Sulle orme del Mithril

Shiltar - Near

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    Finalmente ero riuscito a portare a termine almeno la prima delle missioni che mi erano state assegnate : ero diventato padrone del controllo della sabbia. Un genere di abilità che mi era stata consigliata da Ukitake ed Eiatsu in quel di Oto durante il mio addestramento. La prima missione era stata finalmente completata, ed in un certo senso mi sentivo più tranquillo ed in pace con me stesso, pian piano speravo di ripagare la fiducia che mi era stata data, e nonostante le altre missioni procedessero leggermente a rilento facevo passi avanti. D'altronde l'infiltrazione all'interno di un villaggio, soprattutto laddove si vuole raggiungere dei gradi importanti dal punto di vista dell'amministrazione richiede molta pazienza, lavorare in sordina e aspettare la giusta opportunità. Ad ogni modo era qualche giorno che non ricevevo comunicazione, e sapevo che presto o tardi sarebbe arrivato il corvo che periodicamente mi riforniva di informazioni o che chiedeva aggiornamenti.
    La piccola creatura non tardò ad arrivare, l'aspettavo con la finestra aperta ed avevo già preparato tutto il necessario affinchè questa potesse rifocillarsi. Un po' di briciole di pane l'aspettavano accanto in un piattino di ceramica sul pavimento, non volevo che si soffermasse sul davanzale a mangiare, là dove qualche occhio indiscreto l'avrebbe potuta vedere. Le diedi due carezza sulla crapa pelose mentre mangiava, mentre le toglievo il classico foglietto scritto con il sangue dalla zampina. Giusto il tempo di leggerlo e poi l'inchiostro scomparve per sempre, come di normale routine.


    Ora tocca anche l'artigianato dunque...

    La missiva parlava chiaro, ai fini dell'organizzazione poteva tornare utile ch'io apprendessi l'arte della costruzione di alcuni strumenti, e per apprenderlo al meglio veniva indicato un villaggio nel paese del ferro, ed un contatto in quel di suna, tal Zong Wu, con relativo indirizzo. Vi era infine indicato che per diverse ragioni avrei dovuto usare un'altra identità.


    Ordinaria amministrazione per la Spia.

    Niente di grave, se non fosse che per me, un bambino, cambiare identità senza utilizzare la Henge No Jutsu richiedeva parecchia inventiva. Non potevo modificare la mia altezza, e ciò riduceva di molto le possibilità dei camuffamenti. Ad ogni modo avevo una buona idea su come sfruttare l'altezza ridotta. Mi tagliai i capelli, che da folti e rossi divennero corti e neri. Dopodichè indossai delle vesti molto larghe, un pantalone con sopra una grossa maglia, in modo da rendere difficile notare il mio corpo asciutto, ed infine mi truccai a pennello ed indossai delle lenti oculari scure, trasformandomi in un nano.
    Quale miglior camuffamento ?
    Il risultato era un nano bruno, che dimostrava indicativamente una trentina d'anni. Non potevo invecchiarmi maggiormente, ma il camuffamento attuale era a prova di bomba, ed uno dei pochi che nonostante l'altezza mi permetteva di dimostrare un'età molto più avanzata della mia.

    Uscì di casa dopo aver preso tutto l'equipaggiamento necessario, e mi diressi presso l'indirizzo indicatomi. Non potevo certo far sapere che era stato il Mikawa a darmi quel contatto, di conseguenza avevo bisogno di una valida e pronta scusa per poter intrattenere qualche genere di discorso. Se mi era stato indicato in riferimento a questo genere di cose significava che anch'esso doveva avere interesse o conoscenze in materia, e quindi un qualsiasi approccio sarebbe andato bene, dopodichè il suo interesse avrebbe fatto il resto. Mentre mi recavo al suo indirizzo presi uno scudo dal primo banco d'armi decente, che mi avrebbe aiutato nella gestione della cosa. Dopodichè arrivai nel quartiere indicato, ed accanto all'indirizzo c'erano diverse abitazioni, il che calzava a pennello. Bussai a tutte le porte e suonai tutti i campanelli, compresi quello del signor Zong Wu. Probabilmente da ognuna di quelle casette sarebbe uscito qualcuno, avrei aspettato che ci fossero più persone possibili in strada e mi sarei esibito nel mio spettacolino.


    Signori e signori, sono in cerca di conoscenze!! Cerco le migliori armature del mondo, non come queste indecenti costruzioni dei nostri inetti armieri! Chi di voi sa dove posso trovare il Mithril ? Si narrano leggende a riguardo del paese del ferro, qualcuno sa qualocosa ?

    La voce era modulata , perfetta per un nano di una trentina d'anni, e nel mentre che parlavo battevo il pugno sullo scudo appena comprato, facendolo risuonare creando baccano abbastanza da attirar altre persone. Indubbiamente, se fosse stato in casa, il signor Zong Wu avrebbe sentito.
     
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    Investire nel Ferro... in qualche modo

    Zong Wu, così lo chiamavano a Suna, aveva avuto modo di scegliere una casa nel Paese della Sabbia il giorno in cui Hoshikuzu lo aveva accolto per la prima volta, poco dopo le disavventure avute assieme a Tetsu ed i viaggi successivi che il presunto Shogenin (poiché come tale si era ai tempi presentato a Hoshi) aveva vissuto.
    Il Chikuma aveva pensato ad una bella casa, in una zona residenziale, ma per uno come Zong Wu, che non cercava di certo la calma, quanto piuttosto la possibilità di sfogare i propri demoni, non era un luogo adatto, così il ninja scelse come proprio indirizzo il quartiere a luci rosse di Suna: un posto misero se paragonato ad Oto o Konoha probabilmente (Zong Wu non lo sapeva, non ci era mai stato, in nessuna delle sue vite), ma più che adatto per ciò che desiderava fare quando si trovava a riposo in quel della Sabbia.
    Fu forse per quel motivo che quando una sorta di nano iniziò a sbraitare, facendo un rumore assurdo, le prime persone che gli risposero, con impropri non da poco, furono delle donne vestite in scarso modo, subito dopo, arrivarono le prime uova, le secchiate d'acqua e qualche grosso proprietario di quei locali (e di chi ci lavorava), iniziò ad apparire con in mano dei coltelli.
    Zong Wu, chioma lunga e bianca, naso leggermente troppo grosso per quel viso (frutto del trucco che Feng Gu utilizzava per rendere quel particolare quanto mai caratteristico e risaltante in chiunque incontrasse quella sua specifica identità), una stazza non da poco, si sarebbe presentato, non tanto per quietare gli animi, oggettivamente non gliene fregava niente, ma perché forse quel tizio poteva contribuire in denaro per una sua ricerca.
    Buoni signori, buoni! Tornate al vostro rispettabile lavoro, alle vostre aziende a conduzione pelvica... suvvia, lo allontano io questo..., avrebbe semplicemente detto, prima di volgersi verso quello che appariva come un nano: Tutte le storie sulla mascolinità dei nani farebbero pensare che in un quartiere del genere, uno alto come te, non ci viene a fare rumore con uno scudo, piuttosto cerca altri tipi di bordelli..., avrebbe commentato, invitando lo sconosciuto ad allontanarsi, seguendolo.

    Il gigante avrebbe condotto il tappo fino ad una locanda poco lontana, Una bettola, offro birra da poco, ma è un buon posto dove parlare., esordì verso lo sconosciuto, invitandolo ad entrare.
    Il barista avrebbe salutato con discreta enfasi i nuovi arrivati, riconoscendo il più massiccio dei due: non ci sarebbero volute elevati doti deduttive per capire che Zong Wu era un cliente abituale lì dentro, specie considerando come alcune cameriere tendevano a stargli lontano.
    L'uomo che il falso nano cercava, comunque, sembrò non curarsene, anzi fece spallucce ed invitò l'altro a sedersi ad un tavolo, prima di iniziare a parlare: Non so che diavolo tu ci sia venuto a fare in una zona come questa a chiedere del Mithril, non penso che ci facciano il sadomaso con certi metalli e, credimi, non è il tipo di protezioni che si usano maggiormente in questi locali.
    Quello che ti servirebbe, anzi, sarebbe cercare qualcuno che conosca Tetsu, se lo finanzi, per aiutarti a trovare questo fantomatico minerale, o qualsiasi cosa sia, nel Paese del Ferro.
    , avrebbe esordito il presunto Shogenin, mentre ordinava una birra, E su questo, potrei esserti d'aiuto: conosco poca gente nel paese del Ferro, ma uno su tutti penso che valga parecchio, il Direttore della prigione di Ishi No Jingoku, che possiede tutti i documenti di ogni criminale che è entrato in quel buco nel terreno.
    Magari potrebbe darci qualche indicazione su come, e dove, trovare questo fantomatico metallo, oltre a qualcuno che lo possa lavorare.
    , avrebbe continuato, allungando poi la mano aperta verso il presunto nano.
    Puoi chiamarmi Zong Wu, lo Shogenin di Suna, come mi piace definirmi: per quanto non sia poi così un monaco ormai... se non consideri il Vizio come mia principale forma di culto., si sarebbe presentato, senza però stringere la mano dello sconosciuto, piuttosto alzando il palmo verso l'alto e facendo un eloquente gesto con le dita.
    Naturalmente, non lavoro a gratis. Che ne pensi, saresti pronto a finanziare questo viaggietto fino a Tetsu?, avrebbe chiesto infine.

    ----

    OT: Ok, diciamo che alla cieca il mio pg non si butta in questo viaggio, quindi convincilo e poi partiamo ^^' /OT
     
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    Bene, la copertura aveva egregiamente funzionato, e nei panni del nano mi sentivo abbastanza a mio agio, a sufficienza da poterla rendere una copertura duratura. In questo modo non avevo problemi con l'altezza, potevo camminare normalmente e nessuno sembrava far caso al camuffamento.
    Fu proprio il mio bersaglio a venirmi a prendere e " salvarmi " dai gestori dei locali di dubbio gusto della zona. Fu proprio lui a venirmi a prendere per portarmi in una taverna li accanto a prendere una birra.
    Ecco, questa era l'unica cosa sulla quale c'erano dei problemi con la mia attuale veste, un qualsiasi nano è secondo le leggende un grandissimo bevitore, ma io ero solo un bambino di dieci anni, e quella sarebbe stata probabilmente la seconda birra della mia vita. Era una cosa sulla quale dovevo lavorare, in quanto il bere era una forma di cortesia importante, che nel mio lavoro sarebbe tornata infinitamente utile.


    Si, dia una birra anche a me.

    Dissi con voce da nano al locandiere, mentre ascoltavo con interesse le parole dello shogenin. Si presentava in tal modo, stando ben attento a precisare subito dopo come la sua unica forma di fede potesse essere il vizio, niente di nuovo visto il quartiere in cui aveva deciso d'andare a vivere. Ero piccolo per capire queste cose, e l'unica fonte di giudizio che avevo potevano essere i pregiudizi, di conseguenza era meglio annotare solamente i fatti senza stare a sbilanciarsi troppo.


    Non credo che quel materiale esista davvero, sarà sicuramente la solita farsa per vendere leghe inventate e di dubbia qualità a prezzi spropositati. Ad ogni modo pare che in quella zona vi siano i migliori mastri costruttori, e persone dotate di talenti inimmaginabili sotto questo punto di vista .

    Feci una pausa bevendo una boccalata di birra. Il sapore non era cattivo, ma per il mio palato non abituato non era facile buttarlo giù senza ricorrere a facce strane. Dovetti usare tutto il mio talento nella recitazione per questa dannata birra, poi indicai lo scudo che avevo trovato poco prima.


    Non posso proprio andare avanti in questo modo, le armature di questi posti fanno schifo, non vale la pena affidare la propria difesa a queste ciofeche. Merita una visita questo signor Ishi No Jingoku.

    Dissi all'omone davanti a me. Sopratutto era interessante anche la parte riguardo le informazioni che costui possedeva. Se conosceva i nomi di tutti i criminali magari avrei potuto trovare informazioni interessanti alla causa. Non avevo nessun compito preciso a riguardo, ma ogni informazione al momento giusto può valere oro, di conseguenza tanto vale prenderne il più possibile quando se ne ha la disponibilità. Oggi un foglio inutile, domani potrebbe salvarmi la vita, o condannare quella del mio nemico, per quel che pesa la carta avrei fatto bene ad ottenere una copia di quei registri.


    Io sono Shirai. Devo dire che al di la della pura conoscenza anche lei sembra abbastanza interessato e lanciato verso questa spedizione. Penso che un po' di compagnia lungo la strada possa far bene ad entrambi. Ad ogni modo, pagherò il pernottamento, nient'altro. Con quelle braccia mi sembra più che abile a trovar qualcosa da mettere sotto i denti. Partiamo.

    L'accordo sembrava potersi trovare. Non mi interessava particolarmente la spesa, d'altronde era una missione affidatami direttamente dal capo, e di conseguenza l'unica cosa importante era portarla a termine nel minor tempo possibile. Mi alzai dopo aver finito il boccale, cosa fondamentale in questo genere di trattative, in attesa che anche l'altra figura dicesse la sua.
     
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    Ritorno ad Ishi No Jingoku

    Il nano si dimostrò quanto meno assetato e pronto al dialogo, Zong Wu rimase ad ascoltare il suo basso interlocutore con dei cenni affermativi del capo, specie quando affermò che verosimilmente il Mithril non esisteva, per quanto era quasi tentato di chiedergli allora perché ne avesse parlato.
    Sono contento di vedere che ci capiamo: anch'io ho i miei interessi nell'ambiente delle corazze, per così dire, quindi ammetto una certa curiosità in questo senso. E non ti preoccupare, Shirai, potrò procurarmi da mangiare di certo., confermò con tono tranquillo, per poi fare un cenno all'altro di sedersi nuovamente.
    Non vedo particolare fretta nel partire: devo passare a casa a prendere un pò di cose e ti consiglio di fare altrettanto.
    Il clima non è esattamente lo stesso tra Tetsu e Suna, prima di tutto, in più considera che, a piedi, senza mai fermarci, ci metteremmo, bene che va, una giornata e mezza, quindi, per non arrivare stremati, ci aspettano almeno tre giorni di viaggio, perciò direi di non correre troppo.
    Prendi tutto il necessario per un viaggio così lungo e per sopravvivere in un ambiente nevoso come quello di Tetsu, partiamo fra un paio d'ore, ok?
    , suggerì il presunto Shogenin: stavolta non sarebbe stato come il viaggio precedente con Hoshi, nessun gigantesco Fennec su cui stare seduti, semplicemente le loro gambe (e quello di Shirai erano considerevolmente più corte delle sue) per attraversare un consistente percorso fra Paese dei Fiumi, del Fuoco ed infine quello del Ferro.
    Tutto considerato, c'era tempo per un'altra birra, almeno secondo lui.
    Trovi sempre il tempo per un'altra birra, fratello...

