Vecchio Covo della Radice

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    Vecchio Covo della Radice



    Un tempo, prima della fondazione dell'Accademia ninja, il grande albero della foglia era tenuto in piedi da una forte e sicura radice; sia nell'immaginario collettivo, sia di fatto, all'interno del villaggio stesso. Questa organizzazione garantiva la protezione del villaggio, sia dalle minacce interne, che da quelle esterne. A seguito di eventi sconosciuti a molti, questa organizzazione andò rapidamente in rovina a causa della scomparsa dei capi, e del grave danneggiamento del villaggio della foglia. Questi eventi, uniti alla divulgazione di alcuni metodi poco ortodossi del gruppo verso i prigionieri e i condannati, portarono i ninja delle nuove generazioni ad allontanarsi dal concetto di squadra come inteso dalla Radice, e negli anni, anche i pochi rimasti appartenenti al gruppo scomparvero, o ne abbandonarono le vestigia. Ad oggi, 25 anni dopo la fondazione dell'Accademia, quello che era un tempo il quartier generale dove i membri tenevano i loro incontri, risulta abbandonato, o almeno così pare. Un tempo luogo di culto della religione shintoista, il palazzo della radice si trova inglobato nella zona semiperiferica della città, ma sempre dentro le mura. E' situato tra negozi, uffici amministrativi, e magazzini. La porta, raggiungibile unicamente da una sorta di passerella situata dietro dei capannoni e non visibile dalla strada, è in realtà una sorta di piccolo corridoio per non dare nell'occhio; in mezzo ai passaggi tra le varie botteghe artigiane della foglia, si trova una sorta di costruzione verticale, comprensiva di cellette per i membri che si riposavano tra un incarico e l'altro, stanze adibite all'immagazzinamento coatto, e, scendendo nel sottosuolo, si snodano alcune sale utilizzate al tempo, per la tortura, gli incontri segreti, e l'estrazione di materiale dai corpi delle vittime del gruppo, ritenuto interessante e di pregio per il villaggio.
    La zona vuota in mezzo al "pozzo" della sorta di grattacielo, presentava alcune colonne, collegate da svariate passerelle sulle quali si accumulava l'acqua nei giorni di pioggia. La struttura non presenta tetto, la pioggia cade fino ai livelli più bassi, questa forma fu scelta per permettere ai membri di entrare in azione il più velocemente possibile, una volta fuori dalla camera/celletta, il ninja con un paio di balzi si trovava già fuori, nella direzione interessata, per agire nel villaggio dove fosse necessario, nel minor tempo possibile.

    Entrando dalla porta/corridoio, è possibile salire tra le cellette, tramite una scala che circoscrive il confine del palazzo in maniera circolare, oppure scendere verso il basso, anche se l'incuria e l'abbandono, unito al vandalismo, e alla volontà degli ultimi membri di tenere sigillato quel luogo, hanno causato dei crolli, rendendo quasi impossibile l'accesso alle aree interrate a qualunque sprovveduto della zona in cerca di un tetto contro le intemperie.
    A seguito dell'abbandono della struttura, gli ultimi membri del gruppo si sono assicurati di far sparire ogni prova, bruciare ogni documento, e saccheggiare ogni piccolo oggetto potesse essere finito in mani sconsiderate. Al momento restano solo il ferro, il cemento, e un'eco di ricordi lontani, dimenticati dal tempo.
    Proprio davanti all'entrata di quel luogo, dopo decenni dal suo ultimo utilizzo ufficiale, o ufficioso, si stagliava una donna incappucciata, molto in tono con l'edificio dove si trovava.
    Donna che non aveva la minima idea del perchè si trovasse lì; semplicemente un messaggio in codice proveniente direttamente dall'ufficio del Decimo che le ordinava di recarsi immediatamente in quella zona del villaggio, equipaggiata di tutto.
    Quando Oboro venne al mondo, la Radice era sparita ormai da un decennio, o forse due, chi può dirlo, e lei non aveva sentito che storie sulla questione, relativamente poche oltretutto; non aveva quindi la minima idea, di cosa ci facesse in quel posto, e come mai fosse così importante per il decimo, da trascinarla lì sottraendola ai suoi studi.
    Attese, infagottata nel suo mantello, dietro alla sua maschera ocra, in mezzo ad un'incrocio che l'avrebbe riportata nel villaggio, o dentro quelle strutture.


     
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    Le porte della Fede








    La radice.
    Un associazione prima che un luogo, affondava la sua storia nelle fondamenta del villaggio stesso e già il nome indicava a chi fosse volta la sua fedeltà.
    Purtroppo però, apprese il Colosso, fu smantellata fin dai tempi del terzo Hokage, ritenuta troppo in dissonanza con lo spirito che animava il villaggio a quel tempo.
    Fu soltanto grazie ad un misero fascicolo vecchio di chissà quanti anni che riuscì a trovarne notizia.
    Un fascicolo che parlava in maniera sommaria dei vari ingressi ed ambienti che la struttura presentava, tuttavia non presentava alcuna mappa, solamente uno degli ingressi.
    E li che avrebbe mandato Oboro, la Kunoichi, se così poteva ancora chiamarla, che aveva scelto per ricoprire quel genere di ruoli che persone normali non potevano neanche comprendere, in poche parole gli serviva una mente come la sua: dedita allo scopo.
    Ma se l’Hokage era dedito ai principi della radice si poteva dire lo stesso dell’Aburame?
    La radice era l’essenza stessa del villaggio della fedeltà, nell’ottica di quell’associazione non esisteva nulla che non potesse essere sacrificato per il villaggio. Nella Radice tutto ciò che conta per un ninja è la sua missione. Nient'altro ha importanza, tanto che i membri venivano addestrati sin da piccoli a non mostrare alcun tipo di emozione o passione. Questo li portava ad essere automi in grado di eseguire solamente gli ordini, il libero arbitrio era concesso solamente se non ledeva l’obiettivo finale, rispettando le regole ma senza badare alla morale o al sentimento verso gli altri. Nella Radice non esisteva passato, non esisteva futuro, esisteva solo la missione. Nessuno poteva parlare della Radice, nemmeno all’interno della stessa, le chiacchere, le opposizioni, le discussioni, niente aveva importanza: c’era solo l’ordine, nient’altro era necessario.

    Salve cara.

    L’Hokage era comparso dal nulla alle sue spalle, forse aveva sentito poco prima del suo arrivo qualcosa di piccolo rimbalzare a terra un'unica volta, ma niente più. Voltandosi avrebbe potuto vedere il Decimo abbozzare un sorriso.

    Seguimi.

    Disse senza interloquire ulteriormente.
    C’era una ragione se gli ingressi della Radice erano rimasti per tutto quel tempo così scarsamente trafficati: varcarli non era semplice. Dopo il totale smantellamento alla morte di Danzo e con la definitiva instaurazione del regime pacifista ben poche persone erano sicure di potersi recare al suo interno con motivazioni abbastanza valide da poter superare “le porte della fede”.
    Raizen era uno di quei pochi elementi che la Radice avrebbe potuto avvolgere e difendere tra le sue braccia, e fornirgli il necessario perché lui potesse dargli nuova linfa vitale per far rifiorire l’albero di Konoha.
    Le porte della fede da quello che potevano vedere i due erano tutte chiuse, ad eccezione di una, che fosse stato Raizen stesso ad aprirla in occasione di quell’incontro non era dato sapere.

    Devi sapere che in realtà le porte della radice sono Sempre aperte a nuovi membri, purchè questi siano in grado di superarle, nessuno domandava niente ai nuovi arrivati, era sufficiente che fossero in grado di varcare le porte e la Radice avrebbe fatto di loro una nuova distensione, a prescindere dal loro volto, identità e passato.
    Per un'unica ragione si entrava alla radice, e se per caso qualcosa al suo interno l’avesse modificata mai più sarebbe giunto all’esterno, trasformandola in una prigione.
    Fedeltà al villaggio concedeva l’ingresso dalle porte della fede.


    Parlava mentre prendeva uno dei ponticelli che portava all’ingresso aperto , estremamente semplice: una robusta cornice di cemento in rilievo sul muro del medesimo materiale non trattato ma solamente lisciato. La porta non era visibile pareva fosse a scorrimento a giudicare dalla feritoia presente nello spessore del muro, una feritoia sufficientemente larga da ospitare almeno dieci centimetri di solido acciaio.
    Sempre osservando le altre porte si poteva notare che le ante, non dovendosi aprire in maniera comune, avevano un taglio zigzagato che dava origine a spuntoni di cinquanta centimetri che davano l'impressione di essere tutt'altro che morbidi. Non era dato sapere se gli spuntoni di una delle due ante fossero muniti di lame affilate poste nel profilo zigzagato che incuneandosi in un incavo appositamente realizzato sull'anta opposta trasformavano la lastra di metallo in una trappola letale, ed in un passante efficace a sufficienza da rendere impossibile aprire le porte con una spinta di qualsiasi entità.

