Sanjuro e lo spettroscemo

[Corso alle basi per l'altro pg di Waket]

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    Viaggio dall'aldilà


    [Ambientata a metà settembre, anno 0035 dopo la fondazione]

    Kai Kokuyou. Serviva un esperto, per mettere nel sacco un esperto.
    A quell'epoca, tre anni indietro da adesso, un pericoloso criminale della foglia era salito alla ribalta per alcuni omicidi particolarmente efferati nel paese del fuoco e in quello dell'Acqua. Entrambi i villaggi avevano sguinzagliato dietro a questo tizio, chiamato da tutti "La maschera di seta" i migliori ninja a disposizione. Nel momento in cui intere squadre non erano riuscite a bloccare questo individuo, i capivillaggio, erano passati ad un'altra strategia, usare agenti segreti, specializzati nell'assassinio, per togliere di mezzo il criminale senza far alzare un solo granello di polvere.
    Uno di questi agenti speciali, era Kai Kokuyou, della foglia.
    Al fine di rendere questo ninja un vero e proprio fantasma, e indirizzarlo verso il bersaglio senza che questo avesse la minima idea di cosa lo stava inseguendo, i consiglieri del tempo decisero di eseguire una particolare procedura, per eliminare ogni singola informazione dell'esistenza stessa di Kai, in modo che eventuali spie della Maschera di Seta, presenti nel villaggio, non potessero avere dettagli sul ninja che stava dando la caccia al temibile nukenin. Radunato quindi ogni singolo dettaglio su di lui, una squadra appositamente scelta si occupò di eliminare ogni file, ogni cartella, ogni archivio o documento riguardante il cacciatore di nukenin, per poi essere sottoposta ad una cancellazione della memoria, per una sicurezza ulteriore. Persino coloro che avevano ideato questo piano, alla Foglia, si sottoposero allo stesso trattamento, lasciando come unico dettaglio, l'aver inviato un ninja completamente "pulito" alla ricerca della Maschera di Seta.
    Così ebbe inizio la storia di Kai. Unico uomo al mondo, al momento, ad essere a conoscenza della propria esistenza sulla terra.
    Per circa un anno, il jonin seguì le tracce del pericoloso criminale, in lungo e in largo nel continente, lasciandosi alle spalle i corpi dei suoi pochi ma fidati gregari; nessuno aveva ancora tradito il proprio capo, nessuno aveva dato informazioni; la missione si stava rivelando sempre più ardua. I faccendieri continuavano a cadere e ad ammassarsi, ma ad ogni tramonto, il nemico sembrava sempre più lontano.
    Alla fine del primo anno, però, durante una investigazione, Kai si trovò sulle sponde di Genosha. Normalmente i ninja evitano posti come quello, sebbene abbiano la certezza della presenza in loco di un bersaglio, perchè combattere in ambienti così pericolosi, renderebbe un abbattimento arduo, ancora più arduo, inutilmente; ma quel giorno, Kai decise che avrebbe chiuso la questione.
    Seguendo una pista legata a dei saccheggi ai danni di alcuni pescatori del paese delle calde primavere, il jonin si ritrovò a solcare il suolo ghiacciato dell'isola infernale di Kiri, con, a fargli compagnia, la sola motivazione che continuava a spingerlo: avrebbe potuto tornare a casa ed essere nuovamente se stesso, solo se si fosse presentato con la testa del suo bersaglio.
    Ma purtroppo per lui, fu il bersaglio a trovarlo per primo, e in un turbinio di tecniche e armi sparse un po' ovunque, il suo nemico ebbe la meglio su di lui, lasciandolo per morto, con la faccia riversa nel ghiaccio, ormai rosso per il sangue perso dal ninja della foglia.
    Lì sarebbe rimasto, per circa un giorno e una notte, prima di essere rinvenuto dall'ultimo degli uomini che Kai si sarebbe mai potuto aspettare. Uno sciamano.

    Attirato più dalla noia, e dal bisogno di conversare con dei molluschi, che da un vero e proprio motivo, Sanjuro di Genosha si trovò a pochi metri dal corpo del foglioso, semi coperto dal nevischio, prima di rendersi conto, era ormai quasi buio, che una strana fonte luminosa si stava facendo strada, flebile, nella neve.
    Avvicinatosi al corpo del ninja, si rese conto che uno degli oggetti che stava trasportando, brillava di una strana luce verde; una sorta di lanterna, che Sanjuro delle nevi portava sempre con sè, legata alla cintura, coperta con un panno logoro.
    La stessa luce, verdastra, emanata dalla sua lanterna, stava come pulsando sotto la neve, in prossimità del corpo di Kai.

    - Ohhhh? Sei proprio fortunato ragazzo, eh si, eh si, che sfortuna, sei proprio fortunato. -

    Lo sciamano, senza ovviamente farsi mancare un balletto cerimoniale di gioia, scavò a mano nella neve, fino a rivelare il corpo del ninja, e lo ribaltò, scoprendo il viso ormai praticamente congelato. A quel punto, Sanjuro liberò dal drappo la sua strana lanterna, e la poggiò sul petto del ninja. In quel momento, una strana figura, molto simile a Kai, ma totalmente evanescente, tra il blu e il verde, e senza le gambe [fanatsmino ndr.] si sollevò dal corpo, ondeggiando.
    Cosa era successo? Cosa era quel fantasma? Che strana lanterna portava con sè lo sciamano? Come mai era in possesso di un meraviglioso bastone? E perchè lo sciamano non percepiva alcun freddo? E come mai lo strano tizio aveva delle meravigliose infradito a Genosha?
    Le risposte a questo, dopo il primo piano su Sanjuro, che trascina per svariati km il corpo del foglioso, verso la palude nella zona sud di Genosha.
    Lì rimase, Kai, per circa un mese, privo di conoscenza. Poi i mesi divennero due, da due divennero otto, da otto, divennero un anno e mezzo.
    Sanjuro lo tenne disteso a terra, in una sorta di piccola casupola sulla palude, per quasi due anni, senza muoverlo, o toccarlo, con la sua lanterna appoggiata sul petto, fino a che un giorno, al compimento del secondo anno, la strana entità rientrò nel corpo del ninja, e la lanterna si spense. Risvegliando il ninja....



    Edited by Jotaro Jaku - 26/7/2016, 23:39
     
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    Viaggio dall'aldilà

    I - Rinascita



    Kai sapeva che quella missione era una follia.
    Sapeva che il minimo errore lo avrebbe condannato a sparire dall'esistenza, nessuno sapeva di lui e nessuno avrebbe saputo della sua morte, ma Kai era determinato al punto che non considerava il fallimento un opzione. Aveva vissuto come uno spettro per un anno intero, senza amici, senza contatti, le uniche persone con cui avevano parlato erano i gregari interrogati, poi uccisi, tramite i quali cercava nuovi indizi per arrivare a Lui. Il suo obbiettivo, da anni, ormai. Ed ora che aveva una pista certa, per quanto rischiosa, non voleva farsi sfuggire l'occasione, non poteva. Ma la fretta è una cattiva consigliera.
    Determinato dal raggiungere finalmente il suo obiettivo, fece il più fatale degli errori: abbassare la guardia. Convinto di essere dalla parte del cacciatore, si ritrovò invece in trappola come un topo; dopo un rapido ma intenso combattimento, la Maschera lo punì per il suo ultimo errore commesso, lasciando alle sua spalle il freddo corpo del giovane ninja.
    Ma Kai non morì. Che fosse per via del freddo, che aveva semi ibernato il suo corpo, o che fosse la sua determinazione nel non voler scomparire del tutto dall'esistenza, il suo animo ancora non aveva lasciato del tutto il suo corpo. Ed esso si manifestò quando lo strambo sciamano poggiò la lanterna sul ragazzo, ondeggiando sopra di esso, con gli occhi spalancati, ma con sguardo serio, fissando il suo stesso corpo. Lo spettro fissò intensamente lo sciamano, la lanterna, ed il suo stesso corpo, porgendo particolare attenzione a quest'ultimo. E seguì entrambi, senza mostrare alcuna emozione, fino alla casupola, restando a levitare accanto a sé stesso, in meditazione, cercando di riallacciarsi a quel corpo mortale, tenuto ancora in vita da chissà quale sortilegio. Dopo due lunghi anni, lo spettro riuscì a ristabilire un saldo contatto con il corpo; spalancando gli occhi, che per qualche istante brillarono di un azzurro-verde intenso, si riallacciò ad esso, e finalmente si ricongiunsero in un unica entità.

    Ed il ninja si svegliò.

