Shi-e-En

[Free GdR aperta a tutti: Nuovo Anno]

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  1. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    Winter has Come! 三

    ~Botti Duelli di Capodanno!~


    Inutile dire che il duello tra le due ragazze era ormai iniziato. Se c'era infatti un mistero che Atasuke mai avrebbe potuto comprendere era l'elevata infiammabilità delle donne, specialmente quando queste si trovavano tra loro. Sembrava infatti esserci una sorta di relazione diretta tra la loro capacità di mostrarsi sempre calme ed impassibili in qualunque occasione con qualunque persona o avversario, ad eccezione di quando incontravano un'altra donna con cui entravano in conflitto in meno di due secondi netti.
    Osservandole Atasuke non sapeva se definirsi incuriosito ed intimorito, tuttavia, conoscendo l'allieva preferì fare un passo indietro facendo cenno agli eventuali passanti di fare lo stesso.

    “Forse sei solo gelosa! Posso solo immaginare la frustrazione di una donna di mezza età e con le prime rughe agli angoli della bocca.”


    La freddezza di Kazumi nell'udire quelle parole fu a dir poco epica. Sembrò infatti che un'alone di gelo riuscì a scendere in quel uogo perennemente riscaldato dalle calde acque termali. Alcuni dei passanti, notando l'abito bianco della rossa ed il suo aspetto splendido e terribile dichiararono di aver visto una Yuki-onna, un demone femminile della neve e del gelo ma quel gelo, nulla avea realmente a che vedere con il freddo reale, ma allo stesso tempo non era nemmeno equiparabile ad una sorta di tecnica o arte illusoria. Nessuno realmente sapeva di che si trattasse, tranne forse altre donne dotate della stessa medesima abilità...

    “Interessanti parole... Dette da una che sembra essersi truccata al buio... Lasciami indovinare... quelli non sono trucchi tuoi, vero? Qualunque donna sa che quel fondotinta è sbagliato per la tua pelle... ma forse per te era addirittura meglio apparire mal truccata, piuttosto che mostrare i difetti del tuo visino...”


    Sibilò ella distendendo il viso in un sorriso che sembrava essere più minaccioso che cordiale. Osservandola Atasuke notò con inquietudine una sorta di somiglianza con Shizuka in quel suo comportamento, in quelle sue espressioni. Che fosse una coincidenza? Oppure tutte le donne avevano effettivamente quell'inquietante lato della personalità? Per saperlo avrebbe dovuto indagare oltre, tuttavia, ben sapeva che era bene per la sua salute mantenere l'ignoranza su quel punto. A che pro rischiare la vita per quell'informazione?
    Decise quindi di intervenire, questa volta facendo valere la sua posizione per calmare le acque.

    «Piantatela!»


    Tuonò imperioso, fermando ogni possibile battibecco in merito sul nascere.

    «Kazumi. Devo forse rammentarti il motivo della nostra visita ad Hotami? Non devi dimostrare nulla ne a lei ne a te stessa, quindi finiscila»


    Ordinò, ottenendo per tutta risposta un inchino contrito dell'allieva.

    “P-perdonatemi, Atasuke-sama”


    Atasuke abbozzò un sorriso soddisfatto prima di portare il suo sguardo su Ayuuki, che in effetti a sua volta era stata sua allieva, anche se il loro rapporto di insegnamento non si poteva dire stretto e costante come con Kazumi.

    «Ayuuki. Ti pare forse il modo di comportarti? Rimbeccare come una bambina colta in fallo. E per cosa poi? Per cercare di irretire con delle menzogne due uomini? Evidentemente hai ancora molto da imparare prima di diventare una shinobi. E la prima cosa da apprendere è l'umiltà, sotto tutti i punti di vista.»


