Sangue Avvelenato

Missione di rango B - Sho e Oda

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    Il respiro diminuiva di intensità mentre il chakra del demone lasciava il mio corpo, anche il battito cardiaco ritornava normale e sentivo la muscolatura decontrarsi , stavo rientrando in me, sfortunatamente in tempo per vedere ciò che avevo fatto.
    La forza che mi aveva fornito il demone era decisamente superiore a quella che mi aspettavo, avevo messo fuori gioco entrambi i miei sfortunati compagni di missione, osservai i loro corpo distesi al suolo e cercai di constatare gli effettivi danni che gli avevo causato.

    "Cazzo, non volevo fargli così male..."

    Pensai inginocchiandomi su Yoma per osservarlo meglio.
    Gli arti di entrambi sembravano lussati o rotti, ma questo non era un problema eccessivo, se non altro non mi avrebbero potuto riattaccare nel caso il veleno nei loro corpi non avesse terminato il suo effetto.
    Yoma era quello messo decisamente peggio, aveva un respiro rapido e superficiale, percepii inoltre un gorgoglio e del sangue nella bocca, probabilmente una costa aveva perforato un polmone.

    "Cazzo cazzo cazzo!"

    Cercai di sistemare il problema in modo che, per lo meno, non peggiorasse [conoscenza chirurgica] prima di prenderlo sotto braccio e caricarmelo sulla spalla destra, successivamente presi anche Sasaki e lo caricai invece sulla spalla sinistra.

    -Non vi lascio qui, non lo posso fare, sono il vostro capo...-

    Sussurrai incamminandomi con i due ninja sulle spalle per proseguire nel corridoio in cui ci trovavamo.
    Sentivo l'effetto del primo veleno svanire e con esso percepii un profondo senso di tensione attanagliarmi le viscere, se non altro avevo riacquisito le capacità cognitive necessarie ad un pensiero lucido.
    Percorsi una distanza indefinita prima di trovarmi davanti ad una stanza, poggiai i miei due compagni a terra e cercai la chiave nel giusta nel mazzo che avevo, fortunatamente c'era e quindi riuscii ad aprire la porta senza problemi.
    Sentii nella mia mente la voce del demone, aveva paura, molta più di quanto non ne avessi io, era una situazione assurda, pensare che una creatura tanto spavalda e potente come il cinque code si ritrovasse ad essere più terrorizzato del semplice umano che ero io.

    "Calmati, ti ho promesso che ti porterò fuori di qui a tutti i costi, non ho intenzione di rimangiarmi la parola data, ti dimostrerò una volta per tutte che ti puoi fidare di me, magari alla fine sarai anche disposto a dirmi il tuo nome."

    Entrai nella stanza che avevo appena aperto lasciando indietro i due compagni, volevo controllare che non ci fossero pericoli prima di trasportarviceli, pareva che le mie preoccupazioni fossero fondate.
    Non appena compii il primo passo nella stanza sentii la mattonella su cui avevo il piede destro sprofondare, una trappola a pressione, in un batter d'occhio fui colpito da circa quindici spiedi, non li stetti a contare, che penetrarono nella mia pelle [Ferita Mediograve], fu come se mi fosse stato iniettato dell'acido nel tessuto muscolare.
    Fui incapace di trattenere un grido di dolore, d'istinto strappai dalle mie carni le armi ma la sostanza della quale erano impegnate era già presente nel mio organismo, contrassi tutti mi muscoli del mio corpo come meccanismo di sopportazione di un dolore che non pensavo neppure possibile, eppure qualcosa di strano stava accadendo al mio organismo, anche il Gobi se ne era accorto.
    Dalla sensazione che provavo mi sarei aspettato di vedere le mie carni sciogliersi o bruciare eppure era l'opposto che stava accadendo, mi stavo curando, i piccoli tagli, le contusioni e persino i buchi fatti dagli spiedi, tutto si richiudeva e sistemava al prezzo di un inimmaginabile dolore.

    "Che..che diavolo? Cosa mi hanno fatto? Che mi succede?"

    Mi chiesi confuso.
    Arretrai fuori dalla stanza cercando di riprendermi da quel dolore, osservai con attenzione l'aspetto che questa aveva.
    Sembrava ristuccata da poco, pareti e soffitto avevano lo stesso aspetto del pavimento, probabilmente quel luogo era pieno di trappole come la prima in cui ero caduto, l'unica uscita sembrava una rampa di scale simile a quella necessaria per entrare nella stanza, ma come potevo percorrere quella distanza, per giunta trasportando due feriti inermi.
    Ancora una votla il demone mi venne in soccorso offrendomi il suo potere, voleva che corressi, che saltassi, che lasciassi lì i miei compagni, non potevo però permetterlo, dovevo pensare a qualcos'altro.

    "Analizza tutto, respira, pensa."

    Chiusi gli occhi e feci un profondo respiro, dovevo usare il cervello piuttosto che la forza o la velocità.
    Ripercorsi con la mente tutti i dettagli che mi avevano condotto in quel luogo esprimendo una smorfia al ricordo del dolore provato poco tempo prima, poi un'idea si creò nella mia mente.

    -Il tizio che ho steso nella cella...-

    Sussurrai.
    Lui era abbastanza pesante, avrei potuto usare il suo corpo per attivare le trappole a pressione!

    "Accetto il tuo aiuto, come sempre, sarò sicuramente più veloce nei miei movimenti."

    Ancora una volta tesi la mano verso la coda che il demone mi aveva porto, il mio corpo immediatamente venne irrorato da una grande forza e velocità, sentivo di poter sconfiggere qualunque nemico in quel momento, ma dovevo riuscire a mantenere il focus nonostante l'influenza demoniaca.

    "Resisti Sho, resta concentrato."

    Dipinsi nella mia mente l'immagine dei miei compagni feriti, bisognosi del mio aiuto, quello mi avrebbe fatto da ancora per mantenere la ragione, non potevo permettere che un'alterazione del mio animo causasse loro altri danni.
    Scattai velocemente utilizzando le forze ottenute dal contatto demoniaco ed in men che non si dica mi ritrovai nella stanza nella quale ero all'inizio, sembrava che il bestione fosse ancora lì.
    Senza esitare lo sollevai poggiandolo sulle spalle con una facilità che mi sorprese, poi ripartii a corsa verso la stanza che, speravo, mi avrebbe condotto un passo più vicino alla salvezza.
    Scansai i corpi dei miei due compagni e gettai l'enorme uomo sulle mie spalle all'entrata della stanza in modo che premesse le mattonelle per far scattare le trappole.

    Se la strategia fosse funzionata avrei aspettato la fine della selva di spiedi per riprendere il corpo , avanzare nello spazio in cui aveva già fatto scattare le trappole ed infine rigettarlo in avanti.
    In questo modo avrei creato una specie di corridoio al centro della stanza nel quale le trappole erano già state fatte scattare, in questo modo avrei potuto tornare indietro a prendere Yoma e Sasaki per poi ripercorrere la via sicura e dirigermi verso la successiva stanza di quello che aveva tutto l'aspetto di essere un dungeon.

    Se invece il sistema non avesse funzionato avrei caricato l'omone sulle mie spalle in modo che la sua sinfisi pubica fosse situata dietro il mio collo, in questo modo la pare inferiore del suo corpo avrebbe coperto il mio fianco sinistro mentre quella superiore avrebbe coperto il mio fianco destro.
    Utilizzando quella protezione umana avrei provato a trasportare un compagno ferito alla volta, ripercorrendo sempre lo stesso per corso, verso l'uscita della stanza.
     
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