Problemi Familiari

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  1. Ryose
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    Oda, Lo Yamanaka II

    amoreeeeee! Sei stato bravissimoooooo!
    E dai mamma, smettilaaaaa. Dovrò prendere a pugni un albero per ottenere di nuovo un po' di virilità se mi continui a trattare così.
    I complimenti di sua madre erano sempre troppi e soprattutto erano troppo dolci, appena estratti dal pianeta frufru, noto per le sue miniere di sdolcinatezze.
    Non appena la tempesta di complimenti si fu placata mi sentii un po' sollevato, odiavo ricevere complimenti, ma mia madre non perse tempo, consegnando una nuova prova a me e, praticamente, anche a mio fratello.

    Lo guardai con comprensione, quindi mi posizionai di fronte a lui.
    Feci un respirone e il mio sguardo si fece improvvisamente più serio, anche se l'unico pensiero che mi ronzava in testa era:
    "Come diavolo faccio a entrargli in testa?"
    Ovviamente non stavo pensando veramente alla testa di mio fratello, quel compito sarebbe stato impossibile perchè io ero decisamente grosso rispetto al cranio di Sho, ma mi riferivo alla sua mente.
    "La fa facile lei, io ho appena imparato ad utilizzare questo nuovo senso. Mi sono pure reso conto delle sue copie che sparivano ad occhi chiusi"

    Entrare nella mente delle persone è una dote comune ai grandi guerrieri, leader, giocatori di bische da strapazzo e si basa sempre sull'utilizzo di strategie che permettono di giocare d'anticipo sui nemici, prevedendo ogni loro mossa, ma era chiaro che mia mamma intendeva qualcosa di decisamente più letterale.
    Cosa avevo scoperto con il mio nuovo, per quanto strano, senso?
    Riuscivo a percepire il chakra con una certa finezza, anche se in un raggio ristretto, ma ancora di più ero sensibile ai movimenti dello stesso. Potevo chiaramente percepire come il chakra di mio fratello si muovesse nel suo corpo e nel suo cervello.
    Ora, si dà il caso che io conosca qualche genjutsu, questi si basano molto spesso sul controllare i flussi di chakra di una persona, per me non è chiaro come questi si colleghino all'esperienza che una persona ha della realtà, ma una cosa ci era stata ripetuta in accademia: il chakra è come linfa vitale.
    Disturbare il chakra di Sho, per scordinarne i movimenti, questa poteva essere una possibilità, ma prima dovevo riuscire a collegarmi alla sua mente, magari con un piccolo costrutto di chakra, sottile come un filo.
    Avrei utilizzato quel nuovo senso per lasciarmi guidare nella creazione del filo, un sottilissimo filo di chakra per collegarmi a Sho, dalla mia alla sua fronte.

    "E ora?"
    Eravamo in contatto, ma come potevo muovere il chakra in modo da scoordinarlo? Non ero io il dottore in famiglia.
    "Spirito, se c'è una cosa che conosco è lo spirito. Quel demone che sta dentro Sho è solo volontà, una volontà di chakra"
    Se volevo entrare nella mente di Sho avrei dovuto permettere a lui di entrare nella mia e nonostante io temessi quello che potevo trovare nella testa di mio fratello, temevo ancora di più quello che lui avrebbe potuto trovare nella mia: paura, risentimento, insomma tutti sentimenti molto maschi.
    "Al diavolo, Sho guarda che cazzo mi fai fare"
    Il mio nuovo senso mi faceva "sentire" il vorticare del chakra di mio fratello, lievemente agitato, quasi a singhiozzo.
    Era il momento di dargli una bella strigliata, ora Sho avrebbe dovuto seguire me, gli avrei mostrato, e non solo a lui che io possedevo la volontà.
    Mi concentrai sul suo ritmo, lasciando fluire il mio chakra lentamente, mentre ripensavo agli eventi della taverna: i traditori, il demone, la mia totale impotenza.
    Tutto, gli avrei mandato addosso tutto.

    In tanto esternamente si era mosso poco o niente, solo la mia espresione era cambiata, facendosi più seria.
     
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23 replies since 28/10/2015, 21:22   259 views
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