In una stanza d'hotel

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    La curiosità è donna








    Guardò i movimenti della kunoichi con interesse, ma nei suoi occhi non si poteva notare una vera e propria bramosia carnale, bensì qualcosa di più sottile, qualcosa che guardava all’abilità seduttrice della donna più che ai suoi effetti.
    Aveva un corpo indubbiamente attraente, ma sedurre senza far trasparire le proprie intenzioni non era dono da tutti, dono che ancora Kyomi doveva acquisire o sviluppare.
    Quantomeno per ingannare una preda esperta come l’Hokage.

    Oh, come sei intraprendente.

    Parlò con voce chiara ma pacata, quasi sensuale, dopotutto Raizen non era di certo l’immagine della gentilezza, ed il profondo tono baritono pur mediante qualche meticolosa recita non poteva essere educato alle romanticherie.
    La mano scivolò sulla schiena di lei posandosi prima sui fianchi per poi esitare sulla natica stringendola appena prima di passare sulla coscia che avrebbe tirato a se, sollevandola.
    Quei complimenti dettati dalla necessità lo stuccavano, ma la necessità che la ragazza aveva di farli compiaceva un angolino della sua vanità.

    Ci sono tanti modi per essere immortali, ma dipende quanto tu sia Vogliosa di scoprire questi segreti.

    Istanti, battiti di ciglia e i due si ritrovarono dentro la stanza di un hotel, complesso dire in quale momento Raizen avesse magnetizzato e lanciato l’oggetto per giungere a quella stanza, ma considerando il piccolo foro a finestra e tapparella, i letti perfetti e la porta chiusa a chiave era evidente che non fosse stata pernottata da nessuno, avendo scelto la più alta era riuscito a capitare in una delle stanze da ricconi.
    Puro caso, ma chi poteva saperlo?
    Magari l’hokage era uno di quegli uomini sempre pronti al Meglio che poteva permettersi una stanza sempre messa da parte per qualsiasi evenienza in un costosissimo hotel nei pressi delle mura.

    Se vuoi puoi mostrarmi quanto tu abbia a cuore le sorti del tuo bel corpo perfetto.

    Ci volle poco a fare atmosfera nell’oscurità, fu sufficiente alzare parzialmente la tapparella per far entrare delle lame di luce che illuminassero il corpo della Kunoichi, evidenziandone le curve mentre vi si adagiavano sopra, accarezzandola.
    Anche Raizen, sedendosi in una poltrona di pelle poco distante, ne venne illuminato, ma la testa, ancora immersa nell’oscurità, sarebbe rimasta nell’ombra, era percepibile dei lineamenti spigolosi del Juudaime solo un accenno del suo sorriso malizioso, mentre sollevava il ginocchio destro sul bracciolo poggiandovelo e mettendo i polpastrelli a contatto in una curiosa posa meditativa.
    Kyomi aveva tutta la sua attenzione, quanto poteva essere sensuale?
     
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    In una stanza d'hotel

    .....


    Il gesto di approccio della ragazza sembrò non essere passato inosservato agli occhi dell’hokage, che per tutta risposta la strinse nuovamente a sé, stavolta scendendo con la mano più in giù del fianco, arrivando fino alla coscia e tirandola a sé. Quella reazione voleva solo poter dire che Kiyomi aveva toccato il tasto giusto e che l’uomo che tentò di sedurre, sebbene fu abbastanza chiaro che non si fosse lasciato abbindolare dal fascino della ragazza, fece ben capire che era disposto a stare al suo gioco e lei non poteva chiedere di meglio, se ciò l’avesse portata più vicina a realizzare il suo sogno. La giovane donna ascoltò con attenzione le parole pronunciate dal suo interlocutore, mentre questi continuava a tenerla ben stretta a sé, per poi ritrovarsi nuovamente catapultati in un altro luogo.

    Quella volta si trattava di un luogo ben diverso, immerso nelle tenebre, e Kiyomi si guardò intorno nel tentativo di mettere bene a fuoco i dettagli dell’ambiente, mentre l’hokage aveva già lasciato la sua presa su di lei per dirigersi verso la finestra e permettere a dei sottili raggi di sole di entrare, alzando lievemente le piatte aste della tapparella. In quel momento l’atmosfera della stanza mutò completamente, rendendo visibili gli elementi che la componevano e proiettando sui letti la sagoma immobile di Kiyomi e quella dei Raizen che si accingeva a sedersi su di una poltrona vicina. L’odore di pulito che si respirava nella stanza lasciava supporre che si trattasse di una camera molto ben tenuta ed il silenzio che la avvolgeva in quegli istanti, dopo che l’hokage pronunciò la sua ultima frase prima di sedersi, poteva solo essere sinonimo che avrebbero potuto restare nella più totale privacy.
    La giovane donna di Oto rimase in piedi, mentre osservava il suo “rapitore” sedersi ed attendere una sua mossa. Il suo cuore prese a battere un po’ più velocemente del solito, ma non se ne spiegava la ragione. Era tutta la vita che aspirava alla sublime perfezione del suo corpo che venera più di un tempio, ed ora sapeva nel profondo che era giunto il momento di concedere ad un uomo non solo la vista di quella perfezione che aveva coltivato per anni con estrema cura e di cui andava enormemente fiera, ma di donarglielo nella sua più totale e pura integrità, così da poter anelare finalmente alla realizzazione del sogno di tutta la sua vita. Era agli effetti tutto ciò che aveva, l'unica moneta di scambio con cui, in quel momento, potesse pagare le informazioni necessarie allo scopo a cui aveva devoluto un' intera esistenza.



