Shi-e-En[Free GdR aperta a tutti: Nuovo Anno]

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    Free GdR:Post 3
    Festa!
    Paese delle Sorgenti Termali



    ‘Ahaha non ci penso proprio a darti i miei crediti Hoshi! E poi me ne sono rimasti così pochi che me li voglio godere fino all’ultimo’



    Il chunin disse con un sorriso sulle labbra. Da come stava reagendo il Rosso, era chiaro che aveva perso già tutto. Comunque capiva la febbre del gioco che era salita all’amico: anche lui la avvertiva e già gli aveva causato la perdita di quasi tutti i suoi denari.


    ‘No grazie Hoshi ho già mangiato e bevuto fino a scoppiare, questa volta passo. Devo andare a recuperare i crediti che ho perso!’



    E per fortuna che aveva rifiutato l’offerta del succo di frutta, altrimenti avrebbe dovuto assistere l’amico e quasi Kazekage di Suna denudarsi davanti tutta quella gente. Il chunin probabilmente non avrebbe retto la vergogna e sarebbe morto sul colpo. Fortunatamente, quando avvennero gli osceni fatti che avrebbero messo in dubbio il buon nome della scuola ninja della Sabbia, lui era sufficientemente lontano da non rendersi conto dell’accaduto. Si stava quindi dirigendo alla grande torre, così come aveva detto al suo amico, quando un’idea lo fulminò!


    ‘ Che sciocco sono stato: ho sbagliato tutto. Invece che dividere le mie puntate avrei semplicemente dovuto continuare a puntare sullo stesso colore, raddoppiando la mia puntata in caso di perdita. In questa maniera mi basta vincere una sola volta per rientrare sempre delle perdite…potrebbe funzionare. Il problema è che dovrei avere fondi sufficienti a protrarre questa strategia abbastanza a lungo…ed adesso ho solo 1000 crediti…merda ci dovevo pensare prima’



    Il chunin era in bilico: poteva tentare la fortuna con quei soldi e la nuova strategia, oppure dedicarsi ad altri giochi. Purtroppo ormai il seme del dubbio si era insinuato e fu più forte della sua curiosità di scoprire il resto degli eventi. Tornò al tavolo da gioco con i dadi e mise in atto la sua strategia. Puntando 50, poteva perdere 4 volte di fila…non molto ma si sentiva fortunato.

    ‘ Forza maledetti dadi, forza!!!’



    Chiaramente non funzionò. Cinque minuti dopo, si ritrovò a vagare di nuovo tra la folla, questa volta alleggerito di tutti i suoi averi... Il suo morale era chiaramente a terra, ma il chunin si sforzò di rimanere stoico. Si disse che la cosa migliore fosse tornare da Hoshi per passare la serata in compagnia quando, voltando un angolo, vide infine il Tempio del Drago d’Argento! Era una struttura bellissima, e il fatto di essere stata costruita su alberi imponenti la rendeva quasi fiabesca, in totale comunione con la Natura. Una falsa calma aleggiava intorno al tempio mentre numerosi ballerini si accalcavano e preparavano per la mezzanotte, quando avrebbe preso luogo l’inizio delle danze. Centinaia di lanterne posavano sulla sommità del tempio, pronte a essere lanciate in aria. Ed anche qualche sacerdote era pronto a compiere la liturgia del nuovo anno. Il chunin decise quindi di osservare l’evoluzione dei preparativi, in prima fila, a quello che era il più importante degli eventi di quella notte spettacolare. Inoltre, sapeva che un’estrazione avrebbe avuto luogo lì, e lui voleva essere uno dei primi a tentare la sorte: forse il Karma avrebbe compensato le sue precedenti disavventure con i dadi.
     
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    Shi-e-En
    Il liquore ed il gioco d'azzardo

    Sembrava trascorsa un'eternità dall'ultima volta che aveva visto la luce del giorno. Ormai era quasi una settimana che si era concesso una pausa, o meglio che non lo avevano contatto per nessuna missione, passando le notti a vagare ubriaco per il villaggio, dormendo quando la luce del sole era ancora vivida. Non poteva lamentarsi, non osava lamentarsi, ma comunque si era abituato al rientro nella frenetica vita di un ninja. Da poco era entrato in possesso di una fantastica bottiglietta di Koshu, deliziosissimo liquore che però faceva sentire i suoi effetti collaterali. Il suo palato si era abituato bene, ormai quel forte sapore non gli dava più fastidio, ma comunque il suo corpo non era in grado di sopportarne un'alta dose. Facile capire che finiva le sue nottate disperso in qualche vicolo, ciondolando di parete in parete e blaterando parole senza senso ai passanti. Ogni tanto entrava in qualche locale, per poi essere accompagnato fuori dopo pochi minuti; il tempo necessario per far rendere conto ai vari gestori che tipo di cliente aveva appena varcato il loro ingresso.

    Le sue gambe lo fecero viaggiare a lungo per quella notte, ma ormai si era fatto veramente tardi e l'alcool si stava facendo seguire dal suo effetto di sonnolenza. Avrebbe fatto come sempre, qualsiasi posto sarebbe stato perfetto per coricarsi e riposarsi fino al tramonto del giorno successivo. Si appoggiò ad un muro, lasciandosi cadere a terra fino a ritrovarsi seduto, con la schiena appoggiata allo stesso. Trascinato dallo sbalzo dal repentino sbalzo d'aria, un volantino si stacco dalla parte cadendo sulle ginocchia del genin. Parlava di uno spettacolare evento, in un luogo facilmente raggiungibile. La voglia di raggiungerlo lo pervase, allungò le braccia come per darsi la spinta per alzarsi ma non ottenne nessun risultato. Blaterando qualche imprecazione senza senso, Ryo si accasciò a terra, con il volantino posto sopra la fronte, non curante di aver occupato tutta la piazzola della porta dell'edificio a cui era appoggiato.

    La mattina seguente poté verificare quanto ironico fosse il fato. La porta dove vicino si era addormentato non era altro che quella dell'abitazione dei due fratelli Saitama. Se Sho lo avesse svegliato avrebbe trovato il giovane con un'espressione sorpresa e meravigliata, avrebbe preso il volantino, che nel frattempo gli si era saldamente attaccato in fronte, e lo avrebbe mostrato al torturatore. Sul suo pallido, grazie alla sbornia da poco smaltita, viso si era formato un gigantesco sorriso. «Sho! Sarà leggendario!» La mano destra si aprì, accompagnando il braccio in un movimento laterale come se si volesse indicare qualcosa di gigantesco. Avrebbe dato la possibilità al chunin di prepararsi per il viaggio, acconsentendo di recarsi anche ad informare altre persone della loro partenza.

    [ ... ]



    Il viaggio fu qualcosa di melodrammatico. Aveva passato gran parte del tempo a ragionare a voce alta su vari calcoli riguardanti le dosi di alcool che doveva assumere per controllare gli effetti del Koshu, riguardandosi però dal berlo in quel momento. Ogni tanto ondeggiava quel contenitore in ceramica nera, studiando in qualche modo la sua conformazione. Avrebbe scambiato giusto le necessarie parole con i suoi eventuali accompagnatori, ormai era assolto nei suoi traviati pensieri.

    [ ... ]



    Una volta giunto nel luogo della manifestazione, il giovane avrebbe abbandonato ogni suo nefasto pensiero, tornando sorridente ed eccitato. Si rivolse quindi ai suoi compagni, mostrandogli la bottiglietta in ceramica contenente il Koshu «Grazie a questa, ragazzi miei, non ci sarà freno alle miei vincite.» Un sorriso beffeggiante gli riempì i lineamenti del viso, mentre iniziò a sorseggiare il mistico liquido. Tre, quattro sorsi e dopo qualche secondo stava già iniziando a barcollare. Si fece quindi trasportare dalla folla, trovando la sua attenzione soggiogata a quella del presentatore dei vari giochi. Si fece avanti, rivolto verso il tavolo dello Shiten, con passo sicuro non più barcollante. Si girò verso i suoi compagni, alzando la voce in modo da farsi sentire anche da chi gli stava intorno «5000 gettoni sul quattro blu!» I suoi occhi si strizzarono, come per mettere a fuoco qualcosa che aveva visto in lontananza. «Oh! Oda ci sei anche tu! Bene, altri con cui dividere le mie gigantesche vincite. »
    Inutile dire che i gettoni giocati vennero gettati al vento, ma lo spirito del ragazzo non sembrava essere stato scalfito. Si girò verso la folla, il braccio destro disteso e l'indice che puntava verso il cielo. «Ottimo!» Nei suoi occhi si poteva chiaramente leggere la vittoria, era forse questa l'inossidabile Volontà del Fuoco che ogni abitante di Konoha possedeva?
     
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    ehm...da qualche parte

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    Parlato Ryuu
    Parlato Keiko


    Shi-e-en

    Cercando la giusta occasione


    Due ragazzini mano nella mano ad una festa sotto un cielo stellato...cosa ci può essere di più romantico.


    La serata era appena cominciata ed i 2 piccioncini del Villaggio della Nebbia si stavano godendo i festeggiamenti dello shi-e-en saltando di bancarella in bancarella. Per fortuna i genitori di Keiko ed i nonni di Ryuu gli avevano dato abbastanza soldi per spassarsela come più gli aggradava, partendo con l'assaggiare vari tipi di piccoli mochi colorati che trovarono esposti, imboccandosi anche a vicenda per far provare all'altro i gusti che ancora non aveva assaggiato, continuando poi con degli squisiti taiyaki farciti di cioccolato, con cui si divertirono anche associandoli a Kiri per via della loro forma di pesce, o con dei colorati cubetti di anmitsu dei più svariati gusti di frutta, alcuni che non riuscirono neanche ad identificare, probabilmente di qualche frutto esotico sconosciuto.
    Il tutto non smettendo di gironzolare per la città, ammirando la merce di ogni tipo a cui passavano davanti e fermandosi anche per fare inutili acquisti dovunque passavano, come comprarsi a vicenda un frontino buffo

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    a forma di corna di renna che da allora non si tolsero più, o dei braccialetti particolari che potevano provenire da chissà quale Paese, oppure ancora una bambola kokeshi per Keiko, non mancando, però, di divertirsi anche giocando alle varie attrazioni che il posto aveva da offrire, in cui nella maggior parte Keiko era decisamente più in gamba del suo accompagnatore, riuscendo a vincere un pony peluche a dispetto dell'unico pesce rosso già mezzo morto che Ryuu riuscì a pescare al kingyosukui.
    Agli occhi di chi li vedeva, potevano essere scambiati facilmente per una coppietta di innamorati, ma tutto ciò che li legava era nient'altro che una profonda amicizia, nonostante il ragazzo aveva in effetti lo scopo di dimostrarle il suo amore non corrisposto, magari impressionandola vincendo per lei dei premi alle bancarelle pur di farla cadere tra le sue braccia, finendo per fare spesso e volentieri brutte figure, ma il culmine si ebbe quando Keiko adocchiò una splendida collana con uno zaffiro messa in palio in uno stand e che chiese a Ryuu di vincergliela. Avrebbe solo dovuto riuscire a centrare un bersaglio in movimento con dei cerchietti, ma la sua mira non si poteva certo definire un asso in fatto di mira, finendo per vincere uno dei premi peggiori e meno valutati: un anatroccolo giallo.

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    Bé, magari non era proprio il premio che si aspettava di ricevere e non era sicuramente quello il modo per fare colpo su di lei, ma dopo i primi momenti di imbarazzo, non sembrò più tanto delusa, prendendo il piccolo batuffolo di piume dallo scatolo che Ryuu stava reggendo e cominciò a fargli tante coccole e smancerie, baciandolo e stringendolo a sé.
    Come vorrei essere quel papero.
    Almeno non tutto era andato perduto, in fondo si stava pian piano avvicinando a farla capitolare.
    Se, come no, non ti caga nemmeno, ma per lo meno ci stai provando.
    E' troppo carino, guardalo. Però lo porti a casa tua.
    Mia?! M-ma,ma... ma l'ho vinto per te.
    Si, ma a casa mia non lo posso tenere. E poi tu hai un giardinetto.
    Ecco, questo mi costerà un'altra mazzata in testa. Pensò Ryuu, riflettendo su quanto si sarebbero potute infuriare le sue due nonne alla vista di un paperotto che avrebbero dovuto crescere in quei 2 metri quadrati di verde che avevano sul retro della casa, in cui soventemente mettevano ad asciugare i panni. E il bello è che non avrebbe nemmeno potuto tirare in ballo la scusa che avrebbero potuto mangiarselo una volta cresciuto, perché essendo un regalo per Keiko, lei gli promise che sarebbe andata a trovarlo spesso per giocarci o vedere come stava, quindi si poteva dire che era rimasto letteralmente fregato da quel minuscolo fagottino di ossa e penne. Cosa non si fa per una donna...
    Bene, aveva provato ad avvicinarsi a lei ridendo e scherzando tutto il tempo, provato a stupirla vincendole dei premi con giochi da bancarella o comprandole quale oggettino di bigiotteria, ma niente, quindi era arrivato il momento di sorprenderla andando a giocare d'azzardo e vincerle un premio spettacolare o quantomeno dandole prova che sapeva comportarsi da uomo come facevano gli altri giocatori d'azzardo.
    Va bene, però lo fai solo tu, io non gioco d'azzardo.

