Legami D'Oltremondo

[Free per Sho; Villaggio della Primavera]

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  1. Nevi
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    Era passato non molto tempo da quando aveva terminato a termine la missione con Ryoshi e Shu, e una volta fatto questo anche lei era dovuta tornare al proprio villaggio per fare rapporto e riprendere i propri doveri.
    Tuttavia prima di rientrare a Suna per tornare da Hoshi e le sorelle, aveva voluto spezzare la routine quotidiana prendendosi un paio di giorni di vacanza, pura libertà per così dire.
    Difatti se n'era andata al Villaggio della Primavera, alloggiando in una locanda e pensando solamente a bere e mangiare, oltre che farsi le passeggiate sulla costa.
    L'edifico non era particolarmente grande, però era decisamente ben fatto oltre che elegante all'interno.
    Inoltre aveva poche stanze, però quelle disponibili era tutte molto grandi e alcune di quest'ultime avevano anche dei terrazzini, insomma il fatto che ce ne fossero poche era giustificato dalle dimensioni di quelle attuali.
    Tra il caldo estenuante di Suna e l'umidità che in quel periodo si era accentuata parecchio a Oto, aveva avuto proprio bisogno di staccare e andarsene in un posto dove il clima fosse piacevole.
    Inoltre il cibo e gli alcolici erano decisamente buoni, il personale gentile e se volevi far festa c'era sempre gente disponibile, anche che non avevi mai visto, poco importava.
    In quel momento in particolare però era tramonto, il sole si intravedeva all'orizzonte che andava inabissandosi un po' alla volta nell'acqua, donandole così un riflesso ambrato.
    Lei dal suo canto era seduta sulla terrazzina che aveva la propria stanza, appoggiata con un braccio al bordo del muretto mentre lo guardava sorseggiando un po' di whisky con ghiaccio.
    A differenza delle altre volte ora indossava uno Yukata, non era indossato in maniera particolarmente stretta, dopotutto doveva starci comoda. Lo era quel giusto per evitare che le cadesse verso il basso mentre si muoveva o simili.
    Il colore era un celeste particolarmente pallido, quasi bianco cosparso di motivi floreali mentre i capelli erano sciolti e le ricadevano fino a raggiungere la vita quasi, in particolare le sfumature rosse diventavano decisamente evidenti in quel modo, mentre la ciocca cinerea di mezzo si perdeva tra gli altri colori.
    Aveva mangiato un boccone poco fa e ora si stava gustando quello spettacolo, rilassando i muscoli e le ossa dai giorni passati a lavorare incessantemente in officina.
    Sorrise ripensando a quel matto di Hoshi, tutto sommato si stava trovando bene e non le dispiaceva passare il tempo in compagnia sua e della famiglia.
    Sospirò poggiando il bicchiere sul tavolino che fino a quel momento aveva tenuto alzato, tra non molto avrebbe dovuto lasciare tutto quello per tornare ai suoi doveri.


    Edited by Nevi - 6/11/2015, 14:13
     
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    Una parola amica




    Il villaggio della primavera, un nome a dir poco adatto per il luogo che stavo osservando.
    Una dolce brezza solcava la mia pelle mentre i caldi raggi del sole mi riempivano di un lieve e rilassante torpore.
    Nell'aria era forte il profumo di fiori e di erba fresca, chiusi gli occhi ed inspirai a pieni polmoni per godermi quel momento così effimero e perfetto.

    Maledetto umano, fai la lucertola che si scalda al sole?



    Il ringhio del Gobi mi riportò alla realtà, trascinandomi di nuovo in quel mondo in cui ero finito, quasi per caso, per una scelta non mia: essere un portatore.
    Non era passato molto tempo da quando il cinque code era stato sigillato all'interno del mio corpo, non lo trovavo una presenza fastidiosa, ma lui sembrava non gradire molto me.

    "Si, mi godo un attimo di pace, sono rari nella vita di un ninja."

