Kurohai: Shinjitsu

[Free GdR Itai & Raizen]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +2   Like  
     
    .
    Avatar

    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

    Group
    S. Mod
    Posts
    29,631
    Reputation
    +1,307

    Status
    Anonymous

    Kurohai: Shinjitsu

    Alla ricerca della comprensione mancata





    [Alcuni giorni dopo la Festa della Fondazione - Tre giorni dopo gli eventi dell'Ospedale]

    Te lo dirò quando saremo a casa. Ayame me l'aveva detto al termine della Festa della Fondazione, terminata da alcuni giorni. Tuttavia una volta tornati a casa lei non mi aveva detto nulla: mi vedeva preoccupato, appena scostante, per colpa dei pensieri affatto felici che affollavano la mia mente di continuo. Alla fine avevo preso la decisione, sofferta e decisi di nominare Meika Akuma e Asomdai Guardiani di Kiri, al fine di rafforzare le difese sulle mura. I due Akuma con i loro occhi potevano vedere lontano se avessero voluto farlo, un validissimo aiuto. Quando tornai a casa però il mio umore era peggio che pessimo, poiché i miei pensieri non si erano di certo fermati a come proteggere il perimetro del villaggio. No, ero io la difesa principale di Kiri, il fulcro su cui si basava l'esistenza stessa della Nebbia dinanzi ai nemici che la minacciavano. E se io ero debole, Kiri era in pericolo.


    Ero un combattente da molti definito straordinario. Di certo a nessuno faceva piacere incontrarmi sul campo di battaglia e la mia spada era tra le veloci se non la più veloce di tutta l'Accademia. Sapevo benissimo quali erano le mie forze, ma vantarsi di esse ignorando totalmente le proprie debolezze si sarebbe rivelato un comportamento degno dei peggiori stolti. E le mie debolezze erano loro. Ayame, Jukyu e Nana. Non potevo fare diversamente, era per me istintivo volerle proteggere e sapevo che esse dunque divenivano la facile chiave d'accesso alla mia resa incondizionata. Ed anche se avessi resistito, anche se con enorme sforzo avessi messo Kiri dinanzi loro la sofferenza che sarebbe seguita non era un argomento che ero pronto a trattare ancora.


    Entrai in camera da letto che ormai il sole era tramontato. Ayame era stesa sul letto, con un libro aperto sulle gambe rannicchiate. Non appena mi vide entrare chiuse il volumetto, posandolo sul comodino. Doveva aver compreso il mio stato d'animo, la mia faccia non era mai stata una maschera per le emozioni, sopratutto dinanzi a lei. Ti vedo spossato. Cosa succede amore? mi chiese. Mi avvicinai, senza dire una parola, sedendomi sul letto dal suo lato per poi allungare una mano alla ricerca delle sue dita. Troppe cose... il tono che usai fu involontariamente troppo gravoso. Vidi Ayame allarmarsi un attimo e seppi che a quel punto di non poter rimandare di un altro minuto l'inevitabile. Ayame, voglio che tu, Jukyu e Nana andiate dai Tengu per un po'. Cosa... Ayame spalancò i suoi grandi occhi grigi, guardandomi con stupore. E perché mai? Cosa succede?
    Siete in pericolo. Non diretto, nessuno vi ha minacciate, ma temo che potrebbe succede. Ricordi durante la Festa, che sono sparito? Ayame annuì (tirandomi un leggero pizzico, ancora arrabbiata per quella storia) Un ninja mi ha raccontato che probabilmente un potente Nukenin potrebbe dirigersi a Kiri alla ricerca di qualcosa. Ora, se questo ha un minimo di sale in zucca non vorrà entrare nel villaggio a suon di cannonate, non con me che ne faccio la guardia. Ma potrebbe neutralizzarmi tramite voi. Allungai la mano alla ricerca della sua ma Ayame non la strinse. Mi guardava, quasi atterrita. No... Non ora... non è giusto... Sussurrò. Ayame, non è solo quello. Ci sono molti altri pericoli e voi tre siete la mia più grande ed assoluta debolezza. Kiri non è ancora sicura come vorrei, per cui, per il bene di Kiri, per il bene vostro dovete andare al Monte Corvo e... Quattro.
    Mi aspettavo molte risposte da Ayame, ma non quella. Quattro? Cosa voleva dire quattro? Ehi... I suoi occhi iniziarono a divenir lucidi, dunque distolse lo sguardo dal mio chiudendoli mentre due lacrime ne uscivano. Quattro..? Ayame...
    Per tutti i Kami, sarai anche forte ma certo che non cogli mai niente! Esclamò, singhiozzando appena. Sono incinta.


    Quella era una cosa che non mi aspettavo per niente. La notizia, accolta forse in altri momenti più tranquilli con maggior gioia mi investì come una frana. E compresi perché Ayame non voleva andar via. Ma è... da quando... Circa due settimane che lo so. Ma non so ancora quando dovrebbe nascere. Rimasi ancora qualche secondo imbambolato, stordito e privo della capacità di reagire come desideravo. Intendi rimanere ancora per molto con la bocca aperta o mi abbracci? Mi riscossi ed i miei occhi tornarono ad osservarla. Le lacrime ora erano copiose, ma leggere ed ogni tanto dei singhiozzi la scuotevano appena. Mi avvicinai a lei, stendendomi sul letto per poi stringerla con forza a me.


    Non avevamo mai pensato che Jukyu e Nana potessero essere le nostre ultime figlie. Erano nate "per errore" ma la serie interminabile di eventi dopo la loro nascita non ci aveva mai lasciato il tempo di pensare ad allargare la famiglia. Anche quella volta era capitato. Non avevamo preventivato nuovamente nulla ed alla fine era successo e basta. Ayame, basta dai. Perché essere tristi ora? Alla fine abbiamo aggiunto un'altra debolezza, no? Feci un mezzo sorriso, dunque scossi il capo appena, asciugandole le lacrime con le dita. Scema, voi siete anche il motivo per cui ho accumulato questa forza. Credete che sarei ciò che sono, che sarei riuscito a trovare la pace con Chomei se fossi rimasto lo stesso shinobi incazzato con la vita che ero quando mi hai conosciuto? Voglio solo che siate al sicuro e per un po' Monte Corvo sarà immensamente più sicuro di Kiri. Nessuno sa la sua posizione eccetto i Tengu e me. E vi verrò a trovare come minimo una volta a settimana. Promesso? Sono tua moglie, devo sostenerti, ma anche io avrò bisogno di te Itai. E Jukyu e Nana ti vedranno ancora meno... Lo so Ayame, ma è meglio che per qualche tempo mi vedano meno che esporsi a pericoli inutili. Quando avrò reso Kiri un posto più sicuro tornerete tutti a casa... La mia mano andò rapida sul suo ventre e lei finalmente la strinse con la sua, con forza. Tutti e quattro.




    Atterrai con Yogan nel Faro. Era stupendo rivederlo risorto, era stupendo rivedere tutti i draghi vivi volare attorno ad esso. Se avessi potuto avrei portato lì Ayame e le bambine, ma se da un lato non volevo mettere in pericolo il Faro (che non era solo una questione mira ormai) dall'altro era anche vero che il Faro era conosciuto da fin troppe persone. A Kurohai c'erano stati diversi altri ninja: Raizen, Vergil, Drake, un tale Uchiha di cui ricordo ben poco che si fece catturare da Enma. Non era difficile venire a scoprire il mio legame con quella terra e dunque violare la sacralità di quel posto qualora qualche malintenzionato avesse scoperto che Ayame non era a Kiri.


    L'avevo portata a Monte Corvo due giorni dopo quella conversazione. Yogan aveva avuto il permesso di entrarci da Sojobo (memore delle numerosissime battaglie affrontate assieme che avevano saldato i rapporti tra le due creature) e così si erano stabilite presso la residenza di Sojobo in cima al Monte. Avevo fatto notare con molta chiarezza a tutti i Tengu la condizione di Ayame e che dunque anche solo una goccia del loro saké avrebbe avuto effetti disastrosi e che Jukyu e Nana erano due bambine. Fermo restando che i Tengu non davano da bere ai bambini mi assicurarono che il Saké non si sarebbe avvicinato mai e poi mai alle labbra di Ayame. Il ritorno a casa era stato penoso e sentivo il palazzo incredibilmente vuoto senza di loro. Tuttavia decisi di salvare le apparenze creando un clone e trasformandolo in Ayame, facendo sì che si facesse vedere a Kiri di tanto in tanto - facendo la spesa, venendomi a trovare in Amministrazione, accompagnando altri due piccolo cloni-Juyku/Nana in giro - così da non far notare la loro assenza.


    Quello forse sarebbe servito a sviare l'attenzione sulla verità. Anche per quel viaggio avevo inscenato una partenza di famiglia, lasciando detto alle guardie alle mura che mi stavo dirigendo verso Kurohai. Yogan assunse la sua forma umana ed io raggiunsi il Faro senza metter piede nei luoghi più sacri per i draghi. Anche se ero legato a loro e me l'avrebbero permesso non volevo che quelle parole fossero pronunciate all'interno di un posto immacolato. Lì all'esterno trovai Yukari, in posizione meditativa. Suonava il suo flauto con dolcezza e smise quando vide avvicinarsi me e Yogan. Oh, Itai, Yogan. Disse il ragazzo. Aveva un aspetto smunto, quasi sofferente, ma i suoi occhi brillavano di un'incredibile tenacia. Non ti hanno ancora fatto entrare? Yukari fece un chiaro segno di diniego. Mi dispiace.
    Un po' se l'è meritato eh. Stai diventando troppo scortese tu. Bla bla bla... Mi canzonò lei ed io mi ritrovai a chiedermi "ma quando cresce un po?". Va tutto bene, Yogan ha ragione. Ma persevererò. Sospirai, forse in parte ammirato dalla determinazione di quell'uomo. Come preferisci. Per caso hai visto Raizen? Yukari scosse il capo. Guardai il cielo, attendendo l'Hokage, sperando con tutto il cuore che lui non fosse l'uomo che temevo potesse essere ma l'uomo che avevo sempre creduto fosse stato.

     
    .
  2.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    18,973
    Reputation
    +681

    Status
    Offline

    Incontri







    La settiamana di Raizen passò tutto sommato rapida, senza troppi impegni gravosi e con la costante curiosità di sapere di cosa Itai volesse metterlo al corrente, anche se immaginarlo non era troppo difficile.
    Fu all’alba del sesto giorno che Raizen richiamò Hibachi.

    Porca puttana richiamarti costa un infarto di chakra!

    Ammise con il fiato lievemente spezzato, il chakra richiesto per evocare il re dei draghi rossi non era certo equiparabile a quello usato per Kubomi.

    Se vuoi il meglio devi pagarlo, naturale, no?
    Dimmi il resto.


    L’Hokage sorrise, un finto sorriso, misto tra cortesia e tensione.

    Mi servirebbe un passaggio per Kurohai.

    Il Fiero drago sgranò gli occhi e guardò Raizen.

    Che cooooosa?!?
    Sono lo stramaledetto signore dei draghi dell’ovest e devo farti salire in groppa?
    Ma sei scemo o mangi pietre?


    Qualche fiammata venne prodotta dal naso del drago.

    Ei ei!

    Interloquì Raizen mentre le scansava con una mano.

    Non formalizziamoci per una volta no?
    Dopotutto adesso anche io sono alla guida di qualcosa.


    Indicò la sua faccia scostandosi per lasciare visuale al drago, ormai completa, sul monte degli Hokage, cosa di cui Hibachi parve sorpreso.

    PORCO JIGOKU!

    Pareva avesse imparato pure lui ad usare quell’espressione. Anche se dopo qualche secondo di stupore parve ricomporsi.

    Aehm…cof.
    Lo uso solo fuori dal faro


    Disse facendo il vago.

    Salta su Hokage, ma non dirlo troppo in giro.

    Il Colosso eseguì senza troppe domande, sapendo che quella che gli veniva fatta era una grande concessione.

    Se può rincuorarti anche io avrei fatto lo stesso.
    Cazzo, potrà sembrarti ghei, ma insomma, dopo quello che abbiamo passato possiamo concedercelo!
    E ancora non sai cosa ho combinato in questo buco abbandonato dalla fortuna durante la mia elezione!


    Il viaggio trascorse rapido, anche se furono costretti ad una sosta, ma fortunatamente entrambi avevano numerosi aggiornamenti da farsi, dalle scappatelle di Raizen, ad alcuni aneddoti sull’ormai proverbiale “scaltrezza” di Atasuke, alle difese migliorate del villaggio, per arrivare fino alle svariate avventure tra le coperte.

    Porca... come le chiamate... puttane? Che villaggio di mezzeseghe!
    Era una scopata, non una riunione per la firma di un trattato di pace!


    Mentre il drago forniva aggiornamenti sul faro che pareva godere di buona salute se così si poteva dire, e sul povero Yukari che ancora non avevano accettato al tempio.

    Il ragazzo era lievemente spostato, un povero estremista contaminato dai pensieri di Jigoku.
    Ma onestamente non saprei dire se sia o meno una buona idea accettarlo.


    Arrivarono all’isola dopo Itai, anche se Raizen preferì scendere sul tempio, incuriosito dalla gigantesca struttura in grado di ospitare persino creature imponenti come i draghi.
    Girò tutte le stanze che erano di passaggio alla sua discesa verso il cratere, pur non soffermandosi troppo, uscendone affascinato.

    Che poi con quelle zampette non dev’essere così semplice lavorare la pietra.

    Commentò pensando a voce alta.
    Arrivò da Itai con passo tranquillo, nessuna ira, nessuna ironia: sereno.
    Forse incuriosito.

    Mizukage.

    Disse con simpatia mentre faceva un lieve inchino.

    Mi dica!
    Che è quella faccia lunga?


    Chiese notando l'espressione di Itai.

    Anche se preferirei sedermi da qualche parte.

    Disse guardandosi intorno cercando una pietra che somigliasse a qualcosa di sufficientemente comodo su cui posare le proprie natiche.
     
    .
  3.     +1   Like  
     
    .
    Avatar

    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

    Group
    S. Mod
    Posts
    29,631
    Reputation
    +1,307

    Status
    Anonymous

    Kurohai: Shinjitsu

    Il significato di ciò che siamo




    Raizen sembrava tranquillo. Probabilmente avrebbe intuito il motivo per cui ero e gli avevo chiesto di venire al Faro. Non era per me un mistero che aveva udito tutto. Non ne ero certo, ma Seinji non si era trattenuto appena sveglio ed io non avrei mai potuto immaginare che le sue parole sarebbero dovute rimanere segrete. Ma se c'era una persona a cui avrei dovuto concedere il beneficio del dubbio quella era Raizen Ikigami. Perché salvarmi un anno fa se i suoi intenti erano altri? Un Kage incline a non salvaguardarie l'Accademia con l mia stessa determinazione sarebbe stato molto più facile da manipolare o sconfiggere dopotutto. Hokage ribattei al suo saluto, cercando come lui un posto dove sederci. Alla fine trovammo due rocce abbastanza larghe, una di fronte all'altra, distanti non più di un paio di metri. Mi sedetti di fronte all'Hokage, con le gambe incrociate sulla roccia e le mani posate nervosamente sulle ginocchia.


    Notò la mia espressione alquanto contrita così sospirai. Yogan non mi aveva seguito, tornata nella sua forma draconica volava attorno al faro liberamente. Quella era la sua casa, la sua vera casa e rimanere per troppo tempo in forma umana sembrava un insulto al suo vero retaggio. Ah, problemi Raizen. Dissi con un tono appena laconico. Ma immagino che sia normale per noi averne, no? Con la questione del Cuore da risolvere Kiri sembra essere improvvisamente il bersaglio preferito di un pazzo e visto che sono anche la maggior difesa del Villaggio la mia debolezza è anche la debolezza del Villaggio, per cui ho dovuto prendere misure di sicurezza per Ayame e le bambine che mi inacidiscono alquanto l'anima. Poi Ayame è incinta, e dato che l'aria che si respira nel mondo puzza di merda mi chiedo perché cazzo dobbiamo mettere al mondo un altro figlio ora. Ma tant'è... feci un cenno con la mano. Ero felice della notizia ovviamente, ma la mia preoccupazione superava di gran lunga qualsiasi altro aspetto positivo della faccenda. Non è di certo per questo che ti ho chiesto di vederci una settimana fa, Raizen. Facciamo che tu non abbia sentito nulla, anche se credo proprio che tu l'abbia fatto. I sospetti che avevo su Seinji Akuma erano veri: è svenuto per colpa di un Jutsu. Precisamente, un Jutsu che gli ha imposto Diogenes Mikawa. Un patto, che lo costringeva ad entrare nella sua associazione in cambio del mio posto di Mizukage. Quella storia mi faceva ribollire il sangue così tanto che forse Raizen poté rendersi conto del rossore che aveva imporporato la base del mio collo. Non ha saputo dirmi nient'altro, ma Diogenes Mikawa... bé da dove inizio. Ero presente quando Diogenes e Yashimata uccisero Sayaka Okamikuno. Anche il Kyuubi dovrebbe ricordarselo bene. Poi Yashimata tradisce Kiri e giura vendetta contro il Villaggio e Godsan stesso. Poco tempo dopo Godsan viene impiccato a Konoha perché sospettato della strage dell'Est Gate di Oto, dunque dal nulla compare una tale Fujiko che Shiltar nomina amministratrice. Yashimata rivendica la strage al mercato di Kiri di qualche anno fa. Quello stesso giorno un ninja otese, un tale "Jin" si era presentato alle mura. Snocciolai sinteticamente tutto gli eventi che avevo richiamato a mente dopo quella scoperta e che in un modo o nell'altro mi apparivano collegati. Insomma da questi eventi pare proprio che Diogenes stia architettando qualcosa contro l'Accademia. Di sicuro contro Kiri e credo di avergli sottratto un alleato su cui forse faceva affidamento. Deve aver sottovalutato l'amore di Seinji per Kiri e sopravvalutato il suo odio per me però. Sono qui per chiederti alcune cose, Raizen. La prima, cosa è successo davvero a Godsan? Il mio sospetto è che in realtà Godsan non sia stato ucciso da Konoha e che semplicemente Godsan fosse Fujiko. Spiegherebbe così tante cose! La guerra mai portata a termine, la misteriosa donna di cui nessuno sapeva nulla andata ad occupare il posto che spettava quasi di diritto a Godsan stesso! La seconda, Raizen... Non ti chiederò che cosa sapevi, se lo sapevi. Non mi interessa. Alzai gli occhi verso l'Hokage, con uno sguardo determinato.


    Probabilmente lui aveva avuto il piacere di conoscermi meglio dopo la prigionia e gli eventi di Kurohai, quando la mia personalità era mutata ed avevo deciso di seppellire negli anfratti più nascosti della mia anima rabbia ed odio. Ma la mia determinazione non ne era rimasta intaccata ed in quel momento ero lì, seduto dinanzi a lui, preoccupato per il mio villaggio e la mia famiglia eppure con lo sguardo di chi aveva scordato tutte quelle cose solo per concentrarsi e porre quella domanda. È così scemo parlare anche di parti, ma tant'è... Raizen, intendo contrastare Diogenes con tutto ciò che ho e non parlo solo di muscoli e chakra. Ma non ho ancora l'esperienza, sono prima di tutto un guerriero. Ammetto che per questo ho bisogno di aiuto, ma se anche Konoha è a rischio, forse tu avrai bisogno del mio. L'Accademia nacque per questo no? Ma non si è mai vista una serpe in seno di questo tipo. Cosa dici allora Raizen? Cosa pensi di Diogenes e di tutta questa storia? Non avevo di certo modi di sapere la verità, ma c'erano molti altri fattori che mi facevano temere che se persino Raizen non fosse stato dalla mia non avrei avuto più alleati sulla faccia della terra... ed a quel punto, piuttosto che sedermi dietro alte mura ad attendere la tempesta l'avrei affrontata con tutta la potenza edil coraggio che potevo disporre.