    Aprì gli occhi, guardandosi attorno. Si trovava in una catapecchia fangosa, vecchia, disteso su un lercio ma stranamente saldo pavimento. Era vestito piuttosto pesante, ma i suoi vestiti erano rovinati e strappati. Qualche arma arrugginita era sparsa sul pavimento, forse cadute mentre Sanjuro lo trascinava e sistemava, ma questo non poteva saperlo. Una lanterna, posata sul suo petto, piuttosto vecchia. Il ragazzo rimase a fissarla per un po', confuso, fino a che una puzza indefinibile, data dalle muffe e molto probabilmente da se stesso, lo convinse ad alzarsi in piedi. Purtroppo fallendo miseramente nel tentativo, poichè intorpidito dai due anni di immobilità, non riuscì a farsi sufficiente forza con le braccia, e finì con il rovesciare la lanterna e sbattere la schiena a terra.

    Aouh!

    Rimase immobile per qualche minuto, aprendo e chiudendo le mani cercando di riattivare la circolazione. Riuscì a mettersi seduto, ed iniziò a massaggiarsi tutto il corpo, facendo pian piano svanire quel senso di intorpidimento, perlomento per riuscire a camminare ed uscire da lì. Durante tutto quel tempo, ebbe modo di riflettere sulla situazione.

    Dove diamine sono? Cos'è successo? Cosa stavo...

    Ricordava cosa stava facendo. O meglio, ricordava quell'orribile sensazione del freddo metallo di una spada nel suo corpo, e poi il suo corpo, visto dall'alto, con una lucente lanterna ed un bizzarro individuo al suo fianco. Un esperienza pre morte, o era andato oltre?

    Per Amaterasu. Sono morto?

    Si fissò le mani, confuso, tastandosi il torace, come se fosse un test valido; un'idea non del tutto stupida, poichè potè notare alcune cicatrici sul suo corpo, insieme a sangue ormai secco da tempo. Era vivo, mezzo malconcio, ed era probabilmente sopravvissuto ad un evento orribile.

    Ma che cazzo è successo... Da quanto sono qui??

    Alzandosi in piedi e zoppicando, non essendosi ripreso del tutto, verso quella lastra di legno marcia che fungeva da porta, la scansò, osservando la fredda palude che lo circondava. Un brivido, più di paura che di freddo, gli percorse tutta la schiena. Confuso, per quanto l'istinto gli stesse dicendo che era una pessima idea, la paura lo convinse che l'unica cosa che potesse fare fosse quella di gridare, cercando aiuto. Guardandosi attorno, con la vista annebbiata dai fiocchi di neve che si posavano su quella candida palude, gridò, con tutta la voce che aveva in corpo.

    Hey!! C'è qualcuno qui? Ho bisogno di aiuto!

    Si reggeva alla porta, non riuscendo a stare in piedi del tutto, mentre con la mano libera stringeva un kunai arrugginito, preso istintivamente poco prima di alzarsi.
     
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    Lo sciamano albino e lo scroto impertinente



    La strana lanterna, ormai spenta, cadde a terra quando il ragazzo si alzò in piedi a fatica, rotolando sotto ad uno scaffale pieno di barattoli coperti di ragnatele. Il giovane cercò una qualche forma di vita all'interno della casupola, e per qualche secondo non ebbe risposta, fino a che, improvvisamente, una strana figura apparve dalla stanza sul retro.
    Era un uomo. Un uomo alto circa un metro e 80, se fosse stato eretto; invece era estremamente curvo, piegato in avanti, abbastanza da farlo sembrare molto più basso di quanto non fosse, aveva una sorta di "cencio" usato come maglietta, blu chiaro, estremamente logoro e strappato, oltre che corto, tanto che l'ombelico dell'uomo era chiaramente visibile sotto di esso. Smanicato, oppure le maniche erano state strappate.
    Una gonnella che sembrava fatta di cartone a coprire le vergogne, e un paio di infradito strappate, riparate con oggetti di fortuna: ossa, elastici, peli.
    Estremamente magro, ossuto, e con una pelle chiarissima, l'uomo aveva dei lunghi capelli argentei, liscissimi, che arrivavano poco sotto le spalle.
    Di pelle chiarissima e priva di peluria, la cosa più assurda erano i suoi occhi, di un blu chiarissimo intenso, quasi bianchi, incavati dal tempo e dal freddo, che sembravano renderlo un vero e proprio fantasma.
    Il tizio fissò il giovane per alcuni secondi a bocca semiaperta, con la testa piegata su un lato, poi scrocchiò le ossa del collo e si rimise quasi dritto, ma lasciando comunque l'ineguagliabile gobba in avanti.

    - Sei sveglio ragazzo, ci hai messo più del coniglio di fiume dell'ultima volta. Ma dovresti sederti, o quelle si riapriranno. -

    Disse lo strano individuo indicando con un dito ossuto, alcune ferite che Kai aveva addosso, rattoppate con del filo, ma chiaramente ancora aperte, e che improvvisamente avevano iniziato a emettere sangue. Nel giro di qualche secondo, il ninja della foglia avrebbe sentito un forte senso di stanchezza, come se tutta la stanchezza di una maratona fosse giunta nel suo corpo in un istante, abbastanza da farlo cadere col sedere per terra. Lo sciamano non perse tempo, e frugando tra le cose che aveva sull'unico scaffale fornito nella stanza, tirò fuori una dozzina di barattoli, tenendoli in braccio uno sull'altro, e trasportandoli fino al fornelletto; dando un calcio alla lanterna spenta a terra, che gli era finita tra i piedi.

    - Tanto quella ormai non serve più per un bel pezzo. -

    Disse a se stesso, come a giustificarsi con chissà chi del suo gesto.
    Mise sul fornello un pentolino e iniziò a versarci cose recuperate dai vasetti. Cose che Kai avrebbe fatto meglio a non vedere.
    Fischiettando e girando la mistura di tanto in tanto sempre dando le spalle al ragazzo in convalescenza, lo sciamano provò a spiegare la situazione al giovane che pareva molto confuso.

    - Hai dormito, più o meno; un po' come un sasso quando gli metti vicina una corteccia e dopo un po' si crede una carota gialla. - Aggiunse. - Il tuo corpo non si è consumato, era come in pausa, merito di una vecchia lanterna che ti ha impedito di morire del tutto. Eri ancora vivo quando Gassan ti ha trovato, sei stato fortunato si, fortunato. Anche se forse, come carota gialla avresti vissuto meglio. -

    Entro alcuni minuti, avrebbe portato al giovane il pentolino con la sbobba liquida puzzolente, intimandolo di bere. La mistura avrebbe aiutato la riabilitazione del suo corpo, e per stimolarlo, gli avrebbe mostrato come fare trangugiandone un sorso a sua volta. Magari il giovane non parlava la sua lingua.

    - Sei un ninja? Io sono Sanjuro, sai dove sei? Sei a Genosha, o almeno, fino a ieri era Genosha, oggi non lo so se ha deciso di cambiare idea. Le tue ferite hanno iniziato solo oggi a richiudersi, quindi non devi muoverti. Riesci a capirmi? Come ti chiami ragazzo. -

    Lo sciamano si sedette a terra a gambe incrociate davanti al ragazzo, lasciando intravedere il suo sacchetto sotto alla gonnella. Aspettando risposte.


     
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    Ricordi perduti

    II - Chi sono io?



    Sentendo scricchiolare il pavimento, il ragazzo si voltò con un sobbalzo, mossa decisamente scomoda per uno nelle sue condizioni; riuscì a reggersi a stento con la trave della porta, fissando per qualche secondo l'essere che lo stava fissando, talmente pallido che pareva emettesse una luce propria. Dopo qualche secondo passato nel fissarsi a vicenda, il ragazzo notò di sfuggita la ciocca di capelli che gli scendeva sulla guancia. Bianchi.


    Allora sono morto sul serio.

    Lo strano uomo indossava... Cose. Non si potevano chiamare vestiti: a coprirgli più o meno il torace vi era uno straccio blu, a coprire le vergogne del... cartone? Che i kami solo sapevano come facesse a stargli comodo addosso e per concludere delle splendide infradito fatte in casa con frammenti di scarpe, ossa e peli. Forse umani. E se tutto ciò non era abbastanza, fuori probabilmente c'erano -10 gradi, e, colui che più tardi si sarebbe presentato come sciamano, pareva a suo agio conciato com'era.
    Kai fissò l'uomo immobile, facendo saettare gli occhi a destra e a sinistra, chiaramente a disagio. Quando l'uomo lo indicò, il giovane si fissò il torace, che si stava macchiando di sangue fresco.

    Merda.

    Lasciò cadere a terrail kunai e il cappotto pesante che portava, tentando di sfilarsi la maglia blu scuro che ancora copriva le ferite, ma lo sforzo, unito ai precedenti e al mancato appoggio della trave, gli provocò un forte senso di spossamento che lo fece cadere a terra.

    'rcatroia!

    Con qualche lamento, si mise seduto, poggiando la schiena al muro. Tirò dei lunghi sospiri, cercando di far scendere quel senso di ansia, per quanto la situazione non lo permettesse, mentre il rumore dei barattoli che venivano impalati tra loro e portati verso un malconcio fornelletto riportarono la sua attenzione sullo sciamano. Dopo aver preso fiato, il giovane chiese, confuso:

    Sei tu che mi hai portato qui, vero?

