Shi-e-En

[Free GdR aperta a tutti: Nuovo Anno]

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    Y Danone
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    Shi-e-en

    La Festa del Nuovo Anno




    Il Paese delle Sorgenti Termali fu per molto tempo chiamato “La culla degli Dei” ...e chiunque visiti queste terre per la prima volta non avrebbe alcuna difficoltà a comprenderne la ragione. Giacché non vi è nessun luogo come quello, in tutto il continente, e mai potrà comparire.




    La leggenda narra che molti secoli addietro uno dei grandi Draghi nati dalla lacrima di pietà e commiserazione che il Dio della Creazione ha concesso alla nascente stirpe umana, forte dell'incarico suo e dei suoi fratelli di formare il mondo così come oggi lo conosciamo, fosse giunto su Yu no Kuni, e trovando quel luogo di suo gradimento abbia soffiato con forza e ardente desiderio, in segno di apprezzamento. Scosse dal volere intrattenibile di un Signore superiore a tutto ciò che di normale esiste, le acque si erano dunque levate, inondando il neonato Paese che, arrossendo di onore, da quel momento in poi arse senza sosta.
    ...Questa è detta essere la nascita del Paese delle Sorgenti Termali. E ancora oggi si tramanda la storia, da tutti riconosciuta come vera.




    Indipendente dall'influenza della Grande Alleanza Accademica e luogo di imparzialità universalmente riconosciuto, Yu no Kuni è posto al centro esatto della mappa geografica conosciuta, e si può raggiungere tanto dal mare di Kaizoku quanto dal Paese del Fuoco ed egualmente dalla baia di Gaikotsu, dove ad attendere i visitatori stranieri vi sono tre Torii di legno rosso –le tre porte del Volere, della Forza e del Sapere–, alti come il più grande dei giganti, che danno ufficialmente accesso al Paese.
    Sotto ad ognuno di questi archi, ormeggiate con corde di selce, vi sono centinaia di imbarcazioni in attesa. E se ancor siete nuovi, se mai vi siete recati in queste terre sconosciute e lontane, oh giovani visitatori, a spiegarvi il motivo di questa scoperta saranno i vostri stessi occhi.



    Yu no Kuni non possiede terra che sia solida come normalmente la si conosce.
    Acque ardenti ricoprono tutta la lingua di territorio che gli appartiene, bollendo in un inesauribile tumulto vulcanico che induce il terreno nascosto ad eruttare fumi e vapori. E questi –nutrimento per le foreste di alberi acquatici che crescono dei semi portati dal mare, e che dal basso si issano verso il cielo in un'altezza senza precedenti– si librano nell'aria, rimanendo a proteggere i segreti di quel Paese sconosciuto come guardiani senza età e senza fine.
    Diffidate dal credere alle storie che si raccontano di quelle foreste di vapori ed echi lontani e soffusi: nessuno specchio d'acqua si leverà su di voi per inghiottire il vostro futuro, e nessuno spirito del Makai sussurrerà alle vostre orecchie storie che renderanno ciechi i vostri occhi e muta la vostra bocca. Non vi perderete, nel tentativo di arrivare ad Hotami.
    Filari di lucciole di fuoco, sospese da un albero all'altro, guidano infatti la navigazione di ciascun visitatore, e da ogni torii portano senza esitazione alla grande Città.
    Scoprirete presto che il vostro imminente arrivo sarà sempre accolto da fiori purpurei e scarlatti galleggianti a fior d'acqua, che anticiperanno i grandi pontili d'attracco e vi daranno dunque il benvenuto nel più magico luogo delle Terre Conosciute.




    Costruito secondo l'esperienza antica, tramandata di generazione in generazione ad ogni mastro carpentiere, Hotami si presenta come un'incredibile creazione architettonica contesa tra bellezza e perfezione.
    Lunghi ponti convessi, in legno e bamboo, sovrastano le acque calde e vaporose –dove sovente i bambini si divertono ad indicare capibara e scimmie dal manto chiaro che riposano nel tepore che la natura offre loro– e conducono in ogni struttura galleggiante, dipartendosi come strade sospese nell'aria.
    Le costruzioni, altissimi edifici a più e più piani, sono condomini sull'acqua, in cui gli abitanti hanno imparato a costruire la propria realtà in centinaia di anni di esperienza.
    Fiori si affacciano dai balconi intarsiati, rovesciandosi in mulinelli colorati lungo le facciate, e filari di corde si dipanano da edifici agli altri, sorreggendo lanterne colorate che rischiarano la nebbia calda sempre presente.
    Ciascuna torre acquatica accoglie più famiglie o più attività. Solo poche di queste sono adibite ad un solo scopo.
    E' questo il caso del “Sonno del Ginken”, attività pensionistica che offre stanze dislocate su ben cinque piani e vasche termali divise secondo le esigenze dei visitatori: terapeutiche, rilassanti per esempio; tutte a loro volta divise in tre settori: maschile, femminile e misto.
    Se i canneti di bamboo bianchi e i salici che nascono in prossimità delle grandi rocce ricoperte di muschio del ricovero, le cui fronde solleticano le acque come dita di un musicista per poi salutare con il proprio capo la riservatezza delle stanze più alte, non bastano a stuzzicare il vostro entusiasmo...non esitate a visitare la “Scala del Cielo”, il più alto edificio di Hotami.
    Privo di muri, ma solo di gradinate scoperte che danno accesso ad un fulcro interno chiuso e formato da stanze anellari, la Scala del Cielo è luogo di incontro di tutto il Paese. Lì, tra giochi d'ingegno e d'azzardo sempre diversi, e incensi dai profumi speziati, si dice che si possa trovare qualsiasi persona e qualsiasi informazione. A patto però di arrivare all'ultimo piano, seguendo l'ordine crescente dettato da una logica ai più sconosciuta.




    ...Ma se c'è un evento per cui Yu no Kuni è davvero conosciuta in tutto il continente, questo è certo lo “Shi-e-en”, la maestosa festa di Nuovo Anno. In occasione di questa, difatti, Hotami organizza la più grande celebrazione mai conosciuta, vestendosi a festa secondo la tradizione.
    Bancarelle acquatiche sono aperte sotto ad una ragnatela di luci e decorazioni, stole di stoffe colorate e lanterne infuocate, esponendo le più disparate mercanzie –gioielli e ninnoli, balocchi, vestiti e qualsiasi cosa la mente umana può concepire nella realtà.
    Giochi di ogni sorta, atti ad allietare i cittadini e i visitatori, sono allestiti in grandi tende variopinte costruite su zattere danzanti a fil d'acqua, in cui la fortuna è messa a dura prova, ma se ben accolta porta successo e fama senza pari... attenti però al credere che il più ricco abbia maggiori possibilità del più povero!
    Forte dell'indipendenza che la contraddistingue, Hotami ha da tempo organizzato un sistema impari per tutti: passare dall' “Arco dell'Inizio”, situato al centro della città, per ricevere 5000 piastrine dentellate, “i fiori del nuovo giorno”, è infatti l'unico modo per poter giocare e poter vincere premi sempre più allettanti.
    Già, perché Hotami offre a ciascun partecipante alla propria celebrazione l'occasione di accaparrarsi vincite senza pari. Due sono i modi.
    Secondo la regola per cui “la fortuna si sconfigge solo sfidandola”, più piastrine vengono ottenute giocando e più premi vengono conquistati, in una scalata verso l'alto che non può portare a raggiungimenti sempre più allettanti.
    Avvicinatevi poi al Tempo del Ginken Ryuu e concedetevi la seconda opportunità del grande evento... il futuro non è mai stato così vicino!




    Il "Tempio del Drago d'Argento" –che si dice essere custodito dentro una reliquia, la quale è infranta ad ogni mezzanotte di passaggio, liberando così la Creatura perché questa si installi nel nuovo oggetto che proteggerà l'anno novello– è l'unica costruzione che non posa su una piattaforma galleggiante.
    Costruito sulle radici di alberi secolari acquatici, essa affonda le proprie fondamenta direttamente nelle acque, come un monile eterno destinato a non crollare mai, e ponendosi come ultima proprietà del Paese offre il più grande spettacolo dello Shi-e-en.
    Fuochi d'artificio pirotecnici vengono fatti esplodere allo scoccare della mezzanotte, perché il cielo si illumini di mille colori e luci così da poter guidare il viaggio circolare del Ginken.
    Danzatori Yasokoi, come divinità del vento, ballano sulle acque le coreografie della tradizione passata, piroettando in mulinelli di sete e bagliori d'oro e d'argento, mentre il caratteristico Drago di Carta Illuminato viene condotto seducente lungo il confine dell'orizzonte, al ritmo delle canzoni dei musicisti tradizionali e del consueto ticchettare dei piatti di legno che chiunque può far battere nel prendere parte ai balli.
    E mentre lanterne di carta di riso vengono liberate nel cielo lungo un immancabile soffio di vento che conduce le “lucciole” verso l'alto, dove infine si infiammano distruggendo così le disgrazie del precedente anno e dando inizio a quello nuovo; mentre tavolate comuni imbandite di aragoste in salsa, azuki dolce, saké stagionato e altre mille prelibatezze, accolgono i banchetti di tutti i presenti, resisi fratelli e sorelle per l'occasione...
    ...ecco che inizia la celebrativa “Estrazione della fortuna”, in cui il Sacerdote del Tempio predice il futuro del nuovo anno a tutti i presenti, nessuno escluso. Ruotando il globo di legno sacro e facendo uscire dal suo unico foro una piccola sfera contenente il messaggio che preannuncia con minuzia di dettagli il "domani" della persona richiedente, si scoprirà cosa gli Dei hanno in serbo per ciascuno. E se ad uscire è una delle tre sfere fortunate –d'oro, d'argento e di bronzo– la fortuna raddoppia e ad essere consegnata non è solo la più accurata delle predizioni, ma anche un premio senza precedenti!




    Concedetevi anche quest'anno di ascoltare i cento battiti di campana che accolgono lentamente il nuovo inizio.
    Mangiate i melograni dolci cui ogni chicco è una nuova fortuna.
    Sfidate la sorte con i mille giochi.




    E ancora una volta benvenuti ad Hotami.
    Questo è il Paese delle Sorgenti Termali.





    Salve e benvenuti a questo evento Natalizio!

    Come è stato per la Festa della Fondazione, essa è una giocata libera aperta a tutti. Inviterei comunque i partecipanti a cercare di mantenere nella role un tono quanto più possibile sereno: dietro c'è stato molto lavoro, giorni di programmazione ed altro per garantire una giocata tranquilla dove svagarsi nel periodo delle feste natalizie.

    A disposizione dei giocatori ci sono 5000 "Fiori del Nuovo Giorno", ergo monete, con i quali potrete giocare ai giochi d'azzardo. Per scoprirli dovrete avvicinarvi in gioco ad essi ed attendere che QM vi risponda. Ricordo sin da ora che per giocare è necessario registrarsi ai Servizi Integrati NL (potete registrarvi dal creaschede) e registrare il proprio PG da qui.
    Le monete vinte potranno essere convertite in ricchi premi, che vi invito a scoprire giocando.

    Inoltre c'è un'estrazione, gestita da un QM, che vi garantirà le previsioni sul nuovo anno e diverse divertentissime sorprese.

    Buon divertimento a tutti!



    Salve!

    Per giocare al Shi-e-en è necessario, ricordo, essersi registrati ai servizi intergati ed aver registrato il proprio PG. Per giocare è necessario avvicinarsi in GdR al gioco (prima o dopo aver effettivamente giocato sul sito non importa), purché le vincite e le azioni che compite sul sito siano descritte in GdR, anche se non nei dettagli!
    Ricordatevi di selezionare il vostro personaggio dalla lista prima di giocare!
    Potete provare i giochi senza conseguenze giocandoci senza fare il login!

    Shiten: http://narutolegendapp2.altervista.org/nl/casino/fulcro.php
    Kokun no To: http://narutolegendapp2.altervista.org/nl/casino/torre.php

    Le regole dei giochi e la riscossione dei premi, nonché la possibilità di cedere i propri gettoni ad altri sono tutte spiegate nei siti.

    Buon divertimento!


    Edited by -Max - 18/12/2015, 22:45
     
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  2. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    Winter has Come! 一

    ~La Decisione~


    L'invero era ormai giunto da parecchi giorni. La neve, già scesa copiosamente nei giorni precedenti, continuava a calare in quellafredda giornata, continuando ad imbiancare con il suo candido velo ogni dove. Nel villaggio della foglia, pochi sembravano intenzionati ad uscire di casa quel giorno, fatto salvo per i bambini ed i novelli studenti, che, eccitati dall'evento meteorologico, inondavano le stradine e le piazze passando le loro giornate in feroci battaglie mortali, combattute con le più raffinate tecniche e le più mirabolanti armi che la scienza e la tecnica avevano donato loro: Palle di Neve.
    Il fuoco scoppiettava placido, mentre dai camini lente salivano le nuvole di fumo dando un'ulteriore senso di placida staticità al quadro che si disegnava davanti agli occhi dell'Uchiha che osservava le strade ed i vicoletti del quartiere Uchiha dalla terrazza.

    “Atasuke-sama?”


    Una voce familiare attirò l'Uchiha, distogliendolo dai suoi pensieri e riportandolo al mondo reale.

    «Dimmi pure Heisuke»


    Rispose lui, senza voltarsi per non distogliere lo sguardo dalla piacevole vista che aveva sul quartiere innevato. La sua non era mancanza di rispetto verso l'allievo, anzi, era più un invito non verbale a raggiungerlo per bearsi a sua volta di quello spettacolare panorama.

    “Konoha è splendida in questo periodo... Eppure siete sempre così pensieroso... C'è qualcosa che vi turba? Ha forse a che fare con...”

    «Di pure a Keisuke di non preoccuparsi. Ormai ho chiuso con i Kobayashi, quindi non vedo perché preoccuparsi oltre. Shizuka sposerà quel Kurogane ed io, proseguirò per la mia strada»


    Lo interruppe, intuendo la domanda che stava per fare, oltre che la bocca da cui era partita quella domanda e di cui Heisuke era solo il messaggero.

    “Ma allora... Che cos'è che vi disturba tanto? Nel senso, è da tempo che siete silenzioso, anche durante le lezioni, sembrate distaccato, come se qualcosa vi preoccupasse sempre”


    Atasuke sorrise, voltandosi verso l'allievo e poggiando una mano sulla spalla dello stesso in segno di fraterna comprensione.

