Pic Nic nel Paese del Ferro

Free/Add Hoshi e Nakora

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    Il resto della serata passò in maniera piacevole e anche abbastanza rapida, fortunatamente difatti Hoshi notò la stanchezza di lei e per tanto non volle insistere nel continuare ad andare in giro per quel villaggio.
    In un certo senso le dispiaceva limitare la sua libertà, però sicuramente aveva apprezzato la preoccupazione nei suoi confronti e per tanto si può dire che non mancò di farglielo notare una volta tornati nelle loro stanze.
    Nonostante questo però quando finì per addormentarsi davvero, tutta la stanchezza e lo stress accumulato in quella giornata si fecero sentire tramite il suo russare. Un qualcosa che di sicuro non si addiceva ad una ragazza.
    La mattina successiva l'idea di affrontare l'ultimo pezzo di strada tra la neve e il gelo, non aiutava di certo a far crescere la voglia di incamminarsi che già pareva mancare ai due.
    Dopotutto si stavano facendo più una sorta di vacanza che altro, di conseguenza costava una certa fatica rimettersi in riga ricordandosi che erano li in realtà per una missione vera e propria.
    In ogni caso dopo essersi vestiti e preparati trascorsero ancora del tempo all'interno del villaggio, comprando vestiti e altri accessori più consoni alla strada e agli ostacoli che da quel momento in poi avrebbero dovuto affrontare.
    In particolare il rosso si soffermò su una bancarella, questo mentre lei era distratta a guardarsi attorno vedendo se c'era qualcosa che la poteva incuriosire.
    La voce di Hoshi la portò a guardare davanti a lei, vedendo così il suo compagno che le si avvicinava con una sciarpa incitandola a provare.
    Purtroppo era proprio in momenti come quelli che non sapeva bene come comportarsi per assurdo, difatti balbettò appena qualche parola senza alcun significato in particolare ritrovandosi così con il rosso che le aveva avvolto attorno al collo la sciarpa. Questa era di un nero chiaro e un lembo terminava ricadendole in parte sul petto, sospinta leggermente dal vento.
    Se la guardò un paio di secondi, sbattendo le palpebre incerta per poi tornare a guardare Hoshi che le aveva appena fatto un complimento.
    Le gote divennero visibilmente rosse, tant'è che fece per nascondersi nella stessa sciarpa che l'altro le aveva regalato. Distolse anche leggermente lo sguardo, però visto il tono con cui parlò e le parole che disse, per il rosso fu semplice capire quanto avesse apprezzato la cosa.

    Hm... Grazie Hoshi. Però non ti aspettare che non ricambi prima o poi eh!

    In particolare quando disse l'ultima frase come per sviare l'attenzione dalla sua reazione, voltò di scatto la testa guardandolo - per quanto le fosse possibile, vista la situazione - con fare serio.
    Comunque sia al termine di quella breve ma piacevole scenetta, ascoltò quanto ebbe da dire l'altro annuendo brevemente e mettendosi così in cammino.
    Presto si lasciarono alle spalle il villaggio e una volta fuori iniziarono a spostarsi molto più velocemente, per quanto ovviamente fosse possibile a lei in primis.
    Durante il viaggio alternò un po' d'allenamento tra il cubo geometrico datole da Hoshi e la moneta per il controllo del chakra. Tuttavia visto che ormai erano già diversi giorni che si allenava con quei meccanismi, era riuscita ad arrivare a fare il tutto molto più velocemente rispetto al solito.
    Le molle e i vari tasselli non schizzavano più da una parte all'altra, al massimo capitava che sbagliava a inserire un pezzo da una parte e di conseguenza non accadeva nulla, però era questione di pochi minuti prima che capisse dove effettivamente aveva sbagliato così da correggersi.
    Per quanto riguardava la moneta la cosa si rivelò essere un po' più complicata, difatti dovette passare i primi tentativi cercando di ricordarsi il procedimento esatto che aveva compiuto il giorno prima. Successivamente però e una volta riuscita a superare questo primo ostacolo, iniziò ad allungare sempre di più i tempi durante i quali riusciva a tenerla appiccicata alla propria pelle, finchè la cosa non divenne quasi automatica.
    La parte restante del viaggio invece la passò cercando di conservare le energie, conscia che comunque la strada era lunga e anche abbastanza difficile da percorrere. Il freddo era decisamente qualcosa a cui non era abituata, mentre la neve rendeva difficile spostarsi agilmente da una parte all'altra, affaticando così maggiormente in due.
    Dopo un po' di tempo arrivarono infine davanti ad una sorta di parete rocciosa tant'era ripido quel punto. Stava già cominciando a farsi un'idea su che cosa avrebbe dovuto fare di li a poco, e come per darle conferma ecco che la voce del rosso le arrivò alle orecchie mentre lei era impegnata a guardare i fiocchi di neve scenderle sul naso a testa in su'.
    Volse il capo in sua direzione abbassando lo sguardo così da averlo nel proprio campo visivo, questo giusto in tempo per vederlo mentre metteva il primo passo contro la parete, mettendosi così in piedi in verticale.