     
    .
  4.     +2   Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    18,973
    Reputation
    +681

    Status
    Offline

    Debolezze








    Ammiccò alla prima risposta di Itai.

    Beh, che fossero problemi era evidente.

    Ironizzò, per poi continuare ad ascoltare grave quello che il mizukage gli rivelava, fino a che il discorso non andò a toccare la gravidanza di Ayame, una di quelle sorprese in grado di far saltare Raizen sul suo posto a sedere.

    Porca merda, e lo dici così?
    Cioè, fai centro la terza volta, che due già erano sufficienti e me lo dici con quella faccia e questa leggerezza?


    Si portò la mano al cuore mentre allargava lievemente il colletto per prendere aria.

    Accidenti, abbiamo più o meno la stessa età e già hai uno zoo di bambini, credo che se qualcuna mi imprigionasse un mini me dentro al suo corpo per nove mesi li utilizzerei tutti per scappare e diventare introvabile.

    Si asciugò la fronte dal sudore freddo.

    Ma sono felice per te, immagino che per le persone con meno problemi del sottoscritto sia una buona notizia. Il tre è un numero fortunato, auguri, e speriamo sia almeno un maschio!

    Inspirò a fondo.

    Si, ho decisamente sentito, e senza nemmeno ingegnarmi troppo, se l’avessi fatto con un pizzico di risorse avreste potuto dare il bando a mezza Konoha.

    Continuò ad ascoltare raccondi e domande di Itai, accorgendosi che nelle sue parole non c’era niente di nuovo ma che al contempo a Diogene erano sfuggite di mano diverse notizie che era impossibile prendere sotto gamba.
    Aveva una doppia copertura da mantenere solida, come riuscirci?

    Ho sentito tutto come ti dissi e credimi, mandare quell’allocco da Diogene vuol dire mandarlo nella bocca del leone armato di uno stuzzicadenti.
    Un suicidio totale e la conferma che tu sai dei suoi piani.
    Nascondilo e nascondilo bene, rifagli fare la faccia da un eliminatore di cadavere, cerca qualcuno che gli modifichi il colore del chakra, la sua vita precedente deve sparire.
    In caso contrario diventerà una calamita ed a questo punto non devo dirti che il sangue è ricco di ferro.


    Guardò Itai dritto negli occhi.

    Problema minore è la tua famiglia, mandali lontani dalla calamita che stai diventando.
    Riguardo Godsan, pft.
    Quel pisciasotto del cazzo.


    Alzò gli occhi al cielo.

    Lo stronzo non è morto, lo so per certo, a questo punto quella che hai proposto tu potrebbe essere la realtà, ma bisognerebbe chiederlo ai diretti interessati, nonostante sia sopravvissuto io non so che fine abbia fatto dopo Konoha, ed onestamente poco mi importa.
    Anche se, supponendo tu abbia ragione, un beota che si fa fare il corpo di una donna è proprio ridicolo, ai limiti dello schifo.


    Fece una faccia disgustata mentre si ritraeva.

    Riguardo Diogene: non contrastarlo.
    Come non lo sto facendo io.
    Perché?
    Perché ancora non sa che sappiamo, semplice.
    Tu prepara la difesa, ma non dire a nessuno come lo fai, cerca di prevedere cosa potrebbe fare e limitati a reagire, qualsiasi azione più forte di questa lo spingerebbe ad indagare e credimi, Diogene è sveglio Itai, nessuno dei marmocchi che tieni alle mura sarebbe in grado di ostacolarlo nemmeno per cinque minuti, anzi, molto probabilmente non sarebbero che antipasti per preparargli la grande portata.
    Ma se non saprà cosa si ritroverà davanti non potrà nemmeno sapere come creare una difesa o un attacco efficienti.
    Oppure potrebbe fare ciò che ha fatto con Seiji.
    Tutti abbiamo dei desideri, tutti siamo raggirabili, soprattutto se qualcuno con un grande potere ce ne offre una fetta.
    Sei certo che tutti rifiuterebbero l’offerta?


    Scosse il capo, in segno di negazione.

    Kiri è debole Itai.
    E per ciò che può vedere il mondo lo è da un bel pezzo.
    I sette spadoni, le spade minori… tutte derubate, per la leggendaria fama che avevano perderle significa estinguere uno dei grandi clan, ne più, ne meno.
    Rendila forte, e Diogene non potrà che abbattersi sulle sue mura.
    Riguardo l’aiuto…


    Alzò le spalle chiudendo gli occhi in un’ espressione di sufficienza.

    …se credi serva, perché no?
    Ma al momento dirti si non avrebbe significato, Kiri e Konoha sono distanti.
    Ma Kiri ha un vantaggio: qualsiasi cosa gli si voglia avvicinare deve farlo via mare, e le navi non passano inosservate, sorveglia i confini marittimi e prima che il nemico tocchi terrà sarò qui a darti man forte.
    Preparati decentemente, fino a che non avrai un sistema di difesa decente, fino a che le sue lacune saranno così tante da essere incalcolabili non potremmo disquisire di come porci una pezza.
    Per ciò che vale ora, e vale poco, ti aiuterò.
    Ma non farti rasserenare da questa promessa: NECESSITI di difese degne di questo nome.


    Severo, ma giusto avrebbe detto di se. Il mondo probabilmente si sarebbe limitato a “stronzo”, ma ormai era particolarmente insensibile a quel genere di aggettivi.
     
    .
  5.     Like  
     
    .
    Avatar

    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

    Group
    S. Mod
    Posts
    29,631
    Reputation
    +1,307

    Status
    Anonymous

    Kurohai: Shinjutsu

    L'Importanza del miglioramento





    C'era da ammettere che la reazione dell'Hokage mi sorprese positivamente. Il suo commento sul "mini lui" intrappolato nel corpo di una donna (con tanto di fuga in ambienti meno pericolosi) scatenò in me una ilarità che non era adatta al mio stato d'animo. Durò poco, ma mi fece ricordare che sì, ero felice di aggiungere un'altra bestiola al mio zoo di bambini. Due, non tre volte. Le prime due sono state un doppio pacco. Ricordai, tenendo a sottolineare che non ero proprio incosciente! Comunque Raizen, si, rimane comunque una bella notizia e speriamo che sia un maschio, che di donne attorno ne ho troppe! Grazie. Mi alleggerì appena il cuore ricevere i primi auguri per il prossimo figlio mi aveva appena scaldato il cuore.. ma non troppo: la minaccia di certo era ancora incombente e lo sapevo benissimo.


    Così quando il discorso tornò su Diogenes l'Hokage dimostrò di essere decisamente informato. La sua mancanza di sorpresa era emblematica, ma come avevo annunciato lasciai cadere la cosa per concentrarmi sul futuro. Ascoltai tutte le sue parole senza fiatare, riconoscendo in esse una verità che io stesso avevo riconosciuto ed alla quale stavo già cercando di porre rimedio. La verità era che Kiri si era indebolita molto negli ultimi tempi. Era in ripresa, poco ma sicuro, ma questo non era ancora abbastanza. Lo so. Dissi semplicemente. Ci si sarebbe potuto aspettare un tono rassegnato a quel punto, ma in realtà ero più che mai deciso. Stavo vincendo la lealtà di tutti i kiriani, persino dei più improbabili come Seinji Akuma: non avrei permesso che Diogenes osasse anche solo pensare di poter corrompere la sovranità Kiriana.
    Intendo rafforzare le mura come prima cosa, il porto come seconda. E molte altre cose. Il problema è che i kiriani devono crescere nuovamente, Raizen. Certo, ci sono giovani interessanti, con del potenziale che sto coltivando con pazienza... ma se si dovessero trovare dinanzi Diogenes non sarebbero che cadaveri ambulanti. Io posso affrontarlo, e solo io, e temo che questa cosa non cambierà per un bel po'. Ovviamente mi stavo riferendo solo ai kiriani ed in particolar modo sul campo di battaglia. Anche Raizen era in grado di tener testa all'otese, poco ma sicuro. Non intendevo di certo attaccarlo. Persino un idiota come me riconosce il valore strategico dello scoprire i piani del nemico senza che lui lo sappia. Tu parli di aiuto sul campo di battaglia, ma è vero, Kiri e Konoha sono lontane ma io non mi riferivo a questo Raizen. Mi riferivo alla collaborazione tra i villaggi, aiutandoci a vicenda allo scopo di accrescerci. Feci un lungo sospiro. Comunque, riconosco la difficoltà. E per questo che sto lavorando duramente, ben oltre ciò che faccio come Kage. Mi guardai un attimo il palmo di una mano, pensando a tutto il tempo che stavo usando per riuscire ad utilizzare la tecnica che stavo creando, senza ancora riuscirci. Sono forte, Raizen. Lo sai, lo sanno tutti. Non ci sono molti al mondo che gradiscono un combattimento contro di me ed il fatto che Diogenes non abbia fatto la sua mossa contro Kiri nel suo momento di massima debolezza la dice lunga. Ma a cosa serve tutta questa forza se è solo la mia? A cosa serve avere una quantità sterminata di chakra, potenzialmente infinita grazie a Chomei se non posso aiutare in maniera più diretta i miei uomini? Non potevo essere ovunque. In una ipotetica battaglia non potrei aiutarli come vorrei. Anche Yogan, anche Sojobo, sono formidabili ma non possono reggere il passo. Così ho cercato un modo di distribuire la mia forza agli altri, così da non far esaurire le loro forze e proteggerli meglio. Sono vicino alla risposta, devo trovare il giusto modo di combinare il mio chakra con quello degli altri. Raizen forse avrebbe potuto avvertire qualcosa: una specie di luminescenza avvolgermi per un breve istante, come un tenue bagliore subito soffocato nel nulla. Comunque a parte ciò credo che dovrò rimettere in moto i cant...


    Non riuscii a terminare quella frase. Yukari si era avvicinato, con uno sguardo più che allarmato. Si fermò ansimante tra di noi, mentre il flauto che teneva tra le dita iniziava a tremare assieme alla sua mano. Scusate, ma ho sentito qualcosa. Ho avvertito... una presenza che non dovrebbe esistere più... mi voltai verso Yukari, appena allarmato, scendendo dalla pietrasulla quale ero seduto. Che intendi? Furia. Una furia profonda e terribile... Yogan si avvicinò di corsa, atterrando sinuosa lì vicino. Anche lei sembrava oltremodo allarmata. Qualcosa non va Itai. Sono tutti bloccati al Faro. Persino mio padre, tutti non possono muoversi! Sono... terrorizzati! Cosa? L'unico che faceva spaventare Hibachi era Jigoku! Non lo so... YUKARI! Yogan ruggì verso il reietto quasi-cavaliere, certo che lui centrasse qualcosa. Yukari però stava guardando il cielo. Iniziò a piovere.


    Una fine pioggia di miliardi di gocce rosse e calde. Sangue. E subito dopo qualcosa di più massiccio iniziò a cadere giù dal coperto dalla coltre infinita di cenere. Due metà di un drago dalle scaglie rosse, non grosso come Yogan o Hibachi, che minacciò di schiacciare Raizen durante la caduta se non si fosse rapidamente spostato di lì. Yogan guardò il drago ed inorridì, ruggendo la sua rabbia. HAIZAKI! Haizaki era uno dei molti draghi che avevano ripreso a vivere liberi dalla Furia Sanguinaria quando Yogan l'aveva cancellata. Yukari, sporco di sangue, continuava a guardare il cielo con l'espressione atterrita di chi vede la morte in faccia, una morte orribile. Riuscì solo a pronunciare una singola parola. Kutsū...


    chinese_dragon_by_kekse0719-d6iomuq



    E dal cielo discese il Tormento. Un drago lungo almeno sessanta metri, possente e con un'aria rabbiosa che ricordava quella di Jigoku. E rimase lì, stagliandosi immobile a quaranta metri dal suolo come un enorme serpente nero. Nero? I Draghi dell'Ovest a causa della furia non era forse divenuti rossi? A ben vedere però Kutsū non era per niente nero: era semplicemente di un rosso così scuro da apparire nero alla luce tenue del tramonto. Ma la sua imponenza era tale da lasciare quasi senza fiato. Fece un respiro ed emise dalle narici uno sbuffo di fiamme nere, dunque squadrò prima me, poi Raizen.


    Ho atteso fin troppo la vendetta.



    Quelle parole risuonarono portentose, facendo tremare la terra sotto i nostri piedi. Vendetta? Perché parlava di vendetta! Perché c'era ancora un drago con la furia vivo! Yogan... non puoi far nulla? La dragonessa non ne era certa, lo si vedeva. Non riusciva a comprendere cosa la terrorizzasse così tanto di quel tale. Chi sei tu? Perché sei qui, cosa hai fatto! Itai lui è...


    Io sono il figlio del vero Guardiano di questo luogo.

    Sono Kutsū!

    E ripristinerò la Furia che la tua serpe ha osato cancellare, rendendoci forti ancora!



    E così lanciò una fiammata ardente verso il suolo, colpendo solo la nuda roccia per dieci lunghissimi secondi. Quando terminò la roccia era incandescente e luminosa. E da quella roccia così calda nacquero due proiettili che tentarono di colpire Raizen contemporaneamente ad una velocità mostruosa mirando al centro del petto ed alla testa. Se Raizen fosse stato toccato da un proiettile di quale intensità e calore avrebbe visto senza dubbio qualsiasi parte del suo corpo a contatto disintegrata nel nulla. Non avrebbe sanguinato, sarebbe semplicemente sparito. Nel mentre però, dentro di Raizen qualcosa accadeva: la Volpe si destò, annunciando un certo interesse verso la bestia che gli stava davanti.

    Lo sento... strano. Sta attento, percepisco una carica negativa peggiore di quella di Jigoku. La Volpe si stava preoccupando? Perché allora qualcosa nel fondo sei suoi occhi brillava?

     
    .
  6.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    18,973
    Reputation
    +681

    Status
    Offline

    Sigfrido

    L'effetto sorpresa








    Ammiccò lievemente a sapere che le due prime figlie di Itai erano gemelle.

    Ah, e non ti è bastata la prima sgommata?
    Pensa se facevi di nuovo doppio.
    Ti toccava aprire uno zoo.


    Si lasciò sfuggire una risata, seppur educata.
    Il discorso virò poi a cose ben meno frivole anche se il Colosso fu costretto ad ammettere a se stesso che di Kiri non ne sapeva poi troppo per opporsi ulteriormente alle decisioni di Itai.

    Va bene. Come preferisci, Kiri dopotutto non è la mia patria e non ne vanto chissà quale conoscenza.
    Sarei curioso di vedere che hai imparato a fare, anche io ho qualche nuova scoperta nel cassetto in realtà.


    Ma l’intervento di Yukari gli impedì di avere una risposta, sentiva un nuovo disturbo nel flusso di ira che andava scomparendo da quei luoghi.
    La situazione accelerò rapidamente in un susseguirsi di eventi che Raizen, per via della sua ignoranza, non era in grado di comprendere a pieno.

    Immobilizzati?!?
    Come sarebbe a dire?
    Non … è possibile?


    L’intonazione dell’ultima frase cambiò rapidamente da un affermazione ad una domanda, rendendosi conto che era difficile sbagliarsi su una simile affermazione.
    La storia aveva il brutto vizio di ripetersi, e pareva che di volta in volta si facesse più disastrosa anche se questa volta aveva le sembianze di Kutsu, il drago bruciato dalla furia.
    Fu la pioggia del sangue di uno dei suoi stessi simili ad accompagnare l’entrata in scena del Sangue del Sangue di Jigoku. Nel profondo, qualcosa aveva percepito quel chakra.
    Dal suo subconscio emerse il muso della volpe, imponente come sempre ed accompagnato da un ringhio sordo che agitava l’aria alla stregua di una gran cassa.
    Si accostò alle sbarre emergendo dalla nebbia con pesanti passi felpati, quasi un trotto irrequieto mentre le sue stesse code gli facevano da sipario.

    Posso sentirlo.
    L’odore, la patetica furia di Jigoku anima questa belva.
    Non ha attinto alla follia del padre, ne è il figlio, probabilmente un utilizzatore più esperto in quanto nato dalla stessa follia.
    È strano Sta attento, percepisco una carica negativa peggiore di quella di Jigoku, più intensa forse, focalizzata.


    Fu mentre la volpe parlava che Kutsu decise che la sua vendetta non poteva fermarsi a quella creatura innocente che aveva bagnato la terra con suo sangue.
    Una poderosa fiammata, lunga tutto un respiro si abbattè sul suolo tendendolo incandescente, luminoso per quanto calore gli si era abbattuto sopra, il Colosso non era un esperto di fisica, ma sapeva che una volta cessata l’ondata di calore la terra e la roccia si sarebbero rapidamente messe in equilibrio termico con l’aria spaccandosi con violenza, trasformandosi in veri e propri proiettili.
    Per questo i due frammenti non lo colsero impreparato, per quanto grazie ai suoi riflessi non costituissero chissà quale grande pericolo, li schivò infatti entrambi acquattandosi rapidamente[basso rif + 3], movimento nel quale i suoi leggeri capelli non riuscirono a seguirlo rimanendo esposti alle due schegge che li tagliarono in maniera abbastanza singolare.

    Oh, guarda, pareva fossero ben più calde del previsto.
    Ora sembrerò un cretino per tutto il tempo.


    Disse osservando i capelli.

    Itai, non è decisamente ora di essere clementi, e io non ho voglia di spendere tempo in preparativi macchinosi.

    Il Colosso, rosso di sangue guardava con pura furia Kutsu, lordo di linfa vitale di Drago sembrava che l’inferno stesso l’avesse risputato.
    Prese l’Erede di Garyu dal fodero, rossa e grondante di sangue anch’essa, ma non attaccò, la mostrò solamente.

    Tuo padre…

    Lo guardò sorridendo, non alzò tanto la testa quanto gli occhi, lasciando che il suo viso venisse percepito di scorcio dal drago.

    È morto con una di queste piantate nel cervello.

    L’ultima volta che aveva stuzzicato un portatore della Furia non sapeva cosa aveva davanti, ma questa volta era diverso, bisognava solo sapere dove mirare.
    Il demone Rosso stava per scatare.
    Ma Kutsu era distante, il figlio della furia, pervaso da quel potere così malleabile e addomesticato tra le sue mani stava ancora osservando Itai e l’unico drago sfuggito alla sua aura di terrore.

    Una Benedetta a quanto pare.



    Non si poteva dire che nel suo volto comparve un sorriso, ma era indubbio che il suo labbro si fosse inclinato in un inquietante sorriso.
    Così come aveva soffiato, dando fondo ad una capacità polmonare inaudita , inspirò, quasi levando l’ossigeno ai presenti, ma solo Yogan avrebbe potuto percepire di cosa quell’Essere fosse in grado: stava aspirando[Yogan perde un Alto] il suo chakra! Da quella distanza e senza la minima fatica!
    Raizen intanto era scattato verso la creatura.
    Portarsi al di sotto della creatura per uscire dal suo raggio visivo non fu complesso, era piccolo rispetto al colossale Kutsu, ma la sua velocità era elevata, così tanto che dopo il primo spostamento[elettrone] divenne impossibile vederlo.
    Prima di muoversi aveva infatti lanciato verso il drago due delle sue sfere, facendole muovere quasi in contemporanea con lui, ma ad altezze differenti, una intorno ai 35 metri, l’altra a 12.