    «Davvero vi state preoccupando tanto? Devo proprio essere stato un pessimo maestro negli ultimi giorni... Ora va, scendi pure con gli altri. Vi raggiungerò a breve»


    Heisuke non ribattè, limitandosi ad un semplice inchino prima di voltarsi ed eseguire quanto richiesto, tornando al piano inferiore dove gli altri attendevano trepidanti delle risposte malcelati lungo la scalinata di legno che collegava i due piani.

    «Sembra proprio che non l'abbia presa bene quanto credevo se addirittura i miei allievi si sono accorti che qualcosa non andava...»


    Commentò in appena un sussurro, riportando per un attimo ancora lo sguardo sulla distesa innevata che componeva quel piccolo scorcio del villaggio.
    Tornato al piano inferiore, la vista dei suoi allievi che fingevano disinvoltura con tanta maestria da essere palesi nella menzogna, strappò un sorriso al maestro, il quale non poté evitare di chiedersi come fossero effettivamente giunti ad un tale punto.

    «Ahi, Ahi, deve essere proprio grave allora... Non fate quelle facce... Lo avevo detto che sarei sceso poco dopo»

    “Acc... Ve ne siete accorto eh? Atasuke-sama”

    «Quando imparerete a celarvi ai miei occhi sarò troppo vecchio e rintontito per essere il vostro maestro Sano-san»


    Rispose divertito all'ammissione di Sanosuke che non poté evitare di grattarsi la testa, conscio di essere stato “beccato” nonostante la sua abilità nel fingere.

    “Lieto di vedere che state riacquistando il buonumore, Atasuke-sama”

    «Sicuro Keisuke di quel che dici? Lo sai che so benissimo da chi sono partite le preoccupazioni»

    “Sembra che ancora una volta abbiate ragione, Atasuke-sama... Lasciate quindi che vi consigli una breve vacanza per l'ultimo dell'anno”

    «Una vacanza? E dove pensi di spedirmi questa volta?»


    Chiese ironico ed incuriosito Atasuke, avvicinandosi all'allievo che continuamente gli proponeva vacanze e svaghi di svariata natura nella speranza che egli accettasse per svagarsi un minimo.

    “Shi-e-en la festa per il capodanno nel paese delle sorgenti termali. Dicono che sia una delle feste più belle dell'anno e credo che apprezzerete”

    «Guarda, apprezzo l'offerta, tuttavia...»


    Non ebbe il tempo di finire la frase, che un altro allievo, nella fattispecie Kazama, lo interruppe nuovamente, aggiungendo alcuni piccoli dettagli.

    “Atasuke-sama, vi abbiamo già prenotato una stanza e pagato l'ingresso”

    «V-voi!? Cosa avete!?»

    “Abbiamo deciso di comune accordo di farvi un regalo”


    Atasuke tacque. Non sapeva come rispondere, ne cosa dire. Non sapeva se odiarli per aver tramato nell'ombra contro di lui o se ringraziarli ad uno ad uno per il regalo che gli era stato fatto.

    "Nel viaggio vi accompagneranno anche Kazumi, Sanosuke e Shinpachi"


    A quell'affermazione Atasuke portò lo sguardo sui tre che erano stati nominati, accorgendosi solo in quel momento del fatto che Shinpachi, in effetti era sparito e non si era visto fino a quel momento.

    “Noi tre avevamo già preso dei biglietti per nostro conto, quindi abbiamo pensato di approfittarne per portarvi con noi, se vi fa piacere”


    Ammise una voce delicata e sensuale che attirò lo sguardo dell'Uchiha.

    «Come potrei rifiutare un tale invito Kazumi-chan? E sia dunque, verrò con voi al...»


    Ancora una volta Atasuke venne interrotto. Non da un'allievo questa volta, ne da semplici parole, bensì da una palla di neve, che impattò alle sue spalle proprio contro la nuca. Un brivido gelido percorse la sua schiena, mentre gli occhi divennero rapidamente affilati come a voler cercare una preda di cui cibarsi.
    Alle sue spalle, una delle ante era stata aperta e proprio davanti alla stessa vi erano Hari e Kitsu, visibilmente piene di neve e con i vestitini bagnati, mentre in un misto tra terrore e divertimento osservavano l'Uchiha che gelido non si muoveva.

    «Quante volte vi ho detto che non si gioca a palle di neve in casa?»


    Disse gelido, senza neppure voltarsi, drizzando solo la schiena che si era lievemente inarcata come reazione istintiva dopo l'impatto. Le due, rimasero impietrite per alcuni istanti, finchè kitsu con coraggio non decise di alzare la manina rispondendo.

    "Non siamo state noi... è... è stato... è stato Shinpachi!"


    Di tutta risposta gli occhi dell'uchiha brillarono di un rosso cremisi che solo gli altri allievi potevano vedere dato che alle piccole ed al folle, ancora in posa sotto la neve che calava dopo il lancio si trovavano alle sue spalle.
    Gli sguardi preoccupati dei presenti fecero capire a Shinpachi che era meglio per lui iniziare a correre ed a correre estremamente veloce dato che l'Uchiha, si sapeva, non perdonava.

    «Shinpachi... Sarò magnanimo... Ti darò ben tre secondi di vantaggio... Uno...»


    Sibilò l'Uchiha a denti stretti senza muoversi nemmeno di un passo.

    "A-Atasuke-sama, non credo che sia il cas..."

    «...Due...»

    "Veramente, io!"

    «... Tre!»


    Conscio di ciò che stava per accadere, Shinpachi cercò di scappare via, ma nello scattare sulla neve calpestata, scivolò a terra rimanendo bloccato sul posto mentre l'Uchiha, ormai voltatosi era su di lui con una ferocia inaudita.
    La leggenda narra che quel giorno venne scatenata la più violenta delle battaglie per le strade del villaggio. Un normale pomeriggio di festa nella casa dell'Uchiha divenne poi una delle più brutali e sanguinose battaglie. Alla fine della guerra si contarono oltre un centinaio di partecipanti, divisi tra vari conflitti più o meno piccoli lungo un fronte esteso lungo l'intero quartiere Uchiha. I combattenti, che contavano rappresentanti di tutte le età tra le loro fila si destreggiarono in ogni angolo, non limitandosi solo alle strade, ai giardini ed alle piazze, ma addirittura sui tetti. Il conteggio delle vittime fu estremo alcuni dicono che caddero per l'influenza e la febbre oltre 50 persone, altri non osano nemmeno immaginare la mole dei caduti.
    Intervistati, alcuni sopravvissuti dichiararono: "Non potete immaginare che cosa abbiamo vissuto. Alle nuove generazioni dico solo una cosa: Io c'ero"
    Saito fu l'unico a restare in disparte, leggendo alcuni dei libri dell'Uchiha, mentre silenzioso osservava imparziale il dilagare di quella guerra ed alla fine dichiarò una sola cosa: "L'essere umano è una creatura orribile."

    [...]


    Alla fine della battaglia, distesi nella neve e semi ricoperti dalla stessa c'erano tutti, Atasuke ed allievi compresi e tra questi, uno solo pensiero sembrava elevarsi verso il cielo, mentre ad occhi socchiusi guardavano verso l'infinito del cielo grigio e nevoso.

    °Come siamo arrivati a questo punto?°


    Si chiesero, esausti, lasciandosi cullare dalla gelida neve.

    [...]




    Winter has Come! 一

    ~La Partenza~


    La neve continuava a scendere copiosa quel giorno mentre tre figure con passo lento si allontanavano dalle porte del villaggio, avvolte nei loro caldi mantelli verso una nota destinazione: Il paese delle acque termali.

    “Su, su, stiamo andando ad una festa, cercate di divertirvi!”

    “Kazumi ha ragione, fate come me, lasciatevi tutto alle spalle e pensate solo alle belle donne che potremo incontrare!”

    “Certo, che incontreremo e che io ti soffierò da sotto il naso, Sano-kun”

    “Stai zitto tu, lo sai che le donne preferiscono i veri uomini come me!”


    “Sicuro?”


    Non fu chiaro come tutto ciò avvenne, fattostà che dopo non molti passi i due continuavano a camminare nella neve a torso nuto tendendo al massimo i muscoli come a cercare di mettere in mostra i loro fisici statuari, ignorando per molto più di un'istante la temperatura invernale che li circondava.

    “Uomini...”


    Commentò ella freddamente osservando i due compagni mentre si esibivano (inutilmente) nelle loro svariate pose. Atasuke, invece, non disse e non fece nulla. La sua mente rimaneva concentrata su quanto era accaduto alcuni giorni prima, soffermandosi in particolare sull'influenza che aveva colto le due piccole volpine, costringendole, di fatto, a starsene a casa al caldo mentre lui andava a spassarsela alle terme.

    «Kazumi... Credi davvero che debba andare all'evento lasciando sole Hari e Kitsu?»

    “Atasuke-sama... Seriamente? Sono solo due creature da evocazione, non avete nessun obbligo nei loro confronti”


    La freddezza delle parole di Kazumi colpì Atasuke nel profondo, lasciandolo momentaneamente stordito, mentre alle loro spalle, i due compagni di viaggio iniziavano a correre, essendosi finalmente resi conto di essere rimasti parecchio indietro, raccattando rapidamente i loro abiti da terra e rivestendosi per evitare una polmonite.

    “Atasuke-sama... Non prendete a male le mie parole. Io comprendo che avete un forte legame con quelle creature, tuttavia, vorrei ricordaste che per quanto piccine, non sono delle bambine comuni e non sono vostre figlie, ne sorelline... Quindi non crucciatevi come se lo fossero”

    «Forse hai ragione Kazumi, forse hai ragione...»

    “Cosa stavate dicendo? Che ci siamo persi?”

    «Nulla, Shinpachi, nulla di così preoccupante... Allora? Vogliamo andare a questa festa o no?»


    Rispose l'Uchiha con rinnovato vigore, il quale celava il turbamento per le piccole che, nonostante le parole, continuava a corroderlo dall'interno.
    Accelerò quindi il passo, aprendo la via al trio di allievi e procedendo a passo spedito, lasciando i due allievi con un sorrido divertito, mentre Kazumi, più composta, palesò un sorriso amaro. Ella, forse, come ogni donna, era in grado di vedere oltre quella maschera e sembrava aver compreso che in realtà Atasuke non era realmente tranquillo.

    […]


    Giunti sul luogo dell'evento epocale, i tre si guardarono attorno sbalorditi, apprezzando non poco le bellezze che serpeggiavano sotto quella fitta ragnatela di luci che si diramava in ogni dove illuminando ogni singola via, strada, ponte e viottolo.

    “Hotami, stiamo arrivando! Trattenete le ragazze, Shinpachi è qui!”

    “Sbruffone, datti una controllata. E poi lo sanno tutti che io piaccio più di te”

    “Uomini...”

    «Voi tre... volete darvi una calmata? Non siamo ancora arrivati e già state facendo baccano? A volte mi chiedo se vi ho mai insegnato qualcosa»


    Chiuse il discorso l'Uchiha, passando oltre ed entrando nel villaggio percorrendo quella che era la via principale cercando, prima di tutto, la pensione nota con il nome di “Sonno del Ginken” dove i suoi allievi avevano anticipatamente prenotato le stanze e dove si sarebbero preparati per la piacevole serata in compagnia di migliaia di sconosciuti. Chissà quali meraviglie li attendevano e quali incontri aveva da offrire quella serata di festa...

    […]


    Quando calò la sera, ormai rimessi in sesto dal lungo viaggio, il quartetto era ormai pronto ad affrontare il villaggi e le sue attrattive. Forti del calore emanato dalle fonti termali che riscaldavano ogni dove di quel luogo, Shinpachi e Sanosuke indossavano abiti leggeri, lasciando sempre perfettamente in vista i muscoli pettorali scolpiti dall'allenamento, pronti ad affrontare le frotte di ragazze che speravano gli sarebbero accorse incontro.
    Di tutt'altri modi Kazumi indossava un semplice kimono bianco con delicate decorazioni che ne impreziosivano il tessuto che non differiva molto dai soliti abiti indossati. I capelli della ragazza, rossi come il fuoco e lunghissimi erano lasciati liberi al vento, mentre sulla tempia destra, un piccolo dettaglio floreale ne adornava la semplice capigliatura creando un piacevole contrasto tra la rossa chioma e la candida fioritura bianca della rosa, il tutto accompagnato dall'inseparabile ombrello che la ragazza portava sempre e comunque con se, quasi come se non sapesse come vivere senza.

    «Kasumi-chan... Vuoi proprio lasciare il segno questa sera. Non oso immaginare quanti uomini vorranno farti la corte in questa notte di festa»


    Commentò l'Uchiha vedendo la donna che per la prima volta in effetti si mostrava a lui con abiti propriamente femminili e non in una tenuta comoda per il combattimento.

    “A-Atasuke-sama! Perdonatemi, ma non credo di meritare tali complimenti”


    Rispose ella arrossendo. Nonostante continuasse sempre a mostrarsi agli altri come una dura, la personalità di quella ragazza era estremamente complessa e nei rari casi in cui lasciava cadere la sua maschera di rigore, mostrava questo suo lato femminile molto insicuro, quasi come se nell'indossare quei panni si sentisse a disagio.

    «Suvvia, ti donano molto questi abiti, dobbiamo dirlo... Vieni, vorresti farmi l'onore di accompagnarmi alla festa?»


    Rispose lui sorridente, offrendo il braccio all'allieva ed incamminandosi mentre gli altri due ricominciavano con le loro solite discussioni alle loro spalle.
    Incedevano con passo sicuro e fiero, degno dei migliori esponenti della Karyuuken. Atasuke, elegante nel suo kimono di seta nero dalle finiture ricercate su cui era ricomparso l'ormai perduto stemma degli Uchiha, che da tempo non mostrava più sugli abiti, affiancato sul bavero da quello dorato che soleva portare solitamente raffigurante le tre tomoe, simbolo della Karyuuken.
    Il netto contrasto degli abiti della ragazza con quelli del maestro sembravano quasi completarsi a vicenda, coadiuvati anche dall'hakama grigia che ne smorzava il distacco troppo netto.
    Ed era così che il quartetto iniziò ad incamminarsi per le vie, alla ricerca di divertimento e piacevoli incontri nell'ultimo evento di quell'anno che si apprestava a terminare, portando con se la tristezza e le fatiche del passato e portando con se i sette dei recanti i doni per il nuovo anno...



