Karyuuken

[Dojo Atasuke Uchiha]

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  1. Asgharel
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    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    火竜剣

    ~Spada del Drago~


    Il Dojo sorge all'interno delle mura del villaggio, poco distante dall'ingresso principale.
    L'ingresso al terreno, si trova in una piccola stradina secondaria, mentre la strada che sfocia nella via principale, costeggia l'ampio giardino lungo il fianco della struttura, il cui limitare è delineato da una lunga staccionata in legno e bamboo, finemente intarsiata e lavorata da abili artigiani. La struttura principale della stessa, infatti, ricavata da grandi aste regolari di bamboo delimita tutta l'area, sorreggendo i pannelli ottenuti con le listarelle in legno chiaro, creando un particolare contrasto tra la verniciatura rossa della struttura principale ed il colore chiaro e naturale della parete. Dall'esterno, oltre alla staccionata, è possibile osservare le punte di alcuni alberi ed il tetto della struttura, ricoperto da tegole nere e sovrastato dal piccolo rialzo in cui trovano luogo le stanze del maestro.
    Entrando dall'unico ingresso, posto a sud sotto ad un Torii, è impossibile non notarne le due lanterne bianche, su cui vi erano dipinti sopra i kanji neri che componevano il nome della struttura. Karyuuken, questo era il nome del Dojo. “Spada di drago”, nulla di più azzeccato per un Dojo del paese del fuoco in cui veniva insegnata l'arte del combattere con la spada.
    La scelta di quel portale, non fu un caso per l'Uchiha che decise di fondarlo, dato che questi voleva sottolineare la sacralità di quel luogo in quale luogo della via, ovvero Dojo.
    Entrando e passando, obbligatoriamente sotto al Torii, a condurre i visitatori e gli allievi attraverso al primo giardino, finemente curato, vi era un piccolo percorso, tracciato con alcune pietre perfettamente lisce e tonde, poste a distanze regolari, che serpeggiavano lungo il verde prato della struttura e snodandosi attorno ad alcuni alberi di ciliegio, posti sistematicamente per rendere quel passaggio tortuoso, quasi come a voler intralciare il visitatore, costringendolo ad osservare con attenzione ciò che lo corcondava, iniziandolo al percorso di meditazione necessario per accrescersi, dandogli il tempo di scacciare i futili pensieri.
    Giungendo all'ingresso della struttura, accoglie i visitatori un piccolo portico in legno, anticipato da una serie di tre gradini in pietra, mentre per entrare all'interno bisogna oltrepassare un'ampia porta a scorrimento, composta da due ante in legno di quercia, le quali scorrono a scomparsa nelle pareti bianco panna, regolarmente intervallate dalle colonne in legno a vista che sorreggono l'intera struttura. Entrati, si arriva alla prima stanza, quella dell'accoglienza, dove al bancone risiedono gli addetti alle iscrizioni, presenti solo nelle occasioni quali tornei e celebrazioni.
    Attraversando la porta successiva, si accede direttamente alla sala grande, utilizzata per gli allenamenti del corpo dei guardiani, oltre che per le manifestazioni più grandi. Sul fondo, dal lato sinistro, tramite un'altra anta scorrevole si accede ad una delle due sale piccole, nello specifico quella ovest, adibita all'insegnamento dell'arte a tutti, dove si tengono corsi per tutti i cittadini del villaggio e per gli allievi esterni a Konoha.
    Dalla parte opposta, invece, si accede all'ala est, destinata invece ai soli allievi del villaggio, dove il maestro insegna non solo le basi dell'arte come nell'ala ovest, ma anche le tecniche più raffinate.
    Da questa ala, proseguendo verso nord, ci si imbatte in un corridoio, collegato con una struttura a se stante, dove ha preso forma la forgia, dove Atasuke prepara le sue armi, oltre che quelle cerimoniali per i suoi allievi prediletti.
    Tramite le due porte sulla parete nord della sala grande e quelle poste nelle sue sale piccole, si accede al giardino posteriore, diviso in due parti, l'una formata dalla ghiaia finemente rastrellata per disegnarne i motivi, simili all'acqua del mare attorno alle sue isole, rappresentate da alcune rocce o composizioni rocciose e da due alberi di ciliegio, l'altra parte, invece, è un giardino classico, erboso, anch'esso finemente curato in cui prende parte un piccolo stallo su cui sono posti alcuni bonsai, di vario genere, disposti con ordine per permettere alla luce solare del mattino di irradiarli, venendo invece tenuti in ombra nelle ore più calde del giorno.
    Al centro, un rigagnolo divide i due giardini, collegati da un ponticello in legno, posto poco prima del piccolo laghetto, adornato da alcune carpe koi e da una fontanella tradizionale in bambù che segna regolarmente il tempo che passa, scandendo un colpo ogni 30 secondi circa.



    ~Giardino Anteriore~


    Il giardino anteriore, è la prima parte con cui un qualsiasi visitatore entra in contatto. Si estende a sud dell'edificio, partendo dalla staccionata che richiude tutto il terreno fino alla struttura della sala grande, girandoci attorno ai lati lungo due brevi corridoi, finendo con le due strutture delle ale est ed ovest. Circondato esternamente dalla staccionata, all'interno è contornato dal lungo porticato, che scorre attorno alle tre sale.
    L'intero giardino è erboso ed è diviso tra 5 piccoli sentieri, marcati dalle pietre perfettamente lisce e tagliate in forma circolare, poste in serie, una dopo l'altra a breve distanza, quasi a simulare delle semplici orme.
    Il primo sentiero si dirige direttamente alla sala grande e si snoda attraversando centralmente il giardino, scivolando sinuoso tra i due alberi di ciliegio, posti al centro dello stesso e che costringono i visitatori a procedere con tranquillità, impedendo loro di muovere dritti verso il loro obbiettivo.
    I due sentieri minori, si snodano invece a formare dei semicerchi, girando nel giardino chiudendo un cerchio perfetto, ai cui lati partono gli ultimi due sentieri, diretti uno all'ala est e l'altro direttamente all'ala ovest. Un'abile osservatore, specialmente osservando la conformazione dall'alto può riconoscere che la struttura su cui si basa la parte principale è un simbolo del tao, in cui i due ciliegi cadono simetricamente all'interno delle due gocce complementari
    Sono poi presenti alcuni altri alberi di piccolo taglio, finemente lavorati e potati per garantire l'armonia del giardino lungo le due ali est ed ovest.



    ~Sala Grande~


    Entrando dalla porta principale si accede direttamente alla sala grande. Un unica sala, circondata a destra ed a sinistra da degli spalti ed alcune semplici rastrelliere con le armi da allenamento in legno, principalmente Bokken e Jo, salvo qualche arma particolare utilizzata di tanto in tanto per alcune specifiche spiegazioni. Sul pavimento finemente lucidato, sono visibili alcune “tacche” che fungono da marchio per individuare le tre aree adibite all'allestimento dei tre ring utilizzati durante i tornei o le dimostrazioni. Ogni ring ha una dimensione di 10x10m.
    Tutta la struttura è rigorosamente in legno dalle venature messe in risalto dalla finitura del legno, lucidato e ben tenuto dagli stessi allievi della struttura. Sul fondo, una porta a due ante scorrevoli, esattamente identica a quella di ingresso, si affaccia sul giardino posteriore, mentre ai lati, nascoste dagli spalti altre due porte scorrevoli conducono alle due ale, est ed ovest in cui vengono tenute le regolari lezioni ai differenti allievi.
    Salvo le decorazioni specifiche per le festività o gli eventi, la sala grande è quasi completamente disadorna, fatto salvo per due rotoli appesi ai lati della porta che da sul giardino posteriore su cui sono scritti i dogmi del Dojo e le regole per visitatori ed allievi ed una semplice bacheca, posta alla destra dell'ingresso carica di chiodini su cui sono appese le targhette in legno riportanti i nomi degli allievi e dei praticanti più importanti dell'arte.



    ~Giardino Posteriore~


    Il giardino posteriore è il vero nucleo del Dojo. Qui il maestro e gli allievi di rango superiore meditano sulle arti e sul combattimento. In questo luogo, studiato per conferire la pace e la tranquillità necessarie ad affinare lo spirito, il tempo è regolarmente dettato da una fontana di bambù che regolarmente, ogni 30 secondi batte il tempo, restituendo al laghetto la sua acqua.
    Il Giardino è diviso un due parti da un piccolo ruscello, solcato a metà da un piccolo arco in legno scuro, il quale collega due piccoli sentieri che si snodano nel giardino erboso, adornato con alcuni alberi di ciliegio ed alcuni piedistalli adornati con dei semplici ma elaborati bonsai dalla svariata natura tenuti dal maestro e dagli allievi.



    ~Ala Ovest~


    L'ala ovest, decisamente più piccola della sala grande, ma non per questo meno elaborata, è l'ala utilizzata per allenare gli allievi provenienti dagli altri villaggi e per insegnare l'arte (e le arti in generale) agli allievi del villaggio non addestrati all'arte ninja. Di tanto in tanto è utilizzata da Atasuke per addestrare i nuovi allievi accademici o i giovani pargoli del villaggio.
    La sala è quasi completamente disadorna, fatto salvo per due rastrelliere di armi, rigorosamente in legno, alcuni quadri di paesaggi utili a rilassare la mente, mentre sul fondo della stanza è presente solo un rotolo in carta di riso bianca, su cui sono stati iscritti i kanji con il nome del dojo.
    Subito avanti, vi è un piccolo altare su cui sono presenti le armi del maestro, in breve un set composto dalle tre armi fondamentali: Katana, Wakizashi e Tanto, rigorosamente in legno.