    Kyuubi.
    Ricordi quando dicevo che saresti stato libero?


    Il Colosso sorrise, una via di mezzo tra la malizia e la sincera felicità mentre persino il demone sgranava gli occhi incredulo alle parole di Raizen.
    Qualcosa di incredibile successe in quel momento, qualcosa che non era mai successo: un Demone stava per prendere Realmente il controllo di un essere umano.

    Kutsu è tutto tuo, dammi solo il tempo di portarti la.

    Pochi instanti e Raizen scomparse letteralmente, lasciandosi dietro solamente qualche scarica elettrostatica, ci vollero due rapidi teletrasporti per farlo giungere all’altezza giusta ma esisteva qualcuno al mondo in grado di poterli individuare? Di poter seguire con gli occhi o con qualsiasi senso umano o ultraterreno una velocità che gli permetteva di poter attraversare l’intero pianeta in meno di un istante?
    Era fermamente convinto che no, non esistesse.
    Esisteva una scala di efficacia degli effetti sorpresa che fosse in grado di poter quantificare lo stupore provato al momento dell’apparizione del Kyuubi in carne ed ossa?
    Il Biju ora aveva ossa, carne e pelle, le stesse che aveva sempre avuto[Trasformazione in demone], il mondo era pronto a vedere nuovamente il più forte dei demoni?
    Pelo rosso, artigli lunghi metri, occhi iniettati di odio primordiale.
    Nove code: il re dei Demoni calpestava nuovamente la terra.
    Le zampe anteriori erano già levate intrecciate in un unico pugno che si sarebbe calato sulla schiena del gigantesco drago senza la minima esitazione, con una forza ed una velocità che avevano dell’inaudito[vel e for 900 attacco doppio pot 65 per mano] a quelle dimensioni tuttavia il terreno era abbastanza vicino, per cui una volta menato il primo colpo e ritrovato l’equilibrio per un secondo attacco, a seguito di un eventuale movimento di schivata, avrebbe scagliato un altro pugno direzionato a quelle che credeva fossero le tempie del drago.
    In realtà voleva semplicemente fare in modo ci colpire una zona delicata come lo era l’articolazione della mascella con un colpo abbastanza forte[Vel e For 900 pot 65 da essere pericoloso
    Itai era distante, ma Raizen sperava che avrebbe coperto il furioso attacco della Volpe attirando l’attenzione del drago, o ancor meglio, sfruttando il diversivo che Raizen aveva creato per un attacco ancor più devastante.

    Oh, pare che ti mancasse il vero movimento.
    Distruggilo!


    Al contrario della Volpe per Raizen quel momento era tutto fuorchè restrittivo, osservava il tutto seduto su un trono massiccio scavato nelle pietra.
    Poter distruggere il mondo seduto su un trono era un vantaggio che la Vera forza concedeva a pochi.





    Chakra rimanente: 114 di 125

    Slot tecnica 1:Attivazione TS
    Slot tecnica 2: Trasformazione in Demone

    Slot Difesa 1: Schivata
    Slot Difesa 2: //
    Slot Difesa 3: //
    Slot Difesa 4: //

    Slot Azione 1: Teletrasporto
    Slot Azione 2: Teletrasporto
    Slot Azione 3: Doppio pugno schiena
    Slot Azione 4: Pugno mascella
     
    .
  7.     Like  
     
    .
    Avatar

    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

    Group
    S. Mod
    Posts
    29,631
    Reputation
    +1,307

    Status
    Anonymous

    Kurohai: Shinjutsu

    Le Fiamme Nere





    Quale immensa e fiera bestia che era Kutsu. In un certo modo ricordava Jigoku (sebbene fosse più piccolo). Ma perché era comparso lì, all'improvviso? Io e Raizen eravamo lì da poco, avevamo scambiato giusto due parole quando ecco una furiosa battaglia dominare su di noi. Com'era possibile una tale coincidenza? Fu Yukari, ripresosi dal suo stato catatonico, a comprendere e dunque spiegare il motivo del subitaneo attacco del possente Kutsu, signore del Tormento senza fine. Aspettava che te e Raizen vi mostraste qui. Disse con una specie di sussurro terrorizzato. Aveva ormai totalmente rigettato la furia, aveva compreso quelli che erano i loro errori per cui vederla ricomparire con una tale possanza lo distruggeva nel profondo: l'incubo di Jigoku, l'Ingannatore, lo stava tormentando. Ma non era qui, non dormiva nella pietra qui nel cratere del Monte Gekido. Doveva essere da qualche altra parte. Ah bé, comunque, ne parleremo dopo. Dissi, stringendo tra le dita Garyuka. Sicura di non poterlo purificare? Sicura. Mi disse Yogan. Lo percepisco. Lui è diverso. Vorrà dire che dovremo ucciderlo.


    L'idea di uccidere un drago non mi entusiasmava più di tanto. Ma come per Jigoku, quale che fosse il Drago che si abbandonava alla Furia per trarne vantaggio era un pericolo così grande da far risultare la sua vita insignificante dinanzi alla moltitudine di anime che sarebbero state perdute a causa del riaffiorare di quella rabbia senza fine. Trassi Garyuka dal fodero quasi lentamente, mentre Raizen dimostrava di poter schivare i proiettili lanciatigli contro abbastanza facilmente. Era veloce. Aveva detto di avere anche lui qualche asso nella manica ed ero genuinamente curioso di conoscerli, nonché speranzoso che essi fossero realmente ottimi. Ed infatti lui scomparve, letteralmente.
    Avrei fischiato di ammirazione se Yogan non avesse emesso un gemito spaventato. L'enorme nemico aveva di fatti aspirato una grossa quantità d'aria e con essa Yogan aveva percepito chiaramente la sua riserva di chakra ridursi di un terzo. Itai, il mio chakra... La osservai utilizzato i miei poteri da sensitivo, comprendendo immediatamente quanto grave fosse la perdita. Se quell'enorme drago l'avesse rifatto ancora sarebbero stati guai seri. Va via Yogan, qui ci pensiamo noi. Nemmeno per sogno... tutti qui sono in pericolo. Mio padre, tutti quelli che abbiamo giurato di proteggere. Non potrei considerarmi un Drago se fuggissi. Yogan... Ero tremendamente preoccupato. La dragonessa si voltò appena verso di me, il suo occhio di rettile era infiammato di determinazione. Sapevo benissimo che non sarebbe servito a nulla tentare di dissuaderla. Nuovamente il mio corpo fu avvolto da un bagliore azzurrino e misi una mano su di lui. Allora pare proprio che devo riusci... no, cosa cazzo sta facendo.


    Proprio mentre parlavo sul drago era comparsa la Volpe. Raizen aveva deciso di farsi ammazzare? Per quanto straordinaria potesse essere la trasformazione in demone, ero abbastanza certo che il suo legame con la Volpe non fosse abbastanza profondo da consentirgli di mantenere il controllo! Avrebbe certamente attaccato furiosamente il drago, ma se io - o Yogan - ci fossimo avvicinati ci avrebbe preso per suoi nemici. No, no, maledetto idiota, non sei ancora pronto! urlai, frustrato, mentre richiamavo a me il chakra di Chomei. [Tecnica]


    Pare che dovrai combattere due avversari formidabili. Disse Chomei. Io ringhiai la mia disapprovazione, quasi come una bestia. Cosa diavolo devo fare? Perché si è trasformato? Immagino per i quaranta metri di altezza. Fanno comodo.
    Per tutti i Kami, appena torna umano lo prendo a calci in culo.



    Yogan però decise di agire di testa propria. Gonfiò i polmoni mentre volava verso il nemico fermandosi a venti metri da lui ed urlò la propria furia sotto forma di una tremenda fiammata larga nove metri carica di potere [Tecnica]Katon: Karyu no Todoroki
    Villaggio: Personale
    Posizioni Magiche: Nessuna (5)
    L'utilizzatore può emettere una fiammata dal diametro di 9 metri e gittata pari a 24 metri. La potenza è pari a 90.
    Tipo: Ninjutsu - Katon
    (Livello: 2 / Consumo: Elevato)
    [Da Jonin in su]



    Fiamme Dorate dei Draghi dell'Ovest
    Talento: L'utilizzatore può trasformare il fuoco o il calore emesso da un qualsiasi suo Katon in in Fiamme Dorate. Le Fiamme Dorate causano Ustione (DnT Medio) aggiuntiva a chiunque agisca guidato da una furia fortissima o ingiustificata. Il danno aggiuntivo è causato dalle Fiamme Dorate che continueranno a bruciare finché non esaurito il DnT. Se eliminata la causa della furia le fiamme si spegneranno, non causeranno più danni. Non è possibile utilizzarla con altre abilità 'Talento' in combinazione.
    [Da Jonin in su]
    . Le fiamme però erano d'oro! Yogan aveva deciso di rinunciare a risparmiar chakra per poter lanciare un furioso attacco al suo nemico con la più pericolosa delle sue armi per chi agiva furiosamente! Il problema era che se le fiamme avessero toccato la Volpe anche lei ne sarebbe stata affetta.


    Yogan tornò indietro, esausta. Era sempre così: era formidabile, ma la sua quantità di chakra non era comparabile a quella degli umani. Così era anche per Sojobo. Inoltre il drago le aveva assorbito molto chakra precedentemente, ciò significava che la sua quantità di chakra rimanente era così pericolosamente bassa che se Kutsu avesse rifatto il giochetto di prima probabilmente Yogan sarebbe morta. La dragonessa rimisi una mano slle scaglie di Yogan, sentendomi disperato. Perché non mi ascolti mai. Dissi rabbioso, sentendomi quantomai inutile. Perché cazzo non hai fatto come ho detto, maledetta idiota. Ringhiai tra i denti. Ancora una volta il bagliore azzurro avvolse la mia persona. Perché devi essere sempre così orgogliosa! ... Non dire questo, avresti... fatto.. la stessa... cosa... Era evidentemente affaticata. Abbassai il capo, nel tentativo di schiarire la mente, mentre in alto infuriava senza fine la battaglia tra la Volpe ed il Drago.


    Per quanto potesse essere potente la colpe però Kutsu non si ritrovò ad essere impensierito dal suo potere. Anzi, era in grado di percepirne l'infinita furia! Ed il sadico sorriso di Kutsu si allargò ancora di più. La Volpe, col suo carico di risentimento, era il bersaglio perfetto. Il doppio attacco che mirava a colpirlo alla schiena furono schivati con un agile movimento della sola sezione interessata del corpo che sinuoso si spostò a sinistra [Difesa Kutsu] mentre con un soffio di fiamme incredibilmente potente spazzò l'enorme fiammata di Yogan come se nulla fosse! [Fiamme di Potenza: 100, raggio 9 metri] e dunque il drago decise di incassare il secondo colpo... con tanto di sorpresa. Difatti le sue scaglie erano incredibilmente dure, tanto da permettergli di sopportare quel colpo col minimo danno riuscendo però - di converso - a contrattaccare. Proprio mentre il pugno dissennato della Volpe si frantumava contro la mascella della bestia. Ma mentre questo accadeva la bestia parve avvolgersi di un fuoco nero che difficilmente la Volpe sarebbe riuscita a schivare [S&M]. Le fiamme però non avrebbero fatto male. Non erano calde o dolorose, ma erano la cosa peggiore che la Volpa potesse incontrare.


    Le Fiamme Nere. La creazione finale di Kutsu, l'opposto delle Fiamme Dorate. Kutsu era il figlio di Jigoku ed egli era l'opposto di Yogan. Era la Hono Arechi, la Fiamma Contaminata e come tale celava dentro di se la Furia ed il segreto per riavviarla. Così come le Fiamme Dorate bruciavano la rabbia della vole, le Fiamme Nere non potevano nuocerla... ma potevano nutrirne la rabbia e l'oscurità. Così, Raizen, si sarebbe ritrovato catapultato nel Mondo Interiore a fare i conti con qualcosa che non poteva immaginare. Non avrebbe dovuto lasciar perdere la ragione per attaccare Kutsu con tutta la furia della Volpe, era stato un errore madornale!


    E le Fiamme Nere iniziarono ad ardere la Volpe e Raizen stesso e l'oscurità nei loro animi iniziò ad essere gonfiata oltre l'inverosimile. Ma moltiplicando all'infinito quella che sporcava l'animo di Raizen non sarebbe stato sufficiente a soverchiare l'immensa furia ed odio emanati dalla Volpe. Si sarebbe ritrovato nella sua dimensione interiore priva di qualsiasi cancello, piegato su se stesso in preda ad un panico superato solo dalla sua rabbia. La Volpe invece sembrava essere estremamente a suo agio. Lo fissava da lì, con l'aria di superiorità di chi di aver vinto. Raizen era suo, inesorabilmente.


    La senti? Questa è la tua oscurità. Io riesco a percepirla, Raizen.

    È grande. Enorme.



    La Volpe torreggiava su Raizen, che stava sentendo ogni briciolo di risentimento gonfiarsi, aggravarsi e divenire possente fino ad inquinare la sua stessa anima. Solo un desiderio avrebbe pervaso il suo intelletto ormai rovinato: uccidere. Uccidere. Ed ancora uccidere, fino a bagnarsi del sangue degli altri come sotto la pioggia, fino a far diventare la sua pelle stessa dello stesso colore del sangue. Ma a quel punto, come poteva fare Raizen a riuscire a liberarsi da quella morsa che Kutsu gli aveva imposto? La Volpe sapeva che non c'era possibilità di successo. Raizen non era come Itai! Lui non rifuggiva l'oscurità, ci si nascondeva e la faceva propria usandola a suo vantaggio! Quanti atti discutibili attraversavano la vita dello Shinobi? Tutti, probabilmente, per raggiungere un determinato scopo ma esso non li rendeva di certo migliori. Quanto risentimento provava verso gli altri? Verso chi lo accusava di essere ciò che non era, verso chi osava giudicarlo e definirlo ancora un "cane randagio". Quanto risentimento provava verso vecchi sensei pronti a distruggere la sua libertà ed il mondo che conoscevano? Solo lui lo sapeva, ma qualora pensasse che fosse piccolo o insignificante si sarebbe trovato a fare i conti con una rabbia infinita... che doveva superare. Assolutamente.


    Fuori da quel nugolo di fiamme e furia in cui Volpe e Jinchuuriki si stavano confrontando, io cercando disperatamente di salvare Yogan. Kutsu, difatti, avrebbe presto rivolto la sua attenzione verso di lei intento a distruggere l'ultimo baluardo contro la Furia dilagante. E non potevo permetterlo. Non potevo permettere. Dovevo riuscire a trovare la forza di fare quanto avevo progettato, di scovare il me altro potere.


    Scostati sciocco umano.

    Il suo destino la attende.



    Strinsi i pugni mettendomi davanti a Yogan, allargando le braccia. Mai. Dissi, con tono estremamente deciso. Itai... Pensi che io possa lasciarti stare, Yogan? Pensi che io possa permetterti di morire? Ma Ayame...Se non ti senti ancora parte della mia famiglia sei più tonta di quanto credessi, Yogan.


    Dunque è questo che vuoi?



    Era quello che volevo? Certo! E mi veniva assolutamente naturale ed istintivo, oltre ogni immaginazione. Ero pronto a qualsiasi cosa pur di proteggerla! Proteggerla. Come potevo riuscirci però? Dovevo riuscire a fare ciò che avevo progettato, dovevo riuscire a sbloccare quel potere che sapevo di avere. Ed in soccorso a me venne il demone che anche mi aveva suggerito di prendere quella strada. Sì, perché era stato Chomei a suggerirmi di provare a rafforzare gli altri più che se stessi, sostenerli durante la battaglia.

    Te l'ho detto! urlò Chomei nel mio subconscio, agitando nervosamente le ali Devi adattare il tuo chakra a quello degli altri, riuscire a trovare il giusto incastro.
    Non è facile. Risposi. Lo so. Fece una breve pausa. Ma il chakra è nato per questo. Per unire.


    Non compresi cosa accadeva ma alzai gli occhi verso Kutsu, lanciandogli un'occhiata carica di sfida. Sì. risposi con tutta la determinazione che riuscivo a mettere in quelle uniche due lettere, facendo un passo indietro per mettere una mano su Yogan. Kutsu rise, e la sua risata era simile ad un rombo di tuono durante un temporale estivo, dunque apalancò le fauci. Chiusi gli occhi, ignorandolo. Scavai dentro di me, nel centro del mio essere, giungendo laddove c'era la fonte del mio chakra. Potevo vederla, una enorme ed informe sfera azzurra che si muoveva senza tregua. Non potei far altro che allungare una mano, immergerla lì come avevo già provato a fare molte volte e sperare che funzionasse. Doveva! Yogan non sarebbe morta. Raizen non sarebbe morto. Nessuno lì si sarebbe morto quel giorno!


    E quando riaprii gli occhi il bagliore era esploso in un'aura luminosa che adesso mi circondava decisa, a dimostrazione di tutto il mio quasi sconfinato chakra che non poteva essere trattenuto semplicemente dal mio corpo. Itai tu... Yogan si avvicinò a me ed io le misi una mano sul muso. Cercai il suo chakra con il mio, ed essi danzarono assieme per un istante prima di incastarsi come due perfetti ingranaggi. Ma mentre quello di Yogan era inflessibile, immutabile, il mio poteva cambiare ed adattarsi... e quando accadde il corpo di Yogan riconobbe quel chakra come suo e spalancò le porte al suo ingresso. Ed io non lo trattenni, donandole tutto il chakra che serviva per ripristinare totalmente la sua riserva. Il mio chakra... Yogan parve guizzare, ed io sorrisi, saltando sulla groppa di lei. Kutsu aveva fermato il suo attacco, confuso.


    Mi dispiace Kutsu. Non sono ancora disposto a lasciarla andare via. Dissi quasi rabbiosamente. Yogan, piena di vita, si alzò in volo saettando nel cielo a piena velocità fino a trovarsi difronte al suo nemico. Non devi più preoccuparti ora, sarò io la tua forza Yogan. E così ci stagliavamo a circa venti metri da Kutsu, volando assieme, mentre la Volpe carica di furia colpita dalle Fiamme Nere era in terra a contorcersi malamente. Kutsu parve trovarlo divertente.


    Su di te non avranno effetto. Anche le Fiamme Dorate non lo avranno.

    Dovrò distruggerti alla vecchia maniera.



    Yogan mostrò le zanne. Nessuno dei due aveva paura in quel momento: per quanto potente potesse essere Kutsu non avrei fallito nel cercare di sconfiggerlo. Tuttavia Raizen mi preoccupava: cosa voleva dire che "non avranno effetto su di me"? Cosa intendeva con quelle parole? Che sporco trucco aveva utilizzato contro Raizen?

     
    .
  8.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    18,973
    Reputation
    +681

    Status
    Offline

    Polvere






    La furia della Volpe era grande tanto quanto lo era la sua voglia di libertà, il primo pesante colpo venne schivato da Kutsu, evidente segno che neanche lui poteva subire qualcosa di quella portata, tuttavia il secondo, quel singolo pugno probabilmente in grado di distruggere un intera palazzina da solo, venne totalmente incassato, neanche fosse una carezza.
    La Volpe parve gonfiarsi di quell’odio tipico di chi è stato ferito nell’orgoglio, ma ben prima che si potesse vendicare nei peggiori metodi che solo una millenaria esperienza poteva ideare il colossale drago contrattaccò, avvolgendosi di…

    Fiamme nere?