    Sicurezza invidiabile[velocità e forza di chiusura 800 potenza 100 durezza 5].

    Raizen varcò la porta addentrandosi nelle profondità della storia del villaggio, senza neanche voltarsi verso l’Aburame, sapendo che di li a breve l’avrebbe avuta al suo fianco.
     
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    Raizen apparve dal nulla, era molto diverso da Shika; quel ragazzino era sempre appallottolato nella sua sedia nel suo ufficio; questo nuovo Hokage appariva e scompariva dal nulla, chissà per quale motivo era così strano. Qualità che in ogni caso non dispiaceva ad Oboro. Il decimo salutò la Vespa, che rispose con un breve inchino, quindi la invitò a seguirlo, e l'invito fu accolto. I due si incamminarono verso la zona più oscura della costruzione, dove a quanto pare era presente una sorta di entrata. Una grossa porta molto massiccia e imponente, persino esagerata per il luogo dove si trovavano.
    Una era aperta. Oboro non sapeva chi avesse aperto quella porta; si trovava lì da un po' di tempo, dato che era sempre in anticipo sugli appuntamenti, e non aveva notato nessuno avvicinarsi o allontanarsi. In breve partì una spiegazione del Kage sul funzionamento dell'organizzazione che aveva un tempo sede in quel posto, e sul come i membri potevano accedervi: tramite quelle porte.

    - Questo Essere pensa sia strano difendersi lasciando una porta aperta...- E lo pensava davvero, la radice non poteva davvero aspettarsi che le loro porte magiche avrebbero difeso la loro organizzazione da qualunque nemico...Che fossero state le porte o altro, il motivo della loro estinzione, a Oboro non fu dato sapere.
    Avvicinandosi, la ninja potè analizzare bene il funzionamento delle porte; ingegnose, erano robuste, e infilate in un marchingegno che le rendeva praticamente impenetrabili una volta chiuse...sembrava quasi che lo scopo di tutto ciò fosse non tanto tenere fuori gli intrusi, ma imprigionarli.
    Oboro non temeva una porta, era da poco stata quasi divorata dai propri insetti, non sarebbe stata una porta a impensierirla, a maggior ragione se stava entrando lì dentro con il suo Kage. Qualunque cosa avesse attirato l'attenzione del decimo in quel posto, doveva essere seria, quindi non ci pensò un'istante, e seguì la figura del capovillaggio dentro alla struttura, scomparendo nell'oscurità.
    Porte della fede? Oboro non aveva fede in nulla, per lei la fede e le preghiere erano una cosa stupida; solo la necessità era importante, e se la necessità di proteggere il villaggio le richiedeva di attraversare una porta che avrebbe potuto ucciderla, avrebbe attraversato quella porta. Se fosse rimasta incastrata avrebbe distrutto il palazzo, se fosse stata attaccata avrebbe sterminato ogni forma di vita, perchè aveva fiducia nel suo superiore, e sapeva di trovarsi lì per un'unica ragione, la foglia.
    Presto avrebbe scoperto cosa si celava nelle profondità di quello strano castello di cemento creato da questa fantomatica Radice, sicuramente Oboro pensò che quel luogo pareva davvero ospitale per un eventuale nido dove potersi trasferire...Una volta fatti i dovuti cambi di arredamento s'intende.
     
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    La Radice








    Raizen sollevo qualche istante gli occhi al cielo mentre Oboro si definiva nuovamente Essere.

    Senti, Essere, ma se ci troviamo un nome, non so, tipo un qualcosa che non violi i diritti umani ecco.
    Chessò, non ti piace il nome Akemi?
    Kaede? Saeko?
    Non so, qualcosa che ti suona bene ma possibilmente non Essere!


    Parlava mentre si calava per il cunicolo.

    Comunque è si strano, ma imprevedibile, proprio perché ti sembra strano.

    Ridacchiò.

    Fortunatamente non hai fatto scattare il meccanismo, ma credi a me, senza sapere cosa quelle porte sono in grado di fare, contando la solidità della struttura che evita intrusioni dai muri, è parecchio complesso che qualcuno sia in grado di salvarsi passandoci attraverso, poco spazio scarsa rapidità di reazione per via della sorpresa. E non sottovalutare neanche il fracasso che farebbero, il metallo vibra in maniera abbastanza fastidiosa.
    Ehhhhh…


    Sospirò quando l’ombra nel cunicolo divenne totale , quasi come se annunciasse l’accensione di una serie di luci artificiali che finalmente gli facevano vedere dove si stavano addentrando.
    Il ronzio era fastidioso, segno che le luci al neon erano datate, ed infatti qualcuna sfarfallava, ma dopo qualche minuto l’udito ci si sarebbe abituato.

    La sicurezza della radice è… particolare.

    Improvvisamente l’inclinazione del pavimento mutò, piegando verso il basso a novanta gradi, risultando quindi essere in verticale, l’hokage non ebbe problemi a modificare la camminata.
    Indicò il corridoio davanti a loro, spostandosi di lato poiché l’allineamento con la kunoichi impediva a questa di vedere al meglio.
    Il cunicolo era… infinito.
    O almeno così sembrava, era lungo a sufficienza perché il suo snodarsi impedisse di vederne la fine tra una curva e l’altro, e curva era il termine più adatto poichè il “corridoio” non era di certo qualcosa di comune, sembrava di essere all’interno di una vera radice, un qualcosa di organico e sinuoso che si immergeva fino alle profondità della terra con delle aperture ad intervalli casuali.
    Non era possibile vederlo nella sua interezza grazie a quelle curve, ma le porte erano parecchie, l’esterno a confronto era solamente un guscio vuoto.

    Comprendi perché sei qui?

    Se non avesse ottenuto risposta avrebbe nuovamente indicato il corridoio.

    Non vedi TROPPE porte?
    Hai intenzione di rimanere qui un anno intero.
    Molto probabilmente alcune sono addirittura cuccette, per quanto claustrofobiche, alcune potrebbero essere solo cieche, ma la maggior parte sono di sicuro validi accessi a chissà quali ambienti.
    Usa gli insetti, noi aspetteremo il loro rapporto.


    Piantò le suole sul muro verticale mediante il chakra adesivo già in uso e si sedette sui talloni, aspettando che gli insetti rivelassero cosa era presente in quelle prime stanze
     
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    Il decimo non sembrava troppo contento del nome che la Vespa si era scelta, più che altro perchè non era un nome; davanti alla Necessità, i nomi non avevano importanza, e con il kage lei si comportava come si sentiva di dover fare, liberamente, senza fingere di essere qualcosa che non era.

    - D'vorah andrà benissimo, come le ho detto, oppure mi chiami con il mio vecchio nome quando siamo in privato, anche se non lo gradisco. -

    La ninja non aveva fatto quindi scattare il meccanismo, questo la rese contenta in cuor suo, era davvero una ninja della foglia a tutti gli effetti, nonostante i cambiamenti psicofisici degli ultimi giorni, e nonostante tutte le missioni che aveva svolto come infiltrata presso la vecchia amministrazione. Il luogo però la faceva sentire a suo agio, nei corridoi erano presenti vecchie luci al neon che sfarfallavano e attiravano insetti di qualunque tipo; infatti lei alzava spesso le mani al cielo durante la passeggiata, e questi piccoli abitanti del luogo le volavano accanto, come per salutarla.

    - Questo posto, sa di casa, i suoi attuali abitanti mi dicono che non passa nessuno di qui, da molto. Potrei abituarmi a stare qui. -

    In quel momento, il pavimento sembrò tremare, e Oboro cercò di impastare chakra per restarvi attaccata, ma non fece decisamente in tempo, tanto che scivolò in avanti per un paio di metri, prima di prendere il controllo della situazione ed evocare i suoi fidi insetti. Essi vibrarono attorno alle braccia di lei componendo due nuvolette, e la tennero sospesa nel vuoto, facendola scendere lentamente, mentre il kage camminava in verticale.
    Continuarono ad esplorare il posto per molto molto tempo; quella sorta di corridoio sembrava come infinita, e i due continuarono a perlustrare.
    Dopo un po' di tempo passato nella struttura, nonostante lo stesso Kage l'avrebbe avvertita di lì a poco, la Vespa si rese conto della presenza di tante piccole porte lungo tutto il percorso, davvero molte.
    Il decimo le ordinò una indagine usando gli insetti, lei obbedì, inviando alcuni di loro sotto le porte per controllare il loro contenuto. Ne avrebbe visionate alcune, la prima decina, attendendo il responso dei suoi piccoli.

    Dal momento della sua entrata in quel luogo, la Vespa si era sentita come a suo agio, era una sensazione strana da descrivere, senza dubbio quel luogo le era congeniale, magari sarebbe potuto diventare qualcosa di più di un semplice vecchio covo vuoto; magari sarebbe potuto diventare un ottimo luogo per studiare i suoi amici insetti e compiere esperimenti di qualunque genere senza disturbare la vita del villaggio, o restando a riparo da occhi indiscreti.
    Quando gli insetti fecero ritorno, portarono notizie incoraggianti, ma dal momento che la Vespa non aveva ancora appreso del tutto la comunicazione con i suoi piccoli, riuscì a ricevere solo informazioni limitate a piccoli concetti.

