Un passo dopo l'altro

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    Infine era giunta innanzi al palazzo.
    Ci era voluto un po' più del previsto, questo soprattutto a causa del suo senso d'orientamento che nelle situazioni più banali la mollava a sè stessa finendo così per farla perdere.
    Non era neanche da escludere che fosse ripassata più volte nello stesso punto, in cerca della direzione giusta da imboccare.
    Per sua fortuna al contrario dell'altra volta era riuscita a trovare delle persone a cui chiedere, anzi a dirla tutta in quel caso era riuscita anche a vedere com'era il villaggio a piena vita.
    L'aveva trovato non molto dissimile da Oto o Suna il via vai di persone, salvo per il fatto naturalmente che i caratteri, così come i modi e certi costumi risultavano diversi.
    Di sicuro una delle differenze che aveva notato rispetto a Oto e Suna, era la diffidenza che provavano i cittadini nei confronti degli stranieri e di chi non era comunque ufficialmente del villaggio.
    In questo senso Kiri al contrario le era sembrata molto più aperta mentalmente, anche il modo in cui era stata accolta dalla Guardiana lo lasciava alquanto a intendere, e sinceramente la cosa non le dispiaceva.
    Non che disprezzasse il proprio villaggio, però capiva come potevano sentirsi le persone in visita davanti a certi sguardi e modi di fare, insomma di sicuro risultava difficile ambientarsi.
    Probabilmente non fosse stato per la nebbia che ti confondeva le idee, avrebbe detto che quel posto al momento per lei risultava come il più accogliente tra quelli in cui era stata.
    Non che ci volesse molto dopotutto, considerando che in fin dei conti oltre Oto era stata giusto a Suna, oltre che alcuni dei villaggi minori ma giusto per una visita durante alcune delle missioni.
    Al suo villagio natio perso tra il bosco e le profondità della terra non ci pensò nemmeno, poco ma sicuro quello sarebbe risultato accogliente tanto quanto il Bosco dei Sussurri. Non che volesse essere pessimista, però le informazioni che aveva raccolto a riguardo non lasciavano affatto sperare bene... Poco male, ci avrebbe pensato successivamente a quella questione.
    Ora doveva dare la priorità ad altro, e visto il luogo dove si trovava e la persona che stava cercando di incontrare era meglio se non si distraeva.
    Il palazzo si trovava poco più in la' rispetto a lei, innalzandosi ai suoi occhi come una figura minacciosa.
    Questo non perchè lo fosse realmente, bensì perchè visto il suo umore attuale e i suoi pensieri le risultava abbastanza difficile essere ottimista.
    Si era fermata ad alcuni metri di distanza, guardandolo con ambo i pugni stretti lungo i fianchi.
    Era chiaro che stava esitando, dopotutto se il Mizukage l'avesse ricevuta molte cose sarebbero potute cambiare, non era una visita di piacere dopo la quale tutto sarebbe rimasto com'era prima.
    Però doveva anche ammettere a sè stessa che non aveva molto senso andarsene ora, non dopo tutta la strada che aveva fatto per arrivare fino li e le bugie che aveva detto alle persone a lei care. Bugie che forse aveva detto più per proteggere sè stessa che loro, ironicamente.
    Deglutì guardandolo ancora un attimo, prima di sospirare abbandonando il capo verso il basso e rilassare le dita delle mani distendendole, visibilmente rassegnata.
    Ci doveva provare, avrebbe pensato poi a quello che sarebbe conseguito da quel suo tentativo.
    Era inutile stare a rimuginare sul futuro e sui possibili scenari, con i se e con i ma non si fa la storia.
    Rialzò la testa tentando così riguadagnare un minimo di compostezza, per poi avviarsi verso il portone d'entrata.
    Una volta davanti prima che potesse iniziare a farsi altre pippe mentali, alzò una mano e battè il pugno sulla porta, bussando con abbastanza forza in modo che si sentisse dall'interno.
    C'era solo da sperare che effettivamente il Mizukage fosse già tornato a casa.
     
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    Un passo dopo l'altro

    Scoperta immediata





    Pochissima gente veniva a trovarmi direttamente in casa. Generalmente tenevo il lavoro fuori di lì, concentrandolo tutto in Amministrazione così da lasciare quello spazio privato quanto più felice possibile. Ma da quando avevo dovuto mandare Ayame e le bambine a Monte Corvo quel posto sembrava spettrale: non importava quanto di tanto in tanto fingessi che fossero lì con delle copie ed una Henge (per ingannare eventuali osservatori esterni e far girare la voce che fossero ancora lì), la loro mancanza la sentivo moltissimo e ciò influiva direttamente sul mio umore. Quel giorno avevo deciso di staccare a mezzogiorno dai miei doverti e così ero tornato a casa. Avevo mangiato qualcosa di surgelato, avevo lavato i piatti e sistemato come meglio potevo la cucina, dopodiché mi ero rintanato in camera a leggere una pila di rapporti importanti. Potevo farlo in Amministrazione, ma quei giorni il caos mi innervosiva e lo rifuggivo nascondendomi nella solitaria intimità di casa mia. Volevo andare a trovare Ayame a Monte Corvo e decisi che sarei partito all'indomani. Con quel pensiero finii per addormentarmi sul letto, con i fogli sul petto.


    Il suono del bussare mi svegliò quasi subito: non dormivo profondamente, e non avevo nemmeno il sonno pesante. Rotolai di lato, cadendo volontariamente dal letto, per poi rialzarmi e camminare sbadigliante verso la porta. Indossavo solamente una maglietta, avevo poi i capelli del tutto disordinati ed un'espressione in faccia che definire "addormentata" era a dir poco. Non mi presi nemmeno la briga di vedere chi fosse dal nottolino, limitandomi ad aprire la porta.


    jpg



    Mi ritrovai davanti una ragazza che doveva avere circa diciott'anni di età, dai capelli scuri ed un corpo apparentemente allenato. Notai immediatamente una cosa: il suo coprifronte. Era una kunoichi di Oto. Eh... Dissi alquanto sorpreso mentre il mio occhio interiore

    Percezione del Chakra [0]
    Speciale: L'utilizzatore può vedere il colore del chakra di una persona osservata. L'utilizzatore può scoprire alcuni aspetti del chakra: impronte possedute; alterazioni da tonici, droghe, tecniche speciali, possessioni e simili; quantità approssimata della riserva.
    la analizzava rapidamente, stabilendone sommariamente il livello di forza (ancora una principiante, apparentemente) ed una particolarità che fece svanire improvvisamente il sonno: non avrei mai fallito nel riconoscere il chakra di un Bijuu all'interno di un Jinchuuriki. Ammetto di essere sorpreso. Perché il Jinchuuriki del Nibi bussa alla mia porta? Dissi, molto curioso. Avevo il sospetto che fosse correlato col Demone, ma non ne ero sicuro. Il mondo ormai era a conoscenza di ciò che ero ed erano anni che avevo smesso di nasconderlo, per cui uno dei pochi motivi che mi venivano in mente riguardavano proprio il Demone. Ma non azzardai a dar voce alle mie supposizione, attendendo che lei parlasse.


    Immagino però che vi starete chiedendo come abbia fatto a capire immediatamente chi lei fosse. Scoprire il Bijuu dentro di lei era tutt'altro che difficile, inoltre conoscevo perfettamente l'identità dell'altro Jinchuuriki (dell'Hachibi). Non ci voleva di certo un genio a riunire gli indizi per comprendere che la ragazza davanti a me era l'altra.
     
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    Aspettò qualche istante li fuori sebbene veramente poco, quando ecco che qualcuno arrivò alla porta, aprendola.
    Davanti a lei si ritrovò un ragazzo vestito alla ben e meglio, dallo sguardo assonnato e più alto di lei.
    Il corpo era snello per quanto comunque allenato, sebbene all'apparenza potesse sembrare gracile rispetto a quello di altre persone.
    La testa era ricoperta da una zazzera bionda, coi capelli che sembravano ribellarsi andando sparati in ogni direzione.
    Anche il viso non aveva segni particolari, ben delineato oltre che semplice e pulito.
    L'unico dettaglio su cui si soffermò per qualche istante, furono le iridi dell'altro che erano di un colore molto simile a quello dei suoi occhi.
    Comunque sia il ragazzo prese parola, e ben presto capì che era proprio lui il Mizukage. Chi altro poteva avere una conoscenza tale in materia da riconoscere a occhio un'altra portatrice? Fu visibilmente sorpresa dalla cosa, almeno inizialmente.
    A quel punto si lasciò andare ad un sospiro liberatorio, socchiudendo per un attimo gli occhi e divenendo visibilmente più rilassata.
    Il fatto che l'avesse riconosciuta da solo e che il Nibi era stato nominato, di certo facilitava il tutto. Non avrebbe dovuto girarci attorno prima di toccare quello che sarebbe stato il nocciolo della questione, perchè poco ma sicuro che nel caso cui avesse dovuto iniziare a parlare lei della cosa le sarebbe risultato un po' difficile prendere l'iniziativa.
    Certo anche quello che si apprestava a dire in quel momento non era facile, non per lei.
    Tornò col capo in posizione eretta da che l'aveva leggermente abbassato, oltre che riaprire completamente gli occhi per poi guardare dritto nelle iridi il Mizukage.

    Io... Prima di tutto vi chiedo scusa, Mizukage, per avervi disturbato a casa però si trattava di una questione urgente. Mi chiamo Nakora e sono una Genin, piacere.

    Il tono per quanto pacato metteva comunque in evidenza una certa incertezza, anche il fatto che avesse passato una mano ad afferrare il polso dell'altro braccio, stringendolo, era un chiaro segno di come non fosse sicura di quello che stava per dire.
    Mai in vita sua era stata così attenta alle parole da dire, anche il fatto che stesse dando del Lei al suo interlocutore era una cosa mai accaduta in precedenza, se n'era sempre sbattuta delle formalità, ignorando gradi, gerarchia e via discorrendo.
    Eppure in quel momento stava uscendo fuori, per così dire, il suo lato più insicuro. Un lato che aveva provveduto a nascondere molto bene agli occhi di Febh, Diogene e al Demone stesso.
    Si morse appena il labbro inferiore prima di continuare col discorso.

    Sono venuta qui per chiedervi aiuto.

    Disse tutto d'un fiatto mentre faticava a reggere lo sguardo dell'altro, le parve addirittura di sentire il proprio orgoglio che veniva infranto come uno specchio che andava in mille pezzi.
    Però dire quelle parole fu come togliersi un peso, un macigno che aveva portato fino a quel momento sulle proprie spalle rotolò via, cadendo a terra e frantumandosi in tanti piccoli pezzi.
    A quel punto continuò a parlare, visibilmente più sciolta e tranquilla, oltre che sicura di sè stessa.

    Anzi, ho sbagliato. Non sono solo io, siamo Io e il Nibi ad aver bisogno di aiuto, e credo fermamente che lei sia l'unico a poter fare qualcosa a riguardo. Dubito vi siano altre persone con le conoscenze adatte.