    Temevo l'avresti detto.

    Affermò sorridendo divertita, per poi tornare a guardare dritta davanti a lei e prepararsi a fare lo stesso.
    Visto la tipa orgogliosa che era non la preoccupava più di tanto il fatto di non riuscirci, quanto più che avrebbe potuto dare un enorme culata per terra facendo così una figura orribile davanti all'altro.
    Cercò di calmarsi eliminando pensieri superflui e ragionando su quello che avrebbe dovuto fare di li a poco: in teoria il processo per camminare sulla parete era lo stesso di quello per la moneta, con l'unica differenza che questa volta le due parti erano invertite e il corpo su cui agire era decisamente più grande.
    Alzò una gamba poggiando contro la parete la suola dello stivale, spingendovi contro con forza mentre iniziava a lasciar fluire il chakra all'esterno.
    Tentò di creare una patina proprio come aveva fatto in precedenza sulla sua fronte, solo questa volta un po' più spessa e con una maggiore quantità di chakra vista la differenza delle dimensioni.
    Fece per muovere la gamba verso il basso così da darsi la spinta e poter salire con l'altra, tuttavia vide immediatamente la roccia sfrigolare e sbriciolarsi, mentre il suo stivale faceva per scivolare irrimediabilmente verso il basso.
    Stava esagerando col chakra e per tanto come se ne accorse cercò di farne fluire un po' meno, questo pur mantenendo il flusso stabile.
    A quel punto ci provò nuovamente e vedendo che non scivolava contro la roccia, si diede la spinta andando così in verticale e appoggiando anche l'altra suola facendo la medesima cosa che aveva fatto per l'altra.
    Si molleggiò leggermente sulle ginocchia come per assicurarsi di aver fatto presa, per poi iniziare così a salire assieme al rosso.
    Le cose furono relativamente tranquille durante quella scalata, capitò che un paio di volte perse la concentrazione finendo così per perdere l'appoggio, però si era appesa repentinamente ad una delle sporgenze oppure era intervenuto Hoshi.
    Dopo un po' di tempo simili errori e contrattempi non si verificarono più, donando così la possibilità ai due di arrivare fino in cima anche abbastanza velocemente.
    Una volta che riuscirono a superare quell'ultimo ostacolo la prigione fu ben visibile sia a lei che a Hoshi. Quest'ultimo difatti gliela presentò, dandole qualche informazione generale sul posto come per esempio il nome del tizio che comandava.
    Non aveva mai sentito dei samurai sinceramente fatta eccezione per qualche voce e il sapere accademico, di conseguenza non parve reagire in maniera particolare quando le disse quel particolare.
    L'unica cosa su cui era sicura era che sarebbe stata molto attenta a come comportarsi, la gemella di Hoshi le aveva qualcosa riguardo quel postaccio e inoltre anche lei aveva un paio di pregiudizi riguardo Zhushi. Dopotutto si trattava pur sempre di qualcuno che comandava su una struttura dedita alla prigionia e allo schiavismo, difatti per quanto lo si volesse negare costringere i prigionieri a lavorare in miniera era come renderli schiavi.
    Comunque sia seguì in silenzio in compagno fino alle mura dove non fecero storie per farli entrare, questo probabilmente grazie alla lettera che aveva mostrato il rosso.
    Se fuori la neve era caduta in abbondanza e ci dovevi praticamente nuotare dentro, all'interno della prigione le poche strade presenti erano spoglie e le strutture tutte di un grigio chiaro. Di sicuro quell'ambiente non aiutava a tenere alto il morale dei prigionieri, una sorta di arma psicologica.
    Una volta dentro Zhushi in persona venne ad accoglierli, e una volta che ebbe salutato Hoshi non mancò nel notare la sua presenza salutandola così a sua volta.
    Si trattenne dall'assumere un espressione di disgusto davanti al suo gesto, sorridendo invece in maniera del tutto naturale e rispondendo senza lasciar trapelare i suoi veri pensieri.