    Il Colosso si protese verso l’esterno, domandandosi se la volpe non dovesse fare lo stesso quando interessata a qualcosa, acuì lo sguardo ma divenne presto inutile. Quel cupo bagliore riuscì a passare la pelle del demone che era riuscito a creare col chakra dello stesso.
    Ben prima di subirla si rese conto di ciò che era.
    Sentimenti di quella portata, potevano avere ben pochi colori, potevano essere il tutto o il niente: la furia di Kutsu era il TUTTO concentrato in qualcosa che non bruciava, che non poteva definirsi nero, qualcosa che si ritagliava il proprio spazio nella realtà, senza sovrapporsi, senza nascondere nulla, un buco frastagliato profondo chilometri.
    Era furia, erano ricordi, i più oscuri che Raizen potesse osservare.
    Ed erano suoi.
    Non ricordava però quanto nero covasse all’interno, non ricordava di quante voci aveva messo a tacere, e tantomeno ricordava quanto per tutto quel tempo avesse usato un unico combustibile.
    Nulla riusciva a farlo progredire, a farlo crescere quanto le fiamme della furia, che fosse orgoglio, che fosse vendetta era sempre un fuoco presente, pronto a bruciare con sufficiente intensità da squagliare perfino il metallo.
    Ora però quel fuco era diventato un viscoso bitume, una massa indefinita e gigantesca troppo grande per poter essere contenuto, un putridume che premeva dal suo interno, che pretendeva un maggiore spazio per esplodere, per detonare e liberare la violenza di una rabbia repressa ed ammaestrata con la forza.
    Ribolliva ed esplodeva al suo interno di continuo, scuotendolo così come un semplice singhiozzo scuote un neonato, e nel suo bozzolo di rabbia cieca e sorda irruppe la Volpe.
    Si sedette dinnanzi a lui, guardandolo con scherno, lo stesso di chi osservava un bambino scottato da un gioco pericoloso come il fuoco.

    La senti? Questa è la tua oscurità. Io riesco a percepirla, Raizen.
    È grande. Enorme.



    Ma per il Colosso era una voce in lontananza, un tuono cristallino in un cielo viscido e gibboso che con un ritmo incalzante si protendeva verso di lui accendendogli in corpo quella rabbia primordiale che non sentiva da così tanto tempo che non avrebbe faticato a definirlo “una vita”
    Si rivide ragazzo, aveva di fronte due lupi, grossi entrambi almeno la metà di lui, armati di pericolose zanne e dalla fame, mentre lui, già grande per quell’età gli stava davanti, perennemente denutrito nelle innevate lande di Kumo, armato solamente di mani serrate in durissimi pugni.
    E la rabbia. La rabbia per chi gli aveva negato perfino un pagliericcio in mezzo alle bestie.
    Il ricordo parve bruciare in un cratere, come se fosse parte integrante di quell’apocalisse emotiva.
    Mentre la sua vita scorreva autoalimentandosi fino a divenire un pianeta pulsante di incontrollabile furia la volpe rideva, sguaiata e onnipotente, del tutto insensibile all’attacco del drago.
    Qualche strato di subconscio più superficiale vedeva il Colosso rannicchiato in un turbinio di fiamme nere che continuavano ad ingrandirsi mentre un urlo sempre più gutturale, sempre più simile a quello di una bestia le gonfiava ulteriormente, ingrandendole ad ogni ripresa.

    Sei così impaurito da ciò che potresti essere sfruttando la tua rabbia che ti sei ridotto a leccare il pavimento!



    La vera cattiveria della volpe Raizen non aveva mai potuto tastarla, da sempre era stato abituato a conoscere un demone manipolatore, furibondo, ma non cattivo.
    Non aveva mai apprezzato una delle doti che più spiccavano in quell’essere millenario.
    Gli si avvicinò, languida come un gatto, silenziosa nonostante la mole, come se fosse di vapore, il suo muso stava a meno di un metro da Raizen, incredibilmente vicino per le dimensioni dell’essere che lo annusò più di una volta, inalando le fiamme come se non fossero niente più che mero profumo.

    Puzzi, umano!
    Puzzi di perdente!



    Questa volta la risata non fu tonante, ma un sussulto sommesso, gli ronzava attorno, come un avvoltoio attorno ad un animale morente.
    Poteva sentire i denti serrati in un ghigno sproporzionato, il fiato ardente, avrebbe potuto divorarlo in qualsiasi istante.

    Hai l’odore dei perdenti che controllano la rabbia perché non sanno gestirla… siihhh tu la soffochi, la metti in un cassetto blindato e tutto felice ne estrai un angolino e lo usi per infervorarti come l’ultimo lombrico della catena alimentare.
    Patetico!



    I denti del demone stridettero come gli ormeggi di un veliero.
    Le immagini intanto scorrevano ancora veloci nella mente del Colosso, mentre quel nero lo macchiava con lo stesso colore del sangue secco, le dita contratte intorno ad un collo inesistente cercavano di afferrare un altro furente ricordo, un uomo o un ninja, poco importava, doveva annullarlo, annichilirlo.
    Si stava perdendo dentro la sua stessa rabbia, presto o tardi quando quelle emozioni fossero arrivate al loro apice l’avrebbero inghiottito e lui non sarebbe diventato che una misera, infinitesima parte di ciò che il Kyuubi era sempre stato.
    Lui, una Piccola Parte dell’odio di un’altra creatura.
    Un singolo occhio brillò tra le fiamme nere, bianco e incandescente.

    Khhhhhh…

    L’ennesimo grido gli si soffocò in gola, mischiandosi ad un rantolo ed un rivolo di bava che colava dalle mascelle che cercavano di schiudersi per far permeare un soffio di voce.

    Kh-hhhhhh-hhhh
    KUHHHHH-HHHHH
    KURAMAAAAAAA!!!


    Battè i pugni sul terreno più di una volta quasi in un personalissimo mantra, agitando quella dimensione come se fosse un lenzuolo al vento.
    Sua era la furia.
    Sua era la vita.
    E niente gli avrebbe sottratto la sua identità.
    Quando diede l’ennesima prigione alla volpe si era giustificato spergiurando che era un atto d’amore verso il villaggio, che mai avrebbe lasciato al demone la possibilità di distruggerlo, che avrebbe combattuto l’odio con l’orgoglio ed il patriottismo.
    Mentiva, quel viscidume che ora gli stava dinnanzi erano le sue menzogne, gonfie della volontà di Kutsu di schiacciarlo sotto il peso di ciò che lui stesso aveva prodotto.
    Lui non voleva proteggere niente, lui voleva il potere del più potente dei demoni per schiacciare chiunque gli si fosse parato dinnanzi, la fortuna volle che la volpe gli fosse affine nel carattere per quanto detestasse ammetterlo.
    Aveva imparato ad aiutare per accontentarsi degli elogi, semplice gratitudine che chiunque poteva fingere mentre lo malediceva per quell’infimo dettaglio non risolto a dovere. Quando pretese un tozzo di pane di fronte ad un intero granaio gli venne resa aria e gratitudine per riempire il suo stomaco.
    Gli venne reso il nulla in cambio della vita.
    Gli venne resa soltanto la rabbia, la sua rabbia, la sua identità.
    Stava ancora chino a terra con la fronte e lo zigomo grottescamente attaccati al terreno, come se una forza troppo grande li tenesse li, soltanto quell’occhio sembrava in grado di muoversi rischiarando le tenebre con la forza di una volontà che nemmeno l’astuzia della volpe aveva piegato. Lentamente il pozzo di sofferenza che gli affogava il visto si seccò scomparendo tra le rughe di una furia vera, cosciente.

    NON RESTERA’ CHE POLVERE!
    SOLTANDO POLVERE!
    POLVERE E NIENT’ALTRO DI TE!


    Il volto era ancora accovacciato ma le mani battevano il ritmo di un animo indomabile che montava dal profondo del Colosso.

    POLVERE!POLVERE!POLVERE!

    Quanto poteva essere grande la furia che kutsu alimentava? Quanto poteva essere grande la furia nata dalla voglia di poter affermare se stesso in un mondo che cercava di affogarlo?
    Quanto poteva essere grande quella furia se paragonata alla collera di poter perdere se stesso proprio ora che un intera nazione l’aveva reso suo protettore?
    Molto poco.
    Le labbra si contrassero in un moto di disgusto mentre i pugni si serravano così stretti da segnare i palmi.
    Era in grado di Vedere adesso, era in grado di comprendere che qualsiasi cosa il Sangue di Jigoku avesse risvegliato non era che un infinitesima parte di se stesso.
    Avrebbe potuto soffiare in eterno le sue fiamme nere, avrebbe potuto comprimere all’infinito la rabbia del Colosso, il suo Ego non avrebbe ceduto

    MAI.

    Annunciò con voce glaciale.
    Era qui, quel giorno, in quel preciso istante per un'unica ragione: Ego aveva sempre vinto.
    Ed avrebbe vinto anche contro se stesso.
    Il suo Odio, lo copriva come un mantello d’oscurità, la forma più distorta e cruenta di Ego era nata da quelle fiamme, nutrendosi di essa attraverso il cordone ombelicale che lo connetteva a Raizen.
    Ego non era un essenza antica, era ciò che Raizen chiamava se stesso, la sua capacità di reagire alle contaminazioni esterne, aveva reagito alla sua follia con Ego, l’aveva fatto con la volpe e ora grazie a Kutsu era cresciuto, consapevole della sua identità ed indole più profonde, inglobando qualsiasi cosa differente da se stesso, unificando il tutto in una sola, nera, anima.
    Si voltò dalla volpe, consapevole del fatto che aveva udito un'unica voce mentre l’oscurità gli divorava l’animo, potente come il vagito del mondo stesso l’aveva guidato attraverso il nero delle fiamme.
    Ma probabilmente non avrebbe mai ringraziato, era ancora in grado di farlo, dopotutto?
    O quantomeno questo sarebbe accaduto se Raizen non fosse stato preparato da un intera vita a sopportare quel genere di detonazioni emotive.

    Quanto pensi sia necessario prolungare questa farsa perché l’allocco squamato ci creda?

    Uno stivale borchiato calò con una forza inesorabile sul nugolo di fiamme nere, avvitandosi lievemente sui resti inceneriti di un identità ormai spenta.
    Raizen si fece avanti tra le fiamme, nero del sangue della sua stessa purezza, raggrumato e carbonizzato su tutto il suo corpo. Sotto la suola del suo stivale crepitava un sacrificio, l’innocenza, la purezza erano state arse vive.
    Negli occhi gli ardeva la luce di chi vedeva chiaramente la strada dinnanzi a se.
    Si voltò lentamente verso il Kyuubi, poteva guardarlo negli occhi ora, poteva sorreggerne lo sguardo senza che la stazza potesse essere un problema.

    Kurama.

    Interloquì freddo, usando senza timore il nome del demone che fino a quel momento gli era stato proibito di usare.

    Quanto è grande il tuo odio?

    Chiese pacificamente mentre mostrando il palmo della sua mano mostrò come l’odio e la rabbia che l’avevano reso grande potessero sparire in essa, diventando niente più che un accessorio per confrontarsi con la volpe a “sentimenti” pari.
    Che la Montagna avesse rimesso in equilibrio la bilancia?






    La pioggia Nera



    All’esterno Kutsu guardava i due divertito, ogni suo movimento ricordava Jigoku.

    Cosa vi lega, giovani, piccole fiammelle?



    Acuì gli occhi serpentini come se cercasse qualcosa che legasse i due. Snudò un interminabile ghigno di denti affilati come rasoi, non gli serviva cercare di apparire minaccioso, la paura di fronte a Kutsu era una sensazione dovuta.

    È forse il tenue calore di questo umano?



    Era possibile che il drago distinguesse il chakra di Itai all’interno di Yogan?
    La bocca di Kutsu si schiuse, dal suo interno le scure fiamme parevano avere una massa propria, così pesante da farle scivolare verso il basso, ondeggiando in morbide volute.

    E se ti separassi da lui?



    La sensazione provata poco prima da Yogan questa volta si ripercosse anche su Itai, al drago bastava respirare per annichilire due piccoli fuocherelli come quelli ma era soltanto l'inizio[entrambi perdono un medio di chakra], dopo quel respiro una nuova forza parve esplodere nel petto del drago.

    Cosa succederebbe se recidessi questo legame?



    Soffiò con l’intensità di un uragano verso la coppia che con così tanto ardore gli si stagliava davanti, non erano fiamme, erano troppo veloci per esserlo! Forse Itai aveva qualche possibilità contro quell' attacco[cono d’ombra 45 metri alla base per 40 di lunghezza] ma Yogan ne sarebbe stata investita quasi nella sua interezza. Definire quell’attacco non era semplice, non faceva male, non alla pelle quantomeno, non al corpo, la Giovane Fiamma poteva però sentirlo nella mente, come un fine pungolo gli si insinuava nel cervello, per quanto fosse pura, dentro di lei aveva sicuramente una macchia d’ombra, magari l’eventuale delusione scaturita da un abbandono o dalla morte di Itai?
    C’era sempre un po’ di nero, ovunque.

    Piccolo tizzone dorato.



    La schernì.

    Il freddo ti sta annerendo… forse?



    Sorrise malvagio, conscio del fatto che il suo attacco, seppur momentaneamente, aveva cambiato Yogan a sufficienza da rendere quello scambio impossibile.
    Intanto il cielo iniziò a sanguinare.
    Qualsiasi cosa fosse Kutsu la aspettava da tanto visto come il suo corpo fremette sotto quella viscosa pioggia. Si portò dietro un odore forte, sgradevole (benzina).

    Le profondità della terra nascondono cose che nemmeno immaginate.



    Si buttò addosso ad Itai cercando letteralmente di investirlo con la sua massa, anche se lo scontro non sarebbe stato così devastante come sarebbe dovuto essere[Manto d’ombra- l’utilizzatore crea un suo clone illusorio in grado di attaccare riducendo esclusivamente il chakra avversario, durante l’attacco la sua reale presenza sarà occultata da qualsiasi elemento naturale di colore nero, causa Intorpidimento] bensì ne sarebbe stato estremamente fiaccato, come se il contatto l’avesse privato del suo stesso chakra[perde un alto in caso di contatto]

    Sei Piccolo essere umano, insignificante.



    E quello era il grosso svantaggio di Itai, il drago era una fortezza colossale dotato di una velocità che persino Itai faticava a raggiungere.

    Posso stringerti e nel mentre che le Giovane Fiamma si riprende esaurirti come un fiocco di neve al sole.



    E tentò di farlo, circondandolo con le sue spire ad una velocità incredibile[cerca di avvolgerti col suo corpo ad una velocità pari a 950] venir chiusi tra quelle spire significava morte certa.
     
    .
  9.     Like  
     
    .
    Avatar

    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

    Group
    S. Mod
    Posts
    29,631
    Reputation
    +1,307

    Status
    Anonymous

    Kurohai: Shinjutsu

    Inseparabili.




    Yogan non aveva paura. Era temeraria come pochi al mondo e forse le uniche cose che realmente temeva era ciò che non poteva controllare. Yogan era pura. Candida come la neve appena caduta, innocente, poiché la sua stessa vita era stata volta ad uno scopo nobile compiuto appieno in un'epica battaglia che aveva visto tramontare il dominio corrotto di Jigoku. Per questo motivo lei non temeva l'oscurità, non temeva l'odio e non temeva la furia: ne era estranea, ne era immune. Non era immune alla rabbia, alle preoccupazioni, alle inquietudini dell'animo. Semplicemente però esse non potevano inquinare la sua anima. Yogan era pura, genuina. Motivo per cui Kutsu si sarebbe dovuto presto ricredere.


    Quando la nera oscurità la investì Yogan però ecco che furono proprio quelle preoccupazioni a renderla appena vulnerabile. Era preoccupata per Itai, era preoccupata per suo padre, era preoccupata per i suoi fratelli ai quali aveva restituito la vita e la purezza. Erano tutti quanti una sua responsabilità, ed ella era l'unica tra tutti i draghi a poter resistere a Kutsu ed al ritorno dell'ultimo spasmo della furia. E l'ondata nera amplificò quelle sensazioni oltre l'immaginabile e così Yogan ulrò, carica di frustrazione e disperazione, sentendo quel legame interrompersi. Qualcosa si era intromessa tra lei ed il chakra di Itai e senza più quella calda sensazione avvolgente si sentiva così... sola e persa. Urlò ancora. Ed ancora. Ed ancora. Ma non si arrese mai, perché per quanto la rabbia potesse amplificarsi, per quanto possente potesse divenire, non si sarebbe mai trasformata in furia. Mai e poi mai. Perché lei era la Fiamma Immacolata e l'unico che poteva sporcarla era lo stesso uomo alla quale aveva legato il suo destino indissolubilmente, inevitabilmente e fino alla fine dei suoi giorni... ed Itai non l'avrebbe mai fatto.


    Quando era sotto il controllo di Yukari gli attimi passati erano terribili: Yukari non aveva mai potuto recidere il suo legame con Itai eppure l'aveva indebolito, costringendola a fare ciò che non avrebbe mai fatto. Ed ora la sensazione non era dissimile: una soffocante oscurità senza limiti che non le impediva di pensare ad altro che alla sua parola. E quel legame dunque veniva attenuato, ma non spezzato. Non poteva essere spezzato sopratutto perché Itai era con lei. Sempre.




    Recidere cosa? Le mie parole furono quasi divertite mentre le dicevo. L'ondata oscura non mi aveva colpito, giacché saltai via dietro incitazione di Yogan attivando la trasformazione parziale al fine di usare solo una versione più piccola delle ali di Chomei, permettendomi di fuggire via a piena velocità [Difesa]. Guardai Yogan che si contorceva con preoccupazione, ma sapevo che non stava provando dolore [Abilità]Itami 痛み - Dolore
    Speciale: L'utilizzatore ed il Drago, se consci della propria presenza reciproca, sono in grado di avere la percezione del dolore dell'altro. Non consente di trasmettere status. Il dolore percepito dall'altro non è invalidante.
    [Da Genin in su]

    , perché non ne percepivo alcuno. Cosa le stava facendo Kutsu? L'enorme drago continuò a parlare ed iniziò a far piovere qualcosa. Era una sostanza oleosa, dall'odore tossico di sostanza chiaramente insalubre. Mi bagnò la pelle, i capelli e corse sulla mia pelle pallida come nere lacrime di sangue. Ma non mi lasciai atterrire: ero pur sempre uno dei due uomini che avevano affrontato e sconfitto Jigoku. Mi ero ritrovato faccia a faccia con Bijuu. Ero un uomo decisamente più temprato di quanto le apparenze non lasciassero intendere. Poi qualcosa parve cambiare: in quello scenario oscuro vidi guizzare un'oscura figura a grande velocità, che passava di goccia in goccia, come un nero fantasma. Kutsu stava facendo qualcosa! Ma ti prego... Dissi, con una voce affilata, dando un deciso colpo di ali per sfuggire [Difesa], schivando agilmente quell'improvviso assalto. Kutsu era veloce, ma io non scherzavo.