    [Un paio di ore dopo]

    Zong Wu attendeva nelle vicinanza delle Mura di Suna il suo compagno di viaggio, o almeno avrebbe atteso, se quello fosse arrivato dopo di lui; in ogni caso, quando i due fossero stati entrambi pronti, il loro viaggio sarebbe iniziato.
    A ben guardare lo Shogenin, aveva con se poca roba: un mantello, una casacca sotto lo stesso ed un lungo bastone con l'estremità coperta da un panno, oltre ad uno zaino con di certo cambi d'abito di qualche sorta.
    L'ideale per il viaggio sarà vedere di raggiungere entro stanotte il paese dei Fiumi e la loro capitale, così da entrare entro la metà della giornata di domani nei territori del Paese del Fuoco ed uscirne entro dopodomani.
    Naturalmente, Shirai, pagherai tu per le locande dove dormire in entrambi i casi, giusto? Nel Paese del Ferro, direi, che dovremmo riuscire a raggiungere l'esterno della prigione di Ishi No Jingoku entro la fine della giornata e sperare che ci ospitino lì.
    I loro sensitivi mi hanno già percepito ai tempi del mio primo viaggio in quei luoghi con un altro shinobi di Suna, quindi mi auguro non ci siano problemi.
    , spiegò all'altro, mentre iniziavano il loro lungo viaggio.

    I due avrebbero percorso strade più o meno tranquille, poco trafficate, fino al Paese dei Fiumi: il nano non poteva saperlo, ma, in seguito ad avvenimenti del periodo subito successivo al viaggio con Hoshi fino ad Ishi No Jingoku, Zong Wu aveva studiato tutti i possibili percorsi da Suna ad Ame ed allungare dal Paese dei Fiumi era un'opzione che permetteva, nel loro caso, di non evitare la Pioggia, per quanto il percorso più veloce fosse ottenuto tagliando per il Paese del Fuoco, ma giusto lungo i margini più occidentali.
    Così, per curisiotà, Shirai-san, come mai tutto questo interesse per scudi e protezioni in generale? Io faccio questo viaggio perché, di recente, ho appreso come fabbricare spade ed affini, ed ora, vorrei ampliare il mio campo di conoscenze, per poi aprirmi un negozietto... tu? Dalle tue parole, alla locanda e prima, sembravi farne uso., avrebbe chiesto, più per curiosità e per evitare di parlare da solo tutto il viaggio; in fondo li aspettavano tre lunghi giorni di viaggio.

    E lunghi in effetti furono: dapprima il Paese dei Fiumi, poi quello del Fuoco e, verso la metà del terzo giorno, entrarono nei confini del paese del Ferro, giusto in tempo per beccarsi il freddo tipico di quelle terre.
    Se, in tutto quel tempo, Shirai avesse voluto parlare di qualcosa in quei tre giorni, fosse stato anche il più ed il meno, l'altro non avrebbe avuto problemi in tal senso.
    In ogni caso, arrivati nel territorio del Ferro, i due avrebbero dovuto viaggiare ancora per qualche ora prima di arrivare davanti ai confini della prigione sotterranea di Ishi No Jingoku.
    Il che per la Spia sunese sarebbe potuto essere un problema, se le loro sentinelle, tutte dei sensitivi, lo avessero individuato: se voleva nascondere la propria natura di ninja, quella era la situazione peggiore per lui.
    Dinanzi ai cancelli della prigione, comunque, i due furono fermati dalle guardie della stessa, al di sopra delle alte mura, che sembravano attenderli con gli archi già ben puntati nella loro direzione.
    "Zong Wu di Suna, cosa ti riporta qui? Chi è l'individuo con te?", avrebbe chiesto una delle sentinelle: probabilmente tenevano traccia di chiunque avesse varcato i cancelli della Prigione.
    Era possibile? In fondo era una delle più rilevanti prigioni di Tetsu, era più che probabile.
    Sono qui per chiedere un incontro al vostro Direttore, niente di più. Una visita di cortesia per ricevere informazioni... in fondo è l'unico luogo che io abbia mai visitato qui nel Paese del Ferro., avrebbe pacatamente risposto alla guardia, attendendo poi all'esterno.
    Ora ci faranno aspettare, come l'ultima volta, di sicuro..., commentò poi verso il nano che lo accompagnava.

    In effetti ci vollero diversi minuti perché il massiccio portone si aprisse ed il duo potesse entrare, accolto dal medesimo plotone di arcieri che li scrutavano dall'alto e che li condusse fino alla baracca dove, Zong Wu sapeva avrebbe ritrovato il direttore della Prigione: Zhushi Goro.
    "Ben trovato, Zong Wu, vedo che adesso porti i capelli lunghi, non fosse stato per i nostri sensitivi, forse non ti avrei nemmeno riconosciuto. Il tuo compagno di viaggio è diverso dall'ultima volta, e spero lo sia anche il tuo obiettivo: non abbiamo più avuto problemi, non ci serve mandare dei ninja a quietare gli animi e portarsi fuori dei criminali.", avrebbe esordito, cordiale, ma risoluto, il Samurai della Prigione.
    No, Zhushi Goro-sama, chiediamo un posto dove dormire per la notte e, se possibile, indicazioni sul più abile fabbro che si possa trovare, esperto nel forgiare armatura. Il mio compagno di viaggio, qui, aveva sentito parlare degli scudi forgiati con il Mithril, ma al di là delle leggende, immaginiamo che in queste terre ci siano i maggiori esperti in armature., spiegò di rimando lo Shogenin.
    "Vi posso dare ambo le cose: vi faremo stare nel dormitorio delle sentinelle per stanotte, mentre per le informazioni, ve le offrirò domattina stesso, però posso anticiparvi una cosa: avete ragione, Mithril non è un metallo, non ci sono scudi forgiati con il Mithril, ma gli scudi forgiati DA Mithril! Si dice che fosse il più grande esperto in armi da difesa della regione, ma è morto da anni, però aveva degli allievi, almeno uno è ancora vivo nelle nostre terre, lo stesso da cui ci forniamo noi per le protezioni qui. Domani, però, parleremo meglio. Per stasera, vi lasceremo riposare.", concluse il Direttore, indicando poi ad un subalterno di dare ai due dei letti nei dormitori.

    Qualche informazione già ce l'avevano e, chissà, magari la Spia sunese avrebbe potuto trovare interessante ottenerne altre in quel luogo.

    -----

    OT: Ok, sia ho dato per scontato che la giocata sia successiva a quelle di Ame ed a quella per i fabbri con Hoshi, sia ho preso spunto dalla mappa, che diceva che, in linea d'aria, da Suna a Tetsu ci volevano circa 22h per una rossa... ho diluito i tempi considerando che comunque si viaggiava via terra.
    Naturalmente, puoi proporre chiacchiere, introdurre idee per come entri nella zona della prigione ed eventualmente hai la notte per provare a recuperare informazioni ^^' /OT
     
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    Era interessante e molto risoluto questo Zong Wu. Non partimmo subito, ed in effetti era un'idea ottima quella di prepararsi ad un viaggio lungo e tortuoso. Così come il mio compagno passai in fretta di casa a prendere il necessario, dovendo lasciare a malincuore la giara di sabbia, che sarebbe stata infinitamente troppo visibile. Anche per me tutto l'equipaggiamento visibile era solo uno zaino, mentre tutto l'armamento da shinobi era insaccato dentro gli abiti da nano, che grazie alla loro larghezza consentivano di nasconderci dentro tutto il necessario.


    Meno male che tu hai già affrontato questo viaggio, almeno saprai quali sono le strade migliori da percorrere, seguirò la tua via Zong Wu, non c'è problema!

    Risposi alle parole dello Shogenin davanti alle mura del villaggio, mentre il nostro viaggio iniziava. Viaggio che come preventivato si sarebbe dimostrato particolarmente lungo, ma che con gambe allenate e tanta pazienza ci avrebbe portato dove necessario. Infondo, cosa potevano essere dei meri chilometri a piedi come prezzo da pagare per il compimento di una missione ?


    Il mio interesse in realtà non è direttamente sulla forgiatura di armi o armature. Io voglio diventare un Artigiano, e non un corazziere o un armiaiolo. Sono un Genin del villaggio della Sabbia, e siccome non sono in tanti coloro che padroneggiano bene quest'arte penso possa fruttare bene. Chissà che un giorno non si possa collaborare nella stessa bottega!

    Avrei risposto concludendo con una bella risata nanesca. Non vi era motivo di mentire sulla mia natura da shinobi, inoltre lo shogenin aveva già detto di come i sensitivi del villaggio l'avessero precedentemente individuato, ed allo stesso modo essi avrebbero individuato me, con tutti i relativi rischi del caso. Non aveva senso esagerare o fingere più del necessario, Suna era piena di ninja, tra di essi poteva certamente esserci anche Shirai!


    Dimmi di te invece, con chi sei già venuto in queste terre ? Scommetto una birra che l'altra volta eri con Yakumari-San, un gran camminatore di Suna, non dubiterei mai della sua voglia di farsi un viaggio del genere!

    Yakumari- San non esisteva, o se mai fosse esistito, io non avevo idea di chi fosse, ma questo nessuno l'avrebbe mai indovinato, ma magari il caro Zong Wu avrebbe potuto rivelarmi il nome del suo compagno precedente, chissà che non fosse qualche vecchia conoscenza. D'altronde, così come Diogenes conosceva lui, magari lui poteva conoscere Shinici od Hoshizuku. Il mondo è piccolo, e sapere questo genere di cose torna sempre utilissimo.


    Se mi posso permettere, pensi che questo capo delle prigioni sia disposto a donare, o VENDERE, questa lista dei prigionieri o di coloro che hanno varcato queste mura ? A me personalmente non interessa molto, ma ho un amico che lavora in amministrazione che farebbe carte false... Se riusciamo ad ottenerle possiamo fare metà di quanto questo mio caro amico sia disposto a sganciare!

    Questo era un primo piccolo azzardo, ma lo Shogenin non mi sembrava particolarmente interessato ai valori della fede, e molto spesso il dio denaro accomuna più persone di quanto sembri.


    . . .


    Arrivammo sotto il tiro degli arceri, che gentilmente chiesero delucidazioni sulla nuova visita del mio compagno in primis, e sulla mia identità subito dopo.


    Mi chiamo Shirai.

    Avrei limitato le comunicazioni con le guardie, che indubbiamente avevano identificato e quantificato il mio chakra e ciò che mi caratterizzava. Ad ogni modo, se avessero insistito o semplicemente chiesto mi sarei identificato come problemi come un Genin di Suna.
    Poco dopo ci portarono alla baracca del direttore, che si rivelò più gentile e meno problematico del previsto, ma probabilmente si trattava solo dell'inizio. Nessuno è gentile.


    Mi spiace interromperla, che lei sappia questo allievo è in grado anche di insegnare l'arte dell'artigianato ordinario ? O conosce altrimenti qualcuno che possa trasmettere queste conoscenze ?

    La domanda era ovvia, visto che a differenza di Zong Wu non ero interessato a diventare un corazziere.


    SE Zong Wu nella precedente domanda mi avesse detto che il capo delle prigioni sarebbe stato disponibile a darci le informazioni su coloro che erano stati nelle prigioni allora avrei posto anche questa seguente domanda, altresì mi sarei ritirato con il mio compagno nelle stanze che ci erano state affidate.


    Se poi non riesce a dormire, pensi a quali monete di scambio le interessano, domani potrei avere delle domande interessanti da porle.

    Per quanto dormitori, eravamo sempre sotto l'autorità di un prigioniere, e nell'andare a dormire controllai bene il letto e la stanza con tutte le mie capacità, fingendo atti di ordinaria amministrazione per non sembrare un pazzo agli occhi del mio compagno.


    Ti sei trovato bene l'ultima volta che hai pernottato in zona ? Mi sono dimenticato di chiedertelo prima...

    Chiesi infine... Quale brutto errore porre questa domanda così in ritardo!
     
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    Compravendite nel Ferro

    Il viaggio iniziò e con esso, fortunatamente, qualche chiacchiera che permise a Zong Wu di inquadrare un pò meglio l'uomo con cui stava compiendo la lunga traversata.
    Shirai era un genin, a quanto diceva, e voleva diventare un Artigiano per poterci guadagnare sopra.
    Una causa che il presunto Shogenin poteva condividere: in fondo aveva appreso come forgiare da solo le armi anche per quel motivo, oltre che per migliorare la propria lancia, medesima ragione per cui voleva diventare anche un corazziere, come venivano chiamati i fabbricatori di corazze ed affini per shinobi.
    Hai perso la birra, Shirai-san. L'ultima volta che sono venuto nel Paese del Ferro non ero con questo tipo di cui parli, ma con Hoshikuzu Chikuma, non so se lo conosci. E soprattutto, non eravamo a piedi, ma a dorso di una sua evocazione, il che ha reso il viaggio molto più comodo e veloce., avrebbe, poi, ammesso alla domanda dell'altro sul suo precedente viaggio a Tetsu.
    Sulla successiva domanda per quel che riguardava l'elenco degli "abitanti" di Ishi No Jingoku, Zong Wu alzò le spalle: Onestamente non saprei. Quando io e Hoshi lo abbiamo aiutato, il Direttore ha poi accettato di farci portare via un paio di persone, ma lì era una questione abbastanza importante anche per lui da risolvere, non credo però che si farebbe comprare per denaro., ammise dopo un pò.

    [...]

    Arrivati ad Ishi No Jingoku, poi, alle domande di Shirai, Zhushi lo squadrò un attimo meglio prima di rispondere: "Non so se l'allievo di Mithril sia anche quello che si definisce un Artigiano, ma ha un Negozio a dir poco gigantesco. E' il maggior produttore di ogni tipo di equipaggiamento usato qui nel Paese del Ferro, non mi stupirei avesse, quanto meno, un esperto persino in quel ramo che lavora per lui.
    Per ciò che riguarda, invece, avere informazioni sui prigionieri di questo luogo, Signor Shirai, su quel frangente non posso esserle d'aiuto. Sono al comando di questa prigione da un decennio e non posso di certo permettere che tutti i segreti qui nascosti, assieme ai criminali che di essi sono macchiati, vengano divulgati. Una fuga di notizia implicherebbe l'accrescere delle mire verso questo luogo... una cosa che voglio evitare."