    In quell’istante perse completamente il suo carattere combattivo ed aggressivo, abbandonandosi alla sensualità del momento. Il suo viso era sereno, con un leggero sorriso delle sue labbra color rubino e con uno sguardo dolce ma allo stesso tempo determinato. I suoi occhi neri brillavano nell’ombra del suo viso creata dalla fievole luce che filtrava dalle finestre, ed i suoi capelli altrettanto neri, scivolarono dolcemente giù per le sue spalle dopo che lei li liberò con un deciso gesto della mano dalla morsa del suo spillone e dopo che scosse leggermente la testa per farli distendere completamente dietro la sua schiena. L’unico suono che riecheggiò nella stanza in quel momento fu quello dello spillone che lasciò cadere a terra, mentre pensava a slacciarsi le parti dell’obi che aveva legato intorno alla vita, per poi lasciare cadere al suolo anche quello.
    Anche se ne ebbe l’occasione, quella volta non volle aprire il suo yukata per poter mostrare ancora una volta le splendide fattezze del suo fisico, volendo lasciare che le cose andassero con calma e lasciando aperto giusto un piccolo spacco nel mezzo che potesse lasciare ancora molto alla fantasia. Kiyomi si avvicinò lentamente, dopo essere scesa dai suoi geta per poggiare i nudi piedi sul pavimento, e ancheggiando sensualmente verso l’uomo seduto sulla poltrona. Una volta giunto davanti a quest’ultimo, si chinò leggermente per afferrare la sua gamba destra, in modo da avvicinarla a sé e farla scendere dal bracciolo della poltrona su cui era appoggiata. Poi si sistemò delicatamente sulle sue ginocchia con le gambe aperte e rivolta verso di lui, così da permettere al suo yukata di aprirsi ulteriormente di un altro po’.
    Il suo sguardo era fisso nei suoi occhi e poteva distinguere chiaramente il suo respiro nel silenzio della camera, mentre prese la sua mano sinistra, portandola lentamente al suo petto e sentendo sulla sua pelle il calore della sua grande mano che inesorabilmente sarebbe andata ad esplorare le sue femminee parti.

    Per quel poco tempo che passarono insieme prima di giungere a quell’attimo, Kiyomi poté intravedere un lato del carattere dell’hokage decisamente rude e poco romantico, quindi facendo affidamento su quello che credeva di aver capito su di lui, decise di provare un approccio più impetuoso, slacciandogli la cinta che teneva stretta la parte superiore del suo abito, che aprì con foga, e sfilandogli la cotta di maglia con annessa protezione, così da farlo rimanere a petto nudo e facendo anche lei lo stesso, lasciandosi cadere alle spalle lo yukata turchino. Potevano già sentire il calore dei loro corpi che ormai si trovavano a pochi centimetri di distanza, distanza che Kiyomi volle appianare per qualche istante per stringere a sé il torace dell’uomo su cui stava, dandogli intanto dei dolci baci sul collo. La passione si era completamente impossessata di lei, interrompendo bruscamente quegli attimi di bramosia carnale, spingendolo contro lo schienale della poltrona onde potersi allontanare da lui ed alzarsi in piedi, solo per poterlo prendere per una mano e trasportarlo istintivamente verso il letto più vicino dove avrebbero potuto consumare le braci della loro lussuria.
     
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    Sotto la cenere








    Fu accomodante, Raizen, complice e malizioso mentre la donna iniziava la sua piccola danza, semplice ma fiduciosa del fisico che per tanto tempo aveva trattato come un tempio.
    Slegò i capelli, sfilò i geta… nessuno di quei movimenti venne perso da Raizen che la seguiva facendo ondeggiare lievemente la testa interessato, per seguire ogni piccolo gesto.
    Non era tutta la scostumatezza che aveva immaginato, c’era qualcosa in quel piccolo rituale che tradiva un inesperienza che non tutti avrebbero notato, l’inesperienza di chi non faceva dell’intrattenimento carnale il proprio lavoro.
    Ma c’erano sempre diversi elementi da corrompere, e non sempre potevano abboccare tutti.
    Ma perché tirarsi indietro dal suggerirgli qualche consiglio?
    La stessa luce ora disegnava i corpi di entrambi, uniti in un abbraccio pelle contro pelle che avrebbe permesso a lei di sentire che la rudezza del Colosso non si fermava al viso, tuttavia le sue mani sapevano essere gentili, forse coscienti di una forza che gli avrebbe permesso di piegarla con un dito, o forse per naturale propensione, ma i gesti del Colosso erano molto più simili a quelli di un “comune” bronzo.
    Fu leggero sul seno di lei, disegnandolo col pollice prima di stringerlo con la sola mano.