    ~Ala Est~


    Simmetrica in tutto e per tutto all'ala ovest, l'ala est è invece designata all'insegnamento più profondo e solitamente adibita solo all'insegnamento degli allievi, shinobi, del villaggio della foglia. In quest'ala, le armi diventano reali, sostituendo le lame da allenamento in legno con quelle in acciaio, solitamente spuntate per i nuovi discenti, ma perfettamente affilate per gli allievi di lunga data. Qui l'apprendimento raggiunge un livello superiore e per ottenere ciò, la stanza è completamente disadorna per non arrecare distrazioni negli allievi.
    Sul fondo, una porta si apre sulla camminata che conduce all'ala della forgia, dove il maestro forgia personalmente le proprie armi e quelle per gli allievi meritevoli che hanno raggiunto un grado di maestria sufficente da potersi permettere l'onere e l'onore di impugnare una di quelle spade raffinate.



    ~Fucina~


    La fucina, la prima delle aree riservate solo al maestro ed a pochi allievi eletti. In questo luogo sono presenti tre forge da cui il maestro lavora il metallo delle armi per se stesso ed i suoi allievi.
    Questa è, per ovvi motivi, l'unica struttura completamente in pietra, oltre ad essere discretamente distaccata dal resto del complesso del Dojo.
    Come gran parte del dojo, anche questa stanza è disadorna, fatto salvo per due banchi da lavoro ed una rastrelliera a muro a cui sono appesi gli attrezzi del mestiere, ben ordinati e tenuti in perfetta efficienza.



    ~Piano Superiore~


    Il piano superiore, visibile dall'esterno del terreno del dojo, è accessibile attraverso una piccola scala, posta sul lato ovest della sala grande, nascosta dagli spalti. Questo piano è accessibile solo al maestro, il quale possiede l'unica chiave per poter entrare.
    Sul piano, si trovano semplicemente un piccolo archivio ed un ufficio dove Atasuke gestisce gli affari del dojo ed i rapporti con le altre scuole, oltre che amministrare i suoi allievi.
    Il piano, è adornato con alcuni semplici pensieri raccolti nella meditazione nel giardino posteriore, alcuni dogmi del Dojo e da alcuni quadri creati dagli allievi e donati al maestro come segno di apprezzamento.



    ~Sotterraneo~


    Il sotterraneo. Un piano il cui accesso è limitato solo al maestro ed alcuni allievi scelti. Ufficialmente questo luogo è utilizzato solo come magazzino dove sono stipati addobbi per gli eventi, armi di ricambio, manichini ed attrezzatura varia.
    Superata una porta, però, si accede ad una piccola sala secondaria, attrezzata nel dettaglio come palestra per addestrare gli allievi scelti dal maestro, i membri della Shinsengumi, il corpo personale di Atasuke. In questo luogo, Atasuke insegna tutto il suo sapere ed impartisce gli ordini per la sua squadra.



    OT - Questo primo post di descrizione verrà aggiornato e perfezionato nel tempo :zxc: - /OT


    Edited by Asgharel - 5/11/2015, 23:36
     
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  2. Garadash
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    Parlato Kazuki
    Pensato Kazuki
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    Il famoso maestro

    La presentazione





    Finalmente la decisione era stata presa.....tutto era pronto; quel giorno Kazuki si sarebbe presentato al dojo, proprio quello che aveva il famoso maestro: Atasuke Uchiha!!!
    Stà di fatto che non si sarebbe di certo presentato come un ragazzetto del quartiere ( o come uno zingaro); avrebbe indossato certamente qualcosa che dava nell'occhio, era pur sempre un Uchiha anche lui, non uno qualunque....
    Quella mattina il giovane Kazuki si era alzato abbastanza presto, la sveglia era suonata alle sette e mezza, un pò preso dall'emozione e un pò perchè non vedeva l'ora di presentarsi; andò in cucina per fare colazione con molta calma visto l'anticipo, terminata andò subito in stanza e si cominciò a preparare (soprattutto mentalmente).
    Dando uno sguardo alle sue cose decise di indossare un pantalone blu scuro, che gli arrivava poco sotto le ginocchia con due pieghe ben strette, abbinò al busto una maglia aderente dello stesso colore con due risvolti atti a lasciare fuori un pezzo di avambraccio, ma giusto un pò perchè alle mani mise i suoi mezzi guanti come protezione, infine indossò le sue scarpe da ninja.

    Penso proprio che così sono apposto, si ecco fatto, anche la seconda è entrata. I kunai li lasciamo qui......no meglio vicino alla sedia.....perfetto. Ora meglio andare, mi avvio con calma, ho anche il tempo di farmi una passeggiata per il villaggio ora che ci penso..

    Prima di uscire salutò al volo la mamma che era impegnata a fare pulizie nel corridoio e scappò.
    Non appena mise piede fuori di casa già si sentiva meglio, nonostante un pò d'ansia ce l'aveva ancora, ma era pronto per presentarsi al suo maestro, così si avviò verso le porte del villaggio, poco distante dall'ingresso c'era il terreno dov'era situato il dojo. Arrivato lì vide una stradina abbastanza stretta, poi diede uno sguardo verso l'interno, ma si vedeva ben poco vista la staccionata che contornava l'intero terreno; l'unica cosa che si poteva osservare era parte del tetto di una struttura, forse importante, all'interno....Notò allora davanti a sè a circa una ventina di metri un Torii di ingresso, e senza perder tempo lo raggiunse. Mentre, passo dopo passo, avanzava lungo il piccolo sentiero oltre l'ingresso, non poteva non notare la perfezione di quel giardino che gli si presentava davanti; le pietre erano messe tutte in fila e ordinate al massimo quasi a creare un effetto regale, mentre le varie piante che contornavano il perimetro erano state accuratamente potate.
    Giunto davanti alla struttura, quella che vide in precedenza dall'esterno (almeno in parte), si affrettò a salire i tre gradini di pietra che lo conducevano sotto un piccolo portico in legno, ma il suo sguardo era già rivolto davanti a sè, concentrato e fisso sulla porta che, dopo pochi istanti aprì, facendola scorrere all'interno della parete.

    Ci siamo, questo è il momento che ho aspettato....l'importante è presentarsi bene, devo farlo. Non sono venuto qui invano, non sono venuto certo a prendermi un caffè, ora è il momento di prendere iniziativa!

    Varcata l'entrata, si ritrovò in una sala d'attesa, molto luminosa e pulita, e pochi metri più avanti un bancone alloggiava in fondo, prima del muro; dietro di questo c'era un ragazzo intento a scrivere che appena vide il giovane entrare alzò subito la testa per scrutarlo, con molta serietà.

    Salve.....e buongiorno signore, il mio nome é Kazuki Uchiha e sono venuto a conoscere il maestro. La sua fama è notevole qui al villaggio ed io sono un ninja alle prime armi.....bhè vorrei apprendere da lui e dalla sua esperienza se sarà possibile e il maestro avrà voglia!!!

    Così fece un inchino di saluto senza distogliere lo sguardo verso quella persona, e attese....
     
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  3. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
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    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    火竜剣
    L'apprendista 一

    ~L'incontro~


    Atasuke Uchiha, maestro del dojo era nel giardino posteriore, beandosi dei ciliegi che lemntamente ricominciavano a fiorire per la primavera e meditando sul mondo e su ciò che lo circondava.
    Era da molto, se non da sempre che si interessava anche all'arte ed alla meditazione e da quando aveva aperto la sua scuola, aveva infine creato un piccolo angolo di paradiso in cui poteva entrare in contatto con se stesso, con la sua parte spirituale e con gli dei. Cosa che gli veniva confermata ogni giorno con le due piccole kitsune, Hari e Kitsu che gli ronzavano intorno ogni giorno, quasi come se fossero le sue due piccole figlie.
    Egli era in seiza, intent in una profonda meditazione quando il giovane Uchiha arrivò al Dojo. Atasuke al suo arrivo iniziò a percepire qualcosa, come se si fosse accorto dell'arrivo di un ospite, tuttavia, la sua abilità di percezione non era ancora affinata e necessitava di molto tempo ancora per essere perfezionata, motivo per cui ignorò la sensazione, limitandosi a proseguire.

    […]


    Intanto, all'interno della sala grande, il giovane Uchiha fece il suo ingresso, passando per la porta principale ed incamminandosi in quella che era la sala principale dove erano soliti allenasi anche i nuovi guardiani e dove venivano tenute le cerimonie pubbliche ed erano previsti i tornei.
    Per pura coincidenza quel giorno Saito aveva deciso di dedicarsi all'arte della scrittura, sfruttando la sala principale e ponendovi all'interno un piccolo tavolino su cui con dedizione si dedicava allo Shodo.
    All'arrivo dell'uchiha, egli si arrestò con fermezza, tuttavia, come i suo sguardo ed il suo capo si mossero con rapidità e solerzia per osservare il visitatore, il braccio e la mano che impugnavano il pennello invece si mossero lentamente, con dolcezza e precisione, sengo di un'enorme concentrazione ed una ricerca infinita della perfezione in ogni gesto.