    Malgrado la secca risposta alla seconda domanda, Zhushi non avrebbe negato ai due di riposare nei loro dormitori e proprio lì, alla domanda su come si era trovato l'ultima volta, Zong Wu si fece una grossa risata: Con Hoshi non abbiamo dormito qui! Ci siamo infiltrati come prigionieri ed abbiamo risolto un problema di una rivolta ai piani più profondi. Ti posso dire, comunque, che hanno delle ottime infermerie, le abbiamo provate quando siamo usciti da quel buco.
    Giusto per restare sul vago e non sottolineare la follia per cui siete entrati lì dentro, vero?

    [Il mattino dopo]

    Il giorno dopo, i due ninja avrebbero trovato Zhushi ad attenderli per una modesta colazione a base di thé e qualche biscotto, se ne avessero voluti, mentre leggeva dei documenti.
    "Abbiamo un ordine da portare all'uomo che voi volete conoscere, quindi potete unirvi alla carovana che andrà fin lì. Il viaggio non è nemmeno troppo lungo, un'altra giornata verso Nord, fin sotto le Teste del Lupo.
    L'allievo di Mithril è un tipo parecchio preciso con il suo lavoro, spero che vi possa aiutare, ha un grande negozio, come già vi dicevo ieri, non so se lui personalmente vi supporterà, ma, sapete come si dice? Chiedere non costa niente!"
    , suggerì.
    A meno di ulteriori domande, poi, il duo sarebbe stato invitato a seguire, entro un paio d'ore, la carovana che partiva dalla prigione: erano una decina di carri, tutti vuoti al momento, e c'erano almeno due guardie per carro che li conducevano. Guardie decisamente poco loquaci, persino se interrogate, che avrebbero condotto il duo di ninja fin alla base della loro ricerca verso sera: un gigantesco palazzo con parecchia gente che stava trasportando armi da una parte all'altra.

    All'arrivo del grosso quantitativo di carri, sarebbero stati accolti da una tizia, decisamente, di bell'aspetto.
    "Un altro ordine per l'Ishi No Jingoku? Non la smettete mai di servirvi di armi? Tanto meglio per noi che ve le produciamo!", avrebbe riso di gusto, prima di notare il duo di shinobi che, decisamente, discostavano non poco dal gruppo di guardie.
    "Voi sareste?", chiese cordialmente, scrutando nel proprio porta-documenti, senza trovare traccia di ulteriori nuovi arrivi.
    Siamo due ninja di Suna, desideriamo apprendere le arti della creazione di Armature e protezioni simili, per ciò che mi riguarda, mentre il mio basso amico, qui, vorrebbe apprendere i segreti dell'Artigianato., li avrebbe presentati Zong Wu stesso, ricevendo uno sguardo bieco dalla segretaria: "Sarebbe poco conveniente condividere le nostre conoscenze con Suna, non pensa? Potreste rubarci clienti.", obiettò.
    Sono dei ninja, però, Kali-chan, potrebbero aiutare... io direi di aspettare Gechi-sama, prima di decidere., suggerì d'improvviso un lavoratore che si trovava poco lontano.
    Non ci volle molto perché arrivasse il direttore stesso, tale Gechi Comizu (semmai i due si fossero disturbati a chiedere chi fosse questo Gechi-sama), uno degli allievi ancora in vita di Mithril, per l'appunto, che tutto sembrava, fuorché un vero e proprio fabbricatore di armature.
    La segretaria parlò qualche minuto in disparte con l'uomo, prima che questi si avvicinasse ai due ninja: Mi dicono che volete apprendere le arti dei Corazzieri e dell'Artigianato e che siete shinobi di Suna.
    Per lei, che vuole apprendere come diventare Artigiano, possiamo di certo fare qualcosa: da queste parti non è una maestria molto diffusa, né particolarmente ricercata, perciò, se acconsente a lavorare per due intere settimane qui presso di noi e seguire le indicazioni di Lodo, l'uomo che avete incontrato poc'anzi, potrà seguirlo ed apprendere da lui come meglio creare respiratori ed oggetti simili.
    Lei, invece, gigantone, deve capirmi: non amo distribuire le conoscenze del mio maestro a chicchesia, però, Mithril diceva sempre che i ninja, con le loro capacità di manipolare il chakra, erano i migliori fabbri possibili... quindi le propongo di aiutarci con una particolare spedizione da dover completare e tutto ciò che apprenderà nel farla, le resterà come conoscenza. Un paio di settimane, come per il suo compagno di villaggio.
    Che ne pensate?


    Stava ora ai due shinobi, accettare o meno la proposta di lavoro.


    ----

    OT: Ok, hai libertà sia per interagire con la gente intorno al grosso negozio, sia con altri, se vuoi.
    Inoltre a te la scelta: vuoi gestire tu la tua parte ed io gestisco la mia, su come apprendiamo, o preferisci che io guidi te e tu guidi il mio pg? Piena libertà anche in questo nel tuo prossimo post per iniziare le due settimane di addestramento./OT
     
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    Ebbene, dunque, le trame iniziavano a prendere forme interessanti. Il caro Zong Wu conosceva il caro Hoshikuzu, e le strane circostanze attorno al Jonin di suna mi lasciavano pensare che non fossero stati in quel del ferro per una scampagnata. Ad ogni modo non era il caso di approfondire troppo la faccenda. Entrammo nelle nostre cuccette e senza troppi problemi passammo la notte. Tutte le mie attenzioni e preoccupazioni sembravano essere infondate, ed il mio compagno di viaggio non sapeva darmi ulteriori informazioni. Fece qualche allusione alle infermiere, che la mia piccola età rendeva difficile cogliere nel pieno del suo significato, di conseguenza lasciai perdere eventuali risposte, il rischio di sembrare inadeguato era sempre dietro l'angolo, mentre il silenzio non era mai troppo.
    Al mattino ci unimmo agli altri, che dovevano portare quello che doveva essere l'ennesimo ordine di attrezzature. Viaggiavamo su dei carri con delle guardie, queste erano effettivamente molto poco propense alla chiacchiera, e capì subito che non si sarebbero fatte scappare nessuna parola di troppo.


    Siamo stati fortunati. Il tuo contatto sembra poterci aiutare nella ricerca di ciò che ci serve. Ottimo!

    Dissi allo Shogenin. Ero incuriosito da lui, ed espormi come Shirai limitava molto i pericoli.


    Questo palazzo è veramente gigantesco. Non sono stato molte volte fuori dai confini del paese del vento, e sono insolito a questo genere di panorami. Forse con l'avanzare degli anni dovrei essere più propenso a qualche viaggetto! Oltre a capi di prigioni conosci altri contatti interessanti sparsi per il mondo ? Chissà che non si riesca a tirare fuori una bottega coi fiocchi, che con qualche anno di lavoro poi anche noi ci costruiamo un castello del genere. Altro che la catapecchia del Kazekage!! AHAH

    L'edificio davanti al quale arrivammo la sera era veramente molto imponente, simbolo che gli affari da queste parti andavano bene. A confermarlo furono le parole della ragazza che ci attendeva, una biondona in attesa del prossimo ordine, che rimase abbastanza sorpresa dalle nostre richieste.
    Fortunatamente ci volle poco, e potemmo parlare direttamente con Gechi Comizu, l'allievo del sommo fabbro.


    La conoscenza non ha prezzo mio caro, e due settimane di lavoro per voi contro i segreti dell'artigianato mi sembrano uno scambio equo. Inizio a dirvi che laddove abbiate bisogno in futuro, anche l'oro paga bene i favori! Ahah

    La letteratura non era il mio forte, ma le leggende riguardo l'avarizia e la brama d'oro dei nani sono impossibili da numerare. Era una parte facile nella quale calarsi la mia! Allo stesso tempo anche l'offerta fatta al mio accompagnatore sembrava equa, e speravo accettasse anch'esso. Per entrambi il periodo era di due settimane esatte, avremmo finito lo stesso giorno, ed avremmo potuto affrontare assieme il viaggio di ritorno. Non che ci fossero particolari pericoli, o che mi spaventasse l'idea di viaggiare da solo, ma questo personaggio poteva tornare utile. Il fatto che fosse stato proprio il Mikawa a segnalarlo,e che conoscesse un'altro fondamentale shinobi del mio villaggio lasciavo intuire che fosse necessario tenerlo ben stretto.


    Forza, accetti anche lei ed iniziamo subito a metterci sotto! Andiamo signori, portateci subito al laboratorio! E sia chiaro, voglio uno sgabello sopra-elevato per poter arrivare comodamente al bancone!!

    Questo era un bisogno di sempre, che per una volta potevo chiedere senza vergogna.




    SE Zong wu avesse accettato la sua proposta Gechi Comizu sarebbe scoppiato una fragorosa risata.


    Bene. In un certo senso son ben contento di poter vedere i risultati delle lavorazioni aiutate dal chakra. Non mi è mai capitato, e se scoprissi che funziona davvero sarebbe il caso di imparare le vostre arti a mia volta. Ad ogni modo non ho mai visto un'armatura forgiarsi da sola, seguimi Gigantone.

    Se il Kaguya avesse seguito l'uomo avrebbe camminato per qualche minuto, superando alcuni dei reparti in cui era suddivisa la struttura. Ovviamente un lavoro come quello richiedeva diverse aree, ognuna specializzata nella gestione di particolari leghe rispetto che settori di competenza. Inoltre, al di là di una mera suddivisione per categorie, la stessa produzione del singolo bene richiedeva diverse fasi. Un fabbro da quattro soldi si sarebbe potuto accontentare di modellare il metallo nella forma desiderata, ma se i due avevano affrontato centinaia di chilometri c'era un motivo.
    Tutte le fasi della lavorazione avevano un capo reparto, a partire da coloro che dovevano scegliere i materiali con cui formare la lega, si passava poi ai migliori scarti da fondere, per evitare che vi fossero delle impurità che compromettessero la qualità dell'oggetto. Una persona apposta controllava i giusti punti di fusione, mentre c'era un addetto alla scelta del liquido nel quale temprare il risultato della lavorazione. Questi, solo alcuni dei diversi compiti necessari alla produzione di un'armatura.


    Come vedi noi qui abbiamo decine di uomini, tutti ugualmente importanti nella perfezione del risultato finale. Se anche uno solo di essi sbaglia la sua parte, l'armatura che si ottiene fa schifo. Fa schifo per i nostri canoni, potrebbe andare benissimo per un banco d'armi normali, ma io voglio che tutto quello che esce da questi laboratori possa resistere ad un affondo diretto, ad un'esplosione, e se necessario, anche alle vostre arti shinobi.

    Tutte le capacità e le conoscenze che qui decine di uomini sommavano, il Kaguya avrebbe dovuto imparare a padroneggiarle da solo. Sempre che non si accontentasse di un livello ben più umile di qualità.


    C'è una cosa che accomuna tutti questi uomini, e dalla quale partirai anche tu.

    I due camminavano mentre Gechi Comizu parlava, e lo Shogenin venne condotto ad un banchetto da laboratorio, era rettangolare e misurava circa 3x4 metri. Qualunque sforzo il risorto avesse provato, non sarebbe riuscito nemmeno a far vibrare quel tavolo. Su di esso c'erano alcune lastre di metallo fredde, spesse circa due centimetri, a forma di quadrato dal raggio di un metro.


    Con quei bicipiti sei già più avvantaggiato della maggior parte dei presenti agli albori, inizia a battere il ferro.

    Avrebbe dato al kaguya un martello da ben dieci chilogrammi, ed un compito apparentemente semplice.
    Che si dovesse proprio iniziare dalla gavetta ?
     
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    I segreti della Creazione

    Shirai durante il viaggio sembrò essere di buon umore, tanto da parlare lungo il viaggio nella carovana, ben lieto di scoprire che il contatto di Zong Wu li aveva indirizzati bene e, ancora di più, stupito quando arrivarono alla mastodontica officina, termine al quanto riduttivo, di tale Gechi Comizu.
    Ancor prima di incontrarne il proprietario, il nano commentò verso lo Shogenin di Suna sulla sua fortuita conoscenza che li aveva portati fin lì: Ho viaggiato un pò prima di diventare un residente della Sabbia, e mi ci sono fermato giusto perché conoscevo Hoshi. Qualche persona qua e là la conosco, seppur non tutte hanno palazzi come questo. E comunque considera che sono già in accordi con Hoshikuzu per aprire un negozietto assieme, però, in tre, se tu diventi un bravo Artigiano, e considerando che il Rosso è un ottimo meccanico, se mi specializzo nelle corazze, faremo soldi a palate, sì., spiegò Zong Wu, poco prima del loro incontro con la segretaria e tutta l'altra gente del luogo.
    Ovviamente anche lo Shogenin accettò l'offerta fattagli per le due settimane di lavoro, così gli shinobi della Sabbia furono divisi ed ognuno andò con quello che sarebbe stato il suo insegnante per l'inizio di quel periodo d'addestramento.