    OT - Buon game a tutti, scusate per l'intro esagerato, ma per chi non è interessato alla guerra di palle di neve può passare diretto allas econda parte :ghu: - /OT
     
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    Il bambino di Suna cammina lentamente, riempiendosi gli occhi dei colori e dei profumi di quel meraviglioso villaggio. Sotto i suoi piedi, il legno della piattaforma galleggiante scricchiolava leggermente. Il suo addestramento ninja gli faceva notare che, poggiando il piede sinistro, produceva leggermente più rumore per via del sacchetto pieno di monete che gli avevano dato una volta passato sotto l’Arco dell’Inizio. Nonostante i vapori caldi che provenivano dallo specchio d’acqua, il chunin era perfettamente a suo agio in quel clima, caldo come poteva esser caldo il deserto, ma umido come Suna non era mai stata. Il bambino vestiva un kimono di tessuto pesante, beige con disegni complessi in blu scuro. Una bevanda fresca chiudeva il quadro.
    Hohenheim camminava tra la gente chiassosa e felice intenta a mangiare, chiacchierare e giocare. Hohenheim anche era lì per giocare e rilassarsi. Il villaggio di Suna stava pagando per questa sua piccola vacanza, compresa una stanza in un’accomodazione nel villaggio, della quale il chunin non si ricordava il nome.

    ‘Eh… io non sono mai stato forte con il gioco’



    Quando era piccolo (più piccolo), Hohenheim era solito giocare ai giochi di ruolo suoi ninja con degli amici, ignaro che poi sarebbe diventato il suo lavoro. In quei giochi spesso si dovevano usare dei dadi: 6, 8, 12 facce. Chiaramente più il punteggio era elevato, meglio era. Ebbene Hohenheim aveva la capacità di far uscire la faccia con l’uno, 4 volte su 6. Era incredibile.

    ‘Speriamo che non ci siano dei dadi in questi giochi…’



    Il chunin di Suna ancora non aveva visto nessun dei suoi conoscenti, quindi decise di buttarsi sui giochi che la festa offriva. Doveva non farsi prendere troppo dai divertimenti perché voleva assolutamente partecipare all’evento principale della serata.

    ‘Chissà cosa porterà la serata!’


     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Shi-e-En

    I Fantastici Giochi



    I fantastici giochi del Shi-e-en erano stupendi. Si diceva che fossero stati portati lì dalle migliori Sale d'Azzardo del Paese dei Demoni e che ben presto sarebbero stati permanentemente installati in una nuova lussuosa bettola di scommesse che sarebbe stata aperta da lì a poco.
    Il primo dei due giochi era “Shiten”. Considerato un piacevole ibrido tra la classica roulette ed il gioco dei dadi, era un gioco di pura fortuna ma anche calcoli attenti: senza una mente matematica ed un occhio alle probabilità si rischiava scioccamente di perder tutto! I vari tavoli di Shiten erano allocati presso un edificio alla destra del tempio ed all'interno vi era un viavai di gente che bendiceva gli dei per le vincite o che li malediva per le umilianti sconfitte. Le sale di Shiten erano nell'ala occidentale di tale edificio ed una moltitudine di tavoli da gioco – dietro ognuno dei quali c'era un uomo dall'aria attenta e misteriosa – riempivano la stanza piacevolmente illuminata da una gialla luce soffusa.


    Oltre Shiten c'era il più strano ma comunque strabiliante Kokun no Tou. Un gioco quasi ansiogeno, che lasciava col fiato sospeso ogni volta che l'attento mazziere girava una nuova carta per impilare sotto la precedente una nuova fila di carte. E dato che il gioco era così seguito ed appassionante vi era un solo tavolo da gioco ed il mazziere era un vero e proprio Show-man di bell'aspetto in grado di magnetizzare l'attenzione come pochi. Aveva i capelli bianchi e due occhi misteriori e muoveva le carte tra le dita con un'abilità sovrannaturale.

    Usogui-OVA



    Allora, chi è così coraggioso di tentare la fortuna nella Torre? Avrebbe detto agli astanti, muovendo alcune carte tra le dita così velocemente da farle scomparire.


    Al piano di sopra poi era possibile convertire le vincite in ricchi premi, come buoni da utilizzare presso i fabbri accademici per farsi costruire le armi più svariate e gradite, nonché un esclusivo biglietto per le Terme Gorazumi, le più ricche, lussuose ed esclusive di tutto il Paese ma che stavano avendo una certa crisi di clienti e che dunque – in accordo con alcuni generosi sponsor – avevano messo in palio dei biglietti tutto-compreso da spendere nelle loro misteriorississime terme, ma anche famosissime e rinomate terme dalle quali si diceva si usciva con almeno dieci anni in meno dalle spalle e sulla pelle.
    Si potevano anche convertire le vincite in vile danaro oppure comprare monete con il denaro che ci si era portati dietro sebbene questa attività fosse alquanto losca ed eseguita di nascosto dal Sacerdote del Tempio.


    Questo sono i meravigliosi giochi del Shi-e-en! E non chiedono altro che essere provati, poiché la fortuna non può essere chiamata tale se non messa alla prova.



    Salve!

    Per giocare al Shi-e-en è necessario, ricordo, essersi registrati ai servizi intergati ed aver registrato il proprio PG. Per giocare è necessario avvicinarsi in GdR al gioco (prima o dopo aver effettivamente giocato sul sito non importa), purché le vincite e le azioni che compite sul sito siano descritte in GdR, anche se non nei dettagli!
    Ricordatevi di selezionare il vostro personaggio dalla lista prima di giocare!
    Potete provare i giochi senza conseguenze giocandoci senza fare il login!

    Shiten: http://narutolegendapp2.altervista.org/nl/casino/fulcro.php
    Kokun no To: http://narutolegendapp2.altervista.org/nl/casino/torre.php

    Le regole dei giochi e la riscossione dei premi, nonché la possibilità di cedere i propri gettoni ad altri sono tutte spiegate nei siti.

    Buon divertimento!
     
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  5. Nevi
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    HrEKxIv
    Mentre si dirigevano al luogo del Festival lei continuava ad avere i suoi dubbi su come Hoshi avesse interpretato l'invito.
    Certo una festa a tutti gli effetti, cioè, un po' più grande di una comune festa per comunque sia la linea di principio era quello.
    Tuttavia sia per non rompergli troppo le palle sia per non rovinare il viaggio, preferì non ripetere la cosa decidendo così di vedere quando fossero arrivati se veramente aveva capito bene o meno.
    Inoltre l'idea di andare un po' a svagarsi le piaceva e da quanto aveva capito, ci sarebbe stata l'opportunità di bere e anche molto, cosa che avrebbe apprezzato particolarmente!
    Ogni tanto però doveva ammettere che ripensava a quanto si erano detti prima, insomma dopotutto visto che avevano deciso di andarci insieme ne avevano parlato.

    Ma sei sicuro? Cioè, capisco che ci stanno le terme però...

    Quella era stata la sua frase più emblematica che aveva detto al rosso.
    Era vero che c'era scritto "Abiti Leggeri" visto che comunque, per l'appunto, c'erano le terme e faceva caldo... Però non era convinta pienamente.
    Comunque sia continuarono il viaggio in santa pace tra una cosa e l'altra,
    Infine arrivarono al luogo designato dove si sarebbe tenuto il Festival, e dovette ammettere che già da una certa distanza era possibile intravedere il tutto.
    Vi erano una miriade di luci che illuminavano non solo la via, bensì Hotami stessa sembrava essere diventata una lampadina gigante.
    Si fermò per qualche istante ad osservarla, sbattendo appena un paio di volte le palpebre per poi prendere e afferrare il rosso per un polso, nel tentativo di farlo muovere un po' più di fretta, era evidente che si volesse sbrigare ad arrivare.
    Ci teneva forse a non arrivare tra gli ultimi? Godersi la festa?
    Non esattamente.

    Muoviamoci o finiscono tutti gli alcolici sti qua!

    In effetti Hoshi se lo sarebbe potuta alquanto aspettare come cosa, ormai la conosceva, anzi aveva imparato a conoscerla ancora di più dopo il viaggio che si erano fatti per il Paese del Ferro.
    Comunque sia lei sarebbe sgattoilata tra la gente, mentre cercava ogni tanto di controllare che il rosso non si fosse perso tra la folla o peggio.
    Quando finalmente tra un po' di spinte e sotterfugi riuscirono a raggiungere una delle aree principali dov'erano fatti dei giochi, si fermò a guardarsi attorno.
    Allora si sarebbe accorta che erano vestiti un modo che non centrava assolutamente nulla, in mezzo alla folla spuntavano come dei puntini neri su una tela bianco latte.
    In quel momento si sarebbe schiaffata una mano sul volto atta a significare tutta la sua vergogna e stizza del momento, mentre si ripeteva mentalmente che gliel'aveva detto, gliel'aveva detto che non la convinceva la sua idea!
    A parte borbottare alcuni insulti in svariati dialetti Otesi incomprensibili ai più non disse o fece altro, tanto valeva fregarsene e godersi la festa a quel punto.
    Di tanto in tanto pensava se ci sarebbe stata l'occasione di incontrare altri che conoscevano, certo non sarebbe stata granchè entusiasta di farsi vedere in quel modo però per com'era fatta, alla lunga ci avrebbe data poca attenzione fino a dimenticarsene.
    Bastava che fossero gli altri a non ricordarglielo, sigh.
    Comunque sia a quel punto si sarebbe guardata un attimo attorno, mentre sentiva alcune persone invitare a tentare la fortuna ad alcuni giochi, mentre da altre parti vi era chi danzava e stravaganze di ogni tipo.
    Anche salire la scalinata che portava in alto non le sarebbe dispiaciuto, però quello per quanto la riguardava poteva benissimo venire dopo! Prima voleva divertirsi!
    Probabilmente Hoshi avrebbe potuto notare come in mezzo a quell'ambiente, Nakora era diventata al pari di una bambina irrequieta. Continuava a far saettare lo sguardo da una parte all'altra, indecisa su cosa fare e dove andare.
    Infine si voltò verso di lui con una proposta in mente.

    Che dici di provare qualche gioco per iniziare? Le cose più tranquille, per così dire, direi di lasciarle per dopo. Magari incontriamo anche qualcuno che conosciamo.

    A quel punto avrebbe atteso una risposta dell'altro, mentre di tanto in tanto ancora spostava il capo prima da una parte poi dall'altra. Proprio non ce la faceva a stare ferma ad aspettare.
     
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  6. **Kat**
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    I ~ Vacanze da incubo: Ti odio Okada-sensei!


    O

    rmai l’Accademia era prossima a concedersi un periodo di vacanze dopo aver formato e diplomato per tutto l’anno neo-Genin per il Paese della Foglia. Le vacanze natalizie si avvicinavano e ciò fermentava l’entusiasmo degli studenti che desideravano correre liberi nel villaggio imbiancato e non essere costretti a restare in aula per seguire tediose lezioni teoriche o dimostrazioni pratiche. Prima della chiusura della struttura accademica il cielo si era imbiancato e le temperature precipitate sotto lo zero fino a dare il via alle prime nevicate dell’anno.
    Ciò era abbastanza frustante soprattutto per la Fuyutsuki, che non vedeva l’ora di uscire dall’aula e iniziare una furiosa battaglia di palle di neve con i suoi compagni di corso. Ogni anno si venivano a creare due fazioni o squadre pronte a dare guerra non appena il Sensei avesse proferito le fatidiche parole “Buone Vacanze!”. Solitamente lo schieramento femminile si opponeva a quello maschile per rendere gloria alle Kunoichi. Ed invece quest’anno l’ultima lezione di Okada-sensei sembrava non finire più.
    Anzi l’uomo consegnò i risultati dei Test scritti della scorsa settimana. Le sue solite verifiche a sorpresa per valutare la preparazione dei suoi allievi. Soprattutto ora che la sessione invernale dei diplomi si avvicinava. Il regime di terrore che istaurava il Chuunin Accademico non si addolcì nemmeno con il sopraggiungere delle vacanze. - Prima di consegnarvi i risultati del Test sulla Geografia delle cinque nazioni Ninja vi ricordo di esercitarvi anche durante le vacanze e di non smettere di ripassare la teoria del Ninjutsu e Genjutsu. Gli esami finali si avvicinano e mi aspetto da tutti il massimo impegno! - Con un faldone di fogli sotto il braccio iniziò ad aggirarsi tra i banchi consegnando i risultati. Coloro che erano riusciti a prendere una sufficienza tiravano un sospiro di sollievo, consapevoli che non riceveranno nessuna ramanzina pre-vacanze dal Sensei.
    Okada-sensei si avvicinò con aria piuttosto tetra al banco della Fuyutsuki. La ragazza si trovava al terzo banco lungo la fila centrale. Era stata accoppiata ad un esponente della Casata dei Nara per permetterle di assorbire tutta la sua intelligenza. - Complimenti Ryu Nara.. Sono impressionato dalle tue capacità mnemoniche. E ho apprezzato molto il raffronto tra i vari Paesi Maggiori e quelli Minori.. continua così! Sono certo che mi renderai orgoglioso al diploma. - Ayuuki aveva imparato a detestare il suo compagno di banco. Era troppo meticoloso, serio e saccente. Doti che invece venivano apprezzate dal Chuunin. Sguardo tetro che si soffermò su di lei. - Ayuuki Fuyutsuki.. questa volta ti sei superata… - E gli occhioni cristallini della studentessa si riempirono di speranza. C’erano buone probabilità che aveva avuto una sufficienza. - Davvero Okada-sensei? - L’uomo annuì con un ghigno per poi sbattere con violenza il compito della ragazza sul suo banco. Un sussulto seguito da una sgridata. - Pessimo! Pessimo! Pessimo! Il peggior risultato che abbia mai visto in questa classe. Dove si trova il paese dell’Erba? E l’isola di Genosha? -
    E l’uomo continuò con il suo sproloquio sull’importanza della Geografia e la capacità di orientarsi per una Kunoichi. Ricalcò che gli esami finali erano vicini e che non aveva intenzione di ammettere nessun studente senza una buona preparazione. Insomma la Fuyutsuki rischiava di non diplomarsi. Quest’ultima dovette subirsi l’intera ramanzina senza poter proferire parola. Il Sensei sembrava un fiume in piena. Poi passò oltre a verificare-mortificare anche gli altri allievi della sua classe.
    Dopo la distribuzione delle verifiche Okada-sensei500px-Wing_Teaching_Nen si pose davanti ad una grossa lavagna su cui aveva scritto alcuni Kanji. La lunga bacchetta di legno, sua inseparabile amica dagli albori della sua attività accademica, indicò quelle parole scritte. - Quest’anno l’Accademia finanzia un viaggio al Paese delle Sorgenti termali per il Shi-e-En, la festa di Nuovo Anno. - L’uomo dalla chioma scura si concesse qualche secondo di pausa per squadrare ad uno ad uno i suoi allievi. - Ogni classe potrà scegliere uno studente che parteciperà all’evento a scopo didattico con il proprio Sensei-responsabile, quindi il sottoscritto. Generalmente quest’opportunità è un premio per i più meritevoli… - Quindi Ayuuki rinunciò immediatamente all’idea di visitare il Paese delle Sorgenti termali. Inoltre non aveva nessuna intenzione di passare le vacanze con quel Chuunin, protagonista dei suoi peggior incubi. - … Ma quest’anno desidero portare con me lo studente peggiore. Consideratelo un’opportunità per ripassare la Geografia delle cinque terre ninja e tutto il programma accademico. Il fortunato avrà la possibilità di assorbire la cultura di questo paese e colmare le sue lacune. Non è un viaggio di piacere.. rare saranno le occasioni di svago! -
    La Fuyutsuki iniziava ad avere un brutto presentimento. Quella che Okada-Sensei stava proponendo era una “prigionia” forzata in un posto paradisiaco in cui bisognava solo rilassarsi, ed invece doveva andare lì per studiare. - Non io.. non io.. non io. - Iniziò ad invocare tutti i Kami per non essere scelta. Il Chuunin ad un certo punto si avvicinò ad un recipiente con delle carte Ninja apparentemente bianche. Lì c’erano i nomi dei peggiori studenti dell’ultima verifica. Il sorteggio fu rapido, ma non indolore. - Fuyutsuki Ayuuki! -

