L'orlo del Baratro

[TS I]

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    Scampato pericolo..NOPE!



    "GRAZIE SIGNORE, GRAZIE!"

    Mantenni un'espressione seria mentre Raizen diceva che non ero in grado di tollerare il Gobi e che quindi non sarei stato adatto a fare da contenitore.

    "Beh io ci ho provato, ma se proprio non vuole , certo non mi posso opporre alla decisione del Kage.... ahahahaha..."

    Impassibile continuavo ad annuire, ma dentro di me er non poco sollevato.
    Certo venire violentato in quella maniera dal demone non era la prima tra le mie prerogative, lo avrei fatto solo per espiare le mie colpe...già, le mie colpe; erano passati pochi attimi da quando ammettevo, distrutto, di aver ucciso degli uomini, eppure sembravano trascorsi dei secoli.
    Tutta la paura, la rabbia ed il ribrezzo che provavo per me stesso erano spariti, come se l'atteggiamento di Raizen, così dure eppure comprensivo, anche se a tratti da ritardato, mi avessero placato l'anima.
    Era un bravo Kage, anche se poteva non sembrarlo a primo impatto.

    -Certo se poriprio non posso far nulla...-

    Tenti di cominciare una frase, ma il decimo , continuò a parlare, esprimendo opinioni contrastanti rispetto a prima, pareva aver avuto una conversazione interiore, aveva parlato con la volpe o era semplicemente la follia che lo caratterizzava? Non mi era certo dato saperlo, ma quello che disse non mi piacque affatto.
    Sarei dovuto andare con lui a tentare di calmare il demone, cercando di riparare la reliquia difettosa.

    "Sho, so che fai sempre tutto il necessario per la foglia, ma stavolta è troppo per te, dì di no...avanti, Nnnno, due letterine che ti salveranno la vita, solo due, piccole piccole..."

    -Ok..-


    "NON QUELLE DUE PORCACCIO SCHIFO , PERCHE' SONO COSI' STUPIDO???"

    -Cercherò di essere d'aiuto, anche se il demone è per me un avversario inaffrontabile, spero che il dono che mi è stato fatto dai due defunti riesca nell'intento per cui è stato creato.-

    Mentre parlavo Raizen sembrava assente e quasi sorrideva, come se avesse pensato ad una cosa divertente.

    "Mmmm, cosa starà mai escogitando nella sua mente malata?"

    Guardai lui, poi il mio braccio destro, poi di nuovo lui, all'improvviso un'idea terribile mi colse.

    "No, dai su, mica penserà quello, è chiaramente troppo..."

    Sospirai.

    "Ma esiste forse un troppo per un tizio del genere?"

    Ancora una volta guardai il mio braccio, dentro di me sapevo che il kage già si immaginava di ficcarlo nell'ano del demone, l'unica mia speranza era che non fosse davvero quello il metodo con cui calmare il Gobi.

    -Quando si parte?-

    "No va beh allora sono scemo, già vado a morire, ora lo incito anche a partire il prima possibile. Devo pure dirlo ad Oda, se non mi ammazza il Gobi ci pensano lui e la mamma appena torno...Sì, meglio partire subito, se muoio almeno non mi devo sorbire mille scenate...."

    Mi sentivo stranamente calmo, quasi rassegnato all'idea di dover morire, ma al contempo contento di poter andare in missione con nientemeno del Kage della foglia. Se prorpio dovevo andarmene, era bene andarsene così.
     
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    Exorcisme team








    Lo guardò in cagnesco.

    Ti ho già detto di non fare la fighetta o ti faccio riarredare casa, animo!
    Altrimenti il prossimo set da tortura te lo faccio in plastica!


    Disse la frase mentre lo appuntava con un indice particolarmente minaccioso.

    Direi che c’è poco altro da aggiungere, organizzerò un team e passerò a prenderti.
    Preparati a modo e stai tranquillo, non permetterò che mi venga ucciso un luminare della tortura, non si trovano tutti i giorni in questo gelatinoso mare di minchioni.


    Stava per andarsene chiudendosi la porta sfondata alle spalle, o per meglio dire, riappoggiandola allo stipite, quando parve ricordarsi qualcosa.

    Ah.
    Facciamo che ripasso tra tre giorni perché sono generoso, per allora vedi di aver padroneggiato quel tuo braccino a modo, devi saperlo controllare, allenatici.


    Chiuse la porta e si allontanò, probabilmente a cercare le persone adatte a quel ruolo, non era affatto intelligente sperare di recarsi dal Gobi e riuscire a cavare un ragno dal buco senza la professionalità che tale creatura richiedeva.

    Chi hai intenzione di portarti dietro?