    “Salve.....e buongiorno signore, il mio nome é Kazuki Uchiha e sono venuto a conoscere il maestro. La sua fama è notevole qui al villaggio ed io sono un ninja alle prime armi.....bhè vorrei apprendere da lui e dalla sua esperienza se sarà possibile e il maestro avrà voglia!!!”


    Saito non disse nulla per alcuni secondi, limitandosi ad osservare il giovane visitatore, per poi distogliere lo sguardo, ritornando a concentrarsi sul pennello che ripose con precisa cura nella custodia, rimandando a poco dopo la pulizia dello stesso, prevedendo che poco dopo sarebbe tornato ad esercitarsi.
    Quando ebbe fatto si alzò con compostezza, riportando poi lo sguardo sull'aspirante allievo, rivolgendogli la parola con il suo consueto tono distaccato.

    “Hajime Saito. Sono un'allievo del maestro Uchiha... Prego, seguimi nel giardino posteriore, il maestro è intento a meditare”


    Saito gli fece un chiaro cenno di venire avanti e di seguiro, prima di voltarsi, dandogli le spalle per aprire le porte che davano al giardino posteriore. Quando entrambi furono dall'altra parte, con la stessa cura si voltò chiudendo nuovamente le porte prima di procedere lungo il porticato per raggiungere le scale in legno che portavano al sentiero che si snodava nel giardino. Girarono attorno al “piccolo” laghetto mentre la fontana di bambù ritmicamente continuava a segnare il tempo che passava con i suoi regolari “TOCK”. Non ci volle però molto per vedere l'Uchiha posto sotto al sakura in seiza e con le mani congiunte davanti a se in meditazione.
    Aveva una postura retta, precisa e ricercata, tuttavia era calmo rilassato. Nella rigidità di quella posizione si percepiva chiaramente la morbidezza e la tranquillità del corpo e della mente. Era in quei momenti che si poteva comprendere che L'Uchiha non era solo divenuto maestro per la sua abilità, ma anche per il suo spirito.
    Egli era avvolto in un kimono nero di seta, completamente disadorno e monocromatico. Unica nota erano i 5 kamon bianchi, raffiguranti non lo stemma del clan Uchiha, come molti si sarebbero aspettati, ma tre tomoe chiuse in un cerchio, lo stemma che egli aveva deciso di adottare, almeno finchè il clan non avesse cambiato linea o non avesse guadagnato sufficente rispetto da poter nuovamente indossare i ventagli bianchi e rossi degli Uchiha.

    “Atasuke-sama... C'è qui un'ospite che vorrebbe parlarvi e divenire un vostro allievo”


    Saito fece un inchino cordiale al maestro, che tuttavia non aprì nemmeno gli occhi per osservare, continuando nel silenzio della sua pace interiore.

    «Arigatou, Saito. Ritorna pure al tuo esercizio»


    Saito rispose con un nuovo inchino al maestro, seguito da uno verso il giovane aspirante prima di ritornare indietro con compostezza al suo esercizio mattuitino di Shodo.
    Solo quando si fu allontanato Atasuke rivolse la parola al giovane aspirante allievo, schiudendo con calma gli occhi e voltando il capo nella sua direzione, osservandolo con assoluta calma.

    «Uchiha Atasuke... ma immagino tu sappia già chi sono... Dimmi, che cosa vorresti da me?»


    Il suo tono era gentile come lo era il suo sguardo ed il suo sorriso.
    Attese però delle risposte dal giovane prima di compiere ogni eventuale gesto o proseguire con il suo discorso, limitandosi a squadrare, nell'attesa, l'abbigliamento del giovane ragazzo, cercando di carpirne ogni dettaglio per ottenere quante più informazioni potesse dedurre.

     
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  4. Garadash
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    Parlato Kazuki
    Pensato Kazuki
    Parlato altri

    Il famoso maestro

    Poche parole per convincere





    Kazuki fece il suo inchino e la sua presentazione sembrava molto convincente, ma era chiaro che non aveva ancora fatto nulla, per il momento si era solo presentato ad un probabile allievo del maestro Uchiha. Semmai l'avrebbe conosciuto sapeva già che non poteva fare brutte figure, era determinato ad apprendere quante più cose gli avrebbe potuto insegnare, per diventare un grande shinobi in futuro; ma tutto a suo tempo.
    Il giovane che gli stava di fronte cominciò a squadrare il piccolo Uchiha dalla testa ai piedi, poi ripose il pennello che stava usando fino a pochi istanti prima e si alzò; si presentò come allievo del maestro Uchiha e lo invitò a seguirlo nel giardino posteriore.

    Mentre si accingeva ad aprire le porte già intravedeva un raggio di sole che penetrava all'interno della stanza, poi furono subito spalancate. Davanti c'era un bellissimo sentiero curato che si "immergeva" al centro di quel giardino posteriore, passando attorno ad un laghetto; di fronte a pochi metri si notò subito un kimono nero: era lui, l'atteso maestro Uchiha.
    Senza neanche accorgersene, furono subito alle sue spalle. Era chiaro che egli stesse meditando e chissà che non l'avrebbe neanche voluto ricevere in quel momento, ma ormai Kazuki era lì e non aveva intenzione di ripensarci.
    L'allievo che lo aveva precedentemente accolto nella prima sala si accinse a porgere un inchino mentre presentava il giovane studente, allora Kazuki lo fece di seguito.

    Arigatou, Saito. Ritorna pure al tuo esercizio.

    Quella risposta convinse ancora di più Kazuki, gli piacque subito la voce così calma ma piena di autorità. Un attimo dopo Saito fece un altro inchino e si incamminò verso la porta che lo conduceva all'interno, dopo aver dedicato un saluto anche al piccolo Uchiha. Adesso erano solo loro due....il maestro Uchiha e il piccolo Uchiha.....Kazuki era impaziente!
    E il giovane sentì finalmente delle parole rivolte a lui...

    Uchiha Atasuke... ma immagino tu sappia già chi sono... Dimmi, che cosa vorresti da me?

    Il suo sguardo era rivolto verso questa nuova recluta, lo osservava forse per cercare già una risposta alla propria domanda; il suo tono era comunque molto gentile e la sua calma di certo non era un fattore comune da vedere. Il giovane Kazuki allora chiuse per un istante i suoi occhi, la mente era rilassata, ma era moto concentrato sui suoi obiettivi; la voglia di apprendere qualcosa di importante era grande.
    Rilassò entrambe la mani che fino a poco fà aveva ben chiuse, fino ad aprirle.

    Kazuki Uchiha, salve maestro. Era da un pò che desideravo conoscerla, del resto è molto noto qui al villaggio e si sa che le sue doti combattive sono molto elevate. Questo è senza dubbio un motivo...un motivo che potrebbe spingermi da lei....ma non è del tutto corretto.
    Come ha potuto notare sono anche io un Uchiha, appartengo al suo stesso clan. Questo è temuto e rispettato da tutti, è sempre stato così e io ne vado fiero.Comunque sia conosco di fama le sue capacità maestro, Lei sicuramente ha molta esperienza in quanto a missioni e combattimenti in genere ed io vorrei apprendere la sua arte. Un desiderio costante di diventare più forte mi perseguita da tempo, chi potrebbe insegnarmi meglio di Lei a diventare un vero shinobi? Al villaggio non si potrebbe scegliere mentore migliore secondo me, per giunta Uchiha.

    Mi insegni ciò che ritenga più opportuno!!!
     
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  5. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
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    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    火竜剣
    L'apprendista 二

    ~Domande~


    Il giovane Uchiha era teso. Il suo respiro profondo, il tentativo di rilassarsi prima di rispondere erano chiari segnali della sua tensione, che per quanto potesse cercare di nascondere continuavano ad essere presenti.
    Una tensione giusta, retta dall'emozione e dalle mille speranze, ma che poteva essere spezzata da un singolo errore, un singolo punto sbagliato che rischiava di far infrangere il suo desiderio come uno specchio colpito con forza da una pietra.
    Atasuke ascoltò con molta attenzione le parole di Kazuki, ma alcune in particolare attirarono molto la sua attenzione. Parole giuste, forse, ma in cui Atasuke lesse l'indottrinamento che il clan, come al solito, imponeva nelle menti degli allievi, cosa che non apprezzava minimamente.

    «Temuto... Rispettato... Desiderio di forza...»


    Quelle parole risuonarono leggere nel vento che scosse appena le fronde del sakura, diventando però pesanti nel loro stretto significato.

    «Dunque tu sei fiero del fatto che il nostro clan sia temuto? Ritieni forse che lo scopo ultimo di questa scuola come di ogni shinobi sia saziare la propria personale sete di potere? La propria sete di forza?»


    Le domande dell'Uchiha avevano un tono velatamente inquisitorio, anche se di fatto si trattava di domande che non attendevano alcuna risposta dal giovane Kazuki. Prova chiara ne fu la brevità della pausa che seguì, nella quale il giovane non avrebbe avuto modo di rispondere, limitandosi a fare suo quel primo insegnamento.

    «La questione non è cosa sono disposto ad insegnarti... Ma cosa vuoi tu per te stesso. Per apprendere sappi che probabilmente dovrai disimparare ciò che già sai... Ma prima, vorrei che notassi una cosa...»


    Mise quindi in bella mostra i kamon bianchi del suo kimono, rappresentanti tre tomoe anziché lo stemma del ventaglio bianco e rosso del clan.