    [ … ]

    - NOOOOOOOOOO! - Era disperata. Non erano queste le vacanze che aveva immaginato. Pensava di correre felice insieme ai suoi compagni di classe nel cortile dell’accademia alla fine dell’ultima ora di lezione. Combattere come un’amazzone contro i componenti della squadra avversaria in una sanguinosa guerra con la neve. Buttarsi a terra esausta e creare un angelo con la sua sagoma. Percepire i freddi fiocchi di neve sul candore del suo volto. E rientrare a casa con l’idea di ripassare la teoria solo alcuni giorni prima della riapertura dei cancelli dell’Accademia.
    Ed invece si ritrovava su un traghetto dalla baia di Gaikotsu diretta verso Hotami, la città galleggiante del Paese delle Sorgente Termali. Il viaggio si rivelò tutt’altro che tranquillo. Okada-sensei si mostrò spietato come sempre. Le aveva consegnato un libro sulla storia di quelle terre che stavano per visitare. La Fuyutsuki fu costretta a leggerlo sotto l’occhio vigile ed analitico dell’uomo. Aveva portato con sé la sua bacchetta di legno. E non aveva paura di usarla.
    - Ti odio.. Okada-sensei. - Sussurrò tra le labbra riportando lo sguardo sull’ultimo capitolo del libro. - Uhm? Hai detto qualcosa? Ricorda.. la teoria è alla base di tutto! -

    [ … ]

    Nonostante il suo pessimo umore, la ragazza non riuscì a non rimanere affascinata dal Paese delle Sorgenti Termali. Piattaforme, bancarelle, ponti e palafitte erano tutte galleggianti, su un acqua che continuava a ribollire ed emettere caldi vapori. Le temperature erano piuttosto alte, a differenza di quelle di Konoha dove la massima sfiorava appena lo zero. L’acqua era l’elemento predominante che caratterizzava quel luogo. In ogni angolo di Hotami si respirava un’aria diversa, una cultura restata immutata per secoli, esotica ed affascinante ai suoi giovani ed inesperti occhi.
    Il gruppo di studenti e Chuunin dell’Accademia raggiunsero nel tardo pomeriggio, dopo una rapida visita turistica della città, il Sonno del Ginken. Stanze e terme erano state convenzionate dall’istituzione accademica ed ogni confort era assicurato a tutti i presenti. Sia la Scala del Cielo che il Tempio del Drago d'Argento erano state mete turistiche per Ayuuki ed Okada-Sensei, che come sempre si era perso in logorroiche spiegazioni senza fine. Passarono all’Arco dell'Inizio dove ricevettero il “denaro” per partecipare ai giochi d’azzardo. La Fuyutsuki riuscì a nascondere le sue piastrelle prima che l’uomo gli e le confiscasse.
    E la sera sopraggiunse a fatica tra la lettura di un libro e il ripasso della Geografia ninja su una mappa. Sembrava più una prigionia che un luogo per vacanze ormai. Oltre le pareti della sua stanza alla pensione sentiva urla di bambini che si divertivano nelle terme, donne che contrattavano per ottenere gioielli dai mercanti a prezzi favorevoli e uomini che si abbandonavano al gioco d’azzardo. Solo lei rimaneva in camera per recuperare le sue lacune teoriche.
    Fortunatamente il Chuunin decise di concederle un giro nei pressi della città galleggiante, ma a patto che fosse stata lui ad accompagnarla. L’uomo aveva rinunciato ai suoi soliti abiti da Sensei per mostrare un elegante Kimono nero con dei ricami argentei lungo tutto il bordo interno. Ayuuki invece aveva scelto anche lei un Kimono abbastanza elegante bianco e con decorazioni floreali dorate. La lunga chioma castana si adagiava dolcemente sulle sue spalle senza fermagli o bacchette di bambù per raccoglierli.
    - Come ti dicevo.. Il Paese delle Sorgente Termali è stata considerata per molto tempo la “Culla degli Dei”. La leggenda narra che molti secoli addietro uno dei grandi Draghi nati dal Dio della Creazione fosse giunto su Yu no Kuni, e trovando questo luogo di suo gradimento abbia soffiato con forza e ardente desideri, in segno di apprezzamento. Le acque si elevarono, inondando il neonato Paese che, arrossendo di onore, da quel momento in poi arse senza sosta… - E il Chuunin continuò a decantare con enfasi la leggenda che caratterizzava quel luogo. Era così preso dal suo monologo che non si accorse che la studentessa era riuscita a sottrarsi dalla sua supervisione.

    [ … ]

    Finalmente era libera. E nelle tasche del suo Kimono c’era il sacco di seta con le 5000 piastrine dentellate. Era pronta per divertirsi e godersi almeno per quella serata delle attrazioni e del divertimento che quel Paese poteva offrirle. Era stanca di studiare ed essere prigioniera delle tediose spiegazioni del Chuunin. Sorriso che si ampliò sul suo volto non appena notò che la città galleggiante era piana di turisti. Si respirava aria di festa.
    Ma la Fuyutsuki non era l’unica ad essere sbarcata al paese delle sorgenti termali infatti notò la distinta figura dell’Uchiha. - Ata.. - Stava quasi per chiamare l’uomo con il suo solito fare chiassoso e cristallino quando notò che accanto a sé c’erano anche alcuni suoi allievi. - Kyaaaaa! - Dovette trattenersi e ripararsi immediatamente dietro ad alcune bancarelle galleggianti per non farsi vedere. Mentre il volto avvampava. - Oddio.. ci sono Shin-kun e Sano-kun! - Iniziò a contorcersi dall’emozione senza badare ai passanti che la osservavano con aria incuriosita ed interrogativa. La ragazzina portò le braccia al petto ed iniziò a farsi di mille colori. Strofinava il volto nei palmi delle mani socchiudendo gli occhi con aria sognante. - Non mi sono fatta Kawaiiiii! - Iniziò a specchiarsi nelle ardenti acque. Osservò con criticità il suo aspetto. - Così non mi noteranno mai! Non ho un filo di trucco.. ho dimenticato di raccogliere i capelli e… mi scambieranno per una ragazzina! - Dramma.
    Con le mani cercava di raccogliere i capelli come poteva e implorò una donna in procinto di truccarsi di prestarle qualcosa per farla apparire più “matura”. Insomma stava importunando un bel po’ di persone. - Un attimo.. manca qualcosa. - Le mani scesero fino al suo acerbo seno. Perché era così piatta? Riuscì a recuperare un cuscino nei paraggi, forse rubandolo da un locale d’azzardo vicino al tempio. Lo infilò dentro al Kimono ed avanzò con passo sicuro e “disinvolto” verso il gruppo di allievi del Karyuuken.
    Fin dall’inaugurazione per affinare le proprie capacità spionistiche si recava ai confini del Dojo di Atasuke-sama per spiare i suoi allievi ed ottenere informazioni sui loro corpi scolpiti nel duro lavoro. Non capiva come mai l’uomo si circondasse di piacenti ragazzi. Ed Ayuuki aveva imparato a conoscere tutti gli allievi dell’Uchiha. Ma non aveva mai avuto il coraggio di avvicinarsi e parlare direttamente ad uno di loro, tra cui Saito, Sanosuke o Shinpachi. - Konbanwa Atasuke-sama! - Chinò il capo in segno di rispetto verso il Chuunin. - Konbanwa anche a voi! - Mostrò un sorriso anche verso Kazumi. Finse di non conoscere nessuno dei due ragazzi, anche se era molto informata sulle loro identità. Conosceva ogni minima cicatrice dei loro addomi muscolosi. Ovviamente lei non era una Stalker.


     
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    Y Danone
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    Feston Bueo
    ..Il paese dei Balocchi..
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    Nakora non aveva trovato difficoltà nel convincere il Chikuma a partecipare a quel viaggio. La ragazza aveva deciso di passare qualche giorno nel mirabolante paese delle Sorgenti Termali, luogo mitologico che il rosso aveva studiato per anni. Era risaputo infatti che non vi era luogo migliore dove poter fare un rilassante bagno termale, bagno che spesso era occupato da flotte di belle ragazze nude. Spesso con Shinichi aveva discusso della leggenda del famoso bagno termale, ove uomini e donne potevano stare insieme e di come un giorno sarebbe riuscito a trovarlo. Forse quel viaggio avrebbe riservato grandi sorprese al rosso, forse era proprio li che doveva cercare la sua El Dorado l’intraprendente ottavo capo del Clan Chikuma.


    Il viaggio con la giovane Otese era stato piacevole e leggero, stare in sua compagnia metteva sempre di buon umore il Chikuma e la sua vicinanza non gli dava affatto fastidio, anzi. L’unica cosa che stonava in tutto quel quadretto perfetto era solo una fastidiosa palla di pelo che si era spiaccicata sulla testa del rosso come al solito a mo di pelle di leone -Oi Kigeki.. si può sapere perché devi sempre stare sopra la mia testa?!..- la cosa del volpino del deserto volteggiava come la pala di un elicottero tanto era emozionato -Perché mi fanno male le gambe.. e poi da qui posso vedere meglio tutto quanto..- il rosso non ne poteva più -Senti ma non puoi andare un po’ sulla testa di Nakora?!..- il volpino aveva assunto un’espressione divertita -Mi piace stare sulla testa di Nako-Nako-Nee.. però ho appena fatto la pipì e lei non vuole che poi salga sulla sua testa con il pippolo bagnato!..- al rosso era quasi venuto un infarto -E ALLORA VIENI AD ASCIUGARTI SULLA MIATESTA BRUTTO SACCO DI PULCI!!!- a parte la scaramuccia tra Hoshi e Kigeki il viaggio era stato tranquillo.


    Nakora aveva avuto modo di conoscere il piccolo Kigeki prima della partenza. Hoshi impegnato in diverse missioni lontano da casa non aveva avuto modo di presentare il pestifero volpino del deserto fino a poco prima di partire. Avrebbe tanto voluto lasciarlo a casa ma Daikenjin, vecchio bacucco del monte aveva ordinato ad Hoshi di portarlo con se per fargli fare esperienza di mondo. Kigeki era giovane e aveva tanto da imparare. Appena vista Nakora il volpino le si era gettato addosso annusandola da cima a fondo prima di sbottare in un -MI PIACI UN SACCO SORELLONA!!!- e un gran sorriso sincero.


    Il paese delle Sorgenti termali era un paese tranquillo dove la popolazione aveva saputo sfruttare la naturale geografia del posto per trarne il maggior profitto. Il paese in festa era spettacolare. Tutto si sviluppava su delle palafitte illuminate di mille colori cariche di profumi speziati e lussuriosi, quella era davvero la terra promessa che Hoshi stava cercando da anni.


    Mentre lacrime di gioia rigavano il volto del rosso, Nakora sembrava invece un po’ indispettita del fatto che l’aveva costretta a vestirsi in maniera davvero poco opportuna per l’occasione -Eh?!.. dai non fare così.. si chiama Paese delle Sorgenti Termali!.. quindi c’è l’acqua calda.. mi sembrava ovvio venire vestiti in accappatoio!!!..- Hoshi non sapeva proprio come giustificarsi per aver costretto Nakora a presentarsi in costume e accappatoio. Ancora più grave era il fatto che lui oltre all’accappatoio, un asciugamani e la palle di pelo non aveva niente altro in dosso. Kigeki era diventato ormai completamente ingestibile pompato a bestia da tutti quegli stimoli -LE LUCI!!!.. GUARDA FRATELLONE.. E QUELLO!!!.. NAKO NAKO NEE ANDIAMO LI!!!.. VOGLIO QUELLO!!!..- non solo il volpino sembrava in estasi. Nakora stava reagendo a quel luogo allo stesso modo trascinando il povero rosso come una borsa della spesa. Era appena arrivato, ma si sentiva già prosciugato da ogni tipo di energia vitale. Una volta passati sotto l’arco dell’inizio ai due erano stati consegnati dei gettoni o monete con i quali poter usufruire degli intrattenimenti del posto. L’intero paese era in festa e non vi era un angolo dove non potersi divertire.


    -Wow.. questo posto è una favola!..- Hoshi era rimasto imbambolato mentre Nakora gli proponeva di recarsi in qualche sala giochi per passare il tempo e magari bere qualcosa -Ok!!!.. andiamo a divertirci allora!!!.. sono sicuro che troveremo un sacco di gente che conosciamo.. probabilmente questa è la festa più famosa dell’intero continente ninja!- Hoshi aveva ritrovato il suo solito spirito guerriero. Era giunto il momento di divertirsi lasciandosi alle spalle problemi come il villaggio, i Kijin e lo scassa balle del vecchio Daikenjin.


    -SIIIIIII!!!.. FRATELLONE GUARDA LA!!!.. QUELL’EDIFICIO COSI’ ALTO!!!.. E’ PIENO DI LUCI E SUONI!!!- il piccolo Fennec aveva puntato la zampetta sull’edificio che i locali chiamavano “Scala del Cielo” un’imponente struttura che doveva ospitare il fulcro dei giochi e dei luoghi di incontro dell’intera festa. Era sicuramente il luogo giusto dove cominciare -L’ultimo che arriva paga da bere!- senza dire altro Hoshi era partito verso l’edificio lasciando l’Otese indietro naturalmente mantenendo un’andatura al pari della ragazza per non lasciarla troppo indietro [Velocità: Rossa].


