Pic Nic nel Paese del Ferro

Free/Add Hoshi e Nakora

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  1. Nevi
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    HrEKxIv
    Il resto della serata passò in maniera piacevole e anche abbastanza rapida, fortunatamente difatti Hoshi notò la stanchezza di lei e per tanto non volle insistere nel continuare ad andare in giro per quel villaggio.
    In un certo senso le dispiaceva limitare la sua libertà, però sicuramente aveva apprezzato la preoccupazione nei suoi confronti e per tanto si può dire che non mancò di farglielo notare una volta tornati nelle loro stanze.
    Nonostante questo però quando finì per addormentarsi davvero, tutta la stanchezza e lo stress accumulato in quella giornata si fecero sentire tramite il suo russare. Un qualcosa che di sicuro non si addiceva ad una ragazza.
    La mattina successiva l'idea di affrontare l'ultimo pezzo di strada tra la neve e il gelo, non aiutava di certo a far crescere la voglia di incamminarsi che già pareva mancare ai due.
    Dopotutto si stavano facendo più una sorta di vacanza che altro, di conseguenza costava una certa fatica rimettersi in riga ricordandosi che erano li in realtà per una missione vera e propria.
    In ogni caso dopo essersi vestiti e preparati trascorsero ancora del tempo all'interno del villaggio, comprando vestiti e altri accessori più consoni alla strada e agli ostacoli che da quel momento in poi avrebbero dovuto affrontare.
    In particolare il rosso si soffermò su una bancarella, questo mentre lei era distratta a guardarsi attorno vedendo se c'era qualcosa che la poteva incuriosire.
    La voce di Hoshi la portò a guardare davanti a lei, vedendo così il suo compagno che le si avvicinava con una sciarpa incitandola a provare.
    Purtroppo era proprio in momenti come quelli che non sapeva bene come comportarsi per assurdo, difatti balbettò appena qualche parola senza alcun significato in particolare ritrovandosi così con il rosso che le aveva avvolto attorno al collo la sciarpa. Questa era di un nero chiaro e un lembo terminava ricadendole in parte sul petto, sospinta leggermente dal vento.
    Se la guardò un paio di secondi, sbattendo le palpebre incerta per poi tornare a guardare Hoshi che le aveva appena fatto un complimento.
    Le gote divennero visibilmente rosse, tant'è che fece per nascondersi nella stessa sciarpa che l'altro le aveva regalato. Distolse anche leggermente lo sguardo, però visto il tono con cui parlò e le parole che disse, per il rosso fu semplice capire quanto avesse apprezzato la cosa.

    Hm... Grazie Hoshi. Però non ti aspettare che non ricambi prima o poi eh!

    In particolare quando disse l'ultima frase come per sviare l'attenzione dalla sua reazione, voltò di scatto la testa guardandolo - per quanto le fosse possibile, vista la situazione - con fare serio.
    Comunque sia al termine di quella breve ma piacevole scenetta, ascoltò quanto ebbe da dire l'altro annuendo brevemente e mettendosi così in cammino.
    Presto si lasciarono alle spalle il villaggio e una volta fuori iniziarono a spostarsi molto più velocemente, per quanto ovviamente fosse possibile a lei in primis.
    Durante il viaggio alternò un po' d'allenamento tra il cubo geometrico datole da Hoshi e la moneta per il controllo del chakra. Tuttavia visto che ormai erano già diversi giorni che si allenava con quei meccanismi, era riuscita ad arrivare a fare il tutto molto più velocemente rispetto al solito.
    Le molle e i vari tasselli non schizzavano più da una parte all'altra, al massimo capitava che sbagliava a inserire un pezzo da una parte e di conseguenza non accadeva nulla, però era questione di pochi minuti prima che capisse dove effettivamente aveva sbagliato così da correggersi.
    Per quanto riguardava la moneta la cosa si rivelò essere un po' più complicata, difatti dovette passare i primi tentativi cercando di ricordarsi il procedimento esatto che aveva compiuto il giorno prima. Successivamente però e una volta riuscita a superare questo primo ostacolo, iniziò ad allungare sempre di più i tempi durante i quali riusciva a tenerla appiccicata alla propria pelle, finchè la cosa non divenne quasi automatica.
    La parte restante del viaggio invece la passò cercando di conservare le energie, conscia che comunque la strada era lunga e anche abbastanza difficile da percorrere. Il freddo era decisamente qualcosa a cui non era abituata, mentre la neve rendeva difficile spostarsi agilmente da una parte all'altra, affaticando così maggiormente in due.
    Dopo un po' di tempo arrivarono infine davanti ad una sorta di parete rocciosa tant'era ripido quel punto. Stava già cominciando a farsi un'idea su che cosa avrebbe dovuto fare di li a poco, e come per darle conferma ecco che la voce del rosso le arrivò alle orecchie mentre lei era impegnata a guardare i fiocchi di neve scenderle sul naso a testa in su'.
    Volse il capo in sua direzione abbassando lo sguardo così da averlo nel proprio campo visivo, questo giusto in tempo per vederlo mentre metteva il primo passo contro la parete, mettendosi così in piedi in verticale.

