Sangue Avvelenato

Missione di rango B - Sho e Oda

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    Dolce euforia





    Non passò molto tempo da quando avevo dato vita al mio piano a quando un energumeno si presentò davanti alla mia cella.
    Dall'aspetto, simile a quello di un gorilla sotto l'influsso di anabolizzanti, riconobbi che era uno degli uomini che ci avevano assalito; l'uomo aprì la porta della cella e si avvicinò a me per controllare la ferita che avevo simulato, aspettai fino a che non tentò di toccarmi, a quel punto era abbastanza vicino per permettermi di passare alla fase due.
    Con tutta la forza che avevo in corpo sferrai un calcio destro al collo dell'uomo , perpendicolarmente alla sue colonna vertebrale, in modo che la potenza si concentrasse nel disco intervertebrale situato tra C3 e C4.
    Sentii scricchiolare sotto la potenza dell'impatto, poco dopo l'uomo collassò a terra, se non era morto era sicuramente impossibilitato a presentarmi ulteriori problemi, non avrei però certo abbassato la guardia, già una volta lo avevo visto rialzarsi da situazioni nelle quali un essere umano normale sarebbe rimasto incosciente per giorni.
    Decisi di assicurarmi della dipartita del gorillone , quindi mi alzai e con forza colpii il collo dell'uomo a terra con il calcagno, ripetetti il movimento fino a quando non fui sicuro che delle vertebre non fosse rimasto altro che polvere.

    -Adesso vi tiro fuori ragazzi, ce la possiamo fare.-

    Dissi ai miei due compagni mentre cercavo le chiavi delle loro celle tra quelle addosso all'uomo morto (?).
    Posi una mano sulla schiena di Yoma in segno di conforto, era solo un ragazzino, quella cosa lo avrebbe segnato per sempre.
    Sasaki, l'altro ragazzo, suggerì che le chiavi della porta blindata, assenti nel mazzo che avevo in mio possesso, potessero essere nel barattolo che si trovava davanti a noi, immerse in un liquidi verde.

    -State lontani, le prendo io.-

    Dissi dirigendomi verso di esso.

    "Che sia acido? Non posso rischiare di perdere una mano infilandocela, ma è impossibile prendere la chiave senza estrarre il liquido."

    Presi la mia decisione ed aprii il barattolo per poi versarne a terra il contenuto.
    Non era acido, ma una sostanza dalla quale emerse una specie di miasma che saturò l'aria in pochi attimi.

    -NON RESPIRATE!-

    Gridai ai miei due compagni di sventura per poi tapparmi la bocca, ma era troppo tardi, vidi in loro, così come in me, segni di malessere e nausea, qualunque cosa fosse ci era già in circolo , dovevamo uscire di lì il più in fretta possibile.
    Presi la chiave da terra ed aprii la porta blindata per poi lanciarmi fuori dalla stanza alla massima velocità di cui disponevo.
    Yoma e Sasaki uscirono subito dopo di me, le torture che avevano subito sembravano aver segnato i loro corpi molto più del mio, potevo vedere su di loro i segni delle operazioni , perché io non ne avevo? Che il mio organismo fosse diverso, come sosteneva la fole scienziata che mi aveva avuto sotto i ferri?
    Pg_folle
    In pochi secondi l'aria velenosa uscì dalla stanza, chiudemmo la porta, ma la nebbia verde sembrava replicarsi ed espandersi in continuazione, in poco tempo invase l'intero corridoio nel quale eravamo sbucati.
    Improvvisamente i miei due compagni furono colti da spasmi, simili la crisi epilettiche, e cominciarono a sbavare fino quasi ad emettere schiuma dalla bocca.

    "Che sia questo l'effetto della sostanza che abbiamo inalato? CHE COSA ESILARANTE!"

    Fui pervaso da un senso di malsana euforia, sentii il sangue pompare nelle mie vene, colmo di eccitazione mi toccai il volto e , incredulo, percepii che la mia faccia era bloccata in un'espressione di folle euforia.
    Sembrava che il mio organismo avesse reagito diversamente all'esposizione del veleno, cosa mi era stato fatto?
    Dopo un ringhio feroce, i due ragazzi, simili a cani affetti da rabbia, si avventarono contro di me con un'innaturale velocità.
    Tutto si fermò, come sospeso nel tempo, e mi sentii trascinare nelle profondità del mio spirito, il Gobi mi aveva richiamato.
    Ancora una volta mi trovai davanti alla sua cella ma, a differenza delle altre occasioni in cui lo avevo incontrato, il demone davanti a me non sembrava infuriato, folle, o provare odio nei miei confronti: era preoccupato, spaventato.
    Leggevo la paura nei suoi enormi occhi gialli e neri, il terrore di trovarsi nuovamente in un corpo inerme, impossibilitato anche al più piccolo dei movimenti, un corpo praticamente morto, come era stato quello di Keita.
    Dalle sbarre fuoriuscì una delle sue code e si protese verso di me, mi stava offrendo il suo potere per sopravvivere a quella direzione, ma avrei potuto gestirlo senza dover per forza uccidere quei due ragazzi? In quel momento ero in me, ma non appena fossi uscito dal mio subconscio sarei tornato vittima dell'euforia indotta dalla sostanza velenosa, alla qualche si sarebbe andata a cumulare la furia prodotta dal potere demoniaco.

