Shi-e-En

[Free GdR aperta a tutti: Nuovo Anno]

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  1. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    Winter has Come! 二

    ~Festeggiamenti Serali~


    Il gruppetto si era ormai incamminato verso le zone “centrali” dove lungo i pontili i festeggiamenti stavano iniziando. Atasuke poteva definistri strabiliato nel vedere tanta gente su quei pontili. A stento riusciva a trovare un simile raffronto di affluenza nelle festività del villaggio. Il quartetto avanzava tranquillamente e mentre il maestro si beava delle bellezze di quel luogo, l'allieva faceva altrettanto camminando al suo fianco, mentre i due allievi, agitati come due bambini iperattivi sembravano scattare ad ogni minima meraviglia. In tutto questo, il sole, ormai lontano, scendeva placido oltre l'orizzonte, lasciando poco alla volta sempre più posto all'oscurità ed alla luce delle lanterne, ormai unica fonte di luce in quella stellata notte di festa.
    Il suo sguardo si posava sulle bancarelle, sulle luci, sui luoghi, ma soprattutto sulle persone che in quel clima di festa percorrevano i brulicanti pontili, in gran parte andando nella sua stessa direzione, dove sembrava fossero addirittura stati allestiti degli impianti per il gioco d'azzardo per guadagnare i vari premi messi in palio.

    “OOOH, ATASUKE-SAMA! GUARDATE! LAGGIU'!”

    «Cosa vedono i tuoi occhi di elfo, mio giovane allievo?»


    Ribattè lui scherzosamente contrastando la foga dell'allievo con la calma e la pacatezza dei suoi toni.

    “LE TERME!”


    Urlarono i due in coro, immaginandosi le svariate bellezze su cui i loro occhi potevano posarsi, ma soprattutto le bellezze su cui i loro corpi avrebbero fatto colpo, magari portandosi a casa un po di quelle piacevoli prelibatezze su gambe tutt'attorno a loro.

    «Kazumi-chan... C'è qualcosa che non va?»


    Chiese egli notando che la ragazza si era improvvisamente risentita di qualcosa, irrigidendosi non poco, come se qualcosa di punto in bianco avesse iniziato a turbarla.

    “N-no, Atasuke-sama... è solo che”


    Atasuke sorrise. Seppure non fosse da loro da moltissimo tempo, loro erano per lui come dei libri aperti e riusciva ad intuire ciò che li turbava.

    «Si tratta di Sano, vero? Non ti va che faccia sempre il cascamorto... E pensare che ero io quello “rigido” e che “doveva imparare a divertirsi”»

    “Atasuke-sama, io non...”


    Egli la fermò con un gesto della mano, facendola arrestare e sopravanzandola per un'istante, arrestandosi a sua volta proprio davanti alla ragazza. Con delicatezza le sfiorò il mento con la mano, costringendola ad alzare il capo e lo sguardo nei suoi occhi neri e penetranti.

    «Non preoccuparti per lui. Sano, in fondo è un bravo ragazzo, quindi non farà nulla per portare vergogna alla vostra famiglia... Inoltre... Lo sguardo contrito non dona al tuo bel viso»


    Sorrise, lasciandosi sfuggire una breve risata a cui la ragazza rispose sorridendo a sua volta.

    “Sapete sempre come prendermi, vero maestro?”

    «Quasi sempre, o almeno quando necessita distrarti da tuo fratello»


    Atasuke sorrise, dimenticandosi per un'istante, con la chiara volontà di dare una lezione "indiretta" ai suoi allievi, del fatto che in effetti stava coprendo i due, che alle loro spalle si erano nuovamente distratti, questa volta importunando una ragazza di passaggio dal fisico invidiabile a cui continuavano a proporsi con violenza esigendo di sapere chi tra loro due ella ritenesse più sexy.
    Inutile dire che Kazumi, comprendendo ciò che accadeva, si voltò di scatto. I suoi occhi brillarono ed alcuni dei presenti dichiararono di aver udito brillare una carica esplosiva su quel ponte. Atasuke, fu forse l'unico a sapere che quel suono, molto simile a quello di uno scoppio, in realtà altro non era il pungo di Kazumi che abbatteva il muro del suono prima di impattare sul cranio del fratello.

