Pioggia ed infiltrazione

Un anno di Feng Gu

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    Falce dei Kaguya


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    Y Danone
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    I primi mesi sotto la Pioggia

    Quasi un anno era passato dal suo Ritorno, nel deserto del Paese della Terra.
    C'era stato il periodo nella Capitale con i ninja della Zanna e tutte le avventure, o disavventure, accadute in quel lasso di tempo, poi, aveva scelto di andarsene.
    Voleva visitare i territori Accademici, avrebbe detto a chi gli avesse chiesto, voleva conoscere i Quattro Villaggi e fare un pò di denaro durante quel lasso di tempo. Questa la sua storia, per chiunque avesse voluto sentirla, ma, più di tutto, in realtà, doveva recuperare le forze e l'esperienza necessaria per la propria Vendetta. Contro Hayate, forse, ma sicuramente contro il Sanga.
    Un tempo, lo avevano chiamato Shiltar Kaguya, il Sandaime Mizukage, ma quella persona era morta per mano della Terza Zanna, adesso era semplicemente Feng Gu, un traditore ed un vagabondo.
    Passò quasi un mese viaggiando e soffrendo di quelle voci che, ormai, iniziavano a torturarne la mente: forse era dovuto allo stress per la Rinascita, forse al Marchio del Rancore lasciato da Feng Huang (o almeno dalla parte che aveva usato per risvegliarsi), forse alle scelte fatte di vita, forse era solo la sua coscienza, ma a poco a poco non era più una voce a disturbarne i pensieri, non erano solo i sogni notturni, invasi dai ricordi deformati di una vita passata, no, era una costante critica ad ogni sua scelta. O quasi.

    Una scelta su tutte fu dove andare a nascondersi per un periodo, prima di tornare nelle vere terre Accademiche: Ame. Il Villaggio della Pioggia, un tempo patria dei peggiori Nukenin immaginabili, ormai residenza soltanto di caos e disorganizzazione, almeno da ciò che si poteva vedere nel suo cosiddetto Primo Livello.
    Fu lì che il Risorto arrivò, restando per un mese interno come guardiano sulle Mura, un'esperienza quasi rinfrescante, che portò alla sua mente i ricordi di Shiltar, della giovinezza a Kiri con Riikimaru, Kato, Kisugy, Kymuji, Murbella, Usagi e tanti altri... per la maggior parte morti, o dispersi.
    Quello fu il periodo in mezzo a bifolchi e ruba galline, marmaglia che non aveva accettato le proprie case forse per mere invidie, o per incomprensioni da nulla. Marmaglia che, decisamente, non suscitava il suo interesse, quanto il desiderio, sviluppato tra un pensiero e l'altro, di trovare un possibile obiettivo per la sua voglia di Vendetta: Yashimata.
    Sapeva, in fondo, che il traditore della Nebbia, colpevole di aver ucciso chissà quanta gente nell'attento al mercato kiriana, si trovava ad Ame, o almeno quelle erano le ultime informazioni di Shiltar ed anche per questo aveva fatto tutto il possibile per allontanarsi dai meandri di quelle pozzanghere ed acquitrini pieni di minacce che qualsiasi shinobi di qualsiasi villaggio avrebbe risolto senza troppi problemi.

    Il secondo Livello si rivelò essere un luogo più "accogliente": c'erano ninja di livello maggiore, per lo più interessati non solo a sopravvivere, come tutta la gente con cui aveva convissuto nei suoi mesi di guardiano alle Mura di Ame, ma a guadagnare dalla loro condizione di Nukenin.
    Sentiva storie, di quando in quando, di accordi, progetti, missioni commissionate, ma non se ne curava troppo, desiderando solo un modo per raggiungere il Terzo Livello.
    Da ciò che aveva udito, lì era realmente organizzata e controllata la vita ad Ame, lì si sceglieva ciò che era degno di esistere in quei luoghi e ciò che non lo era, lì si sceglieva tutto. Dubitava che uno come Yashimata non fosse interessato a comandare in un posto del genere e, soprattutto, dubitava che lì non avrebbe trovato di meglio per riforgiare se stesso e prepararsi, se non fisicamente almeno mentalmente, all'unico vero obiettivo.
    Per tre mesi visse in una piccola camera sopra la Locanda dei Batuman, godendo della compagnia della figlia del proprietario, completamente consenziente. In molti avevano concorso per quella stessa compagnia, di certo più "curata" di quelle dell'altra locanda IN della zona, ma Feng Gu si era fatto strada eliminando gli altri "spasimanti", in fondo erano gente senza patria, proprio come lui, chi mai li avrebbe rimpianti?
    Per tre mesi aveva interagito con shinobi di ogni risma, seppur migliori di quelli del Primo Livello, finché un incontro, proprio nella locanda, lo avrebbe, forse, portato a trovare una via per il Terzo Livello.
    Accadde tutto in uno degli innumerevoli giorni di pioggia.
    Era l'anno 33 dalla Fondazione dell'Accademia.


    --------------

    OT: Ok, Jotaro Jaku, mi sono tenuto vago e mi sono concentrato principalmente su un breve sunto di come il mio pg sia arrivato fin lì, a te il piacere di trovare come la tua arriva alla locanda e si incontrano :riot: /OT
     
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    Anno 31 dalla fondazione. Oboro era divenuta chunin due anni prima, giusto in tempo per vedere l'assalto di Kurotenpi al palazzo dell'Accademia, giusto in tempo per prendere parte ad uno dei periodi più bui dell'epoca ninja, un periodo di rinnovata guerra, di sfiducia reciproca tra i villaggi, un periodo in cui persino i peggiori criminali tra i villaggi dei ninja, avevano paura, e si nascondevano come topi; e non esisteva covo di ratti più sudicio di Ame, a detta di tutti.

    Era passato circa un anno dalla distruzione del palazzo accademico, giusto il tempo per riprendere appena fiato, giusto in tempo perchè Taki attaccasse i villaggi ninja creando nuovo scompiglio. In questa situazione di sconvolgimento, il villaggio della foglia vedeva avvicendarsi nuove figure di potere. L'hokage attualmente presente, Shika Nara, era convinto che il vantaggio sui nemici e sugli altri villaggi, si celasse nel villaggio della pioggia, per questo nel giro di un paio di mesi, inviò una decina di ninja infiltratori perchè recuperassero informazioni, ninja con taglie di valore, e manufatti.

    Inutile dire che queste sortite non ebbero effetto, nessuno di loro superò mai il primo livello, o risultò avere successo in qualcosa di soddisfacente per la guerra in corso.

    Questo fino a che, a seguito di un interrogatorio, alcuni nomi comparvero sulla scrivania del Nara un po' troppo spesso.

    Era una mattina dell'anno 31 dalla fondazione, e una chunin venne convocata nella stanza del Kage, con urgenza. Quando si presentò lì aveva la sua normale tuta da Aburame, neutra e senza niente di particolare da sfoggiare.

    [Shika] - Benvenuta Oboro, ho un lavoro per te. -

    La ninja non rispose a voce, si limitò a chinare la testa in segno di affermazione. Era abituata a quel tipo di lavori nei quali il Kage della foglia la spediva a destra e a sinistra.

    [Shika] - A seguito degli ultimi eventi politici, sono stato costretto ad ampliare gli interrogatori, ed è venuta fuori una cosa interessante. Il cognome di tua madre non è Aburame, sbaglio? -

    A quel punto Oboro sembrò come irrigidirsi. Cosa c'entrava il cognome di sua madre in tutta la situazione politica mondiale al tempo? L'hokage sospettava che sua madre fosse una terrorista legata a Kurotenpi?

    - No mio Hokage, mia madre è una Noriaki, perchè lo chiede? -

    L'Hokage, come avesse ricevuto risposta a una domanda retorica, annuì svariate volte, tamburellando sul tavolo con le dita. Quindi riprese a spiegare ad Oboro il motivo della sua chiamata.

    [Shika] - Esatto, e forse è un'esagerazione da parte mia pensarlo, ma ho la sensazione che ci sia un tuo parente legato all'attacco di Kurotempi di un anno fa. Non ne abbiamo prove certe, ma considerato l'individuo, non lo escluderei. La tua missione è recuperare quante più informazioni puoi su questo individuo, Jotaro, e le riporti. In caso di fallimento nel compito che ti ho appena assegnato, voglio che tu rimanga sotto copertura nel villaggio della Pioggia fino a che non avrai recuperato informazioni o conseguito risultati che possano aiutare il villaggio in questa guerra. -

    Oboro sembrò confusa, l'Hokage la stava davvero spedendo nel villaggio della pioggia con la scusa di attaccarsi a un suo cugino malfattore, per dare un senso al suo bisogno ormai disperato di accumulare qualche potere in più per avvantaggiarsi nella guerra?

    Questi i suoi pensieri, ma non si oppose, un ordine era un ordine.

    - Accetto la missione mio Kage, anche se in famiglia non parliamo più di mio cugino da anni ormai, per tutti è come morto. -

    Lasciò la sala.






    Anno 33 dalla fondazione. In uno dei tanti giorni di pioggia dell'omonimo villaggio, Amegakure, la direttrice dell'obitorio C si allontanò dal suo posto di lavoro, dove accumulava scartoffie, contava denaro e trasportava cadaveri, per recarsi ad un incontro che le era stato fissato dal caso. Quel giorno avrebbe dovuto consegnare alcune informazioni ad un brutto ceffo del secondo livello, nella locanda; senza però averlo mai visto. Aveva con sè una piccola cartella piena di documenti riservati, sotto il camice grigio dell'obitorio, e un cappello di paglia saqqat in testa, di quelli larghi, il cui diametro para dalla pioggia tutto il corpo, come andava di "moda" o meglio, di necessità, ad Ame.

    Non aveva idea dell'identità del suo interlocutore, come ogni volta che doveva incontrare una spia di chissà quale villaggio: infatti capitava spesso che all'interno della malavita si fosse una rete di spie e controspie che si facevano la guerra tra poveri per poter salire di un gradino in più rispetto ai loro "colleghi".

    Quel giorno però, a causa di chissà quale scherzo del destino, il corpo dell'uomo che doveva incontrare, si trovava in un fosso, rivolto a faccia in giù, per una questione di onore e di donne, e proprio l'uomo che ne aveva terminato la vita, si trovava a quella stessa locanda, seduto ESATTAMENTE, dove sarebbe dovuto avvenire l'incontro.

    Quel giorno, la direttrice dell'obitorio C, era Oboro, sotto copertura da un paio d'anni nel villaggio della pioggia.
    Entrata nella locanda, si guardò un momento attorno, senza generare troppa curiosità nei presenti, dato che era gesto comune il cercare persone in locanda; e la vita ad Ame negli ultimi due anni, l'aveva fatta mimetizzare alla perfezione. Cercò un uomo solitario, guardingo e sicuro di sè; aveva saputo che quest'uomo aveva avuto contatti con la figlia del proprietario, o con la locandiera o quello che era, quindi cercava un uomo che fosse quasi a suo agio lì dentro, che non passasse i suoi ultimi momenti guardandosi le spalle, come la feccia con una taglia sulla testa che si nascondeva lì, e quando si rese conto che solo un uomo si avvicinava molto a questa descrizione, prese da bere, un tè freddo al limone, come piaceva alla donna cui aveva rubato l'identità, e si diresse a quel tavolo, davanti a quell'uomo. Sollevò leggermente il saqqat e sorrise.

