Notice me senpai

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    Il grande concerto del Kage era finito ormai da un paio di giorni, ma Haruko non era soddisfatta. Non era riuscita ad ottenere il tanto agognato autografo, nonostante fosse riuscita a godersi il concerto in primissima fila, si fosse preparata un outfit adatto all'occasione ed avesse aspettato fino a fine concerto. E chissà per quanto tempo avrebbe dovuto aspettare il prossimo!
    Mentre lei ripeteva (per l'ennesima volta) le sue delusioni alla sua amichetta, quest'ultima, con uno sbuffo, commentò:

    -Senti, ma perchè, cioè, non glielo chiedi e basta? Cioè, tanto sappiamo tutti dove sta il Kage, non sarà così pessimo da rifiutare una sua fan. Cioè, vai e basta no?-

    Ad Haruko si illuminarono gli occhi. Ma qualche secondo dopo scosse la testa, pensandoci meglio:

    -Uhm, e se fosse quel tipo di persona che se invadi la sua privacy poi te la fa pagare, e magari finisce che mi sveglio in una stanza sigillata, con una catena al piede, ed un seghetto di fianco, e la sua voce appare da una cassa dicendo "voglio fare un gioco con te" per vendicarsi??-

    L'amica non disse nulla, rimase molto perplessa, fissandola stranita. Haruko tornò alla realtà, notando la reazione di lei, giustificandosi con -Scusa, ho visto un film orribile ieri sera. Non riesco a togliermelo dalla testa.-
    -...Ho visto. Senti. Fidati di me. Tu mettiti fuori dalla porta, aspetti che entri od esca, e gli chiedi di farti firmare quello che ti pare. Cioè, è semplice. Così finalmente sarai contenta tu con il tuo autografo ed io che non dovrò più sentire le tue lamentele.-

    Haruko ci pensò su per un attimo, sorseggiando la sua tazza di the, lasciandosi poi scappare un sorrisetto convinto.

    -Va bene, farò un tentativo! Ne vuoi uno anche tu?-
    -No, sai che non mi piace quel tipo di musica. Grazie per il the, ma ora devo scappare, ed immagino vorrai andare anche tu. Passa da me domani, okai?-

    Haruko salutò la sua amichetta, accompagnandola fuori casa, rientrandovi per andare a cambiarsi i suoi soliti vestiti con quelli che aveva indossato per il concerto. Era stata in prima fila per tutto il tempo, sperava che presentandosi con lo stesso outfit sarebbe riuscita a farsi riconoscere, così gli avrebbe dimostrato quanto ci tenesse e magari lo avrebbe convinto a lasciarsi fare un autografo.
    Si sciolse i capelli e corse fuori casa, portando con sè un blocchetto, un pennarello ed una maglietta bianca da farsi firmare. Si sarebbe posizionata fuori dalla porta dell'amministrazione, sorpresa di non trovare nessuna guardia, e lì sarebbe rimasta finchè il Kage non fosse passato.

    Edited by F e n i x - 10/2/2016, 11:33
     
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    Tanto lavoro

    E poco svago








    Stava seduto alla scrivania da un tempo indefinito a vagliare i rapporti settimanali bollati come importanti dai vari caposezione, generalmente il contenuto consisteva in missioni fallite o rapporti di missioni di recupero informazioni, le altre se concluse con successo non costituivano generalmente delle notifiche importanti e le leggeva a tempo perso.
    Solo un lieve mal di testa gli fece alzare la testa da quei fogli ricordandogli che non era un compito adatto a lui quello dello scribacchino.
    Le due passate, nessun rimasuglio di cibo in giro per l’ufficio.

    Ohhh, non era fatica mentale, era appetito.

    Aveva ancora qualche rapporto da leggere ma una pausa non avrebbe di certo riempito il villaggi di nukenin, dopotutto erano importanti non urgenti.
    Sorrise pregustando il lauto pasto mentre uno schiocco della lingua poneva un freno alla salivazione.

    Si, mi ci vuole qualcosa da mettere sotto i denti.
    Caldo e sostanzioso.


    Pensando a cosa soddisfacesse al meglio il suo appetito percorse tutta l’amministrazione, gli avevano insegnato a non precipitarsi dalle finestre a meno di particolari urgenze in quanto non era proprio bello vederlo fiondarsi giù dal palazzo, dopotutto non era una bestia.
    Una delle poche volte in cui l’avevano convinto a far qualcosa. Non era riuscito a negare di fronte a quell’evidenza.
    Fu di fronte ad uno specchio che fu costretto ad esitare, incuriosito davanti all’immagine che si trovò davanti.

    Accidenti non mi ci abituerò mai.

    Disse sollevando qualche ciuffo di capelli corvini.
    Ma liquidò il fatto con un alzata di sopracciglia ed uno sbuffo, era cambiato tanto in quegli anni ed abituarsi pure a quello non era un problema, aveva abbandonato a fatica l’immagine di se stesso con gli occhi di ghiaccio e l’avrebbe fatto anche con quella dei capelli bianchi.
    Certo era che il destino poteva essere un po’ meno drastico, da ghiaccio a rosso e da bianco a nero.
    Forse era un po’ troppo!
    Tuttavia quei colori gli avevano inevitabilmente ricordato il manzo alla griglia, se non altro sapeva come levarsi quell’insostenibile sensazione di apetito.
    Stava varcando la porta a vetri quando si trovò dinnanzi una ragazzetta minuta, capelli rosa lunghetti e tutto il necessario per farsi autografare anche un eventuale lapide.