    I segreti dell'Artigianato - "Shirai"

    Il "Nano" fu condotto in una piccola ala dell'immane serie di edifici dall'uomo che Gechi gli aveva indicato, Lodo, che lo fece entrare in un magazzino forse un pò più piccolo degli altri, iniziando, intanto a parlare: Sono piacevolmente sorpreso che anche un ninja voglia apprendere l'arte dell'Artigianato, è un'arte in disuso ormai, sa? Qui sono l'unico che la pratica e ho un tale carico di lavoro che certe volte me ne scapperei, non fosse che, proprio perché sono l'unico, Gechi-sama mi paga quasi a peso d'oro.
    Perché l'artigianato non è una cosa così inutile come si potrebbe pensare! Senza noi artigiani, sia i Samurai di queste terre sarebbero in problemi, sia molti di voi ninja.
    Le faccio qualche esempio!
    , iniziò a spiegare, indicando due oggetti che aveva su un ampio tavolo: il primo era una qualche sorta di maschera con uno strano largo boccaglio, il secondo era qualcosa che di certo il ragazzo conosceva meglio, un rotolo.
    "Le maschere? Te le crea un qualsiasi Corazziere con una mano abbastanza attenta, ma un respiratore ha bisogno di più inventiva e di maggiore precisione. Certo, qualsiasi fabbro le dirà che ci vuole precisione anche nel battere il ferro correttamente per forgiare le armi adatte, ma lì è precisione legata alla pura forza fisica, qui si parla di acume nel rendere gli oggetti perfetti per l'uso!", iniziò mostrando il respiratore.
    "E vogliamo parlare dei Rotoli da Richiamo? Probabilmente molti di voi ninja pensano che basta mettere della carta tutta assieme e chiuderla con un bel sigillo metallico, vero? Eh... niente di più falso! Un rotolo da richiamo ha bisogno di essere preparato, la carta deve essere ottenuta dal materiale corretto e poi lavorata lungamente per ottenere delle dimensioni adatte a portare un sostanzioso quantitativo di oggetti, perché si può, sì, nascondere armi in un rotolo, ma le dimensioni sono proporzionali alla quantità di cose che ci si può immettere, come credo lei sappia.", continuò a spiegare, prima di fermarsi davanti ad un altro tavolo dove c'erano diversi materiali sfusi.
    Iniziamo dalle basi comunque, con qualcosa di facile: provi a farmi un paio di metri di corda di canapa, va bene?, avrebbe proposto con cordialità Lodo, sorridendo come se fosse la cosa più ovvia del mondo, per quanto, in effetti, non era chiaro quanto la Spia sunese ne sapesse davvero di tale tipo di produzione.

    Di nuovo alle basi - "Zong Wu"

    Lo Shogenin di Suna era al quanto stupito da ciò che stava ammirando: conosceva la forgia di Mica-sama a Suna, il Fabbro che aveva iniziato lui e Hoshi all'arte della creazione di armi da battaglia, ma mai aveva visto una struttura così ben organizzata.
    Tutto ciò che il gigantesco insegnante sunese che aveva avuto, tendeva a fare da solo, qui era suddiviso fra decine di uomini che si occupavano delle diverse fasi di produzione delle corazze; forse un modo per sopperire con il numero alla mancanza di conoscenze ninja, forse pure pignoleria, oppure vere e proprie capacità che in questo modo davano risultati ancora migliori... sarebbe stata l'esperienza a permettergli di capire ciò.
    Ad ogni modo, mentre Gechi parlava, spiegandogli come fosse diviso il lavoro, i due arrivarono ad un massiccio, a dir poco, tavolo con dei blocchi di ferro su di esso ed il capo dell'organizzazione di corazzieri offrì un grosso martello al suo inatteso lavorante.
    Qui mi trova già un pò preparato, Gechi-sama, ho appreso come battere il ferro quando sono diventato un Fabbro in una forgia per armi, però, immagino che creare corazze richieda delle lavorazioni diverse del metallo, giusto?, avrebbe chiesto, osservando poi il blocco di metallo davanti a lui.

    Zong Wu iniziò a battere il metallo: sapeva di non dover esagerare nella forza utilizzata per dare i colpi, già nella piccola forgia di Mica-sensei il jonin aveva sprecato diversi blocchi metallici per l'aver esagerato con l'impeto dei propri colpi, spezzando, o piegando male, le sottili lastre di metallo che aveva sottomano al momento, stavolta non avrebbe fatto altrettanto.
    Aveva per le mani un martello dal peso considerevole, il che implicava che, oltre all'impeto del proprio colpo, anche il peso dell'oggetto che usava, incrementato dalla gravità, avrebbe reso la violenza del suo battere ancora più consistente, così, lo Shogenin ci andò cauto, colpo dopo colpo.
    Iniziò a lavorarne i bordi, dandogli una forma adatta per ciò che serviva: una qualsiasi armatura, lo sapeva bene come Kaguya, aveva bisogno di metallo fatto su più strati e fra di loro sovrapposti e ben congiunti.
    Certo, con le ossa era, almeno per lui, molto più facile e naturale, ma sapeva bene di dover sovrapporre i diversi blocchi ed unirli già mentalmente, quando li forgiava, il ché, riportato alla realtà della lavorazione di un'armatura, implicava che quei due pezzi di metallo erano, probabilmente, parte di qualcosa di più grosso da lavorare.
    Così, con queste considerazioni, il ninja continuò nel suo certosino lavoro di elaborazione degli angoli dei blocchi di metallo, lavoro che implicava anche una sostanziosa concentrazione nel non esagerare con la forza in uso sul martello.
    Questo finché l'altro non avesse dato un parere positivo, o meno, sul lavoro di Zong Wu, interrompendolo.

    -----

    OT: Sono andato abbastanza "tranquillo" sulle conoscenze del mio pg in questo contesto, principalmente perché ha già la competenza "Creazione" seppur in un ambito diverso, ma qui si tratta di basi. Lascio decidere a te se la cosa va bene o meno ^^' /OT
     
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    Il signor Lodo mi piaceva. Solitamente il degrado dei costumi aveva portato persone che non si erano mai viste prima a darsi del tu e parlarsi amichevolmente. Io invece, amavo in un qual certo la formalità. La sfortuna ? Il mio lavoro richiedeva invece che mi fingessi sempre in confidenza, amato dagli altri,e fonte di fiducia. O così, o niente informazioni altrimenti. Ad ogni modo, per il momento non sembrava esserci bisogno di spiare niente, e per l'avventura in nome di Shirai potevo concedermi qualche formalità in più del solito.


    Concordo. Purtroppo l'artigianato sembra andare nel dimenticatoio, e con esso anche la qualità. Io mi vedo costretto a doverne apprendere l'arte per rimediare alla pochezza che si può trovare nei villaggi. Capirà, nel mio mondo lavorativo non sempre si hanno a disposizioni settimane per viaggiare e cercare qualcosa di buona fattura, e di conseguenza ci si ritrova a dover fare di necessità virtù.

    Il tutto era sostanzialmente vero. Inoltre, una spia non poteva comprare microfoni, microspia e quant'altro, altrimenti sarebbe stato un colossale imbecille. Ma se avessi saputo come produrmi gli strumenti del mestiere avrei mantenuto l'anonimato. In realtà, del negozio ben poco mi importava, ciò che realmente premeva era apprendere quest'arte, come ordine dell'organizzazione.
    Lodo parlò poi di alcune delle differenze tra le lavorazioni dell'artigianato e delle altre arti della creazione e della lavorazione dei materiali, per poi arrivare direttamente al dunque, chiedendomi di preparare della corda di canapa.
    Rimasi inizialmente interdetto, guardando Lodo con uno sguardo leggermente dubbioso. Non avevo mai fatto niente di simile prima, ero proprio un novizio in materia, e non avrei disegnato un po' di teoria prima di mettermi direttamente alla prova.
    D'altra parte, questo genere di cose richiedevano manualità, tatto ed esperienza. Cose che io non avevo, e che dovevo sin da subito iniziare ad apprendere. Dopo qualche attimo di esitazione decisi di pensare a qualche soluzione. Sul tavolo vi erano diversi materiali sfusi, tra cui alcuni gambi dai quali iniziare la lavorazione. Non avevo ben idea di come iniziare, ma indubbiamente raccimolare la fibra era la parte fondamentale. Incisi leggermente il primo gambo, dal quale poi con delicatezza provai ad estendere l'incisione, cercando di rompere meno fibre possibili, e di ricavarne il più possibile.




    Il lavoro era abbastanza delicato, in quanto seppur c'erano parecchi gambi dai quali attingere il taglio iniziale e l'opera di rimozione delle fibre doveva essere fatta con criterio. Se usavo troppa forza, o se non usavo abbastanza destrezza nel muovere le dita tra le fibre rischiavo che il tutto si intrecciasse troppo, o che si rompesse, costringendomi a ricominciare o a dover buttare via parte del lavoro fatto. Impiegai diverso tempo per ricavare parecchia fibra da lavorare. Una volta raggiunta una quantità decente notai che erano ricche di rimasugli, e che non sarebbe stato mica facile intrecciarli in quel modo. Inoltre la corda sarebbe stata troppo ruvida e non maneggiabile. Passai poi al cosiddetto " lavaggio", non avevo idea di come pulirli esattamente. Sicuramente non potevo togliere i pezzi in residuo uno per uno, di conseguenza presi i lungi filamenti tra le mani ed iniziai a strofinarli delicatamente, stando ben attendo a non romperli. Facendo salire e scendere tra le mani le fibre mentre le fregavo. In questo modo tendevo a compattarle, ed i pezzi in eccesso avrebbero ostacolato il meccanismo, di conseguenza secondo la mia impressione si sarebbero rotti o staccati.
    Una volta terminata quest'operazione mi ritrovai con parecchia fibra, in condizioni discrete da poter poi lavorare. Non l'avevo mai visto prima, ma avevo usato diverse volte della corda di canapa durante le missioni, gli addestramenti e in altre attività, di conseguenza avevo un'idea del risultato finito.


    Certo che per iniziare non è così semplice sa!!

    Dissi ridendo mentre iniziavo ad unire le fibre, a formare tre grossi " fili " di fibra di canapa, che avrei poi intrecciato. I tre grossi fili servivano a rendere la corda resistente. La funzione primaria di questa corda era quella, doveva resistere bene al peso ed alle forze esterne, di conseguenza dopo aver riunito le fibre nei tre grossi fili feci alcune prove di resistenza. Provai a tirarle e contorcerle leggermente, senza esagerare in quanto non erano ancora il risultato finito, ma solo parte di esso.
    L'intrecciatura l'improvvisai totalmente. Presi il primo filone e lo tenni tra il pollice della mano sinistra e le dita, poi presi un altro filone e lo feci volteggiare in senso orario per poi tirarlo verso il corpo, infine infilai il terzo filone tra i due. Era come comporre una sorta di treccia per le ragazze, solo che al finire di ogni operazione ben tiravo i tre fili, per serrare bene la corda e cercare di renderla stretta e salda. Una volta completata l'operazione avrei continuato a ripeterla sino a completare i due metri di corda, per poi mostrarli al mio sensei di turno.


    Sia clemente, è la prima volta che provo qualcosa del genere...


    Zong Wu



    L'abilità dell'uomo nella lavorazione delle armi era evidente, ed effettivamente se la cavava discretamente bene nel battere il ferro. C'era poco da dire, il ragazzone sembrava portato, ed anche l'idea di iniziare a battere le grandi lastre di metallo che gli erano state affidate dai bordi era sostanzialmente vincente.


    Bene, sembra che su questo tu te la stia cavando egregiamente. Ricorda solo una cosa importante. Se tu sei abituato a battere il ferro per lavorare delle armi sai bene che ciò a cui devi puntare e che il metallo raggiunga un altissimo livello di temperatura, in quanto per fare le lame devi renderlo sottile ed affilato. Lo stesso discorso è invece negativo per le armature. Queste devono si essere grandemente battute, ma il calore dev'essere minore, difatti modellarle nella forma richiesta richiede maggior forza. Inoltre, com'è ovvio nella lavorazione delle armi sei abituato a battere una determinata zona, nella quale dovrai realizzare la lama o la parte incidente. Mentre la lastra per un'armatura dev'essere battuta in tutta la sua area. Non dovrai modellare solo i bordi, ma anche il centro ed ogni zona. La temperatura dovrà essere uguale in ogni suo punto.

    Qui la teoria non scarseggiava, Gechi Comizu sembrava interessatissimo a spiegare sotto tutti i dettagli le lavorazioni.


    Se ti ritrovi a dover fare le armature, vorrai che colui che l'indossa non la trovi scomoda, quindi dev'essere personalizzata. Se questi che ti chiede l'armatura ha una scapola sporgente, dovrai far in modo tale che l'armatura prenda la giusta forma, e se hai battuto solo gli angoli, nemmeno con i tuoi braccioni riuscirai a realizzare la giusta bombatura all'altezza della scapola. E se dovessi riuscirsi, non essendo questa una sfida, avrai snaturato il metallo, ed in quel punto l'armatura sarà più debole. Mi auguro tu non venga mai a sapere che la spada nemica ha trovato breccia nella tua corazza, o nella corazza che hai forgiato ad un amico.

    L'uomo era molto serio, più di prima. Ad ogni modo non si perse in chiacchiere, prese tra le mani una delle lastre lavorate dal Kaguya e ne valutò la battitura. Dopodichè prese anch'esso un martello e diede una sistemata ai punti che secondo la sua valutazione lo richiedevano. Dopodichè fece portare altre 4 lastre delle stesse dimensioni, alcuni ganci, blocchi ad elle, e cernienere, nonchè strumenti quali cacciaviti, pinze, e quant'altro.


    Per il momento va bene, adesso cerchiamo di rendere la cosa funzionale. Queste lastre le devi unire, devono formare il retro di un'armatura. Considera che l'uomo a cui dev'essere consegnata ha una schiena larga il doppio della tua, di conseguenza non abbiamo lastre singole in grado di proteggerlo totalmente. Devi essere abile ad unirle, renderle compatte. A te la scelta, puoi anche fare diversi tentativi, ma devi renderti conto tu di quale sia la via migliore. Solo l'esperienza aiuta. Puoi scegliere se battere i bordi e tentare di fondere assieme le due lastre, sempre considerando la giusta curvatura che queste devono prendere sulla schiena, oppure se utilizzare cerniere o altri strumenti per attaccarle. A te pensare quale sia la via migliore per rendere l'armatura meno penetrabile, e con meno punti deboli.

    Gechi Comizu adesso sorrideva, incuriosito da quella che sarebbe stata l'idea del gigantone. Esisteva una sola soluzione, o si poteva realizzare una perfetta armatura in diversi modi ? indubbiamente in base alla scelta variava il modo di realizzare la veste, e indubbiamente il modo di utilizzarla. Al risorto il vaglio delle possibilità!
     