    Il suo tono rimase duro mentre rimspoverava entrambe le ragazze. In quel momento potè dire di sentirsi in un certo senso “vecchio”, anche se forse più che altro si era trovato in una pessima combinazione di comportamenti non consoni che andavano sedati prima che fosse tardi.
    Passarono alcuni secondi di silenzio, prima che qualcuno avesse il coraggio di sfidare quel silenzio che ben poco si addiceva alla festa che andava per svolgersi. Nessuno sembrava infatti intenzionato a smuoversi per paura di alterare ulteriormente l'uchiha, finche questi, per primo, non decise di addolcire il suo sguardo ed i lineamenti del suo volto, lasciando cadere la maschera di furia.

    «Ad ogni modo questo è un giorno di festa no? Quindi cerchiamo di divertirci comunque»


    Sorrise, riacquistando un'aria allegra, cercando di riportare l'aria di festa nel gruppetto, aria di festa che alcune scimmie impazzite spezzarono mostrando con assoluta indiscutibilità la dura realtà: Kazumi ci aveva visto giusto e quel seno era tutto fuorchè reale.
    L'assurdità della scena, venne fortunatamente interrotta dall'arrivo di Hiro, il quale riuscì a deviare rapidamente il discorso, riportandolo su toni più “normali” anche se alla fine più che altro cambiò il soggetto delle sue “lezioni”, cosa che costrinse l'Uchiha a chiedersi se fosse lui ad essere troppo “cortese” e quindi richiedesse troppa cortesia o se erano gli altri ad aver perso di vista le basi fondamentali.
    Il giovane Hiro, infatti, non sembrò propriamente cogliere la seconda offerta che l'Uchiha gli aveva fatto, prendendo evidentemente per partito preso che egli si fosse dimenticato di lui, cosa che in realtà non era.
    Nell'udire le sue parole, Atasuke rimase a dir poco sbigottito, osservando con sguardo duro l'aspirante allievo, cercando di fargli comprendere che aveva errato e che quella era una scusante qualsiasi ben celata per permettergi di recuperare la svista, ma evidentemente non l'aveva colta.

    «Mi hai deluso Abe Hiro. Io rammento fin troppo bene il tuo nome ed il tuo volto, ma... è evidente che pur essendo il primo shinobi della tua famiglia, sei forse l'ultimo ad aver appreso le norme basilari dell'etichetta...»


    E con un chiaro cenno del capo, unito ad una smorfia, cercò di far capire ancora una volta l'errore al giovane, nella speranza che si correggesse presentandosi come si doveva agli altri allievi di Atasuke che chiaramente non lo conoscevano ancora.

    Se però il giovane, ancora non avesse colto la mancanza, l'Uchiha allora si sarebbe rassegnato, scuotendo il capo in segno di dissenso mentre con una mano si copriva il volto sbuffando.

    «Tu non hai bisogno di un maestro per il combattimento... Hai bisogno di un maestro di buone maniere Hiro... Da quando in qua non ci si presenta? Non ti hanno insegnato che è estremamente offensivo non presentarsi? O devo forse rammentarti che tra i presenti solo io e Ayuuki ti conosciamo?»


    Il suo sguardo si fece duro nel sottolineare quel basilare insegnamento che l'aspirante allievo sembrava non rammentare. Continuò quindi a fissarlo intensamente, cercando di dare modo all'allievo di rimediare, prima che Ayuuki riprendesse la parola, deviando il discorso e rendendo l'offesa irrimediabile.

    […]


    Quale che fu la conclusione alla fine il gruppo decise di incamminarsi tra i tavoli da gioco, facendo qualche capatina ai tavoli dei dadi.
    Atasuke, dal canto suo si limitò ad osservare divertito le reazioni dei giocatori, guardando con ammirazione i rarissimi gioatori che, perdendo, mantenevano la loro quiete, evitando di dare in escandescente, ma non resistendo dal ridere nel vedere alcune assurde scene di eslutanza o riti meno che normali da parte di chi, sconfitto ed abbandonato dalla dea bendata tentava in tutti i modi di recuperare i suoi soldi arrivando addirittura a puntare la propria madre. Cosa che in effetti accadde, anche se il banco ovviamente non volle saperne di quell'assurda puntata.
    Fu però la domanda di Hiro a “risvegliarlo” dalla sua “distrazione generalizzata”.

