Gourmet Hunter

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  1. Mberu
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    Gourmet Hunter

    Fantasmi dal passato



    Girai lo sguardo verso Ayuuki.
    Chiunque avrebbe capito che aveva patito le mie stesse pene.
    Entrambi eravamo state vittime di un incubo personale, che aveva raschiato via dalla nostra testa l’equilibrio che c’eravamo crostuiti.

    Solo un sogno, solo un sogno

    Come una persona affetta da problemi mentali dovevo ripetermelo in continuazione per non cadere preda di chissà che cosa.
    Fisicamente stavo bene, avevo solo le ammaccature di una giornata di caccia, ma mi sentivo come paralizzato.
    Tanto meno il mio senso del dovere mi spingeva ad avvicinarmi ad Ayuuki per sincerarmi del suo stato.

    Solo un sogno, solo un sogno

    Lo sapevo che era solo un sogno, era stata proprio questa convinzione che mi aveva permesso di uscirne. Ma ora dovevo fare i conti con la vita reale. Tutti gli sforzi che in quegli anni avevo fatto erano stati cancellati via. O almeno così mi sembrava.
    Tutta la razionalità che avevo imparato ad usare per convincermi che non avevo colpe, era stata spazzata via dall’emozioni di un sogno troppo reale.

    Non ho ucciso io mio padre..

    Lo specchio si era incrinato di nuovo.
    Tutto stava per cadere a pezzi.
    Lentamente, mentre mi ripetevo le solite frasi in testa, mi alzai tenendo stretti i funghetti, rei di averni trascinato nel limbo.
    Barcollando come se fossi stato colpito dalle onde del mare in tempesta, mi diressi verso Ayuuki.
    Anche io mi appoggiai al medesimo tronco.

    D-dobbiamo tornare…p-prendiamo il carro.

    Senza attendere oltre, con la mia andatura barcollante, posai i funghi e mi misi in posizione per trainare il carro. Attesi Ayuuki. Quando fummo pronti, senza dire una parola partimmo.

    Il viaggio fu lungo sotto le stelle.
    Non prestai molta attenzione alla strada, a ciò che mi circondava o alla mia compagna.
    Mi limitai a spingere il carretto seguendo il sentiero, tentando di non impazzire.

    Ho corso al massimo… lo giuro..

    Dopo svariate ore, ormai a notte inoltrata, con i piedi pieni di vesciche, la schiena e le braccia doloranti, avvistai le luci della casa del cuoco. Avevo compiuto il mio dovere.

    Io devo andare.

    Senza aggiungere altro, neanche uno sguardo, lasciai il carro e come un fantasma dagli occhi sbarrati mi allontanai verso il villaggio.
     
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17 replies since 4/12/2015, 22:58   209 views
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