    Lo aveva visto, doveva essere lui. La sua risposta sembrava positiva.
    E piuttosto stramba.

    Il nonnetto non ha tutte le rotelle al suo posto.

    Il giovane ninja inclinò appena la testa, fissandolo e cercando di decifrare quel suo bizzarro modo di esprimersi. Non potendo liberarsi da solo da quella situazione, sapendo che era stato quello strambo individuo a salvargli la vita preferì evitare un goffo e fallimentare tentativo di fuga, cercando invece di decifrare il discorso, a suo modo.

    Sì, ehm... Immagino che una carota gialla dormi a lungo. Giusto? ...Da quanto sono qui? Due, tre giorni?

    Mentre parlava, puntò la sua attenzione sulla lanterna, calciata malamente dallo sciamano poco prima, che a sua detta lo aveva tenuto in vita per chissà quanto tempo. Purtroppo era troppo lontana per finire tra le sue grinfie, avrebbe dovuto aspettare ancora un po'. L'uomo, finita la sua "pozione miracolosa", fatta da chissà quali ingredienti, si spostò di fronte al ragazzo, porgendogli una ciotola col contenuto. Il ragazzo la prese, avvicinandola con sospetto al naso. La sua reazione fu istantanea: il suo volto si colorò di verde, ed un'orrenda sensazione di rigetto gli attraversò la gola. Subito, portò le braccia in avanti, scuotendo la testa:

    Na-ah, amico. Se vuoi avvelenarmi, devi provare con qualcosa di meno evidente.

    Ma l'uomo, senza darsi per vinto, lo intimò di berne il contenuto, prendendone lui stesso un sorso, dimostrando che non c'era alcun male per lui. Sempre che quella roba non lo avesse fatto diventare come lo sciamano.
    Riprendendo possesso della ciotola, con un sospiro ed una faccia ben poco convinta, finse un brindisi, prima di trangugiare un bel sorso di sbobba. Inutile dire che dovette trattenere l'immediato senso di rigurgito sforzandosi come non mai, ingoiando l'intruglio e tirando fuori la lingua come un bambino davanti ad un piatto di broccoli.
    L'uomo iniziò finalmente a parlare in maniera comprensibile. Quasi del tutto, almeno. Venne distratto dal goffo modo in cui Sanjuro si sedette, dato che il cartonato da cui era costituita la sua gonnella non era adatto a coprire le sue vergogne, costringendo il ninja a tenere la ciotola in modo da coprire la visuale poco gradita.

    Se non vomito per la sbobba sicuro sarò colpa di questo.

    Il ragazzo aprì bocca per rispondere alla più semplice delle domande, il suo nome... Ma dalla sua bocca non uscì una sola lettera. Si irrigidì all'improvviso, fissando il vuoto, concentrandosi sui suoi ricordi.
    Ma quali ricordi? Tentava di ricordare, di andare all'indietro da quel momento fino a prima, quando si era svegliato, e poi prima ancora, quando ricordava di essersi visto morto nella neve, e prima ancora quando quella lama gli attraversò il torace, ma poi... vuoto. Non ricordava altro. Perchè era lì. Chi lo aveva ucciso. Da dove veniva. Chi era.
    In panico, tentò di alzarsi in piedi di scatto, confuso, ma finì col cadere senza nemmeno riuscire a mettersi sulle ginocchia, facendo scivolare la ciotola che, data l'altezza della caduta, non si ruppe, ma fece cadere buona parte del liquido al suo interno. "Fortuna" che se n'era già bevuto un bel sorso. Rimettendosi seduto, da solo o con l'aiuto di Sanjuro, portò le mani sulla testa, evidentemente sconvolto.

    I-io... Non lo so! N-non mi ricordo niente! Perchè sono venuto qui? Perchè qualcuno mi ha quasi ucciso?? E perchè ho i capelli bianchi?? C'era la neve, e ho visto... Ho visto il mio corpo! E c'eri tu! E mi hai portato qui! Ma non c'era nessun Gassan! E qualcuno mi ha trapassato, e...

    Si toccò la ferita più grossa, malamente rattoppata, che sanguinava appena, macchiandosi i neri guanti senza dita che portava. Sul dorso, una targhetta metallica, con un simbolo a spirale, ed una "v" su di un lato di essa.

    Cos'è questo?? Tu lo sai?

    Fissò il kunai arrugginito, riflettendo, e frugò nelle tasche del cappotto del quale si era spogliato in precedenza, tirandone fuori alcuni foglietti che Sanjuro avrebbe potuto riconoscere come carte bomba, qualche shuriken, alcune lame nascoste, e qualche boccetta, non era chiaro se contenesse veleni o tonici. Se le targhette sui guanti non fossero state sufficienti, il suo equipaggiamento parlava da sè. Era un ninja, poco ma sicuro. Ma c'erano moltre altre domande che attendevano una risposta, e trovarle sarebbe stato decisamente più difficile. Fissò lo sciamano con lo sguardo di un bambino disperso.

    Sanjuro, per favore... Ho bisogno del tuo aiuto.
     
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    Primo addestramento




    La confusione di Kai divenne palpabile dopo la domanda dello sciamano, al punto che il giovane sembrò perdere il controllo della sua mente, e decisamente del suo corpo.
    Quando finalmente il ragazzo si ripose seduto, dopo aver controllato le condizioni dei suoi possedimenti, Sanjuro ebbe due idee in mente.

    - A giudicare da quello che porti con te, sei un ninja. Comunque Gassan è il mio fido bastone, vedi? E' lui. - Disse indicando appunto il bastone che si trovava lì vicino. - Dicevo, da quello che hai addosso, o sei un ladro o un ninja, della Foglia direi, dati i tuoi guanti. -

    Sanjuro si fermò per un attimo, grattandosi il mento, come se improvvisamente, una terza opzione fosse appena nata all'interno della sua mente; quindi con un gesto invitò Kai ad attendere, si alzò, rovistò tra le sue vettovaglie e tirò fuori una cipolla marcia.

    - Oppure SEI UN KAPPA MISTIFICATORE TRASFORMATO IN UN NINJA DELLA FOGLIA. SEI UN KAPPA? LO SEI? - Disse lo sciamano tirando la cipolla marcia addosso al ragazzo. La quale, dopo aver sbattuto sul suo petto, cadde a terra nel silenzio del momento, mentre Sanjuro, con una goccia di sudore che cadeva lungo il lato del volto, aspettava una reazione; che non sarebbe mai arrivata.

    - Beh, allora sei un ninja della foglia. -

    Ignorando totalmente il motivo per il quale Kai avesse chiesto il suo aiuto, e prendendola solo come una richiesta di addestramento, Sanjuro fu più che felice di prendere sotto la sua mistica ala un nuovo allievo desideroso di imparare. Lui lo avrebbe addestrato, ma prima il giovane Kai avrebbe dovuto guarire dalle ferite, e lo sciamano spiegò cosa sarebbe successo nei giorni successivi.

    - Ti aiuterò volentieri giovanotto, ma prima le tue ferite devono richiudersi. Nei prossimi sette giorni passerai il tuo tempo a meditare, trangugiare ottime zuppe e aspettare di tornare in forma, quindi sarai pronto per un addestramento che ti forgerà come il più potente guerriero mistico di Genosha. - Forse anche l'unico. Lo sciamano avrebbe quindi ripreso a tirare fuori roba a caso dalle sue scorte, ignorando eventuali recriminazioni del ragazzo.

    [Poco dopo]

    Sanjuro avrebbe avvolto le ferite del giovane con svariati strati di bende molto sporche, ma secondo lui imbevute di puro potere mistico, ma solo dopo aver trattato le ferite con una strana crema tra il verde muffa e il marrone escremento, che nel migliore dei casi avrebbero procurato al giovane una febbre da cavallo.
    Secondo Sanjuro la prima cosa da fare era riallineare il potere mistico del corpo con il complesso vibrare dell'anima, o per menti meno mistiche, disinfettarle a modo e iniziare a farle richiudere. Quindi, nei momenti di non riposo o non meditazione, Sanjuro avrebbe offerto al giovane i suoi intrugli disgustosi, nutrendosi con essi a sua volta, ritenendoli delle prelibatezze.
    Nei giorni successivi, lo sciamano avrebbe proibito al giovane qualsiasi sforzo fisico per evitare che le ferite rimarginate si riaprissero, ma lo avrebbe spronato ad allenarsi nella meditazione del chakra e nel lancio di armi leggere senza durare troppa fatica, usando come bersaglio un manichino di legno con la vaga forma del vecchio Daimyo dell'Acqua, che Sanjuro doveva aver intagliato negli anni e sul quale anche lo sciamano doveva essersi allenato. Kai avrebbe potuto usare le sue armi oppure alcune di rudimentali, di legno appuntito, trovate nella casupola dello sciamano.


