro lato, fecero rapido ingresso in scena due individui. Entrambi erano strambi oltre ogni dire, ma uno dei due era una nostra vecchia conoscenza. « Vecchio marinaio da due soldi che non sei altro! » Samoru, seguito da uno strano individuo dalle fattezze e sembianze prettamente indigene, colpì violentemente l'enorme lupo a due teste, gettandolo negli abissi del precipizio. Nell'unico braccio del vecchio, almeno finché non lo scagliò contro l'eremita, c'era il cadavere di un lupo bianco. La carcassa colpì in pieno il volto del folle uomo, mandandolo quasi a tappeto, cosa che però fece ben presto lo strano compagno del vecchio marinaio, colpendolo in pieno volto con il suo bastone.
    L'eremita strapazzò al suolo, ed il vento gelido terminò insieme alla sua furia.

    Gli eventi si era susseguiti così velocemente che non mi avevano lasciato il tempo per fare alcunché. Per fortuna tutto sembro finire per il meglio.
    Tranne per il fatto che esisteva una strada con calde fonti termali e senza pericolo alcuno. « Dannato ubriacone! » Sbottai. « Se non ci avessi appena salvato da morte certa te le darei! » Il mio viso tradiva le mie parole. « Esisteva un percorso del genere e non ci hai detto niente?! » Incominciai a ridere, contento di rivedere quello strambo uomo, a cui però dovevo la mia vita. Per ben due volte. « Meika... » Strizzai l'occhio. « Già so che mi proporrai di fare questa strada al ritorno... Io, in condizioni normali, ti direi di no... Abbiamo una missione, non dobbiamo farci prendere dalle emozioni, le solite cose... Ma, giusto perché insisterai, ti dico già da adesso di sì! » Sfruttai il fatto che stesse stringendo ancora il mio braccio per prenderla sotto braccio, mentre rinfoderavo il fuuma kunai. « Noi stiamo bene! Tu piuttosto! Hai un dannato braccio mozzato! » Esclamai, a metà tra l'allarmata e il divertito per il modo di fare del vecchio. « Meika, controlla quella ferita... » Non volevo che il nostro benefattore morisse per qualche genere di infezione in quel luogo tetro e ostile.

    Nel frattempo, lo strano uomo coperto solo da stracci e una pittoresca maschera, stava estraendo un oggetto scuro dal capo dell'eremita, il quale sembrò riprendersi immediatamente dai colpi subiti, sebbene ancora evidentemente intontito per i vari attacchi. L'uomo che si sedette sulla neve però era ben diverso dal folle eremita che ci aveva attaccato solo pochi minuti prima, ed infatti, dopo aver balbettato qualche parola, venne rimesso in piedi dall'individuo misterioso. « Ok, non ci sto capendo niente. » Esclamai, con quasi razionale semplicità. Alzai l'indice della mano destra, a rappresentare simbolicamente il numero uno. « Uno, e più importante: perché avevi un sasso conficcato in testa? Due... » Seguii con i gesti le parole, alzando di conseguenza il dito medio. « Perché non stai dando più di matto? » In successione l'anulare. « Tre: chi diavolo sei e perché vai in giro nudo con questo freddo? » Mi rivolsi, questa volta, all'uomo seminudo, al quale seguì un attimo di silenzio prima di continuare. « Però hai ragione, entriamo prima nel rifugio. Qui fuori si gela! » Esclamai, mentre andavo a recuperare l'otre da ciò che restava del mio clone, trafitto dall'artiglio di ghiaccio. Bevvi a volontà più di metà dell'otre, passando ciò che restava a Meika, la quale si stava preoccupando per me e per le mie ferite. Sorrisi dolcemente. « Stai tranquilla... Niente di grave, veramente! Mi ero fatto colpire apposta, ma non mi aspettavo un colpo del genere... » Gli scompigliai i capelli, già arruffati dal vento. « Non sverrò tra le tue braccia! »
    Almeno non questa volta.

     
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    I tesori dell'isola di ghiaccio