    Heeeeeey

    La squadrò rapidamente con occhio attento, come se incuriosito o insospettito da qualcosa

    Ti ho già vista. Ne sono più che certo.

    Affilò lo sguardo, stringendo gli occhi mentre si faceva pensieroso, visti i vestiti era probabile che l’ultimo posto in cui l’aveva vista era proprio il concerto, una delle poche con il look, giusto. Quei capelli poi non si vedevano spesso.
    Spalancò gli occhi, come se fosse arrivato alla conclusione.

    Si! Si.
    Eri al concerto, tra le più scatenate in prima fila.


    Face un ampio sorriso.

    Una Vera Appassionata.

    Era forse malizia?

    Ma vedo che hai abbastanza carta da scrivere la storia dei cinque villaggi, vuoi per caso un autografo?

    La domanda più retorica della storia, il tono interrogativo era quasi fuori posto se pronunciato a quel modo.
    Mentre poneva la domanda aveva iniziato a frugarsi addosso in uno scomposto tuca tuca che lo portò a palpare quasi tutto il torace e scavare in una quantità di tasche nascoste che in pochi avrebbero potuto immaginare. Trovò infine l’oggetto delle sue ricerche nel fondo di un taschino interno.

    Oh eccolo!

    Annunciò estraendo un grosso pennarello.

    È il mio pennarello personale, ho una piccola mania, riesco a scrivere solo con questo.

    Ammise in un tono lievemente preoccupato.

    Il problema è che è quasi scarico scrive solo nella pelle.

    Strinse di nuovo gli occhi, sorridendo lievemente questa volta snudando a malapena i denti in un ghigno poco rassicurante, non tanto per chissà quali intenzioni malefiche ma perché aveva già stappato il particolarissimo imbrattacarte. O imbrattacorpi in questo caso.
     
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    Attese per circa una ventina di minuti, distraendosi con qualche giochino del cellulare, quando finalmente si ritrovò davanti il Kage in persona. Trovandosi di fronte a quello che per lei era un VIP, si impietrì all'improvviso, complice la stazza di Raizen. Indietreggiò appena, quasi intimorita, stringendo a se tutta la roba portata per gli autografi; balbettò qualcosa con voce insicura, distogliendo appena lo sguardo.

    -Uhm... Sa-salve! Io, um, volevo solo... Che ha fatto ai capelli? ...OH, uh, intendevo... Me li ricordavo bianchi!-

    Haruko si tappò la bocca a metà frase, non voleva di certo sembrargli scortese e perdere la possibilità del prezioso autografo. Sperava che quel salvataggio in estremis potesse salvarla.
    Fortunatamente il ragazzone aveva già capito tutto con una sola occhiata. A quanto pare sembrava ricordarsi vagamente di lei. Haruko sussultò appena, annuendo silenziosamente. E più lui indovinava chi lei fosse e cosa ci facesse lì, più lei sussultava emozionata, iniziando a saltellare sul posto per l'agitazione. Non riuscendo più a trattenere la sua gioia, esplose in un fiume di parole, nel mentre che lui era intento a frugarsi addosso cercando qualcosa:

    -Non ci posso credere!! Mi ha riconosciuta! E' stato fantastico sul palco! Sono rimasta senza voce per tutto il giorno dopo!! Beh, a dire il vero non ho cantato, non conoscevo quelle canzoni... Però mi sono piaciute tantissimo! Ho aspettato fino alla fine per poter avere un autografo, ma poi lei mi è sfuggito, e le guardie non mi lasciavano passare, ed ero tristissima perchè ci tenevo molto ad averlo! ...Non è un disturbo, vero?-

    Raizen trovò un pennarello, e la ragazza si preparò a consegnargli tutta la roba, quando si interruppe per colpa dell'ultima frase del Kage. Rimase in silenzio per qualche istante, porgendogli il pennarello che lei aveva portato da casa. Probabilmente lo avrebbe accontentato per far si che poi le desse retta, ma non sarebbe tornata a casa senza prima aver imbrattato anche la maglia che teneva in mano.

    -E'... uhm, fantastico, sì! Ma... potrei avere anche un autografo sulla maglietta? Sarebbe perfetto!-

    Gli porse il braccio, ben disteso, sorridendogli, aspettando che lo imbrattasse. Dopo qualche minuto dove cercava di convincerlo a firmarle il resto della roba, tirò fuori il cellulare:

    -OH, quasi dimenticavo! Selfie?-

    Ancor prima che lui potesse rispondere, gli si piazzò di fianco, scattando un paio di foto, ma vista la differenza d'altezza il volto di Raizen non entrava nemmeno lontanamente nell'inquadratura. Un po' amareggiata, gli porse il telefono, sorridendogli:

    -Forse è meglio se lo fa lei! Per favore?-

    Edited by Waket - 17/1/2016, 10:36
     
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    La mia Prima foto








    L’hokage si prese un ciuffo di capelli guardandolo con un misto di delusione e rabbia.

    Lo pensi davvero?
    Ancora mi guardo allo specchio poco convinto, ma era un cambiamento necessario.
    Diciamo che in questo periodo sono avvenute alcuni cambiamenti che mi avrebbero costretto ad un costante sbiancamento.
    E beh, visto che non sono l’ultima delle checche mi sono arreso e ho fatto il salto.
    Beh almeno gli occhi risaltano, no?


    Disse mentre li spalancava, certo delle sue parole, quel rosso così intenso proprio della brace non poteva che risaltare in un volto incorniciato da quei capelli corvini.