    Almeno avevano anche risolto il problema di chi avrebbe badato allo zoo che si portavano dietro, dato che Ryuu avrebbe dovuto pensare a non fare cavolate come l'ultima volta in cui si gioco tutto in una sola mano, quindi per prima cosa passarono sotto al centro della città, sotto l'arco dell'inizio per ritirare i 5000 gettoni, per poi dirigersi alla più vicina sala da gioco facendosi largo tra la folla. Se anche quello non avesse funzionato, però, avrebbe dovuto puntare sulla romantica mezzanotte con i fuochi d'artificio, lasciando andare in cielo delle lanterne di carte, o magari aspettare l'estrazione finale, insomma aveva ancora parecchie carte da giocare, ma al momento doveva pensare a giocarsi bene i limitati fiori del nuovo giorno che aveva a disposizione fare una bella figura per portarsi a casa il cuore della bella ragazza dai capelli rosa.
    Seguendo le indicazioni di un tizio impegnato a guardare insieme ad una piccola folla di gente uno spettacolo che i 2 non riuscirono a vedere, ma che doveva essere divertente dato che si sentiva urlare qualcuno di alzare le mani a ritmo di tamburo, tuttavia non voleva perdere altro tempo in giro, entrando infine in una sala piena di gente seduta a dei tavoli, tutti impegnati a giocare, chi più allegro chi più arrabbiato. C'era proprio un bel fracasso, ma con calma e camminando lentamente per non urtare nessuno, alla fine riuscirono a trovare un tavolo libero, dove poterono finalmente accomodarsi e sistemare lo zoo che avevano tra le mani.
    Ryuu era sicuro di sé e si fece spiegare le regole del gioco più volte, prima di cominciare a puntare e fare del suo meglio per impressionare Keiko, giocando con un attenta strategia per paura di perdere, ma che gli avrebbe potuto fruttare un bel po' di spiccioli. Dopo un'intensa battaglia contro la Dea bendata, tra esultanze e sgranocchiate di unghie per la tensione, infine anche stavolta ne uscì sconfitto, ma almeno a testa alta, battendo tristemente la testa sul banco in segno di sconfitta. E meno male che dovevi uscirtene a testa alta.
    Anche stavolta era stato un completo fiasco, sia al gioco che in amore, porgendo i dovuti saluti al banconista con un'aria di sconforto che sembrava stesse per suicidarsi.
    Dai, non fare così. Sarà per la prossima volta. Chi le vuole quelle terme, sono già giovane così, quanto altro dovrei ringiovanire. Disse la dolce Keiko nel tentativo di consolarlo, stringendolo a sé con un braccio ed appoggiando la testa sulla sua spalla.
    Aspetta, aspetta, che forse la parte del demoralizzato funziona... vai così!
     
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    HrEKxIv
    Le cose andavano via via degenerando sempre di più, d'altronde però c'era da aspettarselo.
    Dopotutto era anche per quello che aveva deciso di fare il passo decisivo verso Hoshi, il fatto che fosse così particolare e fuori di testa la divertiva e l'apprezzava allo stesso tempo.
    Inoltre non le dispiaceva l'idea di doverlo seguire ogni tanto, quasi fosse stata la sua babysitter.
    Anche se a volte doveva ammettere che l'avrebbe strozzato volentieri, insomma anche lei aveva un limite di sopportazione e la pazienza non era infinita.
    Certo si era dovuta impratichire un bel po' a riguardo, considerando che aveva il Nibi al suo interno, però un po' alla volta era riuscita a migliorare quel suo lato.
    Comunque sia rimase piacevolmente a parlare con Itai, aspettando così che il rosso facesse ritorno dal bar, nel mentre il ragazzo che le aveva presentato pareva già essersi volatilizzato tra la folla.
    Il Mizukage sembrò essere abbastanza sorpreso da quanto aveva appena sentito, tuttavia anche lei rimase abbastanza di sasso quando vide tutta quanta la sua famiglia venire presentata, sinceramente non si aspettava di trovarla li.
    Da quanto ricordava si era preoccupato per loro, visti i recenti avvenimenti.
    Evidentemente però doveva essere successo qualcosa che l'aveva spinto a cambiare idea, pensiero per così dire. Altrimenti non se la sarebbe mai spiegata una cosa del genere, da quanto ricordava le era sembrato un uomo che una volta deciso una volta per tutte qualcosa, raramente ci ripensava tornando indietro sui propri passi.
    Almeno così le era parso quando l'aveva addestrata e aiutata col Demone, non l'aveva visto esitare nemmeno una volta.
    Era così immersa nei propri pensieri, che non si accorse minimamente di quello che stava combinando Hoshi. Solamente quando Ayame disse quella frase si voltò di scatto, vedendo il rosso che girava quasi ballando senza più nulla addosso.
    Una vena parve gonfiarsi particolarmente sulla fronte quasi fosse stata in procinto di esplodere, e di sicuro chi le fosse stato vicino in quel momento avrebbe avuto modo di notare la cosa.
    Doveva mantenere la calma e lasciarlo fare, sapeva com'era fatto.
    Anche il fatto che il Nibi se la rideva di certo non aiutava, tuttavia si sforzò di ignorare la cosa.
    Si portò una mano sulla fronte, sospirando e passandosela lentamente lungo il viso per poi afferrarsi con due dita la radice del naso. A quel punto inspirò a più non posso, cercando di darsi una calmata mentre ributtava fuori l'aria e si voltava ancora una volta verso Itai. Ora in viso aveva un sorriso smagliante, sembrava si fosse realmente dimenticata di quanto stava accadendo alle sue spalle.
    Annuì con un cenno della testa quando Ayame si presentò, sebbene non perse tempo in chissà quali formalità o cose del genere. Sicuramente un dettaglio che non mancò di notare, e che tra l'altro apprezzò particolarmente.
    Brevemente prese parola, rispondendo così al saluto della donna.

    Piacere mio Ayame, è bello vedervi insieme. Non credevo ce ne sarebbe stata occasione.

    Doveva ammettere che era molto meglio dal vivo che in foto, decisamente più giovane e carina di quanto le era sembrato la prima volta guardando di sfuggita le fotografie presenti nella casa di Itai.
    Anche le bambine faceva un certo effetto vederle dal vivo, però si poteva vedere chiaramente l'attenzione che veniva data dal Mizukage nei loro confronti.
    Ovviamente quando si era avvicinato ulteriormente per passarle quello che riconobbe essere all'istante l'accappatoio di Hoshi, lei allungò una mano così da afferrarlo e buttarselo in spalla.
    Conoscendo il rosso probabilmente non gli sarebbe servito per ancora molto, molto tempo.
    Comunque sia volse lo sguardo in direzione delle bambine dopo che Itai gliele aveva presentate, soffermandosi in particolare su Yogan che all'apparenza sembrava niente di più che una mera ragazzina dai capelli rossi.
    All'idea che fosse un drago ebbe per un attimo un brivido lungo la spina dorsale, non tanto di paura quasi quanto più di fascino.
    Un baccano improvviso la costrinse a volgere lo sguardo da un'altra parte, mentre Itai rivolgeva appena qualche parola alla moglie avendo visto anche loro la stessa cosa, ovvero: Febh.
    Non mancò di notare il pollo, probabilmente lo stesso pennuto che lei aveva provveduto a riportargli quella volta nel palazzo.
    Nemmeno un paio di istanti furono sufficienti che così com'era apparso, scomparve.
    A differenza dei suoi due interlocutori però non parve allarmata, anzi sorrise divertita.
    Ormai con l'Amministratore era abituata a vedere certe scene, per tanto se la rideva e attendeva che giungessero al loro termine.
    Una volta che tornò con lo sguardo sul Mizukage, si lasciò andare ad un paio di parole così da riprendere il discorso. Era sempre un piacere parlarci.

    Tranquilli, dubito distruggerà seriamente qualcosa questa volta. Almeno fintanto che non si avvicina ai fuochi d'artificio e simili. Comunque tornando a Hoshi, sinceramente non me l'aspettavo nemmeno io. E' accaduto tutto abbastanza improvvisamente mentre eravamo in viaggio, però devo dire che non mi dispiace della scelta.

    Ammise mettendosi ambo le mani sui fianchi e guardandosi per un attimo alle spalle, vedendo così il rosso che saltellava insieme ad un altro individuo di dubbia provenienza.
    Sinceramente non le sembrava di averlo mai visto, però di sicuro il compagno ora era in buona compagnia.
    Lei dal suo canto avrebbe potuto tirare un sospiro di sollievo, considerando che le sarebbe bastati giusto un altro paio di bicchieri per iniziare a dare i numeri.

    Per il resto a Kiri come va dalla mia ultima visita? Tutto okay?

    Domandò con sincera preoccupazione, volgendo nuovamente il suo sguardo e la sua attenzione su di lui.
    Dopotutto aveva una sorta di debito con Itai, di conseguenza era naturale che chiedesse certe cose.
    Mentre attendeva una risposta ecco che sopraggiunse un'altra persona, un figuro che non aveva mai visto prima d'ora.
    Era decisamente alto e robusto di fisico, tanto da ricordarle Aloysius e la gregaria che si era portata appresso quella volta, sebbene a differenza del primo questa sembrava possedere un'aria vagamente più bonaria, insomma non era sicura che avrebbe mai potuto permettersi di fare una battuta tanto per ridere in presenza di Diogenes.
    I lineamenti del viso erano ben definiti e quest'ultimo era incorniciato da una chioma corvina, mentre gli occhi parevano essere di un cupo rosso cremisi.
    Inizialmente le venne in mente Atasuke, tuttavia ben presto si rese conto che i colori differivano, di conseguenza doveva essere qualcosa di diverso.
    Dal modo in cui il gigantone si era rivolto ad Itai arrivò a supporre che i due si conoscevano già da un po' di tempo, tuttavia non ebbe il tempo di dire o fare altro che le urla alle sue spalle le ricordarono cosa stava combinando Hoshi.
    Sospirò sorridendo divertita e scuotendo leggermente il capo, per poi rivolgersi nuovamente al Mizukage quando il nuovo arrivato smise di parlare, così da non interromperlo.

    Ti chiedo scusa un attimo, Itai. Vado a tirare in faccia l'accappatoio a Hoshi e torno subito.

    Da come l'aveva detto poteva sembrare un modo di dire, tuttavia era seria. Inoltre si trattava esattamente di quello che aveva intenzione di fare.
    Difatti si voltò allontanandosi di un po' di passi, giungendo così in prossimità del rosso per poi guardarlo rassegnata.
    L'adorava e al tempo stesso lo voleva strozzare per quel suo modo di fare. Dannate emozioni.
    Comunque sia con un gesto secco del braccio, afferrò con la mano l'accappatoio e lo lanciò dritto in faccia a Hoshi, tuttavia a differenza di quanto poteva sembrare non c'era rabbia o cattiveria in quel gesto, affatto.
    Se l'avesse colpito, avrebbe aspettato che se lo fosse tolto dal viso. In caso contrario, avrebbe agito subito come segue.

    Stai più attento la prossima volta eh? Altrimenti dubito ci faranno entrare alle terme fin da subito.

    Disse visibilmente scherzando mentre concludeva la frase con un occhiolino, si capiva che stava cercando anche lei di divertirsi un po' giocando, per così dire.
    Fatto questo si sarebbe voltata nuovamente, tornando così indietro da Itai, Ayame e tutti gli altri.
    Se qualcun altro stava ancora parlando, si sarebbe limitata ad ascoltare così da non interrompere. In alternativa una volta sul posto avrebbe esordito ancora una volta con delle parole.

    Voi che pensavate di fare adesso? Mi sembra che Ayame abbia già vinto tutto il possibile.