    - Decimo, pare che le celle siano vuote. Non ci sono forme di vita e non sembrano esserci pericoli, per ora è il massimo che questo tipo di insetti è in grado di dirmi. Oggetti forse, o vecchio equipaggiamento, ma questa parte della struttura è stata ben ripulita al momento del trasferimento di chi ci viveva in passato. Non è rimasto praticamente nulla. -


    Edited by Jotaro Jaku - 4/10/2015, 13:54
     
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    Colpi d'aria








    La Montagna annuì quando D’Vorah gli si presentò nuovamente.

    E vada per D’Vorah allora, basta saperlo.

    Commentò con leggerezza.

    Beh, se ti ci trovi bene nulla in contrario, ma sarebbe meglio fare una mappatura generale di tutto questo posto, quelle all’esterno erano porte generali diciamo, ma non vorrei che addentrandoci ci fosse qualcosa di più specifico che limiti l’ingresso anche ai fedeli.
    Ma dovrei avere abbastanza influenza qui dentro, almeno spero.


    Sull’ultimare dell’ultima parola un lieve filo di vento cominciò a spirare dal basso, come un lieve sospiro che venne accolto con una faccia dubbiosa dall’Hokage.
    Lentamente il sospiro divenne folata tramutandosi presto in una forza sufficiente da disorientare lo sciame di insetti che con così tanta dedizione sosteneva la loro Madre disperdendoli e sottraendogli il vitale appoggio, di fatto condannandola ad una caduta che sarebbe stata mortale, poiché la corrente ventosa pareva essere ad intermittenza.

    Ma che stai facendo con quella piattaforma?!?
    Il muro!
    Attaccati al muro!


    Appena gli venne rivelato dell’impossibilità di adempiere a tale compito Raizen avrebbe sbarrato gli occhi.

    Ma che razza di chunin sei?

    Doveva obbligatoriamente diminuire la potenza dell’aria che arrivava in quella parte di corridoio, creò dunque tre cloni che correndo per la parete avrebbero spalancato tutte le porte disperdendo parzialmente la pressione di quel flusso d’aria al loro interno mentre Raizen si sarebbe occupato di afferrare la “kunoichi” in caso ne avesse avuto bisogno.
    Dopo la prima decina si poté notare una discreta riduzione della potenza.

    D’Vorah, non è difficile, devi semplicemente impastare chakra nelle piante dei piedi, cerca di immaginare qualsiasi forma che ti permetta di ancorarti al muro.

    Parlava rapidamente conscio del fatto che le prossime folate avrebbero potuto richiudere le porte.
    I cloni intanto avrebbero continuato ad addentrarsi per i cunicoli cercando la fonte della corrente d’aria.
     
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    Chi si annida dentro il nido?



    In poco tempo, il piano di quella che un tempo era Oboro, si sarebbe rivelato fallimentare. Chi avrebbe mai pensato ad una corrente d'aria intermittente? Gli insetti vennero colpiti da una bomba d'aria improvvisa, disperdendosi per qualche istante, sufficiente a far precipitare la ninja verso il basso. Avrebbe potuto richiamare altri insetti, ma data la natura di quella strana trappola, sarebbe stato inutile. Avrebbe potuto creare una palude di terra al suolo per tuffarcisi, ma nessuno poteva assicurarle che questo posse sicuro, quindi non le restava che usare il chakra adesivo ed attaccarsi alla parete del muro, quindi impastò il chakra nei piedi e vi si appoggiò. Fallendo.
    Sul suo volto giallastro si dipinse una espressione di terrore misto a sorpresa, aveva sempre usato il chakra adesivo, almeno fino al suo incontro con il kage dopo il furto, quindi perchè esso non funzionava?
    Dapprima d'Vorah non riuscì nell'intento, i primi tentativi la fecero solo lentamente rallentare, impastava il chakra, una grande quantità, ma quando andava a localizzarlo nei piedi per creare un bilanciamento, questo non avveniva e lei scivolava nuovamente.
    Un grugnito di fastidio le passò dalal bocca quando si rese conto del perchè questo avveniva. Stava impastando troppo chakra, il suo incontro col chakra le aveva creato degli sbilanciamenti all'interno del tantien, ora poteva controllare i suoi insetti anche contro l'intromissione di un bijuu, ma non era in grado di eseguire i compiti più semplici, quindi invitò i suoi insetti a divorarle il chakra dall'interno, lasciandone passare solo una piccola parte da localizzare.
    Il suolo si avvicinava, mentre lei cercava la percentuale di chakra da lasciar passare dal filtro di insetti, e le copie di Raizen cercavano la fonte della trappola d'aria.
    Quando finalmente la trovarono, si resero conto che essa consisteva in un sigillo attaccato al muro alla fine di un cunicolo laterale vicino al suolo, ma sarebbero arrivati in tempo, e lo avrebbero staccato prima che la chunin si fosse sfracellata al suolo?
    Quello che lei avrebbe notato era che quando i suoi occhi si fossero serrati a pochi centimetri dal suolo, l'aria non saebbe più arrivata. Probabilmente si era fermata poco prima di schiantarsi, ma solo per pochi istanti, infatti in breve si staccò nuovamente, sbattendo la faccia a terra. Almeno era arrivata alla fine di quel labirinto.
    Quando Raizen l'avesse raggiunta, lei avrebbe esordito: - Sono una chunin meritevole, abile nell'uso del chakra, ma con la dannata sfortuna di avere un kage che non sa quello che fa! - Era irritata, ma quasi in maniera divertita, perchè alla fine la cosa era stata risolta, e senza il decimo non avrebbe mai ottenuto una vera colonia. - Il chakra della volpe che ha infastidito gli insetti mi ha costretto a manipolare il mio sistema circolatorio fino a mutarlo per gestire gli insetti, non mi ero ancora accorta dal nostri incontro di non poter usare il chakra adesivo, fino ad oggi. Meglio che me ne sia accorta qui, che in missione da sola, chissà dove. -
    Fece cenno che voleva proseguire, dopotutto davanti a loro c'era una ulteriore porta, chiusa, ma non strana come quelle che avevano appena trovato, era chiusa dalla loro parte con numerose sbarre di metallo chiuse tra loro con un meccanismo che conficcava svariati pali di ferro nel terreno e nelle pareti.
    Fece avvicinare i suoi insetti, i quali in breve sarebbero tornati da lei, quasi spaventati.
    - Qualunque cosa ci sia lì dentro, cerca di uscire, e qualunque cosa sia, non è umana. Non ho mai visto degli insetti aburame comportarsi in questo modo nemmeno quando li studiavo per il clan.- Nessuna creatura vivente avrebbe creato quella reazione nelle bestiole. Quando infatti Raizen avesse aperto la porta, una figura molto grossa, circa il doppio più robusta del kage, avrebbe sbarrato loro la strada. Era una sorta di uomo, ma la sua pelle era come decomposta, le braccia dislocale da cui uscivano due lunghi artigli, una all'altezza della spalla, una all'altezza del bacino. Aveva un piede totalmente girato all'indietro, e la testa spostata da un lato. Sembrava un cadavere che era rotolato giù da una scogliera, ma molto più grosso. Aveva un ulteriore paio di braccia che gli uscivano dallo stomaco. [En Nera]
    Qualunque cosa fosse, era ora il guardiano di quel luogo. Come avrebbero affrontato quell'abominio?


     
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    UnimentI








    Giunto al sigillo non si limitò a staccare il foglietto, dopotutto aveva la forza necessaria a scavare un piccolo solco nel cemento ed asportare entrambi.
    Quando in vento si placò ci volle poco perché D’Vora, che tra se e se preferiva chiamare Oboro, in quanto più gradevole all’udito, gli atterrasse accanto.

    Hei.
    Immagina se tutto questo ti fosse accaduto in missione.
    Roba tosta.
    Invece il kage che non sa quello che fa ti permette di scoprire queste piccole debolezze in ambienti controllati.


    Non faceva una piega, ed essendone convinto annuì ad occhi chiusi.
    Proseguirono per qualche metro incontrando l’ennesima porta, differente da tutte le altre, era sprangata in una maniera abbastanza particolare ed abbastanza pesante da impedire del tutto l’apertura della porta.
    Il ritorno degli insetti di Oboro fu la prova che avrebbero dovuto far attenzione ad aprire quella porta.

    Mh, meglio non fidarsi.