    La prima a rivolgersi al marinaio fu Meika, con una espressione quasi sconsolata, più che altro per le rivelazioni di quest'ultimo. Chiese a Samoru chi fosse il suo accompagnatore, cosa ripetuta anche da Akira, quindi egli si apprestò a rispondere.
    Samoru - Oh questo? E' Sanjuro! E' lui l'uomo che avreste dovuto incontrare, il Mizukage non vi ha detto niente? -
    Disse, estraendo da una tasca delle sue enormi mutande, un foglio spiegazzato, rassomigliante una mappa. Lo aprì e lo consegnò alla ragazza. Si. Era proprio una mappa abbozzata di Genosha; Meika avrebbe potuto chiaramente distinguere la calligrafia di Itai.
    Samoru - Penso di essermi scordato di darvi questa durante il nostro arrivo, c'era segnato il punto di incontro, vicino alla grande palude a ovest, lì avreste dovuto incontrarlo, infatti vi abbiamo aspettato per circa un giorno, poi ci siamo incamminati verso il rifugio del nostro amico fabbro nella speranza di trovarvi, ma di nuovo uno dei suoi lupi ci ha attaccato, quindi abbiamo compreso che il nostro amico doveva avere qualche problema. -
    Akira dal canto suo, accolse il marinaio come si fa con un amico scapestrato, quasi pronto a saltargli addosso e riempirlo di mazzate; lamentandosi della sua omertà riguardo il percorso alternativo non utilizzato dai ninja. Samoru assunse una espressione bonaria, quasi fosse sulle nuvole, e chiese:
    Samoru - Pensavo lo sapeste! Il Mizukage non vi ha detto cosa dovevate fare? Forse a causa del viaggio troppo rilassante vi siete scordati ahahahahahhahahah. -
    Inutile perderci troppo tempo, era proprio un idiota. Ma un idiota dall'animo gentile e dal coraggio di marmo, tanto che ogni problema o pericolo, nemmeno davano preoccupazioni al menomato lupo di mare.
    Entrarono nel rifugio, e Samoru servì loro una cioccolata calda a testa, mentre lo strano tipo, Sanjuro, medicava la testa dell'eremita con quella che sembrava una spilla e un filo interdentale artigianale. Nulla di igienico.
    Il marinaio si distese su uno dei divani con una bottiglia di Rhum in mano, e iniziò a gorgogliare, come se stesse per russare, mentre lo sciamano, si rivolse ai ragazzi, spiegando loro la situazione, ora che il rifugio li stava proteggendo dal freddo; essendo una grossa capanna di legno ben coibentata, con tanto di attrezzi da fabbro e una forgia accesa, che donava un torpore particolarmente piacevole ai presenti.
    Sanjuro - Perdonate il nostro maldestro guardiano, non intendeva attaccarvi. -
    L'eremita, con gli occhi bassi, annuì, chiaramente in imbarazzo.
    Eremita - Ecco io, si mi dispiace, stavo preparando alcuni dei metalli per voi, e sono scivolato su una buccia di pera che avevo fatto cadere a terra, sbattendo la testa su un frammento di Rombo delle Ombre, che mi ha reso aggressivo. -
    La spiegazione meno chiara e più assurda che i ninja avrebbero sentito quel giorno. Ma secondo l'uomo filava, e oltretutto era la verità.
    Una volta finito con la medicazione, lo sciamano aprì un mobiletto, e tirò fuori una alla volta, sei scatolette, tutte grandi più o meno come un piccolo cocomero, coperte di scritte, simboli e sigilli, e le pose sul tavolo davanti ai ninja, rispondendo alla domanda fatta pochi istanti prima da Akira.

    Sanjuro - Vado in giro nudo perchè ho caldo, per cosa altro sennò? - L'eremita annuì alla seconda spiegazione più assurda della giornata.
    Lo sciamano prese quindi una settima scatoletta, aperta, e la pose vicina alle altre, quindi iniziò ad aprirle tutte, una alla volta. Ogni contenitore rivelù un singolo particolare oggetto, alcuni in forma di pietra stondata, altri in forma di barra, altri in forma di polvere. Quindi tirò fuori da sotto la sua maschera un altro piccolo sasso, sembrava una sorta di gioiello grande come un mandarino, leggermente bluastro, e lo pose nella scatola vuota.
    Sanjuro - E con questo, sono sette, compreso quello che ho tirato fuori dalla testa del guardiano. Perdonate la poca attenzione che vi ho dato, il mio nome è Sanjuro, e come Samoru e Emoji, il fabbro eremita, sono uno dei tre guardiani di Genosha. Non ci sono molti uomini che vivono in questo luogo, e dal momento che è sacro a Kiri, e contiene molto più che semplice ghiaccio, molti anni fa fu deciso di metterci delle guardie. Il vostro cicerone, - Disse indicando Samoru che ora russava allegramente - Samoru, è la guardia delle Maree; non troverete un marinaio più esperto e coraggioso di lui in tutto il paese dell'acqua, ve lo garantisco, anche se ormai è molto più esperto di bottiglie che di flutti. Emoji invece è il formidabile fabbro di guardia alle distese innevate; è stato lui a prepararvi i metalli richiesti dal Mizukage, il quale molto gentilmente ci ha informati troppo poco tempo fa del vostro arrivo, obbligandoci a una fretta che come avete visto, non ha fatto bene al povero eremita. Io invece sono stato " relegato " nella palude sotterranea a Ovest, qualche anno fa, dalla Mizukage Tsunade. -
    Dal tono dell'uomo, i ninja avrebbero forse potuto notare come avesse voluto tagliare corto, tralasciando molti dettagli sulla sua presenza nell'isola di ghiaccio. Lo sciamano si tolse quindi la maschera, appoggiandola sul tavolo, rivelando sia un volto più vecchio del previsto rispetto al suo fisico, circa 30-35 anni, sia una elevata quantità di sigilli e simboli impressi su tutto il suo cranio e sul collo, come tatuaggi.
    Sulla testa una fitta serie di capelli corti color argento, e degli occhi bianchi come la neve.

