La Fatale Debolezza dell'Hokage

Otafuku - Zona Mercantile

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    VIII
    .:I Misteri di una Biblioteca:.


    Stava funzionando, e faticai a mantenere un'espressione impassibile quando quello cascò appieno nell'illusione cominciando finalmente a dare aria alla bocca...mi limitai a quello che sapevo essere un ghigno di vittoria, quanto più sinistro possibile. Il sangue colava dalla bocca del mio prigioniero mentre la finta Shizuka (a dire il vero non ne ricordavo benissimo l'aspetto, ma lui non la poteva certo vedere tanto bene) stava continuando ad ascoltare. Che fosse una facciata era evidente. Che uno incapace come te fosse il responsabile della sicurezza...beh, penso di avere più di qualche dubbio. Ma il solo fatto che ci fossero all'opera degli sponsor disposti a pagare per preservare quel posto significava senza alcun dubbio che io e quel cretino di Suna avevamo a che fare con qualcosa ben al di sopra delle nostre limitate vedute. In quel momento mi ritrovai anche a pensare che in effetti non lo vedevo da un pò...possibile che ci fossero stati problemi al piano inferiore?

    Un magazzino di conoscenza? Beh, era una biblioteca, mi sembrava ovvio, ma evitai di interrompere nella speranza che quello dicesse qualcos'altro di utile...e lo disse. Eccome se lo disse. Sgranavo gli occhi mentre il prigioniero lardoso parlava di segreti rubati agli archivi di Konoha e ai dati sulle personalità influenti...per non parlare di planimetrie e quant'altro. Anche se cifrato, quel materiale valeva una fortuna e non potevo non accendermi d'interesse nel pensare a quanto tutto quel sistema sarebbe stato utile per la Missione. Dav..davvero c'è qualcosa del genere là sotto? E ora quel Sunese era andato prima di me! Dovevo sbrigarmi a tagliare la gola al panzone, inseguire il ragazzo dai capelli rossi e ucciderlo perché non parlasse! Decifrare i codici sarà qualcosa a cui pensare in un secondo momento. Per ora... Il mio tono si fece tagliente almeno quanto il mio Tanto mente con un piccolo passo avanti mi avvicinavo al prigioniero ormai inutile per finirlo e andare oltre, quando una voce imprevista mi fece voltare di scatto, gli occhi colmi di sorpresa e le labbra serrate, quasi esangui.

    Non avevo sentito nessuno avvicinarsi!

    E certamente non vidi niente più che una sagoma rossa e arancio che mi saltava addosso con una velocità che il mio cervello si rifiutò persino di contemplare. Tentai, forse più per istinto, di alzare la mano destra a mia difesa ma ero talmente in ritardo che stavo già volando contro uno scaffale, col mondo distorto dall'urto, quando l'arto cominciò a sollevarsi. Quello che seguì non mi fu per niente chiaro: la vista offuscata vedeva solo sagome confuse che si avvicinavano tra loro, poi n breve scorcio di lunghi capelli neri e per finire un lampo verde, durante il quale persi completamente i sensi.

    Non avrei saputo dire quanto tempo fosse passato al mio risveglio, ma certamente la luce filtrava dalle poche imposte semiabbassate con un'angolazione molto differente. La mia testa... Pesante e ovattata, ecco come la sentivo mentre arrancavo verso il piano di sotto, dove trovai sia il Sunese che il nostro bersaglio originale privi di sensi. Non c'era traccia di rotoli o informazioni nel lungo corridoio a spirale sotterraneo. E ora... Cercavo di fare mente locale, con un Kunai appena recuperato dalla sacca che portavo alla coscia. Feci pochi passi verso il ninja di Suna e il nuovo prigioniero. Queste sono informazioni importanti...ma rimane solo la mia testimonianza.

    Sapevo che non avrei mai e poi mai potuto inseguire quell'uomo dai capelli neri e prendere per me quella conoscenza. Non prima di molti anni. Mi inginocchiai affianco a Jin, ancora con l'arma in mano. Dovrò usare queste notizie in maniera differente, ma mi serviranno testimoni o penseranno solo che mi sono ubriacato. E l'unico testimone sei tu. Detto questo gli punsi appena il braccio con l'arma, sperando che il dolore fosse sufficiente per risvegliarlo. Dovevo fingermi amichevole se volevo usarlo a mio vantaggio. Ehi, sveglia! Stai bene? E' passato quel tizio in rosso e mi ha steso. Vedo che qui ha ripulito tutto, vero?