    - E' libero? -


    Edited by Jotaro Jaku - 21/9/2015, 17:54
     
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    Un anno sotto la Pioggia - Di donne e locande

    Il giorno prima era sceso, qualche ora dopo l'apertura, nella Locanda, uscendo per ultimo dalla stanza che ormai condivideva con la figlia del proprietario.
    Aveva perso tempo a causa delle voci che ormai gli tempestavano la testa, voci che sottolineavano come i suoi desideri di Vendetta fossero, alla fin fine, solo menzogne che si raccontava; come lui dovesse fedeltà a qualcosa di diverso dalla semplice Vendetta, appunto.
    Come ogni volta, quando quelle voci si facevano sentire, il Risorto, o, come si faceva chiamare ad Ame, Ru-Wai, aveva avuto bisogno di tempo da solo, tempo in cui urlare contro quelle voci che gli tempestavano la mente, tempo per battere i pugni e sopportare quello che, reputava, fosse un effetto collaterale del Marchio del Rancore.
    Quando era entrato nella locanda, comunque, Ru-Wai s'era seduto al bancone ed aveva ordinato qualcosa da bere: la colazione dei campioni l'aveva definita, mentre il vecchio proprietario dava lui alcoolici in cambio di denaro. Unico problema di quella giornata: un tizio, forse un nuovo arrivato nella locanda, forse uno che s'era fatto coraggioso nel vedere la locandiera sola, o come scoprì poi un vecchio cliente, l'aveva presa per il braccio ed ora se la teneva seduta sulle ginocchia.
    "Dai, piccola, un bacetto soltanto...", chiedeva l'omone dal viso butterato ed i capelli lunghi e scuri, "Un bacetto per Kotaro! Resterò qui per almeno una giornata, potremmo iniziare così e finire in modo molto più intimo! Come facevamo una volta!", rise l'omone, prima che la ragazza si voltasse e notasse l'uomo con cui aveva condiviso il letto fino a poche ore prima.
    "Ru-Wai!", lo chiamò, ma non fu il suddetto Risorto a voltarsi, bensì il butterato a notarlo ed alzarsi in piedi, facendo cadere la figlia del locandiere a terra ed avvicinandosi all'altro.
    Kotaro rimase per qualche secondo a fissare il massiccio pelato che beveva dalla bottiglia, poi gli ruttò sulla nuca, prima di voltarsi e tornare verso la ragazza, che stava rialzandosi in piedi.
    Non ho capito l'ultima parola, ma penso che dovremmo discuterne fuori, sotto la Pioggia., propose colui che era stato conosciuto ad Iwa come un Mercenario, alzandosi in piedi e dirigendosi verso la porta, solo dopo aver finito la bottiglia.
    Allora, Kotaro mi raggiunge, o ha bisogno che gli parli per monosillabi anch'io?, avrebbe chiesto, suscitando l'ilarità generale nella locanda.

    Lo scontro non fu dei più esorbitanti: quel ninja butterato sembrava essere parecchio veloce, utilizzare una qualche tecnica legata ai fulmini che gli scorrevano sul corpo, tanto da non essere nemmeno impressionato dai Raiton dell'altro, unico errore che fece fu all'ultimo, quando investì con pugno ricolmo di chakra il tronco del massiccio pelato, solo per trovarli egli stesso il cranio perforato da un corno d'ossa, nato all'improvviso dalla spalla del suo avversario, mentre subiva il colpo.
    Kotaro finì in un fosso del Secondo Livello, un canale di scolo che, appena le piogge lo avessero riempito a sufficienza, ne avrebbe trasportato il corpo fino al Primo Livello, dove sarebbe diventato uno dei tanti cadaveri senza nome e senza valore in quel luogo dimenticato tanto dagli altri villaggi, quanto da qualsivoglia divinità, probabilmente.
    Dopo quella breve scaramuccia, con le ustioni sul corpo e l'abito rovinato, oltre che fracido di pioggia, Ru-Wai rientrò nella locanda, ordinando stavolta anche qualcosa da mangiare e prendendo per se il posto dove s'era seduto l'ormai defunto Kotaro; avrebbe passato lì la mattinata, mangiando e chiacchierando con altri clienti abituali; il pomeriggio, invece, si sarebbe preoccupato di fare qualche giro per il Secondo Livello, sempre in cerca di nuove informazioni, ma troppo poco immerso nei giri di quelle genti per poter sperare in qualche vera notizia.
    Qualcosa comunque avrebbe scoperto, qualcosa su quel Kotaro: era un ricercato di Oto, a quanto sembrava, seppur non aveva memoria di aver mai sentito il suo nome, sembrava far parte di una piccola cricca di criminali, una banda che aveva uomini al Primo Livello, alle mura, ma che, soprattutto, vantava conoscenze persino al Terzo... peccato che non avevano salvato il loro sfortunato elemento da quello spiacevole incontro.
    La sera, un pò dispiaciuto di aver ucciso quel tizio senza chiedergli quanto ne sapesse del misterioso vero capo di Ame, Ru-Wai avrebbe riscosso il suo "premio" per aver salvato la figlia del locandiere che lui chiamava "Brun", non interessandosi affatto del nome di lei e, d'altronde, la figlia del proprietario era migliore di talune "lavoranti" della vicina Bettola, ma sia lei, sia il padre, capivano bene che in un villaggio del genere, o trovavi chi proteggeva, a modo proprio, la virtù di una ragazza, o quella sarebbe finita a lavorarci alla Bettola di cui sopra, quindi accettava di essere chiamata in tal modo.

    E quelli furono gli avvenimenti che portarono a quello strano incontro: s'era alzato di buon ora, le voci non avevano dato più fastidio del solito e lui, così, per sfizio, aveva seguito la sua "Brun" fino al piano della locanda ed aveva accettato la colazione offertagli, con la ragazza seduta sulle ginocchia.
    "Meglio tu che quel bruttone di Kotaro... era un tale prepotente.", avrebbe semplicemente detto lei, prima di chiacchierare del più e del meno.
    Come ogni mattina, poi, il Risorto avrebbe passato il suo tempo a chiacchierare con la gente del luogo, in cerca d'informazioni interessanti, finché non accadde l'evento inatteso: una sconosciuta le chiese se il posto al tavolo era libero.
    Prego, accomodati., avrebbe semplicemente detto, squadrandola. L'aveva vista da qualche parte, ma non era certo dove. Ad onor del vero, in quei suoi mesi ad Ame, Ru-Wai era andato solo tre volte all'Obitorio: sapeva che i cadaveri valevano, ma non era tipo da offrirli ai medici, preferiva che i segreti morissero con chi li aveva in se, una fortuna che lui non aveva avuto, in un certo senso.
    Osservò il thé freddo che aveva ordinato l'altra, poi la sua figura, interdetto su come mai si fosse seduta proprio lì, Noi ancora non ci conosciamo, giusto? Io sono Ru-Wai., avrebbe semplicemente esordito, aspettando che fosse quella a parlare, mentre sorseggiava dal proprio bicchiere.

    ----

    OT: Ok, un pò di incipit lato mio su quale sia il gruppetto del malcapitato Kotaro, a te quali sono i documenti ^^' /OT
     
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    L'uomo lasciò che mi sedessi, proprio come era stato stabilito. Questa era l'unica informazione che le due spie si erano scambiate tramite comunicazione nei giorni precedenti, Oboro sapeva di dover ordinare un tè, e di dover chiedere di potersi sedere. L'uomo avrebbe solo dovuto accettare facendo forza sul fatto che i due non si conoscessero. Il destino era davvero burlone.
    Oboro rispose con un sorriso, scostò la sedia e si poggiò davanti all'uomo, sedendosi e rilassando la schiena sul legno dello schienale. Tirò sulle gambe la borsa che portava con sè, ed estrasse un fazzoletto di tessuto, che poggiò sul tavolo, assieme ad un grosso fascicolo legato da un filo.
    Il fascicolo di per sè non aveva alcun significato, serviva solo per occultare agli altri avventori, la presenza del fazzoletto, che fu poggiato accanto ad esso, visibile solo a Ru-Wai.
    Oboro non smise di sorseggiare il tè in tutto questo processo, quindi iniziò a parlare del più e del meno, come se i due fossero amici di amici, e si fossero incontrati per parlare di frivolezze, parlando in maniera rilassata
    [Recitazione]Abile: L'utilizzatore può modulare a piacimento il proprio timbro vocale, riuscendo a parlare come una persona molto più giovane o anziana di lui, del sesso opposto, o impersonando una persona specifica.

    - Allora Ru-Wai, che si dice dalle tue parti? Ho saputo che tuo fratello ne ha combinata un'altra delle sue, come sta quello scansafatiche? Mi parlava sempre di te ma ancora non avevo avuto il piacere di incontrarti, racconta. -

    Ma la vera conversazione sarebbe avvenuta sul tavolo, dal fazzoletto, usando un dito, in maniera rapida, in modo che nessuno vicino a loro avesse potuto vedere, Oboro tirò fuori una sorta di cartolina completamente bianca, la rivolse verso il ninja, e lasciò l'indice su di essa.
    [Prestigiatore]Abile: L'utilizzatore ha una precisione e una finezza nei movimenti delle mani che sfiora il sovrannaturale. Può compiere facilmente giochi di prestigio con oggetti di dimensioni pari o inferiori a mediopiccola. Possono passare gli oggetti occultati da una mano all'altra in un tempo ridotto, difficilmente percepibile.

    Gli ultimi dubbi. Quel ninja gli aveva detto il suo nome...che fosse vero, o fasullo, perchè una spia aveva dato un nominativo, non si davano mai....
    Forse solo un pensiero di troppo, Oboro era fissata con la precisione, ma non ci pensò troppo, e tornò agli affari. Concentrando una minuscola quantità di chakra in quel dito. La vera discussione ebbe inizio.
    [Carte Ninja]Arte: L'utilizzatore può incidere nelle carte ninja le informazioni conosciute, dialoghi, indicazioni senza la necessità di scrivere. Richiede slot gratuito Istantaneo.
    La carta può essere occultata, risultando bianca, e resa visibile a volontà del creatore. A discrezione del creatore è possibile permettere la lettura di tali carte agli estranei se soddisfano delle condizioni.


    All'improvviso, sulla carta sarebbero apparse delle parole.

    CITAZIONE

    Benvenuto cliente.
    L'Alveare Vi dà il benvenuto e ci tiene a ringraziarVi per la vostra scelta. Come sempre siamo al vostro servizio per qualsiasi lamentela, consiglio, o richiesta.
    Il servizio da Lei richiesto appartiene al livello C, questo significa che le informazioni desiderate saranno fornite in codice, in quanto il pagamento non risulta effettuato al momento dello svelamento attuale del nostro messaggero.
    Come da contratto da lei sottoscritto, effettui il pagamento ammontante a: [Competenza Ryo] allo stesso nostro inviato che le sta comunicando i termini adesso. Altrimenti potrà tenere le informazioni in codice e decifrarle lei stesso. L'Alveare non ripudia i clienti intelligenti.
    Se decide di accettare questi termini, ponga un dito su questo messaggio, e potrà comunicare tramite il chakra con il nostro inviato senza dover pronunciare alcuna parola, ciò che desidera comunicare apparirà su questa cartolina e potrà essere visionato dal nostro fattorino.
    Le auguriamo una buona giornata.


    La carta era un veicolo di comunicazione silenzioso tra i due ninja. Ru-Wai avrebbe quindi potuto pagare l'ammontare a Oboro per ricevere le informazioni fornite di chiave di decrittazione, oppure avrebbe potuto chiedere le sole informazioni, e poi sarebbe toccato a lui decifrarle per suo conto senza dover pagare uno spicciolo.
    Qualora avesse accettato uno di questi due termini, Oboro avrebbe iniziato a comunicare sulla carta, mentre a voce avrebbe continuato a parlare di parenti, ex mariti e idiozie varie da taverna; altrimenti, se il ninja avesse rifiutato, Oboro avrebbe ripreso le sue cose e se ne sarebbe andata come se niente fosse, dopo aver ringraziato l'uomo per la compagnia.
    In caso di accettazione del contratto però...sulla carta sarebbero comparse altre parole.


    CITAZIONE

    Salve Ru-Wai, sono il fattorino che ti è stato assegnato, potrai chiamarmi Camelia, sono qui per fornirti quello che il tuo gruppo ci ha richiesto.
    Dato il vostro interesse per il Terzo Livello, e data sia la difficoltà di accesso a queste informazioni, che la loro pericolosità, il foglio che le contiene sarà visibile solo dai Vostri occhi, e si scolorirà nel giro di 15 minuti dal momento della mia partenza dalla locanda. Le informazioni sono assicurate al 100% della mia associazione, e dal fatto che io stessa a mio rischio le ho accumulate qui ad Ame, nel tempo. Non sei il primo che richiede questa informazione, ma in amicizia, essendo cliente, ti invito a rinunciare a qualunque impresa tu abbia in mente. Non è bello morire di curiosità. Ecco a te l'informazione che hai chiesto. Comparirà in un foglio di questo stesso tipo quando mi darai il via tu; se effettuerai il pagamento, il messaggio in codice si decritterà automaticamente, altrimenti resterà come te l'ho fornito io.