    Sanjuro - Torniamo a noi ! Voi siete qui per questi se non sbaglio: lo scoglio granitico, la roccia vulcanica di fondale, il sasso corallino, il ferro grigio di Genosha, l'acciaio pietroso, il rombo delle ombre, e l'ultimo, appena portato, l'acquazzurra. Ovviamente nessuno di noi qui ha la minima idea di come lavorarli; Emoji ha potuto solo prepararli dando ad alcuni una forma adatta al trasporto, ma questi sono i 7 tesori di Genosha, minerali trovabili solo qui, e per lavorarli servono qualità che noi non conosciamo. In passato le 7 spade di Kiri sono state forgiate da questi stessi materiali, ma il nome di chi sia stato a farlo è andato perso nel tempo. Spero che il Mizukage sappia come fare, altrimenti avrà tra le mani solo 7 sassi, rari e belli, ma assolutamente inutili. Restate qui quanto volete a riposare, domani ripartiremo per la Nebbia, vengo anche io con voi, ho alcune faccende da discutere col Mizukage. -

    I ninja avrebbero potuto riprendere fiato, mangiare e bere; il giorno successivo avrebbero disceso il lato ovest dell'isola, passando da una piccola ma fitta foresta, le cui piante sembravano quasi assurde per il clima artico di Genosha, e sarebbero arrivati alla riva di una piccola insenatura; con un pontile e una imbarcazione molto simile a quella che li aveva portati all'isola del ghiaccio, pronti a ripartire alla volta di casa.
     
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    Le Nuove Sette Spade

    Epilogo






    Quella era la sagra della follia, servita profusamente i pietanze varie. In quegli ultimi giorni avevo visto così spesso la morte in faccia e più volte mi ero sentita così sperduta contro la forza della natura che faticavo ad accettare l'idea che tutto ciò che era accaduto fosse stato frutto di una serie interminabile di incidenti e dimenticanze lo rendeva particolarmente arduo da digerire. Feci un lungo, profondissimo sospiro nel vano tentativo di calmare i miei nervi. Non fosse stato perfettamente inutile (le mie dita si sarebbero spezzate contro il collo dell'uomo) avrei cercato di strozzare Samoru. Era un gentile idiota, ma sopratutto idiota. Perché non aveva ben chiaro per quante volte io ed Akira eravamo sfuggiti alla morte per un soffio. Rimanere senza cibo ed un tetto sulla testa a Genosha era di per se una sentenza di morte spesso usata nel passato e noi avevamo avuto il piacere di sperimentare cosa provavano i prigionieri di quell'isola infernale. Non... so... scossi il capo, sconsolata, mentre Akira mi prendeva sotto braccio diretti verso il rifugio. Mi adagiai appena contro di lui, stanca, sebbene il mio fisico fosse ancora lontano dall'esaurimento. Era stanchezza mentale, quella dolce sensazione che sopraggiungeva quando lo stato d'allerta cessa e giunge insieme alla consapevolezza di avercela fatta. Akira alla mia richiesta di cure, ovviamente, fece una battuta e mi scompigliò i capelli. Gonfiai appena le guance, in una specie di faccia buffa, ma alla fine mi lasciai andare in una risatina. Non mi aspettavo altro, ma ci ho provato... dentro sistemerò tutti.


    Dentro il rifugio ebbi la splendida sensazione di calore. Non il calore forte del fuoco, che ti riscaldava solo nelle parti rivolte verso esso quasi dolorosamente, ma quella calda ed avvolgente sensazione di pace che solo quattro mura potevano regalare. Prima di rilassarmi però offrii sia all'Eremita che a Samoru di curare le loro ferite e se avessero acconsentito mi sarei avvicinata avvicinando le mani prima a Samoru, poi all'Eremita, sfruttando la tecnica delle Mani Curative per richiudere quei tagli. Ci sarebbe voluto un po' di tempo e chakra, ma a quel punto potevo permettermi questo ed altro. Non eravamo più in pericolo di vita. L'Eremita, ripresosi, ci diede una spiegazione riguardo l'accaduto ed io rimasi per un attimo imbambolata, sbattendo le palpebre. Cioè... tutto ciò che è successo è stato colpa di una buccia di pera? Dissi, con la voce tremante di chi è sull'orlo di una crisi isterica. ... Ok. E rimasi in silenzio, senza dire altro, semplicemente sedendomi di fianco ad Akira. Una mia mano cercò il suo braccio e poté notare che all'improvviso avevo acquisito la forza di mille e più uomini forti quanto Samoru: di certo litigare con quel trio non serviva a nulla, così la mia frustrazione venne sfogata sul braccio di Akira... non che fossi realmente in grado di fargli male. Finalmente si spiegò come mai Samoru fosse venuto a prenderci, e chi fosse l'Eremita e gli altri due. Magra consolazione, visto che ormai il danno era stato fatto.