    Il piacere è mio, Zhushi. Io sono Nakora, Kunoichi del Villaggio del Suono.

    Ringraziò mentalmente il cielo quando finalmente il direttore le tolse gli occhi di dosso. Non riusciva proprio a farselo piacere quel tizio, tutto quello che poteva riguardarlo le dava l'impressione di una persona viscida e tutto fuorchè leale.
    In seguito alle presentazioni furono accompagnati da Zhushi nel suo studio, dove Hoshi ebbe modo di illustrargli la sua proposta commerciale.
    Il direttore nonostante le parole del rosso non sembrò mai pienamente convinto di quello che gli stava venendo offerto, tant'è che alla fine il rosso decise di sfidarlo. Anzi per meglio dire: decise di sfidare l'equipaggiamento del Paese del Ferro, così da metterlo a confronto con quello ideato, progettato e creato da Suna.
    Inizialmente non comprese perchè doveva venire anche lei all'esterno, dopotutto era sicura che Hoshi sarebbe riuscito a fare il tutto da solo. Tuttavia quando Zhushi fermò il rosso che era in procinto di colpire una delle cotte di maglia che aveva tirato fuori dal rotolo, capì che forse il suo compagno poteva aver pensato che ci fosse l'ipotesi che il direttore avrebbe voluto avere una prova più tangibile. Prova in quel caso che poteva essere fornita proprio da lei, in quanto comunque risultava essere una figura sconosciuta le cui abilità ancora non erano mai state viste dai presenti.
    Per un momento guardò prima Hoshi poi Zhushi, incerta sul da farsi. Tuttavia vedendo che il rosso non diceva niente a riguardo, capì che avrebbe dovuto fare quanto detto.
    Fece alcuni passi avanti così da potersi posizionare davanti agli equipaggiamenti, e una volta davanti a quest'ultimi si abbassò leggermente sulle gambe, ruotando un po' il bacino e alzando un braccio, portandolo indietro e preparandosi a caricare il colpo.
    Volendo avrebbe potuto fare ricorso al potere fornitole dal Nibi, tuttavia sapeva fin troppo bene che rivelare un informazione del genere in quel postaccio non sarebbe stata una scelta saggia. Probabilmente avere un prigioniero del genere a Zhushi avrebbe fatto venire l'acquolina in bocca, e per tanto doveva inventarsi altro.
    Inoltre non aveva nemmeno chissà quanto tempo a disposizione, se avesse esitato o atteso più del dovuto probabilmente il direttore si sarebbe insospettito, arrivando così a far saltare l'affare.
    La sua mente cominciò ad arrovellarsi, pensando a un modo per riuscire a fare quanto chiesto senza però utilizzare il potere del Demone... Dopotutto distruggere quasi totalmente quella cotta di maglia a mani nude era un problema per lei, visto il suo attuale livello.
    Improvvisamente però si sentì come colpita da un fulmine a ciel sereno, difatti le venne in mente quando era accaduto poco tempo prima quando aveva tentato di scalare la parete rocciosa.
    Il chakra che aveva emanato era stato troppo oltre instabile, difatti il flusso non era continuo a causa delle distrazioni che aveva accusato sul momento.
    Probabilmente se avesse fatto lo stesso però aumentando la dose... Sì, poteva funzionare.
    Prese un bel respiro finendo così di caricare il colpo, per poi scattare in avanti e con un gesto secco colpire al centro la cotta di maglia mentre le nocche venivano avvolte dal chakra, anzi per meglio dire: sovrastate e coperte.
    Proprio come prima sentì il materiale a contatto sfrigolare, per poi vederlo sbriciolarsi mentre quello ai lati si piegava su sè stesso e veniva danneggiato notevolmente.
    Vedendo quanto appena accaduto le venne instintivamente da sorridere, tuttavia si ricordò quasi subito della situazione in cui si trovavano e per tanto tornò immediatamente nella posizione iniziale, togliendo da davanti a lei la cotta di maglia danneggiata dei samurai e prendendo quella di Hoshi.
    Ancora una volta fece la stessa cosa, sebbene questa volta fu visibile come incontrò più resistenza finendo per faticare molto di più prima di riuscire a danneggiarla. Inoltre gli effetti non furono così ben visibili come lo era stato per l'altra.
    Comunque sia nel caso vi fossero state altre cose da provare avrebbe ripetuto il procedimento ancora e ancora, per poi riavvicinarsi a Zhushi e Hoshi guardandoli con espressione neutra e attendendo un loro dire.