    Era giunto il momento di scommettere e tentare la fortuna prima di passare a cose più interessanti come la zona termale riservata alle donne. Era appena cominciata una lunga e fantastica vacanza rilassante, con le palle completamente al vento.

    OT/ PUNTO TUTTO SUL ROSSO!!!
     
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    È colpa tua. Ratty

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    Ma certo, ma certo, ora con la nostra speciale assicurazione non ci saranno problemi per l'intero anno che verrà. Nessuno spiacevoole incidente coi tuoi figli, nessuna conduttura che stranamente inizia a perdere ed allaga il negozio con tutta la merce, nessuna strana epidemia di assenze degli impiegati. La nostra è un'assicurazione più che seria. Febh stava spiegando la faccenda con un tono leggero ed allegro, anche se obbiettivamente aveva una certa fretta: la vechia Ogen aveva imposto che finissero il giro dei rinnovi delle polizze da quelle parti prima di potersi andare a divertire. Quindi ora ti conviene sborsare il dovuto, così posso mettere di torcerti il braccio e possiamo andare tutti a casa. Ho impegni io, che ti credi?

    L'uomo era un modesto commerciante che aveva alzato un pò troppo la voce alle ragionevoli richieste del clan Yakushi, che si era visto costretto a far valere le proprie ragioni con qualche metodo più energico delle semplici chiacchiere. Quindi ora i due impiegati erano a terra contemplando una lieve perdita di sangue dal naso ed il titolare stava sperimentando gli effetti di un pò di sano stretching oltre i limiti articolari. Capisci? Cose come una mia visita, per quanto gradita e certo vivacizzante, non si ripeteranno con la nostra polizza. I vantaggi sono notevoli, specie se consideri che il prezzo è molto basso. Verissimo, gli Yakushi non avevano mai stipulato polizze ad alti costi perchè il loro scopo non era estorcere ottenere denaro in fretta: avevano tutto il tempo del mondo e potevano chiedere poco...ma per sempre. Molto più comodo. E se qualcuno provasse a pestarti i piedi mentre sei sotto la nostra protezione dillo pure. Senza alcun sovrapprezzo il problema sarà risolto prima che tu possa dire "no, fermi, ora basta, lasciatelo stare".

    [...]

    Col denaro del clan messo al sicuro, ora Febh Yakushi, amministratore di oto ma fondamentalmente galoppino del clan, era ora ufficialmente libero per i festeggiamenti del nuovo anno, cosa che intendeva fare al meglio! Con le sue capacità speciali non poteva ubriacarsi, ma non era una persona che necessitava di simili mezzucci per divertirsi, anche perchè in sua presenza le cose tendevano a diventare interessanti molto in fretta, anche se di solito questo implicava qualche problemino per le altre persone.

    jpg



    Onestamente pensavo ci fosse più freddo...ma queste sorgenti calde lasciano un bel tepore tutto attorno, fa quasi troppo caldo ad essere onesti. Il posto era spettacolare, costruito com'era sull'acqua, anche se gli sembrava "fragilino". Mi da quasi l'impressione che con un pestone ben dato potrebbe crollare tutto. Non esattamente il pensiero che passerebbe per la testa di una persona normale, ma c'era poco da fare: lo Yakushi non era una persona normale.

    Fortuna che stavolta non mi hanno incastrato a vendere il liquore della vecchia. Borbottava, rammentando un capodanno di tanti anni prima, mentre prendeva una stanza alla locanda, prima di dirigersi nella zona dove, a quanto detto, si svolgeva il gioco d'azzardo. Normalmente la sfiga lo perseguitava, ma stavolta le fiches erano offerte dal banco, quindi non aveva niente da perdere, no? Giusto qualche mano e poi voglio vedre la vista dall'alto! Strano a dirsi per uno che poteva spiccare balzi chilometrici. C'era un sacco di gente, molti in abiti tradizionali che stridevano parecchio con quelli di foggia occidentale che si era procurato (i suoi unici abiti formali, a dire il vero) e lo Yakushi aveva difficoltà ad avanzare nel mucchio, chiedendosi se non ci fosse stato qualche suo conoscente là in mezzo.

    L'incontro con l'ambiguo mattatore dell'evento fu un poco disturbante, ma era questione di pochi secondi perchè, fiches alla mano, lo Yakushi era pronto a sfidare la sua proverbiale sfiga nel gioco d'azzardo!

    E se per caso avesse perso...forse avrebbe fatto un pensierino sul pestone cui aveva pensato poco prima.
     
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    Festa!
    Paese delle Sorgenti Termali



    Hohenheim si alzò dal tavolo tirando un profondo respiro. Gli erano bastate un paio di ore per ridurre il suo piccolo tesoretto da 5000 monete a 1000 monete….Aveva iniziato con il Kokun no To perché la vista dei dadi gli faceva venire in mente brutti ricordi. Aveva iniziato con puntate piccole, per capire il gioco e perché non voleva perdere tutto in pochi lanci. 20, 30 , 50 monete. Con ogni probabilità era lui che stava sbagliando: tirava carte quando si sarebbe dovuto fermare, oppure si fermava quando avrebbe dovuto rischiare qualcosa in più. Di fatto, in una 20 di manche perse così le prime 1000 monete.
    Dopo di che si buttò sullo Shinten e lì fu il vero disastro. La sua strategia era coprire la possibilità di tris con una cifra ridicola, tipo 5 monete, e poi puntare in parti uguali sul blu e sul rosso: 150, 200 o cose così. In quel caso rimanevano scoperti solo l’11 e i 10, che però erano anche i numeri più probabili che uscissero dalla somma dei 3 dadi.
    All’inizio andò anche bene. Riusciva a vincere un centinaio di monete a puntata per due o tre volte di fila, ma mai un tris o cose del genere. Dopo di che la probabilità incominciò a fare il suo lavoro, e due o tre ‘10’ o ‘11’ di fila diedero un bel colpo alle sue finanze. Il resto fu storia.
    Allontanandosi dal tavolo da gioco, il chunin iniziò a vagare tra la gente per svagarsi.

    ‘Vabè mi è andata male. Ora vediamo come buttare queste ultime 1000 monete. Chissà se ci sono altri giochi su quell’enorme torre senza mura?’



    Mentre si dirigeva lì, vide tra la folla il volto conosciuto di Hoshi. Sorpreso, decise di raggiungerlo per fargli un saluto.


    ‘Ciao Hoshi! Sei venuto anche tu alla fine! E sei anche in compagnia! Chi è la tua accompagnatrice? Salve io sono Hohenheim, piacere!’



    Mostrando al duo la sacca floscia di monete che gli erano rimaste, disse:


    ‘Ah la fortuna non è dalla mia stasera…ho perso quasi tutto. Ho giocato troppo sul sicuro, avrei dovuto prendere 4000 monete e metterle tutte sul rosso o sul blu. Se fosse andata bene, adesso avrei avuto il biglietto per le terme in mano! Ora volevo andare a fare un giro sulla ‘Scala del Cielo’! Voi che fate?’



    Indipendentemente se i due fossero venuti con li o meno, il chunin sarebbe quindi giunto ai pedi della lunga scalinata. Che cosa avrebbe trovato?
     
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    SHI-E-EN

    Let's just start and see what happens.




    La faccenda ebbe inizio in questo modo....


    «...Shi-e-En?»



    Distesa sul pavimento di legno di una sala tanto grande da poter rappresentare almeno la metà di una casa normale, una giovane donna dai lunghi capelli castani e un paio di occhiali storti sul naso, piegò la testa all'indietro, stiracchiandosi dentro il grande maglione di lana intrecciata che indossava sopra ad un paio di aderenti pantaloni neri. Sbadigliò, poi fissò stancamente un uomo che aveva l'espressione goliardica di chi non ha aspettato altro da molto tempo, il quale si strofinò le mani sorridendo entusiasta. Aveva gli stessi profondi occhi verdi della sua interlocutrice e i medesimi lineamenti nobili ed eleganti che sembravano esser tratti da un antico libro di Principi e Principesse. Quello che avrebbe benissimo potuto essere visto il suo portamento elegante e la bellezza del suo vestiario.
    «Shizuka... Shi-e-En non è una festa... è LA Festa!! Anche quest'anno dobbiamo presenziare, capisci?!» Tuonò l'uomo, tirandosi un paio di volte il colletto del kimono, evidentemente solo per darsi un tono, annuendo poi in modo grave. «Siamo la più ricca Dinastia del Fuoco, ne va del nostro titolo! Dobbiamo portare onore a Konoha!»
    «L'unica cosa che portiamo ogni anno sono cospicui introiti per le casse del Paese delle Sorgenti Termali. Non c'è un solo anno in cui riusciamo a vincere qualcosa.»
    Gemette con voce rotta Shizuka Kobayashi, la Principessa della Foglia, mettendosi a sedere e spostando da sé un grosso tomo di medicina e tre rotoli aperti, pieni di scarabocchi strani. «...E poi Okaa-sama non aveva detto che non ci avremmo più rimesso piede?» Domandò, facendosi calare gli occhiali sulla punta del naso e lanciando poi uno sguardo perplesso al padre.

    Cadde il silenzio...
    ...mentre nella mente di entrambi esplodevano nitidamente i ricordi dell'anno precedente, quando loro due, insieme al solidale aiuto di tredici bottiglie di saké caldo, erano riusciti a perdere ben 13.504 ryo ai giochi della roulette, ed Heiko Uchiha, nel saperlo, era esplosa talmente tanto di rabbia che con un pestone aveva fatto esplodere un intero pontile, sul quale per pura disgrazia si trovava suo suocero, il quale era stato sbalzato contro uno dei tendoni galleggianti della Festa, che aveva trapassato come un proiettile rimanendo poi incastrato nelle impalcature interne di legno. C'erano volute tre persone per estrarlo (vivo), altre quattro per fermare Heiko, cinque giorni per trovare Toshiro che era scappato nelle profondità delle foreste (dove si era perso), e circa due settimane di riabilitazione per le punizioni che Shizuka aveva ricevuto da sua madre e ambo nonne, che l'avevano costretta sui talloni, con sei mattoni sulle ginocchia, per tre giorni di seguito senza dormire né mangiare.

    Deglutendo, il Capoclan dell'Airone e la sua unica Erede si guardarono negli occhi.
    Entrambi sudavano.

    «Parla a tua madre. Lei ti ama. Dille che andremo a Shi-e-En.»
      «Ho molte cose da fare nella mia vita, Otou-sama, stavolta non posso rischiare...»
    «...ma io ho già prenotato le stanze più alte e riservate del "Sonno del Ginken” e ho anche invitato il tuo SSSSSSSSSimpatico fidanzato e la SSSSSSua guardia del corpo. Quella che SSSSSSSSSembra impagliata come un cervo.»


    Silenzio.

    «...Devo irritarmi per il fatto che da quella volta al Dojo stai continuando a imitare un serpente ogni volta che parli di e con Masaki, oppure dal fatto che hai speso già una follia per un viaggio non organizzato?» Domandò educatamente la Principessa, alzandosi con eleganza da terra prima di mettere le mani attorno al collo del padre. Benché questo si mise istantaneamente a ridere, lei non esitò a scuoterlo come un tacchino, strillando inferocita. «COSA DIAVOLO HAI FATTO VECCHIO FOLLE?! PERCHE' FAI SEMPRE TUTTO SENZA PENSARE?!»
    «SONO MESI CHE ASPETTO QUESTA FESTA E NON INTENDO RINUNCIARCI! GUARDA, GUARDA COSA HO GIA' PREPARATO!»
    Ruggì furioso il Capoclan dell'Airone, che si diceva per qualche motivo essere anche uno dei Signori più potenti del Continente, e così dicendo indicò in fondo alla stanza una pila di oggetti mal riposta.
    Laggiù, all'ombra di un grosso tanuki di legno e una piramide di cubi di legno per bambini, c'erano due salvagenti, una scatola piena di paperelle gialle vestite da samurai, un coccodrillo di gomma, un ombrello, uno strano vestito lanuginoso tutto rosa con orecchie e codina da coniglio, una spada, un tagliere, una scatola di bicabornato, due corde spesse e almeno tre cesti pieni di serpenti di gomma di diversa forma, grandezza e colore.

    Silenzio.

    «Da medico credo che sia giunto il momento di diagnosticarti una grave forma di schizofrenia.» Disse Shizuka dopo aver esitato per un lungo, lunghissimo istante, sopra il cumulo di roba accatastata in fondo alla Sala della Linea, riservata solo al Capoclan e il suo Successore.
    «Oh no, mi sono dimenticato di scrivere a Masaki di portare un costume da bagno di ricambio...» Replicò per tutta risposta Toshiro Kobayashi, guardando contrito la figlia.
    «...ma alle terme non si va in costume da bagno...» Osservò lei, prima di sentire un brivido gelido lungo la spina dorsale nel vedere il sorriso sardonico del padre che la guardava con pietosa commiserazione.
    «Se quel sudicio ladro di figlie crede di andare alle terme nudo, con la mia Shizu-chin presente, è solo un povero idiota.» Sospirò con strafottenza il Signore dei Mercanti, facendo poi spallucce come se stesse enunciando una verità assai evidente.
    «Chi è un idiota tra i due?» Sorrise però Shizuka, cordiale.
    «Lui.» Replicò seriamente l'altro.

    Silenzio.

    «TU! TU SEI UN IDIOTA! QUANTE VOLTE PENSI DI METTERMI IN IMBARAZZO DI FRONTE A LUI?!»
      «SILENZIO! IO SONO TUO PADRE! SONO IL SIGNORE DI QUESTO CLAN! VEDO OLTRE QUELLO CHE I TUOI OCCHI DA BAMBINA VEDONO!»
    «NON HAI NEMMENO IL CORAGGIO DI DIRE A TUA MOGLIE DI AVER PRENOTATO PER TUTTI A SHI-E-EN, CHE GENERE DI ADULTO E' UNA PERSONA COME TE?!»
      «QUESTE SONO DINAMICHE TRA ADULTI CHE TU NON PUOI ANCORA CAP–»

    «...Chi ha prenotato a Shi-e-En?»




    La faccenda, finì in questo modo...



