Sogni legati da un insolito destino

[Add Ts per Sho e Fenix]

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    Ombre dal Passato







    Stroheim a pezzi, nuova porta altro passaggio, sempre stessa storia.
    O quasi.
    Una voragine nera gli comparse sotto i piedi, troppo veloce per poterla evitare o fuggire da essa, ma pareva che pur provandoci non fosse possibile, si aggrappò al pomello con tutte le sue forze ma ben presto le braccia iniziarono ad essere più invadenti, più forti. Gli afferrarono i piedi, le gambe, le braccia come sabbie mobili si arrampicarono sul suo corpo trascinandolo in basso avvolgendolo nel buio.
    Ancor meno di prima sapeva in quale angolo della sua mente sarebbe sprofondato.
    Quando riprese a percepire attorno a lui c’era solo oscurità. Un buio così intenso da essere fisico, poteva percepirlo con i piedi standovi in piedi, ma null’altro, qualsiasi altra divisione dello spazio si perdeva in un’oscurità infinita, niente era presente li dentro oltre lui, almeno così gli dicevano i suoi occhi, le sue orecchie e il suo naso.
    Invece no, dal nulla udì la voce del tarlo che gli divorava il cervello: Jotaro.
    Sgranò gli occhi prima di voltarsi.
    Stava per vomitargli addosso una spropositata quantità di insulti, ma si arrestò lievemente sorpreso.

    Per quale assurda ragione sei nudo?

    Insolita come prima domanda, almeno quanto insolita era la parvenza dell’unica persona che considerasse un maestro.

    Sei… strano.
    Sembri invecchiato, non dovresti se sei una registrazione, o sbaglio?
    Unghie lunghe, capelli scompigliati… si, sembri sempre mezzo morto.
    Ma vabbè, sei comunque morto, mi basta.
    Due domande, una delle quali sarà parecchio vasta.


    Prese fiato.

    Ti ho sempre corso dietro, e onestamente dopo un po’ mi sono stufato.
    Pensa, volevo farlo solo per scoprire chi eri, comprenderti e finire ciò che avevi iniziato.
    Volevo chiederti perché mi avevi “infettato” se così si può dire, con il tuo credo e non avevi fatto in modo che germogliasse che crescesse autonomamente. L’hai lasciato a marcire: perché?
    La seconda è quella lunga, anche se per un po’ d’orgoglio personale spero tu abbia da dire qualcosa di più anche nella prima.
    La tua intera vita, l’hai passata a raccattare informazioni, ed in questo momento son sicuro siano in mano alla persona sbagliata.
    Voglio i tuoi segreti, Jotaro.
    Semplicemente voglio conoscenza.
    Poi c’è la domanda bonus, ma quella non è complessa, non per te se non altro.


    Lo fissò dritto negli occhi, curioso il fatto che entrambi li avessero rossi.

    Tu sei qui dentro, registrazione o meno e sei in grado di percepire l’esterno, immagino quindi che saprai come riportarmi li.
    Vestito, ovviamente.
    Non si sa mai che le tue magie funzionino solo da nudi.


    Sorrise mentre metteva qualche metro di distanza tra se e il suo sensei.

    Scusa, prendo qualche centimetro di spazio, privacy, sai com’è.
    E una lieve paura a proposito dei tuoi metodi, dall’ultima volta ben poche torture mi spaventano.


    Incrociò le mani, aspettando le tanto agognate risposte, seppur con un lieve sorriso, era indelebilmente legato a Jotaro, scambiarci quattro chiacchiere, seppure fosse una registrazione, quasi un ricordo incarnato, non gli dispiaceva.
    Nostalgico era il termine corretto.
     
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