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    Teoria & Pratica

    La logica del buon artigianato - "Shirai"

    Lodo osservava in silenzio il suo interlocutore ed inatteso allievo: sorrise alle parole sulla qualità di certi oggetti di vario uso che molti ninja dovevano sfruttare, spesso a causa della necessità nei luoghi peggiori, ma non commentò inizialmente, così come non commentò quando il Nano gli disse che era al quanto difficile come primo compito da svolgere.
    Alla fine, ancora in silenzio, l'artigiano studiò la corda che Shirai era riuscito a creare, diede delle leggere strattonature, se ne avvolse un'estremità alla mano e, in generale, la guardò con attenzione, solo dopo parlò.
    "Molto bene, Shirai-san, devo dire che il suo lavoro è buono, per essere la prima volta che si applica in queste discipline. Non si nasce istruiti da subito in qualcosa ed il fatto che lei abbia saputo intuire, con il semplice uso che può averne fatto in vita sua, come produrre una corda di canapa, mi dà delle buone speranze sul suo acume.
    Perché due sono le abilità di cui un vero artigiano ha bisogno: manualità ed acume. E con questa, in vero difficile, prima prova, le ho testate entrambe, ma ora vedremo di metterle un pò di più sotto sforzo, specialmente la seconda.
    Come lei stesso ha detto, molto spesso ci si trova a dover lavorare con quel che si trova, ma non per mancanza di fondi, o quant'altro, bensì per mancanza di mezzi, il ché è solo parzialmente vero.
    Un artigiano non ha bisogno di grandi quantità di metallo ben lavorato a caldo, non ha bisogno di viti, martello, pinze... o almeno non sempre.
    Un artigiano ha bisogno di inventiva e reattività con le mani e con la testa.
    Non starò qui a spiegarle come mettere insieme fili, o come creare una giara per contenere elementi, non subito per lo meno, prima voglio saggiare ulteriormente la sua sagacia, quindi, la prego, mi segua."
    , avrebbe detto l'uomo, prima di invitare l'altro a stargli dietro, allontanandosi verso un ulteriore tavolo da lavoro, molto più confusionario del primo, poiché pieno di molti oggetti.

    "Voi ninja, per quel che so, siete distinti per grado, corretto? E mi par di capire che ogni grado sia legato all'esperienza, quindi lei potrebbe essere un uomo con parecchia esperienza, o meno, ciò non mi è noto, ma le voglio proporre una sorta di indovinello, se mi passa il termine.", avrebbe continuato Lodo, indicando la cianfrusaglia di roba che c'era sul tavolo, "Cosa di tutto ciò utilizzerebbe, e come, per crearsi un kit per delle trappole?"
    Shirai avrebbe potuto distinguere, in mezzo al resto di oggetti, che alcuni avrebbero anche potuto considera di nullo uso, o addirittura degli scarti, le seguenti cose: filo di nylon (diversi metri); piccole lastre metalliche; una boccetta di un liquido infiammabile; dei morsetti metallici; del terriccio; una piccola vanga; almeno due orologi da polso di scarso prezzo e diverse altre cose che, a ben vedere, avrebbe forse potuto utilizzare.
    Ora era il suo momento di mettere insieme i pezzi per ottenere qualcosa che dimostrasse la sua sagacia all'interlocutore che aveva davanti.

    Comodità e funzionalità - "Zong Wu"

    Gechi Comizu iniziò una serie di osservazione, di certo degne di particolari sulle differenze fondamentali nella forgiatura di un'arma da Mischia rispetto a quelle utilizzate per forgiare Corazze, o in generale, verosimilmente, oggetti difensivi.
    Tutte osservazioni più che corrette: dalla necessità che i blocchi che costituivano la corazza non fossero lavorati solo ai bordi, poiché la loro adattabilità a chi li indossava sarebbe stata pressoché nulla, a ben più rilevanti aspetti, fino ad arrivare alla richiesta più specifica, facendosi portare ulteriori utensili che avrebbe lasciato a Zong Wu da usare.
    L'obiettivo era creare la parte dorsale di una corazza per un uomo grande il doppio dello "Shogenin" di Suna, dalle dimensioni già di per se parecchio invidiabili.

    Non è una domanda poi così difficile: nel fare un'armatura la cosa migliore è avere assieme integrità e movimento, non come certi animali di mia conoscenza...
    Parlavi di me? La mia corazza era un perfetto esempio di invincibilità e poi non mi pare che nemmeno le fantomatiche ossa Kaguya siano sempre state così perfette!
    Intanto, la tua corazza è stata sconfitta, mentre non è stato per le mie ossa che io sono caduto!
    Ricordo male, o sono stato ucciso perché ti ho mangiato un braccio? Tu, invece, non hai retto alla fatica dello scontro! Ahahahahahahah

    Zong Wu cercò di non focalizzarsi sulle voci che aveva in testa, ma piuttosto sull'unica cosa corretta: relazionarsi con le sue esperienze come Kaguya.
    Il defunto Sandaime Mizukage era stato famoso, fra le altre cose, per le virtù delle sue ossa, specialmente da un punto di vista difensivo: Shiltar Kaguya era solito corazzarsi così tanto da resistere ad attacchi che, almeno in alcuni casi, avrebbero probabilmente abbattuto nemici grossi il doppio del Mizukage stesso (o almeno questa era la ragione, secondo alcuni, per cui era sopravvissuto al suo scontro con l'attuale Mizukage, allora semplicemente Jonin e Jinchuuriki Kiriano).
    Ogni volta che aveva forgiato una corazza sul proprio corpo, Shiltar non aveva creato un unico blocco osseo, anche perché, era ben consapevole che nel fare ciò avrebbe semplicemente ridotto al minimo le sue possibilità di movimento, no, il defunto Mizukage era solito generare blocchi distinti che poi congiungeva fra loro, per mantenere abbastanza mobilità.
    Il ché riportava alla realtà del suo studio su come unire i due blocchi metallici: un'armatura costituita da un unico pezzo, o comunque da pezzi fusi assieme, dava, verosimilmente, minori possibilità ad un attacco nemico di colpire, ma, allo stesso tempo, riduceva la mobilità di chi la indossava.
    Proprio per questo le migliori armature erano quelle fatte con più lastre, lastre magari bombate, in alcuni punti più ricurve, in altri meno maneggevoli, ma, in generale, lastre che si utilizzavano per permettere comunque mobilità, riducendo le aree facili da colpire.
    Lo Shogenin aveva letto che le migliori armature per samurai erano costituite da lastre più piccole congiunte le une con le altre, il che permetteva un'ottima mobilità anche in battaglia.
    Ho un'idea, Comizu-sama, su quale sia l'opzione migliore, almeno secondo la mia esperienza nell'indossare le armature., avrebbe esordito alla fine, andando ad esaminare i diversi oggetti presenti ed iniziando a lavorare con gli stessi, dopo essersi, letteralmente, rimboccato le maniche.

    La prima parte del lavoro fu inserire ganci e cerniere nella zona di congiunzione fra i due blocchi: non li avrebbe congiunti esattamente sui bordi, quello che sarebbe stato il pezzo superiore avrebbe avuto dei ganci leggermente più in alto, seppur così avrebbe perso qualche centimetro con la lastra inferiore.
    In questo modo, la zona di congiunzione fra le due parti metalliche sarà relativamente coperta dalla lastra superiore, il che impedirà che un eventuale attacco alle spalle riesca facilmente a trovare una falla nella difesa e, allo stesso tempo, permetterà comunque una certa mobilità, grazie anche ai ritocchi fatti sul mio lavoro, che era decisamente rigido nella parte centrale.
    Mi rendo conto che questo lavoro ruba qualche centimetro di protezione nella parte lombare, ma credo che anche per questo si debba considerare il lavoro poi nella sua totalità, unendo allo stesso la protezione che poi si dovrà fare per la cintura, o qualsiasi cosa si creerà per coprire l'inguine e tutta l'area relativa.
    , avrebbe spiegato all'inatteso sensei, mentre continuava a lavorare, inserendo dove necessari i ganci e quant'altro per poter rendere i due blocchi compatti, ma abbastanza mobili.
    Alla fine, voltandosi verso il proprietario della compagnia di produzione d'armature, avrebbe chiesto: Credo serva utilizzare un panno, o qualche altro tipo di stoffa per coprire questi ganci lungo la schiena del cliente, giusto?
    Perché, abiti a parte, una corazza così a diretto contatto sulla pelle, potrebbe essere al tatto un problema, fra attrito e quant'altro, servirebbe qualcosa di leggero, ma abbastanza morbido da ridurne l'effetto. O mi sbaglio?


    -----

    OT: Per la mia parte, non mi sono dilungato troppo nel lavoro in sé, quanto nelle spiegazioni delle mie azioni e di come e perché le compio con il pg, spero vada bene :ahsi:
    Per la tua parte, invece, ti lascio piena inventiva: come dice il PNG, un artigiano dovrebbe essere qualcuno sì bravo con le mani, ma che sa anche come risolvere qualsiasi situazione ottenendo gli oggetti migliori con il poco che ha, ergo se vuoi aggiungi anche altri materiali base fra le cose che ti dà Lodo, sono stato volutamente vago in tal senso. /OT
     
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    Zong Wu



    Gli occhi attenti di Gechi Comizu osservavano il lavoro del Kaguya. Come già detto, non esisteva un'unico modo per realizzare una buona armatura. La risposta era semplicissima, in quanto un'armatura non vale l'altra. Ogni combattente deve avere la sua, in base alle sue esigenze, in base al suo stile di combattimento.
    Per un incassatore è ottimale un'armatura senza ganci, con la pura sovrapposizione delle lastre, in maniera tale che la resistenza sia massima, ma per quanto riguarda i ninja essi generalmente preferiscono potersi muovere agilmente ed il libertà. Si, si servono della armature, ma preferiscono perdere qualcosa in sicurezza pur di guadagnarne in mobilità.


    Lavoro sontuoso. Hai centrato il concetto. Probabilmente quest'armatura andrebbe bene anche per uno shinobi come te, se avessi abbastanza spalle da portarla! Ahaha.

    Direi al gigantone di non essere abbastanza grosso era quasi un eufemismo, ma evidentemente l'acquirente di turno doveva possedere una stazza veramente fuori dal comune.


    Si vede che possiedi una buona preparazione anche nelle armi. Hai sin da subito capito che l'armatura avrà bisogno di una sorta di protezione interna che la renda indossabile. Nemmeno un coccodrillo vorrebbe sentire tutto questo metallo addosso, sarebbe fastidioso. E proprio qui che viene una parte essenziale per un fabbro.

    Gechi Comizu iniziò a camminare, invitando il risorto a seguirlo verso un'altro lato della stanza. Mentre due dei loro sottoposti portavano la parte di corazza che era stata appena realizzata. Forse il Kaguya, abituato a cibare i suoi muscoli di ben altri allenamenti non se n'era accorto, ma per delle persone normali quell'armatura era difficile anche solo da trasportare, figurarsi poterla indossare. Il gruppo venne portato dal lato opposto, nel quale c'erano tessuti, pellicce, ricami e vari filati. Ogni tanto passavano anche delle donne, di età particolarmente variabile, impegnate nell'intrecciare, tessere o cucire diversi lembi di tessuti diversi.


    Una corazza, senza la giusta anima, è solo un guscio vuoto. La scelta del rivestimento interno è fondamentale. Riguarda alcune cose veramente banali, come il tipo di temperature che deve sopportare l'utilizzatore. TU provieni da Suna giusto ? Sarei matto a riempirti un'armatura di pelliccia, mentre ad uno di Kiri potrebbe essere utile. Soprattutto nel vostro lavoro può capitare di dover aspettare per giorni in un'appostamento, o cose del genere. Se l'armatura ha il giusto rivestimento, puoi rimanere appostato nelle giuste condizioni senza doverti cambiare rimanendo esposto, nè senza dover soffrire il caldo, il freddo, o dell'altro.

    Gechi Comizu prese poi un tessuto particolare, il colore era indefinito, in base a come la luce rifletteva sembrava essere grigio o verde.


    Questo tessuto è stato forgiato dal mio sensei, il caro Mithril. Al di là delle leggende, è forse questo il suo lascito più grande, e non, come si pensa, qualche accozzaglia di ferro ben congiunto.

    Al tatto il risorto avrebbe potuto sentire quel materiale particolarmente viscoso e freddo.


    Assomiglia alla seta, ma non lo è, questo tessuto può cambiare totalmente l'utilità di un armatura. è leggerissimo, ma è praticamente indistruttibile. Certo, è solo un tessuto, di conseguenza un fendente lo taglierà, ma all'interno di un'armatura il mero sfregamento con l'acciaio non gli farà nulla.

    L'uomo sospirò, spiegare quanto quel pezzo di tessuto fosse fondamentale non era agevole. Bisogna forse provarlo per poterlo capire.


    Inoltre, ti permette di indossare armatura che altrimenti non potresti. Essendo questo materiale particolarmente viscoso, uno strato ben spesso ti permette di muovermi all'interno dell'armatura con agilità, ed allo stesso tempo ti permette di far muovere l'armatura attorno al tuo corpo senza sforzo. Essa scivola su di esso, ed una volta imparato a controllarne lo scivolamento, il gioco è fatto. Potrai indossare centinaia di chili di ferro rimanendo agile come se fossi nudo.

    Il tutto sembrava quasi irreale, ma la dimostrazione sarebbe presto arrivata.


    è l'ultima parte che mi interessa realmente farti vedere sulle armature, il resto è mera esperienza. Ti lascerò girare per l'officina, e proverai tu stesso a realizzare delle armature. Imparerei tu a scegliere i punti di fusione ed i giusti attrezzi, ma per questa parte è necessario tu capisca. Prima di tutto indossa quell'armatura che hai realizzato senza il tessuto, dopodichè toglila, cuci al suo interno il tessuto, e rimettila. Vedrai.


    Ryoshi Okura



    Faccenda interessantissima, la creazione di trappole mi aveva sempre affascinato moltissimo, e nel mio lavoro di spia un giorno mi sarebbe potuto tornare utile. Nei libri consegnatomi da Ukitake c'era qualcosa a riguardo, ma non mi ero mai concentrato troppo su di essi. Per il momento avevo ben altre missioni da svolgere, ma nonostante ciò l'idea di poter usare l'abilità dell'artigianato per creare anche questo genere di cose mi allettava molto.


    In questo caso lei parla con uno shinobi, parto agevolato rispetto a prima.

    Diedi un'occhiata rapidissima agli oggetti davanti a me, ma fu chiaro sin da subito come li avrei utilizzati. Non ne avevo alcun dubbio.


    La cosa fondamentale di una trappola, è che il ricevente non si aspetti quello che possa accadere. La cosa sfortunata in questo caso è non avere, nel mio abito di lavoro, un oggetto abbastanza interessante da fare da esca. Gli orologi tornano utili per questo genere di cosa, ma devo dire che mai un ninja si metterebbe a guardarli. DI conseguenza considera la trappola che esporrò valida solo contro persone normali, per un ninja sarebbe fin troppo ovvia.

    presi fiato, stavo per iniziare la spiegazione.