    Recuperato il sasso Sanjuro lo mise in una scatola insieme ad altri sei e spiegò che era il metallo che dovevamo recuperare. Sanjuro ci raccontò di come, dallo stesso metallo, furono forgiate le vecchie Sette Spade della Nebbia e disse che il Mizukage doveva trovare qualche fabbro in grado di lavorarlo. Mi strinsi nelle spalle, senza sapere bene che dire. Un'altro gruppo di shinobi è andato a prendere un fabbro, a quanto pare, davvero... uhm... leggendario. Non sapeva bene se quel termine fosse esatto, ma era tutto ciò che sapevo. Sanhuro poi espresse la sua volontò di tornare a Kiri ed io mi strinsi delle spalle come a dire "ok". Bevvi con calma la cioccolata, che mi scaldò l'anima ed il corpo ed alla fine mi sentii più esausta di quello che credessi possibile. Dunque è fatta... dissi, sbadigliando Ho bisogno di un bagno caldo. Aggiunsi, alzandomi. Avevano un modo per riscaldare l'acqua lì, no?



    La sensazione dell'acqua calda che mi lambiva il corpo era qualcosa di estasiante. Solo quando mi ero immersa in quella vasca avevo compreso quanto il mio corpo fosse affaticato e dolorante. La notte trascorsa sul terreno al termine di una giornata a dir poco faticosa (preceduta da un incredibile naufragio), poi le ore trascorse rannicchiati sotto una pelliccia d'orso contro le rocce di una caverna, sperando di non morire soffocati. La schiena doleva dolorosamente, le braccia erano quasi intorpidite a la testa sembrava essere immersa in una morsa quasi letale. Ma ero viva, Akira era vivo ed avevamo recuperato il metallo. Andava tutto bene. Rimasi lì per quasi un quarto d'ora e quando sentii l'acqua divenire tiepida mi alzai dalla vasca, asciugandomi attentamente, quasi avessi ancora paura che una volta fuori da quell'ambiente caldo qualsiasi residuo di umidità sulla mia pelle potesse trasformarsi in ghiaccio pronto a scavarmi la pelle con i suoi gelidi artigli. Mi rivestii alla bene e meglio, lavando i vestiti e lasciandoli ad asciugare per il giorno successivo. Misi una maglietta così lunga da arrivarmi alle ginocchia, che fino a quel momento avevo tenuto nascosta sotto i vari strati di vestiti più pesanti, dunque lavai come potevo i vestiti abbastanza sporchi e mi diressi diretta in camera.


    La stanza che io ed Akira dovevamo condividere era grande, ma spoglia. C'era una lunga finestra arcuata che dava sulla vastità di Genosha, un camino che ardeva quasi furiosamente ed a terra due futon di vecchia data che sembravano aver visto giorni migliori. Il tutto mi sembrò semplicemente perfetto. Dopo tutti quei giorni passati nella più totale scomodità, al freddo e con diversi pericoli climatici e non pronti ad assaltarci in qualsiasi momento due vecchi futon in una stanza calda sembravano un lusso indicibile. Akira non c'era. Distesi i vestiti come meglio potevo su una sedia, davanti al camino e presi alcuni ciocchi di legna da ardere da uno scomparto sotto di esso, gettandola nel fuoco. Dunque mi avvicinai ad uno dei futon e mi infilai sotto le coperte. Il cielo era scuro, ma la notte era lontana. E così, come succede quando il corpo e stanco ed il tempo molto, la mia mente divagò negli eventi dei giorni precedenti... e mi trovai a sorridere.


    Erano stati giorni parecchio duri. Il naufragio aveva messo a dura prova i miei nervi, poiché trovarci lì con nulla in mano avrebbe potuto portarci verso una inevitabile fine ad una incredibile velocità. Però era andato tutto bene, avevo deciso di dover agire ed ero riuscita a ripagare Akira per lo sforzo fatto durante la tempesta. Se non fossi stata con lui sarei morta e da solo lui non avrebbe avuto bisogno di sforzarsi così tanto da esaurirsi. Era stato pericoloso, difficile, ma ero stata felice di essermi presa cura di lui. Forse, il motivo per cui avevo agito così bene era stato perché non volevo che lui morisse lì, nel gelo di Genosha. Poi, nella grotta, in quelle ore in cui le due copie scavavano la nostra via verso la libertà eravamo rimasti vicini. E c'era una cosa che non riuscivo a spiegarmi: il senso di delusione quando le copie avevano scorto la superficie. Per carità, vivere mi era assai caro, eppure una parte di me desiderava rimanere lì, sotto una coperta - sebbene non proprio ortodossa -, stretta con lui a scherzare, prometterci di sopravvivere e (per lui) subire interminabili spiegazioni specifiche su come un fuoco acceso poteva ucciderci. Mi alzaii, mettendomi seduta, sentendomi bruciare la faccia in maniera quasi intollerabile. Oh bene... pensai ... serve negarlo? Sono così scema da non capire? Alla fine, probabilmente, l'unica che aveva faticato ad accorgersene ero io.