    Ammise volgendo lo sguardo su di lei e sorridendo con fare scherzoso.
    Beata Ayame che era riuscita a far fruttare quei gettoni e controllarsi, purtroppo per lei non era stato lo stesso. Si sarebbe dovuta rifare in futuro, in qualche modo.
     
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    I Doveri di un Monaco

    Shi-e-en - Post I



    Il fumo si levava in volute sinuose dal turibolo che Haruki aveva accesso, diffondendo un forte odore di incenso nella stanza. Inginocchiato difronte al braciere, poteva sentire il calore delle fiamme salire verso l'alto. Era passato del tempo da quando aveva scoperto i propri poteri divinatori ed ormai aveva raggiunto un buon controllo. C'era ancora molto che doveva imparare, ma era sicuro che quegli antichi rituali l'avrebbero condotto all'Illuminazione. Il suo destino era stato scritto molto prima della sua nascita ed ora gli era stato concesso il privilegio di poter ammirare i confini del domani. Allungò la mano destra verso il fuoco, mentre la mancina reggeva un corto pugnale. Un secco movimento bastò per disegnare un taglio netto sul palmo. Il mio sangue come sacrificio. Alcune gocce di quel liquido rosso caddero nelle fiamme che aveva attizzato. I preparativi erano stati completati. Il Miyazawa cadde all'indietro percorso da una conoscenza che andava oltre i limiti della sua comprensione, mentre il suo corpo era scosso da violente convulsioni. Passato, presente e futuro si mischiarono davanti a lui e i suoi occhi ormai spenti posavano il loro sguardo su una verità concessa a pochi mortali.


    [Qualche giorno più tardi]



    La barca, lunga circa 12 metri e larga 2, tanto piccola quanto bella, procedeva lenta sulle placide acque del Paese delle Sorgenti Termali, trasportando i suoi 3 passeggeri verso Hotami. Per celebrare quell'occasione l'imbarcazione era stata riverniciata e decorata con motivi che ricordavano quelli dei molti addobbi allestiti in città. Anche il barcaiolo, un uomo slanciato, sulla quarantina, con un espressione serena dipinta in volto, indossava una divisa preparata appositamente per Shi-e-en. Non appena l'aveva incontrato, Shirai si era profuso in un interminabile serie di domande su qualsiasi cosa posassero i suoi occhi. Akihito, questo era il suo nome, rispose con pazienza ad ognuna di esse, mentre reggeva il pesante remo necessario a comandare la barca e, ad intervalli regolari, si sistemava i capelli neri con la mano destra. Haruki si era limitato a salutarlo con il suo solito fare solenne e poi non gli aveva più rivolto la parola. Non c'era niente in quel luogo o in quella festa che gli interessasse. Ciò, tuttavia, non aveva niente a che fare con il fatto che, a causa della sua cecità, gli fosse impossibile apprezzare il paesaggio o la città. Aveva deciso di recarsi in quella terra di perdizione e falsi dei per pura formalità. La sua presenza sarebbe stato un semplice tributo a quel complesso codice di norme sociali e regole militari a cui era tanto devoto. A quell'evento avrebbero presenziato alcune tra le personalità più influenti del pianeta ed era bene che anche lui, in qualità di rappresentate di Suna e del Tempio della Fiamma, partecipasse. D'altronde, per tenere alto l'onore del villaggio, non avrebbe potuto contare su Hoshikuzu. Benché lo ammirasse come ninja, non aveva la stessa considerazione delle sue capacità diplomatiche e politiche. Sospettava che se il Chikuma fosse messo in carica della gestione dell'Anouroch, in pochi anni avrebbero avuto carenza perfino di sabbia di cammelli. Per questa ragione, sarebbe stato suo compito guidarlo anche in quell'occasione mondana. Era sicuro che presto sarebbe riuscito a trasformato in un perfetto Kazekage.


    Non appena aveva messo piede su quell'imbarcazione, Haruki si era chiuso nella preghiera. I grani del rosario scorrevano veloci fra le sue dita, mentre le labbra componeva parole in una lingua ormai dimenticava. La sua voce era così flebile che sarebbe stato difficile perfino sentirlo. Comprendere quel colloquio con Dio sarebbe stato quasi impossibile anche per uno degli Anziani. Shirai non aveva intenzione di imitare il suo superiore e non avrebbe nemmeno sprecato il suo tempo a sentirlo salmodiare. Così, quando raggiunsero l'Arco dell'Inizio, Kizaru aveva requisito i 5000 gettoni del suo maestro, pronto a godersi il divertimento, esattamente come era successo alla Festa della Fondazione. Tuttavia, le bancarelle del gioco d'azzardo non sarebbero state la tappa principale del suo tour. Shirai era intenzionato ad andare al Tempio del Drago d'Argento per partecipare all'estrazione della Fortuna, che si sarebbe tenuta solo in tarda serata. Ovviamente, non l'aveva detto ad Haruki. Il monaco rosso mal tollerava quei culti stranieri e non avrebbe di certo gradito che il suo attendesse ricevesse un vaticinio dall'adoratore di un falso dio. Pertanto, in attesa di quell'evento, si sarebbe diretto verso verso il primo dei suoi obiettivi, lo Shiten, portandosi appreso il pedante maestro. Haruki, infatti, preso dal fervore dei mantra che stava recitando, sembrava del tutto alienato dal mondo materiale, insensibile a tutta la bellezza che lo circondava.


    [Poco più tardi]



    Aveva perso tutto. O meglio, praticamente tutto. Shirai fissava l'ultima moneta rimatagli tra le mani, con la faccia triste che solo i bambini riescono a fare. Aveva fatto moltissime puntate e si era lasciato ingannare dalle vittorie iniziali. A differenza di quanto era successo alla Festa della fondazione, la fortuna, così come il favore di Dio, sembrava averlo abbandonato. Fissò per un attimo Haruki e fu tentato dal desiderio di abbracciarlo e farsi consolare. Abbandonò subito quell'idea, scegliendo di non disturbare il suo maestro. Sapeva che da lui non avrebbe ricevuto alcuna gentilezza. Anzi, era piuttosto sicuro che l'avrebbe rimproverato dicendogli che giocare d'azzardo era un peccato e che la sua rapida sconfitta non era nient'altro che la manifestazione della volontà della Fiamma. Invece, come risvegliato dal torpore che l'aveva avvolto fino a quel momento, il Miyazawa si era avvicinato al suo attendente, accarezzandogli i capelli con la mano destra. Su, non dispiacerti Shirai. Sono sicuro che troverai molti altri modi per divertirti stasera.
     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Shi-e-en

    III



    Forse non conoscevo molto Nakora però conoscevo abbastanza Hoshi da poter dire che qualsiasi cosa lo implicasse potesse essere alquanto divertente ed esplosiva. In senso buono, non esplosiva alla Febh. Nakora parve abbastanza tranquilla riguardo Febh al che alzai un sopracciglio scuotendo il capo. Conoscevo l'Amministratore Otese da molto tempo e potevo dire, con una certa tranquillità, che quella ragazza non avesse minimamente in mente cosa lo Yakushi fosse in grado di scatenare con la sua furia (spesso infantile ed immotivata).
    Se credi che Febh sia in grado di distruggere solo con i fuochi d'artificio lasciatelo dire Nakora, sei proprio molto molto fiduciosa. Dissi con un tono appena teso. A Kiri tutto ok immagino.
    Lei si allontanò subito dopo per riconsegnare l'accappatoio ad Hoshi mentre Yogan planò, riconsegnandomi Jukyu. Presi in braccio la bambina la quale si aggrappò fin troppo strettamente al mio collo.
    Ehi, che è successo? domandai. Yogan intervenne, dandomi un leggero colpetto al gomito per poi indicarmi una gigantesca figura dalla faccia che era in grado di spaventare i bambini. Raizen Ikigami.
    Non ero un uomo basso. Ero alto un rispettabile metro ed ottanta e sebbene non fossi eccessivamente muscoloso non potevo essere considerato un fuscello. Dinanzi a lui però finivo per sentirmi un rametto rinsecchito da quarant'anni di sole desertico. Nessuna sorpresa che ritrovandoselo di fronte jukyu si fosse spaventata.
    Del resto lei era alta poco più di un metro, mentre l'Ikigami superava di un po' i due.
    Raizen-san, oh, sì, le carte sono state clementi con me. Il tono di Ayame era dolce, ma i suoi occhi ardevano di una certa determinazione e gioia. Era realmente felice di esser riuscita a vincere tutti quei soldi.
    Ohi Raizen, come mai così loquace oggi? Mi hai fatto spaventare la bambina. Dissi, ridendo appena. Tranquilla tesoro, è l'Hokage, è solo alto.
    Ma ha gli occhi rossi. bofonchiò, scostando appena il viso per poi puntare lo sguardo sull'Hokage. Ed è troppo alto. Otou-chan non è così alto.
    Tuo padre non è mica l'uomo più alto del mondo, Jukyu. Ayame rise, accarezzando appena i capelli della bambina. Perdonala Raizen-san, i bambini si impressionano per poco.
    Come poteva non esserlo del resto? Ayame letteralmente arrivava poco oltre il gomito dell'Hoakge con la sommità della testa!
    Sì, mi sono ripreso dagli ultimi strapazzi. Però il braccio destro ha qualche segno che temo rimarrà. non che me ne importasse molto, dopotutto.
    Dici quella specie di ustione? mi domandò, ed annuii. Lei sospirò, chiedendosi quando avrei smesso di mettermi nei guai senza retribuzione. Proprio in quel momento Nakora tornò, eventualmente seguita da Hoshi (con un accappatoio addosso).
    Mh non so sinceramente, quanto manca alla mezzanotte? domandai.
    Ancora un po'. C'è un'estrazione vicino il tempio! disse Ayame, come ricordandosi qualcosa di remoto.
    Bé direi che è d'obbligo passarci, no? Dopotutto era la tradizione di quelle feste. Non potevo di certo sapere il contenuto di quei biglietti del resto.
    Perché allora mi sentivo così inquieto? Stava forse per succedere qualcosa?
     
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  7. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    Winter has Come! 二

    ~Festeggiamenti Serali~


    Il gruppetto si era ormai incamminato verso le zone “centrali” dove lungo i pontili i festeggiamenti stavano iniziando. Atasuke poteva definistri strabiliato nel vedere tanta gente su quei pontili. A stento riusciva a trovare un simile raffronto di affluenza nelle festività del villaggio. Il quartetto avanzava tranquillamente e mentre il maestro si beava delle bellezze di quel luogo, l'allieva faceva altrettanto camminando al suo fianco, mentre i due allievi, agitati come due bambini iperattivi sembravano scattare ad ogni minima meraviglia. In tutto questo, il sole, ormai lontano, scendeva placido oltre l'orizzonte, lasciando poco alla volta sempre più posto all'oscurità ed alla luce delle lanterne, ormai unica fonte di luce in quella stellata notte di festa.
    Il suo sguardo si posava sulle bancarelle, sulle luci, sui luoghi, ma soprattutto sulle persone che in quel clima di festa percorrevano i brulicanti pontili, in gran parte andando nella sua stessa direzione, dove sembrava fossero addirittura stati allestiti degli impianti per il gioco d'azzardo per guadagnare i vari premi messi in palio.

    “OOOH, ATASUKE-SAMA! GUARDATE! LAGGIU'!”

    «Cosa vedono i tuoi occhi di elfo, mio giovane allievo?»


    Ribattè lui scherzosamente contrastando la foga dell'allievo con la calma e la pacatezza dei suoi toni.

    “LE TERME!”


    Urlarono i due in coro, immaginandosi le svariate bellezze su cui i loro occhi potevano posarsi, ma soprattutto le bellezze su cui i loro corpi avrebbero fatto colpo, magari portandosi a casa un po di quelle piacevoli prelibatezze su gambe tutt'attorno a loro.

    «Kazumi-chan... C'è qualcosa che non va?»


    Chiese egli notando che la ragazza si era improvvisamente risentita di qualcosa, irrigidendosi non poco, come se qualcosa di punto in bianco avesse iniziato a turbarla.

    “N-no, Atasuke-sama... è solo che”


    Atasuke sorrise. Seppure non fosse da loro da moltissimo tempo, loro erano per lui come dei libri aperti e riusciva ad intuire ciò che li turbava.

    «Si tratta di Sano, vero? Non ti va che faccia sempre il cascamorto... E pensare che ero io quello “rigido” e che “doveva imparare a divertirsi”»

    “Atasuke-sama, io non...”