    Innanzitutto, la trappola dev'essere lontana dall'esca. L'esca deve portare il soggetto a fare un movimento, nient'altro. La trappola dev'essere legata al movimento del soggetto, e non all'esca secondo la mia opinione. In questo caso il discorso può essere semplice.

    Vista la presenza del terriccio lo utilizzai, spostandolo con il dito indice per ricomporre la scena che stavo descrivendo sul tavolo, per dare un'idea visiva della trappola.


    Gli orologi vanno al centro, mentre attorno ad essi, ad una distanza variabile in base alla quantità di filo di nylon che abbiamo, andrà posizionato il sistema di " accensione " della trappola. Il filo di nylon dovrà essere messo in senso circolare, in maniera tale da qualsiasi punto attorno agli orologi giunga la vittima essa possa essere colpita. Se non ci sono alberi lo piazzeremo per terra, coperto con foglie o terra, se invece ci sono degli alberi possiamo sfruttarli a nostro vantaggio sia per poter intrappolare la vittima non solo nelle gambe ma anche negli arti superiori, sia per far giungere la minaccia dall'alto, dove non si ha campo visivo.
    Una volta che la vittima tocca il filo di nylon, questo deve essere strutturato in maniera tale da attirare a se tutto il resto della trappola, che noi comporremo con quelle placchette di metallo che abbiamo, ed e la boccetta di liquido. Io realizzerei una trappola in maniera tale che le placchette, usate in questo caso come armi contundenti, vengano attirate a gran forza contro la vittima, ma che nel tragitto almeno alcune di esse si infrangano prima contro la boccetta di liquido infiammabile. In questo modo c'è la possibilità che lo sbattere delle placche tra loro possa far uscire una scintilla, dando fuoco alla vittima. O, d'altro canto, mi permette se sono nella zona di far scoppiare il fuoco con una tecnica o qualche altra arma.


    Alla fine della spiegazione avevo ricreato con la terra tutto un disegno sul tavolo.


    In questo modo la vittima rischia di ritrovarsi legata, con molte piastre conficcate nel corpo mentre arde viva. La scena può essere cruda, ma le trappole sono nate per uccidere. Poi, se non devo essere beccato e ci sono molti inseguitori, non userei il fuoco per non far notare la cosa. Il bello delle trappole è che sposano qualsiasi situazione!

    Mi è sfuggita di mano la lunghezza del post xD Scusa, soprattutto per l'attesa lunghissima. Per quanto riguarda la giocata chiudiamo a 9 post ?
     
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    Applicarsi in nuovi settori

    Artigiani famosi - "Shirai"

    Lodo fu evidentemente impressionato dalle spiegazioni del suo inatteso discepolo: quello che si presentava come un nano era parecchio propositivo in fatto di trappole, dava, di certo, l'idea di uno che ne sapeva qualcosa su quello stesso argomento, o almeno ne aveva già fantasticato a riguardo.
    "Un piano ben elaborato il suo, Shirai-san. Mi fido della sua parola, se dice che non sarebbe molto adatto per un ninja, ma una bella idea, di sicuro, da mettere in pratica contro qualcuno che non sia uno shinobi... mi fa quasi preoccupare per la mia salute durante il nostro periodo di lavoro insieme: dovrò evitare di farla arrabbiare.", scherzò cordialmente l'artigiano.
    "Ora, un'ultima lezione per oggi, prima di passare al vero e proprio lavoro, anche se, come ha potuto vedere lei stesso, tutte queste lezioni sono in se parte del lavoro che dobbiamo fare. Questa, però, penso che le potrà piacere ancora di più, c'è un pizzico di storia del suo villaggio natio, se, come ho capito, lei proviene da Sunagakure.
    Sa che un vostro Kage si dilettava nell'arte dell'Artigianato? Si chiamano Kage i capi dei villaggi ninja, vero? Di quando in quando le terminologie che voi shinobi usate, mi confondono.
    Ad ogni modo, credo sia stato il penultimo, o il terzultimo, non saprei, mi pare si chiamasse Gaara, ed era, forse non come lo si intende adesso, un artigiano anch'egli: forgiò da solo la propria giara di sabbia, o almeno questi sono i resoconti che sono arrivati fin qui nel paese del Ferro, o almeno quelli di cui anche il maestro del signor Comizu era a conoscenza.
    Non so bene perché si fosse creato una giara fatta di sabbia, né come la stessa resistesse, immagino che sia stato uno dei famosi casi in cui l'arte della Creazione d'oggetti va a combinarsi con le abilità di voi shinobi, ma quel ninja era catalogabile come un Artigiano, fra le sue altre abilità.
    E questo ci porta all'ultimo tipo di lavoro artigianale che proverà quest'oggi: la creazione di una giara."
    , spiegò ancora, facendosi seguire dall'altro fin davanti ad un piano con sotto una sorta di pedale e sopra un grosso disco dalla forma chiaramente girevole.
    Poco lontano, dell'argilla ancora fresca ed umida.

    "Probabilmente lei non sarà avvezzo alla creazione di vasi, quindi la manifattura di una giara che è, relativamente, simile, non sarà per lei un lavoro immediato, ma ciò che le propongo di fare non è niente di più che, usando il disco girevole, che può attivare mediante questo semplice pedale, ed applicando l'argilla ancora fresca sullo stesso, produrre una giara, anche piuttosto semplice e piccola, se vuole. Un primo lavoro.
    Come per la corda, sfrutti sue eventuali conoscenze e segua la propria manualità: ha dimostrato di avere un intelletto fino e l'inventiva di un vero artigiano, ora dia mostra anche della propria reattività con le mani una seconda volta."
    , propose semplicemente l'uomo con un sorriso cordiale.
    Stava a Shirai il lavoro, ma, forse, in quel caso, essendo la giovane spia un utilizzatore della medesima hijutsu del Kage nominato da Lodo, la prova non sarebbe stata poi così complessa.

    Pelle e cucito - "Zong Wu"

    Gechi Comizu sembrò positivamente colpito dal lavoro dello "Shogenin di Suna" e, più di quello, anche dal fatto che l'altro avesse già sottolineato come una corazza a diretto contatto con il corpo non era, esattamente, la soluzione migliore da applicare in uno scontro: Zong Wu stava dando dimostrazione di capirne qualcosa dell'argomento, decisamente.
    L'esperto creatore di armature ricominciò a parlare proprio partendo da quello stesso argomento, di come l'interno, l'anima come la definì, di un'armatura fosse una parte altrettanto importante per poterla far indossare, poiché se fosse stata di pelliccia, sarebbe stata scomoda per un ninja di Suna, mentre adatta più ad uno di Kiri, o anche che doveva essere sufficientemente comoda da essere tenuta per più giorni in caso di appostamenti.
    Il Risorto avrebbe voluto sottolineare, almeno sulla prima argomentazione, che un ninja della Sabbia sarebbe anche potuto finire a dover agire in quel del Paese dell'Acqua, o, per fare un esempio molto più immediato, in quel del Paese del Ferro, dove ora lui si trovava, quindi anche l'interno delle corazze, per quanto comodo e protettivo, non poteva essere standardizzato dalla provenienza dello shinobi: pure chi viveva a Suna doveva essere pronto a viaggi in lui ben più freddi, così come chi viveva a Kiri doveva esserlo per i luoghi caldi.

    Non mi è mai piaciuto andare a Suna anche per questo motivo: troppo caldo! La sabbia la odiavo, in fondo se usavi stivali d'ossa ogni volta che ero in quel paese, un motivo c'era, ma il caldo... per quello c'era ben poche opzioni per proteggersi!

    La parte interessante del discorso arrivò quando il Gechi gli mostrò il "vero lascito" del suo insegnante Mithril: una specie di tessuto viscoso, come poté avvertire al tocco lo stesso Zong Wu, che sembrava essere il vero segreto del successo del Corazziere, poiché permetteva un'ottima mobilità ed utilizzo delle armature.
    Ad ogni modo, non sarebbe stato con le semplici parole che la cosa sarebbe stata comprensibile per lo shinobi: serviva che provasse ad indossare la corazza da lui fabbricata, prima e dopo avervi cucito sopra il particolare tessuto.

    Va bene., concordò Zong Wu, prendendo il blocco di metallo dalle mani dei due inservienti che lo avevano fin lì portato, seguendo lo Shogenin ed il Comizu.
    Lo schienale della corazza non era, di per se, difficile da indossare: non era attaccato a nient'altro e non aveva veri e propri ganci o bretelle, si trattava solo di portarlo sulla schiena e percepirne il contatto e fu una sensazione non proprio piacevolissima.
    Il Kaguya era abituato ad armature fatte delle sue stesse ossa: resistenti e naturalmente vischiose, per permettergli di muoversi, ma non fredde come un pezzo d'acciaio, per quanto lavorato, né con dei segmenti metallici che gli pizzicavano sulla schiena, una cosa che, probabilmente, durante un combattimento, avrebbe portato ad una spiacevole sensazione, e forse anche a dei graffi, lungo il corpo. Il tutto andava poi a sommarsi al fatto che fosse spaventosamente largo di spalle persino per il massiccio Zong Wu.
    Decisamente scomodo ad indossarsi., fu l'unico commento del Risorto, prima di guarda al tessuto che aveva lì davanti e poggiare sul primo segmento di tavolo libero il blocco metallico.

    La prima cosa da fare, ritengo, sia tagliare un segmento di tessuto un pò più grande persino del necessario, questo perché, immagino, si dovranno, creare dei segmenti un pò più spessi all'altezza di collo, spalle, cinta, per ammortizzare lì dove si trovano cartilagine ed ossa un pò più rilevanti, oltre a giunture in movimento.
    Poi si tratterà di cucire il tutto sul metallo.
    , ipotizzò il Kaguya e lì la sua conoscenza dell'argomento si fermava, per la maggior parte.
    Zong Wu, in effetti, era un esperto di corazze fatte d'ossa, così come lo era stato Shiltar ancora prima, era bravo nella lavorazione del metallo, a modo suo, specie in attacco, ma disconosceva completamente l'aspetto di cucitura del tessuto all'interno da un punto di vista pratico.
    Fu così che lo Shogenin prese dapprima il tessuto, posizionandolo sopra il blocco di metallo ed iniziando a tagliare un settore anche un pò più lungo del blocco stesso, quindi prese dapprima delle pinze e poi ago e del filo di Nylon.
    Siccome una corazza non nasce, immagino, con dei fori, si dovranno prima di tutto fare dei fori sulla zona dei bordi, per poterci cucire assieme il tessuto, quindi si tratterà di unire i cucire con gli stessi i bordi mediante ago e, immagino, filo di nylon, anziché del filo più semplice., spiegò, prima di prendere le pinze e fare una serie di cinque fori ad egual distanza lungo la zona lombare e quella del collo, essendo un blocco privo di segmenti per braccia, spalle o altro.
    Cominciò poi la parte più difficile: inserire il filo di nylon nella cruna dell'ago!
    Ci vollero almeno cinque tentativi ed un buon numero d'imprecazioni prima di riuscirci e, poi, fatto ciò, si trattò di cucire assieme i lembi del tessuto sulla zona del collo, lasciando un pò di spazio in più e rendendolo così leggermente bombato nella zona dove avrebbe preso contatto con la pelle.
    Fatto ciò, Zong Wu tirò per bene il tessuto, per stenderlo il più possibile sullo schienale della corazza e quindi con il restante, compì il medesimo lavoro di cucitura sulla parte bassa del blocco metallico, chiudendolo così, dopo averlo leggermente rilassato.
    Perché il tessuto non deve essere troppo teso a contatto con la pelle e quindi permettere movimenti accettabili., suppose alla fine, prima di indossare di nuovo il blocco metallico e notare, in effetti, un'evidente differenza.
    C'era da vedere se anche Gechi sarebbe risultato altrettanto soddisfatto di quel lavoro.

    ------------

    OT: Va benissimo 9 posts.
    Ho fatto una piccola aggiunta, modificando come la storia di Gaara e la sua giara di sabbia possa essere arrivata ai posteri, così da renderlo una variante sulla figura dell'Artigiano.
     
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    Zong Wu



    Il lavoro era buono. L'idea di bucare le piastre di metallo per fissare adeguatamente il tessuto era funzionale, e non esponeva l'armatura a troppi buchi e debolezze. Ciò che mancava ora era una sana dose di pratica, esperienza, frustrazione e dolore. Come in tutte le cose è fondamentale scottarsi per imparare adeguatamente, è necessario sprecare ore di lavoro per aver commesso uno stupido errore, ed è necessario che tutto questo accada quando non si ha tempo a disposizione. Ciò che rendeva queste cose meno importanti per lo Shogenin era il fatto che lui non ne avrebbe fatto principalmente un lavoro, ma una necessità per la propria natura ninja. Poteva permettersi di rifare due o tre volte un'armatura affinchè fosse adatta alle sue esigenze, cosa che chi doveva consegnare il mattino seguente non poteva permettersi.


    Benissimo, per oggi il tuo lavoro è finito. Dormi sulle conoscenze che hai appreso durante la mattinata, e da domani inizierai a lavorare in officina. Ogni giorno avrai un compito ben preciso, in maniera tale che potrai concentrarti per l'intera durata del giorno sulla singola mansione, assistito dai migliori in ogni settore. Al termine del periodo sarai un buon armiere!