    […]


    “Kazumi-chan... hai esagerato questa volta! Non credi ch...”


    Sano venne zittito dal semplice sguardo gelido della sorella. Dopo quanto accaduto ella non necessitava neppure di parlare per farsi ubbidire. Senza contare il fatto che per l'offesa in effetti era da svariati minuti che non rivolgeva la parola a nessuno, eccezion fatta per brevi risposte praticamente monosillabiche alle domande o alle proposte dell'Uchiha. Ma solo perchè questi era il suo maestro e ciò gli dava il diritto di ricevere delle risposte. Diritto di cui né Shinpachi, ne Sanosuke evidentemente godevano.
    Ad ormai non molti metri dall'ingresso della festa sotto al quale venivano elargiti i gettoni per i vari giochi d'azzardo, avvolta in un kimono bianco fece la sua comparsa un volto noto, che con gentilezza si inchinò dinnanzi a loro, portando i suoi saluti.

    «Lieto di rivederti Ayuuki... Anche tu a festeggiare da queste parti?»


    Chiese egli con gentilezza, mentre alle sue spalle Sano e Shinpachi iniziavano a parlottare tra di loro sulla ragazza, lasciando tranquillamente che chiunque sentisse i loro discorsi. Nulla di esagerato, semplicemente continuavano a commentare il suo abito adornato, la bellezza del viso e dell'acconciatura, ma soprattutto dell'elemento di maggiore importanza: Del balcone che apparentemente ella si portava dietro.
    Atasuke si limitò ad inarcare un sopracciglio nell'udire tali discorsi, specialmente valutando che tutto quel “petto” era un filino troppo rispetto all'ultima volta che si erano visti. Certo era passato qualche mese, eppure ai suoi occhi sembrava un'aumento decisamente esagerato, oltre che innaturale.
    Ciò nonostante, Shinpachi fu il primo ad aprire le danze, facendosi spazio tra l'Uchiha e Kazumi afferrando in fretta e furia le mani della ragazzina.

    “Qual'è il tuo nome, splendido fiore di loto? Le calde acque di questo luogo, non sono nulla in confronto all'azzurro dei tuoi occhi. Ti prego, concedimi il favore di essere il tuo uarghashda per ggsasfgf stase.sghads”


    Inutile dire che Sanosuke non gli diede nemmeno il tempo di finire, trascinandoselo via per rimpiazzarlo, a sua volta, con lo stesso sguardo magnetico e sognante a cui mancavano solo stelline e cuoricini per essere definito degno del peggiore anime della storia.

    “Ignora quello sciattone di Shinpachi, mia dolce Ayuuki. Oh, Ayuuki, nulla può reggere il confronto con il tuo corpo, la formosità delle tue curve e...”

    “Quelle sono finte, imbecille.”


    Fredda e gelida, Kazumi aveva brutalmente interrotto il fratello, mentre i suoi occhi taglienti avevano notato l'inegnoso trucco della ragazza per attirare l'attenzione dei due ingrossandosi il petto con un cuscino.
    Non fu mai dato a sapere, come Kazumi avesse scoperto quel trucco. Forse notando l'innaturale movimento, forse notando un'imperfezione nel posizionamento o forse proprio perché donna, sapeva come smascherare i trucchetti di un'altra donna.
    Il gelo sembrò spazzare la zona, come se un vento gelido avesse cominciato a soffiare annullando per un'istante il costante calore che saliva dalle calde acque termali. Sano, come anche Shinpachi, rimasero fermi, immobili, impietriti. Qualcosa li aveva bloccati in quella specie di posa plastica in cui si erano congelati.
    Passarono alcuni secondi nel gelo più totale, prima che un suono, anzi, un urlo cupo e disperato non si fece largo sgorgando in coro dalle loro labbra con la più completa e totale disperazione.