    Che noi lo volessimo o meno , dipendevamo l'uno dall'altro, facevamo parte di un binomia inscindibile, io dovevo proteggere il prezioso demone del villaggio della foglia e lui doveva proteggere il suo contenitore.
    Sapevo di poter parlare con Raizen se avessi avuto voglia di chiarimenti su cosa volesse dire essere un portatore, ma i suoi modi di fare bruschi non erano quelli dai quali cercavo risposta, volevo una parola più dolce, da una fonte che , come me, era in quel mondo da poco tempo.
    Il mio pensiero era caduto su Nakora, la kunoichi del villaggio del suono, l'avevo conosciuta in una missione poco tempo prima, quando ancora ero un normale essere umano, lei era già posseduta da un demone al tempo, ma sembrava che la cosa fosse molto recente.
    Tempo prima le avevo mandato una lettera con scritto di incontrarmi in un determinato luogo del villaggio della primavera, sapevo che lì non ci avrebbe disturbato nessuno, era un luogo particolarmente pacifico, escluso da tutta la guerra che affliggeva il mondo, solo escludendomi da tutto quello che riguardava i ninja e la violenza potevo sentirmi libero di esporre me stesso e parlare con qualcuno così profondamente.
    Il tramonto stava riempiendo il cielo di colori che variavano dall'arancione al viola quando finalmente giunsi al luogo stabilito, in lontananza ebbi il piacere di vedere nakora, non avevo mai ricevuto risposta alla lettera che le avevo mandato, quindi non sapevo se si sarebbe davvero presentata o no, alla fine non ci eravamo mai parlati come amici, al di fuori dei doveri dell'accademia, anche se il suo carattere ribelle, così diverso dal mio, mi aveva non poco colpito.
    non era vestita per il combattimento, nemmeno io lo ero, indossavo una maglietta nera con sopra un giubbotto, sotto dei pantaloni verde scuro e delle scarpe da ginnastica nere, niente di speciale.
    Mi avvicinai a lei il più silenziosamente possibile fino a che non la raggiunsi alle spalle, una volta lì le detti un piccolo colpetto sulla spalla destra accompagnato da un semplice

    -Buh.-

    Non sapevo se si sarebbe accorta della mia presenza o meno, in combattimento ovviamente mi avrebbe notato, ma magari spensierata come sembrava mi avrebbe permesso di giocargli quel piccolo ed innocente scherzo, ad ogni modo, dopo la sua reazione avrei proseguito sorridendo.

    -Ciao Nakora, grazie per essere venuta qui, sai, ti volevo parlare di una cosa importante, ma prima che ne dici di fare un giro?-

    Non volevo sganciare immediatamente quella pesante informazione, prima preferivo chiederle come stesse, cose normali, anche se con i demoni che entrambi portavamo dentro eravamo ben lontani anche dal solo concetto di "normale".


    Ot/ Eccomi qua. Se ti va bene, essendo questa giocata principalmnte basata su una conversazione che avviene tra noi, preferirei fare molteplici piccoli post di botta e risposta in modo da rendere il tutto più agile, veritiero e facile da sopportare XD.
    Spero ti vada bene :zxc:
     