    Se ti senti abbastanza in forze aiutami a legare Uggiolo...dobbiamo ancora scoprire la Fatale Debolezza dell'Hokage, no? Una volta legato lo svegliamo e vediamo cosa sa.
    Poi, pensai tra me e me, avrei portato quel patetico scarto di umanità a Konoha per interrogarlo...e avrei chiesto a Jin dove abitava o come contattarlo in futuro, casomai servisse anche la sua testimonianza. Conoscere quella biblioteca poteva essere un modo per avvicinarmi all'Amministrazione di Konoha. Per avvicinarmi al Bersaglio!

    Edited by Yato Senju - 30/5/2016, 17:28
     
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    « WAOH! MALEDETTI SCORPIONI! »

    Il mio pugno si fermò a qualche centimetro dal polso di quello che riconobbi essere Yato, che mi aveva appena punto al braccio con un kunai per farmi rinvenire. « YATO! Che fai, mi tagliuzzi nel sonno mentre io mi preoccupo di andare a cercare acqua per le tue radic... ehi! Aspetta un secondo, sei tornato normale! » Saltai in piedi, euforico. « Un gran bel trucco, quello! Hai parenti arborei? Una volta ho letto di una tribù lontana che riesce a vivere in armonia con la giungla e ad adoperarne le armi come proprie, ma non avrei mai pensato a nulla di simile. Hehe. Che emozione scoprire la propria discendenza così, eh? » Gli tirai una pacca amichevole sulla spalla (con la mia solita forza mal calcolata), voltandomi in torno.

    In giro non pareva esserci nessuno.

    « Mmh, la biblioteca è chiusa, sì? », dissi, con aria pensierosa, per poi chinarmi subito di nuovo vicino a Yato con espressione complice. « Dobbiamo svignarcela prima che arrivi Baffi con le altre sentinelle e pensi che stiamo trafugando qualche libr-a proposito! », sbottai, come un fiume in piena dopo una cascata, « sai che di sotto c'è un vero e proprio tesoro? Ho anche incontrato un tipo strano... » Poi la realizzazione di quanto era accaduto mi colpì con la forza di un maglio.

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    « Oh. Già. Alto, lunghi capelli color cacca di cobra. Carnagione chiara e un'aura più inquietante di un cerchio di condor. Quel tizio mi ha steso per qualche motivo. Vedo che anche Uggiolo è qua con noi, quindi immagino che ci abbia portato su. Per caso lo hai incontrato? », gli chiesi, cercando su di lui il segno di eventuali battaglie.

    « E che fine ha fatto Palla? »

    « Uhhhh. », ululò l'ometto ancora a terra, riprendendosi dalla batosta subita. « Ehi! Uggiolo, vero? » La rinnovata menzione del suo soprannome erotico sembrò risvegliarlo meglio di quanto avrebbe fatto una secchiata di acqua gelata, e Punto di Domanda si alzò di scatto, sistemandosi il riporto sulla pelata alla meno peggio. « M-mi chiamo Yarishu. Curatore della biblioteca. », disse, con una punta di orgoglio. Poi si incupì di colpo. « Uhhhh. D-devo sparire, togliermi di mezzo. Se ne sono andati, ma non voglio mai più aver a che fare con la Mela Marcia. O-ora lasciatemi andare, se non vi dispiace. »

    Non seppi che dire a quelle parole. Il poveretto sembrava veramente solo una vittima delle circostanze, tutto considerato. Forse, come Yato e me, era incappato in qualcosa di più grosso senza rendersene conto. Ma che cos'era la Mela Marcia di cui parlava? Vedendolo lagnarsi e tremare come una foglia, non ebbi il cuore di chiederglielo. Sperai che Yato avesse più informazioni di me e che riuscisse quindi ad arrabattarsi meglio di quanto potessi fare io.

    « Uh. Certo, vai pure. Una sola cosa! », aggiunsi, quasi di botto. Rivelare quell'antica leggenda non poteva costargli molto, e poi era il motivo per cui avevo fatto tutte quelle miglia nel deserto, per cui glielo chiesi: « Vorremmo sapere la leggenda della Fatale Debolezza dell'Hokage! »

    Una goccia di moccio colò dal naso di Punto, che mi guardò come se fossi matto.