    «Come vedi non porto i kamon del clan. Questo però non è un limite che mi è stato imposto, bensì una mia scelta e così sarà finché delle questioni non saranno rimesse al loro posto»


    Sia che egli si fosse posto la domanda di quali fossero quelle questioni o meno, quelle domande non avrebbero avuto risposta, o almeno non in quel momento.

    «Ora la domanda fondamentale... Sei davvero disposto ad apprendere da me? Da Atasuke Uchiha, figlio di Sarutobi Uchiha il traditore del clan?»


    I suoi occhi corvini puntarono in quelli del giovane studente, in cerca di una risposta.
    Atasuke non aggiunse altro, ne disse altro, finché il giovane non gli diede una risposta. Egli sapeva, o almeno immaginava che il giovane studente vivesse regolarmente nei quartieri del clan, dunque, come gran parte degli Uchiha, doveva essere a conoscenza della storia di Atasuke, o almeno marginalmente. Stava ora da capire se fosse della “fazione” interna che continuava ad adorare l'attuale capoclan ed il suo manipolo di consiglieri che lo additavano come un traditore ed un nemico del clan, o se invece era parente o amico dell'altra fazione che come gran parte del villaggio lo teneva in grande stima ed apprezzamento.


    Se il giovane, reso edotto della situazione avesse deciso di ritirarsi, tornandosene a casa, Atasuke non avrebbe fatto una piega, limitandosi a salutarlo con garbo e raffinatezza per poi ritornare alla sua consueta meditazione. Se l'allievo non era pronto, non c'era motivo per lui di forzargli la mano.

    Se invece avesse deciso di continuare, sfidando una parte del clan per divenire allievo di Atasuke, egli avrebbe sorriso benevolo, chinando leggermente il capo in segno di saluto e rispetto verso una scelta che ben pochi Uchiha avevano avuto il coraggio di fare.
    Era infatti vero che: seppure egli fosse, secondo molti nel villaggio e nell'accademia, un ottimo maestro, ed era vero che per questo motivo aveva addestrato per i corsi accademici e per il clan stesso decine e decine di Uchiha, era altresì vero che in quei casi erano stati altri ad assegnargli quegli allievi e questi, seppure storcendo il naso, erano in qualche modo “obbligati” a sottostare a lui, mentre in questo caso si trattava di una proposta volontaria come tutti gli allievi di quel Dojo, ad eccezione di alcuni guardiani o aspiranti tali che per disposizioni dell'Uchiha sfruttavano la sala principale per gli addestramenti e le selezioni.

    «Vedo che sei determinato, molto bene... Prima però vorrei porti ancora una domanda: Che differenza c'è tra il combattere a mani nude o il combattere con una spada?»


    Ed a quel punto Atasuke attese una risposta con lo sguardo incuriosito sempre fisso sul nuovo potenziale allievo.
     
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  6. Garadash
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    Parlato Kazuki
    Pensato Kazuki
    Parlato altri

    Il famoso maestro

    Il giovane che resta





    Il giovane studente rimase a distanza ad aspettare un cenno, una risposta da Atasuke Uchiha, dopo che ebbe chiarito il concetto di apprendere da lui. Egli lo ascoltò in silenzio mantenendo quella serietà che aveva come pregio; e dopo che il giovane ebbe finito di spiegarsi e lui di osservarlo mentre ascoltava, era arrivato il momento tanto atteso che Kazuki voleva.

    Dunque tu sei fiero del fatto che il nostro clan sia temuto? Ritieni forse che lo scopo ultimo di questa scuola come di ogni shinobi sia saziare la propria personale sete di potere? La propria sete di forza?

    Quelle parole scossero un pò Kazuki e lo colsero impreparato. Sembrava che al giovane mancasse qualche giusto concetto basico che però non riusciva a capire quale fosse; a lui erano state insegnate certe idee e con il tempo avrebbe potuto migliorarle con l'aiuto di qualcuno che lo invogliasse a farlo. Continuò a guardare negli occhi l'altro Uchiha sperando che non si rifiutasse proprio ora di fargli da mentore; continuò ad essere rilassato con la mente e a non pensare a niente, mentre Atasuke riprese il discorso...

    Fece capire poi al giovane Uchiha che avrebbe dovuto, nel caso sarebbe restato dell'idea di farsi allenare, disimparare alcuni dei concetti che conosceva da tempo per via del suo clan; in altre parole molti concetti non andavano proprio a passo la futura carriera ninja che lo aspettava e quindi doveva prendere una decisione.
    Kazuki era a conoscenza di chi era veramente quel tizio che gli stava davanti; era ben noto al villaggio anche per via del padre che tempo orsono tradì proprio quel clan a cui il giovane era attualmente molto attaccato.
    Nei suoi pensieri c'era tuttavia il desiderio di migliorarsi spiritualmente e fisicamente, non pensava minimamente di tirarsi indietro, era venuto con molta convinzione.

    Lei mi ha messo di fronte ad una scelta ed io le sono grato per questo....è comunque una possibilità di dimenticare l'incontro. Per quanto io adesso devo darLe una risposta, anche perchè chissà quanto tempo già Le ho fatto perdere.
    Sappia che non ho motivo di tornarmene a casa, accetto di divenire suo allievo nonostante sia a conoscenza che altri Uchiha la potrebbero prendere a male diciamo, la mia scelta....


    Kazuki era molto sicuro di sè, di certo non era stato obbligato a recarsi in quel dojo, era stata una scelta presa con il tempo.
    A quel punto Atasuke Uchiha chinò il capo verso il ragazzo, come se avesse capito il suo animo e la sua voglia di apprendere; Kazuki fece lo stesso.

    Vedo che sei determinato, molto bene... Prima però vorrei porti ancora una domanda: Che differenza c'è tra il combattere a mani nude o il combattere con una spada?

    Attese qualche istante prima di rispondere, anche se sapeva che non c'era una risposta corretta

    Il combattimento a mani nude si basa sull'arte marziale e sul sapersi difendere anche in occasioni di svantaggio, per esempio contro uno che impugna una semplice catena. Chi combatte e sceglie di combattere senza armi è perchè si sente di poterlo fare, ci vuole molto addestramento ed è un arte che sinceramente parte svantaggiata ma è sempre soggettiva la questione.
    La spada ti dà quella sicurezza in più credo, di combattere contro un avversario armato, ma potrebbe essere anche più pericoloso per se stessi, se non la si maneggia alla perfezione. Si deve avere una conoscenza approfondita per maneggiare una spada e scegliere di usarla in combattimento, i danni possono essere disastrosi. Del resto mi sembra ovvio che a mani nude arrivi davanti ad un muro immaginario, oltrepassabile in altri casi solo con la spada.
     
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  7. Asgharel
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    °Pensato°
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    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    火竜剣
    L'apprendista 三

    ~Filosofia~


    Atasuke ascoltò con estrema attenzione sia la decisione del giovane, prima, sia la sua risposta alla domanda sulla differenza tra il combattimento disarmato ed a mani nude.
    Ascoltò ogni dettaglio, ogni minimo segno della sua teoria, che, ovviamente, era considerabilmente giusta per chiunque non conoscesse la via della spada o almeno non quella della Karyuuken.

    «Sembra che abbiamo trovato il primo errore da correggere»


    Disse in tono greve squadrando minacciosamente il nuovo allievo, quasi a volergli incutere timore per il “grave errore” compiuto nel dare una risposta tanto sbagliata.
    Mantenne lo sguardo serioso a lungo, anche se in effetti un osservatore esterno avrebbe forse contato 2 o al massimo 3 secondi, tuttavia in quella tensione crescente era noto che il tempo tendesse a dilatarsi a dismisura.
    Poi un sorriso, che divenne un ghigno che divenne una sana e gentile risata, mentre lo sguardo torvo mutava in uno sguardo lieto e amichevole.

    «Scusa lo scherzo, ma mi diverto seriamente troppo con i nuovi allievi, al punto che non posso evitare di ripeterlo ogni volta...»


    Disse, sogghignando divertito, mentre con una mano faceva cenno all'allievo di sedersi o inginocchiarsi al suo fianco.
    Solo quando egli si fu sistemato, Atasuke riprese il suo discorso e di fatto la prima lezione.

    «Prima di tutto... Che cos'è un'arma? È un qualsiasi oggetto atto ad offendere o a ferire qualcuno. Dunque io mi chiedo: Qual'è la differenza tra il combattere con un'arma o combattere senza un'arma? La risposta è: nessuna. Un combattente, usa il suo stesso corpo come arma. Le mani diventano pinze, leve, catene e corpi contundenti. Le mani diventano armi. E cosa cambia se anziché usare la mano come arma uso un oggetto, sia questo nato già con lo scopo di essere un'arma o un qualsiasi oggetto di uso comune? Tutto ciò che cambia è la distanza...»


    Fece una piccola pausa, osservando prima l'allievo e poi il sakura in fiore davanti a loro.

    «Ciò che hai detto in merito all'essere pronti ed all'avere un vantaggio impugnando un'arma è certamente giusto, da un punto di vista “numerico”. Ma... se scindiamo un'arma dalla mano che la impugna o ne cerchiamo delle differenze, non facciamo altro che tarpare le nostre stesse ali. Certo è apparentemente più minaccioso un colpo armato, piuttosto che un colpo disarmato, ma alla fine dei conti che cosa realmente cambia? In entrambi i casi cercheremo di bloccarlo, deviarlo o schivarlo, qualunque sia l'arma con cui questo viene portato»


    Levò una mano, notando un fiore che già stava cadendo sotto l'effetto del lieve vento, cogliendolo nel palmo della mano con delicatezza.