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  3. Nevi
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    Oramai era immersamente bellamente nei propri pensieri, dopotutto era da tantissimo tempo che non riusciva a rilassarsi più a quel modo.
    Se la memoria non la ingannava, l'ultima volta era stata addirittura prima di diventare Genin.
    Non che fosse passato così tanto tempo da allora, però comunque almeno cinque mesi buoni e poco più erano passati.
    Si portò nuovamente il bicchiere alle labbra, bevendo un altro sorso del liquore con evidente soddisfazione mentre non si accorgeva che un certo Sho era entrato nel terrazzino, probabilmente passato dal cancelletto sul retro che si era dimenticata di chiudere.
    Fatto sta comunque che non si accorse della sua presenza, probabilmente dovuto sia allo stato in cui si trovava che a causa dell'alcolico che stava bevendo senza apparente riguardo.
    Tuttavia non reagì violentemente, semplicemente sgranò gli occhi per un attimo fermandosi dal bere e facendo per poggiarlo nuovamente sul tavolo, giusto per accorgersi in quel momento che si trattava del foglioso.
    Sospirò con aria rassegnata chiudendo gli occhi e rimettendo il bicchiere sul tavolo, questo mentre scuoteva leggermente il capo.
    Un evidente segno di disapprovazione per lo scherzo appena giocatole dall'altro.
    Alcuni giorni fa aveva ricevuto la sua lettera, sì, tuttavia non vi aveva pensato minimamente a rispondere. Semplicemente era andata dove si potevano incontrare, fiduciosa che l'altro sarebbe venuto.
    Dopotutto per quanto fosse stato breve il tempo in cui fossero stati insieme, Sho aveva già avuto modo di vederla in azione e i suoi modi di fare, per tanto una mancata risposta non sarebbe stata poi una novità.

    Sho, perfavore... Lo sai da quanto non riuscivo a stare così rilassata? Eddai cerca di avere un po' di pietà.

    Ammise con un tono lamentoso, sebbene dallo sguardo che gli rivolse come aprì gli occhi si poteva tranquillamente vedere come stesse scherzando. D'altra parte non era da lei essere così lagnosa.
    Certo magari bere così tanto poteva variare un po' la cosa, però di sicuro non fino a quel punto.
    Tornata seria inarcò un sopracciglio mentre rifletteva sulla sua richiesta, oltre che domanda.
    Parlarle di una cosa importante? Muoversi? Da quello che ricordava Sho era sempre stato abbastanza tranquillo e rilassato quella volta, non capiva come mai fosse così agitato.

    Figurati, però che mi devi dire? Non credevo fossi tipo da smuovere così tanto le acque, dev'essere veramente importante. disse guardandolo ancora con fare interrogativo, per poi alzarsi in piedi e iniziare a dirigersi verso il cancelletto che aveva usato Sho stesso per entrare. Avanti andiamo, che c'è che ti turba?

    Si sarebbe voltata giusto un attimo per vedere se la stava seguendo, così da poter camminare una volta fuori insieme tranquillamente per le strada.
    Non si preoccupò nemmeno di chiudere a chiave la stanza o le porte-finestre, tanto non aveva cose di valore, sicchè poco importava.
    Più che altro era curiosa di sapere che cosa frullasse nella mente del giovane.
     
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    Non sembrava che Nakora avesse intenzione di parlare del più e del meno, come potevo biasimarla d'altronde, le avevo spedito una lettera dicendo che le volevo parlare di una cosa importante ed adesso mi ritrovavo lì a parlare del tempo? Sapevo che sarebbe sembrato strano, avrei pensato la stessa cosa, solo che non riuscivo a decidermi a rivelarle questo mio segreto, non perché non volesi dirglielo, quanto perché non avrei proprio voluto pronunciare quelle parole.
    Seguii la ragazza fuori dal cancello che avevo usato per entrare, presi un bel respiro e , una volta che le fui di fianco a camminare, iniziai a parlare.

    -Sai, dalla missione che abbiamo fatto assieme non ti ho mai dimenticato...-


    "Ma che cazzo ho detto? Suona malissimo!"

    Arrossii.

    -Nono, cioè, non fraintendermi, cioè io...-

    Schiarii la voce e mi ricomposi prima di riprendere a parlare.

    -Quello che volevo dire è che mi sono ricordato di te perché sei la portatrice di una bestia codata. Molte cose mi sono accadute da quando ci siamo visti l'ultima volta, purtroppo la maggior parte di esse sono state terribili, fatto sta che sono trascinato in un mondo di violenza e morte senza che avessi possibilità di replicare, quello che sto cercando di dirti è che sono come te, Nakora.-

    Sollevai quindi la maglia mostrando l'addome con su il sigillo che sigillava in me il Gobi.