    Muoviti.

    Sussurrò mentre accennava ad una spinta sul fianco, suggerendo un movimento che avrebbe dovuto aver l’accortezza di fare lei stessa.

    Devi conquistarmi, sinuosa e leggera come una pantera.
    Ogni tuo movimento deve farmi vibrare.


    Gli accarezzò i capelli.

    Mostrami quanto tieni al tuo tempio.

    Continuava a sussurrare mentre le permetteva di baciarlo tenendole la testa vicina al proprio collo con delicatezza.
    Le permise anche di avere un po’ di controllo , facendosi trasportare fino al letto mentre si sfilava gli stivali e i pantaloni, ultimando ciò che Kyomi aveva iniziato, ed avendo la cortesia di farlo anche con lei, ma non ci fu fretta nei suoi gesti. Non afferrò nemmeno il vestito, semplicemente, posandogli le mani nei fianchi lo fece scivolare in basso, denudandola.
    Una lieve spinta l’avrebbe fatta distendere sul letto mentre Raizen era ormai pronto a soddisfare quel suo unico vizio.

    […]

    Non contò i secondi ne i minuti, e nemmeno le mezz’ore, si dedicò esclusivamente al suo corpo e a quello di lei, pareva dotato della leggiadria di un uomo con la metà della sua stazza, dovuta parzialmente anche ad una inaspettata necessità, che giustifico anche le carenze della donna notate in precedenza da Raizen.
    Fu dopo il suono di più di una campana che, matido di sudore si sarebbe infine staccato dalla Kunoichi.
    Non ricordava se gli fosse stato detto il nome della ragazza o se l’avesse semplicemente dimenticato, per qualche secondo fu in imbarazzo.

    Ehh... se non ricordo male siamo qui anche per un altro motivo, giusto?

    Chiese in riferimento alle richieste che la donna aveva fatto mentre cercava di sedurlo.
     
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    In una stanza d'hotel

    E' solo una questione di affari


    Parlato Kiyomi
    Parlato Raizen

    Non seppe dire quanto a lungo quella "trattativa" potesse essere durata, ma infine si vide separarsi dal caldo abbraccio del suo amante, rimanendo supina su quel letto dove per un tempo imprecisato si era quasi dimenticata del reale motivo che l'aveva spinta oltre quella soglia, lasciandosi unicamente coinvolgere dai sentimenti del momento. Non poté far altro che ripensare intensamente a quegli attimi di passione appena terminati, quelle sensazioni che le erano rimaste sconosciute fino a poco prima, e anche se aveva permesso ad un altra persona di toccare il suo corpo fin nelle più intime parti, non se ne fece un peso.
    I suoi pensieri furono bruscamente interrotti da Raizen, che prese a parlarle in modo da riportare la conversazione a prima del loro focoso incontro, riportandola alla realtà.
    Ehh... se non ricordo male siamo qui anche per un altro motivo, giusto?
    Aveva toccato il tasto giusto, che le fece riprendere il suo carattere grintoso, avendo ormai capito che l'uomo che giaceva accanto a lei era stato di parola, non dimenticandosi della sua parte di patto che avrebbe dovuto rispettare. Un lieve sorriso le si disegnò sulle labbra, un misto di gioia e malizia che la riportarono alle sue originali intenzioni e che il suo partner sembrava aver voglia di soddisfare. Sollevò il busto dalla sua posizione, rimanendo seduta per poter fissare negli occhi il suo interlocutore e coprendo la sua parte intima con un lembo di lenzuolo.
    Suppongo proprio di si. Disse con un tono sprezzante, dato che entrambi sapevano che si erano ritrovati in quella situazione solo per una questione di affari. Da quel momento cominciò a parlargli dandogli del "tu", conscia che in quel momento sarebbe stato a sua completa disposizione e che ormai il ruolo che ricopriva all'interno del villaggio non contasse più niente, avendolo conosciuto fin nel profondo e trattandolo come una persona e non come un'autorità. Come ti accennai prima, il mio pensiero fisso è che inesorabilmente, anche se mi ripugna ammetterlo, il mio corpo continua ad invecchiare. So che è una legge della natura o cazzate simili, quindi risparmiami questi discorsi. Il punto è che anche ora, mentre parliamo, il mio orologio biologico continua a ticchettare senza sosta...ed io lo devo fermare. Il suo tono era molto serio e anche se alle orecchie dell'hokage sarebbe potuto sembrare un capriccio scaturito dalla sua vita piena di vizi, a lei non importava minimamente, essendo convinta che in quel mondo pieno di esseri capaci di fare cose sovrannaturali ci potesse essere un modo per lei di realizzare il suo desiderio. E se c'era qualcuno che poteva essere a conoscenza di tali informazioni, quello era l'hokage.
    Lo so che forse potrebbe sembrare un assurdità, ma io mi rifiuto di credere che con tutte le storie che si sentono in giro, non ci sia un modo per fare anche questo. Tanto è vero che proprio tu, prima, mi hai detto che ci sono diversi modi per realizzarlo, quindi, a meno che non fosse una balla che hai detto per ottenere quello che volevi, adesso vorrei saperne di più. Le sue parole furono dirette e precise, e mai come allora era sicura di quello che diceva, essendo finalmente riuscita ad intraprendere un discorso simile con una persona che avrebbe potuto conoscere i segreti a cui bramava da anni.
    Il suo sguardo era senza dubbio freddo e deciso, e senza dubbio non le era rimasta neanche una briciola della passione di poco prima, che aveva lasciato il posto alla sua folle ossessione. Io sono disposta a tutto per impedire che il mio corpo invecchi. Non mi interessano i rischi o le conseguenze, se ciò vorrà dire raggiungere il mio obbiettivo. Io sono pronta a tutto.
     