    Dopo una cena abbastanza voce, durante la quale rimasi stranamente silenziosa (non si comprendeva però, all'esterno se fossi semplicemente stanca o altro) tornai in camera, dove mi infilai dentro il futon. Akira giunse pochi istanti dopo, giacché mi ero alzata da tavola senza finire la mia porzione. Quando la porta fu richiusa rimasi a guardarlo silenziosamente, quasi di sfuggita. Quando si stava per mettere nel futon parlai. Non stare così lontano. Dissi, senza pensare. I futon erano stati "disposti" in maniera abbastanza causale nella stanza, per cui tra me e lui c'erano almeno un paio di metri. Una distanza che francamente trovavo intollerabile. Non dopo ciò che avevamo vissuto quei giorni, non dopo ciò che avevo realizzato. Una sensazione quasi dolorosa mi attanagliava lo stomaco in quel momento, perché non sapevo bene cosa fare. Parlargli? Akira era il mio più caro amico, non ero ancora disposta a inquinare la nostra relazione con un imbarazzo senza fine. Eppure cos'altro potevo fare? Quando lui fu vicino me mi voltai, distesa a pancia in giù con il viso rivolto verso di lui. La stanza era illuminata solo da una soffusa luce proveniente da una luna calante e dal fuoco che ardeva scoppiettando nel camino. Sai... Iniziai a dire, ma le parole quasi mi morirono in gola. Così feci un sospiro appena accennato, muovendomi nel mio futon fino ad avvicinarmi il più possibile a lui. Prima, nella grotta... Perché non arrossivo? Lo facevo sempre! Era il momento adatto per essere presi da accessi di rossore incontrollati, eppure nulla accadeva. In verità era l'imbarazzo a determinare quelle mie reazioni ed in quel momento era minimo e quasi assente.Quando le copie hanno trovato l'uscita, ero felice ma anche... delusa. Feci una risatina leggera. No, eh, ci tengo alla mia pelle. Però ero anche un po' triste perché sono stata davvero bene... nonostante tutta la situazione. Il rossore giunse, iniziando ad imporporare la punta delle mie orecchie. Feci scivolare una mano fuori dal futon, la posai sul viso di Akira in un gesto di affetto che non gli avevo mai riservato. Che a dire il vero, non avevo riservato mai a nessuno. Ricordi la cosa carina che dovevo dirti, lì, nella grotta? Me la sono ricordata. Dissi in un sussurro debole, ma udibile: il crepitare del fuoco non era minimamente in grado di coprire la mia voce. Mi avvicinai a lui, sporgendo la mio futon così da annullare le distanze tra noi e lasciargli un bacio tenero bacio sulle labbra, setendo il cuore quasi esplodermi in petto mentre lo faceva. Era stata forse una mossa stupida ed avventata, ma in quel momento era l'unica cosa che sentivo davvero il bisogno di fare. L'unica cosa che volessi davvero, nella maniera più assoluta e sincera, fare. Restare chiusa in una grotta con te è stata la cosa migliore che mi è capitata in questa missione. Sussurrai, prima di allontanarmi. A meno che lui non avesse deciso il contrario... avrebbe dovuto capirlo, che non mi sarei riuscita ad allontanare se mi avesse anche solo blandamente trattenuta.


     
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    Contro il freddo di Genosha.....



    Dopo i saluti riservati all'inizio della notte, i due giovani ninja si erano liberati degli abiti sporchi e bagnati, per prepararsi al riposo. Chi aveva scelto un bagno caldo, chi invece aveva iniziato a preparare i futon. L'eremita e Samoru avevano accettato le cure di Meika per ripristinare le ferite subite durante la permanenza, il primo scusandosi ulteriori volte per l'accaduto, tutto a causa di una pera, il secondo raccontando le sue avventure in mare per tutta la durata del trattamento. Quando tutti furono pronti, il gruppo si diresse nelle due stanze adibite a zona di riposo, i due ninja da soli, e i 3 guardiani in una diversa stanza. I minuti passarono, e nella stanza dei guardiani, iniziò un logorroico chiacchiericcio tra l'eremita e Samoru, i quali, privi di sonno, scelsero di iniziare a una partita a carte. La partita durò abbastanza da far terminare a Meika il suo bagno, e Sanjuro, stanco per la camminata, sperava ora di riuscire a dormire, dato che i due anziani, come li chiamava lui, avevano terminato di giocare.
    Ma non andò così. Infatti i due amici di mille avventure, dopo la partita, cominciarono a bere, e a raccontarsi storie di gioventù; tra rutti e risate impedirono al kiriano di prendere sonno, il quale digrignava i denti per il fastidio, e si rigirava da una parte all'altra in continuazione.
    Alla fine, preso dalla disperazione, si alzò, e con il cuscino sottobraccio e si diresse alla camera dei ninja, entrando improvvisamente, più o meno dopo il bacio di Meika, borbottando. Sbattè la porta e si rannicchiò in un angolino lontano dai due ninja intenti in amoreggiamenti. Si addormentò nel giro di due minuti.
    I piani della giovane, e le speranze di Akira di terminare la missione nel migliore dei modi, avrebbero adesso potuto essere portati a termine, con un minimo di accortezza e stando attenti al silenzio, dato che Sanjuro era uno dal sonno pesante; i due infatti avrebbero potuto terminare la loro notte d'amore senza che il terzo incomodo si accorgesse di nulla.

    [...]