    [Dal momento che questo è il tuo secondo corso, la teoria già la devi conoscere, passeremo subito alle dimostrazioni. Trascorri questi 7 giorni addestrandoti nei lanci e potenziandoli in maniera sempre maggiore col chakra. Usa correttamente Slot e tacche]
     
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    Addestramento mistico

    III - L'arte dell'arrangiarsi



    Confuso e spaventato, non trovò sollievo nel sapere che Gassan, colui che lo aveva trovato, era... un bastone. E nemmeno sentir parlare di ninja della Foglia lo aiutò molto. La cipolla gli rimbalzò sulla testa senza scatenare reazioni, se non la sua faccia sbigottita, ormai immobile da qualche minuto, mentre cercava di assimilare quelle assurde informazioni. No, forse chiedere aiuto proprio a lui non era stato un colpo di genio. Ma non aveva alternative.

    Ninja della foglia... Ripetè, incredulo, pensando al bastone e fissando la cipolla ora posata sul pavimento.

    Sanjuro parve brillare per un istante quando udì la richiesta d'aiuto del ragazzo, emozionato dalla cosa, forse troppo, tanto che si prese la responsabilità di addestrare Youkai; quest'ultimo dopo aver sentito le sue parole ed aver capito che sarebbe stato lui a curarlo e rimetterlo in sesto, invece di portarlo nell'ospedale più vicino, sbiancò, balbettando e gesticolando, cercando nuovamente di alzarsi in piedi, in maniera fallimentare:

    U-un momento, io intendevo... Aiuto nel senso casa. Portarmi. Insomma. E-ey, Sanji? Sanjurello? Aspè, hai detto ninja, non guerriero mistico, non sono sicuro di... Gassan, digli qualcosa!

    Fu tutto inutile. L'albino si arrese, l'entusiasmo dello sciamano gli avrebbe impedito di ribellarsi in alcun modo. La sua unica missione ora era cercare di sopravvivere alle sue cure.
    Controllate tutte le ferite, Sanjuro se ne prese cura in maniera minuziosa, facendo un bendaggio ben curato e minuzioso. L'unico problema era il fango e putridume usati al posto di un disinfettante e bende che parevano più pelli di animale malamente scuoiati; a nulla servirono le imprecazioni contro l'igene, e le sue battute sarcastiche venivano prese come complimenti dallo sciamano.
    Il primo giorno venne dedicato al riposo. Si fa per dire, poichè la salute già precaria del ragazzo non fece che peggiorare date le infezioni provocate dal bendaggio. Gli impacchi freddi erano l'unica cosa a dargli un leggero senso di sollievo, non trovando pace tra attacchi di nausea e un mal di testa che lo costringeva a restarsene disteso, il minivo movimento pareva letale, per non parlare dei rumori troppo forti che sembravano rimbarzargli in testa per ore. Durante la sera, al cambio del bendaggio, lo sciamano iniziò a parlargli del chakra e di come sfruttarne la forza, argomento che venne in parte offuscato dal ragazzo che immaginava di strozzare il suo salvatore, affogandolo nella palude innevata. Youkai si fece poi raccontare della terra ninja, dei quattro villaggi, dell'Accademia, e di tutto ciò che un ninja in erba avrebbe dovuto sapere. Nonostante la testa gli pesasse come il marmo, riuscì ad assimilare tutte le informazioni necessarie, addormentandosi esausto.
    Il secondo giorno non iniziò in maniera differente, la colazione con cui venne accolto pareva avere lo stesso odore e consistenza della "crema" usata per rattopargli le ferite. Con lo stomaco vuoto, disidratato a causa della nausea del giorno precedente, si sforzò in ogni modo nel bere la sbobba, con lo sciamano che, orgoglioso, descriveva con minuzia le sue ricette, rischiando di fargli rimettere qualsiasi cosa avesse appena ingerito. Dopo la meditazione mattutina, dove Youkai riuscì, soprattutto grazie ai suoi ricordi latenti, a capire come iniziare a sfruttare il chakra, Sanjuro lo accompagnò verso il campo d'addestramento, una sorta di giardinetto di quella baracca, dove vi era un manichino raffigurante un busto d'uomo, rovinato da vari colpi di armi.

    E quello? Che ti ha fatto per meritarsi un busto personalizzato nel tuo giardino?

    Durante l'allenamento, insistette per farsi raccontare la storia. Non ricordare del suo passato non gli impediva di curiosare in quello altrui. Che fosse riuscito a convincerlo o meno, avrebbe comunque seguito l'addestramento, nulla più di un semplice tiro al bersaglio, dopo tutto quel tempo in stasi doveva riallenare vista e precisione. Dal borsello che Sanjuro gli aveva dato, prese un paio di spiedi rudimentali, scagliandone coon scarsa precisione uno verso la fronte, uno verso il petto, ben centrato, ed un terzo puntando all'occhio. Sanjuro gli spiegò la funzione degli spiedi, indicandogli i punti precisi dove avrebbe dovuto colpire, e spiegando che quel tipo di arma puntava a zone molto delicate. Annuendo, prese tre spiedi, lanciandone prima due, uno per mano, entrambi dritti negli occhi, ed uno alla gigulare esterna. Lo sciamano lo spronò a continuare, istruendolo sui punti vitali migliori nei quali colpire, e Youkai sentiva una certa affinità con i suoi discorsi, credendoli istintivi quando perlopiù si trattava di ricordi annebbiati.
    Il terzo giorno l'albino ebbe molte difficoltà nell'alzarsi in piedi, sentiva la febbre peggiorare e gli impacchi dello sciamano non aiutavano.

    Amico, hai tutta la buona volontà di questo pianeta, ma se continui così finirò per lasciarci le penne.

    Approfittando di un uscita di Sanjuro, probabilmente per far scorta di "mistiche spezie" o convocato da qualche pazzoide, Youkai ebbe un po' di tempo per agire da solo. Con sforzi disumani, trattenendo la nausea e trascinando a fatica il suo debole corpo, uscì dalla capannina, deciso a pulirsi le ferite e magari procacciarsi del cibo vero. Armato con i suoi kunai arrugginiti ed una lancia ricavata da un ramo, presa in prestito dall'attrezzatura dello sciamano, si inoltrò non troppo distante dalla casupola. Dopo solo mezz'ora passata a vagare al freddo, intravide qualcosa tra la neve, ed avvicinandosì trovò quel che restava di una volpe, probabilmente attaccata da un lupo o un altro animale, morta da almeno un paio di giorni. La poca carne ancora attaccata all'animale era ricoperta da larve bianchicce che se ne nutrivano con avidità. Youkai rivoltò l'animale, cercando anche solo un quadratino di carne commestibile, ma tutto quello che riuscì ad ottenere fu far scivolare qualche vermetto sulla mano. Mentre, arreso, fissava le creaturine quasi fosse indeciso se mangiarsele o meno, notò che una delle larve, scorrendo sulla sua mano, andò a cibarsi di uno dei suoi taglietti sulla mano, più precisamente di piccoli frammenti di pelle morta, evitando accuratamente il tessuto vivo. Fece scorrere più volte lo sguardo sul cadavere della volpe e sulle creaturine striscianti.

    ...E' una follia.

    Per un istante gli si annebbiò la vista, ricordandogli la precarietà della sua salute. Non sarebbe sopravvissuto un altra settimana a quel trattamento. Dopo lunghissimi minuti di esitazione, si morse il labbro, trascinando metà del corpo della bestia verso la casupola.

    Ma anche la mia unica speranza.