    Riconoscerti non era difficile, eri una dei pochissimi con i vestiti adatti.

    Rigirò il pennarello tra le dita con l’agilità di un navigato prestigiatore.

    Ma bando alle ciance fammi vedere dove scrivere.

    Gli venne mostrato il braccio, un piccolo braccio femminile che guardò con sospetto, per poi spostarsi sul viso di Haruko. Poi di nuovo sul braccio. Poi di nuovo su di lei.

    Mi chiamo Raizen.
    Una manciata di sillabe, come ce lo faccio entrare un nome così su un braccetto simile?


    Si mise d’impegno col suo pennarello, che per inciso scriveva alla perfezione a giudicare dalle linee perfette che generava sulla pelle, anche se il prodotto finale fu estremamente piccolo, per quanto apprezzabile.
    Circa una decina di centimetri.

    Beh, non potevo fare di meglio, altrimenti sbordavo oltre il braccio e la comprensione ne avrebbe risentito

    Chiuse gli occhi con aria seria, come se affermasse l’ovvio.

    Se ti accontenti tu siamo tutti apposto.

    Guardò il braccio con sufficienza per poi osservare maglietta e fogli della ragazza.

    No no, troppa roba, non ho mica una stampante al posto della mano!
    No! Non fare quella faccia perc…!
    No!


    Socchiuse gli occhi, parzialmente arreso, probabilmente a causa del fatto che a chiedergli gli autografi era una donna.

    Tu sei quel genere di persone che non accetta un no.
    E a me non piacciono quelle persone, soprattutto se sono donne.


    Disse mentre componeva l’unico sigillo utile a creare una copia di se che prese pennarelli e magliette e si diede da fare, più o meno con la stessa espressione del Raizen originale.

    Beh, a questo punto…

    Disse mentre questa estraeva una macchina fotografica palesando solo dopo qualche magro tentativo che le sue braccia erano troppo corte per prendere una parte più abbondante del Colosso che non fosse la fascia di busto che andava dall’ombelico fino ai pettorali.

    Mh. Utile insomma.
    Vieni qua va.


    Prese la macchina e la lanciò al clone mentre si affiancava ad Haruko per fare la foto.

    No, zero, mi tocca tagliarti gambe e testa per non rendere lei una specie di photobomber dell’ultimo secondo.

    Ci pensò qualche secondo su poi parve avere l’illuminazione. Mise le dita della mano a novanta gradi rispetto al palmo, in modo che formassero uno scalino.

    Poggia il piede li, visto che non è una foto delle medie non mi metto ginocchioni perché sono quello con la scarica ormonale in anticipo.
    Quindi tiriamo su te.
    Mettici la punta del piede e poi tieniti alle spalle, dovrebbe venire un busto decente.


    Fece l’occhiolino all’obiettivo prima dello scatto assicurandosi quella faccia simpatica che doveva ad una madre preoccupata morta nel darlo della luce, a cui doveva una faccia felice, almeno una volta all’anno.
    Due piccioni con una fava.

    Tienila di conto, penso sia la prima fotografia che mi scatto dopo quella presente nell’archivio, ti ci faccio pure l’autografo dietro, se tiro le cuoia diventi ricca.

    Assicurò con l’aria di chi la sapeva lunga.

    Ma piuttosto, io andavo a mangiare, non so ancora bene dove ma penso andrò a naso verso il primo locale che vende della buona carne.
    E data l'ora potrei anche sbilanciarmi ad offrire da mangiare alla mia prima fan così paziente da aspettarmi sulla porta.


    Disse guardandola dall’alto in basso, accentuando quella differenza con uno sguardo spavaldo.
     
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    Haruko rimase in silenzio per qualche secondo, osservando il surreale colore dei suoi occhi. Sì, non poteva negarlo, era un buon contrasto, nessuno lo avrebbe più confuso per un albino con quei capelli scuri.

    -Oh! Ha delle bellissime lenti a contatto! E... um. Le sta molto bene la pupilla stretta!-

    Non si poteva dire che come fan n°1 conoscesse molto bene il suo idolo. Dall'entusiasmo che metteva però era palese fosse sincera, semplicemente aveva preso un po' troppo sul serio tutta la faccenda del concerto e della nuova "star" di Konhoa, cantante "famoso" e Hokage a tempo perso.
    Ricevere ulteriori complimenti per via del suo vestiario poi la elettrizzò ancora di più, reagendo con una serie di saltelli sul posto e foglietti per gli autografi che venivano sparsi in giro per l'agitazione. Haruko fissò il suo nuovo "tatuaggio" come fosse un trofeo appena guadagnato, raddoppiando la quantità di saltelli e conseguenti foglietti sparsi ovunque. Bloccò l'euforia solo quando Raizen iniziò a borbottare per tutti gli altri autografi che lei sperava di ottenere. Facendo tremolare appena il labbro, lo guardò negli occhi per qualche istante, stringendo a sè i foglietti rimasti tra le sue braccia, con l'espressione di un bambino a cui è stato appena negato il regalo di Natale:

    -Oh... Ci tenevo così tanto...-

    Fortunatamente, la tattica del "cucciolo triste" funzionava anche per quel colosso, che, arreso, delegò lo sporco lavoro ad una copia, riattivando l'euforia della ragazza che consegnò tutto il materiale a chi di dovere.
    E ancora non era finita! A quel piccolo ritrovo mancava la foto ricordo, e per fortuna il kage non parve troppo infastidito dalla cosa, sfruttando tutte le sue doti da fotografo improvvisato per permettere ad Haruko di apparire in maniera decente nella foto. Che dire, non poteva andare meglio di così.
    Scesa dalla "montagna", ebbe un'ulteriore sorpresa non prevista: Raizen la invitò ad uscire, causando la tipica reazione da fan in iperventilazione.