    Egli la fermò con un gesto della mano, facendola arrestare e sopravanzandola per un'istante, arrestandosi a sua volta proprio davanti alla ragazza. Con delicatezza le sfiorò il mento con la mano, costringendola ad alzare il capo e lo sguardo nei suoi occhi neri e penetranti.

    «Non preoccuparti per lui. Sano, in fondo è un bravo ragazzo, quindi non farà nulla per portare vergogna alla vostra famiglia... Inoltre... Lo sguardo contrito non dona al tuo bel viso»


    Sorrise, lasciandosi sfuggire una breve risata a cui la ragazza rispose sorridendo a sua volta.

    “Sapete sempre come prendermi, vero maestro?”

    «Quasi sempre, o almeno quando necessita distrarti da tuo fratello»


    Atasuke sorrise, dimenticandosi per un'istante, con la chiara volontà di dare una lezione "indiretta" ai suoi allievi, del fatto che in effetti stava coprendo i due, che alle loro spalle si erano nuovamente distratti, questa volta importunando una ragazza di passaggio dal fisico invidiabile a cui continuavano a proporsi con violenza esigendo di sapere chi tra loro due ella ritenesse più sexy.
    Inutile dire che Kazumi, comprendendo ciò che accadeva, si voltò di scatto. I suoi occhi brillarono ed alcuni dei presenti dichiararono di aver udito brillare una carica esplosiva su quel ponte. Atasuke, fu forse l'unico a sapere che quel suono, molto simile a quello di uno scoppio, in realtà altro non era il pungo di Kazumi che abbatteva il muro del suono prima di impattare sul cranio del fratello.

    […]


    “Kazumi-chan... hai esagerato questa volta! Non credi ch...”


    Sano venne zittito dal semplice sguardo gelido della sorella. Dopo quanto accaduto ella non necessitava neppure di parlare per farsi ubbidire. Senza contare il fatto che per l'offesa in effetti era da svariati minuti che non rivolgeva la parola a nessuno, eccezion fatta per brevi risposte praticamente monosillabiche alle domande o alle proposte dell'Uchiha. Ma solo perchè questi era il suo maestro e ciò gli dava il diritto di ricevere delle risposte. Diritto di cui né Shinpachi, ne Sanosuke evidentemente godevano.
    Ad ormai non molti metri dall'ingresso della festa sotto al quale venivano elargiti i gettoni per i vari giochi d'azzardo, avvolta in un kimono bianco fece la sua comparsa un volto noto, che con gentilezza si inchinò dinnanzi a loro, portando i suoi saluti.

    «Lieto di rivederti Ayuuki... Anche tu a festeggiare da queste parti?»


    Chiese egli con gentilezza, mentre alle sue spalle Sano e Shinpachi iniziavano a parlottare tra di loro sulla ragazza, lasciando tranquillamente che chiunque sentisse i loro discorsi. Nulla di esagerato, semplicemente continuavano a commentare il suo abito adornato, la bellezza del viso e dell'acconciatura, ma soprattutto dell'elemento di maggiore importanza: Del balcone che apparentemente ella si portava dietro.
    Atasuke si limitò ad inarcare un sopracciglio nell'udire tali discorsi, specialmente valutando che tutto quel “petto” era un filino troppo rispetto all'ultima volta che si erano visti. Certo era passato qualche mese, eppure ai suoi occhi sembrava un'aumento decisamente esagerato, oltre che innaturale.
    Ciò nonostante, Shinpachi fu il primo ad aprire le danze, facendosi spazio tra l'Uchiha e Kazumi afferrando in fretta e furia le mani della ragazzina.

    “Qual'è il tuo nome, splendido fiore di loto? Le calde acque di questo luogo, non sono nulla in confronto all'azzurro dei tuoi occhi. Ti prego, concedimi il favore di essere il tuo uarghashda per ggsasfgf stase.sghads”


    Inutile dire che Sanosuke non gli diede nemmeno il tempo di finire, trascinandoselo via per rimpiazzarlo, a sua volta, con lo stesso sguardo magnetico e sognante a cui mancavano solo stelline e cuoricini per essere definito degno del peggiore anime della storia.

    “Ignora quello sciattone di Shinpachi, mia dolce Ayuuki. Oh, Ayuuki, nulla può reggere il confronto con il tuo corpo, la formosità delle tue curve e...”

    “Quelle sono finte, imbecille.”


    Fredda e gelida, Kazumi aveva brutalmente interrotto il fratello, mentre i suoi occhi taglienti avevano notato l'inegnoso trucco della ragazza per attirare l'attenzione dei due ingrossandosi il petto con un cuscino.
    Non fu mai dato a sapere, come Kazumi avesse scoperto quel trucco. Forse notando l'innaturale movimento, forse notando un'imperfezione nel posizionamento o forse proprio perché donna, sapeva come smascherare i trucchetti di un'altra donna.
    Il gelo sembrò spazzare la zona, come se un vento gelido avesse cominciato a soffiare annullando per un'istante il costante calore che saliva dalle calde acque termali. Sano, come anche Shinpachi, rimasero fermi, immobili, impietriti. Qualcosa li aveva bloccati in quella specie di posa plastica in cui si erano congelati.
    Passarono alcuni secondi nel gelo più totale, prima che un suono, anzi, un urlo cupo e disperato non si fece largo sgorgando in coro dalle loro labbra con la più completa e totale disperazione.

    “NNNNUUOOOOOOOOOOOOOOOoooooooooooo!”


    L'urlo era straziante e senza tregua, anche se alla fine, una tregua venne data, sotto forma di ombrello richiuso in un colpo ascendente che impattava sul volto dei due con una tale violenza da scagliarli lontano, oltre alla vista dei presenti, facendoli atterrare qualche edificio più in la dentro ad una delle svariate pozze di acqua termale.

    «Kazumi-chan... calmati, conosci tuo fratello, sai quanto sia... Ok, sto zitto»


    Anche Atasuke dovette tacere nel vedere lo sguardo iroso della ragazza, la quale aveva evidentemente scaricato gran parte della sua furia sul fratello ed il suo amico.
    Per loro fortuna, un'altro elemento si accingeva ad unirsi a quella strana combriccola, anche se la fortuna di alcuni rischiava comunque di divenire un tormento per altri. Nella fattispecie: lui stesso.

    “Salve, è un piacere vedervi qui..
    Spero che stiate passando dei bei momenti.”


    °Temo che il ragazzo abbia decisamente sbagliato il momento per entrare in scena... Ma fortunatamente per noi credo sarà un'ottima via di fuga...°

    «Salute a te, giovane... giovane... Perdonami, ma temo di non rammentare il tuo nome, tu saresti?»


    Chiese con gentilezza Atasuke, rammentando più che bene di trovarsi davanti ad uno degli ultimi desiderosi ragazzi che si era proposto come suo allievo, ponendo volontariamente l'accento sul piccolo dettaglio che il giovane aveva evidentemente dato per scontato: la presentazione. Cosa scontata forse nei confronti della ragazza, forse anche verso Atasuke stesso, ma verso i suoi accompagnatori? Una mancanza certamente non da poco.

    “Hiro-kun! Come stai?”

    °Hiro... Ti pare questo il modo di far sapere a degli sconosciuti il tuo nome?°


    Pensò egli, ascoltando con relativa attenzione lo sproloquio di Ayuuki, la quale sembrava in effetti in imbarazzo o quantomeno non sembrava essere perfettamente a suo agio. Non che Atasuke ricordasse in effetti di averla ancora mai vista perfettamente a suo agio.

    “...viaggio-studio con Okada-sensei. Anzi.. hai visto in giro un uomo con degli occhiali e una chioma corta e scura?”

    «Okada? Quindi Okada è qui con te? Pffthahaha»


    Atasuke non riuscì a trattenere una sentita risata nell'udire che il buon vecchio Okada aveva deciso di tormentare i suoi allievi anche a capodanno con delle vacanze-studio. Tipico dell'occhialuto maestro fissato con la pura e semplice teoria.
    Intanto... Mogi mogi i due, ancora doloranti per la botta subita e per il successivo impatto con le calde acque termali, avanzavano, completamente fradici, con un incedere lento e dolorante, sorreggendosi a vicenda.

    “Oh a proposito, avevo mezza idea di investire un poco di queste..”

    «Davvero? Già alla tua età ti stai dando al gioco d'azzardo? Non vorrai mica finire come questi due, vero?»


    Sottolineò con velato sadismo, indicando i due allievi doloranti che stavano ormai a pochissimi metri da loro. Inutile dire che alle parole della studentessa, Atasuke e Kazumi si scambiarono uno sguardo, come a chiedersi a vicenda che cosa avesse nella testa quella ragazzina, ma lasciando correre il tutto.

    “Hiro-kun! Dobbiamo vincere quei biglietti.. è una missione di vita e di morte. Ne va della mia felicità.”

    “Eh?”


    Si chiesero in coro Shinpachi e Sano, sentendosi stranamente tirati in mezzo a quella specie di follia. Alcuni sostengono di possedere un sesto senso, altri, ritengono di avere una qualche specie di dono o abilità grazie alla quale sono in grado di percepire cose oltre le cose. Ma la sensazione che provarono i due in quel momento, era qualcosa di molto più agghiacciante, qualcosa di molto oltre al semplice legame che poteva esserci tra quelle parole e quanto accaduto non molto prima: Per la prima volta nella loro vita, i due si sentirono seriamente braccati, come se fossero passati dall'essere dei predatori all'essere delle prede.

    “A voi cosa piacerebbe provare?”

    “Iniziamo con i dadi?”

    “I dadi?”

    “I dadi!”

    “I dadi...”

    «Sembra che qui tutti vogliano giocare ai dadi... E sia, dunque, vi farò compagnia... Ho sempre avuto un certo senso di pace nell'osservare gli altri a dannarsi nei giochi d'azzardo... Facci strada dunque Hiro-kun»


    Rispose con tono velatamente abbattuto di chi, in effetti, sembra non avere quasi titolo in capitolo, permettendosi con il giovane Hiro più confidenza di quanto non potesse come “pegno” della precedente cortesia riservatagli.
    Raggiunto l'ingresso, il gruppo ritirò tutti i sacchetti di monete che mancavano all'appello. Ad un primo sguardo, Atasuke contò all'incirca 5000 monete ciascuno e sorrise nel vedere come in quel luogo volessero dare possibilità a tutti di giocare senza obbligatoriamente spendere nulla, anche se in effetti, probabilmente quelle monete erano state pagate con le quote dell'alloggio e tutto il resto.

    “Atasuke-sama... Io vorrei chiedervi...”

    «Si, Sano?»

    “Ecco, da quel che mi pare di capire, voi non...”

    «A te, prendi pure le mie monete, ma vedi di controllarti. Non vorrei mai che preso dal gioco ti giocassi anche i tuoi vestiti come l'ultima volta...»

    “Oh, grazie! Grazie, maestro! Non vi preoccupate! Non vi deluderò, vincerò per voi e per il Dojo!”

    «Non fare promesse che non puoi mantenere. Accontentati di vincere per te stesso, sempre se vincerai mai qualcosa...»


    “Hey, maestro! Non è giusto! Perché date tutte le monete solo a lui? Anche io ho intenzione di vincere!”

    “Prendi le mie, Shinpachi. Qualcuno deve pur fare compagni a al maestro mentre voi dilapidate i vostri risparmi”

    “Woha! Grazie Kazumi! Andiamo, Sano. Facciamo vedere a questa gente chi è che comanda!”


    I due, decisamente rinvigoriti partirono alla carica, svanendo letteralmente nella folla dirigendosi non-si-sa-bene-dove a giocarsi tutte le monete che avevano con se.

    «Kazumi... Non era necessario che tu...»

    “Non vi preoccupate... Come sapete sono molto diversa da mio fratello e non ho molto interesse nel gioco d'azzardo. La fortuna è solo la via seguita dagli stolti e dai perdigiorno... La vera via è attraverso l'impegno e la dedizione”


    Atasuke si arrestò per un'istante, osservando l'allieva che, riacquistata la sua consueta calma, dimostrava la grazia e la perfezione degne di una regina, inite a quel piacevole spirito guerriero quasi indomito.

    «Come sempre sei il mio orgoglio, Kazumi... Non fossi una mia allieva, di certo ti chiederei di sposarmi»


    Sorrise lui con un brevissimo cenno del capo, notando come il complimento avesse iniziato a colorare le gote dell'allieva della stessa tinta rossa accesa dei lunghi e fluenti capelli.