    Gechi terminò così la prima giornata di lavoro del risorto, il quale avrebbe potuto a sua scelta continuare la visita o distarsi a suo modo. I giorni successivi sarebbero stati impegnativi, come gli era stato anticipato il primo giorno nell'officina c'erano diverse persone, ognuna addetta ad un suo preciso compito, e che avrebbero assistito il risorto, spiegandogli ognuno i propri segreti, cercando di tramandare la loro arte.
    Il primo giorno Zong Wu avrebbe avuto a che fare con due diverse persone, una sceglieva teoricamente quale materiale fosse più adatto ad una determinata armatura, mentre l'altro sceglieva direttamente in magazzino quale pezzo prendere del materiale indicato dal primo. Il secondo aveva un occhio fino, era incredibile come fosse abile a scorgere le impurità negli scarti da fondere. Grazie alla sua abilità venivano fusi solo i pezzi migliori, ciò garantiva un'alta qualità delle corazze realizzate. Nessuno di noi vorrebbe scoprire di un'impurità nell'acciaio della propria armatura proprio sul cuore, il punto più importante. Di conseguenza è necessario un'occhio vigile ed esperto. Il secondo ed il terzo giorno il risorto li avrebbe passati con Yatari. Un vecchio ottantenne che passava le sue giornate davanti al fuoco nel quale venivano fusi i materiali. Lui, data la sua esperienza decideva il momento in cui introdurre e togliere il metallo.. Le sue conoscenze sui punti di fusione erano invidiabili. Il quarto giorno si dovette impegnare in una noiosa giornata con Yozzi, un vecchio marinaio che attualmente sceglieva il liquido nel quale temprare gli oggetti, ed il quinto giorno invece ebbe a che fare direttamente con la tempra. Il carico di informazioni era enorme, ogni giorno il risorto di svegliava all'alba e lavorava fino a sera. I personaggi con cui aveva a che fare erano diversi, ed ognuno comunicava a suo modo le diverse passioni e conoscenze. Il sesto, settimo ed ottavo giorno li passò a battere il ferro. Anche se durante il la presentazione Genchi l'aveva incoraggiato dicendogli d'aver fatto un buon lavoro, l'addetto aveva voluto che migliorasse. Tal Yomiro, odiava i produttori di armi, essi battevano il ferro in maniera semplice, solo in punti precisi. L'arte delle armature per Yomiro era di tutt'altra leva morale, e voleva che l'ex mizukage imparasse la vera arte del ferro. Per tre giorni poi venne il momento di unire le armature, dove Junko gli passò tutti i segreti delle cerniere, dei ganci e delle molle. Il quattordicesimo giorno infine lo passò con Miaza, donna di novant'anni, che faticava tremendamente a parlare e ceca, ma che gli avrebbe trasmesso i segreti del cucito.


    Siamo dunque giunti all'ultimo giorno Zong Wu, oggi, con la mia supervisione, forgerai l'armatura per il nostro cliente. Qui, ti segno le dimensioni, e qui ti dico che quest'armatura serve al nostro cliente per proteggersi dagli attacchi di un particolare tipo di corvi, con becchi molto affilati. A te, la scelta del materiale, della fusione, e ci come congiungere il tutto.

    L'ultimo giorno di lavoro il risorto si sarebbe ritrovato ad essere accompagno da Gechi in ogni momento, in maniera che potesse eventualmente consigliarlo laddove necessario. Spiccava invece la particolare circostanza, un cliente, che richiedeva un'armatura per una stazza fisica superiore a quella del risorto, cosa più unica che rara, chiedeva un'armatura per ripararsi da un particolare tipo di corvi che in pochi al mondo conoscono, il tutto condito da uno strana conoscenza fatta proprio a casa di Hoshizuku Chikuma. Non si deve proprio credere alle coincidenze.



    Ryoshi Okura



    Non potei non sorridere quanto Lodo pronunciò il nome di Gaara-San. Incredibile ma vero, l'uomo cui avevo copiato l'arte ninja era anche un'abile artigiano. Artigiano dal quale si tramandava la costruzione delle famose giare di sabbia, di cui io stesso ne possedevo una a casa. Avevo precauzionalmente rinunciato ad essa prima di iniziare il viaggio, e mi ritrovavo oggi a sentirne parlare, ed a doverne realizzare una.


    Conosco leggende sul sommo Gaara, ma questa della giara mi mancava proprio. Non solo artigianato, lei oggi arricchisce la mia cultura.

    Per il fanciullo che in realtà ero questo linguaggio forbito e cortese era vomitevole. Pian piano avevo dovuto imparare a padroneggiarlo, in quanto poteva tornare utile nel mio lavoro di spia, ma indubbiamente era una forzatura non da poco.
    Dopo qualche veloce spiegazione teorica, Lodo mi portò ad un banchetto, dove era più che ovvio che mi sarei dovuto sporcare le mani. Senza perdere tempo in chiacchiere feci mia una buona dose d'argilla, e mi sedetti veloce sul seggiolino. Arrivavo con i piedi al pedale per miracolo, giusto qualche centimetro mi permetteva di premerlo a sufficienza da azionare il meccanismo per far girare la macchina.


    Truccare in questo momento sarebbe sin troppo semplice, potrei usare la sabbia per realizzare una giara da sogno, ma sfortunatamente non è quello di cui ho bisogno. L'arte della menzogna è già mia, devo apprendere quella dell'artigianato oggi.

    Iniziai piano, appoggiando l'argilla fresca al disco, ed iniziando a farlo girare mentre tenevo l'argilla accanto ad esso in maniera ben salda. L'inizio era complicato, spesso mentre stavo attendo ad una parte l'argilla creava dei buchi dall'altra, o più semplicemente si staccava, obbligandomi a ricominciare o a dover fare una giunta. Ancor più che nella realizzazione della corda di canapa questo era un lavoro totalmente manuale, richiedeva esperienza, ed abilità con le mani nel saperle posizionare. Passai qualche ore fermo, a far girare l'argilla, aumentando sempre di più la grandezza della giara che stavo realizzando. Iniziai con una dimensione modesta, non partì certo con la presunzione di poter realizzare un duplicato della famosa giara di gaara. Quella su cui stavo lavorando era circa un terzo dell'originale, lunga circa quanto il mio avambraccio. Dopo le prime ore di utilizzo iniziai a capire come bombare la struttura senza creare buchi e senza far cedere l'argilla. Iniziavo a prendere confidenza con il disco girante, ed poco riuscivo a modellare l'argilla a mio piacimento. Pian piano che il tempo passava riuscivo a ricreare la giara in maniera decente. L'estetica presentava delle imperfezioni, ma perlomeno in questa fase era importante che fosse solida la struttura. Lasciai la prima piccola giara a seccare per essere messa in forno. Per poter verificare eventuali errori commessi. In questo genere di lavoro purtroppo non saltano all'occhio subito, ma a lavoro finito, quando non vi è modo di tornare sui propri passi.
    Una volta pronta controllai la giara, notando come in alcuni punti l'argilla si era assottigliata troppo, in altri depositata e di come si fosse assestata. Una volta compreso il motivo e la causa di queste imperfezioni tornai al lavoro. Se c'era una cosa sicura era l'assenza di fretta in quello che stavo facendo, volevo indubbiamente capirne i segreti, senza bruciare le tappe. Tornai al seggiolino, e cominciando dall'inizio presi dell'argilla fresca. Iniziai tenendola ben ancorata al disco, formando inizialmente una base solida della giara, che avrebbe dovuto reggere l'intera struttura ed il peso dell'eventuale sabbia. Dopo, iniziai, con altra argilla, a formare le pareti della stessa, stando ben attendo a dare una giusta bombatura, nè troppo accentuata nè troppo poco, in maniera che anhe l'occhio potesse avere la sua giusta ricompensa, ed infine perfezionai la parte più alta. Una volta terminata continuai a far girare la giara sul disco, perfezionandola proprio nei punti in cui avevo notato gli errori nella giara precedente, finchè, a lavoro ultimato, non lo sottoposi al giudizio del sensei.
     
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    Come volano le settimane... quando ci si diverte

    [Le molte forme di artigianato - "Shirai"]

    Lodo fu quanto mai soddisfatto del lavoro del suo inatteso allievo: Shirai si dimostrava, ad ogni sua azione, particolarmente attento in ciò che faceva e nel metterci il massimo impegno e dedizione, come la creazione di una piccola prima giara e successivamente la lavorazione a partire dalla stessa dimostrava.
    "Molto bene, Shirai-san, direi che il suo primo giorno di lavoro è stato quanto mai produttivo. Da domani inizieremo a lavorare in modo più settoriale sulle diverse tipologie di materiali che potrebbe capitarle di dover produrre e sviluppare: saranno giornate lunghe, ma, vedrà, alla fine avrà, mi auguro, appreso molto su cosa vuol dire essere un Artigiano.", lo rassicurò l'uomo.

    Ed in effetti, così fu.
    Il primo giorno fu uno studio degli oggetti di uso più comune che un Artigiano potrebbe essere spinto a produrre: accendini, specchietti, bottigliette d'alcool.
    Lodo spiegò al "nano" come produrre i primi, come levigare al meglio i secondi e quali tipologie di alcool potessero essere più adatte sia per delle bevute, sia per essere usati come inneschi d'incendi, poiché, come disse lo stesso lavorante della GC: "Quasi tutti gli alcolici ad alta gradazione possono produrre dei belli incendi, se si sa dove usarli, immagino, ma uno che si possa anche bere? Bé, in quel caso, credo concorderà con me, serve anche sapere cosa si vuol fare del resto della propria serata."
    Il resto di quella settimana, poi, sarebbero stati un costante studio di come produrre corde, fili di metallo, differenziando il nylon, dal nylon rinforzato e dall'acciaio. A lungo Lodo avrebbe passato ore a spiegare non solo come ben allestire una corda di canapa, dopo il lavoro del primo giorno, ma anche come distinguere del buon nylon, da altro di qualità inferiore, come produrre una filatura d'acciaio, come ottenere del nylon più resistente.
    Argomenti che l'uomo avrebbe inciso il più in profondità possibile nella mente del suo allievo (che non sapeva essere poi così giovane): ad un ninja, così come a molti altri, un filo sufficientemente resistente e malleabile malgrado la lunghezza, poteva essere di grande utilità e, chissà, magari salvargli anche la vita.
    I due giorni successivi, furono passati spiegando il modo migliore per creare dei rotoli da richiamo: come mettere insieme il giusto materiale, dove il sigillo inciso dallo shinobi di turno potesse resistere (almeno questa era una delle priorità date le poche conoscenze che Lodo aveva dell'uso dei fuuinjutsu), oppure assicurarsi che il materiale fosse adatto sì per incedervi sopra, ma anche abbastanza resistente e comodo da usare e portare in viaggio.
    Il terzo e quarto giorno della seconda settimana furono poi passati lavorando all'uso ed alla produzione di sonagli, su come utilizzarli al meglio, come produrre le giuste casse risonanti con quei piccoli oggetti e quanto altro.
    Una giornata fu poi passata per lo studio delle migliori possibili combinazioni per kit medici e kit per trappole, mentre un'altra a studiare ancora come creare delle giare adatte a qualsiasi tipo di uso.
    Fino ad arrivare all'ultimo giorno ed all'ultimo argomento di quelle settimane di lavoro.

    Il presunto nano avrebbe, quel giorno, trovato su un grosso tavolo da lavoro quelli che sembravano i pezzi che potevano permettere di comporre un respiratore, Lodo lo stava già aspettando vicino a quei segmenti metallici:"Ricorda la nostra prima giornata di lavoro? Avevo portato proprio questo oggetto come esempio più eclatante della versatilità ed importanza del lavoro di un artigiano. Un respiratore non serve solo a chi vuole andare sott'acqua, anzi ci sono casi ben più eclatanti di come utilizzarlo, ritengo.
    Le tormente di sabbia che avete da voi, a Suna, credo siano paragonabili, se non peggiori, di quelle di neve che capitano qui, nel nostro paese. Immagino che il vostro villaggio, così come le altre grandi città del Paese del Vento, siano preparate in tal senso, ma dei viaggiatori, o comunque degli shinobi come lei ed il suo compagno di viaggio, come vi difendereste da una tormenta di sabbia? Ho sentito parlare di gente che usa un panno sul viso, o una maschera, ma quelli non filtrano i granelli che potreste respirare. Mi creda, ho visto gente fare una brutta fine in una tormenta di neve, non solo per il freddo terribile che può scatenare.
    Proprio per questo le maschere sono così importanti. Possono allungare non poco la vita di uno shinobi, ritengo, in ambienti non molto amichevoli."
    , ipotizzò l'uomo, prima di fermarsi davanti ai diversi pezzi scomposti.
    "E questo ci porta alla sua ultima lezione: apprendere come rimontare assieme un oggetto del genere, in modo che sia pienamente funzionante.", avrebbe concluso, lasciando a Shirai il tempo e lo spazio per lavorare.

    [I diversi passaggi di un'armatura - "Zong Wu"]

    Le settimane di lavoro dello Shogenin di Suna non furono da meno di quelle del "nano".
    Dopo, infatti, aver concluso in modo soddisfacente, almeno per i canoni di Gechi Comizu, il lavoro del primo giorno, Zong Wu fu spostato, nelle settimane successive, ad osservare e studiare i diversi aspetti della preparazione di un'armatura.
    Dapprima studiò la scelta dei metalli migliori, quelli con minori impurità: un lavoro relativamente più semplice, poiché gli permise di partire da quelle che erano state le conoscenze apprese già a Suna quando aveva scoperto l'arte della fabbricazione delle armi da taglio ed unirla con queste conoscenze sulle protezioni e su che tipi di metalli utilizzare per forgiarli.
    Lo studio, poi, dei punti di fusione e su quando estrarre il metallo non fu altrettanto emozionante ed interessante: stare due giorni ad osservare ed appuntarsi mentalmente il momento migliore per estrarre un metallo da una fornace non era, propriamente, il massimo del divertimento, ma non c'erano molte opzioni in tal senso, anche quello era uno studio che andava fatto, come quello, del giorno successivo, sul tipo di liquidi da usare per raffreddare i metalli e le logiche, del quinto giorno, sulla tempra del metallo stesso.
    I giorni successivi furono, in compenso, più divertenti: dapprima passati a battere il ferro, subendo le critiche di chi, come l'uomo a cui era stato affidato, trovava il lavoro dei fabbri inaccettabile, rispetto a quello dei veri e propri corazzieri; critiche che permisero anche di studiare nuovi modi di battere il metallo, per non bombarlo troppo centralmente, né concentrarsi eccessivamente sui bordi, come aveva fatto lo Shogenin il primo giorno.
    E dopo tre giorni a battere il ferro, altrettanti ne furono occupati a capire e studiare l'uso di cerniere, ganci e molle nella fabbricazione di una corazza.
    Infine, il penultimo giorno, non fu altrettanto divertente, ma forse persino più doloroso, poiché Zong Wu dovette apprendere i segreti del cucito e come far entrare il filo nella cruna di un ago senza bucarsi tutte le dita nel tentativo di fare ciò.

    Alla fine di quella corposa quantità di lavoro e studio, durata due settimane, lo Shogenin era forse molto stanco, per il poco tempo dedicato al sonno, ma non poteva dire di non aver appreso grandi cose sull'uso dell'arte della forgiatura di corazze: nozioni che, ora, avrebbe dovuto usare per forgiare il lavoro richiesto da un cliente di Gechi, il suo ultimo "esame" per così dire.
    Doveva forgiare un'armatura per un qualche gigantone che aveva problemi con corvi dal becco acuminato? Situazione non poco assurda, ma, in fondo, nel mondo dei ninja tutto era possibile.