    Temevo l'avresti detto.

    Affermò sorridendo divertita, per poi tornare a guardare dritta davanti a lei e prepararsi a fare lo stesso.
    Visto la tipa orgogliosa che era non la preoccupava più di tanto il fatto di non riuscirci, quanto più che avrebbe potuto dare un enorme culata per terra facendo così una figura orribile davanti all'altro.
    Cercò di calmarsi eliminando pensieri superflui e ragionando su quello che avrebbe dovuto fare di li a poco: in teoria il processo per camminare sulla parete era lo stesso di quello per la moneta, con l'unica differenza che questa volta le due parti erano invertite e il corpo su cui agire era decisamente più grande.
    Alzò una gamba poggiando contro la parete la suola dello stivale, spingendovi contro con forza mentre iniziava a lasciar fluire il chakra all'esterno.
    Tentò di creare una patina proprio come aveva fatto in precedenza sulla sua fronte, solo questa volta un po' più spessa e con una maggiore quantità di chakra vista la differenza delle dimensioni.
    Fece per muovere la gamba verso il basso così da darsi la spinta e poter salire con l'altra, tuttavia vide immediatamente la roccia sfrigolare e sbriciolarsi, mentre il suo stivale faceva per scivolare irrimediabilmente verso il basso.
    Stava esagerando col chakra e per tanto come se ne accorse cercò di farne fluire un po' meno, questo pur mantenendo il flusso stabile.
    A quel punto ci provò nuovamente e vedendo che non scivolava contro la roccia, si diede la spinta andando così in verticale e appoggiando anche l'altra suola facendo la medesima cosa che aveva fatto per l'altra.
    Si molleggiò leggermente sulle ginocchia come per assicurarsi di aver fatto presa, per poi iniziare così a salire assieme al rosso.
    Le cose furono relativamente tranquille durante quella scalata, capitò che un paio di volte perse la concentrazione finendo così per perdere l'appoggio, però si era appesa repentinamente ad una delle sporgenze oppure era intervenuto Hoshi.
    Dopo un po' di tempo simili errori e contrattempi non si verificarono più, donando così la possibilità ai due di arrivare fino in cima anche abbastanza velocemente.
    Una volta che riuscirono a superare quell'ultimo ostacolo la prigione fu ben visibile sia a lei che a Hoshi. Quest'ultimo difatti gliela presentò, dandole qualche informazione generale sul posto come per esempio il nome del tizio che comandava.
    Non aveva mai sentito dei samurai sinceramente fatta eccezione per qualche voce e il sapere accademico, di conseguenza non parve reagire in maniera particolare quando le disse quel particolare.
    L'unica cosa su cui era sicura era che sarebbe stata molto attenta a come comportarsi, la gemella di Hoshi le aveva qualcosa riguardo quel postaccio e inoltre anche lei aveva un paio di pregiudizi riguardo Zhushi. Dopotutto si trattava pur sempre di qualcuno che comandava su una struttura dedita alla prigionia e allo schiavismo, difatti per quanto lo si volesse negare costringere i prigionieri a lavorare in miniera era come renderli schiavi.
    Comunque sia seguì in silenzio in compagno fino alle mura dove non fecero storie per farli entrare, questo probabilmente grazie alla lettera che aveva mostrato il rosso.
    Se fuori la neve era caduta in abbondanza e ci dovevi praticamente nuotare dentro, all'interno della prigione le poche strade presenti erano spoglie e le strutture tutte di un grigio chiaro. Di sicuro quell'ambiente non aiutava a tenere alto il morale dei prigionieri, una sorta di arma psicologica.
    Una volta dentro Zhushi in persona venne ad accoglierli, e una volta che ebbe salutato Hoshi non mancò nel notare la sua presenza salutandola così a sua volta.
    Si trattenne dall'assumere un espressione di disgusto davanti al suo gesto, sorridendo invece in maniera del tutto naturale e rispondendo senza lasciar trapelare i suoi veri pensieri.

    Il piacere è mio, Zhushi. Io sono Nakora, Kunoichi del Villaggio del Suono.