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    Problemi

    E soluzioni








    La domanda di Raizen fece quasi dimenticare alla donna che era ancora nuda, che l’uomo con cui aveva appena Bruciato lo era, giusto un velo venne frapposto tra le sue parti più intime e lo sguardo del konohaniano che tuttavia non smise di apprezzare il suo corpo, vagando in esso e concentrandosi su questo o quel particolare.
    Sorrise a sentirne nuovamente il tono sprezzante, era curioso quanto le persone, mediante il loro stesso metro, giudicassero una situazione sotto controllo.

    Tutte le storie che si sentono in giro?
    Non hai mai sentito la migliore allora.
    Non ti è mai capitata quella della principessa Tsunade?
    Fu uno degli Hokage della foglia, il quinto, puoi vederla scolpita nella roccia e, pensa un po’, quando morì non fu affatto diversa nei lineamenti rispetto a quando venne immortalata.
    Io sicuramente so come poteva farlo.
    Ma c’è un altro problema.


    Socchiuse gli occhi mentre la mano si allungava nuovamente verso il seno della ragazza per compiere due ampi cerchi su di esso, sfiorandolo.

    Sei bella, certo.
    E sarebbe un gran peccato perdere tutto Questo.
    Ma questi sono segreti che il mio villaggio conserva gelosamente.
    Che io devo assicurarmi vadano tenuti tale.
    E tu… beh non sei di Konoha se non erro.


    La guardò negli occhi, a lungo, e senza distogliere lo sguardo continuò a parlare.

    Certo è che a questo piccolo inconveniente si potrebbe porre rimedio.
    Konoha accoglie tutti come figli propri, basta essere fedeli ad essa e all’Hokage.


    Sorrise malizioso.

    Ma la fedeltà va dimostrata, a quel punto nulla mi impedirebbe di fare qualsiasi cosa per te.

    Attendeva una risposta, curioso di sapere se per una donna così c’era un modo particolare per dare simili risposte.

    Ora che ci penso non mi hai ancora detto come devo chiamare tutto questo ardore.
    Ha un nome questa fiamma?


    Qualcosa ancora bruciava nel suo sguardo.
     
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    Proposte


    Parlato Kiyomi
    Parlato Raizen

    Finalmente Kiyomi sembrava aver attirato la sua attenzione, anche se in effetti sembrava attratto più dal suo seno che dalle sue parole. Bè, meglio di niente. Perlomano avevano centrato il problema, in quanto Raizen prese a parlare di una remota opzione possibile da attuare. Tutte le storie che si sentono in giro?
    Non hai mai sentito la migliore allora. Non ti è mai capitata quella della principessa Tsunade? Fu uno degli Hokage della foglia, il quinto, puoi vederla scolpita nella roccia e, pensa un po’, quando morì non fu affatto diversa nei lineamenti rispetto a quando venne immortalata.
    Non si era mai appassionata alle lezioni di storia, sebbene i genitori la fecero studiare con un ottimo maestro e durante le sue ricerche per realizzare il suo desiderio si fosse più volte trovata a dover leggere di antiche pergamene, ed in quel momento avrebbe voluto rispondergli che non gliene potesse importare minimamente delle sue nozioni di storia, specialmente se non le potevano essere di aiuto, ma venne bloccata quando quest'ultimo proseguì il suo discorso.
    Io sicuramente so come poteva farlo.
    Ma c’è un altro problema.
    Improvvisamente il suo sguardo spento di disattenzione, fece spazio ad uno ben più interessato all'argomento, continuando ad ascoltare le sue parole senza perdersene una.
    Sei bella, certo. E sarebbe un gran peccato perdere tutto Questo. Ma questi sono segreti che il mio villaggio conserva gelosamente. Che io devo assicurarmi vadano tenuti tale.
    E tu… beh non sei di Konoha se non erro.