    Solo che poi Kutsu tirò fuori dal cilindro il classico trucco di magia da far accapponare la pelle. E dopo aver dichiarato che ero piccolo ed insignificante tentò di strangolarmi con le sue spire... ma io non ero pronto ad arrendermi. Non ancora. Di fatti utilizzai tutto il chakra che potevo per spingermi ben oltre il limite massimo delle mie capacità e scattai a piena velocità, passando tra le spire mentre si richiudevano, rapido come un fulmine. E ce l'avevo fatta solo perché Kutsu era enorme, ed io, per l'appunto, ero piccolo. [Difesa]. Sapevo che l'avrei scontata per un po', ma dovevo raggiungere Yogan, assolutamente. Piccolo, Kutsu? Dissi, volando fino quasi davanti al muso del drago, distanzato da lui da una decina di metri [Azione]. Solo perché non ho ancora deciso il contrario. Dunque unii le mani a formare il sigillo della Tigre, gonfiai i polmoni ed emisi luce. Laddove lui aveva fatto piovere oscurità dal cielo, io creai una nube di pura polvere abbagliante che per alcuni istanti gli avrebbe negato la vista. [Tecnica]
    Hiden: Rinpungakure no Jutsu
    Villaggio: Personale
    Posizioni Magiche: Tigre (1)
    L'utilizzatore può emettere dalla bocca una nuvola di polvere brillante e luminosa. Chiunque si trovi all'interno della polvere sarà Accecato, utilizzatore escluso. L'utilizzatore può escludere fino a 2 persone dall'effetto della tecnica. Protezioni oculari come occhiali da sole bloccano l'effetto della tecnica. Il raggio massimo è pari a 36 metri. Se trasformato in Demone l'utilizzatore può utilizzare questa tecnica dalle sue code. Tecniche di potenza pari o superiore a 60 dissolvono la polvere nell'area colpita. Il mantenimento richiede slot tecnica avanzato.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 2 / Consumo: Altissimo - Mantenimento: Medio)
    [Richiede Chakra del Demone V]

    [Da jonin in su]




    Tecnica Rapida [2]
    Talento: L'utilizzatore può eseguire una tecnica avanzata extra nel round, potendo effettuare nello stesso round due tecniche avanzate; può essere utilizzata 1 volta ogni 2 round. Non è possibile sfruttare altre abilità 'Talento' in combinazione.
    . Ne approfittai, immediatamente, immune a quel bagliore, per scattare verso il basso e raggiungere Yogan, allungando nuovamente la mano verso lei. Il mio chakra era ancora strabordante, possente, ed ancora usciva fuori dal mio corpo senza sosta. Ed ancora una volta la toccai, per ristabilire quel contatto e ripristinare il chakra che aveva perduto. [Azione - Dono del Chakra]




    Ed in mezzo a quell'oscurità, lui tornò. Tornava sempre. Quella era la sua più grande paura: che lui andasse via, e non tornasse più. Nessuno poteva comprendere il legame tra lei ed Itai, accetto loro due stessi oppure un altro Ryukishi. Loro erano fusi nell'anima alla radice. Itai amava Ayame, ed Ayame era parte della sua famiglia. Ma erano due entità separate e distinte, determinate a passare i loro anni mortali assieme. Yogan ed Itai avevano in comune un pezzo di anima, lo stesso che lei gli aveva donato il giorno della sua nascita quando per la prima volta le sue scaglie e la sua pelle erano entrate in contatto. Itai... mormorò la dragonessa. Non lasciarmi... La sua voce era carica di dolore e paura, poiché il distacco sarebbe potuto essere tremendo. E proprio su quel punto l'oscurità aveva fatto pressione per trascinarla in un abisso nel quale lei, per sua natura, non poteva entrare. Ma al contempo la forza irresistibile di quella nera melma senza fine la trascinava incessantemente in basso verso la perdizione. Impedendole di muoversi... così com'era successo a tutti gli altri Draghi. Non era stato necessario colpirli, la sola presenza di Kutsu aveva quell'effetto orrendo, per cui erano rimasti paralizzati e sommersi dalla furia nel vano tentativo di non caderci nuovamente a piene mani.


    Ma Yogan non poteva cedere. La mano calda che le toccò le squame la riconosceva, riconosceva il tocco famigliare del suo chakra e le loro anime fatte per essere assieme in eterno si riavvolsero nuovamente nel legame. Con facilità, perché era naturale per loro, perché Kutsu non aveva potere su di lei e non poteva recidere il suo legame con Itai. Poteva forse spezzare quel labile legame di chakra che lui aveva imparato a creare ma mai avrebbe potuto spezzare l'essenza stessa delle loro anima. Sei qui.




    Non sono mai andato via. Continuai a donare chakra a Yogan, insistendo più che potevo, cercando di sovraccaricarla il più possibile al fine di proteggerla. Stai bene? Credo... credo di sì... cosa stai facendo? La dragonessa non comprese, ma sentiva la sua riserva di chakra totalmente rinnovata e non solo: qualcos'altro stava scorrendo in lei, una forza strana. Tento qualcosa di nuovo. E cercai di dare una forma a quel chakra, di farlo avvolgere attorno a lei, finché esso non divenne un'aura simile a quella che possedevo io, avvolgendola del tutto. Cosa hai fatto? Ti proteggo. [Dono di Protezione][Azione]


    Dunque rivolsi la mia attenzione a Kutsu prima a Raizen poi. Mi innalzai nuovamente in volo, seguito di Yogan, fino a trovarmi di fronte a lui. Kutsu. Hai finito con questi giochetti? Aspetta! Stavo per mettere la mano sull'elsa della mia spada, quando Yogan mi fermò. Se usi Garyuka credo che tutto prenderà fuoco. Questa pioggia... Annusò l'aria. È infiammabile. Interessante. Non lo era. Il mio tono era estremamente infastidito da quella notozia. Che sta combinando Raizen? È... regredito. Lanciai uno sguardo verso l'Hokage: non era più trasformato in demone, bensì in mezzo-demone. Eppure ancora non si muoveva... cosa stava accadendo?


    La Fiamma Immacolata.

    Immacolata per davvero. Dovrò usare i vecchi metodi... ancora più vecchi.



    Ma cosa intendeva, forse, non avremmo potuto saperlo. Stava di fatto che io e Yogan gli avevamo dato la prova di non poter essere separati. La sua Furia non poteva inquinarla, ed io non l'avrei mai abbandonata, pronta a donarle tutto pur di farla sopravvivere. Non ti rimangono che quelli, Kutsu. Trassi comunque Garyuka dal fodero, senza scatenare il suo potere. Non puoi separarci.




    Lo schiacciante odio



    La Volpe guardò la scena, e sorrise beffarda all'uomo che davanti a lui presumeva di essere in grado di controllare ill proprio odio, farsene uno scudo ed utilizzarlo al momento opportuno. Una capacità notevole, eppure, che la Volpe non riusciva ad apprezzare fino in fondo. Il cancello della Volpe era stato del tutto divelto: Raizen poteva notarlo, le sbarre giacevano lontane, distrutte. Cosa le aveva distrutte? Cos'altro se non l'abnorme potere del Bijuu che si portava dentro. Il Demone mosse un passo verso Raizen e fece un sorriso sinistro, mostrandogli un occhio scarlatto.


    Il mio odio non ha confini, Raizen.



    Quanto spesso la Volpe aveva chiamato Raizen con il suo nome? Molto poco. Che fosse una forma di rispetto? Un'apertura? Forse, eppure la Volpe sapeva bene che Raizen era entrato in un territorio pericoloso. Se voleva il suo potere, doveva essere in grado di gestire ben altre sensazioni che non fossero le sue.


    Sono sorpreso.

    Ma no. Non posso darti ciò che vuoi. Non ancora. Le Fiamme Nere...



    La voce parve farsi per un secondo più tetra.


    Hanno colpito anche me.



    Quella frase giunse perentoria, come un macigno che cade inesorabile al fondovalle dopo essersi distaccato dal fianco della monatagna. La volpe ad una velocità inimmaginabile colpì Raizen con una mano. Un colpo tremendo, che mandò l'Hokage in volo per almeno trenta metri prima di farlo atterrare contro una delle numerose rocce che costellavano quella visione interiore. Ma Raizen era illeso... se non fosse per un filo di chakra che lo connetteva con la volpe.


    Ah no, Raizen, no.
    Non dovrai tirare via il mio chakra.

    Dovrai sopportare il mio potere. Sopportalo. Non impazzire. Ed io ti darò tutto.
    Dimostrami di poter sopportare il mio odio, di poterlo sfruttare, di non lasciarti consumare da lui. E potremo lavorare insieme.



    E così quel filo di chakra azzurro divenne ben preso un nero cordone ombelicale che connetteva la Volpe al suo Jinchuuriki e con esso la Volpe gli donava tutto il suo odio. Il suo risentimento. La sua immensa furia senza fine. Con esso la Volpe stava sovraccaricando l'anima di Raizen di tutto ciò che di negativo esisteva in quel mondo, tutto ciò che lei era in grado di percepire e fare purtroppo suo. Ma non gli stava trasmettendo i suoi ricordi, bensì stava semplicemente sfruttando ciò che era per tentare di soverchiare quel ritrovato controllo di Raizen!


    Raizen.

    Come pretendi di sopportare questo? È troppo per un umano. Troppo.



    Era troppo. Tutto lo sforzo fatto fino a poco prima per cercare di far emergere una personalità in grado di controllare il suo odio sembrava essere inutile dinanzi la maestosità e potenza di centinaia di anni di rancore accumulati ed amplificati dalle Fiamme Nere. Raizen non poteva sperare di controllare tutto ciò: era semplicemente, inevitabilmente, impossibile. E la Volpe lo sapeva bene: un umano non aveva la forza mentale per sopportare tutto ciò. Ed era così gigantesco che Raizen avrebbe potuto finalmente capire perché La Volpe non sopportava la vista delle fiamme dorate!


    Dimmi, Raizen.

    QUANTO È GRANDE LA TUA CAPACITA' DI SOPPORTARE IL MIO IMMENSO. INFINITO. SCONFINATO. POSSENTE. IMMORTALE. DIVINO ODIO?

    AVANTI RAIZEN.

    AVANTI.

    SE HAI IL CORAGGIO DI PRONUNCIARE IL MIO NOME CONDIVIDI TUTTO QUESTO MALEDETTO ODIO!!!!



    Kurama soffriva. Kurama aveva sempre sofferto tutta quella situazione. Quel rancore che non poteva far altro che provare verso gli umani, che più di una volta gli avevano causato infinite sofferenze ed anni ed anni di prigionia. Molti decenni prima il Settimo Hokage gli aveva permesso di recuperare la fiducia nel genere umano, aveva cancellato il suo odio. Ma era tornato e con esso tutto ciò che ne era conseguito... ed ora sperava solo che il Decimo Hokage fosse in grado di condividerlo e comprenderlo. Sopportarlo senza impazzire. Senza cadere in una furia sanguinaria senza fine e morire nel tentativo. Indirizzarlo nella maniera giusta, incanalarlo in scopi comuni senza che esplodesse in unico oscuro lampo di cieca furia omicida. Ma la via scelta da Raizen era sicuramente la più dolorosa di tutte. Una via che nessun umano aveva avuto l'ardore di percorrere, perché l'odio di Kurama era semplicemente troppo sconfinato.



    Non giocare la volpe nel prossimo round :zxc:
     
    .
  10.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    18,973
    Reputation
    +681

    Status
    Offline

    L'odio sconfinato e la lancia adamantina








    Erano faccia a faccia adesso, il cancello era quasi un ricordo che quell’equilibrio, o forse l’ammaestrata furia del Colosso, erano stati in grado di avvizzire come se fossero fatte di cera e non di un materiale così resistente da non esistere nemmeno nella realtà.
    La volpe disse che il suo odio non aveva confini. La montagna la osservò, senza espressione.

    Mostramelo.

    Chiese con una capacità di sintesi che non aveva mai posseduto.
    La volpe si disse sorpresa da quella richiesta, o forse dall’apertura del cancello, o ancora dalla capacità di Raizen di domare un potere antico e pericoloso come quello di Kutsu.
    Ma tra i due il più sorpreso fu sicuramente Raizen quando la poderosa manata si abbattè su di lui, schiantandolo come un giocattolo inanimato addosso ad un muro di roccia che spaccandosi lo accolse in una culla in cui si aspettò di provare il dolore della rottura delle ossa che tuttavia non arrivò.
    Ammiccò qualche volta, ricordandosi solo successivamente che all’interno di se stesso le cose funzionavano in maniera leggermente diversa rispetto alla realtà, l’unica cosa che ritrovò era un filo che lo connetteva alla volpe.
    A guardarlo meglio non era proprio un filo, era più una connessione, l’emanazione di un desiderio. Lo guardò qualche volta prima di spostare i suoi occhi su Kurama che ne spiegava la funzione.
    C’era una diceria, o un racconto, o forse una leggenda che narrava degli uomini e degli dei, Raizen non era certo il tipo da tenere a mente quel tipo di leggende, ma qualche stralcio lo ricordava.
    Ricordava che l’uomo era la creazione più perfetta a cui gli dei avessero dato vita, pur lasciandogli le sofferenze dovute ad una vita che prima o poi si sarebbe dovuta concludere, una punizione o un modo per impedirgli di avvicinarsi al potere dei loro creatori. Tuttavia quella limitazione rese la vita degli umani del tutto incomprensibile a quella degli dei: i loro sentimenti erano tanto più intensi quanto più corta era la loro vita.
    Strinse il filo, o la corda visto lo spessore, senza timore.

    Ho conosciuto l’ira di Jigoku, ho conosciuto parte della tua.
    Credi davvero che un uomo in grado di sopportare entrambe possa provare timore di esse?
    Dopo la prima vittoria gli uomini diventano sciocchi e vanitosi.


    Agitò la corda, con un lieve movimento della mano, come se fosse una frusta, brillava di una luce intensa e bluastra che Raizen identificò come chakra.

    Oppure si abituano.
    Prenditi il tuo tempo, Kurama, e prima di credere che il tuo odio sia grande, scava in quello di chi ha l’angoscia di vedersi la vita spenta in meno di un soffio.


    Il bagliore azzurro, proprio di Raizen, scavò fine come un capello risalendo l’oscurità come un piccolo rigagnolo di luce, era infinitamente più piccolo, tuttavia concentrato esattamente come erano concentrate le emozioni umane, e col permesso della volpe potè giungere ad essa.
    Denti serrati in un ringhio di dolore, gengive sanguinanti e il respiro sempre più corto: il colosso stava esalando gli ultimi respiri mentre i polmoni si riempivano di sangue, eppure il suo sguardo era lucido, presente mentre osservava il fautore di quella disfatta. Aveva combattuto con tutte le sue forze ma non era stato sufficiente, artigli ben più affilati dei suoi erano stati preparati da parecchio tempo esclusivamente per un occasione come quella.
    Eppure mentre perdeva la cognizione del suo stesso corpo il suo sguardo rimaneva ancora vivo, le sopracciglia contratte, sarebbe morto, e niente ormai poteva portarlo indietro ma i suoi occhi avrebbero ricordato anche dopo la morte chi era la causa di quell’infausto destino, non gli serviva altro: poter maledire il suo aguzzino persino da morto.
    Quanti potevano dire di conoscere cosa si provasse nel momento della propria morte, quando l’inevitabile tocca l’anima e gli dice di abbandonare il corpo?
    Nessuna scena di vita passata, nessun ricordo, nessun rimpianto.
    Niente delle canoniche scene strappa lacrime, Raizen in quel momento si allontanava dalla realtà in un tunnel di rabbia sempre maggiore.

    Quante volte sei morto?

    Avrebbe voluto chiedere, ma non parlò, i suoi ricordi scorrevano ancora in un flusso ormai tranquillo in cui non si poteva distinguere che una furia crescente, le torture di Jotaro, gli abomini erano solo alcune delle tante. Raizen conosceva pochi sentimenti e quei pochi si trasformavano sempre ed inevitabilmente in rabbia, quando venne abbandonato da piccolo, quando venne abbandonato da adulto da persone che sapeva o credeva di amare, non riusciva a provare tristezza. Poteva trovarla se l’avessero maltrattato, ma erano semplicemente scomparse, come nuvole nel vento.
    Non poteva sfogarsi, attaccarle, accusarle, non poteva fare nulla solo arrabbiarsi con i loro ricordi, ricordava qualcuna di loro, erano tutte donne stranamente, come le Lame.
    Sorrise, e questa volta parlò.

    Questo è ancora niente.

    Arrivò la martellata finale, i ricordi di Jigoku, un mare di fiamme rosse come il sangue in una sequenza di violenza inaudita che a cui persino il Kyuubi doveva se non altro del riconoscimento, quella furia che prima di poter interagire nel suo mondo interiore con la volpe era passata attraverso di lui come un fulmine, seppure la sua cicatrice non fosse visibile la sua mente ricordava chiaramente quelle emozioni, quella rabbia.

    Io non penso di essere vanitoso, Kurama, vuoi verificare?

    L’invito parve essere a stento necessario, e il nero, quello della volpe questa volta, giunse come una notte liquida invadendo i suoi sensi con il nulla più totale.
    Crollò inesorabilmente al suolo, dopo una rapida tensione tutti i suoi muscoli si rilassarono, permettendo alla volpe di vedere solamente un sacco vuoto, divorato da un odio troppo grande.
    Ma ciò che l’esterno della proiezione interna di Raizen dava a vedere era nulla di ciò che accadeva al suo interno.
    La psiche dell’uomo è strana, curiosa a dir poco, quando lo shock era troppo grande si disattivava, spegnendosi per non perire durante lo sforzo di processare sentimenti o informazioni di una portata troppo grande: questo era ciò che il Kyuubi aveva causato. Per quanto forte e preparato fosse Raizen sotto quel colpo troppo pesante per chiunque anche lui dovette cedere.
    Cieli rossi, terra insanguinata, fiamme a nord, a sud, a est e pure a ovest, questo era il regno della furia, il regno dove Raizen tornò indifeso come un bambino, denudato da ogni difesa.
    Sentiva in lontananza un incitazione, o forse uno sbeffeggio, od entrambi, ma erano troppo distanti perché potesse percepirli lui era troppo distante, solo il crepitio delle fiamme lo accompagnava.
    Ma cosa bruciava in quelle torri di fuoco? Cosa c’era oltre di esse?
    La consapevolezza di essere unici e soli, la consapevolezza con cui ogni demone era cresciuto, grande e maestoso ma in un mondo ancora troppo grande per fuggire dall’intelligenza dell’essere umano. La specie dominante, così numerosa e intelligente da poter mettere le briglie persino ai Grandi 9, le creature che incarnavano la più brutale forza della natura, quegli ingrati esseri umani che avevano ricevuto intelligenza e forza soltanto perché Loro erano nati, perché la prima ed unica forza era stata scissa per sempre.
    Quella scimmia che continuava a imprigionarli e sfruttarli con l’ingratitudine tipica della propria razza, giustificata da un fine superiore che a detta loro pareva che nemmeno creature millenarie potevano comprendere.
    La passione.
    Quel gretto sentimento, quella misera energia che li trasportava, modificandosi di volta in volta in qualcosa di buono o cattivo secondo la loro visione ma sempre pessimo per i demoni che in un modo o nell’altro si vedevano imprigionati dentro corpi piccoli, deboli ed insulsi che erano costretti a proteggere per non dover provare l’esperienza della reincarnazione.
    Che fossero buoni o cattivi gli umani consideravano sempre i demoni come armi, inconsciamente o meno attingevano alla loro potenza per i loro scopi, chiudendoli in gabbie di ego che la loro natura divina e annoiata non era in grado di sconfiggere.
    Quanta rabbia poteva covare l’essere più potente dell’intero creato a venir sottomesso da strani e tristi omuncoli che in qualsiasi istante avrebbe potuto schiacciare con le proprie mani?
    Quanto poteva essere grande la rabbia di un Demone in grado di far tremare la terra con i suoi passi quando gli uomini, tristi greggi di esseri inferiori, lo imprigionavano con la forza dei numeri, evitando uno scontro faccia a faccia per timore di perire?
    Quanto grande poteva essere la furia di chi viveva la vita del suo stesso aguzzino, aiutandolo senza la reale intenzione di farlo, senza nemmeno poter avere il prospetto di una vita libera e indipendente dalle catene degli umani?
    Quanto poteva essere grande la rabbia di una creatura TROPPO grande per ogni prigione?