    -Oh miei dei! Oh miei dei! Davvero? Sono! Così!! Emozionata!!! Sto per passare un'intera giornata!! Con il mio idolo!! Questo è un giorno da segnare sul calendario!! Magari sto solo sognando. Non mi importa!!-

    Talmente agitata da dover riprender fiato ad ogni parola, prese a saltellare attorno al colosso, pronta a seguirlo ovunque volesse andare. Non sarebbe stato difficile non perderlo di vista, e data la sua iperattività, non si sarebbe scollata dalla sua ombra fino alla fine della giornata. Cercando come poteva di trattenere un minimo le sue emozioni, nonostante non riuscisse a far sparire un grosso sorrisone dalla faccia, domandò curiosa:

    -Dov'è che vanno a mangiare i VIP del paese? Ed i membri della band? Ci saranno anche loro? Nel posto dove andiamo ci sono le tue gigantografie all'entrata? Oooh, sarebbe un posto super figo! Chissà quanta gente fa la fila per poter mangiare nei locali da cui passate! Quando farà il prossimo concerto? IO adooooooooro la tua musica! Beh fino a poco fa non ne avevo mai sentito parlare, ma la adoro!! E' la mia preferita. Ho dimenticato però di portare il CD da far autografare. Mh, credo di non avere un CD. Dov'è che li vendete? Ne devo comprare uno e tornare a farlo autografare! Magari potrei prendere anche un poster da appendere!-

    Non gli avrebbe concesso pause per rispondere alle sue domande, si sarebbe fatta travolgere dal fiume di parole che c'erano nella sua testa, buttandole sul malcapitato senza dargli una tregua. Solo una volta finito il discorso si sarebbe zittita, fissando Raizen con un sorriso soddisfatto e aspettando che le rispondesse. Non se la sarebbe scollata di dosso facilmente.
     
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    L’Hokage aggrottò la fronte, lievemente stranito.

    Eh?
    Lenti a contatto?
    Ahahah ma la tinta per capelli te l’hanno fatta da piccola e ti ha fatto male al cervello?


    Disse con un sincero sorriso.

    Avanti. Guardami e dimmi se ti sembro tipo da lenti a contatto rosse e…
    … si, va bene, FORSE si, ma non sono lenti a contatto.
    Diciamo che sono un piccolo effetto collaterale, ma del tutto reali.


    Concluse con una strizzata d’occhio, per poi voltarsi e prendere la strada del ristorante.

    Andiamo va.

    Camminò a passo abbastanza rapido, spinto da una fame ormai alienante.

    Membri di quale band?
    Io mica ne faccio parte!
    Me la cavicchio a cantare, e ho dato il cambio al cantante mentre lui faceva un piccolo favore a me, una casualità insomma… una casualità in cui mi ritrovo parecchio bene, ma son dettagli insomma.


    Sorrise con leggerezza mentre alzava le spalle.

    Il mondo del rock ha il suo fascino e vedere quella marea di gente muoversi a ritmo della musica, della TUA musica e del tuo ritmo ha indubbiamente qualcosa di grandioso.
    Penso ci siano poche persone che non sarebbero desiderose di fare un’esperienza simile.


    Parlava quasi sognante, realmente preso da quella che pareva essere una passione.

    Però essendo un vip posso dirti dove andiamo a mangiare.

    Si fermò di botto, di fronte a quello che era un anonimo ristorante, caratterizzato dallo stile antico del locale, una trattoria probabilmente.

    Luoghi in cui la gente passa poco perché non comprende la distinzione tra bello e buono, e con un po’ di fortuna pure abbondante.
    Particolare che comprenderai non è da poco per alcuni.


    Disse indicando se stesso, facendo evidentemente riferimento alle sue dimensioni.
    Probabilmente il locale non era ciò che Haruko si aspettava, non era di certo sporco o malandato, me nemmeno fiammante e tantomeno alla moda, e nessuno stava aspettando l’Hokage, tantomeno lo acclamò al suo ingresso, qualche sguardo intenso, forse dovuto all’ingresso della più alta carica del villaggio, ma nulla più.

    Niente band, perché non la ho come dicevo, sono l’Hokage dopotutto. Niente posti alla moda o fan sfegatati, perché son qui per mangiare e perché non ne ho.
    Insomma, normale amministrazione.
    Da un vip mi separano… la fama, i fan… e probabilmente le persone che verrebbero a raccattarmi se fossi in pericolo o piangere alla mia lapide.


    Ridacchiò, pensando a quanto la scena di uno stuolo di nostalgici pressati attorno alla sua lapide fosse assurda ed irreale, mentre prendeva posto nel tavolo che gli era stato riservato, per poi prendere il menù e con un gesto delicato quanto di facciata metterlo da parte.

    Genjo, carne, in abbondanza.
    Di tutti i tipi, ma se il peso scende sotto i sette chili puoi tenertelo, non voglio quelli stuzzichini alati e stoppacciosi di polli o batufolosi conigli.
    Carne vera.
    E al sangue.
    E per la signorina qui…


    Le passò la parola con un gesto della mano, facendo roteare lievemente le dita a mezz’aria, riprendendo a parlare solo una volta che avesse terminato l’ordinazione.

    Una curiosità la ho.
    Perché MIA fan?