    Sfruttando la neve fresca, si tolse tutte le bende, ripulendosi dalla mistura e fissando con un conato di vomito le larve. Facendosi coraggio, li posò sulla ferita più grande, malamente rattoppata, lasciando che si cibassero dei tessuti marci, senza il pericolo che si accanissero su quelli vivi. Si ricoprì di bende lasciando che agissero, cercando di ignorare quell'orrendo formicolio che i movimenti e i morsetti delle creaturine gli provocavano. Si premurò di nascondere il cadavere della volpe non troppo lontano dalla casupola, gli sarebbe servito per i giorni successivi. Quando Sanjuro tornò, dato l'indebolimento del ragazzo, che usò la febbre come scusa, si limitarono ad una "deliziosa" cenetta a base di sbobba verdognola e una lunga sessione di meditazione, dove Youkai dovette trattenersi come non mai nel trattenersi dallo strapparsi le bende di dosso e liberarsi di quelle creature.
    Il quarto giorno il ragazzo si sentì decisamente più in forma, senza la verde sbobba passata ad infettarlo per tutta la notte. Al contrario, si accorse che le larve avevano fatto il loro dovere, togliendo tutto o quasi il tessuto infetto, facendo sì che la ferita si cicatrizzasse in fretta. Uscendo di nascosto, si premunì di togliere ogni singolo insetto dalla ferita, e sarebbe tornato da Sanjuro fingendo di finire di togliersi le bende, giustificando l'assenza della verde melma in un ottimo ed efficace assorbimento curativo della sostanza da parte del suo corpo. Nonostante il "maltrattamento", aveva capito che lo sciamano era solamente un po' suonato, credeva davvero a quel tipo di guarigione; ergo, non gli avrebbe mai rivelato il suo imbroglio. Certo, gran parte del motivo non era il fatto che Youkai fosse intenerito dalla sua bontà, quanto la paura che lo costringesse ad avvelenarsi "in buona fede", ma sono dettagli. Dopo ogni bendaggio, di nascosto sarebbe uscito a ripulirsi dall'impasto verdognolo, ricoprendosi poi con le bende pulite come meglio poteva. Finito l'allenamento mattutino, il ragazzo intagliò e costruì un arco di fortuna col materiale trovato nella capanna, con tanto di freccie improvvisate, uscendo nel pomeriggio per testarlo, restandosene però nei dintorni come ordinato da Sanjuro. Si papà, resterò dove tu possa vedermi. avrebbe detto, prima di fuggire fuori, alla ricerca di cibo. Con pazienza, riuscì ad intravedere una coppia di lepri, anch'esse alla ricerca di cibo nella palude nevosa. Restandosene quatto quatto, si premonì di restarsene a distanza di sicurezza. Tese l'arco, mirando con cura al petto di una delle lepri, lasciando scoccare la freccia. La scarsa fattura di quest'ultimo non gli diede una precisione sufficiente, e l'unico risultato che ottenne fu quello di allertare il conigli. Dimezzando la distanza con uno scatto, usando un po' di chakra per paura di perdere la preda, azzerando le distanze e colpendolo con un deciso gesto del suo kunai arrugginito nel petto. La seconda lepre se la diede a gambe, ma Youkai non ci badò. Quasi perse il fiato, incredulo ed emozionato, alla vista della sua prima preda catturata con successo. A scapito di qualsiasi cosa gli avesse detto Sanjuro, quella giorno si sarebbe mangiato la sua meritata lepre, con la scusa del dover variare la dieta per un ottima decisione. Durante il resto del giorno se ne sarebbe rimasto nella casupola, scuoiando con cura l'animale e pulendone la pelliccia. Prima di andare a dormire, avrebbe utilizzato per una seconda e ultima volta le larve, lasciando che per tutta la notte eliminassero ogni traccia di tessuto ormai morto, liberandosene la mattina dopo una volta per tutte.

    Beh, grazie per l'aiuto, ma a mai più rivederci. ...Uuuugh. Un brivido gli percorse la schiena, ripensando a quell'orrenda sensazione. Se non altro le ferite sarebbero guarite in maniera impeccabile.

    Durante il quinto giorno la meditazione risvegliò uno dei suoi poteri latenti. Tra le mani gli si formò una sferetta
    Fumo Solido
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tigre, Serpente, Tigre, Serpente, Tigre (5)
    L'utilizzatore può emettere sfere di fumo di 10 centimetri con consistenza solida e colorito grigiastro. All'impatto contro una superficie solida questa provocherà una fiammata di potenza 15 nel raggio di 1,5 metri, che divamperà velocemente; può causare Bruciature (DnT Leggera). Ogni lancio richiede uno slot azione/tecnica; la velocità è pari alla Forza dell'utilizzatore. Ogni sfera lanciata con lo stesso slot azione non incrementa il danno ma l'area d'effetto.
    Tipo: Ninjutsu - Katon
    (Livello: 5 / Consumo: Mediobasso ogni sfera )
    [Sfere Massime: 1 per Grado]

    [Da studente in su]
    di fumo, che levitò per qualche secondo; non appena se ne accorse, la lanciò via per la sorpresa, scatenandone la fiammata non appena toccò terra, che fortunatamente si dissolse in un lampo. Incuriosito, spronò Sanjuro ad aiutarlo con quella tecnica, puntando stavolta al manichino al posto delle armi. Concentrò una palletta alla volta, lanciandone una alla testa ed una più rapida al petto. Pareva entusiasta della sua nuova scoperta, passò tutta la mattina ad allenarsi con quelle pallette, dovendo però smettere a causa dell'alto consumo di chakra. Dopo un breve riposo, uscì per cambiare le bende, trovando però una brutta sorpresa. Un lupo, affamato, attirato dall'odore della carne della volpe, ringhiava a pochi metri da lui. Il ragazzo tenne ben stretto il suo arco. Aveva paura, sì, ma riusciva comunque a restare teso, senza che la paura lo indebolisse o facesse tremare. Nessuno dei due si mosse, entrambi parevano aspettare una mossa falsa dell'altro, girandosi in tondo come avvoltoi. Fu Youkai che, alzando il braccio dietro la schiena per prendere una delle freccie, fece agitare la bestia che gli si scagliò addosso, saltandogli sul petto e costringendolo a mettere l'arco tra lui e la bocca del lupo, facendo sì che mordesse l'arma; la spinta però lo fece cadere a terra. Il morso del lupo ruppe il fragile arco di legno malconcio, rendendolo inutilizzabile. L'animale tentò di mordergli il collo, morso che venne parato dal braccio di Youkai, ma dopo aver affondato un secondo morso, stavolta alla spalla, trovò una brutta sorpresa: il ragazzo lo subì stringendo i denti, e conficcò una delle freccie, ben salda nella mano, nella tempia del lupo, uccidendolo all'istante. Non appena si rese conto della morte dell'animale, tutti i muscoli si rilassarono, ed il ragazzo abbandonò la testa nella neve per qualche secondo, riprendendo fiato. Non stette lì a lungo, temendo che potesse esserci un branco nelle vicinanze, si premurò di gettare lontano il cadavere della volpe, e trascinò il nuovo trofeo in casa, cibandosene e scuoiandolo così come aveva fatto col coniglio, ricavandone una bella pelliccia. Aveva anche delle nuove ferite fresche da trattare, poteva andare meglio di così? Fortunatamente non erano troppo gravi, e sarebbero sparite nel giro di qualche giorno.
    La grossa ferita che lo aveva portato vicino alla morte ormai era quasi del tutto guarita, e l'energia del ragazzo iniziava a farsi sentire. Stava quasi iniziando ad apprezzare la bellezza di quel posto.

    Buongiorno, putrida palude nevosa.

    Appunto.
    Facendo colazione con gli avanzi di carne del giorno prima, passò la mattinata ad intagliare un nuovo arco, stavolta preso da un ramo più solido. Nel pomeriggio, proseguì con gli allenamenti da lancio, dimostrando di poter pensare a stupide battute demenziali e contemporaneamente concentrarsi nel centrare un bersaglio. Mica male come dote. Conoscendo i punti vitali a memoria, si divertiva a colpire punti improponibili, come la punta del naso, capezzoli, i lobi delle orecchie o addirittura la punta delle dita.

    Guarda qua, Sanji!

    Scagliò uno alla volta vari spiedi, puntando al mento della statua. Sghignazzando, mostrò la sua "opera", aveva ricreato una sorta di "barba" spinosa.

    Và che bello! Ho un talento innato come barbiere! He he!

    Finito il divertimento, Sanjuro lo avvertì di non sforzarsi ulteriormente, lo voleva riposato per il suo allenamento. Youkai non capì, si era allenato fino a quel momento, lanciare spiedi non richiedeva poi tutta questa fatica. Ma non obiettò, e chiese solo ago e filo per passare il tempo. Con la pelliccia di lupo imbottì il suo giaccone, abbellendone il colletto, le maniche e il fondo.

    ...Eh. Potevo fare di meglio.

    Terminarono la giornata senza problemi. Youkai se ne andò a dormire, ormai guarito, convinto che l'allenamento di cui parlava Sanjuro fosse ormai finito, e che presto sarebbe tornato a casa, ed avrebbe trovato indizi sul suo passato.
    Povero illuso.