    Poi scoppiò a ridere. Forte, più di quanto mi sarei aspettato da un omino così piccolo e - fino a quel momento - così spaventato.

    Lo guardai incuriosito, senza prendermela, sollevando in alto le mie orecchie per riparare i timpani dalle risa a squarciagola di Uggiolo, che grazie al cielo si fermò abbastanza presto. « Siete venuti per sapere questo? », disse infine, asciugandosi delle lacrime dagli occhi. « Certo, vi dirò tutto, se poi potrò andare. » « Nessun problema! », lo rassicurai, sfoderando un sorriso a tutto denti. A quel punto, non so perché, anche io ero piuttosto divertito.

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    « È una vecchia storia che ho sentito raccontare da un vecchio ninja della Foglia in pensione ad un suo kohai ancora acerbo che si vergognava ad ammettere di essersi trovato bene dalle signore di Babà. » I suoi occhi si alzarono al cielo, sognanti. Io sentii distintamente un brivido percorrermi la schiena. « Ebbene, il vecchio ha detto al giovane guerriero di non doversi vergognare in alcun modo! Il motivo è presto detto: per un motivo o per l'altro, sin dai tempi del Terzo HokageQ9M6g5a, le donne sono sempre state l'unica, grande debolezza di tutti gli Hokage. » Punto tirò su col naso, sembrando in qualche modo compiaciuto. « Dall'irresistibile richiamo delle curve proibite del Terzo, all'amore sacrificale del Quarto, all'identità stessa di donna del Quinto, al libro che costò la vittoria del Sesto, fino alla molla dell'odio del Settimo. »

    Aggrottai le sopracciglia. Colsi qualche riferimento qua e là, e mi annotai la necessità di fare ulteriore ricerca dopo quelle scoperte, ma non capii se Punto era serio o no. Che davvero tutti quei grandi uomini - e donne - fossero stati fatalmente colpiti fatalmente da una donna?

    « Questo è quanto. Non si sa molto degli ultimi Hokage, ma di sicuro neanche loro sono dei santoni. Un tizio che ogni tanto fa turni alla mura e che frequenta Babà si sbellicava raccontando una certa storia, qualche tempo fa... ma comunque, il punto è che la leggenda insegna a uomini normali come... n-noi », balbettò, guardandoci ancora un po' impaurito, « che tutto quel potere non è nulla davanti ad una gonnella di quelle giuste! O un tacco come quelli di Babà, ah. »

    « O-ok. Grazie, vai pure. Ma se fossi in te mi farei controllare le rotelle, amico. »

    Punto mi scoccò un'occhiataccia offesa, ma fu ben felice di sgattaiolare via senza guardarsi indietro. Mi voltai verso Yato, guardandolo per qualche attimo, e poi scoppiai a ridere anche io, mettendomi una mano sul volto. « Heheh! Che storia, eh. Certo non mi aspettavo una scoperta del genere. Che ne dici, il tuo Kage sarà al sicuro con un segreto del genere che circola in giro? », gli domandai ridendo ancora.

    OFF GAME

    La storia insegna :asd:

    Così si conclude l'avventura. Ma... cosa sarà la Mela Marcia? :guru:

     
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    .:Epilogo Informato:.


    Il risveglio di Jin mi fece seriamente rivalutare l'idea di essere l'unico testimone di quell'evento, aggiungendo del pathos con la morte del povero sunese che avevo eroicamente spalleggiato nel tentativo di scoprire i segreti di Otafuku...ma alla fine decisi che era sempre meglio usare meno menzogne possibile e cercare di mantenere la complessità delle vicende al minimo, se volevo continuare a tenere il mio Bersaglio un segreto intoccabile. E uccidere quell'idiota era, mio malgrado, una complicazione peggiore del tollerare il suo odioso carattere frivolo. Ma quale radice! Quella era solo una Henge no Jutsu, razza di... Mi morsi le labbra, evitando di finire la frase ed ingoiando la rabbia. Dovevo controllare le emozioni, o non avrei mai potuto completare la mia missione. Anche se avevo a che fare con dei mentecatti!