    MA non avevano fatto i conti con Samoru. Il quale, molto insonnolito e soprattutto ubriaco, con una testata aveva appena rotto la finestra nell'altra camera, lasciando che il vento gelido della notte di Genosha penetrasse nella stanza; questo avrebbe reso il riposo molto difficile, quindi sia lui che Emoji presero cuscini e coperte e si diressero a loro volta nell'altra camera, per dividerla tutti assieme appassionatamente. L'eremita si distese a terra, tra Sanjuro e Meika, e chiuso nel suo futon si sarebbe addormentato in fretta, rivelandosi un campione in fatto di russare. Avrebbe tenuto compagnia al gruppo come una filarmonica intera. Samoru invece, totalmente brillo, ma non di quella ubriachezza molesta, avrebbe scambiato il futon di Akira per una calda locandiera, distendendosi accanto a lui, e addormentandosi di sasso con un braccio sul ninja di Kiri, russando a sua volta, e appoggiandosi dietro di lui, in modo che la sua "presenza", ingigantita anche dall'alcool, non finisse inosservata; e lo avrebbe seguito dondolandosi, se il giovane avesse cercato di allontanarsi, abbracciandolo sempre più affettuosamente.
     
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    Le Nuove Sette Spade

    Dichiarazione


    Più quella conversazione andava avanti, più speravo che finisse presto.
    Ogniqualvolta che Samoru parlava venivo a conoscenza di nuovi dettagli che non facevano altro che alimentare in me una sorta di fuoco interiore che pareva far cessare anche il freddo di quel luogo. Ci era stata predisposta una mappa, un percorso, una guida… Ed invece avevamo ricevuto solo un naufragio, due giorni di sopravvivenza al freddo e al gelo senza cibo ed uno scontro contro dei lupi grossi come orsi.
    Mi rassegnai all’idea di essere circondato da idioti, abbassai il capo, cercai di calmarmi buttando fuori l’aria e incominciando a respirare lentamente, tutto questo mentre con Meika sotto braccio incominciavo a dirigermi verso il rifugio. « Mantieni la calma, Akira… Mantieni la calma… » Continuavo a ripetere a me stesso ad alta voce. « E’ quasi finita… Non manca tanto, tra poco sarà quasi finita… » Solo la buffissima espressione di Meika riuscì a farmi dimenticare tutta quella gravosa faccenda, strappandomi una risata sincera. « Più rimani vicino a me, più ti contagio con la mia idiozia! » Almeno ero sincero. « E’… Dolce! » Esclamai a bassa voce, in modo da farmi sentire solo ed esclusivamente da lei.

    Il calore del rifugio mi riempì dapprima i polmoni, e poi l’intero corpo. Un luogo caldo, asciutto, di pace in mezzo a tutto quel freddo selvaggio e pericoloso. Da quel momento in avanti avremmo potuto, finalmente, rilassarci. Mi lasciai andare, stramazzando letteralmente sulla sedia, mentre mi veniva offerta una cioccolata calda e l'eremita incominciava a raccontare la sua storia. O meglio, una vera e propria barzelletta. Non ebbi la forza di commentare, scoppiai solo a ridere. Avevamo rischiato di morire per una buccia di pera.
    Se l'avessi raccontata in giro nessuno mi avrebbe creduto. Giustamente.
    Meika, però, non sembrò essere divertita quanto me, visto che si sedette vicino a me e incominciò a stringermi il braccio, quasi come se fosse un certo oggetto anti-stress. « Ehi, sono fatto d'acqua, non di gomma... » Sorrisi alla kunoichi, capendo la sua reazione a quelle shockanti rivelazioni.

    Dopo aver constatato che lo strano tipo di nome Sanjuro andava in giro per Genosha nudo solo perché aveva caldo, presi a bere finalmente la mia cioccolata calda a piccoli sorsi. « Beh... Si, mi sembra ovvio... » L'unica risposta che ero stato in grado di concepire. Sanjuro prese poi la parola, tirando fuori sette scatole contenenti diverse tipologia di metallo. Il metallo che era servito a forgiare le vecchie Sette, avrebbe dato nuovamente vita alle nuove Sette. Mi alzai dalla sedia, incominciando ad ammirare come estasiato ogni singola scatola e relativo metallo, come un bambino guarderebbe per la prima volta, con ammirazione e stupore, qualcosa di suo interesse. Ero talmente elettrizzato di essere riuscito veramente a recuperare i metalli che ascoltai con ben poca attenzione la spiegazione dei diversi ruoli di quei tre strambi soggetti, tant'è che continuai a osservare i metalli singolarmente finché Meika non decise di andare a fare un bagno. « Oh... Vuoi compagnia? » Ma al mio ammiccare sopraggiunge puntuale una manata sulla schiena del vecchio Samoru, che prese a ridere fragorosamente. « Dai che scherzavo! » Cercai di giustificarmi mentre cercavo di liberarmi dalla morsa del marinaio ubriacone. « Avvertimi quando hai fatto che ho bisogno di una doccia anche io... Puzzo ancora di sanguinaccio... » La triste constatazione, oltre al fatto che in qualche minuto dentro l'acqua avrei recuperato velocemente tutte le forze perse nello scontro con i lupi bianchi.

    [...]