    -Sono qui perché vorrei capirne di più su questo mondo, condividere le esperienze con chi, come me, è un portatore da poco, non sapevo a chi altro rivolgermi...-

    Così conclusi, in attesa di una qualsiasi reazione da parte della kunoichi.
     
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  5. Nevi
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    Una volta fuori iniziò a camminare tranquilla per la strada, ascoltando quando diceva l'altro sebbene il suo sguardo vagava, così, a caso.
    Non sembrava cercare qualcosa nello specifico, semplicemente tentava di trovare qualcosa che potesse stuzzicare la sua curiosità, magari del cibo o anche qualche souvenir da portarsi a casa come ricordo.
    Eppure non le sembrava di vedere nulla del genere.
    Sospirò visibilmente affranta, probabilmente quel misero villaggio era veramente un luogo fatto solo per vacanza.
    Certo non che ci si potesse lamentare a riguardo, dopotutto il cibo così come le sistemazioni e via discorrendo erano più che ottime, però d'altronde era anche vero che era il minimo.
    Non offrivano niente altro in quel luogo.
    Comunque sia alla frase facilmente fraintedibile spostò giusto per un attimo lo sguardo su di lui, inarcando leggermente un sopracciglio e guardandolo con fare interrogativa.
    Questa espressione mutò in un sorriso divertito come l'altro si apprestò a spiegarsi.
    Non le dava fastidio l'idea che eventuali estranei sentissero quello che aveva appena detto su di lei, dopotutto fin dall'inizio aveva rifiutato di vergognarsi di quel suo dono, anzi per lei era una vera e propria benedizione avere il Nibi con lei.
    Tuttavia non poteva dire lo stesso per Sho, difatti quando fece il gesto di alzare la maglia reagì immediatamente.
    Con un gesto secco della mano cercò di spostare la sua che teneva alzata il tessuto, per poi provare ad abbassarlo brutalmente.
    Il suo sguardo si era fatto improvvisamente serio, e Sho avrebbe potuto chiaramente intuire che era un'occhiata di rimproverò.
    Subito dopo tornò a guardare davanti a lei, riprendendo a camminare.

    Non farlo mai più Sho, mai più. Capito?

    Il suo tono si era fatto particolarmente duro, come mai l'aveva sentito prima d'allora il ragazzo.
    Aveva parlato con una voce che probabilmente non si sarebbe aspettato, avendo visto come si comportava normalmente con le altre persone e quando era in giro.

    Va bene essere contenti e fieri del fatto che siamo portatori, va bene non temere e fregarsene di quello che pensa la gente. Però non va bene gridarlo al mondo per principio.

    Affermò cercando di ammorbidire un po' il tono, per quanto le risultasse visibilmente difficile.
    Non voleva trattarlo male Sho, però le era venuto istintivo ammonirlo in quel modo, probabilmente aveva fatto quel gesto in buona fede vista la sua inesperienza che lui stesso aveva affermato, però non era riuscita a trattenersi.
    Svoltò dietro un angolo, ritrovandosi così assieme a Sho in una specie di piccolo giardino, non c'erano molte persone e quelle presenti erano ben distanti.
    Si voltò verso di lui riprendendo così il discorso.

    Scusa se sono stata così brusca, però mi è venuto istintivo. Ricordati Sho che quelli che teniamo sigillati dentro di noi, sono i tesori più bramati dai ninja e da chi ha sete di potere. Finchè non siamo in grado di cavarcela da soli contro tutto e tutti, essere un'incognita rimane la nostra unica protezione.

    Ammise per poi sospirare e sedersi, battendo lievemente il palmo della mano sulla panchina di pietra su cui si era seduta così da far capire anche a Sho di mettersi tranquillo.
    Preferiva stare ferma in un posto se dovevano parlare di certe cose.
    Inoltre le sarebbe stato più facile pensare a cosa dire senza distrazioni che al contrario, avrebbe potuto trovare lungo la strada.