    Infinita.

    Il rintacco dei passi di Raizen suonò secco e ben distinto alle spalle di Kurama, mentre questo avanzava mutando la sua dimensione interna ad un bianco candido e immacolato, con una linea netta e decisa che avanzava ad ogni suo passo, solo quando si arrestò definitivamente questa avanzò in un unico lampo.

    Non posso comprendere a pieno ciò che provi, siamo esseri diversi, nel modo di pensare, agire, vivere e comprendere, tu non sarai mai uomo e io non sarò mai demone.
    Perché tu non potrai vivere mai con l’angoscia di una morte precoce ed io mai con la sicurezza di una vita eterna.
    Non voglio riempirmi la bocca di menzogne e leccarti il culo dicendoti “oh povero cucciolo mi dispiace ti capisco”. Non posso e nessuno può farlo. Ne ora ne mai.
    Non so come Itai e tuo fratello si siano messi d’accordo, ma possiamo paragonarli a me e te?
    Siamo due noccioli di odio ammaestrato, nero contro bianco se vogliamo esasperarlo.
    Oppure siamo semplicemente consapevoli del fatto che ci lega un sentimento che il mondo considera sbagliato ma che in realtà è semplicemente il risultato di ciò che il mondo ha dato a noi?
    Mi chiedo se davvero io sia il peggio che tu potessi trovare?


    Si abbandonò, sedendosi per terra, non sopportando di parlare in piedi.

    Abbiamo odi differenti, se il tuo è uno scudo spesso quanto le mura di una cittadella accumulato in millenni di vita il mio è una lancia dalla punta di diamante resa densa e affilata dalla passione, così stronza da essere in grado di passare tra le pietre che compongono il tuo scudo. Ma non penso debba essere uno scontro di odi, no?

    Tirò la “corda”, facendola ondeggiare.

    Non credo che riprovandoci tu possa ottenere un risultato differente, combatto con un arma che non conosci.
    Ma ora io conosco te, perché conosco il tuo odio.


    Un sentimento così radicato che bruciarlo con le fiamme dorate come Raizen aveva intenzione di fare avrebbe lasciato ben poco della volpe, come trapiantare una pianta troppo grande da un vaso troppo piccolo, all’interno di quest’ultimo non resterebbe nulla, le radici troppo fitte si porterebbero via tutto.
    Qualcosa che Raizen aveva compreso ora e che col senno del poi non avrebbe proposto, seppure la sua “passione” l’avesse mosso a fin di bene.

    Le fiamme nere, e l’odio potranno unirci come hanno fatto le dorate con Itai?

    Poteva sentire la volpe le scuse di Raizen condividendone la mente?


    Antichi metodi




    Kutsu osservò lo spillo che Itai teneva nella mano, la vista ormai ristabilita gli permetteva di vedere che questo non brillava della fiamma tipica dei Ryukishi dell’ovest.

    Ohh, niente fuoco, ragazzo?
    Un Ryukishi dell’ovest senza fiamme?
    Ahahahah! Ridicolo!



    Al risuonare della risata di Kutsu dal suolo si levarono imponenti colonne di quel materiale nero, una per Itai ed una per Yogan, erano abbastanza ampie da riuscire a ricoprirli per metà di quello strano composto oleoso in caso li avessero colpiti[diametro 9 metri] se schivati tuttavia avrebbero causato una pioggia fin troppo fitta entro un raggio ancora più ampio[diametro 18 metri dopo uno sot azione] seppur l’intensità minore avrebbe permesso di ricoprire a chiazze soltanto un terzo del corpo, rimuoverlo non sarebbe stato semplice in quanto avrebbero dovuto sacrificare tempo[in caso di rimozione si perde uno slot azione] a togliere una sostanza che pareva non li danneggiasse.

    I vecchi metodi sono Molto più dolorosi però.



    Il corpo di Kutsu si animò al pari di uno spettacolo pirotecnico, come se le sue squame sfregando fossero in grado di produrre scintille, tuttavia, scaltro ed attento, non si accese completamente, ma solo a corte [4 metri] le quali si rendevano visibili esclusivamente al momento del contatto con i corpi avversari, emergendo da quell’oscura pioggia come saette di morte[il tocco è inoffensivo, ma se a contatto col liquido nero causerà carbonizzato (dnt grave) finchè non rimosso, la pioggia alimenta lo status] dopo due passaggi di Kutsu, in grado di porre il suo corpo contemporaneamente sia sopra che sotto i due formando una U particolarmente lunga e ruotata di novanta gradi, sarebbe stato il suo clone nero ad attaccare i due, con una carica retta in grado di colpirli entrambi.
     
    .
  11.     Like  
     
    .
    Avatar

    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

    Group
    S. Mod
    Posts
    29,631
    Reputation
    +1,307

    Status
    Anonymous

    Kurohai: Shinjutsu

    L'inizio della furiosa battaglia.



    憎悪

    理解

    解放



    Kurama rimase silenzioso. Per dei lunghissimi secondi non parlò, limitandosi ad una lenta elaborazione di tutte le sensazioni che Raizen gli stava inviando. E seppe che le sue parole non erano vacue e vane, sincere eppure così difficili - per lui - da accettare. Ed il tutto tornava ad un concetto fondamentale che non poteva essere distaccato da quello che era il rapporto tra i due. La fiducia. Raizen non aveva di certo tentato di sottomettere la Volpe. Aveva deciso di accollare sulle sue spalle il suo odio, unendosi ad esso, gestendolo per farlo divenire parte del suo potere. Questo però implicava una assai difficile scelta: Kurama doveva fidarsi di lui... aprire la sua mente a quell'uomo e lasciare che i loro pensieri divenissero una cosa sola. Abbandonarsi senza remore, abbandonare tutto il suo potere nelle mani di Raizen sperando che potesse sopportarlo. Sei diverso da Itai. Disse dopo un bel po'. È stato il primo, dopo... decenni, a riuscire ad avere accesso ad un mondo più profondo di questo. È stato Chomei a portarcelo ovviamente. Lui è diverso da te come il sole è diverso dalla luna, come la luce è diversa dall'ombra. E tu, Raizen, sei decisamente l'ombra. La Volpe rise appena mentre quelle fiamme oscure iniziavano a danzare tutte attorno, innalzandosi in una specie di ciclone nel cui occhio stavano Raizen e Kurama, a parlare fuori dal tempo. Ed io sono diverso da Chomei. Hai sbagliato a dire che il mio odio è una corazza. Chomei l'ha usato come corazza per rivestirsi di una forma che non era la sua. Il mio odio è fuoco. Arde senza fine alimentato da tutto il dolore che mi avete provocato negli anni. Kurama parlava, con voce tranquilla, un tono che Raizen aveva avuto modo di ascoltare in pochissime occasioni prima d'ora. E si spande, e infetta. Eppure, non so come l'hai sopportato. Forse hai le spalle più robuste di quanto immaginassi. Forse posso affidarti tutto senza che tu crepi malamente. Kurama mosse un passo verso Raizen. La terra tremò, eppure non si ergeva più minaccioso. Le sue code si agitarono, le fiamme nere scomparvero sebbene non del tutto. Una fiammella iniziò ad ardere sulla punta del dito di Kurama che avvicinò lentamente a Raizen. Le fiamme dorate ti avrebbero ucciso, temo. Non sei fatto così. Ma le Fiamme Nere sono stato il più grosso regalo che che quel drago potesse farci. La Volpe sorrise. Una specie di sorriso sinistro, con gli occhi che dardeggiavano di puro odio e rabbia... eppure, sereni. Come se quei sentimenti negativi fossero perfettamente sotto controllo al pari di un'arma pronta ad essere usata. Affilati quanto e più di Garyuu. Andiamo. Aspettava solo che Raizen toccasse quelle fiamme... e poi sarebbe stato l'inizio. Finalmente.





    Non temevo Kutsu, Non potevo permettermi di temerlo. O meglio, lo temevo nella giusta misura: abbastanza da non lasciarmi andare all'incoscienza, ma non troppo da farmi paralizzare dal terrore. Così, dinanzi ai suoi proclami riguardo l'assenza di fiamme dalla mia spada arricciai il labbro superiore in un gesto di stizza. Che fai, prima incasini il campo di battaglia e poi sfotti perché gli altri non vogliono morirci? Non sono solo un Ryukishi. Il chakra attorno a me parve all'improvviso crescere. Sono anche il Nono Mizukage. E sarei un Kage davvero da poco se mi lamentassi solo perché mi hai tolto le fiamme. Già. Kutsu lo sapeva che in realtà la mia arma più grande non era il fuoco, bensì il vento? Il fuoco non era mai stato il mio vero elemento - sebbene stessi imparando a maneggiarlo -, ero sempre stato un uomo affezionato all'aria ed ai suoi poteri. E sebbene fosse un Ryukishi, e dunque il fuoco fosse mio alleato, ero anche Itai Nara e dalla mia, avevo il potere del Vento. Yogan ed io eravamo pronti a qualsiasi cosa lui fosse pronto a scatenarci contro. Disattivai la trasformazione parziale, così da poter concentrare la mia attenzione su tecniche più potenti e utili che non fosse semplicemente volare, posando i piedi sulla testa di Yogan. Se salto... Ti afferro.


    E dovetti saltare ben presto. Con un tremore micidiale vidi due colonne assai vicine scoppiare dal suolo, che miravano e me e Yogan. La dragonessa tentò di scattare, ma la colonna la colpì in pieno, insozzandola con quella sostanza mentre io con uno scatto rapidissimo riuscii ad allontanarmi dalla colonna. Ero a quaranta metri dal suolo, in caduta libera, ma non avevo timore di cadere. Un Ryukishi che combatteva col proprio drago non lo aveva mai. [Difesa]. E Yogan giunse. Ignorando la necessità di ripulire il suo corpo sporco si gettò verso sotto di me. Con naturalezza poggiai i piedi su di lei mentre la colonna in alto esplodeva in una pioggia che non avrei permesso di raggiungere ne me, ne Yogan. Scediamo, non sono in vantaggio in aria. Raizen? È tornato normale, ma è ancora immobile. Che diavolo gli avrà fatto... mentre dicevo quelle parole avevo caricato dinanzi una mia mano tesa una sfera di chakra compresso, rotante e dall'elevato potenziale offesivo. La sparai in cielo, intercettando quella fitta pioggia, generando un'esplosione tale da spazzare via la pioggia [Tecnica]
    Bijuudama
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    Se attivata la tecnica speciale, l'utilizzatore può accumulare una grossa quantità di chakra compresso e rotante di colore scuro di forma sferica di raggio pari a 1,5 metri, emettendolo subito dopo. Il costrutto esplode a contatto. La gittata è pari a 30 metri, ha velocità pari ad una statistica a scelta dell'utilizzatore. La potenza è pari a 50 e può causare Dolore Grave; entro un ha raggio di 9 metri, l'esplosione causerà un di potenza 20 e può causare Dolore Medio. Se attivata tecnica 'Demone' è possibile incrementare la potenza diretta e dell'esplosione di 30 con un consumo Medio extra.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 3 / Consumo: Alto )
    [Richiede Chakra del Demone III]

    [Da chunin in su]
    .


    Subito dopo però il mio udito, così come quello di Yogan, poterono avvertire chiaramente un movimento. Il corpo di Kutsu sembrava essere qualcosa di spettacolare - e pericoloso -. Yogan ringhiò. Yogan, non lasciamoci sorprendere. E Kutsu si avventò su di noi. Rapido, con violenza, ma avevo già deciso come reagire. Il mio corpo fu rivestito da uno strato di chakra rosso e ben presto sette code comparvero alle mie spalle conformate come le ali di Chomei. E le utilizzai per difendermi da entrambi gli attacchi di Kutsu. Giacché esse erano solide appendici su cui fare affidamento, quando vidi il drago avvicinarsi urlai a Yogan di andar giù. GIU'! E Yogan si abbassò di circa sei metri con uno scatto che quasi mi avrebbe fatto perdere la presa da lei se non avessi utilizzato il chakra per tenermi saldamente incollato alle sue scaglie. Contemporaneamente tre code scattarono verso l'alto, impattando contro la pelle di Kutsu sfruttando la massa del drago per spingere via me e Yogan [Difesa]. Tuttavia Kutsu aveva pronta un'offensiva ben peggiore. Torna in forma umana! Urlai a Yogan la quale eseguì - sebbene confusa - si ritrovò dopo un istante avvolta da due delle mie code di chakra mentre cadevamo verso il basso, sfruttando la spinta aggiuntiva garantita dalle code che colpirono (senza danneggiarlo) il corpo di Kutsu, spedendomi verso il basso [Difesa], sicché Kutsu ci passò in alto senza danneggiarci.


    E prima di schiantarci al suolo spedii due code di chakra verso il terreno impattandole con violenza per poi usarle come veri e propri ammortizzatori per accompagnare la mia discesa verso il suolo. Nel mentre avevo tirato Yogan verso di me e l'avevo abbracciata con fare quasi protettivo. Una volta al suolo la dragonessa fu decisamente impegnata a lavarsi quello schifo di dosso [Azione] nel mentre io, quasi ansimando mandai una coda ad afferrare Raizen. Kutsu era un nemico troppo grande per essere affrontato da solo. Afferrato l'Hokage l'avrei tirato verso di me. Svenuto. Ma cosa...


    Itai. La voce di Chomei mi rimbombò nelle orecchie, oltre che nella mente. Cosa? Sono alquanto preoccupato. Ero nervoso, Kutsu si stava rivelando un avversario più ostico del previsto. Kurama ha portato Raizen "di sotto". Eh?Hai capito. Raggiungiamoli.




    Nel Mondo Profondo dei Bijuu c'erano sempre meno Demoni. C'era l'Ichibi, che insisteva a non voler dire dove diavolo si trovasse, c'era lo Yonbi, indomabile ed il Rokubi. Di recente era scomparso il Nibi, che doveva aver trovato un suo Jinchuuriki, così come il Gobi... ed era ricomparso il Sanbi. Quando lo vidi, rimasi per un lungo istante atterrito. Lui mi fissò, sorridendo appena. Isobu... Sussurrai. Oh, dunque sei arrivato fin qui. Che ne è stato di Takuma. Chi lo sa... Disse il Sanbi. Solo allora notai la presenza che lì, in quel mondo senza forma in cui potevano accedere solo Bijuu e Jinchuuriki, c'era anche Raizen Ikigami e la volpe. Ero stato troppo sconvolto per la comparsa del Sanbi che a malapena mi ero accorto del motivo stesso per cui ero lì! Kurama. Da quanto tempo. Disse lo Yonbi, davvero sorpreso. Vero. Concordò il Rokubi. La cosa più strana che hai portato qualcuno. Era dai tempi di... Dai tempi di Naruto che non lo facevi, Kurama. E vorrei rimanere qui ad esprimere le mie felicitazioni, ma abbiamo bisogno di una mano lì fuori. Disse Chomei, impaziente. Annuii, rivolgendomi dunque a Raizen. Kutsu è un nemico davvero tremendo, ho bisogno del tuo aiuto Raizen, per quanto ancora credi di rimanere lì a terra? Forza. Però, alla fine, sorrisi. Sono felice che tu sia qui però.


    SVEGLIATI MALEDETTO IDIOTA! urlai. Gli donai abbastanza chakra da colmare tutto quello che aveva utilizzato precedentemente, così come avevo fatto per Yogan. Qualcosa accadde: il corpo di Raizen si alzò, come se fosse stato manovrato da un fantoccio ed all'improvviso fu avvolto da fiamme nere. Esse durarono un istante, si gonfiarono ed esplosero verso l'alto libere per poi scomparire. E Raizen sarebbe dunque tornato. [Puoi usare il Livello V]. Sospirai, appena affaticato: avevo utilizzato moltissimo chakra fino a quel momento, quella tecnica era oltremodo dispendiosa. Finalmente eh. Abbiamo un problema qui fuori. Indicai tutto attorno. Niente Katon, niente fiamme. Yogan non può far molto. Ho un'idea... Dissi, ansimando appena. Ho una tecnica che potrebbe ucciderlo, potrebbe passare attraverso sul serio qualsiasi cosa. Potrebbe tagliare Kutsu in due... Sorrisi appena, facendo un profondo sospiro. Temo però che stia preparando qualcosa di davvero grosso... non sembra aver preso bene il fatto che fin'ora non mi ha schiacciato.


    Mi sono stancato.



    Quelle furono le uniche parole che pronunciò. Perentorie, calarono su di noi come un macigno. La pioggia nera cessò all'improvviso e Kutsu parve inspirare profondamente. In un primo momento mi aspettai le fiamme ma in realtà il suo fiato stava richiamando a se quell'orrida sostanza oleosa che che si avvolse in un'unica spirale dalle molte origini che si congiunse col corpo di Kutsu, poco dietro il suo capo. Dopodiché, schioccò i denti e quella colonna prese fuoco. Un tornado infuocato che ardeva senza sosta e senza fine, alto quasi quanta metri, largo almeno dodici, che emetteva fumi così densi e neri che mi fece comprendere come il fuoco non fosse che l'effetto della combustione di quella sostanza più che il jutsu stesso. Ed i fumi salirono in cielo e ricaddero su di noi e quando feci il primo respiro compresi che evidentemente non erano le fiamme il vero problema. Cosa... coff... Tossii. Quei fumi erano irrespirabili. Un marasma oleoso che intossicava i polmoni, rendendo ogni respiro un supplizzio. Yogan, ancora vicino a me, tossì anch'ella e si piegò sulle ginocchia. Mi chinai appena su di lei, posandole una mano sulla schiena. Abbattiamo... quella cosa... Già, abbatterla. Come se fosse stato facile. La colonna di fiamme avrebbe letteralmente carbonizzato qualsiasi cosa si fosse avvicinata entro sei metri dalle fiamme [Danno di potenza 30 ogni slot azione passato entro 6m dalle fiamme] mentre il jutsu stesso era insostenibilmente potente [Potenza 220]. Il problema però, notai con orrore, fu che il Jutsu iniziò a spostarsi verso di noi... lentamente. E dunque, verso il Faro alle nostre spalle. Quella colonna avrebbe distrutto qualsiasi cosa... Yogan... Non... ce la faccio... tossì ancora, per qualche ragione tutto ciò faceva più effetto su lei che su di me. Dobbiamo fermarla, Raizen. Sei in grado di rimanere tranquillo mentre sei trasformato in Kurama? Perché avremo bisogno di un botto notevole ora. Dissi, mentre quella mostruosità di fiamme si avvicinava a noi. Mi chiedevo solo come avremmo fatto a spazzare via tutto quello con le nostre forze.