    Ru-Wai avrebbe potuto comunicare tramite il chakra nella carta ninja qualunque informazione a Oboro, spendendo una minuscola quantità di chakra [Bassissimo] Alla fine della conversazione, la donna se ne sarebbe andata, rendendo questa l'unica occasione per chiedere qualunque informazione.
    Qualora fosse stato pronto, avrebbe dovuto unicamente comunicarlo nella carta, usando il chakra, che sarebbe fluito dall'uomo all'interno del foglio.
    Oboro avrebbe estratto una seconda carta ninja dal fazzoletto, l'avrebbe toccata, e l'avrebbe passata all'uomo, riponendo tra le sue cose quella usata per la comunicazione.

    - Grazie della compagnia amico, spero di rivederti tutto d'un pezzo molto presto. -
    Si sarebbe alzata, e avrebbe preso la porta.


    [Contenuto della carta comunicativa]

    CITAZIONE

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    Vy gremb yviryyb, n qvssreramn qrv cevzv qhr, aba è ha vafvrzr qv ybpnyv b dhnegvrev, vy gremb yviryyb aba è ha pbib va cnegvpbyner, zn ha tehccb qv crefbar. Rffv fbab zrfpbyngv gen v cevzv qhr, cre dhrfgb aba ren cbffvovyr gebiner ha fbyb natbyb qv nzr pur pv sbffr cerpyhfb, crepuè qv snggb aba rfvfgr!

    Fb pur è cerfragr han cvrgen, fvghngn aryyn gbeer cvù nygn qv nzr. Vy fhb npprffb è chooyvpb, fr fv è n pbabfpramn qryyn fhn rfvfgramn, dhrfgn ynfpvn fhy orefntyvb han cnegvpbyner genppvn qv raretvn, ivfvovyr qn puv fv gebin ny gremb yviryyb, r pur eraqr ivfvovyv yr nyger crefbar pur yn cbffvrqbab, fbyb va dhrfgb zbqb è cbffvovyr nirer pbyyrtnzragb pba puv fv gebin ny gremb yviryyb. Zn vy evghnyr un ha pbfgb pur vb aba cbffb fbccbegner. Yn zvn evfrein r vafhssvpvragr.


    OT
    Scusa il ritardo. Allora, ho inserito un costo per la cosa giusto per essere realista. Nel caso decidessi di pagare per la decrittazione rinuncerò a eventuali stemmi che potrebbe darmi la giocata e ti darò la chiave di decrittazione. In ogni caso è un codice molto semplice te lo assicuro.
    Da qui in avanti se vorrai proseguire e scoprire dove portano le informazioni...andremo avanti!
     
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    Un Anno sotto la Pioggia - Codici

    La donna si sedette ed iniziò a bere del thé, il che, di per se, era già abbastanza curioso, quando poi iniziò a parlare di un fratello e chiedere come stesse, probabilmente un sopracciglio di Ru-Wai si alzò per la sorpresa, solo per essere, poco dopo, accompagnato anche dall'altro sopracciglio, nel notare delle parole che stavano apparendo sul foglio che la misteriosa interlocutrice aveva poggiato sul tavolo.
    Che diavolo?
    Il cosiddetto Ronin, però, fu abbastanza lesto dal non reagire in modo eccessivo, anzi, semplicemente, continuò a sorseggiare la sua birra, prima di rispondere: Scusa, ero un attimo sovrappensiero, questa birra è davvero buona! Comunque sì, mio fratello ne ha fatta un'altra delle sue... ma che ci vuoi fare? I fratelli minori sono fatti per dare problemi!, avrebbe spiegato con una mezza ridacchiata, bevendo un altro sorso, fino a finire la bottiglia e poggiare la mano sul foglio.

    CITAZIONE
    Mi scuso per la risposta poco reattiva, sono stato sorpreso da questo foglio così particolare: purtroppo, però, non ho il denaro necessario per pagare la traduzione di questo messaggio, quindi vedrò di essere un cliente intelligente del vostro Alveare.

    Non sapeva cosa fosse l'Alveare, non sapeva di preciso neppure chi fosse quella tizia a questo punto, però una cosa era chiara a Ru-Wai: era finito, inaspettatamente, in un qualche scambio di informazioni fra shinobi e chissà che magari non potesse ricavarne qualche notizia interessante.
    Nel peggiore dei casi, quel messaggio cifrato sarebbe andato disperso e nessun altro lo avrebbe mai letto.
    Le parole successive che vennero scritte sul foglietto dalla sua interlocutrice, su ben due diversi livelli, lasciarono un pò di sorpresa nel presunto Nukenin: chissà quale informazione così pericolosa era stata pagata per essere data ad uno sfortunato avventore ora non presente.
    Ad ogni modo, non era un suo problema, a lui interessava poter andare più a fondo con quella inattesa possibilità di scoprire un fantomatico e prezioso segreto.

    CITAZIONE
    Dopo che te ne sarai andata, Camelia, il messaggio sarà leggibile solo per 15 minuti, ma se avessi ulteriori domande? Se necessitassi di informazioni extra legate al modo in cui hai ottenuto ciò che troverò scritto su questo foglio? Come posso rintracciarti e poter interagire ulteriormente? Sono da solo in questa locanda, per gestire questa faccenda, non sarebbe savio per me tornare con informazioni incomplete...e mi permetto di dire che potrebbe pure essere una pessima pubblicità per l'Alveare. C'è modo di incontrarci ancora per parlare senza ulteriori spese e commissioni?

    Avrebbe chiesto, attendendo una risposta e l'eventuale contrattazione successiva.

    [...]

    Una volta che "Camelia" fosse andata via, comunque, Ru-Wai avrebbe preso le cose lasciategli dall'inattesa compagnia di bevuta e sarebbe andato nella camera che aveva al piano di sopra, senza né salutare la cameriera, né altri, chiudendosi a chiave e prendendo carta e penna. Tempo necessario per tutto ciò: un minuto.
    Seduto ad un tavolo, avrebbe iniziato a studiare il pezzo di carta ed il suo annesso messaggio: Ok, cominciamo dagli articoli...

    yn
    v
    Vy

    Segnò quelli che apparivano come articoli, o forse, almeno in un caso, proposizioni... poi iniziò ad analizzarli:
    yn = il

    Scartò subito quell'ipotesi quando vide nella frase
    qryy'bovgbevb

    La doppia "yy" gli fece ipotizzare che
    y = l
    => Vy = Il ? Al ?
    yn ? la? le?

    Continuò a cercare e trovò che la "v" appariva spesso da sola, poi lo sguardo gli saltò sulla prima parola: "Qbcb"
    Sicuramente anche la b era una vocale, ma non trovò mai assieme "vb" nella frase e fu su quella parola che una teoria nacque nella mente del ninja:
    Qbcb = Sono

    Allora, il ninja provò a mettere giù quanto aveva appena pensato:
    b=o, y=l
    abcdefghijklmnopqrstuvwxyz
    o y

    E fu lì che ebbe una mezza idea, un tentativo un pò stupido, forse, ma si mise a contare il numero di lettere fra la o e la y e quelle fra b e la l e notò che coincidevano.
    Può essere così semplice?
    abcdefghijklmnopqrstuvwxyz
    nopqrstuvwxyzabcdefghijklm

    L'alfabeto diviso a metà e sostituita la prima metà con la seconda.
    Riprovò a confrontare ed in effetti:
    qryy = dell
    Vy = Il
    yn = la

    Funziona!
    Ci sei riuscito? Davvero? Non ci credo!

    Così Ru-Wai iniziò a riscrivere su un diverso foglio di carta, traducendo il messaggio:

    CITAZIONE
    Dopo molte ed estenuanti ricerche sono finalmente riuscita a scoprire importanti informazioni riguardo il villaggio della pioggia, informazioni che potrebbero rendere la mia presenza qui non più necessaria, ma che rivelerebbero quanto in realtà ci sia di sbagliato nell'idea comune di considerare la Pioggia come nemica dell'accademia.
    Per mesi ho controllato e ricontrollato taglie e appunti tramite i legami dell'obitorio, stringendo contatti con spie straniere e feccia del posto. Il motivo della nostra incapacità di infiltrarci al terzo livello livello non si nasconde nella potenza dei ninja che lo compongono, o di nascondigli impenetrabili, ma piuttosto nell'assenza di un terzo livello inteso strettamente.
    Il terzo livello, a differenza dei primi due, non è un insieme di locali o quartieri, il terzo livello non è un covo in particolare, ma un gruppo di persone. Essi sono mescolati tra i primi due, per questo non era possibile trovare un solo angolo di ame che ci fosse precluso, perchè di fatto non esiste!

    So che è presente una pietra, situata nella torre più alta di ame. Il suo accesso è pubblico, se si è a conoscenza della sua esistenza, questa lascia sul bersaglio una particolare traccia di energia, visibile da chi si trova al terzo livello, e che rende visibili le altre persone che la possiedono, solo in questo modo è possibile avere collegamento con chi si trova al terzo livello. Ma il rituale ha un costo che io non posso sopportare. La mia riserva e insufficiente.

    Il Risorto quasi non credette a ciò che aveva appena scritto e riletto: il terzo Livello non era un luogo, ma un insieme di persone? Ma che voleva dire la prima parte del messaggio? Sembrava quasi che "Camelia" non fosse di Ame, diceva che la sua presenza non sarebbe più stata necessaria e che l'idea comune dell'accademia era sbagliata e parlava di una "nostra incapacità".
    Non poteva fare parte del medesimo gruppo di cui credeva membro Ru-Wai, altrimenti l'avrebbe scoperto subito... e poi aveva parlato dell'Alveare come di qualcosa di una specie di gruppo di spie... che fosse un elemento nuovo? Che in qualche modo l'Alveare non lavorasse per Ame, ma dentro Ame? Era un azzardo ipotizzare di essersi trovato in mezzo fra spie accademiche, ma doveva saperlo.
    Prima di avventurarsi nell'edificio più alto, aveva bisogno di maggiori informazioni su chi e per chi erano state ottenute quelle nozioni, a dir poco interessanti.

    ----

    OT: Per amor di cronaca, ho cercato d'imitare il più fedelmente possibile il modo in cui ho capito io stesso il senso del codice ^^' /OT
     
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    L'Alveare e le sue regole



    La falsa spia fu grata della possibilità ricevuta dal fato, e rilasciò il proprio chakra dentro la carta, per ottenere il banchetto di informazioni, il cui semplice odore lo aveva attirato, come su un dolcetto di miele. Quando Oboro ricevette le ulteriori domande dell'uomo, attraverso la carta da lei stessa fornita, si rese conto che i suoi dubbi erano fondati. L'uomo che stava aspettando conosceva bene l'Alveare, come esso operava e come contattarlo, dal momento che aveva richiesto i suoi servizi personalmente, questa era una delle poche cose che "Camelia" sapeva per certo; quindi chi si palesava ora davanti a lei? Chi era in realtà quest'uomo che sedeva dove doveva sedere il contatto, che tra parentesi non si era mai presentato?
    Le possibilità potevano essere infinite, ma quella che Oboro dette per più probabile, fu che questo individuo era a conoscenza delle intenzioni del suo contatto, magari un nemico o una ulteriore spia, e lo aveva tolto di mezzo per ottenere le informazioni.
    Lei consegnò lo stesso il messaggio, dopotutto il suo lavoro era dare informazioni, non darle alla persona giusta, ma si assicurò di rispondere alle domande dell'individuo che le sedeva davanti. Poteva essere un nemico dell'Alveare, oppure uno sprovveduto fortunato, ma lei recitò bene la sua parte, mettendo via la prima carta, e tirandone fuori una seconda, dopo aver lasciato quella con il codice, a Ru-Wai.

    Nuovamente furono le parole fatte d'inchiostro a risuonare nel locale.
    - Come ho detto, non avere il denaro non è un problema, speriamo che la sua astuzia le permetta di risolvere il codice che le abbiamo preparato. Per quanto riguarda il tempo di decrittazione, sono spiacente, ma non sono io a creare i codici, non mi è possibile darle più tempo, dato oltretutto la sua tasca "poco gonfia". Quello che posso fare però, è firmare un nuovo contratto, se per lei va bene. Ovviamente non mi è possibile rivelarle i metodi con cui il mio datore di lavoro trova le informazioni, lei potrà capire, così come mi risulta impossibile seguirla nelle sue avventure, ma posso venirle incontro facendo un piccolo strappo alla regola, visto il suo possente interesse. -



    Inutile dire che non esisteva alcun Alveare, nè una rete di spie supersegreta, si trattava solo di uno stratagemma che Oboro utilizzava per non far capire ai suoi contatti ad Ame che lavorava per la foglia. Quindi proseguì con la mascherata; per quanto ne sapeva, dato l'interesse di questo ninja, avrebbe potuto sfruttarlo per ottenere qualche informazione in più, e questo non le era impedito dalla sua missione.