    Che cosa vuoi sapere? Non sono un'esperta, però posso dire in tutta tranquillità che io e il Nibi già abbiamo smesso di urlarci addosso, al limite posso dire che ci stuzzichiamo ogni tanto quasi per gioco e per orgoglio.

    Alla prima frase sorrise come se stesse parlando di una vecchia amica, d'altronde era veramente così che considerava il Nibi. Forse lei ancora si rifiutava considerarla come tale, però era solo questione di tempo ormai l'aveva imparato.
    Più che altro era curiosa di sapere Sho cosa desiderava sapere, un portatore non ne cercava mai un altro senza avere delle domande precise in testa e lei questo lo sapeva bene, molto bene.

     
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    Domande




    Mi guardai intorno lentamente, il posto in cui io e Nakora ci trovavamo pareva deserto.

    -Capisco la tua preoccupazione, ma siamo soli qui...-

    Con calma mi sedetti di fianco alla ragazza, trasalii un attimo una volta che fui in contato con la pietra di cui era composta la panchina, più fredda di quanto mi aspettassi.
    La reazione di Nakora mi sembrava adeguata, però si scusò lo stesso con me, cosa che , devo ammettere, mi fece abbastanza piacere, così come mi fece piacere la sua disponibilità nel parlarmi di una cosa tanto delicata, l'unica cosa che mi sorprese lievemente fu quanto poco la ragazza si fosse sorpresa del fatto che ero divenuto un portatore, mi sarei infatti aspettato una reazione diversa, ma poco importava, alla fine era meglio così.

    -Non devi sentirti in dovere di scusarti, Nakora, oramai dovresti sapere che non me la prendo per così poco. Hai ragione quando dici che quello che abbiamo dentro è un potere che molti bramano, ma davvero sei disposta a vivere in una preoccupazione così pesante tutto il resto della tua vita, anche davanti ad un panorama come questo?-

    Dissi guardando i meravigliosi che assumeva il cielo mentre il sole scendeva lento oltre l'orizzonte ed una fresca brezza mi investiva.

    -Ma forse hai ragione.-

    Sospirai.

    -Alla fine tu ne sai più di me, non ci vuol molto d'altro canto, ed è proprio per questo che sono qui. Non so cosa ti ha condotto a ritrovarti con un demone al tuo interno, ma per quanto mi riguarda è stato tutt'altro che piacevole, e ben lontano da ciò che io desideravo. Come ti ho già detto, mi sono trovato in mezzo ad una situazione di cui non avevo il controllo e nella quale non mi era permesso scegliere diversamente. Inutile però piangersi addosso, non credi? Oramai mi trovo così e devo imparare a convivere con questa cosa.-

    Mi stirai leggermente per poi appoggiare i gomiti sulle mie cosce per appoggiarvi il peso.

    -Veniamo quindi a quello che ti volevo chiedere: in che modo lo hai comunicato alla tua famiglia? Questa per me è una cosa molto importante, devo dirlo a mio fratello in tutti modi, tra noi non abbiamo segreti, eppure ancora non ce l'ho fatta, ho come un blocco, non so se è per protteggere me o lui che ho tanta repulsione nel comunicargli che adesso sono un portatore.-

    Attesi quindi una prima risposta di Nakora prima di continuare.

    -Inoltre c'è un'altra cosa molto importante, il Gobi non è normale, non in questo momento, una specie di miasma lo affligge guidandolo verso la follia, questo fa sì che spesso io venga tartassato di immagini violente, sconnesse, attimi di furia che ho paura mi portino verso la pazzia. Temo che un giorno non sarò in grado di sopprimere gli istinti pieni di furia a cui lo stato attuale del cinque code mi sottopone. Purtroppo è già successo una volta, sono stato colto impreparato, ignaro della situazione, ho fatto cose orribili...-

    Dissi stringendo i denti ed i pugni mentre riaffiorava in me la memoria degli eventi che mi avevano portato a conoscere la follia del gobi, ricordai il miasma, il sangue, il terrore nelle persone a cui avevo inconsciamente preso la vita, mi sarei mai perdonato per tutto quello?