    Più andava avanti più il suo sguardo si stava facendo duro, segno che stava riacquistando tutta la propria sicurezza.
    Certo non dava assolutamente per scontato che l'altro avrebbe accettato di aiutarla, dopotutto era pur sempre una kunoichi di un altro villaggio, la quale non aveva nulla a che vedere con Kiri nè tanto meno aveva mai fatto nulla per quel villaggio. Però valeva la pena provarci fino all'ultimo, ormai era li.

    Nessuno ad Oto sa il motivo della mia visita, non credo capirebbero. Dopotutto non sono molti quelli in grado di vedere i Demoni non come armi, bensì come compagni, no?

    Addirittura sorrise timidamente in quel momento, tra l'altro apparentemente con un che di nostalgico.
    Era stato proprio questo il motivo per cui si rifiutava di comportarsi con il Nibi come molti si aspettavano, non era così facile il rapporto tra un portatore e il proprio Demone, e molti non lo capivano.
    Vedevano solamente un'arma di distruzione di massa incapace di ragionare.

    Il punto è che... Vogliamo imparare a difendere meglio il nostro legame, proteggerlo. Un sigillo sappiamo entrambi che non basterà in casi estremi. C'è anche altro, però a quel punto si guardò un attimo dietro, prima di voltarsi nuovamente verso di luiNon mi sento sicura a dire tutto qui fuori, spero capisca. Se vuole ascoltare finirò di spiegarle, altrimenti me andrò come sono venuta senza dare alcun problema, anche perchè capirei in tal caso.

    Sulle ultime parole abbassò leggermente lo sguardo, come rattristita però era evidente come stesse cercando di nascondere la cosa. In quella situazione non aveva lei il potere per decidere, doveva affidarsi ad un'altra persona e sperare in lei.
     
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    Un passo dopo l'altro

    Lo strano aiuto che forse è impossibile




    La ragazza mi sorprese. Veniva lì, all'improvviso, chiedendomi aiuto dicendo che quella richiesta giungeva anche da parte del Nibi. Il Nibi che chiedeva aiuto ad un altro Bijuu? Osservai il viso della ragazza per dei lunghi istanti e vi lessi una convinzione avvalorata dalle sue parole: non riusciva a considerare il Nibi solo un'arma. Compresi il nobile pensiero nonché le difficoltà che esso poteva portare, e sentii qualcosa smuoversi dentro me alla sua richiesta di aiuto. Mi grattai un attimo la testa e mi voltai, facendole cenno con la mano di entrare. Era comprensibile se intendeva proseguire in un posto più tranquillo.


    Entra pure, e chiudi la porta! Dissi, facendomi seguire fino nel salottino dove generalmente passavo le mie serata con Ayame, Jukyu e Nana. Le foto della mia famiglia erano un po' ovunque: appese ai muri, su alcuni mobiletti e poi sul grosso mobile in soggiorno (con all'interno libri, cristalleria e vari ricordi), proprio al centro, c'era un classico portafoto che raccoglieva alcuni momenti fondamentali della vita della mia famiglia. Al centro campeggiava grande il giorno del mio matrimonio con Ayame, poi c'erano tre spazi a destra ed a sinistra uno sull'altro, più piccoli. A destra c'era la foto di Jukyu appena nata, poi una scattata quando aveva tre anni ed infine una scattata pochi mesi fa con me ed Ayame. E la stessa cosa, speculare, per Nana, sulla colonna di sinistra. Il salotto non era in ordine, c'erano giocattoli sparsi un po' a caso sul pavimento e sul tavolino basso c'era una birra aperta e finita da me la sera precedente. Scusa il disordine, ma non stavo aspettando nessuno. Dissi, grattandomi appena il capo, indicandole poi il divano al centro del salotto, messo tra due poltrone che erano rivolte verso di esso. Posso offrirti qualcosa da bere, Nekora? Ho circa tutto in frigo, oppure del thè o del caffè. Sapevo benissimo che non era mai facile parlare di certi argomenti, ed immaginavo che lei avesse raccolto molto coraggio per venire fino a Kiri a chiedere aiuto a me.


    Probabilmente se Diogenes l'avesse saputo (sempre se già non lo sapesse) avrebbe saputo come sfruttare la cosa, oppure avrebbe fermato la ragazza perché Diogenes era il classico Shinobi che riusciva a vedere solo delle armi dentro i Bijuu. Per cui mandare un Jinchuuriki nel covo nel nemico poteva sembrare (ed a tutti in effetti lo era) una mossa stupida. Ma solo un altro Jinchuuriki poteva vedere oltre quell'aspetto, le diffidenze e le divisioni tra i villaggi. Tutti i Jinchuuriki per me erano sempre stati motivo d'interesse, ma sopratutto, da quando avevo raggiunto un sufficiente grado di esperienza, gente che volevo guidare nella ricerca della pace e della sicurezza. Saremmo sempre stati delle armi. Non saremmo stati armi miserevoli però.


    Se lei avesse voluto qualcosa glie l'avrei portato. Sarei comunque andato in cucina a prendere una bottiglia d'acqua fredda e due bicchieri, in ogni caso, che misi sul tavolino basso dinanzi al divano. Infine mi accomodai sulla poltrona alla sinistra di Nekora, posando poi i gomiti sui braccioli imbottiti. Guardai la ragazza in viso, con interesse. Dimmi tutto Nekora, se posso, ti aiuterò. Dissi, con sincerità. Lo so bene che quasi nessuno riesce a capire, ma se davvero non vedi il Nibi solo come un'arma, mi sembra una cosa... parecchio straordinaria. Ma allo stesso tempo, so bene che quasi nessuno ti comprenderebbe. Ma non io, no noi. Mi corressi, specificando che parlavo anche per Chomei. Per cui non avere paura.
     
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    La risposta del Mizukage la prese completamente alla sprovvista.
    Non si aspettava che accettasse nè tanto meno che la facesse entrare.
    Dopotutto era pur sempre un estranea in fin dei conti, eppure non le chiude la porta in faccia nè tanto meno la schernì.
    Difatti quando la invitò ad entrare rimase imbambolata li per qualche istante, sicura di aver capito male.
    Vedendolo però allontanarsi e sentendo che le diceva di chiudere la porta, capì che stava accadendo veramente.
    Forse quella fu una delle prime volte che lei e il Nibi sorrisero assieme, proprio nello stesso identico momento.
    Non fosse stato che stava cercando di mantenere un minimo di dignità, probabilmente sarebbe saltata sul posto urlando di gioia, ovviamente però si trattenne quel minimo così da evitare un gesto del genere.
    Tornò improvvisamente con la testa nel mondo reale, e immediatamente entrò chiudendo la porta con attenzione dietro di lei e seguendo l'altro.
    Mentre avanzava all'interno della casa iniziò a farsi un'idea di che genere di uomo potesse essere il Mizukage, questo soprattutto quando vide le foto delle bambine e di lui con la moglie.
    Inizialmente pensò fossero nipoti o simili, tuttavia come vide la parte del matrimonio capì che non era così.
    Si diede della sciocca mentalmente, pensando a quanto fossero state stupide ed inutili tutte quelle sue pippe mentali, indubbiamente doveva essere una persona di buon animo.
    Inoltre vedere tutte quelle cose riguardanti la famiglia la fece sentire un po' di più a suo agio, visto che anche lei viveva con sua sorella gemella e sua madre avendo col loro un legame molto particolare.
    Comunque sia in alcuni punti la casa era in disordine, in altri pulita e così via discorrendo ma in ogni caso doveva ammettere che era arredata in maniera abbastanza semplice, per quanto comunque elegante.
    Giunti fino al salotto l'altro si scusò per la lattina a terra e simili, lei dal suo canto sorrise divertita facendo un cenno con la mano che non c'era da preoccuparsi.
    Lei stessa non era di certo una ragazza ordinata, era abituata a vivere nel disordine per tanto non le diede affatto fastidio il tutto.
    Si andò ad accomodare sul divano indicatole mentre l'altro andava a prendere qualcosa da bere, alla sua domanda decise di non fare complimenti. Inoltre bere qualcosa di sicuro avrebbe alleviato la tensione.

    Una birra andrà più che bene, grazie.

    Già gli alcolici aiutavano decisamente a sciogliersi, inoltre visto e considerato quanto le piacevano a lei personalmente di sicuro era la scelta migliore vista la situazione.
    La raggiunse poco dopo portandole quanto le aveva chiesto, e sentendo le sue parole si sentì sollevata, sorridendo mestamente quando disse che loro potevano comprenderla.
    Era contenta di sentirglielo dire, veramente, voleva dire che lei e il Nibi ci avevano visto giusto, forse si poteva veramente fare qualcosa a riguardo.
    Afferrò la lattina di birra e ne bevve un sorso, per poi tornare con lo sguardo su di lui e prendere parola. Ora andava molto meglio.

    Va bene... Allora, come ti dicevo desideriamo trovare un modo per difenderci da coloro che potrebbero provare a separarci, sia passando per il sigillo che magari per vie traverse. Certo, siamo consci che è difficile che qualcuno eccetto me sia in grado di interagire con lei, il Nibi, però vogliamo essere previdenti. Nessuno deve esserne in grado a meno che non siamo noi a permetterlo. Vogliamo imparare di più su di noi, oltre che avere maggior controllo.

    Ammise facendosi seria.
    Avevano deciso tutto quello insieme e se non fosse stato per come si era comportata non molto tempo fa, era assai probabile che il Demone non avrebbe mai e poi mai provato a darle quel pizzico di fiducia che stava riponendo in lei ora.
    Il tono della voce nel mentre si era fatto più morbido, in particolare quando aveva parlato della sua compagna segno che ci teneva realmente.

    So che suoni assurdo il fatto che il Nibi abbia deciso di provare a fidarsi, però ho mantenuto una promessa che le feci quando ci incontrammo la prima volta, per tanto ha deciso che forse vale la pena credermi. Che poi, apparentemente sono diventata una Jinchuuriki per caso.

    Disse con aria vagamente divertita, guardandolo dritto negli occhi.
    Bevve al volo un altro sorso dalla lattina, ripensando a quel giorno.
    Al tempo non l'avrebbe mai detto che un giorno lei e il Nibi sarebbero state in grado di parlare così tranquillamente, eppure ora eccole li a distanza di alcuni mesi.
    Decise di dire al Mizukage anche di quella parte, magari l'avrebbe aiutato a capire meglio come comportarsi con loro.

    Non che non lo volessi, chiariamo. E' da quando ero una studente che volevo diventarlo, ed è accaduto tutto così velocemente... Nemmeno un mese e mezzo prima di diventare la portatrice ero una semplice studentessa. Poi ho conosciuto Febh, gli ho sputato in faccia che volevo diventare la Jiinchuuriki del Nibi, sono entrata nel Bosco dei Sussurri per dimostrare che ero seria, e poi fece spallucce, quasi come se faticava lei stessa a crederci. Anzi probabilmente era veramente così poi sono diventata Genin e nemmeno un mese dopo sono andata in Amministrazione. Mi era stato promesso che se fossi tornata dal Bosco avrei potuta incontrarla, lei, e così è stato solo che le cose sono sfuggite di mano.