    "Ti ho promesso che non avrei permesso che ti riaccadesse una cosa del genere."

    Dissi al demone riferendomi ai fatti di Keita.

    "Siamo legati in maniera permanente, insieme in questa situazione così come in tutte le altre, ci dobbiamo coprire le spalle a vicenda."

    Presi quindi con forza la coda del Gobi e fui abbagliato dall'immensa luce che ne scaturì.
    Ero tornato nel mondo reale, il tempo ripartì e con esso riapparirono tutte le condizioni che avevo supposto.
    Sentivo nel mio corpo una forza mai vista prima di allora, mista all'eccitazione più pura.
    I due miei ex compagni stavano portando il loro attacco, la cui velocità sembrava improvvisamente diminuita.
    Schivai con relativa facilità l'assalto aereo di Sasaki abbassandomi in avanti sia col busto che con le ginocchia, in modo che atterrasse dietro di me, mentre accettai di buon grado che Yoma mi prendesse le braccia, permisi infatti che questo mi afferrasse gli avambracci poco sotto il gomito e , non appena lo avesse fatto, avrei provato a mia volta ad avvolgere le mie mani intorno ai suoi per poi stringere con forza.
    Yoma si protese in avanti e tentò di mordermi il volto, nella sua bocca erano comparse delle zanne al posto dei canini.

    -MERAVIGLIOSO! SUBLIME! AHAHAHAHAHAH!-

    Urlai spingendo in avanti le braccia in modo da spingere l'avversario in dietro [Considero la spinta anche se non riesco a prendergli gli avambracci, visto che comunque lui tiene i miei], le sue fauci schioccarono chiudendosi a pochi centimetri dalla mia faccia.

    -Sembra che adesso tocchi a me non trovi?-

    Avrei detto , sempre con il sorriso malsano stampato sul volto.

    Se la mia precedente azione di afferrare gli avambracci di Yoma fosse andata a buon fine avrei ruotato su me stesso, trascinandomelo dietro, in maniera simile ad un padre che fa fare il giro tono al proprio figlio, utilizzando il chakra per potenziarmi [Mediobasso, Forza 700].
    Lo scopo era colpire Sasaki con Yoma sfruttando il momento generato dal giro su me stesso per aumentarne la potenza.
    Anche se non avessi colpito Sasaki avrei comunque continuato il movimento fino a sbattere Yoma sul muro, era il mio giocattolo adesso.
    Sia che il primo colpo fosse andato a buon fine , sia che fosse fallito, avrei provato a colpire nuovamente Sasaki con Yoma, prima alzando quest'ultimo per poi abbatterlo sulla colonna vertebrale del suo compagno.

    Se invece la presa iniziale non fosse andata a buon fino avrei provato a colpire Yoma con un calcio frontale portato dalla mia gamba destra circa all'altezza del plesso solare. [Mediobasso, Forza 700]
    Dopo quel colpo avrei poggiato in avanti la gamba destra, durante il completamento del movimento del calcio, per usarla come perno su cui ruotare, avrei infatti compiuto una rotazione su me stesso di centottanta gradi per provare a colpire Sasaki, che si trovava alle mie spalle, con un calcio orizzontale portato dalla gamba sinistra, alzatasi durante il movimento rotatorio, circa all'altezza del fianco, se si fosse trovato in piedi. In caso fosse stato accucciato l'altezza sarebbe stata più o meno quella della testa.

    "AHAHAHAH ANCORA, ANCORA, GIOCHIAMO DI PIU'!"

    Ero chiaramente fuori di me, ma non riuscivo a mettere un freno a quella folle gioia che mi spingeva ad uccidere quelli che prima erano i miei poveri compagni.


    Consumo : 2 Bassi (in ogni caso)
     
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45 replies since 17/10/2015, 22:39   885 views
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