    In quel momento si sentì tradita ed i suoi occhi furiosi parlavano chiaro, mentre fissavano quelli di lui, totalmente concentrati anch'essi a guardare i suoi. Non aveva ben capito cosa volesse dire con quell'ultima frase, ma il tono che usò sembrava voler intendere che non aveva nessuna intenzione di rivelare dei segreti di villaggio ad una studentessa straniera, mandandola in bestia. Kiyomi riuscì a malapena a chiedergli una spiegazione, sfoderando una più che garbata diplomazia, ma con voce chiaramente fredda e irritata. E questo cosa vorrebbe dire? Attese una risposta, che ben presto arrivò. Lo aveva giudicato male, in quanto con un sorriso vagamente malizioso, le fece capire che se si fosse unita al Konoha, la avrebbe aiutata a risolvere il suo problema.
    Ma la fedeltà va dimostrata, a quel punto nulla mi impedirebbe di fare qualsiasi cosa per te.
    I suoi occhi cambiarono nuovamente espressione, divenendo molto pensierosi per gli istanti successivi, segno che la ragazza aveva colto il messaggio e stesse valutanto l'offerta. A quel punto non c'era più dubbio che l'hokage voleva un'ultima cosa da lei: averla tra le fila dei suoi ninja. Mentre rifletteva sul succo della proposta, valutandone i pro e i contro, staccò lo sguardo dal suo interlocutore, che ormai era passato in secondo piano e girandolo per la stanza senza una meta fissa. Possibile che non ci potesse essere nessun inganno, dietro quella proposta? E se l'avesse fatto davvero come avrebbero reagito i suoi genitori? Bé, in effetti dei suoi genitori non gliene era mai importato niente, ma la cosa che la preoccupò un po' era la reazione del villaggio nei suoi confronti. L'hokage esigeva fedeltà, quindi sarebbe dovuta diventare una sua kunoichi, sebbene esserlo di una fazione o dell'altra non le era mai importato minimamente. Tutto quello che le stava più a cuore era preservare la sua persona ed il suo aspetto intatti, quindi se Raizen era stato di parola, non le sarebbe più importato del futuro, una volta raggiunto il suo obbiettivo. Mentre continuava a voltare lo sguardo a destra e a manca in cerca di una risposta, cominciò a parlare con voce franca a Raizen, con un tono vagamente colpevolizzante. Fammi capire bene. Stai chiedendo ad una studentessa di Oto di tradire il suo villaggio per stare dalla parte di Konoha, signor Hokage?
    Attese poco più di un istante per voltarsi decisa verso quest'ultimo, pronunciando le parole che entrambi probabilmente stavano aspettando.

    ...

    Cosa devo fare?


    Prima di darle una sua risposta, l'hokage le fece una domanda che in quel contesto non le sembrò per niente importante, ma se da allora in poi avrebbero dovuto collaborare, tanto valeva accontentarlo. L'idea che le avesse richiesto il suo nome la lasciò per un attimo interdetta, ma ci volle poco per rispondergli con la solita risposta che ormai da anni era abituata a dire, rivelandogli fiera il nome che aveva scelto per se stessa tempo addietro e dimenticandosi di quello che era il suo nome originale.
    Il vero nome non ha importanza. Tu chiamala Kiyomi.
     
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    Mentre quella che di li a poco avrebbe scoperto chiamarsi Kyomi si guardava attorno lui si sarebbe tirato su, poggiando la schiena sulla testiera del letto.
    Finse una faccia meravigliata quando la Kunoichi gli chiese se desiderasse che lei tradisse Oto.

    Io?
    Oh no, non sia mai!
    Dico solo che è un buon modo per ottenere delle informazioni.


    Sollevò un sopracciglio, quasi in segno di sfida, mentre ruotava lievemente il capo.

    Vedi, c’è un problema però, io potrei anche dirti tutto il necessario a renderti eterna ma chi mi assicura la tua fedeltà?
    Certo, ora sto realizzando i tuoi sogni, ma chi mi assicura che una volta fatto non fuggirai dal primo miglior offerente?
    Insomma devo legarti a me, al mio villaggio, e non so se la gratitudine sia sufficiente.


    Chiese guardandola con sospetto.

    Anche se reputo abbastanza difficile che ci sia qualcuno in grado di offrire più di quanto ti offro io.

    Aggiunse con franchezza.

    Ti pare che un Hokage potrebbe accettare un nome forse vero forse no?
    O sei Kyomi o non lo sei, poche storie cocca, non darmi l’impiccio di frugare nella tua storia.
    Anzi, iniziamo da subito con queste piccole dimostrazioni di fiducia e lealtà.
    Inizia a dirmi perché il tuo nome dovrebbe avere poca importanza.


    Si spostò sul bordo del letto, poggiando i piedi su un pregiato tappeto ricco di particolari e morbido al tatto, contrasse addirittura le dita per poterlo sentire al meglio.

    Non sei la prima che incontro con un cipiglio da puledra indomabile ed il problema sta proprio in questo.
    O ti domo, o ti lascio a galoppare sulle sabbie del tempo, che lentamente, granello dopo granello ti porteranno via tutto.


    Stava seduto, curvo sulle proprie ginocchia, ancora totalmente nudo, e nonostante la posizione non era complesso vedere quanto le sue spalle fossero sconfinate, animate da scattanti muscoli allenati, eppure nonostante le dimensioni era equilibrato, proporzionato. Nonostante il momento, nonostante quel dialogo, nonostante quella posizione era impossibile non vedere in quel corpo una bestia pronta a saltare al collo di chiunque.