    - Mettiamola così, Ru-Wai, se questo è o meno il tuo vero nominativo. A questo punto della conversazione mi è chiaro che non sei la persona che stavo aspettando, le tue domande ti tradiscono, ma dal momento che il mio compito è ottenere informazioni, non è un problema chi me le fornisce. Non posso metterti in contatto diretto con l'Alveare, ma posso dirti come arrivare a ciò che è scritto nel codice. Mi è chiaro che non sei in possesso di denaro, ma non ha importanza. L'informazione aggiuntiva che sto per darti, è inutile da sola, se non decifri il codice. Se invece la unirai al testo che ti ho dato, otterrai qualcosa di molto, molto prezioso. Abbastanza prezioso da permetterti di tornare a casa da tua moglie con le tasche traboccanti di oro lucente. In cambio però, dovrai pagarmi; non in denaro, ma in informazioni. Ora io ti chiedo di inserire in questa carta, un'informazione che sia di pari valore alla mia, qualcosa che posso sapere unicamente da te, qualcosa che mi permetta di compiere questo scambio senza pentirmene. Inutile dire che se questa informazione fosse banale, l'accordo speciale che ti propongo sarà annullato; così come se mi fornirai una informazione falsa. E' semplice scoprire un inganno, e non ci metterei molto a farti avere una lunga serie di informazioni sbagliate; e come tu ben sai, percorrere strane incerte qui ad Ame, è più pericoloso che sostare sotto la sua pioggia infinita. -

    "Camelia" attese alcuni secondi, fissando il ninja misterioso negli occhi, quindi trasferì la sua ultima frase nella carta, in attesa di una risposta.

    - Scegli bene con cosa pagarmi, e col mio aiuto potresti rovesciare la stessa Pioggia. -

    Era una perdita di tempo? Questo lei non poteva saperlo, ma qualcosa le diceva che il destino aveva messo la sua mano in questo incontro, e lei non si sarebbe lasciata scappare l'occasione. Attese la risposta dell'uomo, prima di alzarsi e andarsene. Che lei se ne fosse andata per sempre, o solo temporaneamente, tutto dipendeva dalla scelta di Ru-Wai.



     
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    Un Anno sotto la Pioggia - Compravendita di Informazioni

    Camelia sembrava aperta al ragionamento: o almeno, avrebbe accettato l'eventualità di firmare un nuovo contratto, anche se, per Ru-Wai il problema restava: come pagare?
    Domanda che sì andò rendendo più grave, alla mente del presunto Nukenin, quando alla successiva domanda su come ritrovare Camelia, essendo solo in quella locanda, la stessa scoprì che lui non era il suo reale compratore.
    E dalle parole di lei, però, il ronin ottenne anche qualche idea in più sulla persona che aveva davanti: quella kunoichi dava più valore alle informazioni che al denaro, il ché era un bene data la sua condizione per nulla agiata, ma, altresì, "Camelia" sapeva come minacciare proprio in funzione della sua conoscenza delle informazioni: se gli avesse dato qualcosa di scarso valore, o di poca rilevanza, lei gli avrebbe offerto delle informazioni aggiuntive sbagliate, un problema non da poco di certo.
    C'era, però, da dire una cosa: Ru-Wai, al momento, non sapeva nemmeno che razza di informazioni stava ricevendo. Da ciò che diceva la sua nuova "amica di penna" erano informazioni che lo avrebbero fatto tornare ricco da sua moglie (per quanto l'esempio scelto dall'altra fosse quanto mai infelice), informazioni che avrebbero potuto rovesciare Ame.
    Cosa puoi dargli d'interessante? Ci sarebbe la tua storia, Fratello! Shiltar Kaguya, tornato dal mondo dei morti, risorto dalle sue ceneri!
    Lui non è Shiltar Kaguya! Shiltar Kaguya è morto e tale deve restare!
    Potresti parlare della Zanna, chissà quanto degli eventi della Roccia degli Spiriti sono effettivamente stati divulgati e da chi.
    Ci sono informazioni che solo uno dei sei membri della missione potrebbe conoscere. E per quanto riguarda le azioni della Zanna ad Iwa, egualmente, ci sono cose che solo Feng Gu il mercenario potrebbe rivelare. Rischioso.
    Hayate e la sua cricca? Non sappiamo moltissimo, ma se sommiamo le nozioni della Capitale con quelle dell'Abete, è un'offerta interessante.
    Meglio evitare l'Abete, è un segreto e tale deve restare. Ma si potrebbe dire davvero qualcosa su Hayate, ha una taglia grossa già di suo, possiede persino una delle... aspetta! Ho trovato!

    Dopo un lungo passare di secondi che, dallo sguardo di Ru-Wai sarebbero potuti sembrare come un conflitto interno, o forse come un cercare qualcosa in un marasma d'idea, o chissà che altro agli occhi di Camelia, il presunto Nukenin avvicinò la mano al foglio per scrivere la sua.

    CITAZIONE
    In tutta onestà: qui tu hai il coltello dalla parte del manico, amica mia. Non so nemmeno che tipo d'informazione tu mi stia offrendo, potrei dirti qualcosa che vale molto di più di ciò che tu stai per rivelarmi.
    Però, d'altronde, la notizia che sto per darti è vecchia di due anni almeno e non so se ci sono stati cambiamenti d'alcun genere negli ultimi tempi.
    Devi sapere che, per un certo periodo, sono stato un ninja abbastanza di rilievo a Kiri, con un altro nome ed un altro volto... poi ho lasciato la Nebbia ed i territori accademici, non sto qui a dilungarmi sui particolari di questa mia scelta, sono affari miei, però sono a conoscenza di qualche segreto del Villaggio della Nebbia... ad esempio, ti sono famigliari i Sette Spadaccini di Kiri?
    E' una squadra speciale che andava per la maggiore prima della fondazione dell'Accademia, un gruppo che è stato più volte riformato, o almeno ci hanno provato alcuni capi del villaggio, senza mai avere successo finora, da ciò che so... e questo perché mancavano le Sette Spade originali, sospetto.
    La Mannaia TagliaTeste, la Pelle di Squalo, la Rombosogliola, le Zanne del Fulmine, l'Ago da Cucito, la Scure Spaccaelmi e Spruzzo... l'ultima ha davvero un pessimo nome.
    Queste erano le Sette Spade e fu durante la Quarta Grande Guerra Ninja che, si dice, furono viste tutte assieme per l'ultima volta.
    Certo, ci sono molti meno documenti sulla Guerra che portò alla fondazione dell'Accademia dopo l'invasione di quel fantomatico esercito che costrinse i villaggi ad associarsi, ma proprio per questo, forse, Kiri è l'unica ad avere informazioni più fresche, o almeno credo lo fosse ai tempi in cui ci vivevo.
    Della Scure, dell'Ago e di Spruzzo, non si sa niente di preciso dalla fine della Quarta Grande Guerra: ci sono informazioni contrastanti che vogliono che l'allora Quinta Mizukage le avesse fatte recuperare e riportare a Kiri, alcune, se non tutte.
    Le Zanne, si dice, furono viste nelle mani di un ninja di Kumo, l'ultima volta, ma si stava entrando in un periodo di pace e di certo non si volevano rischiare problemi diplomatici, quindi forse è una nozione da mantenere con le pinze, quella che l'avessero lasciate nel Paese del Fulmine, di certo non ci sono informazioni successive all'ultimo avvistamento durante la Quarta Grande Guerra.
    La Rombosogliola, invece, era l'arma del Sesto Mizukage, poi Primo del periodo dalla fondazione dell'Accademia. Lo stesso Mizukage che, secondo gli annali storici, guidò la battaglia finale proprio sull'Isola di Genosha e, a quanto pare, da dopo la guerra, non ci furono più tracce nei resoconti storici, di quella stessa arma. Potrebbe averla persa allora, a Genosha, o per mano del nemico.
    Le ultime due spade, invece, credo siano le più ricche di informazioni da offrire.

    La TagliaTeste fu tenuta per un breve periodo dal Sesto Hokage, poi, verosimilmente rimase a Konoha, o comunque la Foglia ne ebbe il controllo, finché l'Ottavo Hokage, Ayato Jaku, non pensò bene di offrirla ad un ragazzo che proveniva dal Paese dell'Acqua, ma era stato cresciuto a Konoha, tale Hayate Tamasizu, che ad un mese fa, so per certo, stava sviluppando una specie di culto distorto attorno alla sua persona con un suo grande Piano, seppur non ti so dare ulteriori particolari in tal senso.
    La Samehada, d'altro canto, ha fatto un giro ancora più tortuoso: dapprima in mano ad un traditore di Kiri, Kisame Hoshigaki, passò poi nelle mani del fratello del Quarto Raikage e con lui rimase per un certo periodo, per poi riapparire nelle mani del figlio dell'Ottavo Hokage, Jotaro Jaku.
    Ora, una cosa che non molti sanno, considerando che credo di essere l'unico ancora in vita ad avere tale notizia, è che alla morte di uno shinobi kiriano allievo di questo Jotaro, Kakuro Kamuro, uno dei tanti Jinchuuriki del Sette Code di Kiri, il suddetto Jaku pensò bene, per motivi tutti suoi, di ritornare anche la spada a quel di Kiri con il corpo ed il tutto, dato che la Niidaime Tsunade non era molto presente, arrivò nelle mani dell'allora Amministratore di Villaggio Shiltar Kaguya, il quale, essendo ancora un chunin, affidò ad un jonin l'ordine di nascondere l'arma. Non sto qui a dirti il nome del Jonin, era un signor nessuno di Kiri, diciamo.
    L'arma fu effettivamente nascosta, in una delle tante isole dell'Arcipelago del Paese dell'Acqua, precisamente sull'isola Ketto, a tre giorni di navigazione ad Est di Kiri. Alcuni chiamavano, ai miei tempi, quell'isola la "Nebbia di Sangue", per sdrammatizzare sulle vecchie abitudini culturali del Villaggio, immagino.

    Come informazione ha valore?

    Con queste ultime parole avrebbe concluso Ru-Wai, attendendo una replica dall'altra.
    Certo, quello che aveva scritto sulle prime cinque spade era più che altro frutto di deduzioni sue, in alcuni casi, o di testi storici molto vecchi e poveri di datazione.
    La Tagliateste era nelle mani di Hayate da tempo immemore e, forse, non era nemmeno questa grande novità, dato che lo stesso shinobi aveva ricominciato a muoversi, ma le notizie sulla Samehada, per quanto vecchie di qualche anno, potevano avere valore, sperava.
    Forse la spada era stata trovata, o magari sottratta a Kiri, chissà. Lui, intanto aveva dato notizie comunque vere.
    Unica cosa su cui aveva mantenuto un accenno fumoso: l'identità del ninja si era occupato di nascondere la spada su indicazione di Shiltar Kaguya, ma non aveva nemmeno specificato il suo ruolo in quel di Kiri negli anni, per quanto ci aveva vissuto a lungo con un nome ed un aspetto diverso, quello decisamente.