    Come avete chiesto.

    Sicuramente il rosso avrebbe notato come si stava comportando diversamente in quell'occasione, e probabilmente non avrebbe nemmeno faticato a capire che era proprio a causa di Zhushi che non doveva piacerle nemmeno un po'. Difatti stava odiando come si stava comportando in quel momento, però non poteva esternare il suo pensiero, non voleva di certo creare problemi agli affari ma prima di tutto, ad Hoshi. Per tanto continuò in silenzio quella piccola sceneggiata, conscia che il direttore non aveva la minima idea di come fosse il suo vero carattere.
     
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    Il rosso era divertito dal modo di fare di Nakora. La ragazza aveva davvero un bel caratterino. Era sicura e decisa, ma allo stesso tempo dolce e affabile, si sentiva davvero in sintonia con lei come mai prima di allora con un'altra ragazza. Certo il rosso non era uno che entrava in sintonia con le persone, era più il tipo da prendere a calci la porta dei loro cuori eppure con Nakora questo non era successo, ed era un bene. Per la prima volta il Chikuma stava riflettendo sul suo rapporto con un'altra persona del sesso opposto, insomma Nakora gli piaceva davvero. Aveva ancora molto da scoprire sulla ragazza, in fin dei conti si conoscevano da poco, ma la cosa non lo preoccupava affatto, qualsiasi cosa avesse in serbo per loro il futuro, sapeva di poterla affrontare con la ragazza al fianco.




    [...]




    L’arai triste e buia che girava nella prigione miniera di Ishi no Jingoku non aveva certo aiutato a creare un clima piacevole. A risentirne di più era senza alcun dubbio stato l’umore di Nakora, che ormai abituata a viaggiare nella spensieratezza era stata portata dal rosso in un vero e proprio inferno. Non solo faceva un freddo cane e in generale ogni luogo puzzava, ma sembrava che anche Zushi non gli andasse a genio e tanto meno l’idea di dover fare da tester per i suoi prodotti. Il Chikuma aveva risposto all’espressione atona della ragazza con un sorrisino di scuse, sapeva già che quella gli sarebbe costata piuttosto cara. Fortunatamente Nakora era più accondiscendente di quello che dava a vedere, il rosso non sapeva se per amore o rassegnazione, ma sta di fatto che si era impegnata nel provare l’acciaio di Suna e Testu. Era evidente fin da subito che la ragazza aveva sviluppato in quei giorni abilità che prima nemmeno sapeva di avere. Mentre si voltava per mostrare il risultato dei suoi colpi devastanti il rosso posizionato più indietro rispetto a Zushi aveva alzato entrambi i pollici delle mani mostrando un sorriso ed un’espressione da ebete. Nakora aveva fatto un lavoro eccezionale -Ecco fatto Zhushi-sama.. come può notare l’acciaio delle cotte di maglia ha reagito in modo diverso ai colpi della mia giovane e bella aiutante.. è questa la tecnologia e la conoscenza di cui vi parlavo..- il Chikuma ora stava fissando Zhushi con aria decisa, quasi di sfida. Il direttore della prigione si era ammutolito mentre osservava con perizia i danni subiti dalle armature, indubbiamente la cotta di maglia di Hoshi aveva sopportato meglio l’urto del colpo inferto dalla ragazza, un test che non lasciava dubbi su quale equipaggiamento fosse migliore -Devo ammettere.. che sono stupito del risultato.. la vostra tecnologia è affascinante Hoshikuzu..- il rosso aveva mostrato un sorriso soddisfatto mentre gli occhi gli si illuminavano. Quelle poche parole avevano già sancito il risultato dell’affare in corso -E immagino.. che la vostra tecnologia non serva solamente a rinforzare armature ed armi.. o sbaglio..- il Chikuma ora si era trasformato in un terribile lupo per gli affari, Suna avrebbe avuto i minerali di quella miniera -Ovviamente questa è solo la punta dell’iceberg.. ho personalmente brevettato moltissimi altri congegni che potrebbero interessarla.. per non parlare poi delle enormi potenzialità che avrebbe un accordo commerciale tra i nostri paesi.. o forse meglio dire villaggi..- ed ecco che giungevano le vere intenzioni di Hoshi -Se l’accordo è valido.. allora vorrei che i nostri due villaggi diventassero ancora più vicini.. sarebbe troppo chiedere la sua autorizzazione per aprire un’ambasciata commerciale qui.. ad Ishi no Jingoku?.. un mio uomo fidato verrà qui per gestire l’invio delle carovane di minerali fino a Suna.. naturalmente Suna sarà lieta di fare lo stesso con uno dei vostri fidati..- l’uomo sembrava sorpreso dall’iniziativa mentre si massaggiava la barbetta. La sua espressione tuttavia da sorpresa aveva subito assunto un’anima diversa intuendo le potenzialità di un accordo del genere -Voi mi stupite Hoshikuzu.. da tempo non incontravo qualcuno di così.. agguerrito.. non mondo degli affari.. volete controllare direttamente che tutto proceda come da accordi.. cosa c’è non vi fidate della mia parola forse?!..- il Chikuma aveva risposto con un sorriso alla provocazione -Non controllare.. ma aiutare.. avere un uomo fidato da entrambe le parti non solo faciliterà lo scambio delle merci.. ma sgraverà anche noi da molti impegni.. allora.. affare fatto?!.. - Zhushi era rimasto li fermo ad osservare la mano di Hoshi. I secondi stavano passando come lunghe decadi mentre il rosso aspettava la risposta del Direttore. Se l’affare non andava in porto per lui si sarebbe aperta una difficile situazione, Suna aveva bisogno di quel dannato ferro e non poteva permettersi un fallimento. Fortunatamente il bel faccino di Nakora era giunto in suo soccorso -Affare fatto Hoshikuzu.. Suna avrà i minerali della cava di Ishi no Jingoku.. come potrei dire di no dopo la performance esibita dalla sua assistente?!..- in quel momento il sangue del rosso si era raggelato mentre dava le spalle a Nakora. Sperava davvero tanto che questa non esplodesse piantando un pugno in faccia al Direttore.


