Karyuuken

[Dojo Atasuke Uchiha]

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  1. Asgharel
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    茶の湯 四

    Cerimonia del Té

    ~Resonance~






    Ci sono momenti nella vita in cui un uomo cerca il contrasto. Ci sono momenti in cui invece cerca l'armonia e l'assonanza. E ci sono momenti in cui un uomo non cerca nulla e davanti a se trova la perfezione. Questo era uno di quei momenti.
    Atasuke ascoltava con attenzione le parole di Kairi ed i suoi pensieri e con altrettanta garbata attenzione osservava i lineamenti di lei, curioso, nell'osservare le sue reazioni ed i suoi modi di porsi ed in un certo senso, intrigato da ciò che vedeva.
    Nella sua vita molte erano state le donne che aveva incontrato e molte di esse non facevano altro che mettersi in mostra, come dei pavoni, alla ricerca dell'attenzione dell'Uchiha o forse del mondo stesso, eppure lei era diversa. C'era qualcosa, nel suo sguardo, nel suo atteggiamento, nelle sue parole di diverso, sincero. Ella non sembrava cercare la gloria, semplicemente voleva sviluppare se stessa per se stessa, traendone al più un vantaggio portando onore anche al clan. Vedeva qualcosa in lei, qualcosa che ricordava di aver visto solo una volta, tanto tempo addietro...
    “L'obiettivo principale è farlo per me stessa, ma trovo motivo di orgoglio poterlo fare anche per il clan. Pensavo che per voi fosse lo stesso. Come mai per esperienza invece me lo sconsigliate?” A quelle parole Atasuke sorrise, comprendendo di essere stato forse poco chiaro nell'esposizione «Infatti è così» Ammise, sorridente «Quello che temevo era che l'atteggiamento fosse quello opposto. Ovvero agire principalmente per il clan e porre se stessi in funzione dello stesso. Attualmente ci sono troppi dissidi interni, troppe spaccature e manca un capoclan ormai da troppo tempo per potersi dedicare allo stesso con adeguati risultati. Inoltre, agendo per il clan dimenticando se stessi potrebbe portare a perdere di vista il vero obbiettivo. Già la nostra vita come shinobi spesso mette in discussione il nostro IO ed a volte può portarci ad agire contro i nostri stessi ideali. Agire sempre e solo in funzione del clan porterebbe a dimenticare la nostra stessa identità, perdendo ciò per cui combattiamo ed alla fine il clan non ne gioverebbe affatto, rimanendo impantanato nell'attuale situazione» concluse, affilando poi leggermente lo sguardo sulla ragazza, chiedendosi se ella fosse davvero agli inizi o non fosse già più abile di quanto non sembrasse. «Tuttavia, ancora una volta mi trovo piacevolmente stupito. Sei intelligente e non segui i ferrei dettami che spesso vedo nei giovani studenti del clan... Mi chiedo da dove derivi tutta questa saggezza» Sorrise, prima di proseguire con il discorso.

    “Questo spiega il suo aroma così particolare. Un gesto molto gentile da parte dell'uomo quello di continuare a mandarvi la sua miscela, dimostra grande gratitudine” Atasuke rispose a quelle parole con un cenno di assenso, dato che di fatto erano la riprova di quanto già detto in precedenza. Tuttavia non aggiunse nulla di più a quanto già non detto, in fondo i fatti già parlavano da se, mentre il cielo andava oscurandosi poco alla volta...

    [...]