    “NNNNUUOOOOOOOOOOOOOOOoooooooooooo!”


    L'urlo era straziante e senza tregua, anche se alla fine, una tregua venne data, sotto forma di ombrello richiuso in un colpo ascendente che impattava sul volto dei due con una tale violenza da scagliarli lontano, oltre alla vista dei presenti, facendoli atterrare qualche edificio più in la dentro ad una delle svariate pozze di acqua termale.

    «Kazumi-chan... calmati, conosci tuo fratello, sai quanto sia... Ok, sto zitto»


    Anche Atasuke dovette tacere nel vedere lo sguardo iroso della ragazza, la quale aveva evidentemente scaricato gran parte della sua furia sul fratello ed il suo amico.
    Per loro fortuna, un'altro elemento si accingeva ad unirsi a quella strana combriccola, anche se la fortuna di alcuni rischiava comunque di divenire un tormento per altri. Nella fattispecie: lui stesso.

    “Salve, è un piacere vedervi qui..
    Spero che stiate passando dei bei momenti.”


    °Temo che il ragazzo abbia decisamente sbagliato il momento per entrare in scena... Ma fortunatamente per noi credo sarà un'ottima via di fuga...°

    «Salute a te, giovane... giovane... Perdonami, ma temo di non rammentare il tuo nome, tu saresti?»


    Chiese con gentilezza Atasuke, rammentando più che bene di trovarsi davanti ad uno degli ultimi desiderosi ragazzi che si era proposto come suo allievo, ponendo volontariamente l'accento sul piccolo dettaglio che il giovane aveva evidentemente dato per scontato: la presentazione. Cosa scontata forse nei confronti della ragazza, forse anche verso Atasuke stesso, ma verso i suoi accompagnatori? Una mancanza certamente non da poco.

    “Hiro-kun! Come stai?”

    °Hiro... Ti pare questo il modo di far sapere a degli sconosciuti il tuo nome?°


    Pensò egli, ascoltando con relativa attenzione lo sproloquio di Ayuuki, la quale sembrava in effetti in imbarazzo o quantomeno non sembrava essere perfettamente a suo agio. Non che Atasuke ricordasse in effetti di averla ancora mai vista perfettamente a suo agio.

    “...viaggio-studio con Okada-sensei. Anzi.. hai visto in giro un uomo con degli occhiali e una chioma corta e scura?”

    «Okada? Quindi Okada è qui con te? Pffthahaha»


    Atasuke non riuscì a trattenere una sentita risata nell'udire che il buon vecchio Okada aveva deciso di tormentare i suoi allievi anche a capodanno con delle vacanze-studio. Tipico dell'occhialuto maestro fissato con la pura e semplice teoria.
    Intanto... Mogi mogi i due, ancora doloranti per la botta subita e per il successivo impatto con le calde acque termali, avanzavano, completamente fradici, con un incedere lento e dolorante, sorreggendosi a vicenda.

    “Oh a proposito, avevo mezza idea di investire un poco di queste..”

    «Davvero? Già alla tua età ti stai dando al gioco d'azzardo? Non vorrai mica finire come questi due, vero?»


    Sottolineò con velato sadismo, indicando i due allievi doloranti che stavano ormai a pochissimi metri da loro. Inutile dire che alle parole della studentessa, Atasuke e Kazumi si scambiarono uno sguardo, come a chiedersi a vicenda che cosa avesse nella testa quella ragazzina, ma lasciando correre il tutto.

    “Hiro-kun! Dobbiamo vincere quei biglietti.. è una missione di vita e di morte. Ne va della mia felicità.”

    “Eh?”


    Si chiesero in coro Shinpachi e Sano, sentendosi stranamente tirati in mezzo a quella specie di follia. Alcuni sostengono di possedere un sesto senso, altri, ritengono di avere una qualche specie di dono o abilità grazie alla quale sono in grado di percepire cose oltre le cose. Ma la sensazione che provarono i due in quel momento, era qualcosa di molto più agghiacciante, qualcosa di molto oltre al semplice legame che poteva esserci tra quelle parole e quanto accaduto non molto prima: Per la prima volta nella loro vita, i due si sentirono seriamente braccati, come se fossero passati dall'essere dei predatori all'essere delle prede.