    Si lasciò andare poggiandosi con la schiena contro i cuscini del divano, mentre spostava lo sguardo sulla lattina tra le sue mani rigirandosela quasi fosse stato un giocattolo.
    Era assai probabile che stesse cercando di raccogliere i pensieri, oltre che le parole adatte con cui proseguire e da quanto aveva detto fino adesso, si poteva capire che non era facile per lei.

    Il vaso aveva una crepa. Quando siamo entrati, lei era già libera e ha attaccato me e Febh, provando a divorarmi visto che ero la più debole. Ci siamo confrontate mentalmente, il controllo del mio corpo l'avevo perso praticamente subito e il prossimo passo, sarebbe stata la mia morte per via dell'estrazione. Fortunatamente però, sono riuscita a riguadagnare il controllo del flusso di chakra per un istante che mi è stato sufficiente per emanarlo all'esterno, dimostrando così a Febh che ero ancora viva. Grazie a questo, decisero di sigillarlo dentro di me.

    Si lasciò andare un respiro liberatorio come finì di raccontare tutta quanta la vicenda.
    La cosa buona, per così dire, era che nonostante tutto non ne aveva parlato con tristezza o come se rimpiangesse la cosa, no ne era contenta, orgogliosa però era comunque evidente che fosse stato difficile per lei tutto quello.
    Alla fine era accaduto il tutto praticamente in due mesi, gli eventi l'avevano travolta uno dopo l'altro e lei aveva solamente potuto reagire adeguandosi alle varie situazioni.
    Riportò lo sguardo sul viso del Mizukage, sorridendo lievemente.

    Devo dire grazie a mia madre se ho scelto di diventare una kunoichi, lei lavorava come guardia a uno dei gate e ci ha cresciute al meglio delle sue possibilità a me e mia sorella gemella, nostro padre invece è svanito nel nulla quando avevamo circa dieci anni. Naturalmente, nessuno di loro sa che sono diventata una Jiinchuuriki, non voglio che qualcuno faccia loro del male per arrivare a me.

    Ammise facendosi particolarmente seria sull'ultima parte.
    Fosse stata in un'altra situazione probabilmente avrebbe evitato quella parte, però avendo visto le foto del Mizukage con la sua famiglia credeva di potersi permettere di dire certe cose, confidava che l'avrebbe capita. La famiglia è la famiglia.
    Bevve un altro sorso dalla lattina finendola una volta per tutte, per poi poggiarla ai suoi piedi così da buttarla via più tardi.

    Questa è la nostra storia, Mizukage. Si può fare qualcosa?

    Ora stava tutto nelle sue mani.
     
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    Un passo dopo l'altro

    Una lunga storia



    Ascoltavo silenziosamente la storia di Nekora, senza mai spostare gli occhi da lei, cercando di cogliere le sue espressioni mentre senza sosta mi raccontava quelle che erano le sue speranze, e quella che era la sua storia. Di come era divenuta una Jinchuuriki (una giara con una crepa e Febh vicino. Chissà chi doveva averla fatta!). Mi raccontò della sua volontà di mantenere tutto segreto per proteggere i suoi cari. Sorrisi appena, quasi teneramente, ricordando le stesse esatte preoccupazioni che mi affliggevano i primi tempi del mio rapporto col demone. Quando ancora ero debole, ed avevo capura dei pensieri della gente. Tuttavia Nekora stava forse commettendo lo stesso errore che avevo commesso io in passato su quel frangente. Capisco perché tu voglia tenerlo per te. Ma non ti aiuterà. A me non aveva aiutato per niente. Solo quando ero riuscito a confessare cosa fossi ad Ayame la mia vita era migliorata sensibilmente. Ti fidi di tua madre e di tua sorella? Sei convinta che non ti tradirebbero mai? Allora... diglielo. Perché credimi, nella nostra vita se rimaniamo soli... è dura. Sospirai appena. Non è una fardello semplice da portare, Nekora. Forse non te ne rendi ancora conto... ci saranno momenti in cui l'equilibrio con il demone rischierà di essere rotto, momenti in cui la gente inizierà a dubitare delle tue capacità e poi a temerle. Tienilo segreto al mondo per proteggere i tuoi cari, ma non tenerlo nascosto a loro. Saperlo o meno non farà alcuna differenza, almeno per loro. Non li metterai più in pericolo già di quanto non siano.


    Bevvi un sorso d'acqua e posai il bicchiere sul tavolo, tornando poi a parlare con la ragazza. Rinforzare il sigillo è estremamente difficile, e non so come aiutarti. Non sono un esperto di sigilli, ma so questo: sono sigilli estremamente difficili da rompere, anzi sono i più difficili in assoluto. Da fare e da distruggere. Non ci sarà mai nessuno che te lo farà dissolvere con un tocco, è impossibile, ci vuole tempo e possibilmente molta gente... e te esanime, in genere. L'estrazione di un bijuu è complicatissima. Se ti troverai nella situazione di essere mezza morta nelle mani di un nemico, non sarà complicando il sigillo che ti salverai la vita. Era la più raffinata arte di sigillo esistente al mondo, sarebbe stato come cercare di perfezionare la perfezione. Ci sarebbe voluto uno sforzo incredibile per ottenere risultati praticamente irrisori. Posso parlare col Nibi? Non c'è bisogno che emerga, lo raggiungo io.


    Se avesse accettato allora mi sarei alzato e mi sarei seduto al suo fianco, tendendole una mano. Non avere paura. Ti mostrerò un po' di cose. Così, non appena la nostra pelle si sfiorò feci scorrere una piccolissima quantità di chakra in lei ed istintivamente percorsi la stessa strada mentale che lei ogni volta percorreva quando voleva entrare in contatto col demone. E prima che lei se ne accorgesse eravamo entrambi dinanzi il Nibi ed alla sua "gabbia". Salve, Nibi. Dissi, quasi come se stessi salutando un vecchio amico. E Nekora avrebbe scoperto con una certa sorpresa che il Nibi mi conosceva già... perché io avevo parlato con lui, più volte, in un livello più profondo di questo prima che fosse sigillato. Così come avevo parlato con lo Yonbi , il Rokubi e l'Ichibi. Credo che sia meglio parlare con tutti gli interessati piuttosto che solo noi due. Nibi, è strano che tu stia cercando... equilibrio con lei. In genere voi demoni siete l'elemento destabilizzante della relazione. Cosa ti impedisce di trovarlo?


    Abilità usate:

    Ingresso nel Mondo Interiore
    Speciale: L'utilizzatore può entrare nel mondo interiore di un Jinchuuriki riconosciuto come tale. Richiede contatto ed una situazione di relativa calma. L'utilizzatore può rimanere all'interno del Mondo Interiore fintanto che dura il contatto. Sia l'utilizzatore che il Jinchuuriki mantengono una perfetta coscienza del mondo esterno.

    [Da Chakra del Demone II in su]
    [Da Genin in su]



    Mondo Profondo dei Bijuu
    Speciale: L'utilizzatore ha accesso al mondo profondo dei Bijuu. Può comunicare liberamente con tutti i Bijuu non sigillati dentro un Jinchuuriki e con il suo, che saranno presenti in questo mondo. Potranno essere presenti Bijuu sigillati ed i rispettivi Jinchuuriki se accedono al Mondo Profondo. Se si trova nel Mondo Interiore di un Jinchuuriki può trasportare il Jinchuuriki o il Bijuu nel Mondo Interiore se consenzienti. Non consente azioni sleali o antisportive. L'utilizzatore sarà visto in maniera generalmente amichevole dai Bijuu. Non influenza l'aggressività del Bijuu nel mondo esterno.
    [Richiede Chakra del Demone V]
    [Da Jonin in su]


    (per giustificare la mia pregressa conoscenza del Nibi)

     
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    Il Mizukage l'ascoltò pazientemente lungo tutto il discorso, stando ben attento a non interromperla e mantenendo sempre il contatto visivo con lei.
    In particolare di quest'ultimo dettaglio lei non se ne accorse, presa com'era dal parlare però indubbiamente le avrebbe fatto piacere se ci avesse fatto caso.
    Comunque sia una volta terminato il discorso, fu lui a prendere la parola rispondendo così alle sue aspettative.
    Sembrava aver capito perfettamente il discorso riguardo la famiglia, tuttavia cercò di convincerla a cambiare punto di vista se non idea.
    Capiva quello che voleva dire, il fatto che per persone come loro essere soli poteva essere un vero problema, ancora più grande rispetto a quanto poteva esserlo per le persone più comuni.
    Tuttavia faticava ad accettare quel suggerimento, veramente non avrebbe creato ulteriori danni la cosa?
    Non era che aveva voluto tenerselo per lei perchè temeva cosa avrebbero pensato, dopotutto erano la sua famiglia... Più o meno, in realtà non era poi così sicura di potersi fidare di quella che aveva scoperto essere la sua madre adottiva, però quantomeno di Yushino, la sorella, poteva dire di fidarsi ciecamente, erano gemelle d'altra parte.
    Rimase in silenzio rimuginando su quanto le stava venendo detto, preferendo sentire tutto quello che aveva da dire prima di rispondere.
    Inoltre anche volendo al momento non avrebbe saputo esattamente che cosa dire, aveva bisogno di rifletterci sopra così da poter decidere con calma. D'altra parte il Mizukage più che darle consigli e aiutarla per come riusciva, non poteva fare altro.
    La decisione finale spettava comunque a lei, e non poteva essere di certo un'altra persona a prendere le scelte al posto suo.
    Comunque sia presto il discorso si andò a spostare sul discorso del sigillo, e capendo che non si poteva fare nulla a riguardo finì per mordersi il labbro inferiore visibilmente impensierita, tuttavia non perse tutte le speranze. Magari c'erano anche altri modi per tutelare il loro rapporto, e se si poteva fare qualcosa a riguardo ormai era sicura che lui gliel'avrebbe detto.
    Infine arrivò a chiederle se poteva parlare col Nibi, una domanda abbastanza inaspettata a dire il vero.
    Difatti potè vedere come sbattè le palpebre un paio di volte, incerta se aveva capito bene.
    Per lei non c'erano problemi, però sinceramente non credeva che ne avrebbe avuto voglia.
    Si riprese poco dopo sorridendo contenta, per poi rispondere.

    Sì certo, nessun problema.