    In un modo o nell’altro la missione era andata a buon fine. Hoshikuzu Aveva firmato un accordo con Zhushi per una fornitura di minerali ferrosi in cambio di varie tecnologie ideate dal rosso, per lo più semplici meccanismi da applicare alla vita di tutti i giorni e alle armi. Il Chikuma sapeva di fare un gioco pericoloso armando un’altra nazione, ma Testu era notoriamente alleata e neutrale come nazione quindi non aveva certo dato un cannone a dei bambini. Ora che tutto era finito sia lui che Nakora potevano rilassarsi per la notte prima di riprendere il viaggio verso casa. Avevano mangiato ed era stato dato loro modo di lavarsi e sistemarsi, Zhushi era pur sempre un samurai dal nobile lignaggio e dalle buone maniere.


    Mentre se ne stava in camera il rosso si era avvicinato a Nakora stuzzicandola arricciando la punta della lunga coda di capelli -Per un attimo ho temuto il peggio oggi!.. credevo volessi piantare un pugno dritto in faccia a Zhushi.. wahahahah..- il Chikuma sembrava divertito della cosa. Ovviamente stava cercando di smorzare i toni per fare breccia sull’indispettita Nakora -Ehm.. per quanto riguarda quello che è successo oggi.. si insomma.. grazie! - il rosso non era un gran che a scuse, insomma lui era il Turbine Rosso di Suna, non aveva bisogno di scusarsi. Eppure con Nakora sentiva di dover fare delle scuse, era incredibile l’ascendente che la ragazza riusciva ad esercitare sul rosso -Ok ok.. mi dispiace.. non volevo usarti per fare il teste delle armature credimi.. ma Zhushi ha insistito.. e io non andavo bene.. e allora.. si insomma.. mi dispiace..- il Chikuma sembrava demolito da quella situazione, voleva fare il gradasso, ma allo stesso tempo sembrava uno smidollato. Era alla totale merce della ragazza di Oto -Ti prego!!!.. dimmi come posso farmi perdonare!!!- detto ciò si era semplicemente messo in ginocchio in segno di preghiera. Era davvero disposto a tutto pur di trovare il perdono della ragazza. Ah quale mistico potere può avere un ragazza su un uomo.