    Chiese con sguardo sinceramente stupito, tanto il tempo da li fino all'arrivo delle pietanze in qualche modo doveva passarlo.
     
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    Haruko si prese qualche ciocca di capelli, osservandoli confusa e borbottando fra sè e sè:

    -...Cos'hanno che non va? Lo sapevo, li dovevo fare verdi.-

    Si interessò più del dovuto al colore bizzarro dei suoi occhi. Effetto collaterale di cosa? Ey, se l'aveva fatto lui poteva sicuramente farlo anche lei. Quale follia doveva aver fatto per avere un così insolito risultato? Fece per aprir bocca e domandare qualcosa, ma il colosso si voltò, facendo strada per il ristorante. Poco male, avrebbe tenuto la sua curiosità per dopo.
    Tenere il passo con lui non era così semplice come sembrava. Tre passetti di lei erano uno di Raizen. Per colpa della notevole differenza di statura, si ritrovò col corrergli dietro più che passeggiarci di fianco, ma poco male; se anche il ragazzone avesse rallentato il passo per renderle più comoda la camminata, Haruko avrebbe preso a saltellargli in tondo, euforica per la situazione. Chi altri poteva andare in giro a raccontare di essere andati a disturbare il proprio idolo in casa sua, essersi beccato gli autografi ed aver persino ottenuto un formale invito a pranzo?

    -Eppure sul palco è stato fantastico! Sembrava un cantante vero!! Avrà almeno qualche cd! Dovrebbe iniziare a venderli, potrebbe esserci un sacco di gente interessata!- Si bloccò su posto, sussultando. -Potrei disegnarvi IO la copertina!! OOOH! Sarebbe fantastico! Per favore, signor Raizen!! Si ricordi di me quando cercherà un artista per la copertina del suo album!! Lo farò gratis!-

    Raizen pareva indifferente all'idea della band. Pareva indifferente all'avere delle persone attorno. Haruko si sforzò di trovare una frase consolatoria:

    -Uhm. Se vuole le trovo io delle persone che piangano sulla lapide.- Secondo sussulto. -Questo farebbe di me una manager??-

    Entrò nel locale alle spalle del Kage, talmente piccola confronto a lui che se non fosse stato per la sua vocetta squillante probabilmente nessuno si sarebbe accorto di lei. Salutò tutti i presenti, o almeno le persone con cui incrociava lo sguardo, agitando la mano.
    Sedersi nel tavolo riservato al Kage era un lusso per pochi (forse). Haruko non sapeva se era più emozionata da quello o dal pensiero di raccontare tutto alle sue amiche. Quando arrivò il cameriere per ordinare, rimase al suo posticino in silenzio, aspettando che fosse il suo turno.

    -...quello che ha preso lui. In porzione... minuscola.- disse, indicando la differenza di stazza.

    Ed erano nuovamente soli. La ragazza non la smetteva di sorridere, pronta a tempestarlo nuovamente di domande, ma lui fu più rapido. Una domanda che probabilmente nessuno abituato alla fama si sarebbe mai posto, rispondendosi invece da solo con cose tipo "perchè sono il migliore". Come se la domanda l'avesse stupita, Haruko rispose stranita:

    -Perchè? ...Beh! Che significa? Lei... Mi stupisco che sia stupito di avere dei fan! Voglio dire. Chi non la ammira? E' fantastico! E' un ottimo cantante, è il Kage del villaggio, ed è sicuramente molto forte per questo, eppure dedica così tanta attenzione ai suoi fan da portarli con sè a pranzo! Solo uno sciocco non la ammirerebbe. Ed io non voglio esserlo, nossignore! E la ringrazio per aver dedicato questo tempo a me. Sarà una giornata fantastica!-

    Dopo aver riempito la stanza di positività, portò i gomiti sul tavolo, poggiando la testa tra le mani e domandando, curiosa, ciò che si portava dietro sin da prima:

    -Ora, passando a cose più serie. Come ha fatto a colorarsi gli occhi in quel modo?? E' da tempo che volevo cambiare il colore dei miei, ma nessuno mi offre metodi differenti dalle lenti a contatto. Mi piacerebbe avere degli occhi viola naturali. Oppure gialli. Esiste solo il rosso con quella tecnica?-

    Edited by Waket - 5/2/2016, 20:07
     
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    La prima portata






    Quando Haruko gli elencò i motivi per cui non doveva sorprendersi di avere qualche fan alzò le spalle ridacchiando.

    Mi occupo così tanto dei miei fan perché tu sei l’unica, nel senso, che faccio ti lascio per strada dopo tutto quell’entusiasmo?
    Potrei lasciare un bambino orfano a patire la fame, ma non il mio unico fan no, ecco.


    Sorrise ironico, seguendo con lo sguardo il cameriere che si avvicinava con la prima portata schioccando le mani quando si fermò davanti al loro tavolo, poggiandovi per primo il letto di brace in cui andava grigliata la carne.

    Ohhh!
    Ora si ragiona.


    Disse disponendo la prima fetta di carne sulla griglia.

    Riguardo i miei occhi il ninja lo prendi per hobby, vero?
    Così ad occhio e croce si direbbe che nessuno ti abbia spiegato gran che ne dei ninja, ne di come si procurano da mangiare, funzionamento del chakra a parte spero, altrimenti puoi prendere il vassoio al cameriere e dargli una mano.


    Impugnò le bacchette e girò la fetta per farla cuocere anche sull’altro lato.

    In caso contrario lo sapresti.