    Edited by F e n i x - 10/5/2016, 11:44
     
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    Secondo addestramento [4]



    Lo sciamano seguì i processi di Youkai per tutta la settimana. Spesso lo lasciava fare da solo per ore, solo per apparire dal nulla da dietro un cespuglio o da dietro la casupola, per fissarlo allenarsi o cacciare, annuendo con la testa, per poi tornare ai suoi compiti da sciamano mistico. Ogni tanto il ragazzo tornava a testa bassa dallo sciamano con qualche ferita aperta, e il tipo strambo lo rattoppava un po' alla meglio. Spesso il giovane collassava per il sonno, ma poco prima di addormentarsi poteva scorgere il profilo di Gassan vicino a lui. Al suo risveglio le sue ferite sarebbero state medicate. Ovviamente Sanjuro affermava fosse stato aiutato dal bastone.
    Dopo il settimo giorno, lo sciamano, ignorando il fatto che il giovane avesse praticamente ignorato i suoi inviti a non esagerare con i primi allenamenti per non sforzare troppo il suo corpo; e sicuro che tutti gli intrugli, i bendaggi, e i rituali che dovevano ristabilire il corpo del ragazzo avessero esaurito i loro compiti, decise che era giunto il momento di portare avanti il percorso del giovane Youkai.
    La mattina dell'ottavo giorno, quando il ninja si fosse svegliato, avrebbe trovato Sanjuro con in faccia una maschera particolarmente strana, fatta da rami terminanti in foglie, come a ricordare un albero. Lo sciamano si avvicinò al ragazzo e disse:

    - Abbiamo un compito da portare a termine oggi, tu, io e Gassan. O meglio, lui ha un compito, io porto lui, tu porti me. -

    E intendeva in maniera letterale: per rafforzare il suo corpo, Youkai avrebbe dovuto trasportare Sanjuro sulle spalle fino al luogo prestabilito. Il centro della palude.
    Per spiegare al ragazzo il perchè di quell'esercizio, Sanjuro unì alla sua dialettica una particolare danza, ma soprattutto una polverina bluastra che spruzzò in faccia al ragazzo.
    Alla fine, i due, anzi, i tre, sarebbero stati uno sopra l'altro fuori dalla casupola.
    Sanjuro era rachitico e piegato su se stesso, ma restava comunque un uomo adulto piuttosto robusto, quindi non sarebbe stata proprio una passeggiata camminare nella neve per il giovane Youkai, soprattutto durante il passaggio nei limacciosi anfratti della palude; ovviamente lo sciamano era stato ben attento a non spiegare questa cosa al suo giovane tuk-tuk.
    Il gruppo avrebbe proseguito a passo lento, con il ninja della foglia che trasportava il collega di Kiri, per almeno un paio d'ore, addentrandosi sempre di più nella palude, fino a che, dopo molta fatica, i due, anzi, i tre, avrebbero raggiunto il centro della zona palustre, dove l'acqua verdognola e il fango, sarebbero arrivati praticamente al petto del giovane ninja.

    - Ottimo ottimo, le proprietà curative di queste acque mistiche completeranno il tuo processo di guarigione! -

    Acqua sporca. Niente di più.
    Al centro della palude, era presente una secca, situata leggermente più in alto rispetto al resto del fondale, e su di essa, era presente un grosso tronco marcio, attorno al quale fluttuavano animali molto singolari; una particolare tipologia di lucciole che Youkai non avrebbe potuto trovare in nessuna altra parte del mondo. Lo sciamano lo invitò a lasciarlo a terra accanto al tronco, e ad aspettare qualche secondo. Sanjuro si posizionò seduto sopra al grosso tronco marcio al centro della palude, e immediatamente, tutte le lucciole, che fino a quel momento si erano disperse per l'arrivo dei due ninja, ripresero a volare attorno al tronco. Sanjuro piantò Gassan in un foro pre-esistente nel tronco, e si sistemò a gambe incrociate.

    - Noi abbiamo da fare per qualche ora, siediti qui accanto e cerca di ricordare come funziona il tuo chakra. La palude mistica te lo restituirà via via che proverai ad impastarlo. Questo luogo è mistico. -

    Youkai avrebbe scoperto che in quel luogo, addestrarsi ad impastare il chakra sarebbe stato stranamente facile; non solo quel luogo mistico rendeva il processo più rapido e meno faticoso, ma le energie spese per questo tipo di addestramento, sembravano come tornare dentro al corpo una volta spese. Una intera giornata in quel posto, e il giovane ninja avrebbe recuperato tutte le sue precedenti funzioni relative al chakra. O almeno al livello che il suo nuovo corpo avrebbe potuto reggere.


     
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    IV - Alla palude mistica



    Durante la settimana di riabilitazione, dove era un miracolo non fosse morto per via degli intrugli di Sanjuro, aveva scoperto che sottovalutarlo non era un bene. Durante le sue battute di caccia veniva distratto da un fruscìo, scoprendo poi si trattasse dello sciamano e di Gassan, che a quanto pare lo tenessero d’occhio. Non gli aveva mai risposto, seppur di tanto in tanto gli laciava qualche occhiata stupita, pensando “E stavolta come ha fatto a trovarmi??”.
    Sicuramente seguiva i consigli di Gassan.
    La mattina dell’ottavo giorno già pregustava la sua libertà: ancora dormiente, venne svegliato da Sanjuro stesso, aprendo gli occhi con calma e fissandolo confuso.

    Uhm… Capisco che quella cosa ti renda decisamente più affascinante, ma non devi mica fare colpo su di me.

    Il discorso che ne seguì fu doppiamente più strambo. Youkai fece scorrere lo sguardo tra bastone e sciamano, per poi finire con l’indicarsi.

    ...Io cosa? No, senti, quello con la memoria corta dovrei essere io, non tu. Dove vuoi che ti porto, non la conosco mica la palude, dovrei… Che diavolo stai facendo??

    Mentre parlava, Sanjuro gli girò attorno, cercando di arramicarglisi sulla schiena. L’albino si scostò, vanificando i suoi tentativi, ma non trovò risposta alle sue domande. Sanjuro iniziò a sgambettare, inneggiando canti mistici probabilmente, o versi a caso, per quel che ne sapeva il giovane, mentre il suo sguardo purpureo seguiva i suoi movimenti, finendo col ritrovarsi una spolverata di brillantini blu in faccia. Da lì non si mosse, sconvolto. Sicuramente lo sciamano era convinto di averlo ipnotizzato, poiché approfittò del suo stato di shock per tornare ad arrampicarglisi sulla schiena, stavolta senza alcuna ribellione. Dopo qualche secondo, l’albino sospirò, arreso.
    Senza proferir parola, uscì, incontrando il primo, grosso ostacolo: quel fastidioso strato di neve che, dato il peso dei tre, lo faceva sprofondare e raddoppiava la fatica dei suoi passi. I rumori tipici della fauna della palude venivano interrotti dalle imprecazioni del ragazzo, unite a sbuffi e sospiri mentre si trascinava a fatica sulla neve.

    Magari se impasto un poco di chakra sotto ai piedi…

    Speranzoso, impastò una piccola quantità su entrambi i piedi, poggiando il piede sulla neve e… sprofondando, senza risultati. Altre imprecazioni gli uscirono dalla bocca, stavolta non se la sarebbe cavata con qualche trucchetto.
    Arrivati alla palude, Youkai era stremato. Portò Sanjuro ancora sulle spalle, fino al centro della palude (lo schizzinoso pareva non voler toccare l’acqua, buttandolo sopra l’isoletta con poca grazia, ansimando esasuto. Alla sua descrizione del luogo lo fissò rabbioso, commentando sarcastico:

    Curative, uh? Ma tipo fanghi di bellezza o cosa? Perchè se tu li usi spesso posso garantirti che non funzionano.

    Si trascinò verso il centro della palude, nella piccola isoletta illuminata da uno stranissimo tipo di lucciole. Le osservò per un po’ mentre circondavano minacciose Gassan, affascinato, tornando poi all’attenzione al richiamo dello sciamano.

    Si, beh, ho ancora qualche difficoltà, ma non so come quest’acqua sporc...Questo “luogo mistico” possa aiutarmi.

    Ogni lamentela sarebbe stata vana. Youkai sospirò, arrendersi non era sua abitudine, eppure con lo sciamano lo faceva fin troppo spesso. In fondo era il suo salvatore, ormai suo amico, il più strambo di tutti, ma pur sempre un amico.

    Va bene, va bene. Addestramento. Pronti.

    In piedi sull’isoletta, fissandosi le mani poco convinto, ricoprendole di chakra violaceo. Fece un semplice impasto, aumentando la sua forza, senza sentire sforzi per il consumo. Sorpreso, si voltò verso Sanjuro, entusiasta.

    Ey! Funziona davvero!

    Euforico per la sua scoperta, lavorò col chakra per tutto il tempo, aumentando l’impasto, stavolta sulle gambe, sentendosi rinvigorito. Volendo testare i suoi limiti, aumentò ancora, impastando sul braccio destro una quantità superiore, sentendosi rinvigorito dagli effetti della palude mistica ma sentendo un senso di spossatezza dato dal consumo eccessivo. Fece una seconda prova, identica, all’altro braccio, ottenendo lo stesso risultato.

    Dannazione, così è troppo. Un paio d’ore ha detto, mmh? D’accordo, mi basteranno per ricordare il mio limite.

    Proseguì l’allenamento concentrandosi sul memorizzare la quantità giusta di chakra e impastarla all’istantanea, venendo ogni volta prontamente rinvigorito da quella surreale sensazione che dava la palude. Avrebbe continuato fino a che Sanjuro non lo avesse fermato, concentrato per i fatti suoi nel cercare di catturare qualche pesce, sfruttando gli impasti per guadagnarsi la cena.