    OT/ Yo! Per me la giocata si può concludere qui! Nakora ha appreso tutto ciò che doveva cioè le competenze di Controllo del Chakra mentre Hoshi ha preso accordi per la fornitura di minerali direttamente da Ishi No Jingoku! Mi piacerebbe aprire una seconda giocata continuando il viaggio.. è stato divertente! :riot:
     
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  3. Nevi
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    Fortunatamente le cose andarono più veloci del previsto una volta che il test fu completato. Anzi a dirla tutta Hoshi riuscì a strappare più di qualche semplice promessa al Direttore, garantendo così di fatto una linea di rifornimento sicura e continua per Suna.
    Ripensando a quanto le aveva detto quella notte sotto le stelle, di sicuro doveva essere contento del risultato raggiunto.
    Cercò di esserlo anche lei per lui, tuttavia tra la stanchezza del viaggio e l'odio che stava provando a pelle per quel posto e Zhushi le risultava alquanto difficile.
    Fortunatamente terminarono di parlare abbastanza presto, dando così difatti a loro la possibilità di ritirarsi in delle stanze private che erano state loro concesse dal Direttore.
    Una volta dentro lei si era seduta sul letto senza dire nulla, sospirando appena e chiudendo gli occhi per riposarsi un attimo.
    Il rosso dal canto suo si era andato a sedere vicino lei, stuzzicandole i capelli e giocandoci un po' mentre commentava il modo in cui si era comportata nei confronti di Zhushi e lo sguardo che gli aveva rifilato.
    In effetti non stava sbagliando poi così tanto Hoshi, era stata davvero tentata di prenderlo a pizze in faccia quel vecchio per qualche momento.
    Solamente il fatto che fosse una cosa che serviva al rosso l'aveva frenata, conscia che farli un tale torto avrebbe portato irrimediabilmente ad una litigata di quelle assurde, e lei non aveva alcun interesse nel finire ad urlare.
    Comunque sia quando l'altro si lasciò andare alla sua risata lei rimase ancora in silenzio, e Hoshi parve interpretare quell'ammutolimento come un segnale decisamente negativo.
    In effetti in parte lo era.
    Fatto sta comunque che andò a mettersi davanti a lei, cercando di scusarsi mentre al contempo la ringraziava per aver mantenuto il sangue freddo senza commettere sciocchezze di alcun tipo.
    Quando se lo ritrovò davanti a lei riaprì gli occhi, guardandolo dannatamente assonnata e aspettando che finisse di chiederle scusa in tutti i modi possibili.
    Poteva ben comprendere quando fosse difficile per il rosso arrivare a dire "mi dispiace" in quel modo, dopotutto lei per prima era una particolarmente attaccata all'orgoglio personale. Per tanto apprezzò parecchio il gesto.
    In ogni caso come terminò di parlare lei lo guardò per qualche istante, chinandosi verso il basso e appoggiando entrambi i gomiti sulle ginocchia.
    Pareva quasi stesse decidendo il fato che avrebbe atteso Hoshi, e in un certo senso era proprio così.
    Doveva anche ammettere che la divertiva da morire l'idea di tenerlo sulle spine, senza farli capire cosa l'avrebbe atteso di li a poco.
    Dopo alcuni secondi di silenzio che parvero durare un eternità, si buttò a terra anche lei in ginocchio avvicinandosi pericolosamente al suo viso, e senza dire nulla com'era abituata fare gli afferrò la faccia con entrambe le mani per poi avvicinarla alla sua e baciarlo con dolcezza, lasciando che quest'ultimo durasse qualche istante.
    Come si staccò lo guardò sorridendo, mentre un braccio scompariva pericolosamente dietro la sua schiena.

    Solo perchè sei te.

    Successivamente sarebbe partito un pugno dritto contro la fronte del suo adorato Sunese.
    Non era dato con particolare forza o cattiveria, tuttavia aveva sentito l'estremo bisogno di farlo e per quanto più veloce e allenato di lei, dubitava che rintontito dal suo gesto precedente se l'aspettasse.
    Fatto questo comunque la serata sarebbe trascorsa abbastanza tranquillamente, con lei che nella notte sarebbe andata in cerca di "coccole" per così dire da lui e via discorrendo.
    Se non altro il viaggio di ritorno sarebbe stato estremamente più piacevole, visto e considerato che non avrebbero avuto la stessa fretta che c'era stata per l'andata.
    Nella sua testolina già stava programmando molte cose.

    E conclusa sia! :sisi: Concordo sull'aprirne un'altra magari per continuare.

     
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