    Si stava già preparando mentalmente per farlo riemergere quando lui l'anticipò, fermandola e spiegandole che non ce n'era bisogno.
    Alzatosi dalla poltrona su cui si trovava si era andato a sedere vicino a lei, tendendole la mano.
    Più che intimorita era confusa, non capiva quello che voleva fare per tanto guardò prima quel suo gesto e poi il suo volto, cercandovi come una risposta.
    Lui dal suo canto cercò di rassicurarla, spiegandole che non c'era motivo di esitare e che le avrebbe mostrato un po' di cose.
    Abbassò nuovamente lo sguardo sulla sua mano e senza dire nulla allungò la propria, toccandola.
    Immediatamente si ritrovò catapultata innanzi al Nibi, con la differenza che però oltre loro due vi era anche il Mizukage.
    Esterrefatta guardò prima lui poi il Demone, come per capire se era solo una sua illusione oppure fosse tutto vero però presto capì che non si trattava di un falso, d'altra parte il Nibi era decisamente tranquillo e come lei aveva lo sguardo rivolto su di lui.
    Per quanto riguarda il processo e l'ambiente in cui si ritrovò il Mizukage, fu presto detto: nel procedimento mentale aveva potuto vedere anche l'esterno della struttura in cui si trovava.
    Era come una vallata cosparsi di fuochi fatui, mentre una luna bluastra rimaneva fissa in cielo e un venticello piacevole soffiava in una direzione non ben precisa.
    In questa vallata sorgeva un enorme tempio, era completamente in marmo e non aveva una forma che si potesse definire comune nel mondo reale.
    Il tetto era a spiovente, sorretto soprattutto sulla facciata frontale da diverse colonne dalle dimensioni decisamente non umane.
    Una volta all'interno aveva potuto notare come l'ambiente fosse completamente spoglio, giusto delle torce erano presenti ad ambo i lati le quali si erano accese lungo il loro passaggio, emanando una fiamma con colori tra il nero e blu che si rifletteva sul pavimento, donando al tutto un'atmosfera più surreale.
    Infine sul fondo vi era un altare con vari motivi e decorazioni, le quali rimandavano al mondo dei morti e alle anime ormai perdute da tempo.
    Dietro questo dopo diversi metri si poteva intavedere come un ulteriore entrata, presto però fu chiaro che era una vera e propria cancellata.
    Vi erano dei blocchi di marmo conficcati nella parete, sia per lungo che per di lato e al di la' di esse si poteva vedere chiaramente il Nibi.
    Le sue fiamme al momento erano quiete, avevano emanato giusto un guizzo di energia quando il Mizukage si era materializzato davanti a lui da delle piume grigio cenere, però poi nulla di più.
    Da che era seduto a terra con la testa sulle proprie zampe incrociate, si era alzato in piedi iniziando a camminare in lungo davanti alla gabbia, per poi tornare indietro e così via discorrendo.
    Quando parlò salutandolo l'altro sorrise, divertito.
    Non sembrava un sorriso di scherno o simili, semplicemente pareva trovare buffo tutto quanto quello, per quanto comunque gli facesse piacere vederlo.

    Itai, è da un po' che non ci si vede, vero?

    Finalmente anche lei venne a conoscenza del nome del Mizukage, tuttavia per il momento rimase in silenzio visto che la domanda era stata posta al Nibi stesso.
    Quest'ultimo come la sentì perse quell'aria divertita, rifacendosi serio e sbuffando pesantemente. Delle fiamme per un istante divennero più alte delle altre, per poi riassopirsi nuovamente.

    Nakora ti ha già detto molto, anche se mancano alcuni dettagli che lei ritiene siano di minore importanza, che non siano quelli la fonte del problema.

    Il suo sguardo si spostò improvvisamente su di lei, la quale si voltò parzialmente così da poter aver nel suo campo visivo sia Itai che il Nibi nello stesso momento.
    Era vero quello che diceva, però sinceramente non credeva proprio fossero quelli la cosa importante, per tanto si lasciò andare ad un verso di stizza schioccando la lingua, segno evidente che disapprovava l'ultima affermazione del Demone.

    Non farmi la bambina, comunque e riportò lo sguardo sul Mizukage tipo il fatto che non abbiamo ancora mai combattuto insieme, non ha richiamato il mio potere nemmeno una volta, mai. Dubito sia per paura Itai, ti dico solo che mi ha osato ridere in faccia mentre tentavo di divorarla. A sua detta è perchè non ce n'è mai stato bisogno, non che non sia del tutto vero, però comunque.

    Il fatto che avesse fatto una cosa del genere, probabilmente avrebbe fatto intuire al Mizukage come mai Nakora tutto sommato le piaceva come portatrice, era evidente che la rispettasse in un certo senso.
    Lei dal suo canto quando il Nibi disse quella cosa roteò gli occhi per aria, segno che non era affatto d'accordo. Per lei quella era una piccolezza che non aveva alcun significato, e non esitò a dirlo.

    Sappiamo entrambi che se ce ne fosse bisogno ne sarei tranquillamente in grado, fin dalla prima volta è stato chiaro sia a te che a me.

    Il Nibi la guardò appena come se la stesse squadrando da capo a piedi, tuttavia non disse nulla riguardo quella sua affermazione segno che probabilmente era veramente come diceva lei.
    Il discorso a quel punto tornò in mano al Demone che finalmente si era seduta a terra, fermandosi e riprendendo così il dialogo col Mizukage il quale era il suo oggetto di interesse in quel momento.

    Il punto comunque è che non sono sicuro di noi, mi spiego meglio. Nel mondo fisico lei sarebbe tranquillamente in grado di difenderci, fintanto che non arrivi qualcuno al di fuori della sua portata. Le cose però, cambiano se parliamo di questo mondo. Capisci cosa voglio dire, vero?

    In particolare sull'ultima frase parve come inarcare un sopracciglio in maniera abbastanza eloquente, e sebbene Nakora al momento non sapesse ancora come aveva fatto Itai a venire in quel posto con lei, intuiva cosa volesse dire il Nibi.
    Se poteva fare una cosa del genere indubbiamente doveva sapere anche come funzionassero le cose in quella realtà, per tanto era veramente l'unico che potesse fare qualcosa.

    Fintanto che eravamo separate tutto questo era solo suo, ora è diverso. alzò per un attimo una zampa quasi a indicarlo con un artiglio Se te sei in grado di interagire con noi, cosa mi assicura che non ve ne siano altri? Nakora non sarebbe in grado di fare nulla in questo mondo in breve, perchè non sa come funziona, quali sono le sue regole e via discorrendo, per quanto comunque suoni ironica la cosa considerando che stiamo parlando di una realtà che ci appartiene.

    Tornò con anche l'altra zampa sotto la sua testa, spostando al termine del discorso gli occhi sulla sua portatrice e poi nuovamente su Itai.
    Nakora dal suo canto rimaneva in silenzio e ascoltava quanto diceva il Demone, limitandosi ad annuire quando disse l'ultima parte sebbene visibilmente infastidita. Non le piaceva ammettere le proprie debolezze, questo era evidente.

    Questo è il problema Itai. Questo è quello che non mi va bene, se devo accettare di rimanere con lei allora tutto deve funzionare, e lei deve imparare a conoscere anche il nostro mondo. Io non posso farlo perchè sono chiuso qui dietro, sempre che non mi vogliate liberare ma dubito che il suo fisico reggerebbe. Puoi allora te colmare le sue lacune, Itai?

    Non era esattamente una richiesta, quanto più una semplice domanda che gli stava rivolgendo. Per quanto lo riguardava il fatto che se avesse potuto, avrebbe dovuto insegnarle era la conseguenza logica e sottintesa, era pur sempre un Demone col suo orgoglio.
     
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    Un passo dopo l'altro

    Proposta




    Ascoltai con estrema attenzione le parole del Nibi e mi parve notare qualcosa di strano. In genere i demoni vivano sigillati contro la loro volontà e facevano di tutto per rendere la vita del Jinchuuriki un inferno. Tuttavia il Nibi aveva anche passato un lungo periodo della Reliquia, in quel di Oto, così probabilmente quando era stato sigillato dentro Nekora aveva acquisito una certa libertà. Inoltre Nekora non sembrava essere il tipo di persona che avrebbe sottomesso il demone con la forza ed a pugni nei denti per ottenere quello che voleva, piuttosto una paziente ed alquanto furba mercante in grado di ottenere ciò che voleva cedendo parte di ciò che lei stessa era. Il Nibi pareva, in un certo qual modo, trovarsi bene con lei... ma non si fidava ancora del tutto. Potevo comprenderlo dal tono usato, dai dubbi, da quella specie di risentimento che le sue parole non celavano affatto quando parlava del fatto che Nekora non avesse mai utilizzato il suo potere.


    E da quella sfiducia nasceva la voglia di sicurezza e da lì un viaggio fino a Kiri ad incontrare forse l'unico Jinchuuriki che poteva dargliele. Ma io avevo poche risposte. Potevo mediare, ma ciò che mi chiedevano non dipendeva da me: la forza che Nekora doveva dimostrare al Nibi per tranquillizzarlo a sua volta dipendeva dal Nibi stesso! Come un sottile gioco di equilibrio il Nibi doveva cedere per primo il potere per dare a Nekora la possibilità di crescere e dunque darle la possibilità di difendersi. In genere il Jinchuuriki lottava furiosamente col demone e gli strappava via un altro pezzetto di forza. Così era stato per me - e per morti altri - e se la situazione fosse rimasta quella, così sarebbe stato per Nekora. La sfiducia dopo quei ragionamenti mi pareva ancora più chiara ed evidente. Così, dopo quella lunga pausa di riflessione, parlai. Prima di urlarmi contro, Nibi, ricorda che io non sto dalla parte degli umani per partito preso. Una premessa agghiacciante. Ma questa ragazza è ancora evidentemente inesperta, eppure quando ho visto il suo chakra prima posso dire con certezza che lei può reggere più potere... che non le dai. Invece, tutti e due siete qui a chiedermi di aiutarvi a proteggervi. Non è così che funziona. Io posso accedere in questa dimensione solo perché ho un'esperienza lunghissima con i demoni, ma anche così la mia interazione qui è del tutto innocua. Non posso nuocere a te o a Nekora. Posso, forse, aiutarvi ad impedire che altri lo facciano... e sarebbe anche una richiesta sensata, ma la protezione, di entrambi può dartela Nekora e tu dovresti aiutarla. Feci un gesto con la mano, come a sottolineare una cosa scontata. Lo so, prima lei dimostra qualcosa, poi tu le dai un pezzo di potere. Storia che già so e non mi intrometterò nelle vostre dinamiche... tuttavia, dato che ha fatto tutta questa strada, credo che valga la pena tentare una cosa. Mi rivolsi al Nibi, indicandomi pigramente con l'indice della mano destra. Io insegno a lei indicai Nekora col pollice. A rendere più difficili le intrusioni in questa dimensione. E tu indicai il Nibi. Le concedi un po' più di chakra e controllo, rafforzandola ulteriormente , aiutandola a crescere così che possa proteggere tutti meglio. Ciò che mi chiedete entrambi è un rimedio magico al pericolo... bé, non esiste. Incrociai le braccia al petto. Allora, può andare bene come accordo?
     