    Edited by Waket - 19/7/2016, 20:06
     
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    Sanjuro e lo spettro [5]



    Durante il trance interdizionalcatalettico, Sanjuro era imperturbabile: non poteva comprendere o ricevere informazioni riguardo nulla che avvenisse attorno a lui, tale era la sua concentrazione. Ancor più concentrato era Gassan, che doveva eseguire il periodico ribilanciamento degli spiriti dell'isola, in modo che questa non finisse in una dimensione parallela dove i kami giocavano a Pachinko.
    Durante questo rituale, che richiese allo sciamano un paio d'ore, il giovane ninja misterioso si stava allenando sull'impasto e utilizzo del proprio chakra, in questo modo, quando fosse tornato alla sua vita, avrebbe avuto quantomeno delle basi ninja per non riprendere totalmente da zero la sua carriera d combattente, anche se secondo Sanjuro, lui era in realtà un vasaio.
    Quando il giovane si fosse stancato degli allenamenti, avrebbe trovato lo sciamano ancora intento a fare cose da sciamano; per altro Sanjuro non aveva risposto alle affermazioni del giovane dal momento che non poteva nè vederlo nè sentirlo, nè tantomeno avvertirlo più chiaramente di non toccare niente. Questo intendeva con la frase "questo luogo è mistico"; ma ahimè, Youkai non aveva fatto altro, da quando era arrivato, che mettere le mani dove non doveva, e toccare quello che non poteva; cosa che ovviamente, si sarebbe ripetuta.
    Il giovanotto pensò bene di mettersi a cercare dei pesci nella palude; cosa che ovviamente ebbe successo. Dopo alcuni tentativi, il ragazzo avrebbe trovato un pesce mistico della palude, e se lo sarebbe pappato. Crudo, o cotto su un falò non avrebbe fatto differenza. La sventura si sarebbe abbattuta su di lui, e su quella sua brutta abitudine di fare come gli pareva nelle paludi altrui.

    Ingerito il povero pesce, il ninja avrebbe avvertito come una strana sensazione di peperoni andati a male nel proprio stomaco, quindi avrebbe perso conoscenza; ma solo in parte. Avrebbe potuto continuare a percepire le cose, e le pecore; avrebbe potuto continuare a vedere, ma senza distinguere il colore ocra, e avrebbe perso il dominio sul proprio corpo, ma solo in parte. Gli sarebbe stato impossibile difendersi; quella capacità era ora del suo ospite. Già, perchè Youkai era riuscito non solo a farsi fare il culo a Genosha, a farsi riportare in vita da uno sciamano e a fare confusione nella neve, ma nel giro di una decina di giorni, era riuscito anche a farsi possedere da un pesce mistico delle paludi, animali noti per ospitare le anime dei defunti che passano di lì. E sarebbe rimasto seduto sulle ginocchia, con le pupille sbarrate aperte, e le palle degli occhi di un colore bluastro.
    Quando Sanjuro si fosse svegliato dal trance energistico, e lo avesse visto in quello stato, sarebbe caduto nelle acque limacciose per lo spavento.
    Inizialmente lo sciamano pensò che il giovane avesse esagerato nell'impastare le energie misticoprotosciamaniche, divenendo una divinità elementale, poi però, pensandoci bene, il ragazzo era troppo scemo per fare una cosa del genere. Pensò quindi ad altre 442 possibilità, 440 delle quali prevedevano infezioni perineali, una l'indigestione, e l'ultima l'avvelenamento.
    A giudicare dal colore degli occhi, doveva essere un avvelenamento bello potente, ma Sanjuro non sembrava comprendere cosa lo avesse causato. Nonostante i resti del pesce appena mangiato, sia a terra che persino in mano al ragazzo. Quindi decise di fare la cosa più logica a cui poteva pensare in quel momento.

    - Devo creare un congegno mistico disintossicatore. -


    Quindi iniziò a raccogliere "cose" in giro, dai funghi, al fogliame marcio sul fondo della palude, al legno mistico del tronco marcio presente al centro della palude, per poi strappare parti dal suo gonnellino, rendendolo estremamente corto, fino ad alcuni chiodi. Nessuno seppe mai dove avesse trovato i chiodi.
    Si fece aiutare da Gassan per completare l'oggetto il più in fretta possibile per poter aiutare il ragazzo, quindi impiegò solamente 6 ore e mezzo per completare l'assemblaggio.
    Una volta pronto il manufatto, Sanjuro si rese conto di non sapere affatto come creare un congegno mistico disintossicatore, troppo scientifico. Quindi decise di aver creato un "Mantice Maledizionante", che avrebbe maledetto qualunque cosa stava arrecando disturbo a Youkai, curandolo.

    - Semplicemente infallibile. -

    Quindi Sanjuro schizzò verso il giovane, per cercare di ficcargli in bocca la punta del congegno, che a conti fatti, non era altro che un grosso mantice, per soffiare nel suo corpo una maledizione mistica in grado, secondo lui, di curarlo. Lo spettro che aveva preso possesso del ragazzo, intanto, compresa l' IMMANE POTENZA MISTICA del congegno che aveva davanti, e dello sciamano che lo brandiva, venne colto da un panico incommensurabile, nemmeno paragonabile all'abisso della morte, che già aveva sperimentato, e cercò di divincolarsi in tutti i modi, attivando il suo possesso sul ragazzo, per fargli schivare i colpi dello sciamano.
    Quando lo vide scattare in piedi, Sanjuro si rese finalmente conto della situazione ( e non perchè aveva visto il pesce, ma per una intuizione mistica) e sbottò verso Youkai.

    - Andiamo ragazzo, ti sei mangiato un pesce mistico spettrale delle paludi nere? Ora ti tiro fuori quello spettro. Certo che sei proprio uno spettroscemo! -




    OT
    Descrivi 2 turni di combattimento in cui ti concentri unicamente su difese e schivate. Puoi usufruire delle azioni di Sanjuro.


     
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    Lo spettropesce

    V - Mai fidarsi della palude



    Youkai non aveva la minima intenzione di ritrovarsi nuovamente a mangiare la roba che Sanjuro gli propinava, ormai si era abituato a cacciare per conto suo, e nella palude non si era trattenuto. Riuscì a catturare un pesce annastanza grosso da bastargli come cena, decidendo di mangiarselo stupido dato che pareva impossibile risvegliare lo sciamano da quello stato meditativo.

    Heh. Siamo rimasti solo io e te, Gassan?

    No, anche lui meditava. Si diede una pacca in testa, dopo essersi reso conto delle sue parole.

    Sto parlando con un bastone. Fantastico.

    Dopo essere andato alla ricerca di rami secchi, tornò su quella specie di isolotto, accendendosi un piccolo fuoco per cuocere la sua preda, ignaro del pericolo. Dopo un paio di bocconi, sentì un orribile sensazione allo stomaco, pentendosi immediatamente della sua decisione.

    Ugh, stupida palude… URGH!!

    Sperava di rimette tutto, in modo da liberarsi da quella spiacevole sensazione, invece no. Finì con l’accasciarsi a terra, sul limite dello svenimento, quasi senza forze. Iniziava a vedere leggermente sfocato, sentendo che il suo corpo si stava muovendo da solo. Rialzatosi da terra, venne messo in ginocchio da una qualche forza, restandosene lì a fissare il vuoto.
    Fortuna volle che Sanjuro non impiegò molto per terminare il suo rituale, vedendo le condizioni del ragazzo e scivolando per lo spavento.

    Oh Kami. Cosa. Cos’ho?! Non riesco a muovermi!!

    La sua testa si voltò in automatico verso lo sciamano, controlando cosa stesse costruendo, usando persino pezzi del suo già striminzito gonnellino.

    UGH! Tutto ma non questo!

    Ma nulla, lo spirito che lo aveva posseduto non volle distogliere lo sguardo dalla creazione dello sciamano, cercando di cael propire cosa stesse combinando. Non appena Sanjuro mostrò a Youkai con fierezza la sua creazione, il ragazzo riprese per una frazione di secondo possesso del proprio corpo, scattando in piedi terrorizzato.



    Sanjuro fece per spingere con convinzione il marchingegno in bocca all’albino, facendo però scattare lo spirito che si mosse, deviando con un rapido movimento del braccio il colpo, facendolo finire sul lato del suo volto. Youkai rabbrividì.

    Non… Non sono stato io.

    E dopo essersi preso anche una sgridata dallo sciamano, quest’ultimo insistette con la sua offensiva, cercando di prendere il giovane ed estrargli lo spettro. Il ragazzo (o meglio, l’entità che lo possedeva) dovette scattare all’indietro per evitare che quell’arma gli finisse nell’orecchio, saltando poi per evitare la spazzata dell’uomo, che probabilmente stava pensando di bloccarlo a terra in qualche modo.

    Ey, piano! S-senti, hai detto che è uno stupido pesce, no?? Perchè non mi insegni a controllarl-WOAH!

