I Rintocchi dell'Anima

Corso Base per **Kat**

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  1. **Kat**
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    VIII ~ La scelta: Un cunicolo senza ritorno


    G

    li occhi cristallini della Fuyutsuki rimasero fissi per interminabili secondi sulla catena del teppista. La lama lanciata dall’Uchiha aveva inchiodato la pericolosa arma al terreno, salvandola da una fine orrenda. Nell’ipotesi più fortunata sarebbe rimasta sfigurata per il resto dei suoi giorni. Non riusciva a comprendere come il teppista dallo sguardo assassino ed assetato di sangue fosse riuscito ad allungare la sua arma. Gli anelli di acciaio sembravano pesanti e poco duttili. Forse era stato solo un effetto ottico? Lo escluse immediatamente. Aveva sentito a pochi centimetri dalla sua guancia lo spostamento d’aria e lo stridore degli anelli di metallo che vibravano.
    A quanto pare l’uomo che aveva di fronte nascondeva qualche capacità particolare, e probabilmente non era l’unico. Insieme allo spadaccino corazzato, emanava un’aura di pura malvagità. O almeno era ciò che percepì Ayuuki. Lanciò un breve sguardo ad Atasuke-sama in cerca d’indicazioni o rassicurazioni. Il suo volto era coperto dalla maschera demoniaca, ma a giudicare dalla fierezza del suo sguardo e la compostezza dei suoi modi, il suo animo non vacillò nemmeno per un secondo.
    Ed invece? La Fuyutsuki sentiva le dita delle mani tremare. Solo un’incosciente non avrebbe compreso l’abissale dislivello tra lei e i membri dell’Arena del Purgatorio. Non era pronta, non ancora. Era partita con tutti i buoni propositi, con un obbiettivo ben chiaro. Eppure sentiva che i buoni ideali non bastavano. Pensava ingenuamente di riuscire a superare i primi turni dell’evento clandestino. Ed invece se il livello fosse stato quello dimostrato dal Teppista, avrebbe rischiato la sua stessa vita anche contro il più debole degli avversari.
    Strinse leggermente i pugni e si morse il labbro inferiore. Ma non riuscì a trattenere parole di sfida. L’orgoglio le impediva di restare zitta, di lasciarsi surclassare da un teppista di strada. Si era allenata tanto, per cosa? Di questo passo non aveva nessuna possibilità di raggiungere sua sorella, trovarla e salvarla. - Punti di vista. - Rispose, ma stavolta con meno ardore. Era stata fortunata ad essere salvata da Atasuke-sama e non voleva tentare la sorte per la seconda volta nella stessa giornata.
    Yoshimizu estrasse la lama dell’Uchiha dal terreno senza nemmeno toccare l’impugnatura dell’arma. Si trattava forse di una particolare abilità? A quanto pare l’Arena del Purgatorio non era solo un covo di teppistelli e lottatori, ma di persone dalle incredibili capacità.
    - Si.. oppure potrebbero portarci in una trappola. Teniamo gli occhi aperti! - Era un monito più per se stessa che per l’Uchiha. Il Chuunin sapeva cavarsela da solo. E in quel momento si sentì quasi un peso. Nonostante tutti i suoi sforzi e l’impegno che metteva nei suoi allenamenti non era all’altezza. Si morse leggermente il labbro inferiore ed affiancò il Maestro del Dojo, seguendo il misterioso e pericoloso duo.
    Passo dopo passo il paesaggio cambiò intorno a loro. Passarono da un “allegro” mercatino di paese ad una fitta foresta. La vegetazione cresceva rigogliosa ed alcuni alberi possedevano radici ben radicate ormai da secoli. La Fuyutsuki perse quasi la concezione del tempo, visto che la sua mente era completamente assorta nei suoi pensieri. Continuava a non fidarsi di quelle due figure. Eppure avevano promesso di concedere loro l’iscrizione al prossimo evento clandestino. Pensava che l’Arena si trovasse nelle zone più isolate e malfamate del villaggio di contadini, ed invece Yoshimizu li stava conducendo in un posto diverso, inaspettato.
    Ayuuki ascoltò lo scambio di battute tra Atasuke-sama e lo spadaccino corazzato senza intervenire o proferire parola. Risentiva ancora della stanchezza, ma non era il momento di lamentarsi. A quanto pare l’organizzazione clandestina non era finalizzata solo al circolo di denaro, ma metteva in palio per il vincitore dell’arena qualcosa di molto più raro ed ambito: Il potere. - Uhm? - Sembrò leggermente stranita da queste ultime parole. Il denaro non era tutto, come pensava. Scosse la testa e si schiarì la voce prima di esporre i suoi dubbi in merito. - Il Potere? In che senso? - Insomma voleva sapere cosa fosse realmente il premio. Un particolare Jutsu? Un intruglio misterioso? Un rotolo proibito? Un Fuuinjutsu speciale? Ciò ravvivò la curiosità della ragazza. Sentimenti contrastanti suscitarono nella studentessa, timore e curiosità. Ma riteneva comunque deplorevole ciò che facevano quei uomini nell’arena. Non manifestò il suo disappunto in merito. Lasciò intravedere solo una tenue curiosità. - Combattimenti fino alla morte? - Ancora una volta interruppe il silenzio che si era istaurato tra le quattro figure in marcia. Desiderava comprendere ciò che stava per affrontare. Era impulsiva, irruenta ma non sprovveduta.