    “Se non sono indiscreto.. come mai a voi non piace giocare?”

    «La domanda è inesatta, Hiro... Personalmente non mi dispiace “giocare” Solo non apprezzo il gioco d'azzardo ed il motivo è semplice. Non è attraverso la fortuna o sfidando la sorte che l'uomo può proseguire il suo cammino, anzi, è lasciando la mano alla sorte che l'uomo cade più in basso di quanto non abbia mai fatto»


    Atasuke sorrise, rendendosi però conto del fatto che la sua risposta era decisamente criptica, forse anche troppo per il giovane, che in fondo non lo conosceva e forse avrebbe avuto non poche difficoltà nell'interpretare le sue parole.

    «Per dirla in un'altro modo... Osserva quei due a quel tavolo... Ebbene, ne tu ne io sappiamo nulla di loro, esatto? Eppure osserva il loro modo di giocare, il modo con cui hanno completamente perso il controllo. Uno è sfortunato e si sta disperando cercando di raccattare ogni possibile moneta da puntare nella speranza di raccimolare il suo gruzzolo, dimenticando la sua famiglia, che come puoi notare è laggiù, non molto lontana. Puoi riconoscerli dai loro sguardi preoccupati»


    Diede alcuni secondi al ragazzo prima di passare oltre, ritornando sul secondo individuo che avevano inquadrato.

    «Guarda lui invece. La fortuna sembra averlo in grazia. Si fa vanto della sua fortuna e beffe degli altri, sperperando addirittura le monete che avidamente continua ad incassare, eppure non si ferma. È preso dal demone del gioco ed anche lui alla fine, al primo errore cadrà, probabilmente anche più in profondità dell'altro, avendo assaporato potere e ricchezze ben superiori.»


    Aveva trovato due esempi decisamente opposti, due estremi, per così dire, tuttavia, osservandosi attono, avrebbero notato che nel piccolo, quei comportamenti, seppur meno esagerati, si ripetevano sempre e comunque a tutti i tavoli.

    «Non sono uno di quelli che ritiene il gioco come uno dei mali della vita e non credo nemmeno sia il caso di arrivare a soluzioni drastiche come eliminare il gioco d'azzardo o simili, tuttavia, se è ad un gioco che devo partecipare, preferisco che sia io a condurre la mano e non la sorte o la mano esperta di un croupier abile nel controllare il gioco a decidere per me»

    “Siate onesto Atasuke-sama... a voi piacciono solo i giochi in cui vincete sempre”


    Aggiunse scherzosa Kazumi, provoando una sana risata nell'Uchiha, colto letteralmente con le mani nel sacco.

    «Vero, questo te lo concedo Kazumi, Odio i giochi in cui non è la mia abilità a farmi vincere, hahahaha»

    […]


    Non passò molto che la fine dei giochi si fece avanti per entrambi i due ragazzi, i quali, forse ammantati di sfortuna o forse semplicemente caduti tra le grinfie degli abili croupier avevano ormai sperperato tutti i loro gettoni, ritrovandosi praticamente al verde.
    Alla proposta di Hiro, fu nuovamente Ayuuki a proporre la successiva meta, sperando che almeno quell'estrazione le portasse maggior fortuna di quanto i tavoli da gioco non le avessero concesso.

    “Oh! Ma se non sbaglio c’è un’estrazione della fortuna al Tempio del Drago d'Argento. Ci andiamo?”