    «Gli uomini ed i sakura sono uguali. Il loro spirito è forte e retto, proprio come il tronco dell'albero. Ma il corpo è debole ed effimero come il fiore. Basta un alito di vento e questo può cadere... e questo vale sia che si tratti di un pugno o di una lama nel petto»


    Lasciò il tempo al giovane allievo di meditare su quanto aveva detto, dato che nella semplicità di quelle parole vi era un grande contenuto dal valore profondo ed intenso.

    «L'uomo e la sua arma, sono come il fiore del il ciliegio... Da soli sono solo un fiore che appassisce nel nulla ed un ciocco di legno. Uniti sono formidabili e perfetti. Ma quando il fiore appassisce e l'arma ci sfugge dalla mano, l'uomo deve ricordare che la sua arma era un mezzo, non il fine, come il fiore, che lascia spazio al frutto. Non dimenticare mai l'arma che celi nel tuo animo. Quella che porti al fianco non è che un mezzo, un fiore bellissimo che serve allo scopo, un prolungamento del tuo braccio, ma è una cosa effimera che può essere spezzata. È nella tua anima che devi preservare la tua arma, per rimanere retto, portare il frutto all'estate, resistere all'autunno ed al gelido inverno ed in primavera fiorire di nuovo.»


    Con quell'ultima frase, riportò il suo sguardo sull'allievo, per osservarne le emozioni, analizzandone i pensieri, per quanto possibile, ed aspettando una sua risposta.
    Se prima era sotto esame per poter essere accettato, ora era sotto esame la sua persona e forse a breve sarebbero state testate anche le sue abilità...

     
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  8. Garadash
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    Parlato Kazuki
    Pensato Kazuki
    Parlato altri

    Il famoso maestro

    Lezione di vita





    Alle parole di quel ragazzo, il famoso Uchiha non resistette a dirgli come la pensava...

    Sembra che abbiamo trovato il primo errore da correggere.

    Sembrava che avesse sbagliato a dare la sua risposta, eppure Kazuki era convinto che non ci fosse una risposta corretta ma dipendesse da persona a persona e come la si pensava. Rimase in attesa di altre parole da parte del suo mentore, ma più passavano gli attimi più Atasuke diveniva serio, fissando il ragazzo con fare minaccioso e cambiando espressione.
    Ma dopo neanche cinque secondi ecco che sorrise nel guardare lo sguardo perplesso del giovane allievo, fino a farsi una simpatica risata senza malizia. Kazuki nel vederlo ridere allora si tranquillizzò e capì che lo aveva solo preso un pò in giro per vedere le sue reazioni emotive.

    Scusa lo scherzo, ma mi diverto seriamente troppo con i nuovi allievi, al punto che non posso evitare di ripeterlo ogni volta...

    Ah ma si figuri, ero sicuro che non c'era una risposta sbagliata e una giusta, quello che mi sentivo di dire l'ho detto.

    Poi il maestro lo invitò ad avvicinarsi; appena il ragazzo fù vicino a lui, notò che si sedette alla sua sinistra.

    Prima di tutto...

    [...]


    Kazuki ascoltò con molta attenzione quelle parole e capì soprattutto che ogni parte del corpo può essere utilizzato come un'arma, quindi alla fine non conta averne una o no, combattere a mani nude poteva avere molti vantaggi invece.

    Ciò che hai detto in merito all'essere pronti ed all'avere un vantaggio impugnando un'arma è certamente giusto, da un punto di vista “numerico.

    [...]



    È nella tua anima che devi preservare la tua arma, per rimanere retto, portare il frutto all'estate, resistere all'autunno ed al gelido inverno ed in primavera fiorire di nuovo.

    Quindi è il corpo che decide, senza il corpo la spada non serve a niente.....la vera forza la scaturiamo noi con le nostre azioni e il nostro spirito, quella è la vera forza....

    Mentre affioravano questi pensieri, Kazuki guardava il suo maestro; un uomo molto saggio si era rivelato con quel discorso.
    Adesso lo guardava con un leggero sorriso stampato in viso, era molto più sereno ora sapendo come il suo maestro la pensava....
     
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  9. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    火竜剣
    L'apprendista 四

    ~Preparazione~


    Il giovane apprendista allievo sembrò apprezzare le parole del maestro, restando in ascolto con la dovuta attenzione.
    Tuttavia, quasi a sorpresa il giovane allievo non si espresse, limitandosi ad un semplice sorriso, che in effetti poteva dire tutto e nulla.

    «Vedo che le mie parole sono di tuo gradimento, molto bene, è un buon punto per cominciare... tuttavia vorrei verificare le tue abilità di combattimento prima di accettarti come allievo della Karyuuken...»


    Disse, iniziando ad alzarsi, afferrando la katane riposta nel fodero alla sua sinistra, per poi infilarla con precisione estremamente ricercata nell'Obi, fissando il sageo con un semplice giro.

    «Vieni, seguimi nella sala degli allenamenti»


    Concluse, fissando bene l'arma prima di iniziare a muoversi, facendosi seguire dal giovane Kazuki.
    Percorsero con calma il piccolo sentiero fino alla ala est, dove, poco prima di entrare un'altro allievo li raggiunse di corsa.

    «Dimmi Kaii, che cosa c'è?»

    “Maestro, la giovane Fuyutsuki è tornata dalla missione”

    «Oh, tempismo perfetto direi... dille di presentarsi nella sala degli allenamenti. Ho un semplice compito per lei»

    “Ma, maestro... è particolarmente stanca, non credo che...”

    «Non preoccuparti Kaii... posso assicurarti che non sarà faticoso per lei, si tratta solo di una semplice lezione tecnica, basta che riesca a tenersi concentrata»


    Concluse gentile, salutando l'allievo che si salutò con un profondo inchino prima di andare a chiamare la ragazza.

    «Sembra che ci sarà un nuovo osservatore al tuo test... ma non ti preoccupare, sarà una cosa semplice»


    Lo rassicurò aprendo gentilmente la porta, spingendola verso destra e lasciandola scorrere, per poi far entrare il giovane allievo e richiuderla alle sue spalle.
    Ormai entrati nella stanza Atasuke fece cenno a Kazuki di posizionarsi al centro della stanza sul tatami mentre lui si posizionò nuovamente in seiza poco più avanti, osservandolo con la dovuta attenzione.

    «Appena arriverà il nostro ospite, mi darai prova delle tue abilità di combattimento. Se vuoi puoi usare una qualsiasi di queste armi per attaccarmi e starà a te decidere quando assalirmi...»


    Ed a quel punto rilassò i muscoli, chiudendo gli occhi e regolarizzando il respiro in attesa di Ayuuki.
     
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  10. Garadash
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    Parlato Kazuki
    Pensato Kazuki
    Parlato altri

    Il famoso maestro

    In sala allenamenti





    Il ragazzo espresse il suo sorriso verso il nuovo mentore, che sembrava essere molto sereno con quelle frasi di saggezza.

    Vedo che le mie parole sono di tuo gradimento, molto bene, è un buon punto per cominciare... tuttavia vorrei verificare le tue abilità di combattimento prima di accettarti come allievo della Karyuuken...

    Finalmente il maestro intendeva passare all'azione....era ora di mettere a dura prova le capacità del giovane allievo del clan Uchiha. Kazuki a quel punto non era più nella pelle di mettersi in mostra; quale prova gli si sarebbe messa davanti?
    Mentre il ragazzo cominciava a prepararsi mentalmente, Atasuke smise di meditare e si alzò.

    Vieni, seguimi nella sala degli allenamenti

    Poi si avviò verso l'ingresso seguito dal giovane allievo. Percorsero il sentiero che li portò all'ala est, al termine del quale si trovava la porta che conduceva all'interno della sala degli allenamenti. Ma un attimo prima di accostarsi a quella porta ecco arrivare di corsa un ninja (sicuramente un allievo del sensei) che andò a riferire immediatamente con Atasuke....
    I due cominciarono a parlare a bassa voce e a qualche metro di distanza da Kazuki, che rimasto in disparte, girò lo sguardo altrove in segno di rispetto.
    Appena terminarono si salutarono con un inchino e l'allievo si allontanò.

    Sembra che ci sarà un nuovo osservatore al tuo test... ma non ti preoccupare, sarà una cosa semplice.

    Ah bene, la cosa si fà interessante....

    Atasuke aprì la porta e vi invitò il giovane ad entrarci, la richiuse poi alle sue spalle. Una volta dentro disse a Kazuki di posizionarsi al centro della stanza sul tatami, mentre lui si stabilì a qualche metro di distanza ad osservarlo....

    Kazuki era pronto a scoprire quale sorpresa gli avrebbe riservato il proprio maestro, e attese con pazienza e concentrazione.
    Si mise in posizione rilassata a gambe parallele alle spalle e con le mani giunte dietro la schiena, mentre il suo sguardo era rivolto al maestro Uchiha, che intanto aspettava in seiza....
     