    La indicò con le bacchette prima di pescare la sua fetta, colorata al giusto punto e lievemente annerita in qualche punto, mettendola in bocca con la faccia di chi non aspettava altro da tutto il giorno.

    Tornando a noi.

    Interloquì dopo essere stato costretto al silenzio dal boccone di carne.

    Non sono tinti, non sono lenti, è… diciamo un piccolo dono, o meglio traccia.
    Sono il jinchuriki della volpe e anziché avere quei… baffi? Che aveva il settimo ho gli occhi del demone, un deciso tocco di stile in più.


    Fece un nuovo boccone e la guardò con una smorfia, come se pensasse.

    Ma dimmi, sai poco della vita ninja perché non ti importa farne parte oppure hai semplicemente beccato un allocco come sensei?
    Ah, e i capelli verdi sarebbero stati orribili, anziché curiosi, per cui di base ci hai guadagnato, meglio di nulla.


    Strizzò un occhio in segno d’intesa mentre, liberatosi dal fardello delle chiacchiere passando il discorso ad Haruko, potè finalmente dedicarsi alla cottura di una porzione degna delle sue dimensioni, gestendo la griglia meglio che un professionista del tetris. Un talento naturale.
     
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    Essere l'unica fan poteva portare a grossi vantaggi. Quale vip non vorrebbe coccolarsi i suoi fan e dargli tutto ciò che chiedono? Solitamente gli è impossibile per via del gran numero di persone che seguono tale idolo, ma nel suo caso poteva davvero "sfruttare" la situazione per ottenere quello che le pareva. Autografi, foto, gadget eslusivi... Peccato che non stesse seguendo un vero e proprio "vip", per quanto il capo villaggio fosse una figura di rilievo e sicuramente conosciuta da tutti. Perlomeno gli aveva rallegrato la giornata (forse).
    Non era difficile capire che Haruko aveva ben poco a che fare con l'ambiente ninja, cosa che solitamente non la turbava più di tanto, ma prendersi la strigliata dal Kage la fece vergognare un po'. Strinse un po' le spalle, distogliendo lo sguardo imbarazzata, non sapendo che scusa usare:

    -Mmmh. Beh... Sono un po' fuori corso, ecco. Avrei dovuto dare il mio esame mesi fa, ma non mi sentivo pronta. E quindi ho aspettato. Umh. Però durante tutto questo tempo non ho fatto nulla di produttivo. PERO'! Papà mi ha allenata! Anche se il sensei che ho avuto settimane fa ha detto che avevo bisogno di altro allenamento. Uhn, forse dovrei tornare a studiarmi la teoria.-

    Mangiò qualche boccone mentre Raizen riprendeva a parlare, spiegando il segreto dietro gli occhi colorati.

    -Oh! Si, questo lo sapevo! Cioè, sapevo dei jinchuriki, ecco. Diamine, li voleva proprio quegli occhi rossi. Uhm. Non c'è un altro metodo? Che ne so... Un piccolo demone pony? ...No, no, è troppo assurdo. Non potrei mai avere un pony che non posso nemmeno accarezzare.-

    Parlando più tra sè che con lui, tornò a concentrarsi sul suo cibo, notando che il kage la fissava perplesso. Con il boccone a gonfiargli le guance, si guardò a destra e a sinistra, prima di farfugliare un -..Cosha?-, cercando di capire cosa ci fosse di strano. Si imbarazzò di nuovo, lasciandosi consolare dal complimento ai capelli, per poi rispondere non appena mandò giù il boccone, ridacchiando imbarazzata:

    -Ehe! Ecco... Uhm... Diciamo che non... uhm. Entrambi, forse? Mi piace molto l'idea di seguire un team, aiutare i miei compagni, e, uhm, ecco... Hmm... Ho un po' paura. Sì, insomma, non è uno dei lavori più tranquilli, ecco. Immagino sia normale avere fifa per uno studente. Vedere i miei compagni sempre determinati mi da la carica, e papà non vede l'ora che io super finalmente l'esame, ma... Mi spaventa ciò che verrebbe dopo, ecco. ...P-PERO'! NON SI PREOCCUPI SIGNOR KAGE! L-le prometto che come ninja di questo villaggio e sua fan, supererò quell'esame! Le vacanze sono finite! Ehe! E' ora di riprendere gli studi!-

    Forse confessarsi in quella maniera non era poi l'ideale. Certo, ormai tutti i suoi amici sapevano come la pensava, però non davanti al grande capo. Il discorso le era uscito di bocca senza che nemmeno ci pensasse, le aveva fatto una domanda e aveva risposto con sincerità. La seconda parte del discorso era più forzata, chiunque lo avrebbe capito. Temeva di aver fatto una figuraccia, cosa che le bloccò lo stomaco. Restò a fissare il piatto per un po', avrebbe cercato volentieri di distrarlo con altre domande ma non riusciva a farsi venire in mente nulla.
     
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    Di nuovo nella Trappola







    Portò un altro pezzo di carne alla bocca con le bacchette dopo averlo intingo lato in un brodino tiepido portatogli dal locandiere.

    Insomma, sei una mezza cagasotto.

    Sputò quella sentenza con poco riguardo, come suo solito.
    E come suo solito si preparava a rettificare.

    Nel senso, non prendermi troppo alla lettera, ma insomma, un esame genin è meglio tentarlo che starsene a casa, basicamente non ci perdi nulla.
    Diverso è se si parla di paura.


    Questa volta il tono era più serio, persino di quando le aveva detto che era una cagasotto.