    «...E quindi verrà anche l'Erede dei Kurogane, mh?»
    Una donna anziana e dai grandi occhi verdi, distinta quanto impeccabile nel suo accollato Kimono scuro, si guardò in uno specchietto mentre un'altra donna, di circa la stessa età della prima, le sistemava con cura i capelli standole rispettosamente alle spalle.
    «Finalmente posso conoscerlo. E' uno Shinobi, vero?» Chiese un vecchio dai lineamenti induriti dalle intemperie e da un passato che solo la cicatrice che lo sfregiava dall'occhio sinistro alla mascella opposta sembrava poter conoscere. Inspirò da una lunga pipa d'argento, ghignando poi ironico. «Spero che sappia cosa sta facendo ad osare un matrimonio con la Principessa dei Kobayashi. Voi giovani ninja non siete più né carne né pesce, ormai, ma credo capisca che per Shizuka non basta un idiota con qualche dote comune.»
    «E' un giovane promettente.»
    Rispose Heiko Uchiha, sorridendo con dolcezza in direzione dei due anziani, abbassando poi la testa con rispetto. «E di buona famiglia.» Aggiunse, come se anche quello fosse un dettaglio da non dimenticare. «Sono certa che incontrerà i favori di tutti voi.» Annunciò ampliando lo sguardo verso tutti i presenti.

    Si trovavano al molo del Torii della Forza, la porta che dal Paese del Fuoco dava accesso a quello delle Sorgenti Termali, e c'erano stavolta davvero tutti: Mihoko Kobayashi, la precedente Capoclan dell'Airone, assieme a suo marito Toru e i rispettivi anziani Kumori; Masamune e Chizuru Uchiha al fianco della figlia, Heiko, rispettosamente seguita da Sanae Aoki...
    ...e poi, in un angolo del pontile, inginocchiati a terra e con la testa piegata c'erano Shizuka e Toshiro Kobayashi. Benché al fianco della prima vi fosse come sempre Ritsuko, austera nel suo kimono nero come la notte e con lo sguardo dritto e incurante, dietro il Capoclan non vi era stranamente Mamoru.
    «Ha lasciato tutte le paperelle a casa...» Si stava lamentando sottovoce il Signore dell'Airone, piegato vicino la figlia. Tirò rumorosamente su con il naso.
    «Non potevamo portarci tutta quella roba, Otou-sama...» Rispose la Principessa con tono consolatorio. Anche lei tirò su con il naso.
    «Mandando lui un giorno prima almeno ci siamo risparmiati di portare tutte le valigie, ma le mie paperelle...» Gemette Toshiro, tirando su ancora con il naso.
    «Vedrai che presto arriveremo e sarà tutto pronto per noi, potremo rilassarci e non pensarci più...» Replicò la figlia. Tirò su un'altra volta con il naso, poi, gemente, provò ad asciugarsi il viso con una mano. Purtroppo per lei la corda che la legava come una zampa di porchetta, e a cui era attaccato un macigno con su scritto “Stupida figlia” non glielo permise.
    «Ringraziate che non vi abbia sepolti vivi quando ho saputo cosa avevate fatto.» Sibilò Heiko Uchiha, fulminando con occhi dardeggianti di rabbia il marito e la figlia nel sentirli protestare per il trattamento ricevuto. «Se quest'anno punterete un solo centesimo, o farete qualsiasi guaio ad Hotami, la pagherete car–...»
    «...ma veramente sei sempre tu che distruggi qualcosa con la tua terribile forza senza controll–...»


    Qualcosa venne battuto come un tamburo di Kumo.

    «Ojou-sama.»
    Mentre Heiko Uchiha stava cercando di legare il marito alla prua di una delle imbarcazioni che avevano riserbato per se stessi, sperando così di vederlo affondare, Ritsuko Aoki si abbassò verso la sua Padrona e con dolcezza la slegò, aiutandola poi ad alzarsi.
    «Sta arrivando?» Chiese Shizuka. Si imbarazzò da sola per la tensione che la sua voce tradì, e si morse allora la lingua per punirsi, come una bambina.
    «Si, mia Signora. Sarà qui a momenti.» Rispose la Kumori, dissimulando per un secondo il naso che si muoveva come se stesse annusando il vento, alzatosi improvvisamente negli ultimi minuti. «Ritsuko, le corde hanno rovinato il vestito? I capelli come stanno?» Gemette per tutta risposta Shizuka, troppo impegnata a girare su se stessa come una trottola per percepire il vento che smetteva di librarsi e la sua guardiana tornare a sorriderle. «Come sto? Male, vero? Avrei dovuto mettere la pelliccia.» Protestò angosciata.
    Mettendosi sommessamente a ridere per poi scuotere gentilmente la testa, Ritsuko Aoki guardò con dolcezza la sua Principessa.
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    Guardò il bellissimo kimono purpureo di lei, ricamato da una fantasia di magnolie d'argento, e l'obi indaco che sbocciava sulla schiena in un bel fiocco intrecciato di perle. Ne guardò il viso ansioso, leggermente truccato, e i capelli raccolti, lunghi abbastanza per solleticarle egualmente i fianchi. La bocca di lei, scarlatta e carnosa, era mordicchiata per l'agitazione che cercava di non lasciar trapelare, e che era evidente nemmeno lei capisse, ma che i suoi occhi profondi e verdi traducevano nel la semplice tensione che si prova per l'arrivo di qualcuno che si desidera impressionare.
    Guardò il suo corpo formoso ed elegante, il modo in cui batteva gli zoccoli zori a terra per togliersi la polvere di dosso, il modo in cui con la punta delle dita tirava le maniche del kimono per nascondere le cicatrici della sua pelle da kunoichi, e per un attimo si chiese chi mai avrebbe potuto pensare che quella donna potesse stare “male” in qualsiasi modo. Era perfetta, dopotutto.
    La sua amata, amata Principessa...
    «Siete bellissima, Ohime-sama.» Rispose la Kumori degli Aoki, scostando una ciocca della frangia troppo lunga della sua interlocutrice, che ripose dietro l'orecchio destro di lei. «...E se quell'idiota e il suo animale impagliato non sono divenuti ciechi, oltre che stupidi, credo che lo vedranno anche loro.»

    Tutti avrebbero dovuto vederlo.
    Così aveva sempre creduto.
     
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  11. Nevi
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    HrEKxIv
    Ormai decisamente non riusciva ad accettare l'idea che Hoshi fosse venuto in quel posto senza niente sotto l'accappatoio, però sapeva bene, benissimo che dirglielo o farglielo notare non avrebbe prodotto alcun risultato.
    Sicchè preferì rimanere in silenzio autocommiserando sè stessa e il suo vestiario.
    Per quanto riguardava il Fennec, quando lo conobbe la prima volta rimase abbastanza di sasso.
    Insomma non ne aveva mai visti prima d'ora ed era una creaturina abbastanza insolita ai suoi occhi, tralasciando il suo carattere che a volte le piaceva e appoggiava, mentre altre volte ci mancava poco che lo volesse arrostire sul posto.
    Diciamo che dipendeva dai momenti, ecco.
    Insomma se iniziava a girarle attorno quando aveva altro per la testa o era seria, finiva sempre che lo lanciava in faccia al rosso se quest'ultimo era nelle vicinanze, nel caso in cui non vi fosse stato invece, molto semplicemente tirava un urlo che la metà bastava.
    Poi invece c'erano i momenti come quello durante i quali apprezzava il suo carattere vivace e spensierato.
    Fatto sta comunque che Hoshi la prese abbastanza alla sprovvista con quella partenza inaspettata, difatti lo guardò sbattendo un paio di volte le palpebre.
    Cioè LUI stava minacciando LEI di pagare da bere? Scherziamo?!
    Ringraziò mentalmente il fatto che il buon senso le aveva consigliato di mettersi almeno degli scarponcini color grigio militare, e non delle infradito. Così non avrebbe avuto problemi a correre.
    Scattò immediatamente al suo seguito recuperando in breve i tre metri che li separavano, per poi continuare la corsa attraverso le viottole del posto e la gente.
    Se non altro il fatto di essere più piccola l'agevolava nel muoversi tra la folla senza troppi problemi.
    Di tanto in tanto comunque faceva per alzare lo sguardo, così da poter vedere l'edificio che era la loro meta.
    Doveva ammettere che era davvero alto, e più pensava a cosa l'avrebbe attesa all'interno e più temeva per sè stessa.
    Purtroppo l'alcol e i giochi dove si utilizzavano monete o comunque gettoni, erano il suo male peggiore.
    Tutta colpa della madre che l'aveva introdotta a quel mondo sin da quando era stata piccola.
    Ormai non riusciva più ad allontanarsi da certe cose, era divenuta troppo grande e certe abitudini non si potevano scordare nè tanto meno togliere.
    L'unica cosa che poteva sperare, era di perdere o comunque finire tutti i gettoni il prima possibile!
    Solo così avrebbe potuto allontanarsi dal gioco, buttandosi sul bere e dandosi una calmata.
    Altrimenti in caso contrario si sarebbe potuto dire che fino a quel momento, era stata tutto tranne che agitata.
    Il che lasciava ben immaginare e non in positivo.
    Inoltre il fatto che Hoshi avesse già piazzato una scommessa da quel momento... Non aiutava, aveva stuzzicato il suo lato inerente a soldi e alcol, pessima combinazione.
    Fatto sta comunque che cercò di darsi una mossa per raggiungere il posto prima di lui, cercando ovviamente, di non spintonare nessuno nè buttare all'aria roba o cose del genere, dopotutto non voleva comunque dare fastidio in quel senso.
     
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    Y Danone
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    Feston Bueo
    ..Mani bucate..
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    Nakora era dotato di uo spirito combattivo potentissimo quando in gioco c’erano soldi e alcol. Il rosso vestito di solo accappatoio e infradito non aveva scampo contro la ragazza. Se si considerava il fatto che inoltre sulla testa portava un copricapo vivente che lo stava massacrando ad artigliate allora il gioco era fatto. Giunti alla sala giochi il Chikuma si era semplicemente rassegnato all’idea di dover pagare da bere alla ragazza e al piccolo fennec dispettoso -Fratellone hai perso .. sei lento come nonno Daikenjin quando ha male al sedere!..- il fennec sembrava divertito della disfatta del rosso mentre beveva un fresco succo di frutta da una cannuccia -Sta zitto Kigeki.. ho perso solo per colpa tua!.. ma che ti è saltato in mente a metà corsa?!..- il piccoletto si era lanciato dalla testa del rosso dentro ad una bancarella agguantando un grosso pesce creando panico generale -Volevo il pesciolone!..- ovviamente il rosso si era fermato scusandosi dell’accaduto prima di ripartire all’inseguimento della ragazza che non curante della cosa era giunta per prima alla meta. Ecco perché Nakora non si fermava davanti a nulla se in palio vi erano soldi e alcol -Si ma se vuoi qualcosa chiedi prima!!!.. accidenti.. e ora bevi il succo e sta buono un po’..- il volpino non lo aveva considerato manco di striscio mentre si voltava per fare amicizia con dei perfetti sconosciuti seduti poco distante dal loro tavolo.


    -Ok ok hai vinto tu o mia regina!.. ecco a te.. non avevano niente di più forte!..- il rosso aveva portato a Nakora una brodaglia iper alcolica e si era preso una bella birra fresca per lui, sperava solo di non ubriacare la ragazza troppo presto -Alla nostra!.. ad una splendida e divertente serata in compagnia!! KAMPAI!!!!- e poi la disfatta.




    [...]




    -WAAAAAARGH!!!! COME E’ POSSIBILE!!!?!!..- il rosso si era messo le mani tra i capelli mentre vedeva anche gli ultimissimi gettoni essere presi in ostaggio dal banco. Lo sconforto più totale lo aveva avvolto lasciando attorno al suo corpo un’aura di puro cannibalismo -Nakora ho finito i gettoni!.. prestamene un po’ così poi posso ridarteli!!!..- ma l’Otese sembrava aver fatto la stessa fine dell’ottavo capo clan Chikuma. Il rosso e l’Otese erano riusciti a fumare la bellezza di 10.000 gettoni nel giro di un’ora, un nuovo record mondiale in fatto di sfiga -Dannazione!.. sfortunati nel gioco ma fortunati in amore..- la battuta era stata detta con una vena di sarcasmo, il rosso ci teneva davvero a fare un bel giro alle terme.


    Si perché tra i vari premi uno brillava più di tutti, un ingresso alla fantastiche terme Gorazumi, le più lussuose e gorde di tutto il continente ninja, forse le uniche in grado di calmare l’anima in pena del rosso dopo una batosta come quella. Tutto sembrava essere precipitato nei più profondo baratro di sempre quando una voce familiare giunse alle orecchie del rosso rinvigorendo le speranze del Chikuma -Oh?!.. ma io questa voce la conosco..- voltatosi il rosso lo vide, non era mai stato così bello e ricolmo di luce -HOHE!!!.. QUANTI GETTONI HAI!!!.. DIMMI CHE NON LI HAI SPESI TUTTI!!!.. DOVE SONO!!!.. DOVE LI HAI MESSI!!!- il Chikuma aveva gli occhi fuori dalle orbite mentre palpava il piccolo bombarolo in cerca dei preziosi gettoni.


    Inutile dire che Hohenheim aveva nascosto il bottino senza dare modo al rosso di trovare i preziosi. Rassegnato il Chikuma era tornato al suo solito modo di fare ordinando da bere per lui, l’amico e l’insaziabile Nakora oltre che al pestifero fennec -Oh.. scusa per prima.. ma sono riuscito a fumare tutti i gettoni ricevuti all’ingresso nel giro di pochi minuti e ora son disperato.. lascia che ti offra da bere..- il Chikuma aveva chiamato l’avvenente barista con un occhiolino seducente mentre si sedeva su uno sgabello lasciando intravvedere mezza palla da sotto l’accappatoio -Ciao!.. bella serata vero?!.. posso chiedere una birra.. un super alcolico bello forte.. e due succhi di frutta.. grazie..- Hoshi non aveva staccato lo sguardo dalla ragazza per un istante mentre questa preparava quanto ordinato.