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  11. **Kat**
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    I ~ Il ritorno al Karyuuken: In cerca di quiete


    E

    ra appena rientrata da una missione. Non appena aveva varcato le imponenti e sicure porte del Villaggio la Fuyutsuki tirò un sospiro di sollievo. Finalmente era tornata a casa, dopo un’impegnativa missione. Era stata inviata, insieme ad altri Shinobi di Konoha, a recuperare una importante fornitura di erbe e piante mediche provenienti dal Paese del Vento. L’Ospedale della Foglia aveva bisogno di particolari ingredienti per sviluppare un antidoto o una cura per una malattia tropicale che aveva colpito alcuni cittadini del Paese del Fuoco. Per questo aveva richiesto alcune erbe a Sunagakure no Sato, con serre ben fornite e variegate.
    Purtroppo la fornitura di Erbe medicinali era caduta nelle mani di alcuni banditi al confine tra il Paese del Vento e quello del Fuoco. La carovana di mercanti era stata presa d’assalto e Konoha non poteva tollerare una simile perdita. Per questa ragione l’Amministrazione del Villaggio aveva mandato un gruppo di Shinobi e Kunoichi.
    Alla fine la missione si era risolta nel miglior modo possibile. Dopo aver scovato il covo dei malviventi era stato piuttosto semplice costringerli alla resa. Era stata un’incursione ben organizzata e senza nessun perdita. E tutti erano tornati sani e salvi nelle loro abitazioni.
    La Fuyutsuki, invece di rincasare alla Tenuta di famiglia, aveva deciso di fare un salto al Karyuuken, il Dojo dove si allenava costantemente nell’arte della mano armata. In realtà aveva imparato molto altro e non solo impugnare una semplice Arma bianca. Aveva imparato a dosare le forza, canalizzare le proprie emozione e perseguire la strada della giustizia. Desiderava fare visita al suo maestro ed a Shinpachi-kun. Quel ragazzo dalla chioma rossa non era ceduto ancora al suo fascino, nonostante i numerosi tentativi. Ma la caparbietà e l’orgoglio della Kunoichi le impedivano di mollare, anche contro cupido, anche contro i Kami.
    Non appena superò i Torii del Dojo, incamminandosi verso il sentiero principale di quel piccolo giardino antecedente alla struttura, venne raggiunta da un Allievo di Atasuke-sama. Purtroppo non era Shin-kun. - Ohayoo Kaii-kun! - Il ragazzo la invitò a seguirlo nella Sala d’allenamento del Dojo, visto che il Maestro aveva intenzione di sottoporla ad una lezione tecnica. - Uff.. va bene. - Non sembrava particolarmente entusiasta. Aveva raggiunto il Karyuuken per poter meditare un po’ e riposarsi sotto gli alberi di Ciliegio situati nel cortile esterno. Ed invece era stata invitata a prendere parte ad una lezione di Kenjutsu. Aveva la concentrazione necessaria per sostenerla? Era stanca, molto stanca. Ma di certo non poteva rifiutare un invito del Maestro.
    - Arrivo subito. Indosso prima qualcosa di più leggero ed arrivo. Non mi farò attendere molto! - Promette prima di dirigersi verso gli spogliatoi della struttura. Si sedette per alcuni minuti su una delle panche in legno. Fortunatamente gli Allievi di Atasuke-sama erano impegnati negli allenamenti quotidiani, quindi aveva lo spogliatoio tutto per sé. Sospirò leggermente per scrollarsi di dosso tutta la fatica della missione ed iniziò a svestirsi della maglietta e dei pantaloncini. Anche di tutto l’equipaggiamento, persino del coprifronte. Le mani congiunte raccolsero un po’ di acqua fresca e bagnò il viso.
    Dopo aver indossato una canottiera nera smanicata e dei pantaloncini rossi si presentò alla Sala di allenamento, dove Atasuke-sama e Kazuki-kun sedevano al centro del tatami. Alle braccia erano avvolte le fasce da Combattimento, invece ai piedi portava dei sandali in legno. La Chioma castana era sciolta al vento, ordinata solo da un fermaglio che tratteneva la frangetta ed alcuni anelli in ottone che chiudevano l’estremità finale della cascata di capelli. Era pronta per seguire l’allenamento. Si era spogliata di tutto, pronta ad affrontare con serietà la lezione del Maestro. Ovviamente aveva lasciato alle spalle le fatiche della missione, rendendo il suo animo ben predisposto alla lezione di Atasuke-sama. Sul suo volto era dipinto un sorriso sereno.
    Si avvicinò con passo tranquillo e felpato verso il centro del tatami. Mostrò un rispettoso inchino nei confronti del Maestro del Karyuuken, a cui ormai era particolarmente legata. Era serio, inflessibile e taciturno. Insomma non era il tipo da prendere alla leggerezza, forse in alcuni casi anche noioso e troppo dedito alla meditazione. Ma nutriva un profondo affetto e rispetto per l’Uchiha. Parte dei suoi progressi li doveva a lui ed alle sue pazienti lezioni al Dojo.
    - Ohayou Gozaimasu Atasuke-sama! - Chinò il busto e mantenne rigida la schiena. Le braccia erano distese lungo il corpo e sciolse l’inchino solo dopo alcuni secondi. Abbozzò un lieve sorriso per poi sedersi accanto al nuovo allievo, di fronte al Maestro. - Perdonate il mio abbigliamento… ma sono appena tornata da una Missione e preferisco spogliarmi di ogni preoccupazione, anche materiale, quando entro al Karyuuken. - In realtà si era sempre rifiutata d’indossare le divise nere del Karyuuken. Preferiva allenarsi in canottiera e pantaloncini come aveva sempre fatto. Quindi la sua era solo una scusa, architettata a regola d’arte. - Sono abbastanza lucida da seguire la lezione. - Precisò.
    Intanto lo sguardo si spostò verso il ragazzo al suo fianco. Nascose la sorpresa con un affabile sorriso. Aveva già conosciuto l’Uchiha, in seguito ad esame in Accademia. Era stata la Fuyutsuki ad esaminarlo per concedergli o meno il coprifronte. - Ohayoo Kazuki-kun! Noto con piacere che la tua curiosità e la naturale propensione che hai nel migliorare te stesso ti hanno spinto in questo Dojo. Sono certa che qui troverai quello che cerchi. - O almeno lo sperava. Conosceva già il nuovo allievo del Karyuuken. Era stata chiamata per esaminarlo ancora una volta?


     
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  12. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
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    "Parlato" (altri)
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    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    火竜剣
    L'apprendista 五

    ~L'ospite~


    Kazuki non fece storie ed entrò senza problemi o remore nella sala, mettendosi in attesa davanti ad Atasuke senza muovere un mucolo. Certo la postura militare era ottima e dava già un buon segno della disciplina che il ragazzo aveva, tuttavia, Atasuke non diede a vedere alcuna emozione, nessuna forma di apprezzamento o disprezzo, rimanendo a tutti gli effetti neutrale fino all'ultimo, o quantomeno fino all'arrivo di Ayuuki nella stanza.
    All'ingresso della ragazza nella stanza, Atasuke sciolse il suo rigore, lasciandosi andare nuovamente ad un sorriso gentile verso la giovane.

    “Ohayou Gozaimasu Atasuke-sama!”

    «Buongiorno Ayuuki... Perdona la convocazione urgente, ma c'era necessità della tua presenza per un nuovo aspirante allievo... Ma dimmi, è andata bene la tua missione? So che hai avuto un compito non semplice per l'ospedale»


    Rispose, con gentilezza, concedendo qualche minuto in più di relax alla ragazza e concedendo delle (false) aperture a Kazuki che poteva sfruttare per aggredirlo a sorpresa, come d'altronde gli aveva chiesto di fare poco prima.
    Sia che il ragazzo avesse cominciato con i suoi attacchi, sia che questi avesse deciso di attendere un momento più propizio o un momento meno “vile”, Atasuke avrebbe continuato con la sua distrazione, continuando a rivolgersi alla giovane allieva senza dare apparente attenzione a Kazuki.

    «Ad ogni modo spero sarai molto attenta, perchè oggi per te sarà una lezione importante, anzi, direi vitale... So infatti che hai iniziato a lavorare per l'accademia nell'addestrare le nuove leve... Ma dimmi, come valuti i tuoi allievi? Segui qualche parametro? È sempre interessante scoprire il metro di valutazione degli altri insegnanti»


    Continuò con gentilezza in quella che più che una riunione fomale di allenamento, sembrava essere una tranquilla giornata qualsiasi. Si poteva quasi dire che mancassero solo del the e dei biscottini e la scena poteva definirsi conclusa.
    Ma poco dopo, dalla stessa porta da cui era arrivata Ayuuki, fece la sua comparsa un'altro allievo di Atasuke con un vassoio ricolmo di tutto ciò che serviva, in particolare anche ben tre tazze per servire tutti e tre i presenti.

    «Oh, Toshi, molto gentile, come sempre... E vedo con piacere che hai pensato anche alla nostra Ayuuki ed al giovane ospite»

    “Beh, Atasuke-sama, ho visto che avevate ospiti ed ho pensato che...”

    «Hai fatto più che bene, posa pure tutto qio, al resto ci penserò io... Ayuuki, spero apprezzerai un po di the...»


    Concluse gentile, salutando l'allievo, prendendo in mano il vassoio che dispose delicatamente alla propria destra, disponendo il tutto come si conveniva.

    Se Kazuki ancora non avesse approfittato di quei momenti per attaccare, Atasuke, prima di procedere con la cerimonia del the si sarebbe voltato nuovamente verso di lui, osservandolo con sguardo indispettito.

    «Allora? Vuoi darmi prova della tua abilità o vuoi che si freddi l'acqua per il the?»