    Aspettai nella grande stanza comune ridendo e scherzando con i presenti, finché non sentii la porta del bagno aprirsi e, quindi, di nuovo chiudersi, mentre i rumori dei passi di Meika percorrevano il pavimento di legno per dirigersi verso quella che sarebbe dovuta essere la nostra stanza per la notte. Mi congedai, spostandomi all'interno del bagno, chiudendo la porta dietro di me e incominciando a spogliarmi. Il luogo era già pieno di umidità dovuto al bagno caldo già fatto da Meika. Non che la cosa che mi desse particolarmente fastidio, anzi, nell'umidità ero a mio agio. Pensai dapprima a pulire i vestiti sotto l'acqua come meglio potevo, rimanendo solo in mutande. Erano passati già diversi minuti, quindi pensavo che Meika stesse quantomeno dormendo, per cui decisi di portare i miei vestiti ad asciugare prima di mettermi nella vasca. Uscii dal bagno ed entrai nella stanza spoglia ma accogliente, anche solo per la presenza di un posto caldo dove dormire ed un camino. Solo che Meika non stava dormendo, anzi, quando entrai, praticamente nudo, mi trovai proprio davanti a me lei, dentro il futon, bordò in viso. Mi arrestai un istante. « Oh... Scusa, pensavo dormissi... Come hai fatto a diventare paonazza in così poco tempo? Penso sia un record anche per te. » Scherzai, mentre sistemavo i vestiti su una sedia, proprio vicini a quelli di Meika. Gli mandai un bacio con la mano prima di uscire dalla stanza. « Scusa il disturbo... Anche se credo avrai apprezzato il fantastico spettacolo. » Era un chiaro riferimento alle mie, seppure incomplete, nudità. Tornai nel bagno e dopo aver fatto riempire la vasca mi lasciai andare con tutto il corpo in essa, eccezion fatta per la testa. Mi rilassai a lungo, pensando ai giorni passati e a quelli che sarebbero stati i futuri, recuperando energie mentali e psichiche. C'ero riuscito. Avevo difeso Meika, lei era ancora lì, sana e salva, a pochi metri da me. Quello era stato il vero obiettivo della missione, fin da prima del naufragio. Nessun metallo prezioso e nessuna spada leggendaria avrebbe mai potuto sperare di raggiungere l'importanza che Meika aveva per me.
    E lei lo sapeva in cuor suo.

    [...]

    La cena venne consumata velocemente davanti alla fornace del fabbro eremita, ma Meika non terminò neanche il suo piatto che se ne tornò in stanza, evidentemente stanca. Un comportamento non da lei. Attesi qualche minuto giusto per terminare il mio pasto, quindi mi congedai anche io ai presenti, mentre i due vecchiardi aveva già tirato fuori diverse bottiglie di chissà quale liquore.