    Il discorso andò poi a cadere su un argomento che Atasuke non amava molto, principalmente perchè lo costringeva a scoprirsi non poco e spesso finiva in becere figure, da una parte o dall'altra, spesso volute dallo stesso Uchiha per evitare spiacevoli incomprensioni.
    Eppure, in quel caso, non si dispiacque nell'ascoltare le considerazioni di Kairi, ne si sentì in qualche modo imbarazzato a parlarne con lei e nel profondo sentì che ci doveva essere qualcosa di strano in tutta quella naturalezza. Qualcosa che non sentiva di aver raggiunto nemmeno con Shizuka o quantomeno non in entrambi i sensi della comunicazione.
    “Che tipo di donna cercate? E' indubbio che voi abbiate molte delle qualità che diverse cercano in un uomo, quindi immagino che siate voi a non aver ancora scelto” A quella domanda diretta però Atasuke sembrò arrestarsi per un istante. Non fu la paura a bloccarlo, neppure una forma di timidezza o disagio. Semplicemente non sapeva cosa rispondere. In effetti non si era mai posto quel tipo di domanda. Era successo che si era innamorato e basta. Prima con Akane e poi qualche anno dopo con Shizuka, che invece non sembrava ricambiarlo, finendo poi con il loro rapporto in quello che poteva definirsi un binario morto. «Sinceramente non saprei» Disse, mentre il suo sguardo vagava lungo il rigagnolo, osservando la placida acqua cristallina che scorreva lungo il suo corso, snodandosi lungo il giardino e formando onde cristalline al passaggio sulle pietre lisce e levigate del fondo. «Shinobi, Civile, Nobile Non ho mai cercato nulla in particolare in una particolare classe sociale, poiché non è la sua famiglia ad interessarmi» Disse, levando lo sguardo verso il cielo, beandosi del tramonto che a poco a poco avanzava. «Bionda, Mora, Rossa... Capelli lisci, ricci, mossi... Occhi chiari, occhi scuri... Alta, bassa... Nulla di tutto ciò ha importanza» Ammise sinceramente, abbassando lo sguardo lungo un ampio arco per finire con l'incrociare gli occhi corvini di Kairi, da cui non levò più lo sguardo.
    «La donna che cerco... non ha aspetto. Non ha una forma, ne caratteristiche particolari. Sia essa una umile contadina o una nobile principessa. Sia essa indomabile e violenta o obbediente e dolce. Sia ella brutta come la fame o splendente come la stella più luminosa, ella sarebbe solo quella giusta, il dono che gli dei mi hanno fatto ed ai miei occhi sarebbe perfetta.» °Come forse la visione che ho dinnanzi agli occhi° aggiunse la sua mente, mentre il volto, imperscrutabile, manteneva intatta la sua espressione, mentre quel pensiero a poco a poco sembrava scalfire la sua mente ed il suo animo, facendogli percepire una risonanza che non sentiva da tempo.
    I suoi occhi però, dolci traditori, non mentivano. E se ella avesse avuto l'ardore e la costanza di osservarli con la debita attenzione, avrebbe forse notato, in quella corvina profondità che c'era qualcosa, una scintilla di un emozione che forse non si sarebbe aspettata e che certo egli stesso non si aspettava.
    «Ma dimmi» riprese lesto per evitare di aprire per troppo tempo quella spaccatura nella sua maschera di rigore. «Tu ti sei fatta anche un idea dell'uomo che vorresti al tuo fianco nel futuro? Da quel che ho capito i tuoi sogni sono abbastanza definiti e precisi anche nel lungo termine, quindi immagino ti sarai fatta un'idea dell'uomo ideale, no?» Solo quando ebbe finito, si rese conto della dabbenaggine di quella domanda, ma ormai, il danno era fatto, dunque si limitò a calcolarlo come un equo scambio di pezzi. E con un poco di fortuna forse anche ella avrebbe fatto lo stesso.

    [...]


    Il discorso andò oltre, passando poi per lo “scherzetto” per comunicare la promozione ed andò a concludere in quello che di fatto fu a tutti gli effetti un nuovo invito da parte dell'Uchiha, esteso, inoltre, anche al padre della ragazza, una “vecchia conoscenza” con cui ebbe a che fare soprattutto agli inizi da guardiano, mentre ora gli incontri erano decisamente meno frequenti a causa dei soliti impegni al Dojo, ma soprattutto per le responsabilità del comando alle mura del villaggio.
    “Vi ringrazio in ogni caso per la buona notizia. E siete troppo gentile, non so se merito tutti i complimenti che mi state facendo” Ironicamente le parole di Kairi, nella loro umiltà strapparono un nuovo sorriso dell'Uchiha che non poté fare altro se non convincersi ulteriormente della propria opinione in merito alla ragazza, decidendosi sempre più a volerla conoscere maggiormente.
    «L'umiltà è un dono raro» °Specialmente nel nostro clan° «E questo non fa che dare forza alle mie parole, Kairi» Sorseggiò quindi dalla sua tazza, arrivando oramai quasi a terminarla. In fondo avevano parlato molto ed il tempo per quanto non sembrasse, scorreva veloce ed il sole continuava imperterrito a scendere all'orizzonte.
    Proseguì oltre e fu estremamente lieto nel sentire kairi accettare l'offerta anche a nome del padre e con un gentile inchino di ringraziamento, si prese la libertà di procedere nella maniera più semplice e rapida che conosceva. «Molto bene, credo allora che sia il caso di avvisarlo quanto prima. Mi spiacerebbe avvisarlo tardi a cena oramai pronta... perdonami un secondo» E con quelle parole, chiuse gli occhi, concentrandosi e canalizzando il proprio chakra, cercando di individuare quello di Izuna. Una volta individuato, sul collo dello stesso sarebbe apparso un piccolo sigillo, come su quello dell'Uchiha e su quello di Kairi che per prima avrebbe udito la voce di Atasuke risuonare nella sua mente senza che però avesse emesso anche solo un fiato. [Tecnica] «Kairi, ora siamo entrambi in contatto direttamente con tuo padre, se vuoi posso invitarlo io, altrimenti concentrati su quello che vuoi dirgli e lui potrà sentirti direttamente»
    Ed a quel punto, ottenuta una risposta di Kairi, mentale o vocale che fosse, Atasuke si sarebbe rivolto ad Izuna per poi proseguire con il discorso o lasciare il messaggio a Kairi. «Izuna-sama? Perdonate la chiamata improvvisa, sono Atasuke, avrei un messaggio per voi...»