    Tornato dal gruppetto era giunto il momento di fare le presentazioni -Ecco a voi!.. oh ma voi non vi conoscete giusto?!.. allora lei è Nakora.. Nakora.. Hohenheim.. Hohenheim.. Nakora!..- il Chikuma aveva buttato giù un gran sorso di nettare al malto -Nakora vive da me.. sta studiando sotto la mia guida per diventare un’abile kunoichi.. è originaria di Oto..- il rosso aveva guardato la ragazza per cercare il suo assenso -mentre lui è Hohenheim.. detto Hohe.. o il genio di suna.. o il bombarolo del deserto!.. è un mio vecchio e caro amico.. ci conosciamo da sempre praticamente.. anche se è un nanerottolo fa parte della squadra speciale dei Sand Scorpion.. pensa che non ho mai vinto una sfida contro di lui.. è una vera furia!.. - il Chikuma stava parlando con naturalezza mentre finiva la birra e cercava di tenere fermo l’uragano di Kigeki pestandogli la coda. La nottata era lunga, chissà cosa aveva in serbo per loro.

    OT/ Beviamoci su!
     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Shi-e-en

    Questioni di famiglia



    E niente Ayame, pensavo, andiamo allo Shi-e-en e poi tornate a Kiri. Ero nel Palazzo dei Tengu, ed era notte fonde. Tutto era immerso in un incredibile silenzio, quasi surreale. Le notti in quel luogo erano tutte così, incredibilmente silenziose. Per quel motivo quando io non c'ero Jukyu e Nana dormivano nel grande letto che Sojobo aveva fatto allestire per lei. Si sentiva incredibilmente sola in quelle notti.
    Tornare a Kiri? Pensi che adesso si possa? mi domandò lei, e non potei non scorgere una certa luce di speranza nei suoi occhi.
    Sono diverso ora... Sussurrai, passando le mie braccia attorno al suo corpo caldo per stringerlo al mio, baciandole le labbra con estrema dolcezza. Lei ricambiò quel bacio con trasporto, dimostrandomi quanto fosse felice della cosa. E sei stata tu ad insegnarmi che devo fidarmi dei miei shinobi. Asmodai sembra davvero fedele, ho promosso a chunin Akira e Meika ed insomma... adesso sarà molto più difficile per chiunque. Non serve tenervi ancora qui, non posso chiedere a te ed alle bambine di sacrificare la vostra libertà per Kiri un altro giorno di più. Un bel discorso, che però Ayame guardò con sospetto.
    Mh... ti manchiamo, eh? Altro che preoccuparti per noi. Sentenziò. Alzai un sopracciglio, con fare fintamente dubbioso.
    Mancarmi? Dovrebbe mancarmi la moglie che mi gela l'acqua addosso quando si arrabbia, la figlia che trova i modi più insperati di farsi del male e far del male alla sua povera e dolcissima sorella? Rimasi serio per un secondo, passando una mano con calma lungo il suo corpo nudo, sfiorandole appena il ventre.
    Certo che mi mancate, che domanda idiota... feci risalire la mano verso l'alto, notando come il ventre di lei iniziasse appena a crescere. Mi perdoni per questo tempo che non sono stato presente? Le mie labbra andarono sul suo collo. Lei rise, divertita, abbracciandomi.
    Non so... dovrai impegnarti di più... Se proprio devo...




    Jukyu e Nana stavano facendo colazione. Ayame era seduta al tavolo ma spiluccava distrattamente dei biscotti, non sentendosi in forma. La mattina era un momento appena critico. Ero preoccupato perché in tutte quelle settimane non era mai stata visitata da un medico e sebbene lei insistesse che era perfettamente normale tutto quel concerto di sintomi, non ero felicissimo di lasciarla priva di controllo medico durante la gravidanza.
    Quando torniamo a casa ti farai visitare, vero? Per tutti i Kami Itai, ho sposato lo spirito dell'ansietà per caso? Certo che mi faccio visitare, ma smettila di pensare che abbia qualcosa. Disse lei, dopo aver roteato gli occhi al cielo.
    Jukyu posò la sua tazza di latte sul tavolo e si pulì col dorso della mano le labbra. Ma mamma hai qualcosa, no? Nii-tan nella pancia! Sì amore, ma non è una malattia avere nii-tan nella pancia, ma questo tuo padre non lo capisce... comunque...
    Ehi guarda che lo benissimo!
    Comunque, signorina, non ti ho insegnato a comportarti così a tavola. Jukyu comprese immediatamente il suo errore e prese il tovagliolo, quasi con timore. Ecco, brava.
    Ma che cambia... borbottò lei, appallottolando poi il suo tovagliolo.
    Che cambia? Dissi, indeciso se ridere o meno. Jukyu si stava dimostrando di una testardaggine in pieno sviluppo che entro i dodici anni avrebbe raggiunto certamente livelli a dir poco epici. Nana, che cambia, glie lo dici tu a tua sorella?
    Uhm... bé, così non sembriamo maleducate... Disse Nana dubbiosa, sempre in certa come al suo solito.
    Brava Nana. O per essere più precise, non sembrate due scaricatrici di porto, cosa che tua sorella sembra essere del tutto intenzionata a diventare. Puntualizzò Ayame, guardando la figlia di sbieco che, in tutta risposta aveva incrociato le braccia al petto assumendo un broncio alquanto serio che, sulla faccia di una bambina di cinque anni e mezzo non poteva non apparire assai comico.
    Perché mamma? Cosa fanno le scaricatrici di porto? Domandò Nana, appena confusa.
    Si divertono un sacco, ecco cosa fanno. Borbottò Jukyu. Dovetti mordermi la lingua a sangue per non ridere. Ayame fulminò la figlia con lo sguardo, ma era evidente che sotto i baffi stesse cercando di trattenersi anche lei. Lo stridore tra il comportamento di Jukyu e la sua età erano troppo evidenti. Era una brava bambina, ma aveva un'energia tremenda ed era fin troppo sveglia per la sua età.
    Nana, è un modo di dire, significa maleducati, sboccati e senza buone maniere. Spiegò Ayame. Nana annuì finendo anche lei il suo latte calde, pulendosi la bocca col tavogliolo per poi ripiegarlo in maniera impeccabile.
    Nana era la figlia che qualsiasi padre voleva avere. Obbediente, dolce, educata e tranquilla.
    Jukyu era la figlia che qualsiasi padre temeva di avere. Un tornado con la lingua tagliente.
    In media però potevo dire di avere due figlie normali, no?




    Avevamo deciso di alloggiare presso il Sonno del Ginken e vi eravamo giunti giusto alcuni giorni prima dell'ultimo dell'anno. Jukyu e Nana erano rimaste a dir poco affascinate dalle terme, posto in cui non erano mai state.
    Anche Ayame trovava tutto splendido. Il Sonno del Ginken, era un posto davvero stupendo e l'atmosfera era perfetta.
    Poi mi devi spiegare perché devo pagare una stanza anche per te.
    Quelle parole erano riferite a Yogan. La dragonessa, nella sua esuberante forme di una ragazzina di tredici anni incredibilmente attiva ed irritante mi tirò un pizzico tremendamente forte sul braccio.
    Perché hai problemi? disse, con la voce di un bullo. Forse vivere con suo padre, da che si era risvegliato nella pietra, la stava davvero trasformando. O forse la forma umana la influenzava in un certo modo... ma puntavo più sull'influenza malefica di Hibachi.
    Ahi! E comunque no, ma non fai che lamentarti che fa freddo qui! C'è un così piacevole tepore, Yogan. Bah, rispetto al Faro sembra una landa ghiacciata. Perché il faro È IN UN VULCANO! A me fa piacere se Yogan-nee-san sta qui con noi. Anche a me eh, ma si lamenta del freddo.
    Ayame rise della scena di gusto, passando un braccio attorno al mio corpo per stringersi appena a me. Feci altrettanto, mentre Yogan mi lanciava una linguaccia con tanto di palpebra inferiore abbassata a forza. Jukyu rise, quasi di gusto, a vedere quella faccia.
    Ho sentito che ci sono giochini davvero interessanti alla festa...
    Amore...
    Siiii? l'evidente tono falsamente angelico riuscì a colpire persino Jukyu.

    jpg



    Nana, la mamma adesso secondo me si mette di nuovo a giocare... Come alla festa l'altra volta? Oh sì... MAMMA MAMMA!
    Dimmi Jukyu. Il sorriso di Ayame era infervorato dal sacro spirito dell'azzardo. Lo conoscevo fin troppo bene.
    Se vinci mi compri un gioco? Anche a me! Dai mamma!
    Non incoraggiatela voi due!
    Ah ma se me lo chiedono le mie bambine non posso mica dire di no...
    Fregato.


    Dannate donne.



    Ayame aveva tirato fuori per me un kimono invernale bianco con un motivo di onde azzurre che avevo sempre amato molto e che – a detta sua – mi stava fin troppo bene addosso. Mi fidavo ciecamente del suo giudizio in certi ambiti, giacché il mio era del tutto incompetente... ed irrilevante, anche qualora fosse stato minimamente competente.
    Lei invece decise di indossarne uno rosso con una trama di fiori bianchi ed alla vita un obi rosso come il kimono. Per le bambine Ayame aveva scelto due yukata simili ma di colori totalmente diversi. Jukyu azzurro chiaro mentre Nana rosso-arancio molto delicato. Yogan, che non se ne importava nulla di vestiti, era riuscita a procurarsi (non osavo sapere in che modo) uno yukata rosso fiammante corto sopra il ginocchio. Quando la vidi uscire dalla sua stanza insieme ad Ayame conciata in quel modo non potei accigliarmi per un istante.
    Sul serio? Ma non avevi freddo? domandai.
    Eh? Lo provo, mica lo soffro. Sono un Drago dell'Ovest, la mia pelle è ad una temperatura che voi considerereste mortale. Di fatti se qualcuno avesse toccato la fronte di Yogan avrebbe potuto chiedersi come, una così piccola ragazzina, potesse essere allegra con la febbre oltre i quaranta gradi.
    Lo sapevo. Ma perché te ne lamenti. Perché mi va. Hai intenzione di anticipare di dieci anni ciò che passerò con loro due? Indicai Jukyu e Nana. Ayame mi tirò una sberla sulla testa.
    Perché, cosa succederà tra dieci anni? Domandò allora Jukyu, curiosa, tirando la manica al mio kimono.
    Ecco, spiegagliela tu l'adolescenza ora che hanno cinque anni, baka! Prese una mano di Nana nella sua ed iniziò ad incamminarsi verso l'esterno, lasciandomi solo con Jukyu che tirava con insistenza la manica, incredibilmente curiosa.
    Infatti, perché lo dici spesso? Guardai Yogan per qualche istante, sbattei le palpebre confuso e mi resi conti che lei non aveva mai saputo anche solo definire il concetto di adolescenza umana.
    Mi inginocchiai davanti a Jukyu e le accarezzai appena i capelli.
    Uhm... come te lo dico. Vedi amore, ora sei piccola e giochi, ti diverti, stai imparando a leggere e scrivere. Tra qualche anno però inizierai a crescere e diventare come la mamma.
    Cioè, tutta fissata con le buone maniere? Soffocai una risata, stringendo appena la bambina a me.
    No no, ne dubito proprio tesoro. Ma ti piaceranno cose diverse e capiterà che tu vorrai fare delle cose ed io, che ti voglio troppo bene, non vorrò fartele fare perché mi sembrano pericolose.
    ... Lo fai anche ora papà. Jukyu mi saltò addosso ed io la presi in braccio, seguendo Ayame che si era fermata a guardarci.
    Davvero? ”Non toccare la spada”, “non spingere tua sorella”, “non camminare sul muretto su un piede”, “non girare le manopole del gas”... recitò lei, imitando la mia voce.
    Ecco sì, ma saranno cose diverse. Tipo? Lo vedrai... Non era MINIMAMENTE il momento di farle capire il discorso “caverò gli occhi dal cranio e l'anima dal petto a qualsiasi ragazzo che oserà toccarti”. Però vedrai, se ora mi ascolti, inizierai a pensare che sono proprio stupido.
    Ma io non penso che tu sia stupido.
    Per ora. E le diedi un lungo, rumoroso e scherzoso bacio sulla guancia.


    Era una peste, ma era mia figlia. E l'amavo, più di qualsiasi altra cosa al mondo.


    In men che non si dica ci ritrovammo a seguire gli ordini di Ayame che aveva intenzione di “far fruttare il gentile regalo fatto”. I “petali del nuovo giorno”. Consumò i suoi ad una rapidità incredibile e quando uscì dalla stanza in cui si giocava a Shiten era decisamente seccata.
    I dadi oggi non ne volevano sapere. Il banco vince sempre amore... vuoi i miei? Sul serio, non so che farmene. Magari le carte di porteranno fortuna. Ayame mi guardò, improvvisamente molto più innamorata di me.
    Non amavo nutrire quel suo vizio (anche se, ad onor del vero, non aveva mai creato problemi se non qualche biglietto di troppo alla Lotteria del Festival Invernale a Kiri) ma se avesse perso tutte le mie monete saremmo potuti uscir di lì. Così glie ne diedi e lei me ne lasciò poco meno di mille in mano.
    Badi tu a loro? disse, riferendosi a Jukyu e Nana che stavano tormentando Yogan. Annuii, lasciandole un leggero bacio sulle labbra, scappando verso la sala della Kokuun no Tou.
    Jukyu, Nana, lasciate in pace Yogan! Nah, tranquillo la dragonessa le sollevò, come se fossero senza peso e si librò in volo, iniziando a volare in circolo sopra di me.
    Yogan, scendi maledizione se Ayame ti vede ci strozza entrambi! Jukyu e Nana ridevano, fortissimo, e sembravano estremamente felici. E poi hai uno yukata, per di può corto!
    Eh? si fermò, proprio sopra di me, incurante. Non capisco.
    Ero divenuto rosso, spazientito, e misi una mano in faccia. Yogan non capiva. Certo che non capiva, fino ad un anno prima non aveva mai pensato di indossare vestiti. Per lei non servivano a nulla, i draghi non avevano lo stesso senso del pudore degli umani!


    Ad un tratto vidi due persone di mia conoscenza e la cosa mi sorprese. Non mi sarei mai aspettato di vederli assieme e non mi sarei mai aspettato di vederli vestiti uguali. Già, perché entrambi indossavano un accappatoio.
    Ma trattandosi di Hoshi non è che mi sorprendesse poi molto. Quel benedetto ragazzo aveva l'insana ed innata capacità di fare la cosa più divertente in un determinato contesto.
    Hoshi? Nakora? Cos... cioè... perché siete in accappatoio? domandai allora. Mentre Yogan riprendeva a girare in volo tenendo ben salde le bambine. Sapevo benissimo che lei non le avrebbe mai fatte cadere... la sola a preoccuparsi, in effetti, era Ayame.