    Entrai nella stanza, illuminata dal piccolo braciere e dalla grande luna piena in cielo, sopra di noi. Il vento fischiava e sbatteva contro la finestra, imperterrito come avevamo già avuto il piacere, o il dispiacere, di conoscere. Meika era lì, già distesa nel suo futon. « Ehi... Poco appetito stasera? Preferivi la lepre allo spiedo al lume di candela? » Scherzai, mentre toglievo la maglietta a maniche lunghe per restare con una semplice maglia a mezze maniche di color bianco. In quel posto faceva anche eccessivamente caldo, visti anche gli ultimi giorni. Non feci neanche in tempo a distendermi che Meika mi chiede di non stare così lontano. « Uh? » Emisi un versetto gutturale senza alcun vero significato, semplicemente non mi aspettavo nulla del genere. « Ehm... Ok... » Ero stato colto alla sprovvista; di solito ero io che avrei potuto fare una battuta del genere, ma lei era stranamente seria. Presi il futon e lo avvicinai al suo, praticamente attaccato, quindi mi distesi. « Sei... Strana stasera... Successo qualcosa? » Era lì, vicino a me, stesa a pancia in giù, che cercava di dirmi qualcosa, ma le parole erano strozzate, quasi confuse. Fece riferimento alla sera prima, quando eravamo a rischio congelamento, bloccati e sommersi sotto diversi metri di neve, ma ugualmente felici e sorridenti. Noi due, un fuocherello, ed una coperta. Poggiò la sua mano leggera sul mio volto, quasi sfiorandolo, lambendo i capelli. E, forse, per la prima volta in vita mia, arrossii sinceramente. Ero totalmente spiazzato, non riuscivo a capire bene cosa stesse succedendo, cosa Meika stesse facendo. « E... Quale sarebbe questa cosa carina...? » Questa volta erano le mie parole ad essere strozzate. Ma era già troppo tardi. La vidi avvicinarsi a me, in un modo in cui non l'avevo mai vista avvicinarsi. Il tempo parve rallentare quando le sue labbra toccarono le mie. Fu un istante, ma sembrò essere eterno nella sua dolcezza. Il mio cuore bolliva, tremava, e così tutto il mio corpo, che pareva stesse quasi per esplodere. Infine giunse il momento in cui sentii la morbidezza delle sue labbra togliersi dalle mie. Sorrisi, guardandola negli occhi. « Beh... Siamo in due a pensarlo allora... » Che cos'era Meika per me? Un'amica, o qualcosa di più? Non mi ero mai veramente posto questa domanda, non avevo mai dedicato del tempo a questo pensiero... Ma adesso ero sicuro solo di una cosa.
    Fermai, con sicurezza, ma sempre dolcemente, la sua mano che si allontanava con la mia. Alzai le spalle dal futon, per avvicinarmi a mia volta. Il braccio che non stringeva la sua mano era a pochi centimetri dalla sua spalla, ed io, con il busto torto, ero sopra di lei, a poche decine di centimetri. Mi persi nei suoi grandi, scuri occhi per qualche breve istante prima di iniziare una lenta discesa verso le sue labbra.
    Purtroppo non riuscii a restituire il bacio.
    I tre guardiani entrarono tutto d'un colpo nella stanza, interrompendo quel momento di intimità. Mi congelai, praticamente a due centimetri da quelle labbra che adesso desideravo più di ogni fortuna del mondo, ed osservai quegli strambi personaggi che, chi in maniera più sobria, chi meno, si disponevano nella nostra stanza. « Ma che cazzo... » Solo Meika avrebbe sentito quell'imprecazione a denti stretti, probabilmente.
    Il peggio, purtroppo, non era ancora arrivato. Samoru incominciò ad avvicinarsi in modo eccessivamente molesto a me, con un odore di alcol così forte che avrebbe fatto invidia alle peggiori bettole di Oto. « Dannato ubriacone! Scansati da me! » Il sudore alcolico e i peli umidi del suo corpo si stavano avvicinando sempre più a me, avvinghiandosi dapprima al mio braccio. « Oh, dannazione... » Ma, per fortuna, pensai ad una scappatoia. « Per fortuna che i miei cloni non si ricordano mai nulla di quello che gli faccio fare... » Composi velocemente tre sigilli, per creare un clone d'acqua dalle mie perfette sembianze che mi sostituì nel mio futon. [Tecnica]
    Passo Scalzante dell'Inganno
    Villaggio: Kiri
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può sostituirsi con un qualsivoglia clone acquatico o di nebbia presente entro i 15 metri. L'azione è considerata istantanea. Per 2 round avrà l'esatto aspetto dei cloni. È possibile usarla in combinazione con le tecniche che creano cloni e copie sfruttando uno slot tecnica base, oltre che il relativo consumo. Dopo aver attivato la tecnica, l'utilizzatore non può compiere altre azioni: il round termina.
    Tipo: Taijutsu
    (Livello: 5 / Consumo: Basso )
    [Da studente in su]

    Tecnica della Moltiplicazione Acquatica - Mizu Bushin no Jutsu
    Villaggio: Kiri
    Posizioni Magiche: Topo, Gallo, Lepre (3)
    L'utilizzatore può creare cloni di sé sfruttando almeno 3 unità d'acqua ogni copia. Le copie possono essere create ad una distanza di 1,5 metri dall'utilizzatore o da un clone e possono allontanarsi dal ninja che le ha create di circa 30 metri, superata questa distanza si dissolvono riversando acqua nell'arena. Si possono muovere contemporaneamente o 1 clone o l'utilizzatore. Le loro statistiche sono pari energia l'utilizzatore. Hanno 100 crediti equipaggiamento dell'utilizzatore; non è possibile duplicare Bombe e Tonici. La vitalità è pari a ½ leggera ogni grado ninja. Il chakra posseduto è diviso equamente tra tutte le copie create e l'utilizzatore; una volta disattivata la tecnica o distrutti tutti i cloni, il chakra residuo tornerà all'utilizzatore.
    Tipo: Ninjutsu - Suiton
    (Livello: 5 / Consumo: Basso )
    [Cloni Massimi: 1 ogni grado ninja]

    [Da studente in su]

    Tecnica Svincolata [2]
    Talento: L'utilizzatore può eseguire una tecnica avanzata senza i componenti elementali richiesti; può essere utilizzata 1 volta ogni 2 round. Se richiede oltre 10 slot dimensionali di un elemento, può essere utilizzata 1 volta al giorno. Non è possibile sfruttare altre abilità "Talento" in combinazione.
    Mi teletrasportai fuori dal futon, in piedi, a circa due metri dal mio povero clone, che del tutto impreparato a quella occasioni venne sopraffatto dai vistosi peli sudati del vecchio Samoru, venendo inghiottito dal futon stesso e dallo stato di ebrezza del marinaio. Mi avvicinai a Meika, sdraiandomi vicino a lei, mettendomi sul fianco. « Beh... Direi che sono costretto a stare qui per questa sera... Posso rimanere? » Esclamai, dolcemente a bassa voce, mentre già sistemavo un braccio sotto la sua testa e l'altro attorno al suo corpo, abbracciandola e schiacciando la sua schiena contro il mio petto. Avvicinai le labbra al suo orecchio. « Avremo tempo per finire... Quel discorso... »
    La promessa era stata mantenuta.
    « Siamo vivi... E siamo insieme. »
     
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