    Disse uno dei cloni trovando l’appoggio di Raizen che giunse di li a qualche istante.
    Senza parlare ulteriormente, non sapendo se la creatura potesse sentirli o comprenderli avrebbe fatto cenno ad Oboro di salire con lui sul muro, poco sopra lo stipite della porta, sarebbe stato uno dei suoi cloni infatti ad aprirla.
    Non sapeva cosa fosse di preciso, ma iniziava ad immaginare che se le porte della radice erano chiuse doveva esserci un motivo, ma si poteva dire che ormai era giunta l’ora di rispolverare quel luogo.
    Quando il clone aprì la porta si preoccupò di fare da esca Raizen era pronto dall’alto e non fu difficile buttarsi addosso al clone dall’alto senza essere visto da quella furia di carne orrenda.
    Entrambe le braccia vennero irrorate da un quantitativo di chakra disarmante [for+8 + guanti pot 40] mentre si abbattevano sul cranio del mostro, spremendolo come un brufolo, anche se l’effetto del colpo non fu esattamente quello programmato da Raizen in quanto la pelle marcescente pareva avere un ruolo nella stramba anatomia dell’essere, scivolando sopra l’epidermide sana e diminuendo l’entità dei danni che tuttavia furono troppi da sopportare.
    La bestia crollò ma gli anni di esperienza gli avevano insegnato che se una situazione poteva peggiorare l’avrebbe fatto.

    Sai che ora dobbiamo entrare vero, D’vorah?

    Parlava con D’vorah, ma in realtà lo diceva anche a se stesso, entrare li dentro non sarebbe stato piacevole.
    Gli occhi vagarono nell’oscurità, niente pareva muoversi all’interno della stanza e la luce pareva fosse guasta, cosa che a quelle profondità risultava essere scomoda.
    Il primo passo lo fece uno dei cloni, addentrandosi nel cono di luce senza percepire alcunché, solamente gli ultimi rantoli del precedente ammasso di carne producevano qualche suono, ma per il resto, alla radice, tutto taceva.
    Fu sul fondo della stanza che Raizen trovò un interruttore.

    Fuori uso.

    Borbottò tra se e se mentre impastava del chakra sull’interruttore.
    Fu una pessima idea.
    Per quanto la stanza fosse relativamente corta –venti mentri che la luce del corridoio principale illuminava parzialmente- era estremamente larga, e la luce rivelò che l’abominio uscito per primo non era l’unico e neanche il più insolito ebbero poco tempo per comprendere cosa li circondava nella massa informe che si agitava per la luce nuovamente attiva, quasi impaurita.
    Oboro fu la prima ad essere attaccata anche se non fu semplice comprendere da cosa.
    Dalla massa non si staccò solamente un essere o un gruppetto bensì una miriade di “cose” organiche, pareva fossero unte, viscide ma sferiche e da come si aggregarono a formare una figura antropomorfa pareva fossero in grado di intendere come un unimente.
    Un unimente che aveva bisogno di nutrimento. Immagine di riferimento
    Oboro poteva notare che i colpi scivolavano addosso alla pelle della creatura come se fosse ricoperta da un grosso strato di muco, cosa probabilmente vera, pareva che il muco fosse anche ciò che permetteva loro di comunicare, quasi un liquido in cui erano sospese ed al contempo compattate.
    Il primo attacco giunse quando ancora le creature non erano compattate, lo sciame, se così si poteva definire, allargò parzialmente la sua traiettoria verso lo stomaco della kunoichi, la parte più morbida e al contempo con meno ossa di tutto l’organismo. Una mano di dimensioni almeno doppie rispetto al normale si sarebbe animata di almeno una ventina di piccole bocche pronte a divorare[pot.20 vel verde+2 tacche] qualsiasi cosa incontrassero sul loro cammino dopo di quello ci fu un istante di calma in cui l’essere pareva riordinasse i suoi stesi pensieri.
    Una volta finito D’vorah potè constatare che una miriade di occhi la fissavano con lo stesso appetito della più vile delle bestie.
    La creatura attaccò difficile dire quale arto avrebbe impattato per primo, pareva non importasse, quello che contava era il nutrimento, e toccarla con qualsiasi parte del corpo voleva dire riceverne, prima un braccio diretto in pieno volto, poi una gamba ad impattare con la scoscia, come se fosse un manichino senza articolazioni, ma i colpi erano estremamente pericolosi[pot.30 vel verde+2 tacche] !
    Se qualcuno fosse andato a segno l’Essere avrebbe potuto vedere come i bubboni presenti nella zona di contatto, dopo aver prelevato il suo stesso tessuto, avrebbero aumentato le loro dimensioni del doppio mentre quelli adiacenti lievemente meno, come se una volta soddisfatto l’appetito questi cedessero il nutrimento a quelli vicini prima di riordinarsi in maniera casuale[ogni colpo andato a segno aumenta di 1 tacca in una statistica le prestazioni della creatura] nell’organismo.
    Il contatto era pericoloso quanto complesso, come poteva mettere fuori combattimento la creatura?
     
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    L'unica Unimente



    Raizen ordinò di arrampicarci sullo stipite della porta gigante, e Oboro esegui; dopotutto il kage aveva più esperienza di lei in combattimento, quindi si posizionò sullo stipite, attaccandosi con il chakra per non scivolare, e attese la mossa del Decimo. Mossa che si concretizzò in un clone che spalancò la porta al posto del vero Kage, ora posto vicino alla kunoichi, nascosto.
    Non appena la creatura attraversò la luce della porta, il kage piombò su di lei colpendola con entrambe le braccia, praticamente quasi trapassandola, e riducendola ad una poltiglia gorgogliante, come fosse stata di burro. Praticamente l'aveva detonata con due pugni; senza dubbio una possente dimostrazione di forza bruta. Ma sarebbe servita, dopo?
    Infatti quando il duo entrò nella grande stanza, e rese di nuovo funzionante l'illuminazione, si trovò davanti ad una moltitudine di orribili bestie. O meglio, una sorta di massa informe, come microbi, o cellule, o qualcosa di altrettanto schifoso.

    Lo strano agglomerato, che si agitava a causa della luce, iniziò a sbuffare e a rilasciare infinite parti di se stesso, rendendolo praticamente impossibile da colpire in un solo colpo. Oboro lo avrebbe osservato bene per tutta la durata dello scontro che ne fosse seguito.
    E infatti, la massa informe, divisa in globuli, attaccò la ninja, con uno strano sciame, diretto verso il suo tronco. Lo sciame era rapido, ma lei era abituata a combattere circondandosi di sciami, e non si lasciò cogliere alla sprovvista [Rifl+1], infatti facendo forza sulle gambe, si slanciò lateralmente, lasciando che la nuvoletta a forma di mano le passasse praticamente accanto al fianco destro.
    Fino a che il nemico avesse usato degli sciami, Oboro non si sarebbe lasciata impensierire, mentre continuava ad analizzare il nemico.
    I globuli che componevano la creatura sembravano vivi, sembravano reagire all'ambiente circostante, e cosa più interessante, la massa informe era ricoperta di una strana sostanza simile a muco, della cui funzionalità però, Oboro era all'oscuro.

    Nuovamente la creatura avrebbe attaccato, ma stavolta in una forma più concreta, come se fosse una sorta di umanoide che cercava lo scontro fisico. La velocità era la stessa della precedente, e Oboro fece del suo meglio per cercare di difendersi senza dover ricorrere al chakra, dato che non aveva idea di cosa la stava aspettando in seguito, e stava cercando di risparmiarne il più possibile. [Rifl+1]
    Il primo colpo fu parato dal parabraccio destro di metallo della donna, che interpose davanti al viso privo di maschera, ma il secondo la colpì alla gamba, all'altezza del quadricipite, il risultato però fu stupefacente. Il colpo non le causò dolore per l'impatto, quanto piuttosto per la strana sensazione di bruciore immediatamente successivo al contatto; parte della materia nemica passò dietro al gambule in ferro, e parte del suo pantalone di tessuto, e della pelle subito sotto, era stato come portato via, divorato dal contatto con la creatura. La pelle era stata divorata abbastanza in profondità, ma non abbastanza da ledere i tendini. La ninja cadde per un momento sul ginocchio, per via del dolore acuto, come il contatto con l'acido [2 Leggere gamba destra].
    Oboro ne rimase affascinata. Immaginò subito un tipo di insetto così vorace da consumare la materia organica al contatto. Ora aveva un nuovo motivo per uscire da lì viva, creare una nuova razza da combattimento.




    Un dettaglio però non sarebbe passato inosservato. La zona della gamba nemica usata per colpire Oboro, si era come gonfiata nel punto in cui i due corpi avevano impattato, e la materia in questione si stava contorcendo, come se stesse consumando la pelle di Oboro, passandola alle cellule vicine, fermandosi come per digerire. Pochi istanti dopo, il corpo della creatura sembrò più rigido, più sicuro di sè, la sua posizione sembrò rafforzarsi. Oboro aveva delle ipotesi, ma per ora erano solo tali. Avrebbe dovuto sacrificare qualcosa per essere sicura di quello che aveva in mente. Attirò i suoi figli dentro al suo corpo, affinchè compissero il viaggio verso la necessità. Immediatamente, due nuvole nere avrebbero circondato le braccia della donna, tenute in vita, come in attesa dell'azione del nemico. Appena lui avesse attaccato, lei avrebbe avuto le sue risposte. Per ora, la gamba faceva male.