    Possibile che non fosse ancora abbastanza? Che fosse quello il limite della mia tecnica? Avevo donato chakra, l'avevo utilizzato per rivestire Yogan e proteggerla... ma potevo fare altro. Così feci un profondo sospiro. No, non era ancora quello il limite del mio potere. Facciamogli vedere cosa sanno fare due Jinchuuriki che combattono sul serio. Mi ha stancato questo serpente troppo cresciuto e tutta la sua maledetta famiglia. Le code del Demone sparirono. Era giunto il momento di attaccare, insieme.


    Ed ora meniamo le mani :wosd:
     
    .
  12.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    18,973
    Reputation
    +681

    Status
    Offline

    L'ultima fiamma








    Raizen sorrise, non poteva essere la gioia tipica ed innocente di un qualsiasi essere, non poteva sorridere per esternare felicità, lo faceva per esternare serenità. Per quanto la furia fosse controllata, dopotutto, non era possibile ignorarla, un non poteva semplicemente metterla da parte ed essere felice e frizzante di quel nuovo traguardo. Però poteva esserne soddisfatto, non era cosa da tutti i giorni venir apprezzati da un demone.

    Chiamalo talento, o capacità innata, o abitudine.
    Son consapevole di possedere questa capacità, ma non ho mai compreso quando sono stato in grado di sfruttarla.
    Immagino che un segreto ci sia dopotutto…


    Trasse un profondo respiro.

    Le fiamme dorate… beh… onestamente non saprei, probabilmente ci avrebbero cambiati in un modo o nell’altro, ma non penso siano in grado di estinguere del tutto la furia, probabilmente si tratta più di soffocarle togliendoli l’ossigeno.
    Ma non penso siano più un problema, solo tre creature sono in grado di manipolarle, e tutte stanno dalla nostra parte.


    Quando la volpe lo invitò a tornare a prendere il controllo sulla realtà Raizen indicò un punto imprecisato alle sue spalle così come avrebbe fatto un usciere indicando una porta.

    Prima le checche.

    Ghignò mentre il fuoco lo avvolgeva.
    Non poteva sapere cosa lo attendeva all’esterno, e pareva che ciò che aveva appena fatto con Kurama non fosse un mero scambio di poteri, bensì si tradusse in qualcosa di più intenso, un viaggio in grado di unire tutte le menti dei biju disposti a farlo in un unico luogo.
    Improvvisamente le parole di antiche leggende gli tornarono alla mente, e si rese conto che quel luogo altro non era che ciò che più si avvicinava al concetto di “corpo diviso in 9 parti”.
    Erano in ciò che un tempo era la mente del dieci code, uno spazio accessibile solo a coloro che un tempo ne facevano parte, ed agli esseri ad essi legati.

    Porca vacca.

    Un pensiero che non riuscì a nascondere e che la Volpe accolse con uno sguardo torvo, seppur non eccessivamente severo mentre accovacciato si puntellava il capo con le mani in attesa dell’apparizione degli assenti, che tuttavia furono lievemente meno di quelli che si aspettava.

    Non che questa riunione di famiglia sia poi troppo utile, generalmente.
    Siamo fin troppo indipendenti per rendere conto agli altri delle nostre disgrazie.
    Comunque quest…


    Venne interrotto da Chomei e Itai, rimanendone parecchio indispettito, come se fosse stato punto nell’orgoglio.

    Senti bagarozzo corazzato.

    Appellò Chomei puntandogli l’indice artigliato contro.

    Se ti tremano le alucce non è un problema mio.
    Dicevo che…


    Momenti di pausa.

    Grazie a questo qua non mi ricordo che dovevo dire.
    Immagino fosse qualcosa riguardo al fatto che l’energumeno qui sopra ha furia da vendere persino al Juubi.


    Cosa che fece fare una smorfia indefinita a Raizen appollaiato sul muso di Kurama.

    Beh, signori, pare che andiamo di fretta, per cui Raizen Ikigami e Kurama…

    Disse con un sorriso forzatamente accentuato.

    …vanno a dare una mano al bagarozzo e ad Itai.

    All’esterno, quando la mano di Itai toccò il corpo di Raizen questo ne venne subito animato, scattando immediatamente ed afferrandone il polso, famelico, mentre gli ultimi residui di una furia ormai domata si disperdevano, allontanandosi dal suo corpo in un rapido turbinio.
    Si riebbe in poco tempo, acquistando la lucidità grazie alle parole di Itai che lo costrinsero ad una presenza mentale oltre che fisica.
    Si guardò attorno e poi in alto, verso il drago.

    Beh, è più piccolo di Jigoku.

    Interloquì con un velato ottimismo mentre osservava cadere quella fetida pioggia, ricoprendosi di chakra repulsivo per evitare che lo sfiorasse, ma accorgendosi di quanto fosse densa ed oleosa, un odore pungente che gli capitò di sentire tra le steppe di Kumo. Il sangue della terra aveva un potere celato fin troppo elevato. Potere che Kutsu era riuscito ad ammaestrare creando un tornado nero di morte e poi brillante di potenza incandescente, per sua fortuna il chakra repulsivo teneva lontani anche i fumi, che parevano dare più di un problema ad Itai.

    Hei, schiappola, mai provato il chakra repulsivo?

    Disse con la voce impostata da pubblicità televisiva.

    Comunque, l’abbiamo fatto una volta, e penso si possa fare ancora.
    Mi è capitato di vedere un tipo di fiamma particolarmente produttiva, definiamola così, in natura è raro vederla, ma nei vulcani capita di vedere qualche getto di gas ad alta pressione che da vita ad una fiamma in grado di tagliare l’acciaio come un coltello tiepido taglia il burro.
    Non so cosa tu abbia tra le mani, ma contro Kutsu non sarà sufficiente, stavo sbarellando, certo, ma ho sentito quando quello stronzo si è preso in pieno uno dei miei cazzotti senza troppi problemi.


    Guardò Kutsu qualche istante, come se riordinasse i pensieri.
    Serviva un diversivo.

    Stai pronto scricciolo.

    Il colosso era serio, nel parlare e nell’agire mentre il suo corpo assumeva dimensioni inusitate riacquisendo il tipico colore rosso del manto del Kyubi, mentre le mascelle si allungavano, assorbendo il suo volto e trasformandolo in quello puntuto del demoniaco canide. Pochi istanti e la volpe tornò, gonfia dell’ira nera che controllava ormai come propria.

    Ohhhh

    Provava un piacere singolare, quello di essere indiscutibilmente in cima al mondo.

    Comprendo perché ti sia cara la libertà ora.

    Kutsu, e Itai avrebbero visto per la prima volta la volpe a nove code ghignare, denti appuntiti e mascelle strette, occhi ferini ed uno scatto rapido che presto raggiunse una velocità fin troppo elevata[vel 900] perché Kutsu non la temesse era un diversivo, un diversivo grande quanto un palazzo.
    Dimensioni sufficienti a rivaleggiare col gigantesco rettile che di fatto non sarebbe stato colpito, la pericolosa colonna viaggiava lentamente verso il faro e venne schivata durante l’avvicinamento di Raizen il cui obiettivo era esclusivamente uno: afferrare la bestia cingendola con le braccia per poi bloccarla sfruttando gli artigli, una presa salda potenziata[for +3 + 8 da impasto, overcap: 975] dal chakra demoniaco e quello adesivo che ora Raizen era in grado di sfruttare nonostante la trasformazione.
    Il lungo corpo del drago inoltre permetteva la presa nonostante la colonna di fiamme ne proteggesse una parte con la sua spropositata potenza a cui il figlio della Furia pareva essere del tutto immune.
    Avrebbe tentato di immobilizzarlo per due volte, semplicemente sovrapponendo il proprio corpo a quello di Kutsu rallentato dalla necessità di tenersi all’interno della colonna, appena ci fosse riuscito ed assicurata la presa nella mano più vicina alla testa della creatura si sarebbe acceso un bagliore dalla potenza disarmante
    Taglio Inverso
    Villaggio: Personale
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore è in grado di creare un vuoto attorno ad un arto o ad un'arma dal raggio di 50 cm. La zona ricoperta avrà potenza pari a 90 e attirerà a se oggetti di dimensioni massime pari a medie entro 1 metro, con forza pari alla Concentrazione dell'utilizzatore. Se l’oggetto eccede tali dimensioni sarà l’arto a venire attratto.
    Tipo: Ninjutsu-Fuuton
    (Livello: 2 / Consumo: Elevato )
    [Da jonin in su]
    tecnica rapida +nin perfetti + 10 impronta + 10 nin inarrestabile pot finale 110
    non pretendeva di ledere Kutsu mortalmente con quel colpo, voleva bensì soffocare parte delle fiamme che gli avvolgevano il corpo in modo da creare un apertura per Itai ed al contempo lederlo per quanto possibile.
    Ben prima di scattare l’aveva avvolto tra una delle sue code, sperando che avesse avuto la buona idea di farsi rimpiazzare da un clone mentre lui veniva trascinato via. Appena la mano entrò in contatto con la colonna di fuoco la stessa forza che teneva immobilizzato Kutsu avrebbe animato la coda su cui era nascosto Itai scagliandolo verso il punto in cui si era mossa la mano in modo che arrivasse contemporaneamente al gesto e potesse sfruttarne l’apertura per il suo attacco.

    All'interno



    Il mondo interiore di Itai venne improvvisamente contaminato, così almeno si immaginò Raizen nel momento in cui, grazie al contatto stabilito dal kiriano, fu in grado di poggiare la propria essenza nell’inconscio del mizukage.

    Ricordi ancora cos’è la furia, Itai?

    C’era un potere che entrambi potevano sfruttare in quel momento, e paradossalmente parte di esso gli era stato fornito proprio da Kutsu: le fiamme nere.
    Yogan possedeva quelle dorate ed insieme avrebbero bruciato l’un l’altra intensificandosi e nutrendosi a vicenda fino a livelli inimmaginabili, bisognava solo innescare la reazione.
    L’oscurità si contrasse, snudando gli stessi denti della volpe che schiudendosi mostrarono una lingua innaturalmente cremisi che protendendosi all’esterno prese la forma di un braccio la cui mano aveva il solo indice teso. Avanzava lentamente verso il suolo, quasi come se composta da un denso liquido che colava dalla bocca, quando toccò il suolo lo agitò al pari di un mare in tempesta.

    Ricorda cosa ti ha dato la forza.

    Era poca in realtà, ma quel piccolo innesto nella mente pura di Itai sarebbe stata come una bomba.

    Ricorda come usarla.

    Scomparve nell’oscurità così come era venuto, con una sottile risata, mentre all’interno del kiriano si agitavano gli oceani.
     
    .
  13.     Like  
     
    .
    Avatar

    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

    Group
    S. Mod
    Posts
    29,631
    Reputation
    +1,307

    Status
    Anonymous

    Kurohai: Shinjutsu

    Le Bianche Fiamme




    Non c'era odio in me che le fiamme nere potessero alimentare. Per chi aveva sperimentato le Fiamme Dorate senza l'anima intaccata da una Furia senza fine come quella dei Draghi dell'Ovest, non vi era odio residuo.
    Ed in quell'anno ero stato particolarmente attento a non ricadere in vecchi vizi del passato. Non arrivavo ad odiare nemmeno i miei acerbi nemici. Non odiavo Diogene Mikawa, che tanto dolore aveva inflitto a Kiri, non odiavo il Flagello a causa del quale mi ero dovuto separare ancora una volta dalla mia famiglia.
    Non li odiavo. Volevo sconfiggerli, ma le mie azioni erano guidate dalla ragione che fosse la cosa pi giusta da fare per il bene delle cose delle quali avevo la responsabilità. Kiri, la mia Famiglia, l'Accademia e quella pace così fragile ed instabile che sembrava destinata ad infrangersi contro venti di ignota entità.
    Quando Raizen commentò che ciò che avevo tra le mani non fosse abbastanza, sorrisi. Raizen. Ho tra le mani una tecnica che può tagliare qualsiasi cosa. Qualsiasi. Persino i tuoi pugni non sono un granché a confronto. Dissi con decisione. Ed era vero.
    Fuuryuga. La zanna del drago di vento.
    Ero un Ryukishi, ed ero legato ai Draghi col sangue e con l'anima. Non era il fuoco il mio elemento, come era per Yogan, bensì il vento. E dopo anni di esperienza avevo portato la manipolazione di quell'elemento al livello estremo della sua capacità principale, tagliare, creando quella che era una zanna in grado di passare attraverso qualsiasi difesa.
    Era una tecnica tutt'altro che esente da rischi, ma con l'aiuto di Yogan e Raizen avrei potuto toccare Kutsu e nel momento in cui questo fosse successo la zanna avrebbe lacerato la sua carne e tagliato le sue ossa.
    Non c'era altro destino per Kutsu.
    Non fallirò.

    All'interno il legame con Raizen aveva avuto effetti strani ed inaspettati nei miei confronti. Cosa aveva fatto?
    Com'era riuscito a raggiungermi lì con così tanta facilità? Doveva aver imparato, così come avevo imparato io dopo anni di legame con Chomei, ma le sue parole erano qualcosa che mi atterrirono.
    Non posso scordarlo. risposi, secco. Ed a darmi potere non è stata la furia. È stato l'atto di bruciarla via.
    Ma era troppo tardi.
    Raizen aveva iniziato la sua azione ed aveva deciso di riportarmi su un livello di esistenza inferiore rispetto a quello in cui avevo deciso di pormi. Più animalesco ed istintivo.
    Per quanto però potessi reggere, forse, quella furia che mi stava donando non volevo che essa inquinasse la mente ci colui che nel tempo era diventato il mio caro amico e fedele alleato. Mi voltai verso Chomei, mentre quella marea nera avanzava repentina verso me.
    Non preoccuparti. Me ne farò carico io.
    Potrebbe ucciderti. Potrebbe essere troppo per il tuo corpo. Percepisco che ciò che hai provato in tutta la tua vita è nulla a confronto di ciò.
    No. Torneresti ad essere Kaku. Non rifarò l'errore di Mikoto, Chomei. la marea continuava ad avanzare, inarrestabile. Non potevo e non volevo fermarla, poiché avevo compreso perfettamente cosa fare.
    Hai una famiglia.
    Lo so. Piegai appena le gambe, pronto a scattare verso la furia che Raizen mi stava regalando. Proprio per questo non posso morire, no?
    Feci un profondo respiro e scattai, veloce come il vento che incessante spirava in quel piano dimensionale che io e Chomei condividevamo. Colpii con violenza la nera pece che si avvolse attorno a me ed io la accolsi quasi con piacere, tenendo a mente che se fosse sfuggita a me avrebbe ferito Chomei e distrutto tutto ciò che con dolore avevamo costruito.
    E la furia si concentrò sull'essere che la bramava e si spostò, fermando la sua inesorabile avanzata per poi ritrarsi e concentrarsi sul mio essere, inquinando la stessa anima che avevo purificato tra le fiamme dorate. Ma non ne sarei uscito cambiato, per quella era furia, non era la mia furia. Mi era estranea ed incomprensibile. Con essa giunsero frammenti, ricordi della vita di Kurama e Raizen che non comprendevo e non riuscivo a collegare, ma tutti avevano in comune un indicibile dolore.
    Quel dolore divenne il mio, ma solo esso. Un dolore indicibile, ma la furia non penetrava. Non potevo sentirla, e ciò non era la cosa giusta da fare. Se io non avessi provato la furia di Raizen allora a cosa serviva quel dono? Se io dovevo essere vicolo della sua forza, non potevo sottrarmi a quel contatto. Chomei si agitò, avvicinandosi a me. Avevo assorbito tutta la furia che avevo ricevuto ed ora ero piegato sulle ginocchia, tenendomi la pancia come in preda a fortissimi crampi.
    Strinsi i denti con tale forza da arrivare quasi a frantumarli, il viso di un rosso acceso era solcato da vene gonfie di sangue spinto contro la gravità dal profondo respiro che avevo tratto e che non potevo lasciar andare. Ch... o...
    Smettila di preoccuparti per me. Il bijuu fu perentorio. Questo non è il TUO odio! LIBERALO!




    E lo liberai. Aprii la bocca in un muto urlo di rabbia e lasciai entrare quelle dolorose sensazioni che si accalcavano sull'uscio del mio essere. Ed urlai. Urlai fino a squarciarmi le corde vocali, finché l'aria nei polmoni non terminò, finché non spaccai le montagne e divisi in mari col mio urlo di pura furia sanguinaria.
    Le fiamme che Raizen mi aveva donato si nutrirono di quella furia che mi era estranea ma che ora mi apparteneva ed avvamparono furiose alimentandola ed ingigantendola.
    La parte più profonda di me, tuttavia, non volle cedere. E rimase aggrappata al ricordo di Ayame, del suo corpo nudo contro il mio, della felicità il giorno della nascita delle bambine, delle prospettive per il futuro. Avevo accolto la sua gravidanza come una maledizione, ma non era così. Non poteva essere così. Mi strinsi al pensiero di quel bambino non ancora nato per non tornare quello che avevo deciso di smettere di essere, isolando il nucleo della mia anima per non intaccarlo, lasciando che solo la parte più irrazionale di me si lasciasse andare a quella rabbia senza fine.
    Mio figlio doveva ancora nascere e già mi stava salvando la vita. E l'avrei cresciuto come l'uomo che avevo scelto di essere, non essendo l'uomo che la rabbia di Raizen e Kurama mi aveva reso.
    Ed allungai una mano.


    Yogan! Urlai alla dragonessa, che mi fissava assai preoccupata. L... le fiamme... dorate... Con difficoltà unii le mani a comporre tra sigilli, tenendo poi una mano tesa avvolta da una corrente ventosa estremamente rapida e rumorosa. Un sibilo. Penetrante, fastidioso e letale.
    Era il sibilo della fine di Kutsu. Con uno sforzo attinsi nuovamente alla mia riserva di chakra, profonda, e riattivai quella stessa tecnica che avevo creato precedentemente e con essa andai a potenziare me stesso come avevo potenziato Yogan precedentemente.
    Il vento aumentò di impeto [Dono Egoistico: +10 di Potenza], assumendo un aspetto ancora più letale.
    Ed ora... Socchiusi gli occhi e lasciai andare le fiamme che Raizen mi aveva donato ed il vento le magnificò. La lama di vento divenne una lama di nere fiamme pericolose e concentrate, dalla potenza inarrivabile. Garyu, la spada che aveva trafitto Jigoku, non era nulla in confronto all'assoluto potere di quella tecnica.
    Sei sicuro? Sì, me la caverò. Raizen... quando vuoi.
    La dragonessa fece un piccolo respiro, quasi appena accennato e le fiamme normalmente rosse divennero di un colore dorato simile a quello dell'oro liquido. Esse colpirono le nere fiamme che avevo nella mano e come quando una scintilla incontra l'esca l'incendio divampo' in una esplosione di potere.
    Le fiamme nere e dorate si combinarono con alchemica precisione sostenute dalla furia che Raizen mi aveva donato, l'una che le alimentava e l'altra che la bruciava e si combinarono in una bianca luce. Sentivo dolore? Non mi pareva di bruciare.
    Mi feci avvolgere dalle spire di Raizen, ma non lasciai sul posto alcun clone. La mano non era adoperabile finché quel concentrato di potere era attivo e non avevo modo di utilizzare alcuna tecnica. Ma Yogan risolse il problema, semplicemente alzando una cortina di cenere come quella che aveva accecato un tempo Jigoku prima che Raizen decidesse di infilarsi nel suo cervello.
    In men che non si dica Kurama saltò, raggiungendo e scalando il torrido e nero Drago e la coda alla quale ero saldamente tenuto tramite il chakra adsivo si irrigidì, segno che la muscolatura stava caricando la tensione necessaria al lancio esplosivo. Rilasciai il chakra adesivo, piegai appena il braccio come a voler caricare un fendente e dunque fu solo il fischiare del vento che rimbombava nelle orecchie.
    Le scaglie di Kuzu si fecero sempre più vicine.