    Bah… non so, probabilmente convocherò Meku, se io dovrò distrarre il tuo stordito fratello o fratellastro o quello che diavolo siete, mi servirà qualcuno in grado di rafforzare la reliquia, mentre lui ci metterà le mani gli verrà affiancato un esperto sigillatore per aggiornare, se così si può dire, la reliquia.
    Durante il tutto mi servirà avere un perimetro di sicurezza a cui baderà una squadra specializzata in barriere condivise di elevata potenza, probabilmente multi strato.
    La sacerdotessa invece saprà ammansire per quanto possibile il cinque code.
    Nonostante tutto rimarrà un impresa ardua, nessuno di loro, nessun ninja in generale penso abbia mai avuto a che fare con un demone pazzo.


    Si allontanò, si sarebbero rivisti tre giorni dopo.
     
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    La volontà del fuoco




    "Addestrarmi? e come lo uso questo coso?"

    Pensai osservando l'arto quasi iridescente.
    Ma Raizen se ne era già andato, non potevo certo chiedergli ulteriori chiarimenti, anche perché probabilmente non me li avrebbe comunque dati, me la sarei dovuta cavare da solo, ma come avrei fatto ad usare quel potere?

    -Una cosa per volta.-

    Dissi tra me e me, la casa era un macello, non potevo certo lasciarla così, inoltre mentre pulivo avrei potuto schiarirmi le idee sul da farsi.

    [Il mattino seguente, primo giorno di addestramento]

    Il tutto era stato messo in ordine, ma ci era voluto più del necessario, quindi avevo deciso di coricarmi nella speranza, rivelatasi vana, che il sonno mi portasse consiglio. Non ero stato proprio sereno durante l'atto dell'addormentarmi, avevo timore di essere nuovamente attaccato dal 5 code, ma ciò non avvenne, per fortuna riuscii ad ottenere un sonno tranquillo del quale il mio corpo e la mia mente avevano estremo bisogno.

    "Dunque."

    Pensai sedendomi al centro della stanza.

    "Il braccio. Mmmm, ok, il potere è contenuto in esso, e fin qui ci siamo. Altre informazioni? Ah sì, la sorgetne dal quale attinge forza è un sentimento in cui l'utilizzatore è in grado di imporre tutto se stesso..."

    Mi ricordai di come la carta ninja si fosse illuminata poco prima della morte del secondo chunin, quello che di fatto mi aveva passato quel potere, un'azione legata alla pietà che aveva negli occhi?
    Mi concentrai cercando di riversare in me una sensazione di profonda pietà, ma non sembrò efficace.

    "Mmm ok magari non era quella, cosa altro poteva dominare lo spirito di quell'uomo poco prima della sua morte? Paura? No, non può essere quella , altrimenti il Gobi l'avrebbe potuta sfruttare per dominarlo, ci deve essere qualcosa di più..."

    Ripensai nuovamente a quel momento.
    Il sangue, la melma, l'uomo morente, cercai di vederla attraverso i suoi occhi.

    "Certo che per mantenere quella calma durante una situazione del genere deve aver avuto un bel coraggio....coraggio... che sia quello?"

    Provare non avrebbe certo guastato.
    Chiusi gli occhi e feci un respiro profondo cercando di riempirmi di coraggio il più possibile.

    "Andiamo Sho, ce la puoi fare, il coraggio non ti può certo mancare, devi andare ad affrontare un demone, UN DEMONE dio santo..."

    Immaginai lo scontro col Gobi, figurai nella mia mente la situazione, con la pressione del momento, con la fiducia che il decimo poneva in me, non potevo certo deluderlo.
    Gradualmente sentii il braccio quasi intorpidirsi, come se fosse percorso da piccolissime scosse di elettricità, poi venne il calore, ed infine una flebile luce.

    "Bene, sembra che come impostazione mentale ci siamo, ma non basta, la carta quando ha scacciato la melma aveva una luminosità molto più intensa ed il calore che provavo era molto più forte."

    Per ore cercai di ispirarmi coraggio, il braccio si illuminava e si spegneva con andamento irregolare, ed anche se alla fine riuscii ad ottenere un risultato migliore del primo, sapevo che non era abbastanza.

    "Perché non riesco? C deve essere qualcosa che posso fare. Analizza i dati Sho, la risposta è davanti a te, lo so..."

    Ripercorsi il discorso con l'hokage del giorno precedente passo per passo, cercando di analizzare le parole, linguaggio scurrile a parte.

    "Ma certo, la caratteristica dei chunin che custodivano il demone, la loro malta, era una sensazione particolarmente forte, specifica per ognuno di loro, il coraggio non è l'emozione che comanda il mio spirito, devo cercare di cambiare l'impronta di questo potere verso quello che è il mio vero sentimento centrale."

    Quale fosse non era certo difficile, ua sola cosa infiammava il mio animo: la volontà del fuoco.
    La mia ossessione di proteggere il villaggio ed i miei cari, la mia decisione a migliorare le cose per tutti, era quello il mio faro nella notte, il problema era però il seguente: come avrei fatto a plasmare il potere a mio piacimento?
    Si era fatta sera senza che me ne rendessi conto ed il mio stomaco brontolava dalla fame, accantonai per circa un paio d'ore l'addestramento per rifocillarmi e rilassare la mente.
    Finito il pasto mi riposizionai al centro di camera mia, seduto a terra, e chiusi gli occhi e mi concentrai sul coraggio in modo da attivare il potere nel braccio destro.