    «Ma, cerchiamo di non essere scortesi. Questa sera abbiamo due giovani studenti qui con noi che hanno bisogno di una guida nel mondo, uno in particolare, quindi perché non li accompagniamo per un po tra i tavoli da gioco? Credo che un sano giro tra le bancarelle potrà attendere un poco, non credi?»


    Ella acconsentì con un cenno del capo ed a quel punto il gruppetto ebbe da incamminarsi lungo le strade, o meglio, i pontili, che conducevano verso i vari tavoli da gioco allestiti per l'occasione...


    OT - Lo so, sono estremamente in ritardo, non odiatemi per questo, mi odio già abbastanza per conto mio :zxc: - /OT
     
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  8. **Kat**
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    III ~ Una nuova nemica: Sfortunata nel gioco e in amore


    I

    n realtà si sentiva anche un po’ in colpa. Atasuke-sama si era sempre dimostrato gentile e paziente con lei. Aveva accettato ogni suo comportamento, anche se spesso bizzarro e tremendamente infantile. Ma in quel momento era più intenzionata ad origliare i commenti di Sanosuke e Shinpachi, che ascoltare le cordiali parole dell’Uchiha. Rimase chinata in quell’inchino per mostrare la sua “mercanzia” ai due ragazzi alle spalle del Sensei del Karyuuken e della sua allieva. Non appena intuì che il suo falso balconcino era ben apprezzato dai due allievi la ragazza non riuscì a trattenere un sorriso trionfante. Forse doveva rivolgere maggior rispetto ed attenzione all’Uchiha, così paziente, composto ed affabile. Ma la Fuyutsuki doveva seguire il suo Nindō.
    Infatti notando i due ragazzi ben soddisfatti e attirati dalle sue curve femminili quel briciolo di coscienza svanì dalla sua mente. Focalizzò la sua attenzione verso le sue prede. Anche se la voglia di lanciare un occhiolino o un ammiccamento era tanta, decise di temporeggiare per aumentare il desiderio.
    La domanda del Maestro del Karyuuken fu provvidenziale. Mostrò uno dei suoi migliori sorrisi. In realtà non si sforzò molto per farlo. Nonostante l’inizio disastroso e da incubo delle sue vacanze questa sera poteva ritenersi serena. Era in buona compagnia e aveva la sacca interna del Kimono piena di piastrine dentellate. Sperava di poter vincere due biglietti per le esclusive terme di Gorazumi. - Il piacere è tutto mio.. Atasuke-sama! Quest’anno mi sono concessa delle vacanze speciali. E spero che la serata finisca nel migliore dei modi. - Ovviamente ogni allusione ai due allievi alle spalle del distinto uomo erano del tutto casuali.
    E finalmente Sanosuke e Shinpachi si fecero avanti, scavalcando per fino il loro maestro, ed abboccarono all’amo della Fuyutsuki. L’animo della ragazza era in festa, trionfante. Finalmente le sue preghiere ai Kami stavano per essere esaudite. Dall’inaugurazione del Karyuuken non li aveva persi di vista, ed ora poteva ammirarli da vicino. Ignorò completamente i loro abbigliamenti, che lasciavano intravedere lo scolpito fisico che alla Fuyutsuki piaceva ammirare per interi pomeriggi all’ombra del suo cespuglio. E non appena le mani di Shin-kun afferrarono le sue con ardore il suo viso iniziò ad imporporarsi. Quante volte aveva sognato questa scena? Anzi era quasi certa di aver sognato le stesse ed identiche parole che il ragazzo le stava rivolgendo con tanto desiderio. Forse non era stato ammaliato dal suo sguardo, dal suo viso angelico o dal filo di trucco che rendeva più maturo ed avvenente il suo viso da bambina. Ma il cuscino sotto il candido Kimono era stato il suo asso nella manica.
    - Oh.. Sei gentilissimo.. Shin-kun! - Non ebbe nemmeno la premura di correggersi, visto che “tecnicamente” non si era ancora presentato. Ormai aveva completamente messo in pausa il cervello. Il viso di Shinpachi così vicino la imbarazzava, ed anche parecchio. Ma quell’incontro delle loro mani non era stato mai tanto dolce. Le sembrava di vivere un sogno. Stava quasi per aggiungere qualche parola di ringraziamento in quell’idilliaca immagine, quando Sano-kun spintonò il primo per rubare quel posto privilegiato. Era il sogno di ogni ragazza, vedere due cavalieri contendersi la sua mano. - Kyaaa! Sano-kun mi fai arrossire! - Congiunse entrambe le mani davanti al prosperoso petto ed osservò con aria sognante il suo secondo pretendente. Forse aveva già una preferenza tra i due, ma desiderava vederli litigare per l’intera serata per conquistare le sue attenzioni. Era una situazione piacevolmente imbarazzante. Ed Ayuuki sentiva già le campane del matrimonio.
    Purtroppo i suoi sogni furono infranti da una voce secca ed ostile. Le gelosia di una donna interruppe quel momento idilliaco per la Fuyutsuki. Anzi cercò di screditare il suo bel seno. Forse non era stata abbastanza precisa nel modellare il cuscino sotto al Kimono? Probabile. Una donna conosceva i trucchi del mestiere. I ragazzi erano stupidi e molto spesso non ragionavano con il cervello. Era evidente che su una ragazzina di quindici-sedici anni fossero improponibili due seni che rappresentavano una sesta abbondante. Lo sguardo saettò immediatamente verso Kazumi. - Non è vero! - E stavolta sembrava più una bambina colta con le mani nel sacco. Quella brutale ed ingiusta verità fece vacillare per un attimo le sue certezze, oltre a rovinare il suo sogno idilliaco con Sanosuke e Shinpachi a duellare per la sua mano. Inarcò un sopracciglio e non nascose il risentimento per quella osservazione. - Forse sei solo gelosa! Posso solo immaginare la frustrazione di una donna di mezza età e con le prime rughe agli angoli della bocca. - La Fuyutsuki, impulsiva come sempre, era partita in quarta per impugnare la sua ascia di guerra. Perché Atasuke-sama si circondava di donne poco simpatiche?
    Ma non ebbe nemmeno il tempo di argomentare la sua difesa, per provare che quel balconcino davanti al petto era autentico, che un gruppo di scimmie in fuga da qualcosa o da qualcuno urtò la povera studentessa. Sbilanciata in avanti riuscì a non cadere per pura fortuna. Non poteva permettersi una caduta di stile in quel momento. Era giovane, avvenente e senza seno. - … - Momento di puro imbarazzo. Stavolta non per il piacere di avere al seguito due avvenenti ragazzi pronti a battersi per lei. Il cuscino, nella colluttazione con le scimmie ubriache, era caduto. E le urla di Sanosuke e Shinpachi si udirono per tutto il Paese delle Sorgenti Termali, probabilmente.
    Fortuna che arrivò Hiro-kun che smorzò un po’ la tensione e gli animi nel gruppo. Forse era giunto nel momento meno opportuno con una Kazumi adirata, una Ayuuki sbiancata, e due baldi giovani che volavano via per un violento colpo d’ombrello. In tutto ciò l’Uchiha era l’ago della bilancia, che cercava di calmare gli animi di tutti e mantenere un certo ordine.
    Il discorso si spostò verso Okada-Sensei, che fortunatamente non era ancora riuscita a trovare la sua studentessa fuggitiva. Infatti la Fuyutsuki iniziò a guardarsi intorno con sospetto. Ma del Chuunin dell’accademia sembrava non esserci traccia. Fortunatamente l’eterno rivale di Atasuke non era un Ninja sensitivo, quindi la sua ricerca si sarebbe prolungata ancora per diverse ore. Hotami era davvero grande e le persone che la visitavano moltissime. - Esattamente! Nascondetemi.. non voglio finire tra le sue grinfie. - La Fuyutsuki era stata piuttosto esplicita. Non voleva essere trovata dall’uomo. Desiderava solo divertirsi, almeno per questa sera. - A quest’ora starà girando tutta Hotami gridando il mio nome a squarciagola. Mi sono allontanata mentre era assorto in una tediosa spiegazione sulle origini del Paese delle Sorgenti Termali. Una noia assurda! - iniziò a sghignazzare. Non era una studentessa modello.
    Lanciò qualche occhiata di nuovo verso Sanosuke e Shinpachi, ignorando volutamente Kazumi. La ragazza cercò di capire se poteva recuperare i punti persi dopo quella caduta di stile con il cuscino. Non era prosperosa, ma aveva sicuramente altre qualità. Come la fortuna, o almeno sperava. Se fosse riuscita a vincere almeno due biglietti per le terme speciali di Gorazumi poteva trascinare con sé uno dei due allievi del Karyuuken. Anche a costo d’imbavagliarli e trascinarli contro la propria volontà.
    A tal proposito lanciò un’occhiata non molto rassicurante verso i due giovani. I suoi occhi cristallini assunsero un sinistro bagliore. Occhi luccicanti che saettarono verso le sue prede. Era una promessa. Strinse il pugno destro e seguì Hiro-kun e il resto del gruppo verso le bancarelle per le scommesse. Tutti sembravano preferire i dadi. Ma durante il tragitto la Fuyutsuki ne approfittò per impilare delle carte formando una torre. - Proviamo anche questo? - L’uomo dalla chioma albina dietro al bancone fu abbastanza convincente da spingere la ragazza a provare. Perse solo una cinquantina di tessere e la pazienza non era mai stata una sua virtù. Infatti non arrivò mai ad ergere il terzo piano della sua torre. - Ahhh! È impossibile.. meglio i dadi! - Lasciò immediatamente perdere prima di sprecare altre tessere.
    Purtroppo Shin-kun e Sano-kun si separarono dal gruppo e ciò generò enorme dispiacere per la Fuyutsuki. Desiderava stare accanto a loro per l’intera serata ed invece erano volati via verso fiori più maturi ed avvenenti. Ma la ragazza non la considerò una sconfitta, anzi confidava nel potere dei dadi. Doveva solo raddoppiare i suoi 5000 gettoni per rapire uno dei due allievi di Atasuke-sama.
    Ayuuki si fermò ad una delle bancarelle con i dadi per poter scommettere i suoi gettoni. All’iniziò fu abbastanza fortunata, puntando sia sul blu che sul rosso limitava le perdite. Era quasi riuscita ad accumulare ben 8000 gettoni, ma improvvisamente la Dea Bendata le voltò le spalle. - Punto tutto sul rosso! Il rosso dell’amore.. quello che nutro per.. - Aveva intenzione di non lavare più le mani. Erano state sfiorate da Shinpachi. - Kyaaaa! - Iniziò ad arrossire come una ragazzina. Ma l’amore e il gioco non erano mai andati d’accordo. Quindi finì per perdere tutto ciò che aveva guadagnato e rinunciò all’idea di godersi tre giorni in compagnia di uno degli avvenenti allievi del Karyuuken.
    Ritornò dall’Uchiha e dalla sua allieva con le tasche completamente vuote, o quasi. - Sei.. Sei.. Sei.. - Mormorava quel numero con sconforto. - Mi sono rimasti sei tessere. - Insomma aveva perso tutto e con essi erano sfumati anche i suoi sogni. Una ragazza distrutta dal gioco e dall’amore.


     
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  9. Mberu
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    Shi-e-En

    La cattiva sorte




    Ayuuki, sentendomi, si rivolse verso la mia direzione, dimostrandomi la sua contentezza nell’avermi incontrato.

    Ci tenevo davvero tanto a partire con te per Hotami. Ma purtroppo non ho potuto rinunciare al viaggio-studio con Okada-sensei. Anzi.. hai visto in giro un uomo con degli occhiali e una chioma corta e scura?


    Prima di risponderle cercai di fare una veloce ricerca nella mia mente, avevo visto nessuno del genere?

    Mhh.. sinceramente ho prestato più attenzione ai canali d’acqua e alle altre prodezze del posto.. mi spiace.

    Dissi mostrando un’espressione dispiaciuta.
    Quando però l’aspirante kunoichi mi si avvicinò ancor di più per non essere ascoltata lancia un sorriso imbarazzato ad Atasuke e a i suoi allievi.

    Quell’uomo a quest’ora mi darà la caccia. Ma Shhhhh! Non dirlo a nessuno ed avvertimi se lo vedi in giro.

    Ayuuuuki…
    Non si fanno queste cose.. dovresti saperlo..


    Bisbigliai di rimando.
    Tentai però di lasciare da parte le marachelle della studentessa per salutare Atasuke e la sua compagnia.

    Salute a te, giovane... giovane... Perdonami, ma temo di non rammentare il tuo nome, tu saresti?