    [ … ]

    Il viaggio si concluse dopo circa trenta minuti. In realtà Ayuuki non seppe quantificare il tempo della marcia nella selva oscura. Le sembrò quasi un’eternità, visto che la sua mente era rimasta sola con se stessa. Per la Fuyutsuki era pericoloso, molto pericoloso restare sola con la sua coscienza. C’erano troppe debolezze e fragilità celate dietro quel sorriso solare e ottimista. Rimpianti che non riusciva a perdonarsi. Obbiettivi e responsabilità che andavano al di là delle proprie responsabilità. Ciò che lasciava vivo il fuoco che ardeva dentro era la speranza.
    Forse un giorno avrebbe riunito la famiglia, riportato il Clan all’antico splendore e donato la felicità ai suoi genitori. Tutto dipendeva dalle ricerche di Ai-Oneesan. E secondo le informazioni che le aveva consegnato l’Uchiha c’erano buone possibilità di trovarla all’Arena del Purgatorio.
    Il flusso di pensieri si arrestò con il suo passo. L’ora del crepuscolo era ormai passato e le ombre serali rendevano più tetro e misterioso quella fitta foresta. Era facile perdersi in essa, soprattutto senza punti di riferimento. Yoshimizu invitò il Chuunin e la studentessa ad entrare in una struttura fatiscente. A causa della scarsità d’illuminazione la ragazza non potè capire nemmeno se si trattava di un’abitazione o di rovine. - … -
    Sapeva benissimo che Atasuke-sama non l’avrebbe mai spinta in una situazione troppo pericolosa o contro la propria volontà. Quindi si accorse immediatamente della sua esitazione. Stava attendendo una reazione da Ayuuki, una sua risposta. Entrare ed affrontare l’ignoto? Oppure fuggire e ritornare nelle sicure dimore?
    - Atasuke-sama… - Era il momento di dare una risposta, di decidere. Era ben consapevole che gli uomini alle loro spalle erano così potenti e spietati da poterla neutralizzare o ucciderla in pochi secondi. La parte più razionale di sé la invitava a riflettere maggiormente sull’avventatezza delle sue decisioni. Si era buttata a capofitto in una missione oltre la sua portata. Aveva fallito miseramente nel reperimento d’informazioni su Ai-chan. E il teppista le aveva dato un assaggio delle sue capacità. Forse la cosa più prudente la fare era voltare le spalle e tornare a casa. Fece alcuni passi indietro. Sospettava in un eventuale intervento di Yoshimizu e del collega. Forse li avrebbero uccisi o impresso un Fuuinjutsu per la memoria. Ormai sapevano troppo.
    Improvvisamente un flash. Il volto della sorella. Occhi cristallini come il cielo, capelli neri e corti con lo stesso rigore paterno e l’elegante femminilità materna la rendevano una Fuyutsuki. Era la sua Oneesan. Non poteva abbandonarla. Quell’antro buio, quel salto nel vuoto, poteva essere la sua unica possibilità di ritrovare Ai-chan. Forse non avrebbe avuto altre occasioni. Non era tutto perduto. Non voleva voltarle le spalle. Probabilmente era ad un passo da lei, o almeno desiderava credere così.
    Strinse i pugni e con ampie falcate decise di attraversare quel corridoio. - Andiamo! - Era la sua decisione. Non si girò mai indietro. Ogni via di fuga svaniva nel nulla. Ma in quel momento sentiva il cuore meno pesante. Non desiderava avere altri rimpianti.


     
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