    La paura non è una cosa negativa, bisogna avercela se si vuole sopravvivere, io stesso ne provo.
    Credi forse che la mia forza mi impedisca di provare paura?
    Senza di essa mancherebbe il raziocinio necessario a giudicare una situazione obiettivamente e decidere di scappare anziché continuare a combattere contro un avversario più forte rischiando la morte.
    Certo, non deve essere soffocante, e va educata, ma la totale assenza di paura è per gli sciocchi, nessun ninja con una carriera decente alle spalle può dire che la paura non sia utile.
    Non sarebbe vivo in quel caso.


    Prese qualche secondo di pausa mentre dedicava la sua attenzione ad un nuovo pezzo di carne.

    Riprendere gli studi?
    No no, a te non servono studi, serve pratica, di quella vera.
    Nei libri non ci trovi un cazzo.
    Calci, pugni e schiaffi, ecco cosa serve.
    E per dio, son riuscito a far sporcare le mani ad una principessa lo farai pure te.


    Già, facile dirlo.
    Al momento non aveva nemmeno uno straccio di missione adatta ad uno studente.
    Il terrore quasi gli fece andare di traverso un boccone quando realizzò che a causa di quelle parole, scappategli letteralmente di bocca, ora avrebbe dovuto tornare ad addestrare qualche schiappetta in prima persona.

    Mhmh… ahah…

    Che cazzo ridi pezzente?!?
    È come interagire con un bambino, ogni singolo passo devo stare attento a non atomizzarla in qualche maniera orribile!


    AHAHAHAHAH!

    PIANTALA HO DETTO!

    Ma ormai il demone era partito per la tangente, evidentemente memore di quanto Raizen fosse poco adatto a quel ruolo con i suoi modi bruschi e spesso troppo severi, e conscio che il destino complottava contro il suo portatore, mettendolo periodicamente alla prova, prova che periodicamente il Colosso falliva, cadendo nella trappola degli studentelli alle prime armi.
    Si mangiò qualche imprecazione insieme agli ultimi bocconi di carne.
    Si fregò sulla fronte pensieroso prima di parlare nuovamente, dopo una smorfia che pareva dovuta ad un qualcosa che lo infastidiva particolarmente.

    Senti qua.

    Interloquì fugando gli ultimi dubbi.

    Tra qualche giorno ad Otafuku ci sarà una grossa sfilata in maschera, penso l’abbiano adottata per incrementare il turismo e pare funzioni pure, molto colorata, allegra, rumorosa.
    Insomma, attiva.
    E ci sta pure qualche interessante evento che potrebbe aiutarti, diciamo che possiamo unire l’utile al dilettevole.


    Certo, dilettevole voleva dire che l’avrebbe gettata in mezzo ad una scazzottata in maschera tipica di quell’evento, ma non era importante dirglielo ora.

    Hai due giorni per prepararti, al termine ti aspetto alla porta del villaggio, dieci del mattino, che prima non riesco ad alzarmi.

    Ammise candidamente.

    Informati un po’ sulla festa in maschera e procura due costumi per mimetizzarci al meglio, consideralo la preparazione alla missione.

    Si alzò dopo aver consumato qualche chilo di carne e lasciando una banconota di pezzatura quasi inusuale all’oste.

    Bisogna aiutare sti poverelli.

    Si sarebbe giustificato.

    Queste piccole realtà vanno scomparendo, nessuno apprezza più un piatto ignorante come si deve, ma tutti sono concentrati a saziare l’occhio, come se si mangiasse con quelli.
    Invece Genjo qui ha ingredienti prelibati e saporiti che magari ti sbatte un po’ sul piatto, ma questo non gli toglie l’ottimo sapore.


    Mentre parlava gli venne in mente un evento speciale per quel concorso che avrebbe presto proposto all’ente per la promozione del turismo di Otafuku, qualcosa di non troppo faticoso che non gli sarebbe costato troppo realizzare.
    Sorrise.
    Pregustava qualcosa, anche se non era dato sapere cosa.
     
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    Non che Haruko si impegnasse a nascondere le proprie emozioni, ma non si aspettava che gli sputasse in faccia il suo parere in quel modo. L'unica reazione fu un rossore invadente sul volto, portandola a stringersi le mani tra loro, non sapendo bene come rispondergli. Non poteva mentire, non davanti ad un qualcosa così ovvio. Poteva al massimo ribattere con "non è l'esame in sè che mi spaventa, ma ciò che ne viene dopo", ma il discorso non sarebbe cambiato.
    Raizen non si dimostrò così insensibile dopotutto, facendo un serio discorso riguardante la paura. Haruko lo ascoltò con attenzione, infilandosi in bocca un pezzetto di carne ed ascoltandolo in silenzio, con gli occhi lucidi, sentendosi sempre più determinata dopo quel discorso.

    -Fignor Raizen, io... uhm. Grazie per questo discorso. Mi sento molto meglio! Mi sento... Determinata! Sì! Riprenderò a...-

    Venne interrotta, con un ottimo tempismo, visto che il colosso le stava sconsigliando di fare ciò che lei stava per dire. Niente libri. Solo combattimenti.
    Un brivido le attraversò tutta la schiena.