    Lo sciamano stava passando alle maniere forti, sembrava aver preso la cosa piuttosto seriamente. Aveva tentato di afferrare il giovane per i capelli, ma lo spiritello grazie ai suoi riflessi sviluppati lo fece abbassare di scatto, rendendo vana la sua presa. Lo sciamano approfittò della posizione per tentare una ginocchiata, parata con entrambe le braccia davanti al viso. Sanjuro fece per colpirlo con un colpo a martello, e lo spiritello non si fece trovare impreparato, accucciato com’era si diede la spinta per una capriola laterale, evitando anche quell’ultimo colpo.

    Un pesce che controlla il mio corpo. E non lo riesco a fermare. Ho decisamente bisogno di allenamento.
     
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    Il vero stratega [6]



    Con quel ragazzo posseduto che saltellava a destra e a sinistra, l'operazione di espulsione dello spirito risultava complessa. Sanjuro stava provando a ficcargli la punta del mantice nel naso, in bocca o nelle orecchie, ma era quasi impossibile considerando che quel tipetto non voleva saperne di stare fermo e farsi esorcizzare. Lo sciamano stava provando ad assaltarlo da ogni direzione, e nonostante la sua superiorità fisica, oltre al fatto che Youkai aveva il corpo ancora sottoposto a ferite, anche se ormai quasi del tutto richiuse, il mistico proprio non sapeva come fare a prenderlo.
    Alla fine, come sempre, sarebbe stato il più sveglio a risolvere la situazione, Gassan.
    Il potentissimo bastone infatti, si trovava, non si sa come, conficcato nella palude, e sporgeva fuori dall'acqua solo di poche decine di centimetri, arrivando più o meno ad altezza gioielli.
    Quando Sanjuro iniziò un nuovo assalto al ragazzo, scagliò due kunai in due direzioni diverse, all'altezza delle ginocchia, a destra e a sinistra rispetto al giovane, in modo da impedirgli di fuggire lateralmente, e lo caricò.
    Questo avrebbe causato nello spirito del pesce una condizione che ad un animale tipicamente preda, come era lui, poteva essere ricondotta a una cosa soltanto: la fuga.
    Lo spirito avrebbe indietreggiato, e si sarebbe voltato per sfuggire allo sciamano, sbattendo violentemente, con appunto il pacco, sull'estremità di Gassan, assumendo una espressione di dolore, e cadendo in ginocchio a bocca aperta.
    Da dietro, Sanjuro si sarebbe sporto in avanti, e restando in bilico sopra di lui, sulle punte dei piedi, passando il mantice davanti alla sua faccia, glielo avrebbe ficcato tra i denti, stringendolo con tutta la forza che aveva.
    Con le guance gonfie, il povero Youkai si ritrovò con la bocca piena d'aria, e un fortissimo dolore alle palle; mix di condizioni che fece fuggire lo spettro dalle orecchie del giovane.
    Ovviamente il mantice era solo un pezzo di legno, non aveva niente di mistico, ma lo spirito del pesce non era abituato al dolore umano dello schiacciamento...biglie, e fuggì.

    - Gassan sei sempre una spanna avanti a tutti amico mio, non mi avevi rivelato il tuo piano per paura che lo spirito potesse comprenderlo dai miei movimenti, sei un genio! - Il bastone non si mosse.

    Lo spiritello prese a fluttuare attorno al ninja della foglia, tipo animale da compagnia. - Beh adesso che siete stati una cosa sola, penso che ti seguirà in eterno, così da poterti fregare il corpo una volta morto. potrei esorcizzarlo del tutto, ma mi sta simpatico, oltre al fatto che ho finito le cipolle. Comunque non temere, solo tu puoi vederlo. E Gassan, e ogni sciamano del mondo, e il re dei pasticceri; un tipo molto pericoloso. -

    Quindi Sanjuro lanciò il mantice al giovane Youkai, prese Gassan e si incamminò verso la sua casupola. - Tienilo, potrebbe servirti, ora torniamo a casa. -
    Quando i due fossero tornati alla casupola nella palude ghiacciata di Sanjuro, lo sciamano avrebbe offerto al ninja un altro dei suoi pasti orribili, quindi si sarebbe rivolto al ragazzo.

    - Le tue ferite sono guarite, anche se la tua memoria non lo è; però ho una buona notizia, mi sono ricordato che a ovest ci sono persone in grado di maneggiare i ricordi delle persone, certo, non saranno mai veri sciamani nemmeno in un milione di anni, ma magari potrebbero aiutarti. Se però vuoi restare qui, penso di avere abbastanza zuppa per i prossimi 25/30 anni, a te la scelta ragazzo. -


    OT
    Dato che Sanjuro non è ancora chunin può creare equip personale, quindi fino a che non gli riporterai il mantice per renderlo "più mistico" ecco la versione base:

    CITAZIONE

    Mantice Mistico [Vario]
    Come suggerisce il nome, il mantice mistico è un mantice, però mistico.
    Effetti: Nessuno
    Se spremuto emette un getto di normalissima aria, che potrebbe maledire una persona. O esorcizzarla. O spostarla di pochissimo.
    Utile per avvampare una fiamma e per soffiare via la polvere.

    Tipo: Vario
    Dimensione: Media
    Quantità: 1
    (Potenza: 0 | Durezza: 1 | Crediti: 0)

     
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    Colpi sleali

    VI - L'astuzia del bastone



    Niente da fare, lo spiritello dava a Youkai un’agilità che non gli apparteneva, permettendogli di superare Sanjuro in velocità ed evitare i suoi tentativi di esorcismo. Ma nessuno di loro aveva fatto i conti con Gassan.
    Solo Sanjuro, o forse nemmeno lui, poteva “intuire” l’aiuto che poteva dargli quel bastone: pazzo come un cavallo, ma astuto stratega (almeno contro un avversario che aveva l’apparente intelligenza di un pesce[No, non Youkai. Lo spiritello.]), riuscì a costringerlo a dover prendere un’unica via, approfittando della posizione del bastone per colpirlo brutalmente in uno dei punti più delicati. Youkai subì il colpo in pieno, senza preavviso. Spalancò la bocca per il dolore, ma non uscì alcun suono apparente; probabilmente i lupi della zona avrebbero riscontrato problemi di udito per le prossime due ore. Inginocchiatosi accompagnato dalla forza di gravità, non fece nemmeno caso a Sanjuro che dall’alto aprofittò del momento per esorcizzare il ragazzo, usando il mantice per soffiargli in bocca, convincendo l’ospite ad uscire.
    Youkai rimase per qualche minuto buono a mugolare, stringendosi i gioielli con le mani, mentre lo spiritello sembrava essersi già affezionato all’albino, girandogli attorno e posandosi sopra la sua chioma.

    Non so quanto possa stare simpatico a me dopo tutto questo…

    Quasi in risposta, lo spiritello roteò un paio di volte, prima di infilarsi letteralmente dentro la sua testa. Youkai ricominciò a sudare freddo, in panico, ma una volta in piedi si rese conto di avere il controllo del suo corpo. A quanto pare lo stava usando semplicemente come poltroncina movibile.

    Ah. Comodo lì eh?! L’hai combinata grossa, non appena ti becco fuori ti concio per le feste!

    Lo sciamano regalò il suo nuovo strumento al ragazzo, che lo prese al volo, insicuro. Lo fissò per qualche istante, per poi rispondere dubbioso:

    Uh… Beh. Grazie, credo. Hai sentito, mostriciattolo?? Se prendi di nuovo possesso del mio corpo ti risucchio in sto coso e ti faccio marcire qui dentro!

    Il konohaniano riuscì a sentire un piccolissimo brivido dentro al suo corpo, proveniente dallo spettro, che lo fece sorridere. Sanjuro si incamminò verso casa, chiedendogli cosa volesse fare. Al solo nominare la zuppa un brivido gli percorse tutta la schiena; no, non sarebbe rimasto un giorno in più. Ma apprezzava davvero l’impegno che lo sciamano aveva avuto nel salvarlo e rimetterlo in sesto (nonostante avesse rischiato di ucciderlo con i suoi mistici impasti). L’albino ridacchiò, scuotendo la testa.

    Ti ringrazio, per tutto quello che hai fatto per me. Ma ora è arrivato il momento che io trovi la mia strada. ...Ey, ti ritrovo sempre qui, no?

    Un vago ricordo riapparve nella sua mente. Si concentrò per qualche istante.

    ...E comunque, puoi chiamarmi per nome, se vuoi. ...Youkai. Kuroi Youkai. ...Sì. Così mi chiamo.

    Non pareva troppo sicuro di se, aveva seguito quel vaghissimo ricordo, ma sentiva di averci azzeccato. Lo spettro finì col posarglisi sulla spalla, fissando entrambi con due sottili occhietti lucenti. Dopo essere arrivati entrambi alla capanna ed aver preso tutta la sua roba, ormai sulla soglia della porta, si voltò per un saluto, prima di chiuderla alle sue spalle e partire per il suo viaggio, direzione Konoha.
     
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