    ---------------

    OT: Ok, un pò di note storiche/spiegazioni.
    Su 5 spade, mi avvalgo di quello che appare nel manga/anime (le Zanne nell'anime se le piglia non mi ricordo come si chiama, lo spadaccino con il leccalecca).
    Poi siccome nella prima versione della storia con i Cremisi si parlava dello scontro con l'Imperatore Dragone (o come Dev & co. avevano chiamato il capo dei cremisi) avvenuto sull'Isola di Genosha e come il Mizukage fosse stato allora l'eroe del momento, ho voluto mettere un incipit in tal senso per la spada del sesto Mizukage.
    Sulla tagliateste è concorde per tutti che ce l'abbia il png di Hayate, credo.
    La Samehada ha una storia più "contorta"... Jotty, spero di essermi ricordato bene che il tuo pg aveva la spada e l'ha ritornata alla morte del pg di Kamuro e poco prima che il tuo stesso pg morisse per mano di Sayaka. Dopo di ciò, quando Diogene entrò con il suo pg nel palazzo del Mizukage, io gli ho fatto trovare un messaggio che parlava della Nebbia di Sangue come unico indizio e, al fin, ho pensato di usare quello stesso incipit come moneta di scambio.
    Se la cosa non va bene all'amministrazione, liberissimi di farmi cancellare e/o modificare il tutto. Troverò qualche altro segreto da dire, questo era, per il mio pg, il più indolore ^^' /OT
     
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    Verso la Torre



    Il misterioso uomo della locanda si fermò qualche istante a riflettere. La proposta della trafficante di informazioni aveva avuto successo, e ora l'uomo stava ponderando sul da farsi. Pochi attimi e nuovamente il chakra dell'uomo affluì nel foglio della ninja, per scambiare parole. Ne seguì una lunga trascrizione riguardo i più oscuri segreti del villaggio della nebbia, riguardo i Mizukage, riguardo gli spadaccini, riguardo le sette spade, legami con gli Hokage, traditori, e persino il nome di suo cugino Jotaro scappò fuori da tutto quel fiume di parole. Chi era quest'uomo, che poteva attingere a informazioni di questo livello? Oboro si impegnò al massimo per non lasciar sfuggire un solo mugolio; ma ora le era chiara una cosa, aveva davanti a sè un vero e proprio pozzo, una miniera d'oro; avrebbe aiutato questo individuo, e ne avrebbe ricavato il più possibile.
    Alla fine, all'ultima domanda dell'uomo, lei rispose con un cenno della testa. L'informazione aveva valore.
    Oboro per ultima cosa segnalò su un foglio la locazione in coordinate della torre in questione, quella localizzata nel codice, e da dove entrare, a chiare lettere, sicura che il ninja sarebbe stato in grado di decrittare il suo messaggio segreto, e delle ultime parole inoltre comparvero sul foglio, l'informazione che così tanto valore aveva per qualunque straniero.

    CITAZIONE

    "Yashimata è morto. La Pioggia è vuota dal potere, ma i suoi non sanno! "


    - E' stato un piacere amico mio, ci rivedremo molto molto presto. -

    Oboro si diresse verso l'uscita, e sparì sotto la pioggia, nella folla che mesta si accalcava nelle vie di Ame, lasciando al suo nuovo amico il tempo per riflettere su quel suo nuovo codice. Se ci fosse riuscito avrebbe avuto un biglietto di sola andata per il cuore del potere di Ame, e con esso, anche l'informazione più preziosa, che il famigerato capo di Ame, come era noto nei 5 paesi, era non solo morto, ma che i suoi stessi collaboratori non ne erano chiaramente al corrente. Come era possibile? Che il ninja misterioso avesse compreso male le parole di Oboro? Qualunque fosse stata la verità, egli l'avrebbe scoperta solo in quell'edificio. Quando a lei, ella aveva ora delle informazioni dirette su suo cugino, ovvero il motivo della sua permanenza ad Ame. In oltre 3 anni non aveva sentito nulla di Jotaro in quel villaggio, e il suo cosiddetto alleato Yashimata era deceduto, nulla la legava ormai alla Pioggia, avrebbe dovuto tornare e fare rapporto, ma qualcosa le diceva che restare ancora le avrebbe portato interessanti informazioni; doveva avere qualcos'altro da quel ninja, doveva fare in modo che lui le fosse ancora una volta in debito. L'avrebbe seguito, e in qualche modo messo in condizione di rivelarle altro.




    [Dopo che Ru-Wai ha decifrato il codice]

    Le indicazioni erano chiare, ora sapeva dove andare, e in pare anche cosa aspettarsi. La torre più alta della Pioggia conteneva il segreto necessario a renderlo in grado di localizzare i membri del potere di Ame, ma anche essere localizzato da loro. Se avesse deciso di recarsi in quel palazzo, avrebbe trovato qualcuno a sbarrargli ovviamente la strada, ma non uno di coloro che facevano parte della cricca, quanto piuttosto gli uomini del ceffo che lui stesso aveva annichilito, l'uomo che realmente avrebbe dovuto incontrare Oboro.
    La torre più alta della Pioggia era situata quasi al centro del villaggio, era un palazzo di cemento e ferro, dal quale fuoriuscivano strane figure umane fatte di acciaio, come una sorta di simbolo, e nel lato nord era presente un portone in ferro massiccio, con impresso l'ideogramma che significava "Pioggia".
    Da fuori il palazzo sembrava sgombro, nessuna guardia, nessun curioso, persino per decine di metri prima del palazzo non sembrava esserci nessuno, come se la gente di Ame evitasse a priori quel posto.
    Se Ru-wai avesse avuto delle doti sensoriali particolari, avrebbe percepito la presenza di 3 persone all'interno della lobby del grattacielo. Oltre il portone infatti, 3 uomini in abiti da feccia, e catene di ferro sembravano in attesa di qualcuno da molto tempo, e risultavano chiaramente scocciati. Erano coperti con abiti di pelle, borchie e anelli metallici, avevano vistose creste in testa, e tutti avevano un tatuaggio impresso in una porzione visibile del corpo, uno scorpione; lo stesso che Ru-Wai avrebbe potuto ricordare di aver visto nel collo dell'uomo che aveva battuto alla locanda giorni prima.

    [...]

    Qualora il ninja avesse fatto irruzione nel palazzo, avrebbe attirato l'attenzione dei tre uomini, che dapprima lo avrebbero squadrato, per poi rivolgergli la parola. Uno di loro nella fattispecie, avrebbe tirato fuori dal legaccio sulla schiena, una catena metallica di un paio di metri, avvolta per metà attorno ad un braccio, l'avrebbe fatta sbattere su di una mano come un manganello, in segno di minaccia, e avrebbe compiuto alcuni passi verso il ramingo. Gli altri due, seduti a terra, uno con un bastone e l'altro con dei tirapugni che aveva appena indossato alla vista del ninja, avrebbero atteso lo svilupparsi della vicenda.

    - E tu chi saresti ficcanaso, cosa cerchi in questo posto, eh? Questo è territorio conquistato pivello, pessimo giorno per perdersi, muahuahuahuahuah. -






    Shiltar Kaguya a te
     
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    Un Anno sotto la Pioggia - Grandi e piccole scoperte

    Camelia sembrò gradire le informazioni ricevute da Ru-Wai, tanto da offrire in cambio ulteriori notizie, prima di salutare il suo interlocutore ed andarsene.

    Una volta rimasto solo, il presunto Abitante di Ame sarebbe andato nella stanza che condivideva con la figlia del proprietario, dove avrebbe iniziato il proprio studio di quel testo in codice arrivando alla scoperta di cosa fosse in realtà il "Terzo Livello", notizia a cui poi si aggiunsero anche la posizione precisa di quella torre e, più di quello, un'ultima informazione che sbalordì, a dir poco, il Risorto: Yashimata era morto!
    E chi resti a fare ancora qui allora? Andiamocene subito da questo cesso otturato di villaggio!
    Vedere intanto cosa contiene questo palazzo?
    Giusto!, concordò Ru-Wai, alzando la testa dai fogli, Ma se fosse una trappola? E, soprattutto, lo dice anche il foglio, in questo modo si diventa un bersaglio!, sottolineò subito dopo.
    Cos'è? Cambiamo i ruoli? Dovremmo essere noi a sottolineare quello che non riesci a pensare da te!
    Ma con voi nella mia testa, non riesco nemmeno a pensare!
    Ok, te la faccio facile allora: Yashimata è morto, non serve più restare ad Ame... tutto ciò che serve è farla pagare al Sanga!
    Però, fratello, questa storia del Terzo Livello potrebbe essere utile in tal senso.
    E come? Il Sanga fa parte della Zanna, un villaggio ninja contro l'Accademia! Vorresti convincere quelli della Pioggia ad unirsi a noi contro dei nemici dei loro nemici? E' più facile che Pioggia e Zanna si alleino!
    Esatto!, esclamò ad alta voce Ru-Wai.
    Ma se fosse una trappola? E, soprattutto, la parte che hai appena letto sulla necessità di livelli di chakra consistenti? Potresti non avere abbastanza potere, al momento, per fare questo passo.
    O potrebbe non essere gradito il suo intervento nella politica di Ame e, da solo, non lo vedo tanto bene.
    Avete ragione, intanto, però, curiosare non è un crimine... chissà che non si riesca a ricavare qualche informazione, così posso scambiarla con Camelia, in qualche modo..., propose fra se l'uomo che era rinato come Feng Gu, prendendo la lancia che aveva come unico armamentario ed il mantello, quindi avventurandosi così vestito verso il luogo indicatogli nel messaggio.

    [...]

    Arrivare al palazzo d'interesse del Risorto non fu difficile: era il palazzo più alto, proprio al centro del villaggio, con una gigantesca scritta "Ame" sul portone di metallo, in più, era "decorato" con delle sorta di statue di uomini di metallo tutto intorno.
    Tanto valeva metterci un cartello... come a Kiri: c'era il fossato, il ponte di ossa, i coccodrilli e c'era anche l'indicazione "Palazzo del Mizukage", però!
    Tutti a voler rivelare la propria posizione sempre!
    Certo! Un gigantesco vulcano che appare improvvisamente su un'isola, non è un caso analogo, non sia mai!
    Vogliamo fare silenzio?, bisbigliò a denti stretti Ru-Wai, mentre si avvicinava al palazzo, fermandosi a breve distanza e girandovi attorno. Non era un sensitivo, né aveva mai avuto abilità tali da permettergli di percepire chakra o simili, ma poteva contare su dei sensi che s'erano allenati e sviluppati fino all'estremo
    Percezione (Superiore) [2]
    Speciale: L'utilizzatore ottiene +9 alla Percezione anziché +6.
    [Richiede Percezione (Intermedia) in scheda]

    Di certo non avrebbe scoperto niente di ciò che poteva esserci all'interno, non a quel modo, ma, avvicinandosi e portandosi davanti alle porte dell'edificio, verosimilmente, i suoi sensi gli avrebbe fatto avvertire, specialmente l'udito e l'olfatto (di certo non la vista, finché le porte erano chiuse), la presenza di qualcuno all'interno, seppur non ne avrebbe saputo il numero o le abilità.
    Tanto valeva, però, provare un piano non convenzionale per ciò che lui si proponeva di fare e quindi, innanzi tutto, Ru-Wai entrò dalla porta d'ingresso con tranquillità, trovandosi davanti a tre tizi, piuttosto pessimi nel vestiario, seppur decisamente armati.

    Mentre il tizio armato di catena gli si rivolgeva così amabilmente, Ru-Wai osservò il trio e notò, senza eccessive difficoltà, il fatto che avevano tutti uno scorpione tatuato, al pari dell'uomo con cui era stato confuso alla locanda, tale Kotaro.
    Veramente, cercavo voi., avrebbe esordito, quando l'altro avesse finito di parlare, per quanto quella stessa affermazione fosse stata vera solo in funzione del fatto che aveva scelto di incontrare direttamente chiunque avesse trovato al di là della porta del grattacielo.
    Ho conosciuto questo tizio alla Locanda dei Veri Batuman, si chiamava Kotaro... non ho ben chiari i particolari, ma era lì per un qualche affare che riguardava api ed alveari... ma sono abbastanza sicuro che non si tratta di vendita di miele, seppur non mi pare di averne mai assaggiato qui ad Ame da quando ci sto, voi? Non penso che vi occupiate di compra-vendita di miele, giusto?, era vero: aveva conosciuto Kotaro alla locanda e, anche finita la chiacchierata con Camelia, non tutti i particolari dell'incontro e del piano di Kotaro gli erano chiari.
    Ad ogni modo, Kotaro è rimasto incastrato in una questione con la figlia del proprietario della locanda, davvero una bella ragazza, non mi è chiarissimo il nome, ma una bella ragazza di sicuro. Penso sia rimasto invischiato in una cosa a tre., se con cosa a tre si voleva intendere, proprio come Ru-Wai, il fatto che ci stesse provando con la locandiera che il Risorto considerava "privata", allora era tutto vero.
    Però! Ho con me il messaggio di Kotaro, o per Kotaro... mi confonde un pò questa situazione. In ogni caso, per una minima quantità di Ryo, o per la possibilità di vedere come va a finire questa storia, posso anche consegnarvelo., avrebbe detto, restando vago sul come lui avesse ottenuto il messaggio e lasciando due opzioni che avrebbero egualmente fornito dei vantaggi a Ru-Wai stesso: sia che lo pagassero, sia che gli lasciassero vedere cosa succedeva nell'entrare a contatto con la mistica pietra.
    In ogni caso, di certo, lo shinobi rimase in guardia su ogni azione compiuta sia da quello con cui stava parlando, sia dagli altri due presenti, pronto ad affrontarli, scappare, o mantenere quella chiacchierata, qualsiasi fosse la reazione dei suddetti.