    E sappi che non svelare un nome è affascinante, ma non averlo è semplicemente una mancanza, per quanto una cosa sia bella, se non la si può chiamare, evocare, portare a paragone… non esiste.

    Continuava a girare attorno a lei, studiandola, carpendo ogni più piccolo movimento, ma vedendolo seduto era difficile dire che lo stesse facendo, le parole, i pensieri … sono invisibili.


    Edited by F e n i x - 8/10/2015, 12:38
     
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    Questioni scottanti


    Parlato Kiyomi
    Parlato Raizen

    Continuò ad ascoltare le parole che fuoriuscirono dalla bocca dell'hokage, mentre intanto si alzò e si diresse lentamente verso una delle poltrone della stanza, ancora completamente nuda. Per quanto potesse darle fastidio, in fondo comprendeva che il capo villaggio che le stava davanti avesse bisogno di una prova che le sarebbe rimasta fedele. Non poteva certo pretendere che le venissero rivelati grandi segreti di Stato come nulla fosse, ma almeno, da quelle parole capì che quasi sicuramente non la stava prendendo in giro e che la sua immortalità era ormai vicina come non lo era mai stata.
    Insomma devo legarti a me, al mio villaggio, e non so se la gratitudine sia sufficiente. Anche se reputo abbastanza difficile che ci sia qualcuno in grado di offrire più di quanto ti offro io.
    Kiyomi andò a sedersi sulla poltrona davanti al lato del letto dove il suo amante si era appena appoggiato alla testiera, così da poterlo guardare negli occhi direttamente, incrociando le gambe e stendendo le braccia sui braccioli. Purtroppo per lei, il discorso andò di nuovo a cadere sulla questione del suo nome, accorgendosi di aver ammesso che quello non fosse il suo nome reale e maledicendosi per aver detto quella frase mentre guardava l'uomo difronte a lei mettersi seduto sul lato del letto.
    L'argomento l'aveva visibilmente messa nuovamente a disagio, essendo piuttosto ripugnata all'idea di dover ripensare ancora al suo vecchio nome e ancor di più sapendo che ormai l'hokage sembrava averci messo il pensiero.
    Anzi, iniziamo da subito con queste piccole dimostrazioni di fiducia e lealtà.
    Inizia a dirmi perché il tuo nome dovrebbe avere poca importanza.

    Lo lasciò finire di parlare, rimanendo in silenzio ad ascoltare le sue parole e guardandolo con uno sguardo piuttosto crucciato per come la situazione si fosse evoluta, mentre questo terminò il suo discorso facendole una specie di ricatto. In quel momento vide lentamente sfumare davanti ai suoi occhi la possibilità di potergli cavare le informazioni che tanto desiderava, in quanto l'ultima cosa che avrebbe voluto fare era rivelargli il suo nome, e dopo aver atteso qualche istante, riflettendo su come avrebbe potuto rispondergli senza aggravare ulteriormente la situazione, cominciò a parlargli in modo schietto, così da mettere bene in chiaro quali fossero le sue intenzioni.
    Cominciamo col dire che mi sembra di averti dato di più della mia gratitudine, ma suppongo che quello fosse solo un modo per arrivare alla chiacchierata che stiamo facendo, non garantendomi un ulteriore traguardo. Questo posso arrivare a comprenderlo, non sono una stupida: mi rendo conto che stiamo parlando di informazioni strettamente riservate che non puoi rivelare a chiunque, sarebbe un comportamento insensato per un kage... e per questo ti ammiro. O meglio, ammiro la tua professionalità.
    Pian piano arrivò al discorso che non avrebbe voluto assolutamente toccare, ma dato che ormai la frittata era fatta, non le restava altro da fare che dirlgi il motivo di tanta segretezza, cosa che la fece sentire leggermente sconfitta sapendo di non avere altra scelta. Non voglio spingerti a rovistare nel mio passato. Ti ho detto che il mio vero nome non è importante perchè non lo è: l'ho cambiato anni fa solo perché mi ripugnava e tutti da allora mi conoscono come Kiyomi. Non c'è un secondo fine o un segreto da tenere nascosto, è semplicemente un cambio di nome. La sua voce da lì in poi si fece più bassa, quasi come gli stesse implorando di non investigare oltre.
    Farò tutto quello che mi chiederai per dimostrare fedeltà al villaggio: se mi offri quello che ti chiedo non vedo perché dovrei passare nuovamente ad un'altra fazione..ma non chiedermi di rivelarti il mio nome. E' una cosa personale, nient'altro. Erano seduti l'uno difronte all'altra, attendendo che la discussione andasse avanti.
     
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    La vera Kyomi








    Osservò la ragazza muoversi per la stanza, annuendo alla sua ultima richiesta, non senza aumentare lievemente la frequenza del battito cardiaco, nonostante tutto pareva che ancora non fosse sazio.

    Va bene, se è un peso così grande allora tienitelo tutto per te.

    La frase era macchiata di ironia, ed uno sciocca alzata di spalle avrebbe suggerito che forse lui avrebbe agito in maniera differente.