    Eppure, a dispetto delle parole pronunciate e dallo sguardo indispettito, il suo tono rimaneva gentile e pacato. A quel punto la domanda era certamente una: Quale era il test?
     
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  13. Garadash
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    Parlato Kazuki
    Pensato Kazuki
    Parlato altri

    Il famoso maestro

    Prime reazioni





    Il giovane ninja era ora davanti al suo nuovo maestro in attesa di essere esaminato per le sue capacità; Atasuke-sama era rilassato ma sempre mantenendo la sua estrema concentrazione davanti al proprio allievo. Dopo pochi istanti la porta si aprì e vi entrò una ragazza: era Ayuuki-san, l'esaminatrice di Kazuki della prova finale all'accademia ninja. Il ragazzo appena la vide le mostrò subito un sorriso e la sua espressione divenne più calma e tranquilla; non si sarebbe mai aspettato che anche Ayuuki sarebbe venuta al dojo quest'oggi e si sentì contento. Lei si presentò con un inchino verso entrambi per poi essere interpellata dal maestro Uchiha riguardante la missione da cui era appena tornata.
    Atasuke domandò quindi alla ragazza della missione e di come l'aveva affrontata e portata a termine; il ragazzo notò che era completamente rivolto verso di lei e che non badò più ad esaminarlo, lasciandolo per un attimo ad escogitare un piano d'attacco. Tuttavia Kazuki decise di aspettare che il maestro ebbe finito di parlare con l'allieva, in segno di educazione e poi perchè non sarebbe stato leale attaccarlo mentre era distratto, nonostante era potentissimo e non avrebbe avuto problemi a schivare qualsiasi tentativo di attacco.
    Purtroppo però il colloquio proseguì oltre le prime domande, sembrava che lo stesse facendo apposta per dargli modo di attaccarlo; il ragazzo iniziò a spazientirsi in piccola parte, non aveva voglia di perdere tanto tempo. Forse era arrivato il momento di eseguire un'azione verso il suo maestro, ma in quel momento che Kazuki divaricò la sua guardia preparandosi ad avanzare la porta si aprì nuovamente.
    Un altro allievo entrò in sala portando un vassoio con sopra un miniset da thè per servire gli ospiti. Una leggera delusione colpì il giovane Uchiha che fino a quel momento sperava ancora che il proprio maestro lasciasse stare Ayuuki per alzarsi e iniziare a combattere contro di lui.

    Ma come, adesso questo ci porta del thè in un momento così particolare? Non voglio pensare che il maestro avesse architettato tutto questo, è impossibile. E io che stavo per attaccarlo....cioè devo prendere il thè? No no, ci deve essere qualcosa sotto, devo stare attento.

    Il ragazzo rimase in guardia e con la massima concentrazione sperando in un attacco improvviso del maestro, che invece non sembrava minimamente preoccuparsi di lui e della sua prova di mettersi in mostra. Passarono una decina di secondi quando Atasuke-sama si rivolse al suo nuovo allievo con tono stavolta un pò scocciato.

    Allora? Vuoi darmi prova della tua abilità o vuoi che si freddi l'acqua per il the?

    A quelle parole Kazuki capì allora che non si era certamente dimenticato di lui, anzi...era come se lo stesse provocando per vederlo attaccare con maggior grinta. Comunque, il ragazzo cercò di mantenere la calma, ma nonostante tutto non aveva intenzione di attaccarlo in quelle condizioni; aspettò quindi che Atasuke ebbe versato il thè nella tazzina di Ayuuki per mettere una mano nel suo portakunai e estrarre due spiedi [Azione gratuita ist.]; se li posizionò poi uno in ogni mano tenendoli tra il medio e l'anulare e chiudendo le mani a pugno stretto.

    Se è questo quello che vuole....vedrò di accontentarla!!!

    Appena Atasuke posò sul vassoio la giara contenente il thè, il ragazzo alzò le braccia a croce davanti al proprio petto con i palmi rivolti verso di sè. Con un rapido movimento a frusta scagliò gli spiedi richiamando una piccola quantità di chakra e mirando al petto del maestro Uchiha con estrema precisione [Slot azione 1]. Il movimento fù eseguito in tutto silenzio e in una frazione di secondo, senza avvertire ovviamente al momento del lancio il suo avversario.




    Chakra: 9,5 bassi/10 bassi
    Vitalità: 8 leggere/8 leggere
    Energia vitale: 30 leggere/30 leggere

    Slot difesa 1:
    Slot difesa 2:
    Slot difesa 3:

    Slot azione 1: Lancio di due spiedi al petto
    Slot azione 2:
    Slot azione 3:

    Slot tecnica 1: /
    Slot tecnica 2: //

    Slot gratuito: Estrazione di due spiedi
     
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  14. **Kat**
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    II ~ Parametri di giudizio: Tea time!


    L

    a Fuyutsuki aveva optato per un abbigliamento leggero ed essenziale. Il suo corpo, forgiato dai duri allenamenti del Karyuuken, era coperto solo da una canottiera nera e dei pantaloncini che arrivavano appena all’inguine. Ai piedi portava dai semplici sandali di legno, che decise di abbandonare non appena varcò la soglia della Sala d’allenamento. I piedi nudi aderirono sul lucido e freddo pavimento della sala, dove il nuovo allievo ed Atasuke-sama l’attendevano.
    Si era cambiata con una certa celerità per evitare di prolungare l’attesa dell’Uchiha. Veniva convocata solo in occasioni formali o lezioni importanti direttamente dal Maestro, altrimenti lo trovava a meditare sotto gli alberi di ciliegio sul retro della struttura. Spesso si univa a quelle sessioni di profonda meditazione, oppure lo invitava con il suo buon temperamento ad una piccola esercitazione per affinare il proprio stile di combattimento.
    Atasuke-sama si era rivelato un buon maestro, superando di gran lunga le aspettative della Fuyutsuki. All’inizio si era unita agli allievi del Karyuuken per pura curiosità, seguendo il sentimento di rispetto ed affetto che nutriva per l’Uchiha. Infondo l’uomo aveva protetto con il suo stesso corpo la ragazza da alcune scosse elettriche durante la missione d’infiltrazione nell’Arena del Purgatorio. Solo in seguito aveva capito l’importanza dei suoi insegnamenti, ed ora che era di fronte al suo Maestro in seiza non riusciva a trattenere un naturale sorriso di riconoscenza.
    - Molto bene! Non era una missione semplice… Alcuni banditi al confine con il Paese del Vento hanno intercettato una carovana con delle erbe mediche indispensabili all’Ospedale di Konoha. Siamo riusciti ad individuare rapidamente il loro covo e costringerli alla resa. - Ovviamente la missione era stata molto più impegnativa del previsto. Non era durata meno di ventiquattro ore, e la raccolta d’informazioni era stata ostacolata dal regime di terrore istaurato dall’organizzazione criminale sulle popolazioni di confine. Aveva trascorso ben tre giorni fuori dalle mura di Konohagakure no Sato, insieme ai suoi compagni di Team nella ricerca di tracce o indizi sul carico di erbe e medicinali provenienti dalle serre di Suna. La parte più “semplice” della missione era stata nello stanare i criminali. Non erano ben preparati all’interno del loro covo, costituito da una semplice caverna sui confini del Paese del Vento. Costringerli alla resa era stato più facile del previsto. Ma alla Fuyutsuki non andava di raccontare ogni singolo dettaglio della Missione, per evitare di annoiare i presenti. - Ma non scendiamo troppo nei particolari, non vorrei tediarvi. - Infondo era stata convocata per altre ragioni.
    Si accomodò di fronte al Maestro, affiancando il neo-allievo del Karyuuken. Lanciò una piccola occhiata verso il giovane Uchiha. Conosceva già Kazuki-kun, visto che era stata proprio lei ad esaminarlo alla fine dell’Accademia, nel tanto temuto esame di diploma. Accolse il suo sorriso solare e lieto, a quanto pare aveva lasciato un bel ricordo nella sua mente nonostante il “particolare” esame. Ma non era lì per esaminarlo ancora una volta, anche perché Atasuke-sama deviò il discorso verso altri argomenti.
    L’improvvisa domanda del Maestro del Dojo la sorprese, ma pensò bene di non mostrarsi troppo sbigottita o curiosa per quel quesito. Cosa c’entrava con la lezione? Inarcò un sopracciglio, cercando negli occhi neri come la pece dell’uomo le reali motivazioni che l’avevano spinto a discutere del suo ruolo come esaminatrice in Accademia. In realtà la sua presenza agli esami di diploma era stata dal tutto casuale, visto che l’eterno rivale dell’Uchiha, Okada-Sensei si era beccato una brutta influenza. Ma era certa che se l’Accademia avesse avuto di nuovo bisogno della sua supervisione, non avrebbe esitato a convocarla con una missiva. Sospirò leggermente. - Sono certa che Kazuki-kun può rispondere tranquillamente a questa domanda. Sono stata io stessa ad esaminarlo nel giorno più importante di un Denshi in Accademia. - Lanciò un’occhiata al suo fianco per incrociare lo sguardo scuro dell’Uchiha. - Motivazione, temperamento e spirito di coesione! - Pronunciò quelle tre parole senza esitare. In parte comprendevano anche gli insegnamenti del Karyuuken. Abbozzò un lieve sorriso.
    - Un Ninja senza una buona motivazione, senza la Volontà del Fuoco che arde dentro di sé, non sarà dissimile ad un mercenario. E non potrà mai individuare il suo Nindo Ninja. - Iniziò a spiegare nel dettaglio i suoi personali parametri di giudizio, anche se non erano così statici e fissi. - Sogni, Ambizioni, rimpianti, gioie, dolori.. temprano l’animo ed il carattere di ogni Shinobi. Trovare un equilibrio dentro di sé è di fondamentale importanza, senza denaturare mai il proprio essere, senza rinunciare ai propri sentimenti e senza percorrere strade che conducano alla vanagloria e alla ricerca del potere finalizzato a se stesso. - Alzò le spalle per poi sospirare. - La vera forza di un Ninja in missione risiede nello spirito di squadra. Entrando in sinergia con i propri compagni di Team si riesce a colmare i punti deboli e rafforzare i punti di forza di ogni singolo membro. - Concluse con un sorriso.
    - Ovviamente sono l’esaminatrice meno titolata dell’Accademia, quindi questi sono solo “pensieri”, opinioni soggettivi.. e non parametri di giudizio. - Ci tenne a precisare. La serietà sul suo volto svanì non appena un Allievo del Dojo raggiunse i tre Shinobi seduti al centro della Sala di allenamento con un vassoio con del Thè. Tutto era stato perfettamente ordinato ed apparecchiato per tre. Le mani della Fuyutsuki si congiunsero davanti al petto. Ringraziò con un sorriso sia il Maestro del Karyuuken che il suo allievo per la gradita offerta. - Accetto volentieri. Sono rientrata al Dojo in cerca di un po’ di tranquillità e una tazza di Thè può sicuramente giovare ai miei nervi. - Soprattutto dopo una missione tanto impegnativa. Accettò ben volentieri la tazza di Thè, dopo aver atteso che l’acqua bollente si raffreddasse un po’. Accolse tra le mani la tazzina fumante ed iniziò a berla con prudenza per evitare scottature alla lingua. Mantenne la schiena dritta e le gambe incrociate in seiza. Portò la tazzina alle labbra per sorseggiarla.
    Intanto Kazuki-kun decise di attaccare il maestro del Dojo, dopo aver esitato per tutta la preparazione del Thè. La Fuyutsuki era a conoscenza delle capacità sia del Maestro che dell’Uchiha, quindi il ragazzo si era lasciato sfuggire un’occasione per prenderlo alla sprovvista. Forse attaccarlo in quel modo era alquanto vile, ma i sensi di Atasuke-sama erano così fini da percepire anche un singolo movimento del corpo. Le iridi della ragazza si spostarono verso le mani del ragazzo in procinto di lanciare alcuni Spiedi in pieno petto al Maestro ancora in seiza. La lezione era appena iniziata?