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    Come il Demone terminò di parlare il silenzio calò all'interno del tempio, giusto lo scoppiettare delle fiame ogni tanto finiva per spezzarlo.
    Era evidente che Itai stesse riflettendo su quelle parole, dopotutto il suo sguardo non si era staccato nemmeno per un singolo istante dal Nibi, il quale almeno apparentemente non si era minimamente curato di notare la cosa.
    Dopo alcuni istanti finalmente prese parola, dicendo una frase che lasciò abbastanza interdetto il Demone stesso, mentre Nakora dal canto suo aveva sorriso visibilmente divertita.
    A volte sembrava quasi che il carattere dei due finiva per scambiarsi, insomma era più normale che il Nibi finisse per sorridere per poi passare a ridersela di gusto, eppure non lo fece mentre al contrario la sua portatrice fece esattamente tutto quello, eccetto la risata di gioia che trattenne e nascose senza alcun problema.
    In ogni caso era stata contenta di sentirglielo dire, avevano fatto bene ad andare lui.
    Come proseguì il discorso tuttavia non piacque molto al Demone, difatti le fiamme che lo adornavano iniziarono ad ardere con maggior forza, sempre di più fino a che come un vulcano in eruzione non esplosero illuminando quella parte del tempio per intero, per la prima volta anche a Nakora si mostrava completamente.
    Non l'aveva mai visto in quello stato eccetto quand'era stato sigillato, e doveva ammettere che era molto più grande di quanto ricordava.
    Improvvisamente si fece seria in volto, muovendo un passo avanti verso la gabbia e guardandolo male, molto male.
    Era evidente che non stesse approvando quel suo tipo di reazione, e per quanto il Nibi avrebbe voluto sfogarsi urlando insulti ad Itai come notò il suo sguardo truce parve trattenersi.
    Gli artigli affondarono nel pavimento, crepandolo e lasciando stridere le unghie contro il marmo.
    In tutto quello Nakora continuava a guardarlo in silenzio, i pugni erano stati stretti entrambi con forza lungo i suoi fianchi, mentre le palpebre si erano assottigliate e il sorriso che fino a poco fa adornava il suo viso, era completamente scomparso.
    Ora vi erano unicamente le labbra unite in un espressione priva di alcuna emozione, sebbene era evidente che si stesse arrabbiando e anche parecchio, probabilmente se il Demone avesse osato dire qualcosa non avrebbe esitato a parlare anche lei.
    Lo sguardo del Nibi passò velocemente da lei fino a Itai, mentre le zampe venivano allungate e si appiattiva leggermente proprio come avrebbe fatto un animale inferocito.
    Tuttavia finchè il Mizukage non ebbe terminato di parlare non fece altro nè tanto meno osò dire altro, eccetto qualche verso animalesco sommesso ma nulla di più.
    Nakora non aveva la minima intenzione di permettere al Demone di far buttare via quella possibilità che stava venendo offerta loro da Itai, almeno non a causa di un emozione stupida e superficiale come poteva essere la rabbia.
    Capiva il suo stato d'animo essendo anche lei particolarmente orgogliosa, e difatti sentire quello che aveva detto il Mizukage poco fa non era stato facile per lei da digerire.
    Tuttavia ormai aveva raggiunto una certa maturità nonostante la sua giovane età, per tanto sapeva che quella era la verità nonostante fosse scomoda da ammettere, di conseguenza non poteva fare altro che accettarla e rimediare alla cosa.
    Una volta che Itai terminò il suo discorso il Demone si lasciò andare ad un ruggito di frustrazione, facendo tremare l'edificio e provocando la caduta di qualche ciottolo. Nonostante questo però lei rimase impassibile con gli occhi fissi su di lui, non aveva intenzione di perderlo d'occhio nemmeno per un istante e come avesse notato qualcosa che non le fosse piaciuto allora l'avrebbe anticipato, spezzandoli il discorso.
    Come terminò quel verso si avvicinò alle sbarre, mettendosi seduto e guardando entrambi dall'alto verso il basso.
    Evidentemente era una delle poche e uniche consolazioni che si poteva prendere in quel momento.
    Per alcuni istanti guardò Itai senza dire nulla, probabilmente cercando di seppellire la follia omicida che aveva preso vita in lui dopo aver sentito certe parole.
    Era colpa sua?! Lei doveva dare più potere a lei per permettere che fosse forte tanto quanto voleva lei?!
    Non ci poteva credere, l'arroganza degli umani era veramente arrivata a così tanto mentre lei era rimasta rinchiusa in quel vaso ad Oto? Dannati!!
    Con un gesto che ricordò molto quello di un umano, chiuse gli occhi come sospirando mentre iniziava a parlare.
    Il volume della voce faticava ad essere normale, tuttavia non alzò nemmeno una volta i toni.

    Tu... Itai.

    Nakora fece un altro passo verso la gabbia tant'è che se il Nibi ci si fosse avvicinato con una zampa, avrebbe potuto toccarla con un artigtlio. Apparentemente però lei non se ne preoccupò della cosa, e nemmeno il Demone stesso nonostante avesse riaperto gli occhi e avesse notato la sua nuova vicinanza.
    Quei maledetti, non le stavano lasciando molta scelta... Forse avrebbe dovuto veramente fidarsi ancora un poco di più di lei, solo nel caso in cui Itai si fosse sbagliato allora avrebbe potuto promettere a sè stessa che avrebbe distrutto quella ragazzina, così come aveva ucciso tutti coloro che avevano osato tradirla in passato.

    Non mi è facile accettarlo, comprendi? Un umano mi sta dicendo cosa dovrei fare quando io ho una conoscenza di centinaia di anni per un istante il suo sguardo, ancora furiosa, si andò a posare su Nakora che però era rimasta ferma immobile alla sua posizione. Subito dopo lo riportò sul Mizukage eppure nonostante questo, mi vedo costretta ad accettare la tua proposta.

    Infine voltò la testa leggermente in direzione della sua portatrice la quale sembrava essersi leggermente rilassata, finalmente. Tuttavia si aspettava che avesse delle parole in serbo anche per lei, soprattutto dopo come si era atteggiata nei suoi confronti.
    Nulla di quello che veniva fatto o detto al Demone rimaneva impunito, e per tanto adesso toccava a lei sentire che cosa l'avrebbe attesa nel caso le cose non fossero andate come desiderava il Nibi.

    Nakora se Itai dimostrerà di aver avuto torto sulla questione, allora mi impegnerò con tutta me stessa per ucciderti, in quanto riterrò che la mia fiducia è stata tradita. Dopotutto sei stata te a decidere di voler venire qui, quindi sai cosa ti aspetta nel caso.

    Terminato il suo discorso le fiamme si assopirono improvvisamente, mentre tornava nuovamente sdraiata a terra con la testa poggiata sulle proprie zampe, lo sguardo lievemente assonnato. Non a caso pochi istanti dopo chiuse gli occhi, ignorando completamente loro due.
    Nakora nel mentre aveva tirato un sospiro di sollievo, rilassando i muscoli e voltandosi verso Itai, sorridendo.
    Mosse appena qualche passo verso di lui così da avvicinarsi e averlo davanti.
    Disse appena qualche ultima parola con evidente distacco, per poi congedarli.

    Ora andate, quando lei avrà bisogno della mia forza gliene fornirò più di quanta si possa aspettare, manterrò la parola. Il resto sta a te Itai.

    Per quanto la riguardava era più che contenta oltre che grata al Mizukage per la possibilità che le stava offrendo, di conseguenza non ci pensò due volte a comunicare la sua decisione in merito.
    Non sapeva cosa sarebbe accaduto da quel momento in poi, per tanto tutto quello che poteva fare era seguire le direttive che il Mizukage le avrebbe fornito da quel momento in poi.

    Grazie mille Itai, a me va più che bene. Che accade ora?

    Gli domandò con evidente curiosità.
    Era visibilmente impaziente tuttavia si poteva anche vedere allo stesso modo come non riuscisse a farne a meno, voleva imparare e mettere a frutto quelle che sarebbero state le nuove conoscenze che le sarebbero state fornite in quel futuro non poi così lontano.
    Ovviamente non aveva idea di quanto tempo ci sarebbe voluto nè tanto meno quanto sarebbe stato difficile, però ci avrebbe provato e ci sarebbe riuscita, sia per il Demone che per lei stessa, oltre che giustamente per rimanere in vita.
     
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    Un passo dopo l'altro

    La capacità di dar vita ai sogni




    Per quanto il Nibi tentasse di essere minaccioso, non riuscivo a spaventarmi. Sapevo bene che ero meno esperto di lui e sapevo benissimo che lui lo sapeva! Avevo il vago sospetto che il Nibi stesso avesse provato a convincere Nekora in un modo più o meno sottile a cercarmi, così da cercare di convincermi ad aiutare entrambi senza che lui si esponesse donando alla giovane Jinchuuriki un altro pezzo del suo potere. Ma non poteva prendermi in giro, non dopo tutto il tempo che avevo passato insieme a loro. Chomei dentro di me si fece una lunga e sincera risata e sentii la sua voce rimbombarmi i testa.
    Voleva proprio fregarti. Alla fine però io aiuterò comunque Nakora. Risposi al Bijuu. Ma comunque, lui si sta fidando: alla fine, non è altro che un'altra prova per Nakora. Una delle tante.


    Suvvia, non essere astioso, sono certo che Nakora se la caverà splendidamente. Dissi, dopodiché volsi il mio sguardo verso la giovane ragazza, con un sorriso appena accennato sul volto. Vieni, è ora che inizia a mostrarti cosa intendo insegnarti. E sparii nel nulla. Nel mondo reale interruppi il contatto con la sua mano, dunque attesi che lei riprendesse un maggior contatto con la realtà (ci sarebbe voluto però davvero poco). Lo so, non era ciò che speravi... mi spiace non poterti aiutare come volevi, ma ecco, il punto è proprio questo. Il Nibi se ne è reso conto, forse lo sapeva già, ma la vostra protezione spetta solo a voi. Sospirai, cercando di farmi capire meglio. Il villaggio può sorvegliarvi, impedirvi di uscire, ma nel momento del pericolo non c'è altro che tu e lui insieme, a combattere per la sopravvivenza. E quando tu diventi più forte, il Nibi ti deve concedere maggior potere. Solo che non è così semplice, o automatico: i Demoni hanno pochissimi motivi per fidarsi di noi umani, ed in genere non lo fanno. Quei pezzi di potere bisogna strapparli via, accettarli dopo durissime prove per dimostrare loro "che si è degni". Probabilmente il Nibi non ti ritiene ancora degna, ma io credo che tu invece sia pronta a sopportare un altro pezzo del suo chakra... Ma comunque, sto divagando. Feci un gesto vago con la mano, quasi a scacciare quelle innumerevoli ed inutili parole. Ascolta, probabilmente non sarai in grado di far tutto subito, ma posso provare ad insegnarti a bloccare l'ingresso al tuo mondo interiore... Per prima cosa però, voglio che tu impari a raggiungere il mio. Lì mi sarà più facile mostrarti. Allungai nuovamente la mano verso di lei: quella non sarebbe stata un'operazione semplice, ancor di più perché era ancora agli inizi della sua esperienza quale Jinchuuriki. Ti serve una minima quantità di chakra, devi mandarlo verso di me e cercare una specie di percorso. Ormai mi viene istintivo, per cui è difficile per me spiegarlo a parole... devi riuscire a trasmettermi col chakra la stessa sensazione che provi quando ti immergi nel tuo mondo interiore per parlare col Nibi. Sorrisi appena. Ti aspetto.



    Feci la mia comparsa in quell'immenso mare azzurro che era il cielo sconfinato e privo di nubi che io e Chomei avevamo modellato. Il vento era una costante: forte, eppure stranamente non fastidioso, come se potesse spostare solamente i capelli, i vestiti, ma nient'altro. L'enorme Bijuu non aveva sbarre lì: era totalmente libero, come giusto che fosse. Mi avvicinai a lui e mi sedessi sul suo elmo a gambe incrociate. Ce la farà? Sono abbastanza sicuro che ce la farà. Risposi, con fare tranquillo. Quella ragazza ha un non so che... di forte, ecco. Dissi. Vero, ed il suo modo di fare è migliore del tuo. Bah. Diedi un pugno sull'enorme corazza del Bijuu, che non lo sentì affatto. Matatabi sa essere malvagio se vuole. Fece una pausa, dunque parlò ancora, con la sua profonda voce graffiante. Non vorrei la stesse ingannando.
    Nah, ne dubito. Io lo conosco da qualche centinaio d'anni più di te eh. Lo so lo so... staremo a vedere.