    Sarò gentile giusto per quella flebile vocina da pulcino sperduto.

    Sorrise goliardico. Anche se nella sua uscita c’era un fondo di verità, dopotutto perché insistere ulteriormente?

    Puoi anche dire che ammiri me, non mi farei mica problemi.
    Di questi tempi non ho nemmeno un fan a meno di salire su un palcoscenico e dare fondo ai miei polmoni.


    Sospirò, tornando serio.

    Probabilmente dovremmo applicarti qualche sigillo in futuro, per via di Oto, robetta blanda dopotutto.
    Ma dimmi…


    Interloquì con fare un po’ più sottile.

    Non che il nostro legame sia chissà quanto profondo, ma… sei fin troppo distaccata, parliamoci chiaro, abbiamo entrambi qualche piccola traccia purpurea del tuo dono addosso.
    E beh, persino io riconosco che non sia affatto roba da poco, però accetti tutto con una leggerezza incredibile.


    La guardava, intensamente, ma ben oltre il suo aspetto esteriore.

    Quello che ti sto chiedendo è chi sei realmente.
    Ho capito cosa vuoi, a cosa ambisci, ma resta fin troppo nebbiosa la tua personalità.


    Strinse gli occhi, come se volesse spingere il suo sguardo ancora oltre.
     
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    In una stanza d'hotel

    Cuore di ghiaccio


    Parlato Kiyomi
    Parlato Raizen

    Fu felicemente sollevata quando l'hokage acconsentì a non investigare oltre sul suo nome, facendogli un breve cenno col capo ad indicare che lo ringraziava per il suo gesto. Non era certo il tipo da ringraziare a parole qualcuno, anche perchè difficilmente era riconoscente per qualcosa, dato che pensava che quasi tutti quelli che incontrava fossero inferiori a lei, ma in quell'occasione si sentì in dovere di dargli almeno un minimo cenno di ringraziamento, essendogli grata per averle lasciato la sua privacy.
    Probabilmente dovremmo applicarti qualche sigillo in futuro, per via di Oto, robetta blanda dopotutto.Ma dimmi… Ormai aveva ripreso la sua espressione seria e fredda, reagendo solo un tantino stizzata a questa affermazione, non comprendendo cosa intendesse con "sigilli", ma fu la frase successiva del gigante seduto sul letto che le fece scappare un sorriso. L'hokage si era accorto che nonostante ci fosse stato un coinvolgimento non indifferente da entrambe le parti in quell'atto che fino a poco prima erano impegnati a fare, si comportava in maniera fredda e distaccata, anche se era evidente che avesse ancora gocce di sudore (o altro) che le scendevano lungo il corpo.
    Non era sua abitudine mostrare i suoi sentimenti ad altri, comportandosi sempre in maniera fredda, ma quel pensiero la fece sorridere, rivelando che in fondo (molto in fondo) non era del tutto priva di sentimenti, rispondendo in maniera quasi divertita alla domanda appena posta.
    Per favore, Raizen. Non posso non ammettere che sia stato molto piacevole, ma adesso stiamo parlando di affari e non mi sembra il caso di farsi coinvolgere dai sentimenti. Ti avevo giudicato male: in quanto a professionalità sono più brava io. E comunque non posso stimarti in un altro modo, dato che a parte fisicamente, non ho avuto la possibilità di conoscere altro di te. Ma se vuoi il parere di una donna, sei abbastanza attraente.
    Il suo sguardo si rifece serio, non volendo perdere altro tempo in chiacchiere inutili che non avrebbero potuto portare a niente.
    Adesso però parliamo di cose serie. In primo luogo non so cosa tu intenda farmi con dei sigilli, ma di questo avremmo modo di discuterne. Insomma, io ti dico che voglio un corpo perfetto e tu vuoi appicicarmi addosso dei tatuaggi indelebili? Va bé, lasciamo perdere al momento.
    Mi hai chiesto chi sono realmente... ma cosa ti posso dire che non è già trapelato dalle mie parole? Sono solo una ragazza di buona famiglia che non vuole che il suo prezioso dono svanisca nel tempo. A me non interessa niente di vivere una vita mondana fatta di lussi e agiatezze, né tantomeno sono una persona che si potrebbe definire...come posso dire... patriottica. L'unico interesse di cui mi sono sempre occupata è la cura della mia persona, perchè è grazie a questo dono che gli altri mi ammirano. Non perchè sono "la figlia di quei 2 ricconi di Oto", ma perchè mi venerano per il mio fascino irraggiungibile, e molti sarebbero disposti a fare follie pur di farmi piacere.
    Ora capisci perchè non posso permettere che il mio corpo cambi lentamente fino a lasciarsi andare alle pieghe del tempo? Il mio è un dono raro concessomi dagli Dei e non posso lasciarlo andare così.
     
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    Patti a lunga conservazione








    Sulla prima risposta della donna rise di gusto sollevandosi dalla sua posizione per dare maggior aria ai polmoni.