    Rispose l’appartenente al clan Uchiha.
    Alle sue parole rimasi leggermente deluso. Era comprensibile che avesse un lapsus, date le tante visite del giorno dell’inaugurazione, però speravo che, in quanto futuro studente o allievo avrei potuto ricoprire un ruolo più importante all’interno dei suoi ricordi.

    Io sono Hiro Abe..
    Ricorda? Abbiamo parlato del fatto che sono il primo nella mia famiglia ad essere diventato uno shinobi a tutti gli effetti?


    Poco dopo si reintrodusse Ayuuki, la quale si comportò in un modo che sino ad allora non aveva mai assunto con me e di cui non riuscì a capire la natura. Dopo aver iniziato a parlare di un biglietto omaggio per le terme esplose in uno strano verso. A quella strana manifestazione emotiva rimasi a bocca aperta.

    Passato l’imbarazzo generale l’aspirante shinobi riprese però il filo del discorso con estrema fermezza.

    Hiro-kun! Dobbiamo vincere quei biglietti.. è una missione di vita e di morte. Ne va della mia felicità.

    Tutti però, compreso me, la guardarono ancora una volta sorpresi.
    In breve però, il gruppo appena formatosi si mise d’accordo per provare i dadi, a me spettava il compito di guidarli. Muovendosi fra gli splendidi luoghi del paese delle sorgenti termali Ayuuki ebbe modo di scambiare molte chiacchiere con gli allievi di Atasuke.
    Personalmente capì poco il senso delle loro discussioni, né tantomeno loro diedero modo di inserirmi nella conversazione.

    Beh tanto meglio..

    In breve arrivavvo al tavolo sperato, non prima però di aver fatto una capatina al tavolo di un albino signore. Il gioco di carta era molto divertente e prendeva la mano con facilità. Con alti e bassi finì però per giocarmi metà del mio patrimonio, poi decisi di smettere almeno una partitella ai dadi intendevo di certo farla.

    Uff.. sono proprio sfortunato al gioco.. speriamo di esserlo di più in amore..

    Mi lamentai con Ayuuki, che di amore sembrava provarne anche se sino ad allora non avevo ben capito nei confronti di chi.

    Se non sono indiscreto.. come mai a voi non piace giocare?

    Dissi verso rivolto verso Atasuke e la sua allieva nel tentativo di fare un poco di conversazione.

    La metà successiva fu il tavolo dei dadi che aveva fatto gola a tutti, soprattutto alla mia compagna di caccia la quale aveva racimolato un bel gruzzoletto giocando con le carte. In breve però entrambi perdemmo tutto il nostro patrimonio. Personalmente avevo tentato di fare più puntate, focalizzandomi sul range di numeri e sul colore, fallendo miseramente. Ayuuki invece aveva preferito puntare tutto sul rosso.

    Sconsolato, non potei fare a meno di condividere con gli altri la mia delusione

    E per sta sera mi sa che abbiamo finito con i giochi.. peccato!

    Vendo che anche l’aspirante kunoichi l’aveva presa male tentai di rianimare un poco il gruppo.

    Cosa intendiamo fare ora?
    Atasuke-sama lei ci ha gentilmente accompagnato in queste goliardiche attività, ha preferenze per il proseguimento?


    Dissi cercando di mantenere le giuste formalità e tenendo lo sguardo del sensei.

     
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    Kiri no pecunia








    Quando la voce di Ayame gli rispose Raizen si stupì.

    Clementi?
    Clementi?!?
    Capisco la modestia e gli eufemismi, ma se un Akimichi parlasse come te lo scambierebbero per un vegano perennemente a dieta!


    Si lasciò sfuggire una risata mentre il suo cervello elaborava l’ennesimo rifiuto del mizukage di saldare i debiti.

    Ay ay muchacho.
    Tiene el brazo più corto del mio naso!


    Portò la mano alle tempie massaggiandole per tentare di far sparire la voce, mentre sorrideva alle figlie di Itai, piegandosi sulle ginocchia per acquattarsi ed arrivare quasi alla loro altezza, paradossalmente così da vicino poteva risultare ancora più grosso e più scuro data la posizione e i capelli corvini che gli ricadevano su spalle e viso.

    Sono ancora così minaccioso?

    Chiese con una gentilezza che Itai stesso avrebbe trovato disarmante, probabilmente a non avere i pantaloni ben allacciati gli sarebbero caduti pure quelli per la sorpresa. Si spostò lievemente durante la domanda, in modo che le luci della festa potessero colpirgli il viso ed illuminare un volto che spianava con difficoltà le sue rughe espressive più peculiari.
    Gli occhi erano rossi, vividi, ma lievemente più aperti del normale, e con una piega divertita dall’accenno di un sorriso, quasi quelli di un ragazzo cresciuto troppo in fretta: era divertito da quella reazione.

    E non ho solo gli occhi rossi, ho anche i capelli neri.
    Però mi manca un grosso naso e la pelle rossa.


    Sorrise, questa volta mostrando lievemente i denti con gentilezza.

    E per le mani non ho decisamente sangue.

    Mostrò entrambe le mani alle bambine, palmo e dorso in un gesto fluente.

    Ma forse qualcosa che ti piace.

    Quando la mano tornò a mostrare il palmo vi nascondeva una singola caramella, uno di quei dolci da ricchi con un incarto semplice ma raffinato, da laboratorio artigianale, nessun impasto chimico incartato nella plastica nelle tasche dell’Hokage.
    Il colore suggeriva fragola e panna.
    Quando la bambina avesse accettato il dono, o avesse dimostrato particolare diffidenza si sarebbe rialzato con una sottile risata.

    Non so ancora come tu faccia ad averne due ed avere ancora capelli in testa da strapparti per il terzo.

    Disse a mezza voce.

    Ti sembro loquace comunque?
    È che mi son svegliato un po’ strano e sta festa mi ha messo il fuoco dentro.


    El fuego niño!
    La vida!


    Devo andare a farmi visitare.

    Comunque si, direi che possiamo avvicinarci.

    Disse muovendosi insieme agli altri.

    Hoshi, rimetti il pisellino al caldo prima di tornare a casa e ritrovarci solo un cece.

    Ridacchiò alla vista del rosso che, come al solito, aveva trovato il modo più estremo per divertirsi, una persona che sicuramente quell’unticcio figuro che gli attanagliava la mente avrebbe apprezzato.
     
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  11. **Kat**
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    IV ~ Atasuke e Ieasu: Eterni rivali!


    N

    onostante gli innumerevoli imprevisti la Fuyutsuki si mostrava serena ed ottimista. Era davvero contenta. Era riuscita a sfuggire alla stretta sorveglianza di Okada-Sensei ed ora aveva l’opportunità di trascorrere la serata con Hiro-kun, Atasuke-sama e i suoi allievi. Sicuramente il suo sguardo era puntato maggiormente sui due avvenenti ragazzi dalla chioma rossiccia alle spalle del loro Maestro, ma la ragazza non ignorò l’Abe. Anzi era ben contenta di passare le feste Natalizie anche con lui. Si erano conosciuti al ristorante di Benzo-san ed erano riusciti a portare a termine l’incarico brillantemente. In realtà alla fine aveva notato Hiro-kun abbastanza scosso, ma preferiva non essere indiscreta a riguardo. Anche lei aveva rivissuto il suo passato per le spore allucinogene di un tipo di funghi autoctoni del Paese del Fuoco.
    Sorrise di rimando verso l’Abe e non riuscì a nascondergli la verità. Ormai lo considerava suo amico, una persona di cui poteva fidarsi. Conosceva molto bene Okada-Sensei, nonostante il suo atteggiamento vanaglorioso e frivolo in alcune situazioni, restava un Chuunin da non sottovalutare. Quattro occhi erano meglio di due, anche se Ayuuki non esitò a supplicare lo stesso Atasuke-sama per proteggerla dalle grinfie del petulante uomo. - Shh! Se conoscessi Okada-Sensei lo faresti anche tu! - Come sempre trovò una scusa plausibile. Forse esagerava un po’. Il Chuunin era molto meticoloso e teneva molto allo studio della teoria per poter poi applicarla bene nella pratica. Ma tra Ayuuki e Ieasu non c’era mai stata molta simpatia. Anzi la studentessa sperava di diplomarsi presto per fuggire dalla sorveglianza dell’uomo.
    - Tieni gli occhi aperti. - La Fuyutsuki si staccò dal Genin dopo averlo messo in guardia ancora una volta dalla malevole presenza del Chuunin dell’Accademia. Preferiva non incontrarlo, o almeno non questa sera che poteva divertirsi e darsi alla pazza gioia nel Paese delle Sorgenti Termali.
    L’emotività di Ayuuki in alcuni frangenti era incontrollabile, quasi esplosiva. E ciò si rifletteva molto sul suo stile di combattimento. Non appena notò che i due allievi di Atasuke-sama non avevano abboccato al suo tranello con i cuscini, decise di sfruttare le tessere dentate di Hotami per poter ottenere due biglietti per le esclusive e prestigiose terme della città. Sperava di rapire almeno uno dei due allievi, quindi si lasciò guidare da Hiro-kun verso le bancarelle per il gioco.
    Il ragazzo partecipò insieme alla Fuyutsuki al primo gioco, quello della Torre. L’uomo albino era stato tanto abile nella dialettica che li aveva convinti in pochi secondi a provare, scommettendo parte del loro capitale. In realtà la studentessa perse davvero poco in questa prima fase, anche perché non appena intuì che era un gioco d’azzardo basato sulla pazienza, rinunciò senza batter ciglio. Invece l’Abe investì più gettoni e riuscì sicuramente ad ottenere maggiori risultati della ragazza. - Vai! Vai! - Ovviamente il tifo della Fuyutsuki era tutto per il Genin. Sperava di strappargli un biglietto per le terme se fosse stato abbastanza fortunato. Ma nemmeno lui fu aiutato dalla Dea bendata.
    Il Tavolo dei dadi non andò meglio né per Hiro-kun e né per Ayuuki, che dovette abbandonare definitivamente i suoi sogni amorosi verso gli allievi del Dojo. Puntando sul rosso dell’amore, la Fortuna decise di punirla. Si ritrovò con le tasche quasi vuote, a parte sei tessere, e con il cuore infanto. - Sono sfortunata sia nel gioco che in amore. - Alzò le spalle. Ormai Shin-kun e Sano-kun erano ben lontani dalle sue grinfie. Erano in qualche locale di Hotami a fare strage di cuori, mentre lei si sentiva sempre più abbattuta e demotivata. - Addio Terme Gorazumi! -
    Ritornò dal resto del gruppo insieme ad Hiro-kun. Atasuke-sama e la sua allieva erano rimasti piuttosto in disparte mentre i due ragazzi sperperavano il loro patrimonio di tessere. Forse non amavano il gioco d’azzardo. Sospirò leggermente ed abbassò la testa. Almeno fino a quando sulla sua chioma castana non comparve una lucente lampadina. - Oh! Ma se non sbaglio c’è un’estrazione della fortuna al Tempio del Drago d'Argento. Ci andiamo? - I suoi occhi brillarono di luce propria. Forse c’era ancora una possibilità per rapire Shinpachi-kun e trascinarlo con sé in un luogo appartato.
    Iniziò ad emettere dei gemiti di dubbia natura. Sicuramente di piacere, pregustando la sua vittoria sugli allievi del Karyuuken. Immaginava già uno dei due ragazzi in catene e pronto a trattarla come una principessa. Iniziò anche a farsi tutta rossa, evitando di esternare tutto ciò che le passava nella sua testolina. - Trovata! - Improvvisamente una bacchetta di legno impattò contro la testa della ragazza. Okada-Sensei comparve alle sue spalle e non si risparmiò affatto. - Ahio! - La povera Fuyutsuki si ritrovò con la testa tra le mani e il volto sbiancato dal terrore. A quanto pare la sua serata di libertà stava per finire? Si volto di scatto e notò con orrore che a pochi centimetri da lei c’era proprio la figura del Chuunin con un’espressione tutt’altro che serena.
    - Okada-Sensei250px-Wing99.. posso spiegare! - Cercò una giustificazione plausibile alla sua fuga, mentre l’uomo spiegava con enfasi le leggende sulla nascita del Paese delle Sorgenti Termali. Ma non fu abbastanza rapida da elaborare qualcosa di sensato, anche perché il Sensei iniziò a rimproverarla. - Ti ricordo che siamo qui per prepararti all’esame di diploma. Ormai è molto vicino! Non puoi concederti inutili distrazioni. - L’uomo iniziò a scuotere la testa vigorosamente e la bacchetta di legno veniva battuta sul suo palmo sinistro. - Nessuno ti ha autorizzata ad allontanarti! Sei sotto la mia responsabilità per tutta la permanenza al Paese delle Sorgenti Termali. Mi aspetto maggior rispetto e rigore da un’aspirante Kunoichi.. non ci siamo. Inoltre hai altre cinque lezioni da recuperare prima dell’inizio della sessione invernale: Fuuinjutsu e le sue applicazioni, Ninja famosi del Paese del Fuoco, Le Grandi guerre Ninja, La gerarchia degli Shinobi e Metodi per spezzare un Genjutsu. - E la lista poteva ancora continuare. Insomma la ramanzina sembrava non aver fine.
    O almeno fino a quando gli occhi scuri dell’uomo non si accorsero della figura di Atasuke-sama e della sua allieva. - Ma guarda chi abbiamo qui. Il Paese delle Sorgenti Termali è pieno di sorprese. - Si avvicinò con passo sicuro verso il due, ignorando stavolta i due ragazzi. Occhi che brillavano quasi di luce propria. - Uchiha Atasuke… - Sussurrò squadrando il Maestro del Dojo da capo a piedi. - …Il mio eterno rivale. - Lanciò un’occhiata carica di rispetto e rivalità verso il suo compagno di Accademia. Erano stati sempre in competizione dal loro primo incontro in Aula. Poi con il conseguimento del diploma la loro rivalità aveva raggiunto l’acme. E alla fine erano diventati entrambi Chuunin. - E chi è questa meravigliosa creatura al tuo fianco? - Puntò lo sguardo verso l’allieva del Dojo. Ovviamente aveva appena aperto una gara tra loro due. Privare Atasuke-sama della dolce compagnia di quella ragazza poteva equiparare la moltitudine di sconfitte che aveva accumulato negli anni.
    Intanto la povera Ayuuki era rimasta alle spalle del Chuunin ed accanto ad Hiro-kun. Si avvicinò proprio a quest’ultimo e sussurrò con un filo di voce. - Credo che sia la nostra occasione per scappare. - Tecnicamente non doveva coinvolgere anche il Genin nelle sue fughe da Okada-Sensei, ma ormai era troppo tardi. - Via.. via! - Cercò di afferrare il braccio dell’Abe e trascinarlo con sè. Meta: Tempio del Drago d'Argento.