    “A voi cosa piacerebbe provare?”

    “Iniziamo con i dadi?”

    “I dadi?”

    “I dadi!”

    “I dadi...”

    «Sembra che qui tutti vogliano giocare ai dadi... E sia, dunque, vi farò compagnia... Ho sempre avuto un certo senso di pace nell'osservare gli altri a dannarsi nei giochi d'azzardo... Facci strada dunque Hiro-kun»


    Rispose con tono velatamente abbattuto di chi, in effetti, sembra non avere quasi titolo in capitolo, permettendosi con il giovane Hiro più confidenza di quanto non potesse come “pegno” della precedente cortesia riservatagli.
    Raggiunto l'ingresso, il gruppo ritirò tutti i sacchetti di monete che mancavano all'appello. Ad un primo sguardo, Atasuke contò all'incirca 5000 monete ciascuno e sorrise nel vedere come in quel luogo volessero dare possibilità a tutti di giocare senza obbligatoriamente spendere nulla, anche se in effetti, probabilmente quelle monete erano state pagate con le quote dell'alloggio e tutto il resto.

    “Atasuke-sama... Io vorrei chiedervi...”

    «Si, Sano?»

    “Ecco, da quel che mi pare di capire, voi non...”

    «A te, prendi pure le mie monete, ma vedi di controllarti. Non vorrei mai che preso dal gioco ti giocassi anche i tuoi vestiti come l'ultima volta...»

    “Oh, grazie! Grazie, maestro! Non vi preoccupate! Non vi deluderò, vincerò per voi e per il Dojo!”

    «Non fare promesse che non puoi mantenere. Accontentati di vincere per te stesso, sempre se vincerai mai qualcosa...»


    “Hey, maestro! Non è giusto! Perché date tutte le monete solo a lui? Anche io ho intenzione di vincere!”

    “Prendi le mie, Shinpachi. Qualcuno deve pur fare compagni a al maestro mentre voi dilapidate i vostri risparmi”

    “Woha! Grazie Kazumi! Andiamo, Sano. Facciamo vedere a questa gente chi è che comanda!”


    I due, decisamente rinvigoriti partirono alla carica, svanendo letteralmente nella folla dirigendosi non-si-sa-bene-dove a giocarsi tutte le monete che avevano con se.

    «Kazumi... Non era necessario che tu...»

    “Non vi preoccupate... Come sapete sono molto diversa da mio fratello e non ho molto interesse nel gioco d'azzardo. La fortuna è solo la via seguita dagli stolti e dai perdigiorno... La vera via è attraverso l'impegno e la dedizione”


    Atasuke si arrestò per un'istante, osservando l'allieva che, riacquistata la sua consueta calma, dimostrava la grazia e la perfezione degne di una regina, inite a quel piacevole spirito guerriero quasi indomito.

    «Come sempre sei il mio orgoglio, Kazumi... Non fossi una mia allieva, di certo ti chiederei di sposarmi»


    Sorrise lui con un brevissimo cenno del capo, notando come il complimento avesse iniziato a colorare le gote dell'allieva della stessa tinta rossa accesa dei lunghi e fluenti capelli.

    «Ma, cerchiamo di non essere scortesi. Questa sera abbiamo due giovani studenti qui con noi che hanno bisogno di una guida nel mondo, uno in particolare, quindi perché non li accompagniamo per un po tra i tavoli da gioco? Credo che un sano giro tra le bancarelle potrà attendere un poco, non credi?»


    Ella acconsentì con un cenno del capo ed a quel punto il gruppetto ebbe da incamminarsi lungo le strade, o meglio, i pontili, che conducevano verso i vari tavoli da gioco allestiti per l'occasione...


    OT - Lo so, sono estremamente in ritardo, non odiatemi per questo, mi odio già abbastanza per conto mio :zxc: - /OT
     
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