    Un tizio in rosso coi capelli lunghi. Non ho visto altro, era troppo veloce per me...ha preso il prigioniero ed è fuggito, portandosi dietro tutti i libri, o almeno mi è parso di sentire qualcosa del genere...però ci ha lasciato questo tizio. Dissi facendo un cenno del capo verso Uggiolo, che stava riprendendo coscienza. Lasciai che fosse Jin a parlargli, limitandomi ad inarcare un sopracciglio quando quello parlò della "Mela Marcia", qualunque cosa fosse. Il ninja di Suna sembrava turbato da quelle parole, forse perché non aveva idea di quello a cui si stava riferendo il prigioniero, ma gli feci segno di andare avanti. Una cosa per volta...ed in effetti l'obbiettivo iniziale era ad un passo: meglio approfittarne. Conoscere SIA la debolezza dell'Hokage CHE le informazioni su quella strana biblioteca sarebbe stato un vantaggio importante per la mia Missione.

    Non mi aspettavo che quello scoppiasse a ridere a quel modo sguaiato...forse la domanda era talmente inaspettata che aveva riso anche come valvola di sfogo per tutta l'ansia e l'agitazione accumulata...se fossi stato più abile nel leggere le emozioni forse avrei potuto avere più risposte da quelle azioni, senza dover dipendere solo dalle parole. Non ridere e parla. Gli intimai, piantandogli il bagliore azzurro dei miei occhi addosso, ma quello rimase ilare, cominciando a raccontare di qualcosa che, a suo dire, accomunava tutti i Kage del passato, e certamente anche quello attuale. Le donne.

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    Rimasi in silenzio una manciata di secondi...una parte di me voleva spaccare la faccia di quel tizio e poi strappargli ogni informazione sulla Mela Marcia. L'altra invece stava seriamente considerando quell'informazione, per quanto a primo acchito sembrasse ridicola. Le donne...eh? Alla fine vinse quella porzione più riflessiva della mia mente. Arrivare al Kage attraverso i suoi conoscenti era sicuramente importante, ma se davvero esisteva, anche solo accennata, una corsia preferenziale che passava per le donne, allora poteva essere un minimo ma significativo vantaggio da sfruttare! Quando il Bersaglio era una montagna inarrivabile, ogni più piccolo passo in avanti era importante per raggiungere la cima. Farò tesoro delle tue parole. Commentai, senza però aggiungere altro mentre Jin dava a Yarishu il permesso di andarsene.

    Non gli permisi però di fare più di una manciata di passi, perché forte di un rapido impasto di chakra nel giro di un istante mi sarei portato alle spalle della nostra unica fonte, puntandogli la lama alla gola. Fermo, Uggiolo. Ti conviene star fermo. Jin ha detto che puoi andare, non io. Le tue informazioni sono state molto importanti, ma ora voglio sapere cosa sai della "Mela Marcia"...che credo riguardi quel tizio vestito di rosso che ci ha attaccato. Sussurrai, avvicinando l'acciaio al suo collo con quanta più intimidazione possibile. Vedi, se ti ha lasciato vivo vuol dire che quello che sai non può danneggiarlo, quindi non se ne avrà a male se lo condividi con noi. Anche se fosse poco: mi so arrangiare.

    Avrei fermato ogni possibile intervento di Jin con un gesto della mano: dovevo assolutamente finire quello che avevamo cominciato. Siamo vivi anche noi, e certo non gli sarebbe costato nulla farci fuori, quindi evidentemente voleva evitare di attirare l'attenzione dell'Accademia uccidendo o facendo sparire due shinobi, anche se di basso grado. Quindi in un certo senso ci considera intoccabili, anche se incapaci di nuocergli. Beh...questo vale per noi ma non per te...una volta solo, senza la nostra presenza chissà cosa potrebbe succederti, non ci hai pensato? Io aggrapperei questa possibilità, mi alleggerirei la coscienza e accetterei la nostra protezione. Ma io sono un tipo abbastanza sveglio, Uggiolo. Con la mano libera avrei premuto un dito sulla sua schiena, cercando di aumentare il disagio in cui certamente l'altro si trovava. E tu sei sveglio? Cosa mi dici?

    Edited by Febh - 30/5/2016, 16:58
     
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    Un verso gutturale di terrore e sorpresa eruppe dalla gola di Uggiolo quando Yato gli puntò l'acciaio alla gola, facendolo saltare indietro di un paio di metri con un'agilità inaspettata.