    -----

    OT: In funzione degli ultimi due posts, il mio pg non verrà più in cerca del tuo, quanto andare verso il palazzo, chissà se lo seguirà il tuo pg ^^' e che gli diranno i tizi /OT
     
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    Sul tetto di Ame



    Alle insinuazioni e alle parole di Ru-Wai, i tre uomini si immobilizzarono. I tipi seduti alzarono di più la testa come per fissare il ninja in modo da capire meglio quello che stava dicendo; mentre l'uomo in piedi rilassò i muscoli e abbassò la catena, come se fosse caduto dalle nuvole. Quando Ru-Wai ebbe finito di parlare, rimase leggermente a bocca aperta, in silenzio per qualche minuto, quindi grattandosi il mento, rispose.
    - Eh? Cosa? Il miele? Ma cosa stai dicendo...Però, aspetta. -
    L'uomo si voltò guardando i compagni e scrollando le spalle. Non aveva capito assolutamente nulla delle parole del ninja, ma una cosa era certa, stavano aspettando il loro capo anche da troppo tempo.
    - Stiamo aspettando Kotaro da una infinità, per quale ragione quel maledetto perde tempo alla locanda, lo sanno tutti che tanto non gli funziona. -
    L'uomo fraintese completamente le parole di Ru-Wai, traducendo che Kotaro, tramite il messaggero, aveva detto ai suoi uomini di raggiungerlo per qualche strana compravendita di miele, e che nel frattempo lui avrebbe provato a farsi la figlia del locandiere. O roba del genere. Quindi senza curarsi troppo del ninja, si diresse verso i compagni e con un gesto li invitò ad alzarsi per seguirlo; dovendo strattonare uno dei due, troppo pigro e annoiato per eseguire subito quanto ordinato.
    - Hey tu grazie del messaggio, non serve che ci paghi, andiamo da Kotaro. -
    E quasi correndo sgattaiolarono fuori dal palazzo, troppo preoccupati a raggiungere la locanda per trovare il loro pigro e alcolizzato capo. A quanto pareva, Ru-Wai si era liberato della scocciatura con una buona dose di fortuna avendo trovato un gruppo di imbecilli, unita a una buona dose di inventiva e di faccia tosta. Davanti a lui, la torre giaceva priva di difese, e di guardie. Se avesse voluto proseguire la sua indagine, avrebbe trovato due rampe di scale davanti a lui in fondo alla sala; entrambe erano collegate tra loro, quindi prendere una o l'altra sarebbe stato lo stesso. Le scale percorrevano verticalmente tutto il palazzo, dal piano terra fino all'attico, culminando ad ogni piano, in una sorta di pianerottolo che dava accesso al suddetto piano. Una indagine accurata avrebbe rivelato che il palazzo era un vecchio albergo: ad ogni piano erano presenti stanze, ormai disabitate da molti anni; quasi tutte spogliate della quasi totalità degli oggetti, a parte poche dove ancora erano presenti i letti, assieme a residui di cibo, di materiale usato dai tossici, qualche anticoncezionale usato e molto odore di urina, o peggio.
    Più che sorvegliato, sembrava un albergo ad ore dismesso, abbandonato e lasciato preda di razziatori e sbandati; tranne l'ultimo piano.
    Per qualche misteriosa ragione, l'ultimo piano era molto diverso dagli altri, a cominciare dall'ultimo scalino e dal pianerottolo collegato alle scale, che consentivano l'accesso al piano: persino il pavimento era pulito e splendente, come fosse stato raschiato a fondo pochi minuti prima; l'odoraccio era del tutto assente, anzi era presente un delicato odore di lavanda, i muri erano puliti, la moquette del corridoio, dritto, era rossa vivida e pulita, e le luci non sfarfallavano come agli altri piani.



    Il corridoio era lungo circa venti metri, senza alcuna porta o soprammobile; alla fine del quale era presente una grossa porta a due ante, di colore scuro, pesante anche solo allo sguardo.
    Ru-Wai non avrebbe localizzato alcun pericolo attorno a quella porta, nè avrebbe sentito alcunchè all'interno della stanza che essa celava, non gli restava che superare la porta e accettare il suo destino, oppure rinunciare.

    [...]

    Altrove Oboro era impegnata in altre faccende. Quando era uscita dalla locanda si era nascosta tra la gente che affollava le stradine della Pioggia, seguendo da molto, molto lontano l'uomo con cui aveva parlato alla locanda, e che alcune ore dopo di lei, era uscito.
    La donna non sapeva nulla di lui, tranne il fatto che il suo nuovo amico aveva qualcosa di strano. Aveva la calma e l'atteggiamento di una Spia, ma non era certo una spia, a causa di alcune scelte lessicali, movenze e metodi di parlare assunti da Ru-Wai; eppure egli era in possesso di informazioni di un livello in possesso solo alle spie, e persino a poche tra loro.
    Per qualche ragione, la ninja della foglia era convinta che quel tizio nascondesse qualcosa di più, altre interessanti informazioni, e quindi aveva deciso di fare uno strappo alla regola e di seguirlo; perchè ne era certa, prima o poi lui avrebbe decifrato il ridicolo codice che le gli aveva fornito; e infatti, nemmeno troppo tempo dopo, eccotelo fuori dalla locanda, dritto verso la torre centrale di Ame. Lo avrebbe seguito, stando attenta e cambiando spesso trasformazione, aggiungendo tra di loro ancora più distanza quando l'uomo era entrato nella zona poco frequentata; tanto lei già sapeva, dove lui era diretto, e forse l'uomo avrebbe avuto bisogno dell'aiuto di lei, se fosse andato fino in fondo.



     
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    Un Anno sotto la Pioggia - Che bel Cesso!

    Di gente strana ne aveva incontrata in vita sua, o più correttamente nelle due vite vissute, ma quei tre tizi... entravano in un piccolo podio di idioti.
    Perché, o quei tre erano degli idioti, o Ru-Wai era più bravo del previsto ad intontire le folle!
    Vederli perplessi alla fine della sua spiegazione, fu quanto mai prevedibile: lo aveva già fatto ad Iwa con Chuyu, dire frasi vaghe, unendo verità e deformando i fatti, senza mai mentire, per poi attendere una reazione e, infatti, i suoi interlocutori sembravano più confusi che dissuasi da quello che aveva detto, ma la cosa sorprendente fu che non capirono quasi niente di ciò che l'altro aveva effettivamente detto loro, dissero persino che non serviva che Ru-Wai li pagasse, tanto se ne sarebbero andati comunque e così fecero, dirigendosi verso la locanda probabilmente.
    Certo, sarebbero potuti tornare qualche ora dopo quanto mai arrabbiati, ma non brillavano al momento come le persone più intelligenti di Ame, probabilmente non avrebbero capito di dover tornare in quel palazzo.

    Ad ammazzare quel Kotaro gli hai fatto un favore: con dei sottoposti del genere...
    Probabile..., rispose, ormai da solo, prima di iniziare ad ispezionare l'edificio dove si trovava.
    Con i sensi ben in allerta fino all'estremo
    Percezione (Superiore) [2]
    Speciale: L'utilizzatore ottiene +9 alla Percezione anziché +6.
    [Richiede Percezione (Intermedia) in scheda]
    , Ru-Wai avrebbe iniziato a perlustrare l'ingresso di quello strano edificio, trovandolo inaspettatamente sgombro, ad una prima analisi, e con due rampe di scale che conducevano ai piani superiori.
    Destra o Sinistra? Quale rampa di scale prendiamo?
    A Kiri, sulla sinistra c'era il passaggio verso i cunicoli sotterranei, mi manterrei su questa scelta.
    Sei solo fissato con la sinistra perché sei mancino, fratello. Chissà poi da dove nasce questa ossessione...
    Per un mancino è meglio mettere le cose a sinistra...
    Che idiozia è mai questa?
    Se abbiamo smesso con questa psicanalisi da basso livello, direi sinistra., lamentò Ru-Wai, dirigendosi verso quella scalinata.
    Visto? Hai dei seri problemi!
    Disse la voce nella mia testa., sussurrò fra se il Risorto, iniziando la scalata del palazzo.

    Scalata che, ad ogni nuovo piano ispezionato, si rivelò sempre meno interessante, ma piuttosto lunga e tediosa: inizialmente il Kaguya ci andò con cautela, visitando stanza per stanza con fare accorto e guardingo, sfruttando tutti i propri sensi, ma, quando ciò che le sue percezioni quanto mai affinate gli portavano all'olfatto era solo puzza d'escrementi umani, ciò che i suoi occhi vedevano era solo rimasugli di pasti, di luoghi al quanto luridi dove dormire o accoppiarsi, o peggio ancora perdersi in vizi del tutto discutibili, Ru-Wai perse, a poco a poco, di preoccupazione verso quello stesso edificio, iniziando a vederlo solo per ciò che era, lurido.
    Lo so che le apparenze spesso ingannano, ma devo dire che ce ne hanno messo di impegno, chiunque sia stato, a far sembrare questo posto un vero cesso... , lamentò il Risorto, guardandosi attorno all'ennesimo piano di scarti e rimasugli visitato.
    Vero, ma anche a vedere te, cosa si può notare? Un grosso omone con problemi di alcool e bigamia, spesso isterico e che parla da solo. Un libro non si può conoscere dalla sua copertina, perché il contenuto è molto più interessante, no, fratello?
    Se con contenuto, nel suo caso, intendi noi e la storia che lo ha preceduto, sicuramente è più interessante... ma questa specie di cesso di quaranta piani? O quanti che ne sono? Non capisco che ci stiamo ancora a fare! Come può aiutare nella Vendetta? Come?
    Vogliamo smetterla? Mi state stancando!, ruggì Ru-Wai, quasi pronto a dare un pugno al muro nella stanza in cui si trovava, non fosse stato per lo schifo che avrebbe potuto toccare nel farlo.

    [...]

    Alla fine, dopo aver ispezionato ogni piano dell'edificio stesso, il Risorto si ritrovò dinanzi all'ultimo scalino dell'ultimo piano e lì un pò di sorpresa lo colse: l'ultimo scalino era pulitissimo, quasi gli dispiaceva calpestarlo, con tutto ciò che probabilmente aveva in quel momento sotto la suola delle scarpe.
    Non era però solo lo scalino ad essere pulito, l'intero corridoio aveva un odore, anzi un profumo, davvero piacevole e le pareti erano molto più pulite, due cose, però, saltarono per prime all'occhio di Ru-Wai: non c'erano stanze, tranne quella singola porta alla fine del corridoio, e l'ambiente sembrava più che curato.
    La seconda delle due considerazioni aveva delle implicazioni non da poco: se qualcuno si preoccupava di tenere così in ordine quel piano del palazzo, voleva dire che, oltre al trio di "geni" che aveva trovato all'ingresso, ci doveva essere almeno un'altra persona, una cameriera ad ore magari, che si preoccupava solo di quel piano e di niente altro, il ché, persino in una situazione così assurda sembrava inverosimile.
    Era più probabile che qualcuno vivesse di guardia all'oggetto di cui gli aveva scritto Camelia, oppure che quel intero piano fosse mantenuto in modo innaturale così lindo e, per una cosa del genere, la prima ipotesi che venne in mente al Risorto fu una sola, un qualche genjutsu che gli faceva vedere il piano in modo diverso da com'era.
    E questo portava all'altra verità dei fatti: c'erano due scalinate che, come aveva capito salendo di piano in piano, avanzavano parallele, in più ogni piano aveva un discreto numero di stanze, appartamenti per disadattati ormai, ma erano tante stanze, mentre lì? Un corridoio di un paio di decine di metri ed un'unica stanza su un versante? Verosimilmente questo o rafforzava l'idea di un qualche genjutsu, oppure era stato creato quel piano in modo tale da avere un'unica stanza centrale, molto grande, possibilmente, e niente altro.
    Ambedue le opzioni, non era rassicuranti.