    Ringraziò mentalmente il cielo quando finalmente il direttore le tolse gli occhi di dosso. Non riusciva proprio a farselo piacere quel tizio, tutto quello che poteva riguardarlo le dava l'impressione di una persona viscida e tutto fuorchè leale.
    In seguito alle presentazioni furono accompagnati da Zhushi nel suo studio, dove Hoshi ebbe modo di illustrargli la sua proposta commerciale.
    Il direttore nonostante le parole del rosso non sembrò mai pienamente convinto di quello che gli stava venendo offerto, tant'è che alla fine il rosso decise di sfidarlo. Anzi per meglio dire: decise di sfidare l'equipaggiamento del Paese del Ferro, così da metterlo a confronto con quello ideato, progettato e creato da Suna.
    Inizialmente non comprese perchè doveva venire anche lei all'esterno, dopotutto era sicura che Hoshi sarebbe riuscito a fare il tutto da solo. Tuttavia quando Zhushi fermò il rosso che era in procinto di colpire una delle cotte di maglia che aveva tirato fuori dal rotolo, capì che forse il suo compagno poteva aver pensato che ci fosse l'ipotesi che il direttore avrebbe voluto avere una prova più tangibile. Prova in quel caso che poteva essere fornita proprio da lei, in quanto comunque risultava essere una figura sconosciuta le cui abilità ancora non erano mai state viste dai presenti.
    Per un momento guardò prima Hoshi poi Zhushi, incerta sul da farsi. Tuttavia vedendo che il rosso non diceva niente a riguardo, capì che avrebbe dovuto fare quanto detto.
    Fece alcuni passi avanti così da potersi posizionare davanti agli equipaggiamenti, e una volta davanti a quest'ultimi si abbassò leggermente sulle gambe, ruotando un po' il bacino e alzando un braccio, portandolo indietro e preparandosi a caricare il colpo.
    Volendo avrebbe potuto fare ricorso al potere fornitole dal Nibi, tuttavia sapeva fin troppo bene che rivelare un informazione del genere in quel postaccio non sarebbe stata una scelta saggia. Probabilmente avere un prigioniero del genere a Zhushi avrebbe fatto venire l'acquolina in bocca, e per tanto doveva inventarsi altro.
    Inoltre non aveva nemmeno chissà quanto tempo a disposizione, se avesse esitato o atteso più del dovuto probabilmente il direttore si sarebbe insospettito, arrivando così a far saltare l'affare.
    La sua mente cominciò ad arrovellarsi, pensando a un modo per riuscire a fare quanto chiesto senza però utilizzare il potere del Demone... Dopotutto distruggere quasi totalmente quella cotta di maglia a mani nude era un problema per lei, visto il suo attuale livello.
    Improvvisamente però si sentì come colpita da un fulmine a ciel sereno, difatti le venne in mente quando era accaduto poco tempo prima quando aveva tentato di scalare la parete rocciosa.
    Il chakra che aveva emanato era stato troppo oltre instabile, difatti il flusso non era continuo a causa delle distrazioni che aveva accusato sul momento.
    Probabilmente se avesse fatto lo stesso però aumentando la dose... Sì, poteva funzionare.
    Prese un bel respiro finendo così di caricare il colpo, per poi scattare in avanti e con un gesto secco colpire al centro la cotta di maglia mentre le nocche venivano avvolte dal chakra, anzi per meglio dire: sovrastate e coperte.
    Proprio come prima sentì il materiale a contatto sfrigolare, per poi vederlo sbriciolarsi mentre quello ai lati si piegava su sè stesso e veniva danneggiato notevolmente.
    Vedendo quanto appena accaduto le venne instintivamente da sorridere, tuttavia si ricordò quasi subito della situazione in cui si trovavano e per tanto tornò immediatamente nella posizione iniziale, togliendo da davanti a lei la cotta di maglia danneggiata dei samurai e prendendo quella di Hoshi.
    Ancora una volta fece la stessa cosa, sebbene questa volta fu visibile come incontrò più resistenza finendo per faticare molto di più prima di riuscire a danneggiarla. Inoltre gli effetti non furono così ben visibili come lo era stato per l'altra.
    Comunque sia nel caso vi fossero state altre cose da provare avrebbe ripetuto il procedimento ancora e ancora, per poi riavvicinarsi a Zhushi e Hoshi guardandoli con espressione neutra e attendendo un loro dire.

    Come avete chiesto.

    Sicuramente il rosso avrebbe notato come si stava comportando diversamente in quell'occasione, e probabilmente non avrebbe nemmeno faticato a capire che era proprio a causa di Zhushi che non doveva piacerle nemmeno un po'. Difatti stava odiando come si stava comportando in quel momento, però non poteva esternare il suo pensiero, non voleva di certo creare problemi agli affari ma prima di tutto, ad Hoshi. Per tanto continuò in silenzio quella piccola sceneggiata, conscia che il direttore non aveva la minima idea di come fosse il suo vero carattere.
     
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