    Ahahahah!
    E chi ti ha chiesto se sono bello?
    Son contento ti sia piaciuto, come dire, mi rende virilmente orgoglioso. Ma per tutto il resto mi importa ben poco finchè riesco a fare il mio, non so se mi intendi.


    Uno sguardo che lasciava ben pochi dubbi riguardo ciò che intendesse lui.

    E sappi che un secondo round sarebbe non poco gradito.
    Riguardo la mia professionalità, beh, non ho smesso un secondo di essere professionale, diciamo solo che ho cambiato materia.


    Si alzò in piedi, sovrastandola.

    Direi che la discussione si può chiudere qui.
    Avrai ciò che desideri, ma lo avrai quando il tuo corpo potrà sostenerlo, al momento qualsiasi tipo di alterazione ti arrecherebbe danno.
    Vedi, come tanti ninja non sei dotata di geni particolarmente buoni che ti permettono di fare cose magiche per così dire.
    Hai un corpo bello, ma standard, questo vuol dire che per farti fare qualcosa di magico io o chi per me deve intervenire dall’esterno, modificandoti più o meno profondamente.
    Se questo avvenisse quando sei ancora così delicata non faresti altro che… morire.
    Per cui, pensiamo a renderti forte, appena lo sarai vedremmo come renderti eterna.


    Gli si fece vicino.

    Per cui.

    Fece calare le mani tra i braccioli della poltrona e le cosce di lei, per poi afferrare entrambe le natiche e raccoglierla quasi come se fosse un pulcino.

    Inizia col darmi una piccola mano, ho una studentessa da tirare su, e visto il tuo cipiglio potresti aiutarmi a farle capire come gira il mondo.
    Ma prima serve ad entrambi una doccia penso.


    In realtà, dopo averla presa ed accostata al suo ventre per facilità di trasporto, Kyomi avrebbe potuto sentire che qualcosa che non sarebbe dovuto essere li le sfiorava il sotto della coscia, o quantomeno non dopo ciò che avevano appena fatto.
    Ma dopotutto era l’Hokage no?
     
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    In una stanza d'hotel

    Conclusioni


    Parlato Kiyomi
    Parlato Raizen

    Era ora, che il suo interlocutore cominciasse ad esprimersi finalmente in modo chiaro e diretto, non limitandosi a giri di parole, ma dicendole schiettamente cosa aveva in mente per lei, salvo la piccola allusione a quanto fosse ancora evidentemente carico di voglia di riassaggiare il suo corpo di cui andava tanto fiera.
    Direi che la discussione si può chiudere qui.
    Avrai ciò che desideri.

    A Kiyomi non servì altro per sentirsi al settimo cielo, anche se lo diede poco a vedere. Stava accadendo davvero: dopo tutto il tempo passato a cercare una soluzione alla sua situazione era finalmente riuscita ad ottenere ciò che voleva e questo non fece altro che farle battere il cuore all'impazzata. L'hokage aveva appena consentito ad accettare la sua richiesta e nella sua testa ormai risuonavano in continuazione le parole che aveva appena sentito: "Avrai ciò che desideri".
    Quello che disse successivamente Raizen poco importava. Avrebbe atteso anche dei mesi, un anno, 2 anni, l'importante era che finalmente era riuscita ad assicurarsi un simile traguardo, bisognava solo raggiungerlo. A quanto le raccontò il mastodontico uomo che le si avvicinò prontamente, sarebbe bastato far accrescere la sua forza di ninja per preparare il suo corpo ad un cambiamento non indifferente, cosa che anche se voleva dire "duro lavoro" non era il tipo da tirarsi indietro, accettando mentalmente quella nuova situazione.
    Ma prima che avesse il tempo di rispondergli, la sollevò di peso avvicinandola al suo petto, e lei per non perdere l'equilibrio si vide costretta ad avvolgergli le braccia attorno al collo. Non le diede molto fastidio il fatto che avesse il suo sedere letteralmente nelle sue mani, vista l'intimità ben maggiore che c'era stata poco prima, ma fu la sensazione che qualcos'altro le stesse sfiorando la coscia a farle capire che quella del "secondo round" molto probabilmente non era una battuta.
    Inizia col darmi una piccola mano, ho una studentessa da tirare su, e visto il tuo cipiglio potresti aiutarmi a farle capire come gira il mondo.
    Ma prima serve ad entrambi una doccia penso.

    L'idea di una rilassante doccia la inebriò totalmente, anche se aveva ormai capito che sarebbe stata una doccia tutt'altro che tranquilla. L'unica cosa che la infastidì fu la richiesta di Raizen di allenare una sua studentessa, ma ormai era pronta sia a quello che ad altro.
    E va bene, facciamoci questo bis e poi pensiamo alla tua studentella, ma poi mi dovrai spiegare cos'è questa storia dei sigilli.
    Mentre si dirigevano verso il bagno, la sua mente si affollò di mille pensieri, ripensando a quando decise di diventare una kunoichi per poter avvicinare delle alte autorità e a quanto tutto quello fosse accaduto in maniera del tutto casuale, avendo finalmente a portata di mano la chiave della sua eterna giovinezza.
    E pensare che ero venuta solo per fare shopping.
     
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