Sollevati... o muori.

Oto. Notte fonda. Luogo sconosciuto.



Shosuro avrebbe finalmente aperto gli occhi dopo cinque giorni di coma.
Si sarebbe ritrovato a terra, in una piccola stanza tre per due, totalmente inghiottito dalle tenebre ad eccezione di un timido bagliore argenteo proveniente da una piccola fessura in alto, a due metri e mezzo di altezza. Un piccolo regalo dello Yotsuki.

Il dolore alle costole e al capo era quasi insopportabile, come lo sarebbe stato l'odore pungente emanato dal tappeto di escrementi in cui era stato disteso.
Riacquistata un po' di lucidità, il piccolo Shosuro, con ancora l'Hanbo e la maschera addosso (su cui Deveraux si era divertito a scrivere qualcosa), si sarebbe potuto accorgere di essere... in carcere.
Lunghe e spesse sbarre di acciaio temprato e rinvenuto chiudevano ogni sua via di fuga, costringendo lo studente a rimanere bloccato in quello piccolo spazio, privo di ogni comfort.

Approposito di ratti, aguzzando la vista oltre le sbarre, nell'oscurità che non sembrava avere fine, Shosuro avrebbe intravisto appena sopra il pavimento quattro piccole sfere illuminarsi di tanto in tanto.
Topi...
Topi che non avrebbero esitato ad attaccarlo, prima o poi.

Doveva trovare un modo per uscire.

Le sbarre verticali e orizzontali non presentavano crepe, zone meno resistenti o fori in cui inserire chiavi.
Se avesse cercato bene, nell'unico angolo totalmente inghiottito dall'oscurità, Shosuro avrebbe trovato una piccola mensola a un metro d'altezza.
Sopra di esso, vi era un piccolo biglietto, su cui qualcuno aveva scritto alcune frasi in una calligrafia minuscola ma precisa.

Deveraux era un ragazzo gentile e premuroso con tutti, in primis con i suoi studenti, ma sapeva trasformarsi in un maestro spietato.
O forse in un sensei migliore.
Anche il Guardiano era stato punito durante un addestramento e in confronto a quello che Shosuro avrebbe affrontato quella notte di autunno (oppure no, rimanendo immobile), la sua era stata un' impresa titanica.
Da quell'addestramento, o per meglio dire, campo da guerra, il Yotsuki ne era uscito notevolmente migliorato.

Conclusa la lettura della missiva, l'intero reticolo d'acciaio, costituito da decine di sbarre orizzontali e verticale, sarebbe crollato magicamente al suolo, impattando con violenza il suolo ricoperto di escrementi.

Un rumore metallico fortissimo si sarebbe propagato in ogni angolo dell'edificio, risvegliando qualcosa o qualcuno.