    Dunque: un'armatura per dover avere a che fare con dei grossi corvi dal becco appuntito, implica che deve essere resistente, ma che, verosimilmente, non la userà qualcuno che vuole fare lo spaventapasseri e starsene fermo in attesa di essere assalito dai suddetti pennuti.
    Proprio per questo, lavorerò sul mettere insieme più pezzi, non sull'uso di un unico blocca per le diverse zone d'interesse, quindi, date anche le dimensioni del cliente, ci servirà tanto, tanto metallo... spero ne abbiate a sufficienza, Gechi-sama.
    , esordì, con tono anche un pò scherzoso, lo Shogenin, prendendo poi qualche appunto sulle dimensioni del soggetto d'interesse, prima di dirigersi verso l'area dove si recuperavano i diversi pezzi di metallo da fondere.
    Il Risorto salutò con un cenno cordiale l'uomo che si occupava della selezione dei metalli: L'armatura che devo creare servirà al soggetto per muoversi e, egualmente, difendersi da grossi corvi che lo attaccano., iniziò a spiegare all'esperto, Quindi dobbiamo avere qualcosa che sia privo di impurità nella maggior parte della sua superficie, poiché, volendo creare una corazza a strati, non dei singoli blocchi, pensavo di utilizzare i punti meno puri come aree intorno cui inserire ganci e cerniere, in fondo, se il metallo è troppo resistente in quelle aree, sarà più difficile cucirvi sopra la pelle per evitare il contatto diretto fra corazza e persona, quindi devo semplicemente studiare i pezzi più puri, con piccole aree di impurità., spiegò per tutti quelli che lo ascoltavano, iniziando poi uno studio dei diversi blocchi metallici, scegliendone almeno quattro dozzine, ognuno grande quasi quanto il suo addome e, proporzionalmente, di conseguenza grande 1/3 dell'addome del cliente.
    Finita questa prima parte, con un ricco quantitativo di blocchi di metallo in una carrucola, lo Shogenin si spostò verso la fornace e lì iniziò il successivo lavoro, non prima di aver avvisato Gechi: Come lei stesso immagina, per poter fare una corazza a segmenti congiunti, di questo tipo, dovrò lavorare singolarmente i diversi pezzi e poi unirli, uno dopo l'altro, il che implica molto tempo preso... semmai avesse altro da fare, non me la prenderò a male..

    E dopo quel piccolo preambolo, le ore di lavoro passarono in modo molto ripetitivo: Zong Wu inseriva i blocchi a due a due nella fucina, dopo averne controllato la pulizia ed il calore ed attendeva, spesso anche fischiettando, o commentando sulla segreteria dell'azienda stessa.
    Appena ogni blocco era fuso nel modo giusto, lo Shogenin lo portava alla tempra e lì si occupava di renderlo il più malleabile possibile, quindi iniziava a colpirlo con il martello: le prime sezioni sarebbero state più bombate verso l'esterno, leggermente curve, mentre le colpiva dall'interno.
    Finiti i primi sei segmenti, poi, il ninja si sarebbe occupato di unirli, mediante l'uso di cerniere e ganci, che andavano a sovrapporre piccoli segmenti, creando comunque una corazza dalle dimensioni quanto mai impressionanti, ma solo la parte frontale.
    Un lavoro simile, una volta cambiato il liquido per temprare il metallo e data una pulita alla fucina, fu fatto dal Risorto per ciò che riguardava la parte dorsale della corazza: sei blocchi sarebbero stati lavorati, stavolta senza bombature d'alcun genere, per poi essere cuciti assieme e ricoperti, all'interno, da altrettanta pelle perché non andassero a diretto contatto con il corpo del cliente.
    Finiti anche quei pezzi, fu il momento delle spalliere, fatte a strati e sovrapposte nel medesimo modo, tanto grandi da arrivare a coprire parte del pettorale e del collo, con un'ulteriore protezione, e raggiungere addirittura il polso del massiccio uomo, quando l'avesse indossata.
    Dopo le braccia, che richiesero assieme una terza dozzina di blocchi, fu il momento di usare l'ultima per una lunga gonna metallica a strati che sarebbe servita per la protezione delle gambe del cliente che, verosimilmente, dopo tutto quel lavoro, sarebbe andato in giro come una vera e propria corazzata di metallo nero e verdognolo ambulante.
    Per ogni pezzo, lungo le tante ore di lavoro, si sarebbe tratto di fonderlo, temprarlo, batterlo nel modo voluto, preparare i ganci che lo avrebbero condotto al pezzo superiore, per posizione, e le cerniere perché vi si potesse attaccare quello inferiore, quindi cucirvi sopra i pezzi di pelle, perché potesse essere indossato senza problemi.

    Alla fine del suo lavoro, dopo diverse ore, Zong Wu si sarebbe girato verso il proprietario dell'azienda: Una corazza a strati di questo tipo dovrebbe essere più che perfetta con il becco di un volatile, per quanto acuminato. Può penetrare un primo livello, ma il successivo? Sarà supportato proprio dalla resistenza del primo che ridurrà le possibilità d'affondo, in più permette una buona mobilità.
    Non ho inserito dei guanti in questo lavoro perché, sia trovo i guanti metallici una cosa a dir poco oscena, sia con delle protezioni per le braccia così lunghe, dovrebbe essere comunque sufficiente a difendersi, in più è sempre meglio avere le dita libere da ingombri per meglio impugnare le proprie armi.
    Stesso ragionamento per degli stivali in metallo, tanto più che dubito i corvi lo attacchino ai piedi.
    Un elmo, quello sì che si dovrebbe produrre, ma mi servirà altro metallo e, personalmente, direi che dovrebbe essere qualcosa di molto teatrale a questo punto.
    , avrebbe concluso, in attesa di una replica da parte dell'altro.

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    Post a dir poco corposo da fare mi ci è voluto qualche giorno in più del previsto e la giusta ispirazione ^^'
     
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    Il Fabbro : Zong Wu



    Il lavoro fatto con l'armatura era impeccabile. L'idea di sovrapporre due livelli d'armatura era ottima, e metteva ben in luce come avesse appreso dalle lezioni che i vari esperti delle officine gli avevano impartito. L'armatura funzionava a dovere, Genchi la prese in mano, rigirandola e studiandola a lungo. In realtà la corazza era particolarmente pesante, ma nonostante l'aspetto l'allievo del sommo Mithril sembrava possedere una forza senza precedenti. Nelle sue mani la corazza si muoveva come fossero piume, mentre i suoi occhi attenti ed esperti scrutavano il lavoro del risorto alla ricerca di un qualsiasi errore.



    Devo dire che ad una prima occhiata il lavoro è sontuoso!

    Parole importanti di incoraggiamento verso il Kiriano, il quale aveva ben meritato il titolo di fabbro.


    Se poi la scelta dei materiali e l'assemblaggio è corretto ce lo dirà solamente il tempo e la pazienza. Se tra due settimane il mio cliente me la manda indietro danneggiata, significa che hai toppato. Ma ora come ora, mi sento di dirti che il tuo lavoro è completo, ben fatto... Metti in mostra il tuo sapere, da questa lavorazione si intuisce che hai ben recepito le lezioni degli esperti.

    Chiamò un paio di sottoposti ai quali porse la corazza. I due poveretti facevano una fatica immane a tenerla e portarla, ma ciò non era un problema di Genchi. Disse loro di spedirla all'indirizzo di Oto che ben conoscevano, e che fatture e pagamenti invece sarebbe andato lui più tardi. Tornò poi a parlare con il Kaguya, invitandolo a seguirlo verso la sala da pranzo, che si trovava in un altro settore delle officine.


    Non ho premi, nè riconoscimenti nè tanto meno pezzi di carta che possano accertare la tua esperienza. Detto ciò, per me tu ora hai abbastanza conoscenze per iniziare questo lavoro. Ti mancano alcune malizie, ma queste non te le può insegnare nessuno, dovrai lavorare con fatica e scottarti. Solo gli errori ti potranno insegnare più di quanto è stato fatto in queste settimane. Ora, abbuffati e riposati, puoi rimanere nelle officine quanto preferisci, ma dubito ti si possa trasmettere altro.

    Dopo averlo condotto nell'enorme sala da pranzo, ricca di ogni cosa è bella, Genchi si avviò verso la porta. Il lavoro da quelle parti non scarseggiava, ed era evidente che non si potesse permettere una pausa fuori programma.


    Se cambi stile di vita, qui c'è sempre posto per dei fabbri esperti !


    Ryoshi



    Le settimane di lavoro furono lunghe e sostanzialmente ripetitive. Come in tutti gli allenamenti che avevo affrontato nella mia vita l'unica cosa ricorrente era la ciclicità. L'unico modo di apprendere qualcosa veramente era provare e riprovare, la cosiddetta esperienza, o prassi, che dir si voglia. Iniziammo dal filo di Nylon, per poi ripassare alle corde di canapa, per poi studiare la scelta dei materiali e quali funzioni e caratteristiche avesse ogni diverso strumento realizzato. Si, era noioso e ripetitivo, ma sapevo bene che tutto ciò era utile ed indispensabile. Non solo perchè mi era stata affidata come missione da Aloysius, ma proprio perchè questo genere di insegnamento mi sarebbe potuto tornare utile nella vita di tutti in giorni, in una qualsiasi missione, in una qualsiasi giornata. Era mio dovere apprendere al meglio tutte queste informazioni ed arti.
    L'ultimo giorno però mi aspettava qualcosa di inedito, e probabilmente ben più complesso di tutte le attività precedenti. Avrei dovuto sommare le lezioni di tutte le giornate precedenti per uscire vittorioso da quell'ultima prova.


    Lodo, lei ha perfettamente ragione. Non avevo pensato a tutti gli usi che si possono fare di un respiratore, il che lo rende uno strumento particolarmente utile. Devo dire, rispetto alle altre volte non so proprio da dove iniziare!

    L'onesta è una buona caratteristica, e la mia giovane età metteva in evidenza come non avessi ancora imparato a limitarla, tenendo per me alcune rivelazioni malsane e non particolarmente utili alla causa. Detto ciò, per quanto fosse vero che non avevo idea di dove metter mano, ero sicuro e determinato a ricostruire lo strumento in maniera eccelsa. Costi quel che costi.
    L'unico vantaggio era l'assenza di fretta, cosa che non mi avrebbe accompagnato nella vita reale, laddove ne avessi avuto davvero bisogno, ma che almeno oggi mi permetteva di studiare con calma la struttura di quel marchingegno.


    Non potrà certo essere più difficile dell'omicidio dei propri parenti insomma...

    Pensai ghignando, mentre un sorriso inquietante compariva velocemente sul mio viso, per scomparire ancor più in fretta.
    Davanti a me c'erano diversi pezzi, i quali andavano assemblati per ricostruire un respiratore funzionante. Perlomeno, nella visione ottimistica della cosa, non mi era stato richiesto di costruirlo proprio da zero.
    Sul bancone c'erano i diversi pezzi, un piccolo meccanismo quadrato, particolarmente pensante e con diversi fori sulla paratia frontale, ed un unico e più largo foro nella paratia posteriore, esso serviva a riparare dai granelli di sabbia, o da ciò che all'esterno del respiratore richiedeva il suo utilizzo. Era sostanzialmente un filtro, proteggeva l'utilizzatore dagli agenti esterni, qualunque essi siano. C'erano poi te pezzi piani di plastica, che indubbiamente andavano uniti a ricostruire la struttura esterna del respiratore, quella che si appoggiava al viso. Ai lati di questi pezzi c'erano diversi rilievi e buchi, che permettevano di incastrare gli altri pezzi in base alle diverse funzioni. C'era poi un pezzo abbastanza grosso, diverso rispetto al precedente. Qui c'era un buco unico frontale, un pezzo centrale, ricollegato ad un foro sempre sulla paratia frontale. Questo era per l'acqua, essa sarebbe entrata nel buco per poi riuscire da quello superiore. Questo meccanismo mi parve inizialmente inutile, non sarebbe bastato usare materiali impermeabili ?


    A cosa servi ?

    Faticavo a capire il reale utilizzo di quello strumento. Poi, rigirandolo tra le mani intuì il suo possibile funzionamento. In quella stanza centrale c'era probabilmente un doppio meccanismo, da un lato vi era una pompa che prendeva l'acqua per spingerla fuori, dall'altro vi era un sofisticatissimo filtro che riusciva ad estrarre microscopiche quantità di ossigeno dall'acqua, andando a ricaricare la bomboletta d'ossigeno. Non permetteva certo di resistere per sempre sott'acqua, ma in minima parte aumentava l'autonomia dello strumento. Infine, vi erano diverse viti, la bomboletta dell'ossigeno, varie colle e ganci, ed altri sistemi per l'unione dei materiali.


    Si inizia...

    Una volta effettuata la cernita, inizia a guardare come potevo incastrare i pezzi. Indubbiamente presi per primi i pezzi di plastica, studiando come si potessero incastrare tra loro pur permettendo al filtro ed alla bomboletta di agganciarsi. Dopo diversi tentativi riuscì a fissare i tre pezzi di plastica lasciando liberi solamente gli spazi per gli altri aggeggi. In questo modo la struttura esterna del respiratore era pronta, copriva buona parte del viso, senza permettere ad un qualsiasi agente esterno di entrare nella zona coperta. Ciò permetteva a naso e bocca di essere riparati dalle intemperie, in maniera di poter respirare senza difficoltà e senza il rischio di entrare in contatto con gli agenti esterni. Prima di tutto si collocava poi il filtro, il quale isolava completamente l'utilizzatore, ed infine si collegava la bomboletta d'ossigeno. Importante per quest'ultimo aspetto era le gestione delle riserve. Vi era infatti un piccolo pulsante interno che permetteva di " accendere " e " spegnere " il meccanismo, in maniera da regolare l'erogazione dell'aria, permettendo ai più accorti di non sprecarne minimamente.


    Dovremmo esserci Lodo, mi dica la sua opinione.

    Prima di consegnarlo alle mani del mio sensei valutai ancora l'operatore, ricontrollando la struttura generale del respiratore, e soprattutto l'assenza di buchi da nessuna parte, nè di difetti vari derivanti da un cattivo assemblaggio.
     
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17 replies since 22/10/2015, 09:59   193 views
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