Sussurri tra i boccali.

[Free GdR per Sho e Ryose - QM Ade Geist]

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  1. Ade Geist
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    ~ The Red Capes are coming!

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    Bosco dei Picchi - ore 20.15



    Lo sfregiato ninja che si faceva chiamare Teschio era uno shinobi dalle grandi potenzialità. Aveva sempre servito l'Accademia per anni, coordinando le missioni di supporto e sostegno nell'ombra, proprio come aveva detto ai fratelli Saitama. Quello che aveva omesso era il fatto che l'Aimedacca fosse cresciuta così tanto da esser diventata molto più temibile dell'Accademia stessa. Qualche anno addietro infatti, fu decisione dell'istituto comune dei quattro villaggi ninja smantellare l'Aimedacca, temendo che il mezzo potesse diventare più potente del mandante. E questo a Teschio non piacque affatto. Aveva le sue idee, era un uomo d'onore, ci teneva particolarmente alla riuscita delle missioni ed alla pace globale, anche se su questo argomento ha sempre avuto un'opinione poco condivisibile. Quando la sua istituzione-ombra fu sciolta, lui convinse tutti i suoi sottoposti a non lasciarlo: ufficialmente l'Aimedacca non esisteva più ma quel gruppo di shinobi in realtà era più unito che mai. Facendo ciò che meglio era capace di fare, cioè rimanere nell'ombra, Teschio osservò le operazioni militari in silenzio finché non ritenne opportuno intervenire a supporto di qualcuno le cui idee erano, a suo parere, rivoluzionarie: Gojira Igashi. L'uomo era uno scienziato che aveva scoperto come ... no, questo non è il caso di raccontarlo ancora. Stavamo parlando di Teschio, rimaniamo concentrati su di lui.
    Come aveva mostrato a Sho ed Oda, egli poteva evitare il jutsu spaziale che affliggeva la zona dove si trovavano; il bosco dei Picchi era un'area molto vasta, tuttavia, e quindi, per tornare alla secreta spelonca dell'Aimedecca, doveva percorrere ancora molta strada. Quando però riuscì a superare la barriera, un uomo bendato, con un sigaro in bocca e senza un braccio, una statuaria bionda ed un piccolo ma massiccio uomo dai capelli canuti lo stavano aspettando.

    "Mi chiedevo quando ci saremmo incontrati."

    Disse subito Teschio. Nessuno parve rispondergli.

    "Alla fine i nostri obiettivi sono affini, perché non uniamo le nostre forze?"

    Questa volta la risposta arrivò immediata: l'uomo bendato e senza braccio lanciò nella sua direzione il sigaro che aveva in bocca: questo esplose in una nuvola di fumo il quale fu immediatamente manipolato dalla bionda ragazza in una gigantesca mano che lo avvolse e capovolse.

    "Nessuno di noi qui ha obiettivi affini ai tuoi. Nessuno vuol avere a che fare con te."


    Disse l'uomo bendato. Con un cenno della mano, poi, indicò agli altri di seguirlo. La ragazza avrebbe portato lo sfregiato con loro, sempre a testa in giù, e sempre avvolto in quella gigantesca mano di fumo.




    Da Deirumi il sudicio - ore 20.30


    Se c'era una cosa sicura in quella situazione è che qualcuno sarebbe morto. Forse non Oda, ma non ne sarei così sicuro, a questo punto della storia. L'uomo-albero, comunque neanche se la stava passando bene. Era riuscito ad afferrare il jinchuuriki, era riuscito a colpirlo finanche col suo martelletto ma niente da fare: la spessa cotta di maglia che portava sotto le vesti aveva ben attutito il colpo e la punta di cui aveva dotato l'arma arborea a niente era servita. Nonostante la netta superiorità di Sho, Oda cercava di difendere il mostro che era diventato il torturatore di Konoha con una salva di cocci appuntiti. L'uomo col martello dal suo canto, aveva realizzato che fosse arrivato il momento di sfoderare l'arma di cui era stato dotato. L'incredibile forza che il portatore poteva sprigionare, lasciò l'uomo incapace di mantenere la presa che aveva portato: in quel momento sia la prima, sia la seconda salva di cocci si conficcò in tutto il corpo del colosso, sia il fratello ospitante il Gobi penetrò a mano tesa il suo ventre; Sho fu ricoperto dagli schizzi del sangue causati dal fratello, poi fu inondato dalle membra che uscivano dal corpo del suo nemico. Ma non poteva sapere quello che aveva scatenato. Quando cercò di afferrare i suoi organi interni, notò infatti che pareva non essercene. Aveva sfondato un duro blocco di legno, però.
    Il volto dell'uomo col mantello iniziò a sciogliersi come plastica esposta al fuoco: si vide dapprima la pelle calare, poi i muscoli dissolversi come gas all'aria aperta, ed infine il fitto strato di legno di cui il corpo del ninja era dotato venne allo scoperto. Contrariamente a quanto ci si aspettasse, quella specie di scheletro vegetale si crepò, spaccandosi, lasciando intravedere ciò che davvero era al suo interno: un cadavere quasi totalmente putrefatto. Aveva ancora i vestiti, ed anche i propri oggetti personali.
    Quel che Sho avrebbe notato, però, una volta tolto il braccio dall'interno del corpo di quell'uomo era una specie di fungo che stava cercando di cibarsi della sua pelle e di creare un buco per penetrare nel suo corpo.
    Avrebbe potuto toglierlo, oppure avrebbe potuto lasciare che esso si fosse nutrito della sua carne e rintanato sotto la sua epidermide.
    Se avesse scelto di toglierselo, avrebbe notato che sarebbe semplicemente bastato staccarlo e lanciarlo via. Questo, però, a sua volta, avrebbe agito in modo del tutto peculiare: che lo avesse lanciato fuori o che semplicemente l'avesse gettato a terra, toccato il pavimento si sarebbe gonfiato a dismisura e sarebbe esploso in un liquido melmoso molto, molto insidioso. Se invece avesse cercato di lanciarlo via dalla porta aperta, il fungo sarebbe esploso a mezz'aria, portando agli stessi effetti: un liquido verde ed oleoso, nonché maleodorante e disgustoso, avrebbe ricoperto l'intera stanza.
    La Barriera su cui i due gemelli si erano rintanati aveva permesso loro di starsene al sicuro e di non venir toccati dalla melma. Tuttavia essa si era spanta uniformemente su tutta la circonferenza della barriera in cui si erano rinchiusi. Ma questo non era, alla fine, importante. La sfera si ingrandì di qualche centimetro, leggerissimamente, poi prese letteralmente fuoco e, con un fastidiosissimo stridio ed immenso bagliore, scomparve. E con essa i gemelli, ovviamente. Una zona circolare della grandezza della tecnica era l'unica in tutta la stanza ad essere senza melma.
    Questo fungo sarebbe inoltre immediatamente cresciuto sulle pareti, chiudendo tutte le vie di fuga verso l'esterno. Se avessero provato ad attaccarli con armi da taglio, la melma si sarebbe comportata come se avessero provato a tagliare l'acqua. Se avessero provato a sfondarla tramite il chakra questa si sarebbe potenziata ed espansa, andando a diminuire sempre più lo spazio vitale della stanza. Era, in poche parole, una pessima situazione. Ma c'era ancora una via d'uscita. O forse d'entrata?



    OT/ Divertitevi. :guru: /OT

    Edited by Ade Geist - 18/3/2016, 12:53
     
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