     
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    HrEKxIv
    Il suo spiritivo competitivo quando si trattava di alcol e soldi sembrava aver avuto la meglio.
    Arrivò al traguardo prima di Hoshi per tanto lo attese li in piedi, mentre recuperava il fiato con un sorriso smagliante.
    Non era tanto perchè aveva vinto, bensì per il semplice fatto che... Beveva gratis!
    Già stava fantasticando su cosa potevano avere in quel posto per quell'occasione, non poteva più della sua solita fiaschetta.
    Chissà magari sarebbe anche riuscita a sapere dove fare scorta di nuovi alcolici vicino Oto, quello sì che sarebbe stato il massimo.
    Comunque sia dopo poco arrivò anche il rosso, il quale stava bisticciando col Fennec, tant'è che non riuscì a mantenere la sua aria trionfante davanti a quello spettacolo e finì per lasciarsi andare ad una risata.
    Dannazione, non ci riusciva ad essere seria con Hoshi quando faceva così, era più forte di lei.
    Scosse leggermente il capo a destra e sinistra, mentre faceva per rimanere dov'era attendendo la sua bevanda tanto agognata.
    Pochi istanti dopo tornò il rosso con in mano... Qualcosa.
    Non aveva mai visto prima d'ora quell'alcolico e in un certo senso le faceva strano, però l'odore prometteva veramente bene!
    Sorrise all'affermazione dell'altro, alzando il bicchiere sull'ultima affermazione così da farlo sbattere contro il suo prima di iniziare a bere.

    Alla splendida serata, compagnia e vagonata di soldi che ci attendono!

    Se solo avesse potuto sapere come sarebbero andate le cose, probabilmente mai e poi avrebbe detto nulla del genere.
    Sembrarono tanto i prodi cavalieri pronti a caricare il drago, e che l'attimo successivo al grido di battaglia morivano perchè inciampavano su un sasso.
    Ecco, più o meno fu la stessa cosa che accadde ai giochi.

    [...]

    Ormai si era attaccata letteralmente con le unghie e con i denti agli ultimi gettoni, tant'è che dovettero staccarla e trascinarla via dal tavolo a forza mentre ancora si rifiutava di lasciar andare tutte quelle monete sonanti.
    Non ci poteva credere, era arrivata a vincere così tanto... Per poi perdere tutto!
    Perchè, perchè doveva sempre finire in quel modo? Dov'era il suo buon senso quando serviva? Lei voleva solamente accumulare quanti più gettoni possibili senza mai spenderli, che c'era di male? Mondo crudele!
    Si riavvicinò ad Hoshi giusto in tempo per notare che aveva perso tutto anche lui.
    Per poco non le cadde la mascella a terra quando ne venne a conoscenza, erano stati in grado di buttare via più di diecimila gettoni! Il tutto in meno di un'ora!
    Comunque sia tornò per un attimo coi piedi per terra quando l'altro le si rivolse, chiedendole in prestito alcuni gettoni.
    Lei dal suo canto alzò appena un sopracciglio, mentre alzava entrambe le mani mostrando i palmi vuoti e scuotendo il capo, desolata.

    Come dire, gli ho persi tutti anche io... E mi hanno anche cacciato dal tavolo perchè non volevo lasciare i gettoni.

    Ormai disperati e in procinto di piangere entrambi, probabilmente, ecco che Hoshi cercò di risollevare un po' il morale facendo una battuta.
    Non le mancò di notare il tono con cui l'aveva detto, tuttavia poteva capirlo perfettamente.
    Difatti anche lei sorrise amaramente, giusto in tempo per poi vederlo girarsi all'improvviso, urlando un nome a lei sconosciuto e assalendo un povero cristo qualunque.
    Si avvicinò immediatamente con lo sguardo un po' confuso, sentendo il rosso chiedere per altri gettoni per poi vederlo allontanarsi all'improvviso come affermò che avrebbe offerto da bere.
    A volte anche lei che ci viveva insieme e se lo teneva vicino il più possibile, faticava a capirlo. Però d'altronde era anche per questo che ci si trovava così bene insieme.
    Persa nei suoi pensieri tornò coi piedi a terra come lo sentì tornare, alzò la mano per afferrare la nuova bevanda e iniziando a tragugliarla immediatamente mentre Hoshi cercava di fare le presentazioni.
    A causa del proprio pessimo tempismo fu costretta a borbottare qualcosa mentre allungava appena la mano verso Hohenheim, abbassandosi leggermente così da togliere il bicchiere dalle labbra e non farla cadere.
    Tornò dritta mentre cercava di stringergli la mano, sulla superficie delle labbra un po' di schiuma della birra che si levò passandosi distrattamente il polso dell'altra mano libera.

    Sì stiamo insieme e si sta occupando di addestrarmi nel mentre, piacere mio.

    Affermò annuendo al rosso dandoli così il cenno d'assenso che andava cercando.
    Come ormai aveva potuto capire, per lei non c'era alcun problema a dire certe cose sebbene apprezzare la sua accortezza.
    Subito dopo fece per appoggiarsi leggermente ad Hoshi, stando attenta a non fargli cadere la birra e cercando di mettersi tra le sue braccia mentre sorseggiava di tanto in tanto la sua bevanda, ascoltando quanto aveva da dire sul loro nuovo interlocutore.
    Non aveva mai sentito nominare i Sand Scorpion, per tanto quando arrivò a quella parte alzò leggermente il volto guardando dal basso verso l'alto Hoshi, evidentemente confusa.

    Che cosa sarebbero? I Sand Scorpion dico

    Era evidente che il fatto che fosse passata da un super alcolico ad un alcolico di bassa gradazione avesse avuto il suo effetto, difatti era un po' meno saltellante e il fatto che avesse cercato il contatto con il rosso, gliel'avrebbe lasciato ben intendere sebbene ce ne voleva ancora prima che si potesse definire brilla.
    Comunque sia se l'altro gliel'avesse lasciato fare dopo quella domanda sarebbe tornata a stare un po' appoggiata, ascoltando quanto avevano da raccontarle su quella squadra speciale.
    Al termine della cosa tuttavia le parve di sentire una voce a lei assai familiare provenire da li vicino, tant'è che si voltò in quella direzione per vedere se aveva sentito bene.
    In effetti non era poi una possibilità così remota che il Mizukage fosse presente all'evento, però come dire, non se l'aspettava comunque!
    Quando lo vide, sempre se Hoshi all'inizio l'aveva lasciata appoggiarsi a lui tra le braccia, si sarebbe staccata piano per poi alzare una mano e agitarla, salutando Itai con un sorriso. In caso contrario semplicemente si sarebbe voltata facendo la stessa cosa.

    Ciao Itai!

    Sembrava essersi completamente dimenticata del fatto che fosse in accappatoio.
    Comunque quest'ultimo era aperto, e il Mizukage avrebbe potuto vedere come sotto indossava un costume di un violaceo quasi nero, con sotto dei pantaloncini che facevano comunque da costume visto quant'erano corti.
    Qualche istante dopo si accorse della sua domanda, abbassando la mano e portandosela dietro il capo, grattandoselo con fare nervoso mentre cercava evidentemente di trovare le parole adatte per spiegare la cosa.

    Ecco come dire, visto che vivo a casa con lui ci è arrivato l'invito ad entrambi e ho lasciato che ci pensasse lui, penso che ci sia stato un fraintendimento riguardo il vestiario, ecco!

    Ammise cercando di risultare il più innocente possibile.
    Non era colpa sua! Cioè, in parte sì visto che comunque alla fine la cosa l'aveva divertita anche a lei una volta li, però, ecco, non è colpa sua!

    Te invece? Sei venuto qui da solo?

    Domandò lasciando da parte l'evidente imbarazzo, e tornando con le braccia lungo i fianchi mentre storceva leggermente il capo di lato, incuriosita e allo stesso tempo, dubbiosa.
    Certo sapeva che aveva una famiglia, però l'ultima volta le aveva detto che per questioni di sicurezza l'aveva mandata via, quindi non credeva che le cose fossero cambiate in quel periodo.
     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Shi-e-en

    I principi



    Potresti provare a divertirti, Baiko? <dissi mentre legavo l'Obi nero e oro attorno alla mia vita con cura. L'uomo, dall'aspetto inquietantemente inespressivo mi fissò come se vessi detto una fesseria tremenda.
    A ben pensarci, era proprio così. Baiko non doveva divertirsi: doveva proteggere e servire l'erede dei Kurogane. Solo che la sua presenza era spesso così tremendamente ingombrante nel suo assiduo silenzio che avevo iniziato a chiedermi se per caso mio padre non gli avesse dato il compito di controllare me e Shizuka. Quell'uomo era in grado di annusare la puzza di un complotto dall'altro capo del mondo, che sia verso di lui o meno.
    Come non detto, come non detto... Aggiunsi con noncuranza, mentre mi passavo una mano tra i capelli albini. Il kimono nero intarsiato d'oro era preziosissimo e di splendida fattura ed io come erede dei Kurogane non potevo far meno.
    Ero sorpreso dall'invito di Shizuka. Quando le avevo proposto di andare allo Shi-e-en, da soli, lei mi aveva detto, testuali parole: “Perché no...” aveva detto lei, con timidezza. Salvo poi l'intromissione di Ritsuko Aoi che mi aveva palesemente minacciato di una morte orribile se avessi osato mettere in pericolo la sua Principessa. Non capii perché l'astio della nobile Heiko Uchiha verso quella gioiosa manifestazione, ma quando Shizuka mi raccontò gli sventurati eventi dell'anno prima compresi.
    Quando però era giunto l'invito mi chiesi cosa potesse essere successo.
    Baiko venne in soccorso.
    ”Toshiro Kobayashi. Di sicuro, Masaki-sama”.
    Baiko poteva scrutare le persone ben più in profondità di quanto fosse possibile immaginare dalla sua faccia totalmente smorta. Così, preparati i bagagli ed aver incassato con piacere il rifiuto dei miei nobili genitori a presenziare al viaggio ed alla vacanza (non c'era modo migliore di iniziare l'anno nuovo che star lontani da loro) io e Baiko – del quale proprio non era possibile che mi liberassi – ci dirigemmo con estremo piacere verso Hotami e quella che si prospettava essere una piacevole vacanza.


    No, non lo era.
    Non poteva mai essere una vacanza. Dovevo fingere, dovevo tenere le apparenze salde per far credere a tutti che quella unione era sincera. Era evidente che fin'ora eravamo stati convincenti, e forse era dovuta al fatto che lei era un'attrice splendida ed io incapace di fingere con lei.
    Quello che i primi tempi si era rivelato un dubbio, era divenuta certezza e quella certezza era pericolosa. Così pericolosa che dovevo negarla a me stesso, poiché avrebbe causato solo immenso dolore all'atto pratico. Eppure, come potevo negare i miei stessi, veri ed inconfutabili sentimenti.
    Ironico.
    L'uomo che aveva deciso di fingere un amore, alla fine, si era innamorato per davvero dell'altra figurante. Non avevo mai osato sperare che tutto quello fosse ricambiato. Se Raizen aveva scelto Shizuka era perché lui era certo che lei sarebbe stata perfetta per quell'incarico. Per cui non avevo modo di sapere quando lei fingeva e quando invece era sincera in ciò che diceva e faceva.
    Così, per essere certo di non esserne deluso, avevo scelto di credere che fosse tutta una menzogna come sarebbe dovuto essere. Avrei fatto i conti col mio cuore nel tempo: in quel momento di Kurogane avevano l'assoluta priorità. Sospirai, guardandomi un attimo allo specchio.
    Non ammiravo i vestiti, o i capelli, o il viso. Guardai i miei sessi occhi riflessi nel vetro e mi fu restituita l'immagine di due grandi iridi color nocciola, tristi e rassegnate.
    Andiamo, Baiko.


    Uscii dalla stanza del Sogno di Giken. Anche Shizuka alloggiava lì, ma non avevo ancora avuto modo di incontrarla. Camminai tra gente allegra, senza badare realmente a nessuno, ignorando persino la presenza di Baiko dietro di me.
    Lui non mi avrebbe mai perso.
    Dopo un tempo non a me ben chiaro, nel quale cercai di calmare il tumulto che provavo (ma che in realtà non faceva altro che aumentare ogni passo che facevo verso lei), mi ritrovai sul pontile del torii della forza. Baiko fissò il cielo, poi dinanzi a se. Socchiuse appena gli occhi e con fare solenne disse Qui poco fa si è consumata una tragedia.
    Eh? Dissi, voltandomi verso di lui, con fare allarmato.
    Ne sono sicuro... ma non so dire cosa. Come se la furia di una dea distruttrice si fosse abbattuta su questo luogo fino a poco fa.
    ... Esagerato! E mi incamminai verso i Kobayashi... che erano decisamente più numerosi del solito. Oltre Tosssssssshiro (non riuscivo a non sentire il suo nome senza il biascicare di un serpente che allungava in maniera intollerabile l'unica “s” nel suo nome) c'era la sua adorabile moglie Heiko ed altri quattro individui che data l'età, riconobbi come i nonni di Shizuka.
    Così mi avvicinai, con assoluto rispetto e riserbo, trovando per prima sulla mia strada proprio lei. Shizuka dissi con un sorriso, dolce, sulle labbra quando le fui davanti. Presi le sue mani nelle mie, stringendole appena, guardandola negli occhi con i miei, carichi di una segreta tristezza che non sapevo se sarei stato in grado di celare dietro le mie doti recitative. Finalmente sei qui. Aggiunsi, sfiorando con delicatezza le sue dita con le mie labbra. Le presi la mano e così, carico di rispetto e riverenze, mi rivolsi a tutti coloro che erano lì dietro.
    Toshiro-sama, Heiko-sama, sono incantato di potervi rivedere. Suppongo che costoro debbano essere i vostri nobili genitori. Misi le braccia lungo la schiena e mi inchinai, profondamente, in segno di grande rispetto. Sono profondamente onorato di fare la vostra conoscenza.

    Dopo le svariate presentazioni di rito, decidemmo di entrare ad Hotami. Era un concentrato di soffuse luci gialle e dolce musica, bancarelle e gente che parlava, rideva, scherzava, beveva e mangiava in compagnia. Lì il mio cuore parve rasserenarsi un attimo e strinsi appena le sue dita, con gentilezza. Baiko, Ritsuko e tutti gli altri sembravano delle guardie pronte ad osservare qualsiasi nostro movimento. Così avvicinai appena la bocca all'orecchio di Shizuka con la scusa di dire una cosa che solo lei poteva sentire.
    Niente di così strano, dopotutto. Dici che riusciamo a distrarre tutte le guardie il tempo di girare l'angolo? Domandai.
    Lei conosceva i nostri carcerieri molto meglio di me.

     
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