Sogni legati da un insolito destino

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    La dura verità




    Colpito, il mio avversario era stato sconfitto, ma non aveva intenzione di andarsene senza un ultimo colpo, dal suo occhio dipartì rapida una lancia diretta al mio addome, troppo veloce per permettermi di schivarla, l'unica mia possibilità sarebbe stata quella di assorbire il colpo e lo feci con una tecnica che avevo già utilizzato.
    Il giubbotto corazzato sul mio busto fu pervaso dal mio chakra elettrico che ne potenziò le abilità difensive facendo sì che la lancia di miasma si infrangesse su di esso con un rumore ronzante.
    Quello che rimaneva del mio clone cadde a terra, inerme, per poi dissolversi in una pozza senza vita, o almeno così appariva, intanto anche lo scontro tra i due demoni sembrava essersi concluso, pareva che Raizen e la sua volpe non avessero lasciato molte possibilità al cinque code, che non poté far altro che subire l'assalto del kage e venirne sconfitto.
    La prova, dopo un tempo che era sembrato infinito, sembrava conclusa, potevo finalmente svegliarmi da quel sogno, non potevo aspettarmi che mi sarei ritrovato in un incubo ben peggiore.

    [...]



    Lentamente aprii gli occhi, la visione era offuscata e non riuscivo a collocare correttamente il mio corpo nello spazio, pian piano mi resi conto di essere in piedi, non era certo così che mi ero addormentato, che stava accadendo?
    Cominciavo a riacquisire i miei sensi, il tempio era estremamente silenzioso e nella mano stringevo qualcosa, con l'altra mi strofinai gli occhi per cercare di vedere più chiaramente e scoprii che era bagnata, solo dopo potei notare che era sangue.
    Quello che stringevo nell'altra mano altro non era che la colonna vertebrale, con tanto di teschio, della sacerdotessa, non era difficile da capire visto che il resto del suo corpo giaceva senza vita davanti ai miei occhi.
    D'istinto lasciai andare le ossa della donna e scattai indietro, confuso, quasi nel panico, cominciai a guardarmi attorno, quello che vidi fu un massacro, tutti i monaci erano statoi fatti a pezzi in maniera brutale, ero stato io, non ero padrone delle mie azioni ma sapevo che era colpa mia.
    Tutti morti, tranne Oboro, la ragazza era stata brutalmente impalata ad un muro ma era ancora viva, fortunatamente le mie doti di medico mi permisero di stabilizzare la situazione, coadiuvato da dei kit di pronto soccorso che riuscii a trovare all'interno del tempio.
    Il mio volto era un misto di emozioni, terrore per quella visione, risentimento per non essere riuscito ad evitarlo, e rabbia verso me stesso.
    Quando la ragazza degli Aburame fu in condizioni relativamente stabili mi sedetti accanto a lei e, guardandola dritto negli occhi, le dissi con un filo di voce:

    -Sono stato io vero? Ho... ho fatto io questo...-

    Fu in quel momento che anche Raizen riprese conoscenza, l'unica cosa che feci fu guardarlo negli occhi per poi sussurrare:

    -Raizen, io... io...-

    Nessun'altra parola riuscì ad uscirmi dalla gola, come bloccata da un terribile peso, come avrebbe reagito il decimo a quella visione?
     
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26 replies since 13/10/2015, 15:33   447 views
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