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    « Quello che fai è proprio m-molto pericoloso, delinquente di un ninja! Non sono mica un superuomo come voi, io! »

    Gocciolone di sudore grandi come chicchi di grandine iniziarono subito a grondargli ovunque. Quel giorno i suoi nervi erano stati messi alla prova fin troppo, e vedersi di nuovo minacciare dopo aver creduto che fosse finita sembrava aver fatto scattare qualcosa nel piccolo bibliotecario. Se, però, avevo imparato qualcosa su Yato, era che non scherzava quando c'era di mezzo la missione, qualunque fosse. « Perché non gli rispondi, Yarishu? Sarà meglio per tutti. », lo incoraggiai con voce quieta. La menzione del suo nome sembrò riportarlo sulla terra quanto bastava per far di nuovo funzionare le sue rotelle.

    « C-come hai detto, ragazzo, se mi ha lasciato andare è perché non so un becco di niente: tre mesi fa ho ricevuto una lettera con diverse centinaia di ryo come acconto e la descrizione del mio incarico - curare la biblioteca! Non c'era alcuna firma, solo una mela scarabocchiata con un inchiostro violaceo di qualche tipo. Pensai che fosse uno scherzo, eppure il denaro era reale e io... avevo bisogno di soldi per continuare ad andare dalle signore di Babà. »

    Si grattò il riporto con una mano irsuta, pensieroso.

    « Così mi sono presentato. Oaf, il bruto che mi ha malmenato, mi ha accolto ed istruito sulle mie mansioni: assicurarmi che le cose rimanessero tranquille dentro e fuori dall'edificio, oltre ad occuparmi di portare ai piani inferiori l'occasionale pacco sigillato che veniva fatto consegnare qua da una strana bestia volante simile ad un insetto. » Sospirò, confuso. « Dovevo far pagare caro l'ingresso per scoraggiare sempre più visitatori casuali e sostituirli pian piano con gli uomini che sarebbero stati mandati - quelli con cui avete pulito il pavimento, intendo. », aggiunse, scoccandoci un'occhiataccia. « Li ho sentiti pronunciare "Mela Marcia" la prima e unica volta che ho visto l'uomo dai capelli neri passare a controllare i piani inferiori. Erano tutti atterriti. Non so se sia il suo nome o quello dell'organizzazione a cui appartiene. »

    Lo vidi rabbrividire mentre ricordava l'esperienza.

    « N-non ho bisogno di protezione. Voglio solo visitare Babà un'ultima volta, prendere le mie cose e sparire dal Paese. Non so altro, g-giuro. », disse, stavolta raccimolando il coraggio necessario a guardare Yato dritto negli occhi. Mi sembrava sincero, ma non dissi nulla. Aspettai che fosse il mio amico a decidere il da farsi, dato che aveva iniziato lui quell'interrogazione. « Ora vi prego, lasciatemi andare. »

    OFF GAME

    Il PG si chiama Jin, non Gin, razza di alcolista!

     
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    .:Conclusione:.


    Uggiolo non era il genere di persona che reggeva bene la tensione, e bastarono poche minacce calcolate per fargli spifferare tutto quello che sapeva. Ascoltai avidamente la sua narrazione, e anche Jin mi diede manforte (ammetto che non ci speravo) nel convincerlo a collaborare. Chiesi se avesse ancora qualche documento o simili, ma aveva distrutto tutto nei mesi passati, quindi non restava alcun genere di prova di quel che era capitato, a parte i nostri racconti...e senza prove la vita di Uggiolo o la sua testimonianza era del tutto inutile. Allentai la presa, concedendogli di allontanarsi. Vai pure da Babà e dai suoi Pasticcini, allora. Ma bada: ti ho offerto protezione e tu la hai rifiutata. Non scordare che ogni scelta ha un costo. Detto questo mi voltai, rivolgendomi al ninja di Suna. Abbiamo trovato quel che cercavamo...e anche qualcosa di più. Feci un respiro. Suppongo di doverti ringraziare per la collaborazione. Farò rapporto a Konoha, e forse è il caso che tu lo faccia a Suna. Fino ad allora, non abbiamo motivo di rivederci. Con quelle poche parole, dure come la mia espressione, lasciai Jin da solo in quella biblioteca. Addio.

    Un cielo benevolo mi avrebbe forse concesso di non vederlo mai più, o almeno così speravo.
     
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