    D'altro canto, la bestia abbattuta da Raizen, era tutt'altro che fuori uso. Infatti dalla sua carcassa si fecero strada altre due versioni in miniatura della stessa creatura, stavolta a grandezza umana. Entrambe si lanciarono contro il Kage della foglia, con inaudita brutalità, proprio come lui aveva interagito con loro precedentemente. Percorsero i metri che li separavano dal bersaglio, per poi dare il via ad una sequela di fendenti con le lame che avevano al posto degli arti superiori. 2 colpi trasversali ognuno, per un totale di 4, in obliquo, dalla spalla al bacino, per segare a mezzo il kage. [Ogni colpo nera+4 in velocità. Pot 40]
    Entrambi quindi, che avessero colpito o meno il nemico, si sarebbero lanciati in avanti, quasi tuffandosi, per divorare la facca dal Decimo. [Morso pot 40 - nera]X 2

    Che cosa ne era stato della radice? Cosa avevano davanti i due ninja della foglia? Quello sembrava più un laboratorio sigillato; magari qualcuno non troppo tempo prima aveva provato a ripulirlo, ma senza successo, prova del fatto erano i corpi delle due creature. Tra le pieghe della pelle si potevano distintamente distinguere alcuni avanzi dei giubbotti da chunin della foglia, e uno dei due aveva anche parte di un coprifronte incastrato nelle piaghe di una spalla. Che un tempo fossero ninja? Magari usati come esperimento, o mandati lì a risolvere una brutta situazione, e mai tornati? Le risposte erano ancora lontane.





    D'VORAH


    Chakra: 37.5 Bassi
    Vitalità: 10/12 Leggere
    En.Vitale: 28/30 Leggere

    Forza: 250
    Velocità: 300
    Riflessi: 325
    Resistenza: 300

    Agilità: 325
    Precisione: 300
    Concentrazione: 300
    Intuito: 300

    Tempistica


    Slot Difesa | Slot Azione | Slot Tecnica | Slot Gratuiti

    1° Slot Difesa: Schivata
    2° Slot Difesa: Parata
    3° Slot Difesa: Subito

    1° Slot Azione:
    2° Slot Azione:
    3° Slot Azione:

    1° Slot Tecnica:
    1° Slot Tecnica:

    Slot Gratuito:

    Conoscenze Utilizzate


    Note

    2 Ferite Leggere alla coscia destra

    Note

    Insetti pronti alla lotta

    Note


    Note


    Note


     
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    La Forbice







    Purtroppo non riuscì a preoccuparsi ulteriormente di Oboro, i suoi problemi erano improvvisamente raddoppiati, e la notizia era quanto di più pessimo potesse scoprire: la precedente creatura uccisa si era divisa in due più piccole ed era tornata in vita!

    Oh merda.

    Aveva solamente sentito parlare non si ricordava dove di simili abilità, probabilmente qualcuno degli Abomini conosciuti aveva un simile potere. Neutralizzarlo mediante la distruzione della testa pareva impossibile anche se il problema maggiore restavano i movimenti delle creature: non erano minimamente peggiorati, anzi, forse si erano addirittura velocizzati.
    Fortunatamente all’Hokage non mancava la prontezza di riflessi e il primo fendente, così selvaggio e brutale era stato fin troppo telefonato, fu l’Orrore alla sua sinistra a menare quello che poteva chiamarsi fendente, calandolo dalla sua spalla sinistra fino al bacino, o almeno così pensava di fare visto che il Juudaime si scostò verso la propria sinistra facendo andare il colpo a vuoto[Rif. Nera + 3] il vero problema era che i due erano stati in grado di riconoscere il Raizen reale dai cloni, qualcosa di fondamentalmente impossibile.
    L’unica risposta era che fossero in grado di percepirne la vitalità visto che il chakra era perfettamente replicato dai cloni.
    L’attacco venne proseguito dal secondo Essere che tuttavia trovò nel suo raggio d’azione il braccio del suo gemello che involontariamente gli impedì di andare a segno, un piccolo stratagemma quello di mantenere uno dei due nella traiettoria dell’altro che gli avrebbe risparmiato qualche grana. Il secondo fendente invece si dimostrò più pericoloso da quella distanza, ma non inaspettata data la conformazione fisica del corpo dei due, fu grazie a questo che il braccio destro del Colosso si alzò e con un minimo sforzo[rif+3 + mezzo basso -> rif + 5] fu in grado di afferrare un punto non pericoloso del braccio avversario, il polso, e frapporlo a quello del secondo essere che probabilmente ne sarebbe stato ostacolato impedendo al necromorfo di ferirlo.
    Mentre il braccio sinistro stava ancora tenendo il braccio del necromorfo sospeso in una posizione che vedeva la creatura in netto svantaggio vista la stazza che permetteva all’Hokage di aprire del tutto le difese avversarie con quella posizione, decretò che non era più ora di tenere riposta l’artiglieria Pesante.
    Il braccio destro scattò verso la rispettiva spalla impugnando Garyu,e frapponendola[rif+3 + mezzo basso -> rif + 5] tra se e i due “gemelli” permettendogli di addentare nient’altro che metallo.
    Ben prima che poterono accorgersi di aver mancato il bersaglio il piede sinistro scattò calciando la lama imprimendo alla stessa una velocità non indifferente[vel + 8] mentre questa accompagnata dalle braccia eseguiva un tondo perfetto in grado di tagliare in due[pot. 50] entrambe le creature ma visto che la potenza bruta pareva non essere sufficiente con quelle creature salì ulteriormente di livello.
    Aveva sentito, da qualche parte, la storia di una creatura che si sdoppiava se ferita mortalmente, qualcosa di affascinante e praticamente imbattibile, certo, ammenochè non si trovasse il modo di bloccarne gli effetti rigenerativi.
    E l’unica cosa che poteva bloccare una simile abilità, nel mondo reale, non era il fuoco, bensì l’assenza di chakra, per questo il fendente venne potenziato non con la più potente delle sue tecniche, ma di certo con la più pericolosa
    +10 da impronta vento + 10 nin inarrestabile
    quello era il motivo per cui il fendente era mirato ad altezza stomaco, disattivando il chakra nella zona del tantien tutto il corpo sarebbe rimasto a corto della vitale energia, prestò particolare attenzione ad eventuali schivate in quanto il colpo non poteva fallire il bersaglio.
    Tuttavia la lama non si fermò e seguendo la forza impressa dal piede roteò sopra la testa e compiendo un secondo cerchio avrebbe cercato di abbattersi nuovamente sui due, questa volta all’altezza della testa, nel tentativo di spiccargliela [vel + 4] dal collo.
    Potè osservare mentre prendeva la mira per il corpo successivo che i due indossavano residui di abiti ninja, si poteva osservare un corpetto da chunin e persino un copri fronte: non erano nel luogo di una mutazione spontanea, quelli erano esperimenti.
    Ma qualsiasi cosa fossero stati un tempo ora non erano che un pericolo, un qualcosa che la radice aveva custodito al suo interno fino ad allora.
    Fu mentre Raizen occupava i due con il secondo fendente che dai fianchi giunsero i cloni, entrambi armati con una copia della zambato avrebbero menato due tondi in contemporanea, chiudendo gli esseri un una forbice gigantesca. I due attacchi tuttavia si muovevano ad un’altezza differente in modo da scongiurare eventuali schivate mediante il salto visto che lateralmente l’imponenza delle lame era in grado di coprire ogni via di fuga.
    Intanto Oboro si scontrava ancora con l’unimente, sottovalutandola lievemente e lasciando che avesse spazio per un ulteriore attacco.
    L’organismo gli si fiondò letteralmente addosso, scomponendosi pochi centimetri prima di impattare con lei, i piccoli esseri dotati di un certo slancio furono in grado di proseguire oltre lei impattando in più punti[potenza 40 ad area vel. verde +3] se non si fosse difesa correttamente.
    Neanche il tempo di riordinare i pensieri o di far passare l’intero “sciame” che alle sue spalle il corpo si concretizzò nuovamente tentando un attacco diretto alla spina dorsale, un pugno affamato che non avrebbe esitato a [potenza 30 vel. verde +3] i grossi fasci muscolari che proteggevano il più complesso e importante sistema d’ossa del corpo.
    Se il primo attacco fosse andato a segno l’Aburame più puro di tutto il clan si sarebbe accorto che gli insetti colpiti dall’attacco erano stati ricoperti di muco e le ali impastate erano divenute totalmente inutili.
    La creatura era ancora ben lontana dall’essere sazia e subito dopo l’ultimo colpo una “contrazione” del braccio gli permise di espellere una piccola parte degli esseri che la componevano ad una velocità elevata [vel rossa] sicuramente meno potenti rispetto ai precedenti colpi, ma dotati di una capacità penetrante[pot. 20 ognuno – 3 esseri, ignorano difese fino a durezza 3] estremamente alta.
    Non era possibile concedersi pause contro la Fame.