    -Ti è mai capitata una situazione simile? Hai idea di come possa risolverla?-


    Speravo che la kunoichi di fianco a me potesse darmi una risposta, lo speravo davvero.
     
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  7. Nevi
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    HrEKxIv
    Ascoltò attentamente quanto l'altro ebbe da dire, sorridendo solleavata come sentì che non c'era bisogno alcuno di scusarsi.
    Tuttavia come Sho iniziò a fare quel discorso sui Demoni, si fece visibilmente più seria.
    Trovava alquanto ironica quella situazione, se non strana. Forse un paio di mesi prima anche lei avrebbe avuto certi dubbi e timori, sebbene il modo in cui era arrivata ad ottenere il Nibi da quanto stava capendo, era stato totalmente diverso da quello del ragazzo.
    In ogni caso non lo interruppe, preferendo che le esponesse tutte le domande che aveva intenzione di farle, così da poterci pensare un po' alla volta e capire come poterli rispondere al meglio delle proprie possibilità.
    Purtroppo non possedeva chissà quali conoscenze in materia, c'era solo l'esperienza che in quel caso l'aiutava.
    Difatti forse Sho ancora non se ne rendeva conto, però sarebbe stato proprio attraverso le situazioni e i vari episodi in cui il Gobi si fosse manifestato, che avrebbe imparato a controllarlo.
    Per quanto riguardava la questione famiglia, invece, lo capiva benissimo.
    Nemmeno lei aveva detto nulla alla sua con l'idea di tenerla al sicuro, però iniziava ad avere qualche dubbio a riguardo.
    Non era facile anche per una come lei, convivere con un peso del genere senza l'aiuto di nessuno.
    Ogni volta che andava a firmare se lo ricordava.
    Sbattè un paio di volte le palpebre per poi piegare leggermente il capo di lato, incerta, quando lo vide stringere i pugni.
    Lo odiava veramente così tanto il proprio Demone?
    Forse iniziava a capire perchè gli stesse dando così tanto problemi.
    Poteva e dovevare provare a fare qualcosa, altrimenti era sicura che le cose sarebbero solo peggiorate.
    Come l'altro ebbe terminato, lei accavallò le gambe tornando a guardare il panorama davanti a lei.
    Era un vero peccato guastare in quel modo quel momento, però capiva che Sho aveva bisogno di una mano e lei di certo, non gliel'avrebbe negata, non era quel genere di persona.

    Purtroppo posso capirti solo in parte, Sho. Vedi io sono diventata una portatrice per mia volontà. E' una cosa che desideravo dai tempi dell'inizio dell'Accademia.

    Ammise con il tono che si era fatto particolarmente duro e piatto, tra l'altro senza battere ciglio.
    Era evidente che fosse seria e ancora di più, sincera.
    Per via di quel motivo lei non si era mai depressa all'idea di avere un Demone al suo interno, sicchè rispecchiava un desiderio.
    Per dirla in termini poveri, era stata una vittoria e non una sconfitta dal suo punto di vista.
    Questo però non era il caso del ragazzo, da quanto aveva inteso.

    Certo la cosa è stata alquanto rocambolesca, ti dico solo che ho attaccato l'Amministratore e non sono morta unicamente perchè ho saputo come rimanere lucida, nonostante i tentativi del Nibi di deviarmi mentalmente. Quindi non posso capire come fai a sentirti dannato per quello che sei diventato, sebbene, lo posso immaginare. Questo sì.

    Dopotutto tra una cosa e l'altra lei e il Demone si parlavano, quindi alcune cose che le veniva a sapere.
    Inoltre persone come lei che erano andate incontro alla morte a braccia aperte, da quanto aveva capito, ve n'erano state veramente poche nel corso dei secoli che il Nibi aveva affrontato e vissuto.
    Comunque sia cercò di riprendere il filo del discorso, così da dare qualche risposta al ragazzo.