    "Bene, eccolo che arriva..."

    Sentivo l'arto riscaldarsi, stava per avvenire il momento della prova.
    Quando sentii che l'intensità del potere era al massimo che ero riuscito a produrre durante la giornata, cominciai lentamente a plasmare le mie emozioni.
    Con un processo lento e graduale passai dal sentimento di puro coraggio ad applicare quest'ultimo al villaggio della foglia, pensando ai sacrifici necessari per la sicurezza di quest'ultimo.

    "Bene, per ora il potere non sembra scemare."

    Da lì cominciai a traslare il coraggio in volontà, pensando a come le mie azioni avrebbero potuto proteggere i miei cari e migliorare la vita all'interno della foglia.
    Per un paio di volte dovetti ritornare sui miei passi in quanto sentii il potere diminuire, ma , lentamente, riuscii nel mio intento.
    Adesso il braccio risplendeva di una luce simile a quella che aveva quando pensavo al coraggio, ma la sensazione era quella della volontà del fuoco.

    "E ora ampliamo il sentimento."

    Con decisione e fermezza ampliai al massimo quella che era la mia ragione d'essere, il bracco in tutta risposta si illuminò di una luce intensa, molto di più di quella che aveva dominato la carta ninja il giorno precedente, ma solo per pochi attimi, poi scomparve.

    "Wow... bene, molto bene, per oggi direi che può bastare."

    Ero soddisfatto dei risultati ottenuti, l'indomani avrei cercato di dominare quel potere che oggi avevo scoperto, mi coricai dunque per riposare.

    [Secondo giorno]

    Mi svegliai di buon'ora e cominciai subito ad allenarmi.
    Cominciai lentamente, cercando di non eccedere troppo in fretta come era accaduto la sera precedente; il braccio cominciò a scaldarsi gradualmente, non fu difficile raggiungere un ottimo risultato in poche ore. Verso l'ora di pranzo ero riuscito a controllare l'intera emozione che guidava il mio animo: la luce che scaturiva dal braccio era quasi dolorosa data la sua intensità.

    "Bene, il potenziale massimo c'è, adesso devo abituarmi ad attivare e disattivare il potere in tempi convenienti."

    Più volte impressi a tratti in esso la volontà del fuoco, ad intensità crescente.
    Il braccio si accendeva e si spegneva come la lampada di una stanza con continui cali di tensione.
    Inizialmente non riuscivo a produrre troppo potere con sensazioni brevi ed intense, ma, gradualmente, riuscii a gestire il mio animo in modo da rendere automatico il sentimento; riuscii a standardizzare il potere, renderlo un'azione meccanica, quasi immediata.

    "Ci siamo quasi."

    Pensai.
    Era oramai calata la sera e sapevo che potevo riuscire a diminuire ulteriormente il tempo di uso del potere.
    Continuai ad allenarmi fino a notte fonda, attivando il potere per tempi brevissimi ed a massima intensità.
    Verso mezzanotte non mi era più necessario concentrarmi per attivare il potere, era diventato naturale ed immediato, quasi come respirare, sentivo quel calore e quella luce far parte di me tanto quanto il braccio stesso.

    -Ottimo...-

    Sussurrai sorridendo, ce l'avevo fatta.
    Mi coricai, l'indomani sarebbe arrivato Raizen e saremmo partiti , volevo dimostrargli i miei miglioramenti.

    [Terzio giorno, Partenza]

    Mi svegliai molto presto e preparai tutto i mio equipaggiamento ninja. addosso il giubbotto di protezione, sotto di esso una maglia a cui avevo tagliato la manica destra in modo da lasciare nudo il braccio che custodiva il potere.
    Uscii di casa aspettando il kage, non appena il avessi visto avrei alzato il braccio destro al cielo e, stingendo il pugno, lo avrei illuminato al massimo delle mie capacità.

    -Che dici, può andare?-

    Avrei detto al decimo sorridendo.
     
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    Tre giorni dopo l’Hokage fu puntuale, ma solo, stranamente. Vide da lontano il braccio di Sho, impossibile non notarlo dopotutto.

    Ma tu guarda… non ti hanno detto che la candeggina non ha gli stessi effetti della vasellina?

    Commentò ironico.

    Andiamo, il tragitto non è brevissimo, e non vorrei che il resto del gruppo ci desse troppa strada, sono andati avanti con un mio clone. Non ho voluto rivelare la posizione della reliquia, se pescassero loro il clone si dissolverebbe portandosi con se le cose utili.

    Guardò Sho.

    Conoscerai un po’ di gente interessante.

    Partì alla volta delle porte del villaggio, destinazione: la Cruna.
     
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