    -Ehe! ...Schiaffi, eh?-

    Quasi istintivamente, si guardò le mani, confrontandole con quelle del Kage. Va bene, le sue dimensioni erano tutto fuorchè comuni, ma lei era piuttosto minuta, pensare di fare a botte con qualcuno più grosso di lei la irrigidiva sul posto, soprattutto se questo qualcuno era uno sconosciuto che probabilmente non ci sarebbe andato leggero. E come se non bastasse, sembrava che Raizen stesso volesse prendersi la responsabilità della cosa. Impanicandosi, non sapeva bene come sfuggire da quella situazione, non poteva certo dire al suo capo ed attuale idolo che non le andava di farsi addestrare.

    -Uh... Ma... I-i suoi impegni da capo villaggio, io non so se... Cioè, non vorrei farle perdere tempo, ecco, non crede che dovrei invece...-

    Interrotta di nuovo. Interrotta con una notizia che pareva tutto fuorchè un allenamento. Una grande festa mascherata, con probabilmente cibo, musica, balli, e divertimenti. Che con pugni e calci intendesse lo spintonarsi per raggiungere il posto con la visuale migliore?

    -Oh! Ooooh! Questo cambia tutto, io credevo... no, nulla! Sì, certamente! Sarò puntuale! Le porterò tutte le informazioni che sarò in grado di trovare, signore! E troverò un costume perfetto per l'occasione! ...Ha preferenze? Le porterò i migliori travestimenti che abbia mai visto, signore!-

    Determinata come non mai, mangiò l'ultimo boccone di carne fissando il vuoto con gli occhi a stellina, pregustando la festa in arrivo. Certo, perchè era quello che le era stato fatto capire. Se si fosse lasciato sfuggire qualcosa sulle sue reali intenzioni, Haruko avrebbe tentato di svignarsela in ogni modo possibile. Non le sarebbe dispiaciuto allenarsi in quello, saper schivare e sfuggire a determinate azioni e/o situazioni l'avrebbe messa a suo agio. Seguì il colosso fuori dal locale, ammirandolo per la generosa somma di denaro data all'oste, ed ascoltando con ammirazione il successivo discorso.

    -Sapevo di aver scelto bene il mio idolo.- commentò, con gli occhi lucidi e colmi di ammirazione. Fece per salutarlo, quando si ricordò del vero motivo per il quale era arrivata fino a lì. Dopo essersi data uno schiaffetto sulla fronte, esclamò:

    -Ah! I miei autografi!! Stavo per dimenticarmene!-

    Lo seguì fino al palazzo dell'amministrazione, dove avevano abbandonato alcuni cloni che firmassero i suoi foglietti per gli autografi. Ammirò la magliettina con l'inchiostro ormai asciutto, mettendola subito sopra i suoi attuali vestiti, e recuperando rapidamente tutti i foglietti prima di fuggire di corsa.

    -Grazie finti Raizen! ...Che gli autografi valgano lo stesso se fatti da dei cloni? Mmh... Oh! Sì! Arrivederci signor Raizen! Le porterò tutto ciò che mi ha chiesto!- Alzò la mano portandola sulla fronte, ben tesa, ma ciò le fece scivolare a terra una miriade di foglietti autografati. -...Ops! Le farò trovare tutte le informazioni possibili!- Raccattò tutti i foglietti possibili velocemente, mettendosi a correre entusiasta verso casa. Prima che fosse troppo lontana, Raizen fece in tempo a sentire una sola frase, che andava ad affievolirsi mentre la ragazza correva via:

    -Naomi!! Non ci crederai mai, indovina che è successo oggi! Passo da te a raccontarti tutto!!-
     
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    Raizen guardò Haurko per tutto quell’iperattivo lasso di tempo, seguendola con lo sguardo e rimanendo quasi ipnotizzato dalla sua parlantina.
    Decisamente esagerata.

    Comunque va bene Raizen, o decimo o Hokage, ma signore proprio no.
    Fa tanto sadomaso, hai presente no, signore padrone… schiavo?
    Quei feticismi da checche un po’ troppo spinti che fanno un po’ ribrezzo insomma.
    Un po’ troppo ribrezzo.


    Si perse per qualche istante in chissà quali pensieri per poi uscirne con una faccia mista tra disgusto e negazione.

    Scelgono tutti bene, quando scelgono Raizen.

    Si aggiustò il mantello sulle spalle stirandone le pieghe mentre Haruko si ricordava dei suoi autografi.

    Ah, già quella roba.

    Disse con tono piatto mentre si dirigevano a prendere i fogli autografati.
    A quanto pareva il suo clone si era divertito a personalizzare la firma facendo diventare la “I” di Ikigami una saetta che dava alla firma quel tocco di rockstar che all’Hokage non dispiacque.

    A volte mi sorprendo.
    MA!
    Non provare a disfarti ora, mi metteresti sulle spalle ore e ore di autografi, vai a svagarti, a farti un giro, divertiti e poi dissolviti, ma non prima, altrimenti mi fai andare di traverso il pranzo.


    Il clone annuì soddisfatto e si allontanò, andando a passare il tempo chissà dove, allontanandosi verso il cancello delle mura, mentre Haruko strillacchiava qualcosa a qualcuno, mentre era ancora alla portata delle orecchie di Raizen, che parve non essere troppo entusiasta di quelle rivelazioni.
    Si munì di penna e carta per poi avvolgere il messaggio attorno ad un grumo di terra compatta preso da una aiuola li vicino.

    Dovrebbe andar bene.

    Non troppo pesante e nemmeno duro, di fatto si sarebbe sfaldato a contatto col corpo, un messaggero perfetto che di li a pochi istanti sarebbe schizzato verso la testa di Haruko.

    Sii più ninja.
    Cuciti la bocca.


    Un messaggio tele grammatico, ma chiaro dopotutto.
     
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