    «In verità era uno dei nostri obbiettivi, no? Quindi non vedo perchè no... Magari lungo la strada possiamo fermarci a qualche bancarella... Magari qualche dolcetto potrebbe tirarvi su il morale»


    Sorrise ai due sfortunati, i quali entrambi sembrarono lamentarsi mestamente della loro sfortuna sia in amore che nel gioco, quando ad un tratto un'ulteriore elemento parve unirsi alla combriccola, un'elemento che solo in due conoscevano in quel particolare luogo: Okada.
    Atasuke rimase fermo ed impassibile ossevando sia l'agguato teso alla giovane allieva e la successiva ramanzina teoria con tanto di noiosa lezione, chiedendosi in fondo se si sentiva più divertoto dall'assurdità della scena o se annoiato dalle parole del suo collega sensei.

    “Ma guarda chi abbiamo qui. Il Paese delle Sorgenti Termali è pieno di sorprese Uchiha Atasuke…Il mio eterno rivale.”

    «Prima o poi avrai la grazia di dirmi chi è che ti ha messo in testa questa storia del rivale, Okada... Tuttavia, noto che non sei qui per piacere, a differenza del sottoscritto... Adesso torturi gli allievi con la teoria anche a capodanno?»


    Atasuke si limitò a rispondere quasi con distacco, senza lasciare soddisfazioni al chunin, il quale sembrava effettivamente aver puntato l'allieva di Atasuke, evidentemente pensando, erroneamente, di avere qualche possibilità di soffiarla all'Uchiha, dimenticando due dei fattori principali: Ovvero che lei non era la compagna dell'Uchiha, quindi non vi era in effetti nulla da soffiare, inoltre lui era tutto fuorchè il tipo della focosa Kasumi.

    “E chi è questa meravigliosa creatura al tuo fianco?”

    «Ti prego, Okada... Non vorrai mica dirmi che ora vuoi “sfidarmi” cercando di soffiarmi la ragazza, vero?»


    Ammise Atasuke son un sorriso sornione, dando fin troppa corda al Chunin, lasciando che questi si impiccasse letteralmente da solo con la sua allieva.

    “Atasuke-sama... Non siate così rigido con questo attraente chunin... In fondo, ho già passato gran parte della serata con voi... Non credo vi dispiacerà se passerò una parte della notte con questo bell'occhialone...”


    L'indole perversa della ragazza sembrò andare a nozze con quella recita decisamente oltre i normali limiti, ma che lei volle spingere oltre cercando di irretire il follr Okada che nemmeno si stava accorgendo di ciò che accadeva alle sue spalle.
    Ella gli si avviginò con fare suadente, arrivando a pochissimi millimetri dalle orecchie del sensei, al punto tale che egli poteva sentire ogni singolo respiro caldo della ragazza sul suo collo, mentre le sue forme si strusciavano su di lui.

    “Sapete... Non mi sono mai piaciuti i bellocci come l'Uchiha... Io adoro gli intellettuali, specialmente quelli con gli occhiali...”


    Sussurrò lei alle orecchie di okada, con il chiaro intento di illuderlo definitivamente prima di dargli il meritato colpo di grazia.

    “C'è solo... un problema, amore mio...”


    Disse lei allontanandosi da Okada e lasciandolo definitivamente andare indietreggiando di alcuni passi.

    “Io sono l'allieva prediletta di Atasuke-sama”


    E solo a quel punto forse Okada si sarebbe reso conto dell'illusione che l'Uchiha aveva lancaito su di lui, creando appositamente quel costrutto del tutto identico alla sua allieva, atto a distrarre il chunin mentre l'intero gruppo fuggiva verso il tempio dove si sarebbero tenute le estrazioni.
    Resosi conto o meno di quanto era accaduto l'illusione di li a poco si sarebbe sciolta, lasciando il più completo vuoto al posto della ragazza mentre attorno ad Okada erano rimaste solo altre persone incuriosite da quell'uomo rimasto fermo ed imbambolato ad osservare e tastare il nulla in completa solitudine.
    [Abilità + Tecnica Base]
     
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