    Ferite //
    Chakra 112 su 125 bassi

    Slot Tecnica Avanzata Taglio Debilitante
    Slot Tecnica Base //

    Slot Difesa1 Schivata
    Slot Difesa2 Parata
    Slot Difesa3 Parata con spada
    Slot Azione1 Tondo altezza ventre
    Slot Azione2 Tondo altezza testa
    Slot Azione3 "Forbice" altezza testa
    Slot Azione4 "Forbice" altezza testa


    Edited by F e n i x - 17/10/2015, 11:20
     
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    Gluttony



    Gli avversari di Raizen si erano appena moltiplicati, mentre quello di Oboro era più minaccioso. La ninja continuò ad osservarlo, e quando si rese conto che negli istanti appena passati, la creatura si era fermata a digerire quello che aveva mangiato, ritirando a sè i piccoli corpuscoli per riorganizzarsi, lo sguardo della kunoichi cambiò, avrebbe fatto il necessario non solo per uscire da quella situazione, ma per annichilire l'avversario.
    La creatura si lanciò nuovamente verso di lei, ma ora era più veloce. La ninja non avrebbe fatto in tempo a evitare i colpi multipli lanciati durante il primo assalto, quindi effettuò una piroetta su se stessa, togliendosi il mantello durante il movimento.
    Le creature corpuscolari entrarono nelle pieghe dell'abito e furono gettate a terra dalla ninja, davanti ai suoi piedi, prima che raggiungessero la pelle; aveva guadagnato qualche secondo. [Slot Difesa]
    Oboro aveva messo a nudo parte della sua pelle, Raizen non la vedeva così dal suo primo incontro, era sempre giallastra, come la larva di un insetto; non era cambiata di una virgola.
    La creatura, da dietro la schiena di Oboro, attaccò nuovamente con un assalto simile ad un pugno diretto all'altezza del bacino, alla spina dorsale. Oboro utilizzò i suoi insetti come esca, li frappose tra la sua schiena e il nemico, sacrificandone 2 unità. Avrebbe dovuto aspettare un po' prima di crearne e manovrarne di nuovi, ma almeno questi le avrebbero permesso la fuga. Lei era la regina, e i suoi sudditi l'avrebbero difesa per permetterle di deporre altri insetti. [Slot difesa]

    Con il prossimo assalto in arrivo, Oboro sorrise, doveva colpire la bestia nella sua più grande forza, che era anche la sua maggiore debolezza, la fame. Non avrebbe donato solo gli insetti a quella orribile ma affascinante creatura, ma anche se stessa, obbligandola a perdere tempo per digerire la sua carne.
    I suoi strati di pelle erano ancora impregnati del chakra del kyubi grazie alle azioni di Raizen, e avrebbe sfruttato la cosa a suo vantaggio.
    Quando i 3 lembi di creatura la raggiunsero, lei non si difese, non subito, si lasciò colpire, all'addome, ad un braccio e ad una coscia [2 Leggere per ogni parte]. Non voleva usare il chakra per rafforzarsi, voleva che la bestia le strappasse la carne di dosso, che avesse qualcosa per cui dover digerire per un bel pò. Quindi avrebbe posto le mani nella posizione della capra, e avrebbe usato il precedente consiglio di Raizen, ma in maniera opposta, il cosiddetto chakra repulsivo. Inviò ai piedi una impressionante quantità di chakra, e schizzò in aria in un istante, lasciandosi dietro i suoi insetti, e le schifezze che le erano arrivate addosso. [Basso][Slot Azione I]



    Sempre usando il chakra, si attaccò sul soffitto, a testa in giù, e mise in atto la sua vendetta. Con tutto quello che la bestia aveva ora da divorare, gli occhi pieni di odio della donna-insetto avrebbero riversato sul mostro la sua furiosa ritorsione. Compose i sigilli, e una pioggia color ambra si riversò su tutta l'aria sotto di lei, coprendo tutta la zona dove era presente la falsa unimente, corpuscoli compresi, non avrebbe lasciato nulla al caso. [Tecnica del Getto d'olio]

    CITAZIONE

    Getto d'Olio - Gamayudan
    Villaggio: Konoha
    Posizioni Magiche: Tigre (1)
    L'utilizzatore può emettere una notevole quantità d'olio. La Velocità è pari la Concentrazione dell'utilizzatore. L'olio non ha finalità offensive, ma riduce la Velocità e Riflessi di 1 tacca se bagnato l'obiettivo; causa Intralcio Leggero a chi presente nel raggio d'azione. L'olio è infiammabile: le fiamme rimarranno attive per 2 round e possono causare Ustione (DnT Leggero) sulla vittima ogni round di permanenza.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 5 / Consumo: Basso ogni 6 metri )
    [Raggio d'azione: 12 metri ogni Grado]

    [Da studente in su]

    Quando l'olio avesse inzuppato tutto quanto sotto di lei, la ninja avrebbe sorriso. Nulla era lasciato al caso, tutto era sacrificato in nome della necessità, compreso il suo mantello, nel quale aveva lasciato solo una cosa, una cartabomba. [Slot Azione II]

    - Digerisci questo. -

    Un sigillo, e l'esplosione si sarebbe unita all'olio infiammabile, creando un vero e proprio inferno di fuoco su quel mostro schifoso.
    Quando i due ninja si fossero liberati dei loro contrattempi, cosa che Raizen aveva già fatto, detonando all'altro mondo i due aborti con cui si era trovato a che fare, avrebbero potuto rivolgere la loro attenzione alla porta in fondo alla sala, chiusa semplicemente con un lucchetto. Chiunque avesse voluto arrivare a quel punto avrebbe dovuto gestire le creature, se le avesse superate, che senso aveva mettere ulteriore sicurezza, un lucchetto era più che sufficiente; erano i mostri la difesa di quel luogo. Stava ai due ora rivelare i segreti del vecchio covo.





    D'VORAH


    Chakra: 34.5 Bassi
    Vitalità: 4/12 Leggere
    En.Vitale: 22/30 Leggere

    Forza: 250
    Velocità: 300
    Riflessi: 325
    Resistenza: 300

    Agilità: 325
    Precisione: 300
    Concentrazione: 300
    Intuito: 300

    Tempistica


    Slot Difesa | Slot Azione | Slot Tecnica | Slot Gratuiti

    1° Slot Difesa: Schivata
    2° Slot Difesa: Parata
    3° Slot Difesa: Subito

    1° Slot Azione: Salto sul soffitto
    2° Slot Azione: Utilizzo cartabomba
    3° Slot Azione:

    1° Slot Tecnica:Getto Olio
    1° Slot Tecnica:

    Slot Gratuito:

    Conoscenze Utilizzate


    Getto d'Olio

    Note

    2 Ferite Leggere alla coscia destra, 2 Leggere all'addome, 2 Leggere coscia sinistra, 2 Leggere braccio destro

    Note

    2 unità di insetti sacrificati per questo turno

    Note

    Basso per movimento insetti + Basso salto + Basso Getto olio

    Note


    Note


     
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    Semi di Vita







    La bomba nascosta nel mantello fu tremendamente efficace, facendo disperdere tutti mini organismi che componevano l’essere, mentre l’olio ne bruciava il liquido anche dopo l’esplosione di fatto impedendo comunicazioni efficaci e condannandoli a morire in una solitudine che non avevano mai sperimentato prima di allora.
    Dopo aver sputato con violenza per terra Raizen si rivolse ad Oboro, pareva gli fosse andato qualche goccia di sangue accidentalmente sulla bocca.

    Questi affari non so da quanto stanno qui, ma mi sembra strano che siano riusciti a sopravvivere così tanto senza alcuna risorsa, a meno di mangiarsi tra di loro ci sta qualcuno che li crea e li nutre in qualche modo pensando che possano tornare dannatamente utili al villaggio, altrimenti non si spiega in alcun modo che sia riuscito ad accedere alla radice.
    Dobbiamo passare oltre la porta, vieni.
    Purtroppo non penso si possa semplicemente ignorarli a questo punto.


    Pose la mano sul lucchetto, riuscendo a romperlo semplicemente torcendolo.

    I privilegi di un Hokage: nessuno apre la bocca per una piccola violazione di proprietà privata.

    Pessimo umorismo per allontanare una tensione ormai palpabile, ma se non altro ne era consapevole.
    Diede un ultima occhiata ai cadaveri per verificare se fossero realmente morti prima di aprire la porta ed entrare nella stanza successiva.
    Questa volta la luce funzionava e dopo qualche incertezza si accese, venendo seguita da un gorgoglio curioso.
    Più di una vasca si era attivata insieme alle luci anche se pareva che l’acqua al loro interno venisse più che altro singhiozzata via, poiché il vetro sfondato non permetteva alla pompa di attingere all’acqua che normalmente sarebbe dovuta essere li a nutrire… chissà cosa?