    Siamo arrivati fino a qui ed ora te ne vuoi scappare?
    Ormai siamo in ballo, balliamo., disse il massiccio Kaguya, più a se stesso che non alle voci, avanzando con la lancia adesso in mano lungo il corridoio, analizzando ogni odore e rumore che poteva avvertire e non sentendo niente attorno a se, neppure provenire da quell'unica porta su cui poggiò l'estremità non affilata della sua arma, per poi con la stessa spingere, facendo leva su tutta la forza del proprio corpo.
    Chiedendosi cosa avrebbe trovato una volta superata la soglia, se effettivamente una soglia esisteva.
     
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    La sala della Pietra



    La porta, sollecitata dalla forza dell'uomo, si sarebbe spalancata senza opporre troppa resistenza. Le ante si aprirono cigolando, se la prima parte della sala era tenuta nella precisione più assoluta, la stessa cosa non poteva essere detta della porta, la quale sembrava particolarmente arrugginita nei meccanismi, e aveva decisamente bisogno di una oliata. Probabilmente non veniva aperta poi così spesso.
    La sala che il ninja si trovò davanti era molto grande, comprendeva tutto l'attico del palazzo, era di pianta quadrata e misurava circa una decina di metri di lato. Il pavimento era in marmo bianco, pulito, ma non tirato a lucido; le pareti di colore tendente al marrone, prive di decorazioni o altri oggetti, a parte le grosse tende di color vinaccia che coprivano i vetri delle poche finestre presenti, due per lato, a parte quello da cui arrivava il ninja, per un totale di 6.
    Le tende erano legate, e coprivano circa metà del volume delle finestre, lasciando che fosse la luce del giorno ad illuminare la stanza, ed essendo Ame un luogo tutt'altro che soleggiato, in quella sala era presente una luce fioca, grigia, come in una mattinata lungo la costa del nord.
    Al centro della sala era presente l'unico oggetto degno di nota.

    Un piedistallo di acciaio, o materiale simile, completamente nero, scolpito a raffigurare lo scheletro di una mano, grande quando un bambino di circa 12 anni. La mano scheletrica era posta in modo da poter impugnare qualcosa di grande, come una grossa pietra, la quale infatti, era presente, e si trovava incastonata nel piedistallo. Una grossa pietra di colore rosso scuro, di forma simile ad un cristallo allungato simile ad un rombo, poggiava nella mano scheletrica, in silenzio.




    La grossa pietra, larga una trentina di centimetri, e alta circa un metro, aspettava che qualcuno vi interagisse. Non avrebbe reagito ad alcun tipo di stimolo, non solo, se il ninja ci avesse sbattuto contro qualcosa, avrebbe notato come quel materiale fosse estremamente resistente. [Potenza 80 - Durezza 5]
    Ad una analisi immediata, il materiale che la componeva non era riconducibile a niente che il ninja avesse mai visto, la pietra non reagiva a stimoli di chakra, e non emanava nè suoni, nè odori. Era lì, immobile, in attesa che qualcuno la toccasse.
    Si trattava certamente di quello che Camela aveva narrato nel suo codice, quel "qualcosa" che permetteva di interagire con i membri del cosiddetto terzo livello, la prova che dava accesso alle informazioni che l'uomo con tanta forza stava cercando, stava a lui decidere come e quando interagire con la pietra, la quale avrebbe atteso senza problemi tutto il tempo del mondo.

    Qualora Ru-Wai avesse deciso di entrare in contatto con la pietra, avrebbe dovuto farlo con la nuda pelle; l'utilizzo di un guanto o di un qualsiasi tessuto non avrebbe causato alcuna reazione. Il contatto con la pelle invece, avrebbe causato una reazione ben precisa. Se la persona in contatto con essa possedeva una riserva di chakra, come in questo caso, suddetta riserva sarebbe stata lentamente risucchiata all'interno della pietra, la quale avrebbe iniziato a pulsare nel colore rosso, in maniera sempre più intensa.
    La pietra avrebbe assorbito dal suo ospite un totale di 60 Bassi, prima di completare il rituale. Ru-Wai avrebbe potuto separarsi in qualunque momento, ma questo avrebbe causato l'interruzione del sacrificio, obbligando il ninja a ricominciare da capo il processo, cosa, che se male interpretata, avrebbe causato prima o poi l'esaurimento del suo chakra, e quel che era peggio, era che il ninja non aveva alcun modo per capire quando durasse il processo in sè, doveva solo avere fede, e continuare a farsi assorbire il chakra.
    In questo consisteva la prova, solo i ninja più potenti erano ammessi, ninja convinti di avere così tanto potere, da non preoccuparsi di quanto ne avrebbe preteso la pietra, ne avrebbero avuto comunque estremamente di più da offrire.




    Che l'uomo fosse riuscito a capire come completare il rituale quel giorno, o nei giorni successivi, la pietra sarebbe rimasta lì in attesa, fino al raggiungimento della quota di chakra richiesta per il sacrificio, che una volta raggiunta, avrebbe permesso a Ru-Wai, di avere accesso alla vera prova.
    Nel momento in cui la pietra avesse assorbito l'ultima goccia di chakra richiesta, per un totale di 60 Bassi tutti versati in un'unica volta, processo che se non interrotto, avrebbe richiesto circa 2 minuti, l'assorbimento sarebbe cessato.
    La pietra avrebbe pulsato violentemente per circa 5 secondi, prima di esplodere in una miriade di pezzi, le cui schegge avrebbero vibrato in ogni direzione, conficcandosi a casaccio dei muri, nel pavimento e nel soffitto, tanto era resistente il materiale che componeva la pietra. [Potenza delle schegge 50 - Velocità 600] Considerato il carattere dell'esplosione della pietra, circa una decina di schegge avrebbe investito il ninja, tutte in un unica bordata, dai piedi alla testa.

    Al posto della pietra, era ora presente una copia di Ru-Wai, uguale a lui nella sua totalità, tranne per il fatto che questo replicante era totalmente rosso, di un rosso scuro molto simile a quello della pietra. L'uomo era in possesso degli abiti del ninja e di tutti i suoi segni particolari, ma era privo del suo equipaggiamento. Emanava lo stesso odore del ninja, e respirava, si muoveva, e viveva, proprio come lui. Ma a differenza del Ru-Wai reale, non si mosse, sarebbe rimasto fermo nel punto dove prima si trovava la pietra, in attesa.




     
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    Un Anno sotto la Pioggia - Sassi... sempre sassi

    Quando la porta si aprì, il Risorto non seppe se era più sorpresa o disappunto ciò che provò nel varcare la soglia.
    La porta cigolante, la stanza incredibilmente grande ed il fatto che non vi fosse nessun altro ingresso alla stessa: tutti fattori piuttosto strani, considerando che Ru Wai si sarebbe aspettato che la medesima sala fosse raggiungibile da ambo due i lati, però si vedeva che, da qualche parte, le scalinate si riunivano in una sola per quel particolare attico, per quanto ciò avesse senso, da un punto di vista squisitamente strategico.
    La stanza, poi, di per sé, era tenuta abbastanza bene, di certo meglio dei sottostanti piani, ma non tanto quanto ciò che c'era al di fuori delle porte cigolanti.
    Il ninja occupò un pò di tempo per studiare il perimetro della sala, spostando con l'estremità della lancia le diverse tende, scrutando lungo le stesse con i propri sensi affinati e cercando qualsiasi possibile stranezza fra le stesse, prima di concentrarsi sull'unico altro oggetto presente, al centro della sala: un piedistallo a forma di mano ossuta su cui si trovava una grossa pietra rossa.

    Bella la scelta di usare uno scheletro come sostegno per questo sasso... ma il sasso in se non mi produce fiducia.
    Fratello, un pò sarà una fobia per la passata esperienza con i sassi di Iwa, potrebbe anche essere, no?
    Non dire idiozie! Non mi spavento per così poco, poi di cosa dovrei spaventarmi? Che sorga un gigantesco essere di ossa non appena la tocchiamo?
    Forse per il fatto che sarebbe d'ossa, ti preoccupa meno, ma di certo ti preoccupa l'idea di finire come alla Roccia degli Spiriti.
    Su, dai, qui non ci sono Pipistrelli, né tartarughe come me! Magari troverai qualche altro animale di cui spaventarti! AHAHAHAHAHAHAH
    Io non ho paura delle tartarughe! E' solo che non mi piacciono come animali!, lamentò Ru Wai, alzando la testa verso il soffitto.
    Esatto! Una tartaruga mi ha mangiato un braccio ed una per poco non mi schiacciava! Vorremmo anche dire che mi stanno in antipatia ormai?
    Diciamo antipatia! Però sono lieto di aver prodotto in te un tale terrore! Ahahahahahah
    La vogliamo fare finita? Qui non c'è nessuno oltre noi... lui... te, fratello, quindi non ci dovrebbero essere rischi di questo genere.
    Vediamo di capire, intanto, cosa succede qui, dato che, da quel che c'era scritto sul foglietto, ci sta una prova da superare, no?, avrebbe concluso il presunto Nukenin, dando una botta con l'elsa della lancia al piedistallo, senza produrre alcun effetto, prima di puntare l'arma proprio contro il sasso stesso.

    Con discreta sorpresa del Kaguya, la pietra rossa sostenne senza problemi il successivo colpo portato contro la sua integrità, arrivando persino a danneggiare la lancia stessa dello shinobi, E questa me la devo comprare nuova..., constatò Ru Wai, dinanzi alla resistenza dell'oggetto stesso.
    Lo scrutò un altro pò, il Risorto, guardando il piedistallo e la pietra nella loro interezza, prima di poggiarvi sopra la mano e fu allora che accadde: il contatto fu solo momentaneo, qualche istante, forse una decina di secondi, ma quando il Kaguya comprese che l'oggetto gli stava sottraendo chakra, ritrasse immediatamente la mano.
    Ecco cosa fa, ci sottrae chakra! E' come ad Iwa, vogliono lasciarci senza forze! Non va bene! Deve essere una trappola e noi abbiamo una Vendetta da portare avanti!
    Tranquillo, non mi farò fregare il chakra da questo coso, ma non so se ci sono altri modi per entrarvi in contatto ed ottenere le informazioni... informazioni... certo!, esclamò ad un tratto il Risorto, prima di uscire dalla stanza e correre lungo le scale.

    [...]

    Non ci volle di certo tanto quanto speso all'andata per scendere i diversi piani di scale e raggiungere l'ingresso dell'edificio.
    A quel punto, il ninja si sarebbe guardato intorno, scrutando la folla, in cerca magari della tizia di nome Camelia conosciuta diverse ore prima (verosimilmente era ormai passata un'intera giornata), o del trio di idioti che se n'era andato verso la locanda dei Batuman.

    SE Ru Wai non avesse notato la presenza di Camelia o di nessun altro, avrebbe fatto il giro del palazzo e su uno dei fianchi lontani dall'ingresso, usando la lancia ormai già rovinata, avrebbe inciso sul muro un semplice messaggio:

    CITAZIONE
    All'Ape da fiore appassionata di Spade:
    Ho una nuova offerta, ti va di rivederci? Stesso posto, stessa ora, ti aspetterò per 7 giorni.

    R.

    Un messaggio nemmeno troppo complicato da leggere, ma di cui il significato, probabilmente, sarebbe stato chiaro solo a Camelia dell'Alveare, la misteriosa tizia a cui Ru Wai aveva offerto informazioni sulle sette Spade di Kiri.
    Ed alla quale stava offrendo di rivedersi nella medesima locanda, alla stessa ora, entro sette giorni, per un nuovo possibile accordo.
    Inciso il messaggio, poi, il Risorto si sarebbe diretto verso la Locanda, in attesa del nuovo incontro con quella fantomatica spia.

    SE Ru Wai avesse, invece, intravisto la kunoichi, in qualche modo, nelle vicinanze del palazzo, il ninja le si sarebbe avvicinato con fare tranquillo, per poi esordire: Ho affittato una camera, penso che sia quella che avevi visto anche tu, ti va di parlare lì dentro?, magari non era un maestro nel gergo delle spie e forse tendeva ad essere troppo diretto, ma tanto valeva chiarirsi immediatamente con la misteriosa kunoichi, forse entrambi potevano aiutarsi a vicenda.
    E se quella avesse accettato, una volta rientrati nel palazzo, nell'atrio, il Risorto avrebbe continuato: Ho scoperto un sasso che assorbe chakra sull'attico, penso sia lo stesso ostacolo che ha fermato anche te... mi chiedevo: se offrissimo assieme il nostro chakra? Secondo te funzionerebbe? Può valere la pena tentare? Magari scopriamo qualcosa sul Terzo Livello entrambi e potrebbe essere comodo e redditizio anche per te., propose in attesa di una risposta dalla stessa.