     
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  11. Nevi
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    Nonostante i modi di fare del Nibi, potè vedere con una certa soddisfazione oltre sollievo, che Itai era rimasto impassibile.
    Non l'aveva toccato il fare minaccioso del Nibi, anzi sembrava ancora più convinto di prima tant'è che decise di dimostrare al Demone stesso, come si fidasse e fosse intenzionato a scommettere su di lei.
    Doveva ammettere che per qualche istante, aveva temuto che magari il Mizukage si ritenesse offeso da quell'atteggiamento nei suoi confronti o simili, finendo così per mandarla via.
    Tuttavia si dovette ricredere, iniziando forse a capire com'era fatto Itai.
    Sorrise di rimando all'altro mentre questo le annunciava che era giunto il momento di iniziare il suo addestramento, per così dire.
    Annuì appena prima di vederlo sparire nel nulla, la sua figura dissolta al vento in un nuovo mulinello di piume cineree.
    Si volse in direzione del Nibi, guardandola senza sapere bene che cosa pensare mentre questi rimaneva in silenzio con gli occhi chiusi.
    Il Nibi diceva di voler provare a fidarsi di lei, però... Poteva crederle?
    Certo fino a quel momento non aveva fatto nulla che potesse fare infuriare il Demone, eccezion fatta ovviamente per il giorno in cui era stata sigillata dentro di lei.
    Sospirò abbassando lo sguardo rassegnata mentre a sua volta iniziava a distaccarsi da quel mondo, gradualmente avvolta in un vortice d'aria e dalle piume mentre la sua figura si dissolveva.
    Anche fosse stato che non l'avrebbe veramente aiutata quando ce ne fosse stato bisogno, lei non avrebbe potuto farci nulla al momento, doveva concentrarsi su quello che Itai le poteva e voleva insegnare, lasciandosi alle spalle tutto il resto.
    Dopotutto era solo questione di tempo, prima o poi il Nibi avrebbe capito che genere di persona era e soprattutto, che si poteva fidare tranquillamente.
    Riaprì gli occhi nella realtà sbattendo le palpebre un paio di volte, riemergendo, ritrovandosi davanti Itai.
    Quest'ultimo tuttavia sembrava come dispiaciuto e dalle sue parole presto capì il perchè, tuttavia non c'era bisogno che le rivolgesse quelle parole. Era stata lei a sbagliare, seguendo ciecamente il consiglio del Nibi.
    Doveva pensare un po' di più con la sua testa per iniziare, e poi magari chiedere consiglio al Demone ma nulla di più.
    Inoltre erano anche parole giuste quelle dette dal Mizukage, le stava dicendo semplicemente la verità e come stavano le cose.
    Non che fosse un discorso difficile da capire a dirla tutta, però una volta che ti ritrovavi a far parte di quel mondo i dubbi ti venivano anche sulle cose più banali, senza che potessi porvi rimedio.

    Non ti preoccupare Itai, te stai facendo il possibile sono io che ho sbagliato, quindi grazie. Va bene così.

    Ammise assumendo un espressione quasi nostalgica all'inizio, il tono di voce leggermente più basso del normale, per poi sorridere lievemente al termine della frase, guardandolo.
    Poche parole ma che lasciavano intendere come si sentiva attualmente.
    In ogni caso il Mizukage continuò con il suo discorso, dicendole che cosa poteva fare per aiutarla.
    Ascoltò con visibile attenzione quel punto, interessandosi e attendendo eventuali istruzioni.
    Bloccare l'accesso a quel suo mondo interiore? Per lei era già tantissimo, in questo modo poteva stare sicura che nessuno avrebbe mai interagito col Nibi a meno che non l'avesse voluto lei, almeno così sperava.
    In breve le disse che cosa avrebbe dovuto fare, in quanto era necessario che lo raggiungesse nel suo mondo.
    Come le fu detta questa cosa divenne visibilmente sorpresa, sbattendo diverse volte le palpebre.
    Lei nel mondo interiore di Itai? Voleva forse dire che era intenzionato a farle vedere il Bijuu che aveva sigillato al suo interno?
    Non che non le facesse piacere la cosa, però come dire... Ne era davvero sicuro? D'altra parte si erano conosciuti da relativamente poco, eppure lui non sembrava impensierito da certi dettagli.
    Si trattenne dal dire qualsiasi cosa a riguardo non volendolo interrompere, per quanto comunque fu visibile la sua sorpresa.
    Cercò di spiegarle come fare per raggiungerlo, affermando comunque che non era esattamente facile dirlo a parole trattandosi di una cosa che ormai lui era abituato a fare senza praticamente nemmeno pensare.

    Tutto chiaro, ci vediamo li allora.

    Ammise abbastanza convinta, per poi vederlo come acquietarsi. Segno che era sceso nel suo mondo interiore.
    Abbassò lo sguardo guardandosi la mano, incerta, per poi avvicinarla alla sua e sfiorarla flebilmente.
    Itai le aveva detto che bastava pochissimo chakra, per quanto riguardava il resto doveva semplicemente ripetere lo stesso procedimento che eseguiva ogni volta lei per raggiungere il Nibi.
    Il problema era capire esattamente quanto chakra fosse necessario, pochissimo era un metro di valutazione abbastanza generico però non era di certo colpa del Mizukage, anzi aveva cercato di spiegarle meglio che poteva probabilmente, considerando che nemmeno per lui era facile farlo capire a parole.
    Chiuse gli occhi prendendo un bel respiro, per poi cercare di calmarsi e fare quanto le era stato detto.
    Escluse dalla sua mente le preoccupazioni, i pensieri più frivoli e via discorrendo così da concentrarsi solo su sè stessa.
    Rivide chiaramente la sagoma del suo corpo, il cuore, i polmoni, le vene e il sangue che scorreva in esse affiancato dai flussi di chakra.
    In particolare ripercorse quest'ultimi, tornò al punto d'origine sentendo chiaramente il cuore battere con forza mentre tutta quell'energia veniva dispersa nel suo corpo, nello specifico seguì la corrente che portava il chakra fino alla sua mano che ora sfiorava quella di Itai.
    Aveva detto che ne bastava poco.
    Cercò di trattenerne il più possibile, come il mare quando richiama a sè le onde più piccole, lasciando arrivare a riva solamente alcune.
    Infine lo liberò dalle punta della dita, tuttavia fu appena un soffio che fu sufficiente per farle sentire qualcosa, senza però far accadere altro.
    Aveva sbagliato.
    Digrignò i denti infastidita, doveva calmarsi.
    Riaprì gli occhi sbattendo un paio di volte le palpebre, cercando di ritrovare la serenità per poi richiuderli e riprovare.
    Seguì nuovamente lo stesso procedimento di prima, aumentando questa volta di pochissimo il carico di chakra che avrebbe rilasciato a contatto con la mano di Itai.
    Quando lo liberò soffiandolo sulle dita del Mizukage a contatto con le sue, ecco che qualcosa accadde.
    Si sentì come trascinare da una corrente impetuosa, e presto ne finì vittima incapace di andare contro corrente e senza capire se doveva lasciarsi trascinare, se doveva saltare fuori o cosa.
    Questo probabilmente era il punto che le aveva detto Itai, il punto dove avrebbe dovuto trovare la strada giusta per raggiungerlo.
    Cercò di eliminare il panico che per qualche istante aveva tentato di farla sua, mentre ripensava al percorso che faceva ogni volta che andava a trovare il Nibi.
    Era la stessa identica cosa, non doveva preoccuparsi, non si poteva perdere.
    Si lasciò guidare da quel pensiero e presto sentì come la corrente farsi più debole, quasi la stesse sospingendo appena come per incitarla ad andare in una determinata direzione.
    La tranquillità l'avvolse e scelse di fidarsi, lasciandosi così trasportare e improvvisamente l'ambiente intorno a lei prese vita.
    Da che era persa tra pensieri e quanto altro, vide come i propri occhi aprirsi di loro spontanea volontà.
    Un mare azzurro come mai ne aveva visti si stagliava all'orizzonte, dando l'impressione di essere in uno spazio senza limiti, libertà più totale se non assoluta.
    Fu allora che si voltò, confusa, ritrovandosi davanti Itai e... Il suo Bijuu. Oltre questo si accorse anche che praticamente stavano in un cielo, proprio come stessero volando e per un breve istante parve quasi rimanere intimorita dalla cosa. Probabilmente le faceva impressione.
    Immediatamente però rialzò lo sguardo, come per essere sicura di quello che aveva visto.
    Il Mizukage era seduto tranquillamente sopra il suo Demone?! Mentre questo tra l'altro non aveva sbarre nè nulla?! Totale libertà?!
    Sconcertata come non mai e nella confusione più totale mosse qualche passo in avanti avvicinandosi ai due, lo sguardo alzato così che le fosse possibile vedere il cercotero e insieme Itai. Lui era tranquillissimo, come se quella situazione fosse stata la cosa più normale di sempre!

    Salve... Come, cioè, cosa?

    Disse ancora visibilmente incerta, spostando lo sguardo continuamente dal Bijuu ad Itai in cerca di risposte.
    Non pareva intimorita dalla vicinanza col Demone, dopotutto se Itai era così tranquillo voleva dire che non doveva preoccuparsi, però rimaneva comunque che non sapeva che cosa pensare a riguardo.
    Quel posto era molto più accogliente e semplice del luogo in cui si trovava il Nibi, e anche il Bijuu stesso per quanto le sue fattezze ispirassero potenza e tutto il resto, sembrava molto molto molto più tranquillo e sereno.
    Pareva essersi completamente dimenticata del discorso di poco fa e di quello che aveva appena fatto.
     
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    Un passo dopo l'altro

    La forza di cambiare la realtà




    Come mi aspettavo dopo un po' Nakora comparve dinanzi a me. Quella di poter raggiungere altri Jinchuuriki era una abilità abbastanza basilare, non eccessivamente complessa e che volendo poteva anche trascendere dal proprio rapporto col demone. Lei parve turbata. In effetti l'ambiente in cui ci trovavamo rispetto al suo cupo mondo interiore era ben diverso. Un'infinita distesa azzurra, senza terra sotto di se. Non si poteva far altro che volare trasportati dai flussi del vento. Non si poteva cadere in quel mondo, perché non vi era terra contro cui sbattere. Se non si credeva di poter rimanere sospesi però iniziava la sensazione di precipitare verso un basso infinito, ma mai la terra si sarebbe frapposta tra lei e l'infinità sottostante. Chomei con un rapidissimo ma impercettibile battito di ali fu dinanzi a lei, permettendomi così di essere all'altezza della giovane ragazza. Ce l'hai fatta. Non avevo dubbi. Ed era vero. Non conoscevo Nakora che da una manciata di minuti, eppure qualcosa sembrava suggerirmi che lei era benissimo in grado di riuscire a collaborare col Nibi. Nakore, ho l'onore di presentarti Chomei. Il demone fece una specie di risatina rauca. Onore!