     
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    Feston Bueo
    ..Tornare alla normalità..
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    Ormai Hoshi era completamente assorto in quella danza frenetica, il ritmo del tamburello sembrava quasi averlo ipnotizzato e con lui anche molte altre persone li presenti che ormai manco stavano facendo caso alle sue nudità. Per fortuna ad un certo punto ci pensò Nakora a riportarlo tra il regno dei vivi -Uofh.. oh il mio accapatoio..- il rosso si era voltato in direzione del lancio intercettando l’Otese che lo stava guardando con fare divertito nonostante tutto. Il rosso le avrebbe risposto semplicemente con uno dei suoi soliti sorrisi da ebete prima di allontanarsi in un angolino appartato per rivestirsi e ritornare dall’uomo con il tamburello -Ehi amico gran bel ritmo!.. dovresti mettere su una band o qualcosa del genere.. davvero!!!..- detto ciò il Chikuma gli avrebbe dato una pacca sulla spalla invitandolo anche a bere qualcosa prima di tornare da Nakora ed il resto della banda.




    [...]




    Finalmente il rosso era tornato al tavolo con Nakora e gli altri e tra le altre cose con se aveva ancora il vassoio con la roba da bere -Uff.. che storia.. scusate se ci ho messo un po’.. ecco la roba che avete ordinato!- era incredibile come il rosso riuscisse a far sembrare quello che era appena successo una cosa del tutto normale. Il gruppetto inoltre si era rinfoltito di altri illustri personaggi, difficile non notare la presenza del gigante di Konoha, Raizen. Il rosso lo avrebbe guardato sorridendo con fare sincero mentre una mano si avvicinava a lui con un bicchiere pieno di liquore -Nobile Hokage.. è un piacere vederla..- il rosso avrebbe trattenuto a stento una risata, ancora non riusciva a credere che una bestia animalesca come lui fosse divenuto il pilastro portante di un villaggio come konoha. Certo Raizen era potente e abile, ma Hokage? -Allora che facciamo adesso?!.. il mio nuovo amico li mi ha detto che se vogliamo può esibirsi nuovamente con il suo tamburello.. ci scateniamo tutta la notte a ritmo delle percussioni?!- non credeva veramente che al gruppetto sarebbe interessata una cosa del genere.


    Sembrava invece che di li a poco ci sarebbe stato un magnifico evento organizzato alla torre, un’occasione da non perdere che sembrava anche interessare a Nakora, e se interessava alla ragazza allora il rosso non poteva esimersi dal seguirla -Oh ok.. allora andiamo in questo posto?!.. sapete già dove si trova?!..- il Chikuma si era scolato l’ennesima birra per poi sistemare a dovere l’accappatoio. Ha che magnifica nottata sarebbe stata quella.

    OT/Post semplice semplice!
     
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  13. Nevi
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    HrEKxIv
    Mentre lei sembrava abbastanza tranquilla nonostante la presenza di Febh, Itai al contrario non parve affatto tranquillizzato dalle sue parole. Anzi a dirla tutta vista la risposta che le diede le parve come di capire che lui sapeva qualcosa che a lei mancava.
    Non osava immaginare che diavolo aveva potuto combinare il loro Amministratore, se anche il Mizukage era arrivato ad avere brutti ricordi su di lui.
    Comunque sia dopo aver restituito ad Hoshi il suo accappatoio ed essere tornada dal gruppo, vide che questi stava conversando amichevolmente con l'altro uomo arrivato da poco.
    Uomo che capì essere l'Hokage grazie al rosso, il quale li raggiunse salutandolo come se l'avesse conosciuto già da qualche tempo.
    Lei dal canto suo passò per un attimo lo sguardo dal tizio ad Hoshi, come per essere sicura di aver capito bene. Per poi tornare a guardare il primo inarcando leggermente un sopracciglio, senza però dire nulla e iniziando così ad incamminarsi con gli altri.
    In effetti non era poi una possibilità così remota che fosse presente anche lui all'interno del Festival, visto e considerata l'importanza della cosa oltre il fatto che era rimasta a parlare con il Mizukage, beh, c'era da aspettarselo che altre figure del genere facessero la loro comparsa prima o poi, certo tra l'immaginarselo e il vedero vi era una certa differenza, in ogni caso riportò l'attenzione sul rosso. Non voleva perderselo un'altra volta tra la folla, rischiava di non trovarlo più quella volta tant'è che aveva rifiutato la bibita quella volta, preferendo rimanere lucida almeno ancora per un po'.

    Sì se non ricordo male dovrebbe essere da quella parte, Hoshi. Direi che a questo punto ci conviene iniziare ad avvicinarci al tempio no?

    Avrebbe detto guardando gli altri li presenti.
    A quel punto se tutti fossero stati d'accordo, avrebbe cominciato a dirigersi assieme a loro verso quel punto.
    Non sapeva esattamente in che cosa consistesse l'estrazione, però nel momento in cui gli erano stati dati i gettoni la cosa era stata accennata.
    Peccato che lei ed Hoshi erano scappati via dilapidando in poco tempo tutti i gettoni, senza stare a sentire altro.
    Comunque sia ad un certo punto si sarebbe rivolta al rosso, evidentemente incuriosita dalla cosa.

    Quindi fammi capire... Lui sarebbe l'Hokage?

    Avrebbe detto parlando con un tono molto tranquillo, era evidente che non stava cercando affatto di nascondere quella domanda da orecchie altrui nè tanto meno si sentiva in bisogno di farlo.
    Realmente non sapeva nulla riguardo la questione, di conseguenza le era sorta una certa curiosità a riguardo.
    Inoltre le faceva strano che non ci fosse il Kokage, certo sapeva per mezzo del rosso che il Kazekage al momento non c'era, doveva essere eletto. Però il loro capo villaggio... Era da tempo che non si vedeva, e la cosa era parecchio strana.
    Poco dopo si sarebbe rivolta ad Ayame.

    Ehi Ayame, in che cosa consiste l'estrazione? Quando ci hanno dato i gettoni hanno provato a dircelo, però siamo corsi via per buttarci sul gioco d'azzardo.

    Ammise sorridendo amaramente.
    Che fosse dannata la sua madre adottiva e la passione che le aveva passato, se soltanto fosse stata un po' più razionale e attenta... In quel momento avrebbe avuto tra le mani almeno un biscotto della fortuna, invece no, nemmeno quello!
     
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  14. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    Winter has Come! 三

    ~Botti Duelli di Capodanno!~


    Inutile dire che il duello tra le due ragazze era ormai iniziato. Se c'era infatti un mistero che Atasuke mai avrebbe potuto comprendere era l'elevata infiammabilità delle donne, specialmente quando queste si trovavano tra loro. Sembrava infatti esserci una sorta di relazione diretta tra la loro capacità di mostrarsi sempre calme ed impassibili in qualunque occasione con qualunque persona o avversario, ad eccezione di quando incontravano un'altra donna con cui entravano in conflitto in meno di due secondi netti.
    Osservandole Atasuke non sapeva se definirsi incuriosito ed intimorito, tuttavia, conoscendo l'allieva preferì fare un passo indietro facendo cenno agli eventuali passanti di fare lo stesso.

    “Forse sei solo gelosa! Posso solo immaginare la frustrazione di una donna di mezza età e con le prime rughe agli angoli della bocca.”


    La freddezza di Kazumi nell'udire quelle parole fu a dir poco epica. Sembrò infatti che un'alone di gelo riuscì a scendere in quel uogo perennemente riscaldato dalle calde acque termali. Alcuni dei passanti, notando l'abito bianco della rossa ed il suo aspetto splendido e terribile dichiararono di aver visto una Yuki-onna, un demone femminile della neve e del gelo ma quel gelo, nulla avea realmente a che vedere con il freddo reale, ma allo stesso tempo non era nemmeno equiparabile ad una sorta di tecnica o arte illusoria. Nessuno realmente sapeva di che si trattasse, tranne forse altre donne dotate della stessa medesima abilità...

    “Interessanti parole... Dette da una che sembra essersi truccata al buio... Lasciami indovinare... quelli non sono trucchi tuoi, vero? Qualunque donna sa che quel fondotinta è sbagliato per la tua pelle... ma forse per te era addirittura meglio apparire mal truccata, piuttosto che mostrare i difetti del tuo visino...”


    Sibilò ella distendendo il viso in un sorriso che sembrava essere più minaccioso che cordiale. Osservandola Atasuke notò con inquietudine una sorta di somiglianza con Shizuka in quel suo comportamento, in quelle sue espressioni. Che fosse una coincidenza? Oppure tutte le donne avevano effettivamente quell'inquietante lato della personalità? Per saperlo avrebbe dovuto indagare oltre, tuttavia, ben sapeva che era bene per la sua salute mantenere l'ignoranza su quel punto. A che pro rischiare la vita per quell'informazione?
    Decise quindi di intervenire, questa volta facendo valere la sua posizione per calmare le acque.

    «Piantatela!»


    Tuonò imperioso, fermando ogni possibile battibecco in merito sul nascere.

    «Kazumi. Devo forse rammentarti il motivo della nostra visita ad Hotami? Non devi dimostrare nulla ne a lei ne a te stessa, quindi finiscila»


    Ordinò, ottenendo per tutta risposta un inchino contrito dell'allieva.

    “P-perdonatemi, Atasuke-sama”


    Atasuke abbozzò un sorriso soddisfatto prima di portare il suo sguardo su Ayuuki, che in effetti a sua volta era stata sua allieva, anche se il loro rapporto di insegnamento non si poteva dire stretto e costante come con Kazumi.

    «Ayuuki. Ti pare forse il modo di comportarti? Rimbeccare come una bambina colta in fallo. E per cosa poi? Per cercare di irretire con delle menzogne due uomini? Evidentemente hai ancora molto da imparare prima di diventare una shinobi. E la prima cosa da apprendere è l'umiltà, sotto tutti i punti di vista.»