    SE Ru Wai avesse, invece, individuato il trio di tizi con gli scorpioni tatuati avrebbe allargato le braccia: Ho trovato una cosa davvero strana lì sopra, sapete?, il ché era verissimo, Kotaro? Non lo avete trovato?, domanda più che valida, anche se ipotizzava che il cadavere non sarebbe stato ritrovato facilmente.
    Vi dicevo, ho trovato una cosa piuttosto strana sopra, sull'attico, sapete che dovreste provare anche voi ad arrivare fin lassù., avrebbe proposto, attendendo una reazione degli altri.

    OT: Alla fine ho leggermente modificato la mia idea rispetto a quello che dicevamo stamattina, quindi lascio a te la scelta di cosa capiterà, se i nostri pg si reincontrano direttamente lì, oppure in seguito, oppure se vuoi farmi reincontrare il pg con il trio punk ^^'
     
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    Saldare il conto



    Quando Ru-Wai sarebbe sceso dalla torre, Camelia sarebbe stata, già da alcuni minuti, nascosta in un gruppo di accattoni, di ambulanti che abitavano i vicoli di Ame. I poveretti cercavano riparo sotto a delle malmesse tettoie di lamiera dalle quali gocciolava tutta l'acqua del creato, riscaldandosi con dei barili nei quali buttavano il possibile da far bruciare. Con le ceneri che salivano verso il cielo, e trasformata da barbona, Camelia copriva il suo odore con la puzza nauseabonda dei barboni vicini a lei, alcuni ubriachi, altri addormentati, nessuno faceva domande se di punto in bianco un nuovo accattone si univa al gruppo, e così era andata. Dal luogo cui si trovava, ad una ventina di metri dalla torre, si poteva appena intravedere la porta, luogo più che valido per tenere d'occhio le azioni del misterioso uomo. Non lo aveva visto entrare, ma poco prima aveva visto uscire di fretta alcuni tizi, il cui tatuaggio poteva essere ben visto, anche con l'aiuto del suo visore-D. Compagni dell'uomo che lei avrebbe dovuto incontrare, pensò.
    Che abbiano combattuto con il misterioso Ru-Wai? Dai movimenti non sembrava, sembravano solo di fretta, e oltretutto, lei non aveva udito alcun suono di lotta negli ultimi minuti.
    Attese quindi, rigirandosi le mani poco sopra uno dei bidoni per cercare un po' di calore, quando vide i portoni aprirsi, e uscirne una figura conosciuta.
    Si trattava di Ru-Wai appunto; aveva già lasciato la torre, bello pimpante, nel giro di un quarto d'ora, forse meno.
    A quel punto Oboro non seppe cosa pensare, se non che l'operazione "Seguilo che magari a lui riesce" era stata un fiasco; lo vide guardarsi attorno per un po', e poi incamminarsi verso il centro della città, girando prima attorno alla torre, come se cercasse qualcosa, o qualcuno.
    Pochi istanti ancora, e Ru-Wai si diresse di nuovo verso il centro di Ame, da cui era arrivato.

    [...]

    Oboro sarebbe rimasta tra i barboni per un po' di tempo, non aveva più intenzione di incontrarlo, nè tantomeno di mettere piede nella torre. Qualunque cosa fosse successa lì dentro, si era risolta troppo velocemente per aver dato esiti interessanti, almeno secondo lei, quindi qualche ora più tardi, avrebbe assunto le sembianze di un venditore ambulante, simile ad un piccolo gruppetto che stava passando vicino agli accattoni, per avvicinarsi alla torre e andarsene in direzione del centro della città. Data la pioggia, tutti portavano ombrelli e cappelli, si sarebbe nascosta bene.
    Ovviamente non avrebbe notato il messaggio lasciato dal ninja, ma questo non avrebbe avuto importanza, infatti, lo stesso giorno lei avrebbe recuperato i dati che aveva in possesso, e le sue cose, e sarebbe ripartita per la Foglia, la sua missione era conclusa.
    Prima di andarsene quindi, lasciò una bustarella ad un bimbo, sempre assumendo sembianze diverse da quelle usate in precedenza, assieme ad un dolcetto e ad alcuni spiccioli per comprare del cibo, e lo incaricò di consegnarla ad un suo amichetto, il quale avrebbe dovuto aprirla.
    Tra spie era molto comune utilizzare bambini come messaggeri, passavano inosservati ed erano molto leali se c'era in gioco il poter mangiare; dopotutto quella città era sempre stata estremamente povera e dilaniata dai conflitti, nessuno sputava sul cibo.
    Il secondo bambino prese la busta, la aprì, e dentro di essa trovò un biglietto con delle istruzioni, del denaro, e una ulteriore busta.
    Il terzo giorno dall'uscita di Ru-Wai dalla torre, l'uomo, che stava attendendo in locanda, si sarebbe visto arrivare vicino un bimbo con un grosso dolcetto in bocca. Il piccolo si sarebbe guardato attorno, quindi, visto l'uomo, gli sarebbe andato incontro, consegnando il biglietto che aveva tra le mani, chiuso in una busta.

    - Signore, ecco è per lei. -

    Quindi sarebbe tornato fuori a giocare.
    Qualora il ninja avesse chiesto informazioni al bambino, egli avrebbe scosso le spalle, dicendo che un suo amico gli aveva dato la busta e che aveva solo seguito le istruzioni nel biglietto. Era un metodo quasi infallibile. Usare sempre bambini diversi, e far scambiare le cose tra di loro. I bambini parlavano, e sapevano che eseguire questi compiti per la feccia del villaggio permetteva loro di mangiare, quindi era molto raro che qualcuno facesse il furbo, o non consegnasse le lettere, anche perchè in quel caso, i criminali, quelli veri, li avrebbero puniti duramente.



    Il biglietto recitava

    CITAZIONE

    "Nella speranza che la ricerca abbia avuto successo, spero che i nostri cammini si incrocino nuovamente, prima o poi. E' stato un piacere fare affari con te. Parlando con l'oste scoprirai un piccolo omaggio della nostra collaborazione."


    Se Ru-Wai avesse parlato con l'oste infatti, avrebbe scoperto che tutti i suoi debiti verso l'uomo erano stati pagati fino a quel giorno, nella totalità.
    Se voleva, il ninja avrebbe potuto lasciare Ame senza dover niente a nessuno, l'Alveare aveva pensato a tutto il resto, non solo, l'oste aveva ricevuto anche il pagamento per una bevuta, offerta dalla casa, di qualunque liquore Ru-Wai avesse voluto. L'uomo era tranquillo mentre ne parlava, doveva essere una cosa comune che le organizzazioni criminali trattassero coi locandieri, ovviamente attraverso dei passacarte; nessuno sapeva mai con chi aveva a che fare, quella era Ame.



     
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    Un Anno sotto la Pioggia - La fine dell'Anno

    Alla fine, Camelia non si fece vedere.
    Ru Wai attese: il primo, il secondo, il terzo giorno e fu in quello che accadde la cosa piu prossima ad un loro incontro, un bambino gli porto una lettera della spia dell'Alveare.
    Il moccioso se ne ando ancor prima che l'altro potesse minimamente replicare, lasciandolo solo con un messaggio spaventosamente semplice e diretto: la spia lo salutava, augurandosi che si reincontrassero un giorno, ma questo lasciava intendere che non sarebbe successo nell'immediato. In piu, sembrava che ci fosse un "omaggio" presso l'oste.
    Fu cosi che il Risorto si alzo, avvicinandosi al proprietario della Locanda, c'era nei dintorni anche il nipote dello stesso, un ragazzino che farfugliava sempre in sua presenza, che l'uomo, quel giorno, fece allontanare in fretta.
    Ti hanno pagato il conto, quindi o hai deciso di andartene, o sei finito in mezzo con dei pezzi grossi, in entrambi i casi, per me temo sara un problema come padre..., lo avrebbe detto con un mezzo sorriso, ma apparentemente tranquillo.
    Che vuoi dire?, domando di rimando Ru Wai, "Ragazzo, da queste parti sono le organizzazioni criminali piu grosse quelle che pagano da bere ai ninja solitari spiantati come te, e lo fanno solo in due casi: hai finito cio per cui eri arrivato fin qui e quindi pagano per te, oppure saldano i tuoi debiti per dimostrarti che sei uno di loro. C'e anche la possibilita che tu ti sia giocato male la pelle, ma sei un osso abbastanza duro da rompere, non e vero?", avrebbe concluso con un sorriso piu ampio.
    Dopo di che, l'uomo avrebbe stappato una bottiglia di un qualche liquore del Paese del Vento e avrebbe riempito il primo bicchiere per il cliente, "Ti chiedo solo di andarci delicato con Tendora. Si e affezionata troppo a te, malgrado i miei consigli, ci restera male.", disse, voltandosi verso la figlia che sbraitava contro un cliente ad un tavolo, indicando proprio Ru Wai.

    [...]

    Qualche ora dopo, Ru Wai tornò nella stanza che condivideva, appunto, con la figlia del locandiere, seppur al momento era solo.
    Ce ne vogliamo andare da questo cesso? Piove sempre qui e non abbiamo più motivi per restare!
    Ha ragione, fratello... tutto ciò che volevi era Yashimata, ma se è morto, cosa resti a fare qui?
    Restare qui non ci avvicina alla Vendetta e la Vendetta è tutto!
    In effetti, sto iniziando ad annoiarmi anch'io...
    Hai lasciato troppe cose in sospeso per voler restare qui, lo sai bene, fratello.
    La Vendetta e tutto ciò che c'è legato ad essa, sai bene che dobbiamo scoprire tante cose su com'è diventato il mondo fuori di qui!
    Hoshikuzu..., bisbigliò fra se il Risorto.
    Sì, quando Shiltar è morto alla Roccia degli Spiriti, era diventato una statua di pietra, una statua nelle mani del Mikawa, lo avrà riportato a casa?
    Direi che è il momento di scoprirlo e di portare avanti il nostro piano, il più possibile.
    Sì, va bene., concordò anche il Kaguya, mentre generava dalla mano una lama ed iniziava a tagliarsi i capelli.
    Ci aveva (avevano?) pensato a lungo, in tutto quel suo anno ad Ame: sarebbe entrato di nuovo nel mondo accademico, ma non come il defunto Mizukage, un'identità che aveva deciso di abbandonare da tempo, né come Feng Gu il Mercenario di Iwa amico della Zanna, no, se fosse riuscito a disseminare e poi tendere tutti i fili che aveva in mente, gli sarebbe servita un'altra identità, una diversa anche dal Ru Wai che viveva ad Ame, una con cui si sarebbe presentato in cerca di un qualcuno: un meccanico, un esperto di Doton da cui apprendere.
    Questo avrebbe cercato alle Mura di Suna, questo avrebbe cercato Zong Wu, lo Shogenin, il monaco guerriero, completamente pelato.
    Guardò allo specchio la massiccia figura dalla testa pelata, vestita con una tunica da monaco e si sorprese in un ghigno malefico.
    Quanto mi assomigli adesso! AHAHAHAHAHAHAHAHAH
    Sta zitto, bassorilievo petulante!

    Il saluto con Brun, o più correttamente Tendora, la figlia del locandiere, sarebbe stato forse un pò movimentato, con lei che lo insultava ed ingiuriava e lui che, semplicemente, prese le sue ultime cose, lasciava la Locanda dei Veri Batuman, dirigendosi fino al Primo Livello di Ame e, da lì, fuori dalle Mura, in direzione del Paese del Vento, o almeno di una qualche carovana con cui arrivarci.

    ----

    OT: Ho voluto unire la conclusione della giocata con il momento in cui il mio pg ritorna in quel del mondo accademico (la giocata fatta con Hoshi parecchio tempo fa ormai ^^' ) in quel di Suna come uno Shogenin in cerca di un meccanico.
    Grazie per la giocata Jotty :riot: /OT
     
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15 replies since 19/9/2015, 09:23   347 views
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