    Se Kairi avesse deciso di esporre di persona l'invito, Atasuke avrebbe quindi taciuto, lasciando alla ragazza procedere con l'invito.

    Se invece ella avesse optato per lasciare a lui la comunicazione, Atasuke avrebbe quindi intavolato la questione con tono garbato lasciandosi udire da entrambi. «Izuna-sama... Vorrei invitarla questa sera per una cena in un ristorante non lontano dalla Karyuuken. Vostra figlia ha già gentilmente accettato e credo che abbia qualcosa di importante da dirvi. Se possibile vi inviterei ad indossare un abito elegante ed a raggiungerci qui alla Karyuuken, diciamo tra un'ora, un'ora e mezza circa»

    In entrambi i casi, Atasuke a chiusura della comunicazione avrebbe quindi specificato all'uomo l'orario del ritrovo ed il luogo, nella fattispecie sotto al torii di ingresso, prima di salutare, come conveniva e chiudere il collegamento rilasciando i sigilli che aveva attivato. «Immagino fosse la tua prima volta, o mi sbaglio?» chiese, osservando le reazioni della ragazza prima di terminare la sua tazza di tè ed iniziando a ripulirla con la stessa cura con cui l'aveva preparata all'inizio della cerimonia.
    «Ti piacerebbe visitare il Dojo nell'attesa di tuo padre? Quando avrai finito il tuo tè, ovviamente» commentò, quando ebbe terminato definitivamente di ripulire gli attrezzi e la sua tazza, riponendoli in una piccola scatola di legno che aveva tenuto nascosto fino a poco prima e che utilizzava per portare velocemente il necessario.

    Se ella avesse acconsentito, quando ebbe terminato anche lei, Atasuke avrebbe preso con la stessa premura la sua tazza, ripulendola a dovere e riponendo tutto, prima di alzarsi avvicinandosi a Kairi e porgendole la mano per aiutarla in un semplice gesto di cortesia. «Prego, da questa parte» disse, traendola leggermente a se per aiutarla ad alzarsi, per poi porgerle il braccio e per dare il via ad una tranquilla passeggiata nel parco posteriore illuminato dalla ormai poetica luce del tramonto. «Per ora hai già avuto il piacere di osservare il giardino posteriore. Qui io, come i miei allievi, ci dedichiamo alla cura della mente, più che del corpo. C'è chi passa il suo tempo a meditare sotto i ciliegi, chi semplicemente si rilassa sull'erba. Come vedi, laggiù...» disse, indicandole un piccolo treppiedi posto sotto ad un albero «Alcuni si dedicano alla pittura, mentre altri si dedicano allo Shodo ed al Cha no Yu. Io personalmente mi dedico ad entrambe queste due arti e nelle occasioni di tempo anche alla meditazione e la tecnica che hai potuto apprezzare prima deriva proprio dalle lunghe sessioni di meditazione.»
    I due proseguirono oltre, seguendo nuovamente il rigagnolo fino alla pozza d'acqua menre il tempo continuava ad essere scandito dalla fontanella segna tempo alimentata dallo stesso scorrere dell'acqua. «Su questo lago, molti si dedicano ad affinare il controllo del chakra, allenandosi a camminarvi sopra senza affondare, altri si allenano in sicurezza nell'uso delle katon e di tanto in tanto qualcuno si allena nel controllo delle suiton ed il relativo controllo sull'acqua»
    E su quel piccolo pontile, Atasuke si arrestò, lasciando la possibilità a Kairi di contemplare tutto ciò che la circondava, dandole il tempo di gustare la vista prima di proseguire all'interno della struttura dove alcune luci erano scattate per illuminare le sale dove alcuni allievi si stavano attardando nel praticare varie arti...



     
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