    Mossi il braccio in un unico letale fendente.


    Non c'era nulla che la Zanna del Drago di Vento non potesse tagliare.
    Non c'era nulla che quelle Fiamme non potessero incenerire.


    Come ogni tiranno, Kutsu, nella sua cupidigia, aveva creato coloro che lo avrebbero condotto verso la fine e forse conscio dell'errore della sua stessa esistenza ci aveva fornito i mezzi per sconfiggerlo.
    Poiché una tale aberrazione non poteva esistere nel momento in cui decideva di distruggere ciò che di sacro e bello esiste al mondo.


    Edited by -Max - 13/12/2015, 17:39
     
    .
  14.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    18,973
    Reputation
    +681

    Status
    Offline

    Il ladro di Anime

    La Potenza del Sangue








    Il corpo di Kutsu non venne denudato dall’intenso taglio effettuato da Raizen in forma demoniaca, ma il poderoso colpo aprì comunque un varco impressionante in cui Itai potè fiondarsi ad una velocità del tutto inconcepibile per il drago, anche se non rapido come Raizen quando gli si conficcò sulla testa.
    Ma c’era da dire che Kutsu aveva reso felice il Colosso, Jigoku al contrario era stato una delle poche creature che era stato in grado di farlo imbestialire, la scelta di non insultare del tutto le sue abilità era probabilmente dipesa anche da quello.

    Salutami quel maiale oblungo di tuo padre.
    Oh, aspetta... non puoi!


    Disse mentre sorrideva nuovamente con la sua faccia mentre il chakra della volpe si disperdeva, permettendogli di tornare alla sua forma originale, ma non poteva cadere da quell’altezza, nella sua forma umana una simile caduta sarebbe stata senz’altro complessa da attutire senza conseguenze.
    Stare li in alto gli serviva.

    Il "sangue" di una bestia come te è prezioso. Raro!

    Mai parole furono più vere, Garyu, per quanto riforgiata non era in grado di passare la pelle di Kutsu così come non fu in grado di passare quella di Jigoku, impresa in cui era stata aiutata dal fulmine e dalla forza più bruta, tuttavia la sua mole fu sufficiente a permettergli di incastrarsi tra le ciclopiche scaglie del drago nell’esatto momento in cui Itai colpì il suo obiettivo.
    Quanto alta poteva essere la pressione sanguigna di un simile essere?
    Difficile quantificarlo, ma era chiaro quanto elevato fosse il suo potere corrosivo, Raizen a poca distanza dal sangue potè ripararsi dietro il metallo della sua lama, che ne uscì butterata e piegata come un adolescente brufoloso e rachitico, mentre il kiriano, a causa della dinamica del suo attacco vi si tuffava dentro.
    L’urlo della creatura fece ricordare a Kurohai quanto il sangue del loro precedente Re fosse potente[potenza del getto 50, infligge corrosione (DnT grave) ], e con quella stessa potenza scorresse nelle vene del suo erede.
    Per un momento il liquido color cremisi pareva fosse animato da volontà propria mentre cercava di spandersi quanto più possibile per consumare, divorare, sciogliere tutto ciò che lo circondava.
    Il problema maggiore, per la bestia, era che Garyu, per quanto fosse la gemella della sua antenata, ne conservava il nome ed una particolare proprietà.

    Kutsu.
    Quale grande errore le tue fiamme nere.



    La stirpe di Jigoku era destinata a soffrire sotto i crudeli artigli della Volpe.
    La vendetta conosce solo il sangue, ed il sangue di Jigoku era forte, troppo forte in Kutsu.
     
    .
  15.     Like  
     
    .
    Avatar

    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

    Group
    S. Mod
    Posts
    29,631
    Reputation
    +1,307

    Status
    Anonymous

    Kurohai: Shinjutsu

    Epilogo



    La Zanna del Drago di Vento affondò nella carne tenera di Kutsu. Non c'era nulla che essa non potesse tagliare e le fiamme che essa sosteneva la resero di una potenza a dir poco devastante. Un unico concentrato di tumultuoso potere che si aggregava verso la mia mano e roteando dal polso alla punta delle dita tornava a comprimersi. Il mio braccio si mosse in un fendente rapido, letale e lo spruzzo di sangue garantito da Garyu non fu che una misera fontanella in base a ciò che ne uscì.
    La mia tecnica tagliò in due Kutsu. Prima che Raizen potesse rendersi conto di cosa stesse per accadere avevo attraversato il rosso drago come se non esistesse ed il mio passaggio era stato devastante. Il corpo della bestia centenaria fu diviso in due come se tagliato da un bisturi. Non ci carne malamente lacerata, non ci furono ossa rotte e frantumate, non vi erano brandelli che penzolavano inutilmente tra un moncone e l'altro del corpo.
    Un taglio netto e preciso pose fine alla vita del presuntuoso Kutsu.
    Sulle prime non mi accorsi di ciò che mi aveva colpito e ciò che avevo subito. Quando lo slancio garantitomi da Yogan terminò ed iniziai l'inevitabile discesa verso il suolo mi resi conto che stavo bruciando di dolore. Il braccio destro era macchiato del sangue di Kutsu e faceva male, malissimo, come se immerso nelle fiamme più calde. Il sangue si era sparso sul viso, sul petto e sulle gambe e faceva male. Malissimo.
    Yogan si precipitò verso di me, nella sua forma umana e mi prese al volo. Quasi riuscendo a stringermi tra quelle braccia piccole ed esili la dragonessa mi riportò verso il basso. Raizen d'altro canto, sarebbe stato salvato da Hibachi il quale si era riscosso quando l'ultimo residuo di furia era stato cancellato.
    Yogan mi portò verso il basso, posandomi a terra. Dopo un po' la voce di Yukari giunse alle mie orecchie, ma non compresi immediatamente che disse. Ero troppo impegnato a digrignare i denti per il dolore.
    Itai... Yogan si inginocchiò al mio fianco. Mi prese la mano sinistra nella sua ed io strinsi le sue piccole dita, cercando di fare un sorriso rassicurante mentre quel sangue corrosivo scavava nella mia pelle. Era come se un milione di aghi incandescenti mi fossero infilati nella carne a forza a colpi di martello.
    Tranquilla... sto bene... abbastanza tremante alzai il busto cercando una pietra su cui poggiarmi. Quando giunsero Raizen ed Hibachi ero sofferente, ma sorridevo.
    Alzai un braccio destro butterato dal sangue, ringraziando il fatto che a noi Jinchuuriki non erano concesse nuove cicatrici da quando il demone si univa a noi. Vittoria. Dissi solo, lasciando poi andare il braccio verso il basso.
    Yukari si avvicinò, rapidamente e si chinò sulle mie ferite. Lo vidi comporre alcuni sigilli, dunque un getto d'acqua lavò via il sangue dal mio braccio. Il dolore ebbe un picco tremendo e con la mancina colpii la pietra sotto di, incrinandola.
    Ma che cazzo! esclamai sorpreso mentre il sangue veniva lavato via. La pelle era sollevata in più punti, come ustionata ma ero ancora lì.
    Vivo e vegeto. Yogan si sedette vicino a me, avvicinando le ginocchia al petto. I resti di Kutsu si erano schiantati al suolo, avevano frantumato le pietre e piano piano si stavano dissolvendo, come bruciati da una fiamma invisibile che non poteva essere estinta.
    Yukari... Kutsu... chi era? Non sapevamo che Jigoku avesse un figlio. dissi, mentre il falso Ryukishi iniziava una lenta opera di cura sulle mie ferite.
    Lui è la risposta a Yogan. La sua antitesi. Disse Yukari con tono mesto. Io sarei dovuto essere il Ryukishi di Yogan, ma Ryuujin decise il contrario, per cui non so poi molto di Kutsu. Ricordo che però Jigoku me ne parlò nel Sonno... fermò la sua opera di guarigione ed alzò lo sguardo verso il cielo carico di cenere.
    I draghi si erano ripresi del tutto e tornavano a volare attorno al Faro, osservando con disgusto il cadavere di Kutsu.
    Kutsu è stata la vittima di suo padre. Mormorò Yukari, imponendo di nuovo le mani sul mio braccio per richiudere le dolorose ferite. La risposta però è nel suo sangue. Itai, se c'è qualcuno che ce l'ha sei tu.
    Io? dissi, perplesso. Yogan mi fissò seria ma poi poggiò la testa contro il mio braccio sinistro. Sembrava tremendamente preoccupata e non ne comprendevo il motivo.
    Il suo sangue ti ha colpito... concentrati, saprai la verità. mi disse la dragonessa. Ero confuso ma decisi di ascoltarla, chiudendo gli occhi per immergermi nei miei pensieri. Non sapendo dove cercare semplicemente non lo feci, lasciando che essi venissero a me se davvero Kutsu me li aveva donato col suo sangue.
    In un eccesso improvviso di dolore mi ritrovai a spalancare gli occhi ma la mia visione era diversa da quella di tutti gli altri. All'esterno tutti videro le iridi smeraldine divenire prima rossa e poi del tutto nere, immerse in ricordi che il sangue di Kutsu mi aveva donato involontariamente. E quegli stessi ricordi erano una memoria ancestrale che Jigoku aveva donato al figlio mai conosciuto per guidarlo nella sua missione.



    L'immenso Jigoku fissava un uovo. Un uovo di roccia rossa, dentro il quale riposava suo figlio. Dinanzi a lui una dragonessa dalle scaglie scarlatte, feroce, ben più feroce di Yogan. Non era Kurohai il posto in cui si trovavano, piuttosto uno scoglio nel mare. Era una notte senza luna e senza stelle: nessuno avrebbe notati Kutsu e la dragonessa.
    Jigoku, l'inferno, il Guardiano dei Draghi dell'Ovest e primo drago tra tutti a cadere nel tranello della furia sospirò quasi rabbiosamente. La furia ribolliva in lui ma in un certo modo riusciva a tenerla sotto controllo.
    La Fiamma Immacolata cancellerà la furia. Disse il Guardiano, fissando l'uovo che riluceva appena pulsando. La compagna parlò, con tono grave, appena malinconico.
    Saremo liberi. Disse, quasi fremendo. Potremo tornare ad essere noi stessi, Jigoku. Hibachi e Seika stanno compiendo un sacrificio incredibile per tutti noi. Ma ti vedo turbato. Non comprendi che tuo figlio sarà libero?
    Libero? Jigoku disse quella parola con disgusto, quasi fosse un drave insulto. Lui sarà debole Joouhai.
    La dragonessa si scosse, spalando i suoi occhi lucenti come due tizzoni ardenti, allontanandosi di qualche metro con il capo mentre l'estremità opposta della coda andò ad avvolgere l'uovo con fare protettivo.
    Io... lo sospettavo... Jigoku, perché? Perché questo? Non puoi... Posso e lo farò. Yukari il suonatore è destinato ad essere il Ryukishi della Fiamma Immacolata, ma ho già iniziato con lui. Presto Ryuujin si renderà conto della cosa e ne sceglierà un altro ammesso che lo trovi. Quel ragazzo sarà il mio strumento per perpetrare la Furia. Sarà il Ryukishi della Hono Arechi, della fiamma contaminata. E tu, sua madre, sarai la brace che la sosterrà.
    No... TU! MOSTRO! Joouhai spalancò le fauci e si poté, per un attimo, vedere il gorgoglio delle fiamme sul fondo della sua gola per che Jigoku scattasse e la mordesse al collo, sbattendola sulla roccia. Il rumore delle ossa che si spaccavano fu tremendo, ma Jigoku non se ne curò. Il sangue della sua compagna bagnò lo scoglio, l'uovo su di esso e poi si disperse nel mare mentre il supremo drago gonfiando il petto emise le fiamme più furiose che poteva.
    La furia che bruciava il corpo della propria madre assassinata dal proprio padre. Un'alchimia di pericolosi ingredienti che scaldò il cucciolo di drago nell'uovo accrescendone via via la furia finché, all'improvviso, la roccia non si ruppe.
    E nacque un drago rosso dalle scaglie nere. Ed in lui la furia sarebbe sopravvissuta per sempre e da lui sarebbe rinata ed avrebbe perpetrato i suoi orriri, dando forza ai deboli draghi.
    Sorgi, Kutsu, Hono Arechi, figlio mio e guardiano della mia volontà.


    Quando quei ricordi terminarono mi riscossi, accorgendo che il braccio aveva smesso di farmi male. Yukari l'aveva curato. Mi sentivo debole per le ferite e la battaglia, accorgendomi solo in quel momento di quanto chakra avessi speso.
    Guardai Yukai, dunque, senza preavviso, scattai afferrando la collottola dell'uomo.

    jpg



    Tu... saresti dovuto essere il Ryukishi di Kutsu?? Jigoku ti stava usando per questo? Non lo sapevi?
    Yukari non parve scosso dalle rivelazioni. Mi mise una mano sul polso e sospirò.
    Lo sospettavo. Ma io ero destinato ad essere il Ryukishi di Yogan e tale sarei voluto essere. Quando però l'uovo di Yogan si schiuse Jigoku lo avvertì e nel Sonno iniziò ad istruirmi riguardo Kutsu. Non sapeva quando tu avresti compiuto il destino di Yogan ma quando sarebbe accaduto sarebbe stato evidente persino ad un deviato come me che non potevo far nulla. Non accennò mai al fatto che volesse fare di me il Ryukishi di Kutsu... credevo che non avrebbe mai permesso a suo figlio di legarsi ad un umano.Yukari era sincero. Però aveva sempre saputo di quel formidabile nemico eppure non ne aveva mai parlato. Lo lasciai, rimettendomi in piedi.
    Perché non ne hai mai parlato con nessuno? Speri che nascondendo questo genere di cose riavrai la fiducia dei draghi.
    Yukari rimase in silenzio per dei lunghi istanti. Poi si tirò indietro, lasciando che la presa sparisse. NO! urlò, quasi rabbioso. Avevo dei sospetti, ma volevo aiutare Kutsu! Volevo guarire la sua furia... per me ogni drago è sacro. Persino Kutsu... Cosa sarebbe accaduto, Yogan? Hibachi? L'avreste combattuto, avreste cercato di ucciderlo... ma quando l'ho visto io... io ho capito... lacrime, sincere, iniziarono a cadere dai suoi occhi. Cadde in ginocchio, tenendosi il capo tra le dita. Non c'era più speranza per lui.
    Rimasi in silenzio, cercando di comprendere e metabolizzare le sue parole. Yogan invece fece alcuni passi verso di lui, reagendo immediatamente. Si mise davanti a Yukari e con un gesto quasi gentile mise una mano sul suo mento per fargli alzare il viso... salvo poi colpirlo con uno schiaffo sul viso così forte che risuonò per tutto il faro.
    Rimasi interdetto, ma non osai intromettermi. Lo sguardo di Yogan era strano. Aveva gli occhi lucidi di lacrime, eppure potevo sentire chiaramente la sua rabbia ed il suo dolore.
    IDIOTA! disse la dragonessa, afferrandolo per per gli abiti, scuotendolo come se fosse una bambola di pezza. Speravi ancora di essere un Ryukishi? Volevi salvare Kutsu così da avere il tuo drago? Eh? SMETTILA! lo spintonò indietro. Yukari non reagì all'aggressione, più simbolica che effettiva: se Yogan avesse voluto fargli del mare gli avrebbe staccato la testa, non le avrebbe mollato un ceffone.
    Ehi... provai a dire ma lei non mi ascoltò.
    Ho dovuto sopportare per troppo tempo la tua presenza qui, Yukari il suonatore. Il suono del tuo flauto mi da la nausa. VA VIA E VIVI LA TUA VITA maledizione... e quando non vorrai più essere un Ryukishi, torna.
    Yogan tratteneva le lacrime. Non l'avevo mai vista piangere da quando aveva assunto la forma umana. Compresi però ciò che lei diceva: Yukari era stato cresciuto con una missione, ma Jigoku l'aveva privato di ciò. Non era stato Ryuujin come avevo supposto inizialmente. Ora però cercava disperatamente di vivere quella vita che aveva sognato e per la quale era stato addestrato, senza però riuscirci.
    Stava sprecando i suoi giorni lì. Come poteva dimostrare qualcosa ai draghi rimanendo immobile a rivangare il passato?
    Yukari forse non lo comprese subito. Guardò Yogan confuso, arretrò e poi dopo aver abbassato lo sguardo saltò via sulle rocce. Nel silenzio udii i suoi passi allontanarsi da lì, dal Faro.
    Solo allora Yogan pianse. Mi avvicinai a lei, chinandomi su un ginocchio per essere alla sua altezza.
    Sono patetica. Un drago che piange. Credo sia colpa della tua forma umana. Finché sei umana c'è questo rischio sai? dissi, passando una mano su i suoi capelli rossi, con dolcezza.
    Mi hai sorpreso prima, però ho capito. Ma perché questo? chiesi a bassa voce. Lei si avvicinò a me, appena stringendosi al mio petto.
    Mi piaceva il suono del suo flauto.
    Solo allora ricordai che Yogan, quando era nell'uovo, aveva ascoltato il suono del flauto di Yukari a lungo, forse amandolo. Era stato quel suono ad attirarla da lui quando Yukari la pose sotto il suo controllo. Aveva agito per il meglio, ma sentiva di aver perso qualcosa che nella sua vita le dava ricordi dolci. Così rimasi lì, senza dir nulla, mentre Yogan con rapidità si asciugava le lacrime tornando in se.
    Dunque si voltò verso Raizen e suo padre, incrociando le braccia al petto.
    Ve la siete fatta tutti sotto voi eh? Insomma, nemmeno a tentare di muovervi.




    Dopo essermi rifocillato e riposato tornati a parlare con Raizen. Il cadavere di Kutsu era sempre più simile ad un mucchietto di cenere, però c'era qualcosa che volevo tentare.
    Penso che mi prenderò una di queste scaglie. Dissi, mentre con un preciso colpo di Garyuuka ne recidevo una abbastanza grande da poterci fare ciò che progettavo.
    Una battaglia imprevista. Ed ora tu e Kurama finalmente collaborate. Dissi, pensando al fatto che su quell'aspetto mi avesse ormai raggiunto. Forgerò nuove Sette Spade. Le vecchie sono sparite chissà dove, ma non è detto che non sia possibile averne di nuove. Ho trovato la risposta anche al potere che cercavo, anche se è incredibilmente stancante da usare. Ora solo un'ultima cosa, Juudaime Hokage. Non l'avevo chiamato in quel modo per caso.
    In quel momento volevo che si concentrasse e pensasse quale l'Hokage che era piuttosto che come Raizen Ikigami. Perché Raizen avrebbe dato risposte articolate, avrebbe eluso la domanda portandola su un altro piano. L'aveva fatto precedentemente, ma in quel momento necessitavo di una riposta.
    Del resto non mi era piaciuto il modo in cui aveva iniziato a collaborare con Kurama. E se l'avesse cambiato?
    Siamo alleati?
    Ed aspettavo solo un sì o un no come risposta.
    Cosa avrebbe deciso il Decimo Hokage, portatore dell'odio e della furia di Kurama? Verso chi avrebbe indirizzato l'incredibile furia distruttrice che aveva a disposizione in quel momento?

     
    .
15 replies since 22/10/2015, 15:51   430 views
  Share  
.