    Quindi li hanno creati qui, eh?

    Pensò a voce alta mentre osservava le vasche sfondate.
    Raizen non ne capiva tanto, ma sui tavoli e sulle lavagne erano sparsi fogli e appunti di precisi incroci genetici pensati per dare specifici risultati, alcuni avevano potuti osservarli, uno dei quali completo, quello affrontato da Oboro, mentre quello di Raizen non del tutto visto che la sua capacità di frazionarsi era ridotta o riducibile, non era dato sapere visto l’attacco apportato dall’Hokage.
    A spulciare bene la Vespa avrebbe trovato tra gli appunti qualcosa di simile a se stessa, non simile come lo era il mostro appena distrutto, simile nei concetti più profondi ed intimi che vedevano una coscienza perfettamente formata e consapevole di se, pur essendo composta da milioni di voci. Una coscienza in grado di dominare su tutte le voci con giudizio assoluto dentro ad un corpo nato per svolgere quel compito.
    Con particolari evolutivi a dir poco minuziosi ma essenziali per svolgere quel compito.
    Era possibile che il caso avesse originato qualcosa che stava venendo studiato dentro al laboratorio?
    Un buon ninja l’avrebbe quantomeno reputato strano.
    Ma il vero problema era un altro, attorno a loro, in quel piano a chissà quanti metri sotto la superficie c’era ancora qualcosa di vivo che quei due guardiani così singolari proteggevano: colture.
    Feti ai primissimi mesi di vita costretti ad una lentissimo accrescimento, quasi una stasi costellavano la parete dell’intera stanza, come se aspettassero che qualcuno li risvegliasse.
    Erano indubbiamente vivi, quei minuscoli corpi, addirittura ancora trasparenti, riuscivano a mostrare piccoli cuori palpitanti.
    Le basi per chissà quali esperimenti, a questo punto persino per lui non era complesso capire che quelli alla parete non erano che semi e che le vasche funzionassero da serre. Raizen aveva visto e provato tanto, ma quella visione, quella genialità partorita da una mente senza il minimo freno inibitorio quasi lo spaventava.

    Che stanno facendo qui secondo te, Spia?

    Domandò mentre ancora il suo sguardo saettava da una parte all’altra alla ricerca di qualsiasi indizio da poter spolpare.
     
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    La Sala



    CITAZIONE

    Questi affari non so da quanto stanno qui, ma mi sembra strano che siano riusciti a sopravvivere così tanto senza alcuna risorsa, a meno di mangiarsi tra di loro ci sta qualcuno che li crea e li nutre in qualche modo pensando che possano tornare dannatamente utili al villaggio, altrimenti non si spiega in alcun modo che sia riuscito ad accedere alla radice.
    Dobbiamo passare oltre la porta, vieni.
    Purtroppo non penso si possa semplicemente ignorarli a questo punto.



    - Non necessariamente, dovrei studiare questi organismi per comprenderne il funzionamento, ma potrebbero benissimo essere stati in una sorta di stasi, rotta dal nostro ingresso in questo ambiente, oppure potrebbero nutrirsi di qualcosa che è presente in abbondanza persino qui, luce magari. Procediamo. -

    Quando varcammo le porte dell'ultima sala, la situazione fu molto più chiara. Un laboratorio. I due ninja avevano davanti a loro i frutti di qualcosa che si discostava parecchio dalla causa della radice: vasche di coltura, montagne di appunti tecnici, strumentazioni, c'era praticamente un mondo lì sotto: e non era tutto, persino delle teche con esseri viventi, segno che gli esperimenti erano ancora in corso, anche se era quasi impossibile stabilire da quanto.
    La Vespa si aggirò tra le scrivanie, guardò rapidamente i fogli che trovò in giro, giusto per capire cosa stesse accadendo in quel luogo. Osservò le teche e si fermò ad osservare per qualche istante le vasche con i feti. Quindi stilò un rapporto per l'Hokage.

    - Si. Li hanno creati qui. Ma è più corretto dire "cosa facevano". Chiunque abbia creato questo laboratorio era estremamente meticoloso, persino per un uomo di scienza; ci sono annotazioni per qualunque dettaglio, e molte date. Questo luogo risale a una decina di anni fa, le ultime annotazioni terminano più o meno in quel periodo, e se anche non fosse così, basta osservare queste creature poste nelle vasche di coltura; stanno morendo di fame. A quanto pare questa strumentazione era stata progettata per tenerli in vita per molto tempo senza dover ricevere manutenzione o apporto di risorse, ma chiaramente quel lasso di tempo è esaurito, stanno morendo. -

    Quindi D'Vorah continuò a passarsi i fogli tra le mani cercando di capire, mentre Raizen passava tra le teche come un bambino in un museo dell'orrore.
    Dopo una decina di minuti, la voce della donna insetto ruppe nuovamente il silenzio.

    - Raizen..- Disse chiamandolo per nome, era turbata. - Penso di essermi fatta un'idea generale su cosa veniva fatto qui, e sono abbastanza sicura che la radice non c'entri, perchè questo progetto è l'esatto opposto degli intenti della radice...-

    Quindi si avvicinò all'Hokage, restando accanto a lui mentre assieme fissavano le teche con le piccole creature.

    - Chiunque abbia creato tutto questo, ha cercato di creare un agente patogeno senziente per l'annullamento su vasta scala di forme di vita con un determinato tratto genetico. - Quindi si sarebbe voltata verso Raizen, e prevedendo una sua eventuale e totale ignoranza su ciò che lei aveva appena detto, tradusse. - Stavano creando un megavirus che avrebbe ammazzato tutti, così furbo da non farsi fregare. -

    Questa era la conclusione più immediata che riuscì a formulare con una rapida occhiata ai documenti, il problema era se questo agente patogeno era effettivamente stato completato, o ancor peggio, già diffuso, e si trovava latente negli abitanti della foglia.

    - Normalmente consiglierei di bruciare tutto fino all'ultima cellula, ma qui abbiamo un grosso problema. Non sappiamo se questa "cosa" sia stata completata, qui o altrove, e nemmeno se già si trovi in giro e sia invisibile alle normali tecniche mediche, se così fosse, questo luogo è l'unico posto dove poter creare una eventuale difesa. Se ripuliamo tutto e questo misterioso nemico fa la sua comparsa, si saremmo legati il cappio al collo da soli. Per nostra fortuna, uno studio di questo tipo, non si differenzia troppo dalla mia situazione, si basa su una colonia senziente di microorganismi che creano una entità biologica unica, per assurdo, studiando me stessa potrei riuscire a dare un senso a quello che succede qui, ma ci vorrà del tempo. - E lei sperava davvero di averne; nessuno poteva dire cosa si celava nell'ombra. E poco prima di rimettersi a leggere aggiunse: - Chiunque abbia creato tutto questo, aveva accesso a tutto quello a cui si può avere accesso in un villaggio. E non sono molti a poterlo fare. -


     
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    Un passato Misterioso








    Sulle prime parole della “donna” Raizen si guardò attorno con attenzione, anche se inizialmente non gli era sembrato poteva aver dimenticato nella sua analisi visiva qualche finestra ma così non era.

    Luce direi di no.

    Disse riconfermando la sua analisi.

    Mi pare che non ci siano fonti naturali o apparecchi adatti a replicarla.

    Mentre Oboro parlava Raizen le si avvicinò nuovamente, guardando i vari appunti che discorreva durante le sue ricerche, quando l’occhio gli cadde su un progetto che sembrava somigliare proprio a lei.
    Si accigliò quasi istintivamente mentre sfilava il foglio dal marasma per porgerlo all’Essere.

    E questo?

    Domandò innocentemente.

    Non trovi ti assomigli fin troppo?

    Oboro continuò a parlare del laboratorio e di ciò che ci stavano facendo al loro interno quando il fruscio di un datato impianto audio preannunciò una voce abbastanza atona.

    È tornato il figliol prodigo, pare.

    Quello che si materializzò davanti a loro non era esattamente un corpo, bensì un immagine, una serie di punti luminosi che a mezz’aria formavano un corpo riconoscibile anche se non troppo distinto dall’intorno a causa della sua natura.

    Vedo che sei riuscita ad evolvere in autonomia, X.
    Mi domando come.
    In laboratorio non riuscimmo a trovare un modo per stimolare a sufficienza le nuove cellule, ma pare che involontariamente avessimo comunque scritto il tuo destino.


    L’immagine sorrise, pareva stessero trasmettendo in diretta, e probabilmente un eventuale team di comunicazione sarebbe stato in grado di tracciare l’origine, ma loro due, quantomeno il Colosso, non sapevano nemmeno da che punto cominciare.

    Mi chiedo solamente se questo abbia disattivato il resto del progetto.