     
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  15. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    火竜剣
    L'apprendista 六

    ~La prova~


    Lo sguardo di Kazuki era dubbioso. In effetti Atasuke non solo gli aveva chiesto di attaccarlo, eppure era rimasto fermo, in attesa e quando sembrava che il momento potesse essere giunto, si era fatto portare del the.
    Chiunque, giustamente, in una simile condizione si sarebbe chiesto che cosa mai potesse essere accaduto nella sua mente da ignorare a tal punto l'allievo. Tuttavia, a dispetto dell'apparenza, Atasuke non lo stava ignorando, anzi, lo stava osservando con attenzione.

    °Sta aspettando... Onorevole da parte sua°


    Pensava, vedendo che il giovane ancora si ostinava ad attendere pazientemente.

    “Ma non scendiamo troppo nei particolari, non vorrei tediarvi.”

    «Oh, non preoccuparti di questo... Se non fosse interessante certo non lo avrei chiesto, non trovi?»


    Sorrise, concedendosi una lieve risata, prima di proseguire oltre con il suo discorso e passando sul piano educativo, ascoltando con estrema attenzione i miglioramenti dell'allieva e le sue teorie.

    “Ovviamente sono l’esaminatrice meno titolata dell’Accademia, quindi questi sono solo “pensieri”, opinioni soggettivi.. e non parametri di giudizio.”

    «Permettimi di dissentire... è tramite i valori che seguiamo che spingiamo noi stessi a migliorarci, dunque è di fatto un valido metro valutare la forza delle nostre intenzioni... Spesso ci si limita a valutare le capacità tecniche, ignorando il lavoro che ci sta dietro... Certo valutare i risultati è importante per un jonin o un chunin, tuttavia, quando si tratta di nuovi elementi, come gran parte delgi studenti, bisogna valutarne non solo l'abilità attuale, ma le potenzialità di apprendimento, valutando se i nuovi adepti sono pronti ad interrompere i loro studi accademici ed iniziare ad imparare sul campo per loro conto, come Genin...»


    Commentò, correggendo l'allieva che aveva iniziato ad imparare anche a controllare le proprie emozioni ed i propri istinti, compiendo enormi passi in avanti dal loro primo incontro e dalla loro prima missione insieme.

    «Sono piacevolmente colpito dal tuo miglioramento Ayuuki-chan, complimenti. Sono fiero di te»


    Concluse, con sincero apprezzamento prima che arrivasse Toshizou con il necessario per la cerimonia del tè.

    «Allora? Vuoi darmi prova della tua abilità o vuoi che si freddi l'acqua per il the?»


    Chiese infine, mostrandosi spazientito e finendo di disporre il tutto per servire i due ospiti.
    Kazuki, forse infervorato dall'invito, o forse spazientito da tutta quella scena contraddittoria, estrasse i suoi spiedi in un movimento ampio e palese, senza porsi il minimo problema di celare le proprie intenzioni.

    °Sembra che abbia ereditato l'avventatezza del clan°


    Pensò, afferrando con delicatezza il mestolo di legno per l'acqua calda, preparandosi a levarlo con la dovuta calma di fronte a se, come la cerimonia richiedeva.

    “Se è questo quello che vuole....vedrò di accontentarla!!!”


    I due spiedi volarono veloci nell'aria, finendo per impattare contro qualcosa. Il secco suono degli stessi mentre si conficcavano nel loro bersaglio, vibrò nell'aria, finché questi non smisero a loro volta di vibrare.
    Atasuke mantenne la calma, senza dire nulla, limitandosi ad osservare il mestolo, come la cerimonia richiedeva, prima di abbassarlo nuovamente, ruotandolo ed estraendo da questo i due spiedi che si erano conficcati sul fondo danneggiandolo in maniera irreparabile.
    [Slot Difesa]

    «Sembra che dovrò cambiare hisaku... fortuna che ne avevo uno nuovo pronto per le evenienze»


    E nuovamente si concentrò sulla cerimonia, mettendo da parte il vecchio per riprendere con il nuovo, lavando prima la tazza di Ayuuki con l'acqua calda e la frusta, per poi svuotarla con precisione, ripulendola e passando il bianco fazzoletto per asciugarla.
    Con la medesima cura prese dunque il tè dal suo recipiente, dosandolo con precisione prima di aggiungere nuovamente l'acqua calda, presa nuovamente dal recipiente più grande.
    Riposto tutto al suo posto, prese dunque la piccola frusta di bambù, agitando e mescolando il tè con vigore nella tazza in un gesto veloce ed efficace, eppure calmo e dosato.
    Quando infine la bevanda raggiunse la giusta densità e la giusta tonalità verde smeraldo, ripose nuovamente la frusta, ruotando la tazza e porgendola all'allieva, per poi di ripetere il medesimo rituale verso Kazuki ed infine servendo se stesso al medesimo modo.
    Ci vollero alcuni minuti per compiere tutto il rituale, per quanto stringato, tuttavia, fino alla fine di questo, Atasuke non disse una parola, concentrandosi corpo e mente nel raggiungere la perfezione ad ogni gesto, ad ogni singolo movimento.

    «Spero vogliate scusarmi... Mi sto ancora esercitando nella cha-no-yu, dunque spero vorrete perdonare le mie imprecisioni, come la mia mancanza in alcuni punti del rituale, tuttavia, non volevo tediarvi troppo con i miei allenamenti»


    Scherzò, prima di sorseggiare dalla sua tazza, notando con piacere di aver raggiunto in discreto livello nella selezione della miscela e nel dosaggio, che per primi diedero degli enormi problemi nell'apprendimento di quell'arte, anche se alla fine la sua testardaggine, ma soprattutto quella della vecchia Sayaka, sembravano stessero ripagando le ore di addestramento passate con la vecchia vicina.

    «Ad ogni modo, stavamo parlando di valutazioni, se non ricordo male... e Kazuki ha appena dato una dimostrazione delle sue capacità... Dimmi Kazuki, sinceramente, come pensi di aver agito nel tuo attacco?»


    Concluse gentile, prendendo un altro sorso prima di poggiare nuovamente la sua tazza, portando tutta la sua attenzione su Kazuki, ascoltando ciò che aveva da dire.

    [...]


    Che avesse detto tutto, sinceramente o meno, a quel punto Atasuke avrebbe voltato la sua attenzione verso Ayuuki, ponendole una domanda non molto dissimile.

    «Cosa ne pensi Ayuuki? Qual'è la tua opinione da allieva e da insegnante su quanto ha fatto Kazuki, ma soprattutto su quanto ha detto?»


    E con la stessa accortezza ascoltò Ayuuki prima di dedicarsi alla sua ultima valutazione, su entrambi, oltre che all'eventuale risposta alle loro domande, sempre se ve ne fossero state...
     
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50 replies since 4/11/2015, 22:39   717 views
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