    L'orgoglio di un Bijuu era quasi del tutto scomparso in Chomei. Non ne aveva bisogno, non con me. Avevamo smesso di fare a gara a chi ce l'aveva più lungo (io sono un demone millenario, sì ma sei chiuso di dentro quindi taci). Ah, spero solo che tu duri più degli ultimi. Sempre incoraggiante tu, eh? Mi lasciai cadere dall'elmo del demone, levitando con calma verso Nakora con la naturalezza di chi in aria sembrava averci passato moltissime ore. Chomei rise ancora, ma non rispose. Lascialo perdere, scherza. Se ce la farai o meno dipenderà solo da te, non dal Nibi. Ed era vero. Il potere del demone era semplicemente troppo schiacciante per essere un fattore di equilibrio in quella situazione. Tutto dipendeva dal Jinchuuriki. Ti ho portata qui per due ragione. La prima, era per farti capire come accedere al mondo interiore dei Jinchuuriki. Una volta fatto immagino che sarà per te abbastanza facile riuscire a comprendere come tagliare fuori qualsiasi intruso. La seconda, è che ti mostrerò esattamente ciò che puoi fare nel tuo mondo interiore. Schioccai le dita, quasi pigramente, ed all'improvviso il cielo iniziò ad annuvolarsi. Chomei, che volava placidamente poco lontano sbuffò rumorosamente. Non potevi far altro? Dovevo mostrare un cambiamento! Almeno non far piovere.Sospirai, scuotendo appena il capo. Comunque... puoi far tutto. Modificarlo come credi. Certo il "sigillo" è rappresentato dalla costrizione che impedisce al demone di assaltarti. Quando il Demone non desidererà più farlo, potrai rimuoverla. Per il resto Nakora, puoi far tutto. Fintanto che sei nel mondo interiore potrai riuscire a modificarlo come vuoi. Questo è ciò che devi imparare per prima cosa: agire sul mondo interiore. Dopodiché, dovrai riuscire a tagliare fuori la mia presenza da lì. Immagino che sia questo che intende il Nibi. Mi grattai appena il capo, un po' dubbioso.


    Chomei si riavvicinò: la sua stazza generò un fortissimo turbinio che però, per qualche modo, non poteva spostarci dalla nostra posizione. Ammetto che sei interessante, ragazzina. Disse Chomei, puntando un suo enorme occhio verso la ragazza. È piuttosto raro che... lei, possa fidarsi. Per questo ho qualche sospetto. Non serve spaventarla. Ma prepararla sì. Ascolta, lei ti ha fatto un'offerta, forse fin troppo conveniente. Apri gli occhi quando ti cederà quel potere. E perché mai dovrebbe? Perché ha fatto solo finta di fidarsi. Non possiamo saperlo, ed io non glie lo chiedo. Mi mentirebbe. Sospirai, comprendendo che non potevamo farci nulla. Le supposizioni di Chomei potevano essere tanto giuste quanto sbagliate, lasciarsi influenzare era piuttosto inutile. Tranquilla, ci penseremo se sarà il momento. Sorrisi appena. Fuori, dobbiamo tornare da te. Per tutti i Kami, ti giuro che non ho mai addestrato qualcuno a questa roba, questa storia di fare avanti e dietro in mondi interiori tra Jinchuuriki è alquanto strana.




    Una volta ricomparsi dinanzi al Nibi cercai una pietra quanto più comoda su cui stendermi. Lo feci, ma era davvero tutto estremamente scomodo in quel mondo. Stavo per dirti di fare ciò che vuoi, ma adesso ho un'idea migliore. Voglio una poltrona. Dovresti farla comparire. Lanciai uno sguardo al Nibi. Fa tutto parte dell'addestramento eh! Dissi con un sorrisetto furbo, tornando poi a guardare Nakore. Perché in un Jinchuuriki su due e sopratutto se da poco tempo tutto deve essere così scomodo. Mi lamentai. Non prendevo la questione poco seriamente, ma avevo davvero dato tutti i consigli che potevo a Nakora. Stava lei utilizzare la potenza della sua immaginazione per dar vita alla stessa lì, dove tutto le era concesso.
     
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    Il Mizukage parve come notare il suo stato d'animo, tuttavia cercò di non darvi troppo peso dimostrandosi cordiale e senza pensieri come al solito.
    Doveva ammettere che apprezzava quel suo modo di fare, in un certo senso l'aiutava a farla sentire più a suo agio.
    Comunque sia dopo una breve presentazione con Chomei, ebbe modo iniziare a vedere com'era il rapporto tra quest'ultimo e Itai.
    Senza ombra di dubbio erano su tutto un altro livello rispetto a lei e il Nibi.
    Lei non riusciva nemmeno a immaginare di poter vivere tranquilla col Demone, senza che questi fosse separato da lei da delle sbarre o simili. Dopotutto per quanto la considerasse come una vecchia amica, era conscia che al momento la tentazione di impadronirsi del suo corpo così da potersi liberare rimaneva ben presente.
    In ogni caso rispose con un lieve sorriso, facendo appena un cenno del capo in segno di rispetto.
    Incredibile come fosse stato umile nei suoi confronti Chomei, il Nibi aveva ancora molto da imparare e solo adesso se ne rendeva conto.
    Prima di poter anche solo pensare di raggiungere un livello pari a quello del Mizukage, in quanto alla relazione col Demone, avrebbe dovuto faticare molto, moltissimo.
    Nonostante questo però la cosa non la infastidiva più di tanto, dopotutto era stata una sua scelta.
    Fin dall'inizio era stato un suo desiderio divenire una portatrice, per tanto non poteva permettersi di venire abbattuta da brutti pensieri, ironicamente in pochi mesi aveva affrontato più di quanto, probabilmente, ci si sarebbe aspettati da una studente appena diplomata.
    Eppure era riuscita a passare attraverso tutte quelle esperienze, una dopo l'altra in un modo o nell'altro.
    In conclusione non aveva di che preoccuparsi.
    Comunque sia Itai cercò di spiegarle come mai l'aveva fatta venire fin li, dicendole anche quello che avrebbe dovuto imparare mentre Chomei ogni tanto si rivolgeva a lei, visibilmente incerto e forse, preoccupato.
    Quando il Mizukage le diede dimostrazione con un esempio pratico, lei piegò leggermente il capo di lato come un uccellino incuriosito.
    Sbattè un paio di volte le palpebre, riflettendo su quello che stava vedendo innanzi a lei.
    Modificare liberamente il proprio Mondo eh?
    In effetti non ci aveva mai pensato a quella possibilità, già dalla prima volta che aveva incontrato il Nibi subito dopo che era stata sigillata dentro di lei, l'ambiente era stato quello che c'era tutt'ora.
    Riportò lo sguardo su Itai come questo le disse che il secondo passo, sarebbe stato quello di imparare a tagliare fuori dalla sua realtà alternativa eventuali esterni, in quel caso il Mizukage stesso.
    Nel mentre Chomei si avvicinò a loro, generando un turbinio estremamente forte il quale tuttavia a parte smuoverle i capelli non la spostò minimamente, quasi le fosse passato attraverso.
    Le sue parole ancora una volta parevano come un avvertimento, e lui stesso confermò che era questo il senso.
    Il Nibi ingannarla? Non era una possibilità da escludere, anzi, però non la temeva in questo senso, d'altra parte era stata lei a ingannare il Demone la prima volta, riuscendo così a farla rinchiudere dentro di lei.

    Tranquillo Itai, non c'è problema affermò sentendo la sua preoccupazione venire a galla, temendo che le parole del Demone potessero spaventarla. Subito dopo volse lo sguardo su di lui, riprendendo il discorso visibilmente tranquilla Non lo escludo Chomei, però non mi spaventa la cosa. Nonostante sia stata lei, il Nibi a trovarmi, ero io che la cercavo. Ormai sono preparata mentalmente. ammise all'ultimo sorridendo tuttavia con una certa amarezza, dopotutto seppur era stato tutto finto e limitato alla sua mente, ricordare certe cose dava sempre fastidio.

    Ti ringrazio comunque.

    Affermò con aria sincera.
    Subito dopo riportò la sua attenzione su Itai, il quale se ne uscì con un affermazione abbastanza dubbia tant'è che fu in grado di farla ridere per appena un istante, mentre scuoteva leggermente il capo, divertita.
    Successivamente così com'erano arrivati nel mondo del Mizukage, si trasferirono ancora una volta nel suo, ricomparendo davanti al Nibi il quale ormai pareva sonnecchiare placidamente.
    Alle parole di Itai aprì appena leggermente un occhio, lasciandosi andare ad uno sbuffo per poi richiuderlo e non filarseli nemmeno di striscio.
    Era evidente ormai che non si sarebbe curata di loro nè tanto meno delle loro azioni, d'altra parte qualunque fosse stato il risultato a lei non sarebbe cambiato granchè, fatta eccezione ovviamente per il fatto che in base a come fossero andate le cose, il suo parere su Nakora sarebbe cambiato in positivo o negativo.
    Lei dal suo canto stava già pensando a cosa poter provare a fare, tuttavia Itai la anticipò, affermando che avrebbe voluto una poltrona.
    Lo guardò appena con entrambe le mani sui fianchi, scuotendo leggermente il capo e avvicinandosi di un paio di passi.

    Eddai, non saranno nemmeno dieci minuti che non senti più il cuscino del divano sotto il tuo sedere!

    Disse fingendosi infastidita, era ben visibile il fatto che stesse giocando anche per via dell'espressione infantile - guance gonfie e sguardo rabbuiato - che le aveva dipinto il volto.
    Comunque sia dopo queste poche parole, tornò seria lasciandosi andare a un bel respiro e facendo cadere le braccia, morbide, lungo i fianchi.
    Socchiuse gli occhi cercando di concentrarsi, svuotando la mente da pensieri superflui e cercando di espandere i suoi sensi, le proprie percezioni in quel mondo alternativo che condivideva con il Nibi.
    Una poltrona eh?
    Prima di tutto doveva cercare di trovare quel legame che vi era tra lei, la sua figura onirica e quel posto.
    Ripensò al percorso che seguiva ogni volta che andava nella realtà alternativa, le sensazioni e il flusso da cui si lasciava trascinare tranquillamente, ricercando la medesima sensazione.
    Ci vollero un paio di secondi dopo i quali un brivido la percorse da capo a piedi, e conscia che quel posto era nella sua mente nonchè di conseguenza sotto il suo diretto dominio e controllo, cercò di piegarla ai propri desideri con quella che era la sua mera volontà. Già in precedenza aveva avuto modo di vedere come quest'ultima non le fosse mancata, difatti già dalle prime volte era stata in grado di attingere al potere del Demone senza troppi problemi.
    Qui non fu poi tanto diverso.
    Lo spazio parve come distorcersi affianco ad Itai, mentre lei ripensava alla poltrona presente nel salotto e improvvisamente una fetta di realtà parve come staccarsi dalla stessa, prendendo forma e muovendosi.
    Da che i lineamenti iniziarono ad apparire uno alla volta, successivamente andò ad aggiungersi il contenuto, il colore, il materiale e tutto il resto.
    Con un tonfo sordo la copia della poltrona della casa del Mizukage apparve li accanto sbattendo per terra.
    Magari le dimensioni non erano così simili, forse aveva un po' esagerato però l'importante era che ci era riuscita.