    Schioccò le dita in un gesto scenico probabilmente inutile mentre dalle pareti venivano sparato un piccolo ago. Uno scatto dell’Hokage su sufficiente ad intercettarlo e bloccarlo tra due dita saldamente, permettendogli di notare che fosse imbevuto di una strana sostanza che tuttavia su di lui non avesse alcun effetto.

    Meno uno, ma il secondo?

    Chiese sorridendo mentre Oboro avrebbe potuto sentire un pizzico alla caviglia, il secondo ago aveva infatti fatto centro.

    Il progetto non è completo, ma forse grazie alle informazioni che il tuo corpo può fornirci, chissà…

    Dopotutto, chi meglio di un aburame come Oboro poteva produrre un virus senziente?
    L’ago si mostrò dopotutto un arma inoffensiva, anche se Oboro poteva chiaramente sentire i suoi insetti comunicare in una maniera particolare, sicuramente l’ago non poteva avere il potere di comprendere, ma se era stato utilizzato qualcosa all’interno della stanza poteva farlo.
    Anche se probabilmente il principale problema di Oboro sarebbe stato rimuovere il liquido corrosivo che gli stava divorando le carni, allo stesso modo dell’avversario incontrato poco prima, un sistema di sicurezza che Raizen già aveva visto prima di allora e che ora rendeva chiara l’aggressività dei due esseri incontrati in precedenza.
     
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    Necessità



    Quando il Kage se ne uscì con quella che Oboro credette essere una battuta scherzosa, la donna non rispose, si limitò a trasformare la sua espressione in una smorfia di disaccordo. Lei era ovviamente superiore, a sua opinione, di una cosa del genere. Non lo aveva ancora mai apertamente affermato con Raizen, ma al di là della sofferenza del suo cambiamento, che il suo ancora presente lato femminile provava, da studiosa era molto orgogliosa della sua nuova situazione, ed essere paragonata ad un virus, per quanto furbo ed evoluto potesse essere, non le andava molto a genio.
    Ne seguì un'amara sorpresa. Per qualche ragione, da un luogo imprecisato della stanza, fece la sua comparsa un suono elettronico, come una traccia audio, quindi una voce risuonò nel nulla, risultando quasi di difficile comprensione, blaterando qualcosa come un interfono rotto. Pochi istanti e davanti ai due ninja, uno strano ologramma o una cosa del genere, iniziò a parlare, narrando come grazie ad un metodo nuovo, avevano permesso alla loro creazione di evolversi al di fuori di uno spazio controllato; ma la cosa che dava più mal di stomaco ad Oboro, era che la strana figura non si stava solo rivolgendo a lei, ma stava proprio parlando, di lei.
    Senza dubbio, la voce vagamente maschile si stava riferendo all'Aburame, come fosse una cavia di un esperimento, come si era evoluta, e utilizzava un gergo scientifico, non era uno sprovveduto nè un poveretto improvvisato, anzi era quasi soddisfatto di come Oboro si era adattata al suo nuovo corpo. Lei non capiva. Non capiva cosa c'entrasse lei con tutto questo, con questo posto e con questi "progetti"; dopotutto se era nelle sue condizioni, era per via dell'incidente nell'ufficio di Raizen, non certo per un progetto scientifico.

    Anche se...

    Era stato proprio Raizen a trasformarla in quello che era oggi creando un disturbo nella sua colonia, oltretutto il Kage aveva affermato di essere a conoscenza della colonia di Oboro da prima che lei lo rivelasse, ed era stato sempre lui ad invitarla in quel luogo, e a spiegarle come si entrava, era stato sempre lui a portala fino alla fine di quel laboratorio, ma se davvero non sapeva nulla della base della radice, cosa ci facevano in quel luogo? Come sapeva il Kage come accedere al punto più remoto di quel nascondiglio se davvero non c'era mai stato. A quel punto, Oboro era convinta di una sola cosa, il suo Kage l'aveva tradita, l'aveva usata come esperimento assieme a misteriosi complici, forse per tapparle la bocca per qualche missione fatta in passato, forse erano stati gli stessi Aburame a contattare il kage per assassinare Oboro perchè magari, anche se lei lo riteneva impossibile, avevano scoperto le sue coltivazioni di insetti. Non aveva più scampo, Raizen l'aveva portata lì per toglierla di mezzo o usarla come cavia, non poteva sfuggirgli, non da quel luogo e con tutte quelle ferite; doveva impedire che il progetto in questione venisse portato a termine, doveva avvertire dei veri intenti del Kage, ma non sapeva come. Tirò fuori un kunai e lo impugnò nella mano destra, fissando Raizen. Si aspettava di essere attaccata, da un momento all'altro.

    - Perchè Raizen, perchè mi hai fatto questo. Morirò prima di essere usata da voi balordi. -

    E stava per portarsi il kunai alla gola, quando vide il kage voltarsi di scatto dandole le spalle, ma senza capirne il motivo. La voce atona quindi pronunciò delle parole che nell'enfasi del momento, l'Aburame non riuscì a cogliere, quindi sentì un pizzico nella caviglia sinistra. Giusto un istante, per visualizzare la minaccia, un ago, e di sentire come un dolore di bruciatura interna di corrosione, come quella provata pochi minuti prima dagli attacchi della creatura malforme, che subito rilasciò la totalità di insetti che poteva controllare, si chinò a terra, rannicchiandosi, e creò una bolla di insetti tutto attorno a sè. Le creature erano come impazzite, sussultavano e si muovevano freneticamente rendendo impossibile vedere all'interno del bozzolo.
    Un suono secco, come di una sferzata, e lo sciame si rilassò. Ne uscì Oboro, in piedi ma leggermente piegata sul piede destro, aveva in mano un kunai gocciolante di rosso, e nella mano quello che chiaramente era il suo piede sinistro, mozzato di netto all'altezza della caviglia, malleolo compreso.
    Il suo corpo invece, non ne era privo; una moltitudine di insetti così densa da sembrare solida si trovava al termine della gamba sinistra, avente preso forma di un piede, proprio quello appena reciso. Gli insetti provvedevano a formare una protesi di emergenza e a impedire a un fiume di sangue di uccidere Oboro per dissanguamento. Ma non si fermò lì, lasciò il piede mozzato all'interno di una ulteriore bolla di insetti divora-chakra, i quali iniziarono a sbranare come piranha l'arto mozzato, morendo rapidamente a causa del veleno e venendo sostituiti da creature nuove.

    [...]

    Terrificante la rapidità con cui questo era stato concepito. La donna non parlava, ma le occhiaie appena comparse, i denti stretti e le vene sulla fronte molto ben visibili, lasciavano intendere che il dolore era estremo, al limite di farle perdere i sensi; ma lei era furiosa, e non si sarebbe arresa a uno stupido piede. Aveva reciso di netto, prima ancora che il veleno potesse entrare veramente in circolo, perchè la necessità aveva chiamato lei stavolta, e come ordinava ai suoi insetti, anche lei doveva essere pronta al sacrificio. Sorrise, come a far intendere al Kage che l'aveva, secondo lei, portata lì per porre fine alla sua bizzarra vita, che non avrebbero, lui e i suoi complici, ottenuto nulla, e dopo il piede, lei stessa avrebbe fatto quello che andava fatto. Se davvero era un esperimento, doveva impedire che questo progetto andasse a buon fine, per il bene del villaggio. E c'era un solo modo per non cadere in mano nemica.

    - Non...avrete....nulla...da me. -

    Cadde in ginocchio e gli occhi si velarono, era svenuta per le ferite. A quel punto tutti gli insetti che aveva in corpo uscirono all'istante, e iniziarono a divorarle la pelle. In pochi minuti non sarebbero rimaste nemmeno le ossa se non fosse intervenuto Raizen. Ma lei non avrebbe permesso a nessuno di trasformarla in un'arma contro il suo villaggio; anche se il villaggio l'aveva rifiutata come debole, e l'aveva scaricata.




    D'VORAH


    Chakra: 34.5 Bassi
    Vitalità: 0/12 Leggere - svenuta
    En.Vitale: 22/30 Leggere

    Forza: 250
    Velocità: 300
    Riflessi: 325
    Resistenza: 300

    Agilità: 325
    Precisione: 300
    Concentrazione: 300
    Intuito: 300

    Tempistica


    Slot Difesa | Slot Azione | Slot Tecnica | Slot Gratuiti

    1° Slot Difesa:
    2° Slot Difesa:
    3° Slot Difesa:

    1° Slot Azione:
    2° Slot Azione:
    3° Slot Azione:

    1° Slot Tecnica:
    1° Slot Tecnica:

    Slot Gratuito:

    Conoscenze Utilizzate


    Note

    2 Ferite Leggere alla coscia destra, 2 Leggere all'addome, 2 Leggere coscia sinistra, 2 Leggere braccio destro + Mediograve alla gamba sinistra - Svenuta

    Note


    Note


    Note


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