    Per quanto riguarda la famiglia invece ti posso capire. Nemmeno io ho detto loro nulla nè tanto meno intendo farlo, almeno per il momento. Molto semplicemente perchè penso che se glielo dicessi e sapessero veramente qualcosa a riguardo, potrebbero diventare un bersaglio per arrivare a me e non posso permetterlo, tuttavia in quel momento deviò lo sguardo su di lui, sorridendo leggermente trovo che non sia il modo migliore di affrontare la cosa. Non è facile portare avanti certe cose da soli, soprattutto all'inizio.

    Come Sho avrebbe potuto capire, si stava riferendo chiaramente al suo caso.
    Forse per lei era una cosa che contava un po' meno ormai, visto che tanto era passato del tempo dall'inizio, tuttavia non poteva dire lo stesso per il suo interlocutore che sembrava essere ancora nel pieno del caos che ti assaliva nel primo momento.
    A quel punto tornò con lo sguardo sul panorama, mentre allargava le braccia innalzandole verso l'alto così da stiracchiarsi.

    L'unico modo che hai per risolvere la cosa, Sho, e calmare questi momenti di furia che ti assalgono è imparare a conoscerlo. In questo momento te ancora non l'hai completamente accettato.

    Improvvisamente alzò le mani mentre volgeva il capo verso di lui.
    Inizialmente appoggiò ogni polpastrello contro il corrispettivo delle dita dell'altra mano, fino a schiacciarli e far sbattere i palmi.
    Il tutto accompagnato dalle parole ovviamente, così da dare un senso a quel gesto e fargli capire.

    In questo momento siete come due correnti d'acqua che si scontrano, uno va in una direzione, l'altro in un'altra. Ma chi credi che sia quello con maggior forza? A quel punto mosse una delle due mani che passò sopra l'altra, afferrandola per il polso saldamente Il Gobi ovviamente. Te non puoi sperare di sconfiggerlo, stiamo parlando di forze secolari e che nemmeno i Kage sono in grado di controllare quando sono alla loro massima potenza, anche con il sigillo tutto quello che puoi fare è imparare a conoscerlo e far sì che diventiate un'unica cosa.

    Intanto aveva abbassato le braccia, terminando l'esempio e portandosele in grembo.
    Era necessario che Sho capisse che non doveva rifiutarlo, il Demone.
    Bensì doveva accettarlo come una parte di sè stesso e smetterla di temerlo.
    Così come doveva smettere di avere paura dei momenti di furia e via discorrendo, finchè ne avesse avuta allora, almeno secondo lei, quelli sarebbero riapparsi.

    Quello che ti sto dicendo è che non puoi averne paura e non devi. Fintanto che ne avrai allora sarai a rischio, ricordati che loro possono approfittare delle nostre emozioni negative e riemergere. Inoltre sono condizionati anche dal nostro umore, se te rimani depresso il Gobi di certo continuerà a urlarti contro. Devi dimostrargli di essere diverso, cambia prospettiva. Fai vedere che sei fiero di essere un portatore, che sei contento di essere il suo compagno e che si può fidare di te. Loro sono abituati a persone che gli odiano e disprezzano, tuttavia si straniscono dal momento in cui trovano l'eccezione.

    Sospirò fermandosi un attimo e riprendendo fiato.
    Fino a quel momento non si era quasi mai praticamente fermata.
    Tuttavia era evidente che non se lo poteva permettere, non se voleva che Sho capisse il senso del suo discorso.

    So che non è facile, però le cose stanno così. Sinceramente credo che anche un po' di movimento fisico ti aiuterebbe a calmarti, ricordati che siamo come batterie che straripano perennemente.

    Ammise con tono divertito, visibilmente scherzando.
    Per un attimo le parve di sentire il Nibi borbottare qualcosa, lamentandosi, tuttavia fu appena un istante sicchè anche lui aveva capito che stava giocando, tutta quella serietà non aiutava di certo ad alzare il morale al ragazzo.
    Purtroppo però, molte cose dipendevano da lui. Aveva tutto nelle sue mani.
     
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