    Beh dai se non è altro dev'essere più comoda di quella reale!

    Ammise cercando di giustificarsi sorridendo appena, in ogni caso avrebbe dovuto fare un po' di pratica nel tempo però una volta compreso il procedimento era tutto infinitamente più semplice, almeno così credeva lei.
     
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    Un passo dopo l'altro

    Tagliare via l'intruso



    Nakora sembrava straordinariamente tranquilla davanti la prospettiva di un possibile inganno da parte del Nibi. Io, dal canto mio, mi chiedevo quale fosse e ripensando al passato, nonché ai numerosi e quasi letali scontri avuti con Chomei, forse compresi ciò di cui aveva paura Chomei stesso. Nel momento stesso in cui la ragazza avesse ricevuto il potere del Nibi, ne avrebbe pagato lo scotto col suo stesso corpo. Era pronta, non era detto che mentalmente potesse reggere quella carica di chakra. Ma non me ne preoccupai, perché ero certo che avrebbe superato quell'ostacolo ed alla fine sarebbe migliorata quasi in maniera esponenziale. Risi appena alla sua espressione quando si lamentò della mia richiesta (del resto una modifica andava bene come qualsiasi altra) solo che forzarla a fare qualcosa di specifico piuttosto che affidarsi esclusivamente alla sua immaginazione complicava ulteriormente il compito che le avevo affidato. Ricorda Nakora, è sempre importante dove poggi il sedere. Una sedia scomoda può far molto. Feci come ad atteggiarmi a persona saggia quale non ero, poi rimasi in silenzio per lasciarla concentrare.


    Aveva tutto a sua disposizione. Forse non se ne rendeva ancora conto precisamente, ma era un sesto senso che solo i Jinchuuriki in quel mondo potevano sentire. Non era interagire col proprio mondo interiore la vera sfida, quanto bloccare le intrusioni e le interazioni esterne. Nonché, al massimo del controllo, riuscire a manipolare a proprio piacimento il mondo interiore di un altro Jinchuuriki... ma quella era un'altra sfida, ben più complessa di ciò che stava affrontando in quel momento la genin di Oto. Difatti, dopo non troppo tempo, la mia tanto agognata poltrona comparve ed io mettendomi in piedi sulla roccia sulla quale giacevo saltai agilmente su di essa. Annuii soddisfatto. Comodissima. Annunciai.


    Ma non ci rimasi seduto a lungo. Scattai in piedi, posando una mano sullo schienale della poltrona. In futuro, quando il tuo controllo sui poteri del Nibi sarà migliore, potrai fare questo. E la poltrona sparì. Forse Nakora avrebbe capito subito, forse no: avevo appena manipolato il suo mondo interiore con la stessa facilità con la quale avevo manipolato il mio. Gli shinobi più esperti e versatili, magari anche non Jinchuuriki ma con una profonda comprensione dei Fuuinjutsu, potrebbero avere questa capacità. Modificare il mondo interiore altrui, sottraendone il controllo. Dunque, Nakora... la terra iniziò a tremare, quasi a deformarsi. Il cielo iniziò a tuonare, una pioggia violentissima si abbatté su di noi in breve ed un vento possente in grado di spostare la ragazza spirava. Il Nibi, il lontananza, riso o ringhiò e si ritirò più profondamente nelle sbarre, sottraendosi a qualsiasi contatto con la giovane. La terra iniziò a spaccarsi ed una voragine si aprì sotto i nostri piedi. La voragine cessò la sua formazione dinanzi alle sbarre che tenevano chiuso il Nibi e sotto i miei piedi e quelli di Nakora c'era ancora terra: un pinnacolo roccioso che si stagliava dentro quel nero abisso senza fine. Cacciami. O le cose andranno sempre peggio qui dentro. Non hai possibilità di riprendere il controllo modificando la tua dimensione, Nakora. Il tremore della terra divenne più violento, iniziando ad essere classificato come "piccolo terremoto", ma era il clima orribile ad essere il vero problema. Nakora avrebbe potuto ristabilire la pace lì dentro, ma finché io fossi rimasto lì non avrebbe potuto far nulla. Qualsiasi modifica che avesse tentato di apporre alla mia opera sarebbe stata fagocitata da un potere troppo più grande del suo. Doveva cacciarmi di lì.


    Manipolazione del Mondo Interiore
    Arte: L'utilizzatore, se nel mondo interiore suo o di altri Jinchuuriki, può sopprimere la manifestazione del Bijuu modificando a piacimento l'ambiente circostante. Non può disattivare la tecnica speciale o rompere il sigillo in questo modo.
    (Consumo: Basso)
    [Da Chakra del Demone III in su]

    [Da Chunin in su]


     
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    Sorrise soddisfatta vedendo come Itai sembrasse aver apprezzato il risultato, sebbene alla sua battuta di un istante fa non si era trattenuta dal scuotere leggermente il capo sorridendo divertita.
    Tuttavia quella sorta di allenamento si poteva dire che era appena iniziato, difatti il Mizukage non attese un ulteriore istante prima di continuare con quello che aveva ancora da insegnarle.
    Accadde tutto abbastanza velocemente, vide chiaramente la sua mano poggiarsi sullo schienale della sedia e poi... Questa scomparve nel nulla.
    Propro così com'era apparsa dal nulla cosmico, ecco che la sua presenza fisica era stata cancellata da quella realtà.
    Non le fu difficile capire che era quello che era successo, non dopo il discorso che le aveva fatto poco fa in presenza di Chomei e ancora prima, quando si erano ritrovati davanti al Nibi inizialmente.
    Certo c'era una differenza tra il capire qualcosa e metterlo in pratica, però dubitava fortemente che sarebbe riuscita a fare lo stesso all'interno della realtà onirica di un altro portatore, forse se l'altro fosse stato uno alle prime armi come lei sarebbe stato possibile, però anche questa rimaneva niente altro che un ipotesi al momento.
    Sbattè un paio di volte le palpebre passando lo sguardo dal punto in cui si trovava la sedia a Itai, visibilmente accigliata sebbene più che confusa stava riflettendo e pensando su come fare una cosa del genere, facendo riferimento alle cose che aveva imparato fino a quel momento.
    Il Mizukage stesso cercò di spiegarsi come poteva, e il fatto che altri Shinobi anche non portatori avrebbero potuto fare una cosa del genere.. Beh, non la fece sentire esattamente tranquilla.
    Difatti si morse il labbro inferiore abbassando leggermente lo sguardo, sebbene ascoltò comunque quanto ebbe da dire l'altro.
    Se anche "semplici" Shinobi erano in grado di fare cose del genere, in parte allora capiva come mai il Nibi si era comportato in quel modo, probabilmente lui lo sapeva però non aveva voluto dirle niente a riguardo.
    Che fosse per orgoglio personale o perchè voleva che imparasse sulla propria pelle non lo sapeva dire, però fatto sta che un dettaglio in grado di lasciarla abbastanza interdetta.
    L'improvviso tremare dalla terra la spinse a mettere da parte certi pensieri, per tanto alzò il capo guardandosi attorno allarmata per poi fermarsi con gli occhi sulla figura di Itai.
    Era opera sua quello?
    Una tempesta sembrava come essersi formata all'improvviso, mentre la terra si spaccò letteralmente aprendo una voragine che arrivò fino innanzi le sbarre dietro le quali si trovava il Demone, che per la cronaca stava reagendo abbastanza male a tutto quello.
    Fu costretta a portarsi un braccio davanti al volto tant'era forte il vento che soffiava, ci mancava poco che la spostasse togliendola così da quel pinnacolo roccioso su cui si trovava.
    Eppure nonostante tutto quello sentì chiaramente le parole del Mizukage, il quale le diede conferma del fatto che era opera sua.
    Le stava dando un chiaro esempio di quello che sarebbe potuto accadere se avesse incontrato qualcuno in grado di interagire col suo mondo interiore, e non le piaceva per niente la cosa.
    In breve le fu detto quello che avrebbe dovuto fare, sebbene non si sentì del tutto sicura di potercela fare.
    Insomma quella catastrofe naturale che si stava abbattendo su di lei e sull'area circostante, innanzi ai suoi occhi, di sicuro non l'aiutava a tenere alto il morale.
    Però anche Itai aveva ragione, se non ci avesse provato allora sarebbe finita vittima della sua stessa realtà onirica.
    Per tanto doveva riuscirci, costi quel che costi, insomma diceva sempre che non c'era divertimento nel fare le cose facili e ora tentennava? Ma anche no!
    Le sue labbra assunsero l'espressione di una smorfia di fastidio, le labbra leggermente dischiuse e le palpebre assottigliate.
    Tutto quel vento e quella pioggia stavano iniziando veramente a darle sui nervi, però non poteva permettersi di venire distratta da certi dettagli. Se non si fosse concentrata a dovere non sarebbe mai riuscita a fare quanto le era stato appena detto.
    Focalizzò il suo sguardo - per quanto possibile - su Itai, ripensando a quanto aveva imparato poco fa.
    Sia per entrare che per uscire da quei mondi alla fine era sempre stato come il seguire e lasciarsi trasportare da una sorta di flusso, tuttavia nel primo caso quando aveva dovuto farlo per andare dal Mizukage e Chomei si era rivelato più difficile, dato che non sapeva ancora esattamente come comportarsi essendosi sempre trattata di una cosa che accadeva naturalmente.
    Quindi forse... Tsk... E che cazzo!
    Arrivò un'altra folata di vento la quale per poco non la fece volare a terra, costringendola a puntellarsi con gli stivali a terra.
    A quel punto non pensò più e decise semplicemente di agire, come andava, andava.
    Lasciandosi trasportare un po' dalla rabbia nata da quel momento e dai pensieri di poco fa, andò come a cercare all'interno dei flussi che seguiva lei ogni volta che per entrare in quel luogo la presenza di Itai, anche solo un qualcosa di minimo che la potesse ricondurre a lui.
    Questa volta non si stava lasciando trasportare, bensì era come se la sua mente stesse saltando, furiosamente, da uno all'altro tentando di chiudere così gli accessi a quel mondo, nessuno che non fosse stata lei e il Nibi avesse riconosciuto come lei avrebbe dovuto essere in grado di accedere a quel mondo nè tanto meno rimanervi, sicchè la sua idea era di tagliare il collegamente che univa la mente di Itai al corpo fisico nel mondo esterno.
    Se era come pensava, doveva interpretare quel luogo e come un tempio circondato da delle enormi mura e cancelli i quali però fino a quel momento, erano rimasti spalancati, il discorso era quello di chiudere quello che aveva permesso l'accesso al Mizukage e immediatamente dopo tutti i rimanenti, così da poter impedire altre eventuali entrate.
    Sinceramente non sapeva nemmeno lei bene cosa stava facendo, semplicemente agiva.
     
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18 replies since 5/11/2015, 23:57   273 views
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