    Il suo tono rimase duro mentre rimspoverava entrambe le ragazze. In quel momento potè dire di sentirsi in un certo senso “vecchio”, anche se forse più che altro si era trovato in una pessima combinazione di comportamenti non consoni che andavano sedati prima che fosse tardi.
    Passarono alcuni secondi di silenzio, prima che qualcuno avesse il coraggio di sfidare quel silenzio che ben poco si addiceva alla festa che andava per svolgersi. Nessuno sembrava infatti intenzionato a smuoversi per paura di alterare ulteriormente l'uchiha, finche questi, per primo, non decise di addolcire il suo sguardo ed i lineamenti del suo volto, lasciando cadere la maschera di furia.

    «Ad ogni modo questo è un giorno di festa no? Quindi cerchiamo di divertirci comunque»


    Sorrise, riacquistando un'aria allegra, cercando di riportare l'aria di festa nel gruppetto, aria di festa che alcune scimmie impazzite spezzarono mostrando con assoluta indiscutibilità la dura realtà: Kazumi ci aveva visto giusto e quel seno era tutto fuorchè reale.
    L'assurdità della scena, venne fortunatamente interrotta dall'arrivo di Hiro, il quale riuscì a deviare rapidamente il discorso, riportandolo su toni più “normali” anche se alla fine più che altro cambiò il soggetto delle sue “lezioni”, cosa che costrinse l'Uchiha a chiedersi se fosse lui ad essere troppo “cortese” e quindi richiedesse troppa cortesia o se erano gli altri ad aver perso di vista le basi fondamentali.
    Il giovane Hiro, infatti, non sembrò propriamente cogliere la seconda offerta che l'Uchiha gli aveva fatto, prendendo evidentemente per partito preso che egli si fosse dimenticato di lui, cosa che in realtà non era.
    Nell'udire le sue parole, Atasuke rimase a dir poco sbigottito, osservando con sguardo duro l'aspirante allievo, cercando di fargli comprendere che aveva errato e che quella era una scusante qualsiasi ben celata per permettergi di recuperare la svista, ma evidentemente non l'aveva colta.

    «Mi hai deluso Abe Hiro. Io rammento fin troppo bene il tuo nome ed il tuo volto, ma... è evidente che pur essendo il primo shinobi della tua famiglia, sei forse l'ultimo ad aver appreso le norme basilari dell'etichetta...»


    E con un chiaro cenno del capo, unito ad una smorfia, cercò di far capire ancora una volta l'errore al giovane, nella speranza che si correggesse presentandosi come si doveva agli altri allievi di Atasuke che chiaramente non lo conoscevano ancora.

    Se però il giovane, ancora non avesse colto la mancanza, l'Uchiha allora si sarebbe rassegnato, scuotendo il capo in segno di dissenso mentre con una mano si copriva il volto sbuffando.

    «Tu non hai bisogno di un maestro per il combattimento... Hai bisogno di un maestro di buone maniere Hiro... Da quando in qua non ci si presenta? Non ti hanno insegnato che è estremamente offensivo non presentarsi? O devo forse rammentarti che tra i presenti solo io e Ayuuki ti conosciamo?»


    Il suo sguardo si fece duro nel sottolineare quel basilare insegnamento che l'aspirante allievo sembrava non rammentare. Continuò quindi a fissarlo intensamente, cercando di dare modo all'allievo di rimediare, prima che Ayuuki riprendesse la parola, deviando il discorso e rendendo l'offesa irrimediabile.

    […]


    Quale che fu la conclusione alla fine il gruppo decise di incamminarsi tra i tavoli da gioco, facendo qualche capatina ai tavoli dei dadi.
    Atasuke, dal canto suo si limitò ad osservare divertito le reazioni dei giocatori, guardando con ammirazione i rarissimi gioatori che, perdendo, mantenevano la loro quiete, evitando di dare in escandescente, ma non resistendo dal ridere nel vedere alcune assurde scene di eslutanza o riti meno che normali da parte di chi, sconfitto ed abbandonato dalla dea bendata tentava in tutti i modi di recuperare i suoi soldi arrivando addirittura a puntare la propria madre. Cosa che in effetti accadde, anche se il banco ovviamente non volle saperne di quell'assurda puntata.
    Fu però la domanda di Hiro a “risvegliarlo” dalla sua “distrazione generalizzata”.

    “Se non sono indiscreto.. come mai a voi non piace giocare?”

    «La domanda è inesatta, Hiro... Personalmente non mi dispiace “giocare” Solo non apprezzo il gioco d'azzardo ed il motivo è semplice. Non è attraverso la fortuna o sfidando la sorte che l'uomo può proseguire il suo cammino, anzi, è lasciando la mano alla sorte che l'uomo cade più in basso di quanto non abbia mai fatto»


    Atasuke sorrise, rendendosi però conto del fatto che la sua risposta era decisamente criptica, forse anche troppo per il giovane, che in fondo non lo conosceva e forse avrebbe avuto non poche difficoltà nell'interpretare le sue parole.

    «Per dirla in un'altro modo... Osserva quei due a quel tavolo... Ebbene, ne tu ne io sappiamo nulla di loro, esatto? Eppure osserva il loro modo di giocare, il modo con cui hanno completamente perso il controllo. Uno è sfortunato e si sta disperando cercando di raccattare ogni possibile moneta da puntare nella speranza di raccimolare il suo gruzzolo, dimenticando la sua famiglia, che come puoi notare è laggiù, non molto lontana. Puoi riconoscerli dai loro sguardi preoccupati»


    Diede alcuni secondi al ragazzo prima di passare oltre, ritornando sul secondo individuo che avevano inquadrato.

    «Guarda lui invece. La fortuna sembra averlo in grazia. Si fa vanto della sua fortuna e beffe degli altri, sperperando addirittura le monete che avidamente continua ad incassare, eppure non si ferma. È preso dal demone del gioco ed anche lui alla fine, al primo errore cadrà, probabilmente anche più in profondità dell'altro, avendo assaporato potere e ricchezze ben superiori.»


    Aveva trovato due esempi decisamente opposti, due estremi, per così dire, tuttavia, osservandosi attono, avrebbero notato che nel piccolo, quei comportamenti, seppur meno esagerati, si ripetevano sempre e comunque a tutti i tavoli.

    «Non sono uno di quelli che ritiene il gioco come uno dei mali della vita e non credo nemmeno sia il caso di arrivare a soluzioni drastiche come eliminare il gioco d'azzardo o simili, tuttavia, se è ad un gioco che devo partecipare, preferisco che sia io a condurre la mano e non la sorte o la mano esperta di un croupier abile nel controllare il gioco a decidere per me»

    “Siate onesto Atasuke-sama... a voi piacciono solo i giochi in cui vincete sempre”


    Aggiunse scherzosa Kazumi, provoando una sana risata nell'Uchiha, colto letteralmente con le mani nel sacco.

    «Vero, questo te lo concedo Kazumi, Odio i giochi in cui non è la mia abilità a farmi vincere, hahahaha»

    […]


    Non passò molto che la fine dei giochi si fece avanti per entrambi i due ragazzi, i quali, forse ammantati di sfortuna o forse semplicemente caduti tra le grinfie degli abili croupier avevano ormai sperperato tutti i loro gettoni, ritrovandosi praticamente al verde.
    Alla proposta di Hiro, fu nuovamente Ayuuki a proporre la successiva meta, sperando che almeno quell'estrazione le portasse maggior fortuna di quanto i tavoli da gioco non le avessero concesso.

    “Oh! Ma se non sbaglio c’è un’estrazione della fortuna al Tempio del Drago d'Argento. Ci andiamo?”

    «In verità era uno dei nostri obbiettivi, no? Quindi non vedo perchè no... Magari lungo la strada possiamo fermarci a qualche bancarella... Magari qualche dolcetto potrebbe tirarvi su il morale»


    Sorrise ai due sfortunati, i quali entrambi sembrarono lamentarsi mestamente della loro sfortuna sia in amore che nel gioco, quando ad un tratto un'ulteriore elemento parve unirsi alla combriccola, un'elemento che solo in due conoscevano in quel particolare luogo: Okada.
    Atasuke rimase fermo ed impassibile ossevando sia l'agguato teso alla giovane allieva e la successiva ramanzina teoria con tanto di noiosa lezione, chiedendosi in fondo se si sentiva più divertoto dall'assurdità della scena o se annoiato dalle parole del suo collega sensei.

    “Ma guarda chi abbiamo qui. Il Paese delle Sorgenti Termali è pieno di sorprese Uchiha Atasuke…Il mio eterno rivale.”

    «Prima o poi avrai la grazia di dirmi chi è che ti ha messo in testa questa storia del rivale, Okada... Tuttavia, noto che non sei qui per piacere, a differenza del sottoscritto... Adesso torturi gli allievi con la teoria anche a capodanno?»


    Atasuke si limitò a rispondere quasi con distacco, senza lasciare soddisfazioni al chunin, il quale sembrava effettivamente aver puntato l'allieva di Atasuke, evidentemente pensando, erroneamente, di avere qualche possibilità di soffiarla all'Uchiha, dimenticando due dei fattori principali: Ovvero che lei non era la compagna dell'Uchiha, quindi non vi era in effetti nulla da soffiare, inoltre lui era tutto fuorchè il tipo della focosa Kasumi.

    “E chi è questa meravigliosa creatura al tuo fianco?”

    «Ti prego, Okada... Non vorrai mica dirmi che ora vuoi “sfidarmi” cercando di soffiarmi la ragazza, vero?»


    Ammise Atasuke son un sorriso sornione, dando fin troppa corda al Chunin, lasciando che questi si impiccasse letteralmente da solo con la sua allieva.

    “Atasuke-sama... Non siate così rigido con questo attraente chunin... In fondo, ho già passato gran parte della serata con voi... Non credo vi dispiacerà se passerò una parte della notte con questo bell'occhialone...”


    L'indole perversa della ragazza sembrò andare a nozze con quella recita decisamente oltre i normali limiti, ma che lei volle spingere oltre cercando di irretire il follr Okada che nemmeno si stava accorgendo di ciò che accadeva alle sue spalle.
    Ella gli si avviginò con fare suadente, arrivando a pochissimi millimetri dalle orecchie del sensei, al punto tale che egli poteva sentire ogni singolo respiro caldo della ragazza sul suo collo, mentre le sue forme si strusciavano su di lui.

    “Sapete... Non mi sono mai piaciuti i bellocci come l'Uchiha... Io adoro gli intellettuali, specialmente quelli con gli occhiali...”


    Sussurrò lei alle orecchie di okada, con il chiaro intento di illuderlo definitivamente prima di dargli il meritato colpo di grazia.

    “C'è solo... un problema, amore mio...”


    Disse lei allontanandosi da Okada e lasciandolo definitivamente andare indietreggiando di alcuni passi.

    “Io sono l'allieva prediletta di Atasuke-sama”


    E solo a quel punto forse Okada si sarebbe reso conto dell'illusione che l'Uchiha aveva lancaito su di lui, creando appositamente quel costrutto del tutto identico alla sua allieva, atto a distrarre il chunin mentre l'intero gruppo fuggiva verso il tempio dove si sarebbero tenute le estrazioni.
    Resosi conto o meno di quanto era accaduto l'illusione di li a poco si sarebbe sciolta, lasciando il più completo vuoto al posto della ragazza mentre attorno ad Okada erano rimaste solo altre persone incuriosite da quell'uomo rimasto fermo ed imbambolato ad osservare e tastare il nulla in completa solitudine.
    [Abilità + Tecnica Base]
     
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  15. **Kat**
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    V ~ L'ennesima sconfitta per Okada-Sensei: Il Tempio del Drago d'Argento


    L

    a miccia era stata innescata e la Fuyutsuki non aveva nessuna intenzione di tirarsi indietro. Kazumi-san si era dimostrata molto più odiosa delle due ragazzine che seguivano Atasuke-sama. Perché l’Uchiha si circondava di donne detestabili? O almeno Ayuuki non celò il suo dissenso alle parole ingiuriose dell’allieva del Karyuuken. In realtà aveva colto perfettamente ogni suo punto di debolezza: Seno acerbo e trucco buttato a caso solo per apparire più matura. Ma non aveva nessuna intenzione di darla vinta a quella donna, non davanti a Shin-kun e Sano-kun.
    Dopo averla provocata non staccò lo sguardo dal volto glaciale e composto dell’allieva. Forse si stava trattenendo per mantenere un certo contegno nei riguardi del suo Maestro. Atasuke-sama aveva trasmesso rigidi insegnamenti nel suo Dojo, soprattutto sulla disciplina. Lo sguardo di sfida e di astio continuava a permanere su Kazumi-san, che ribatté con parole tutt’altro che carine. Forse la differenza di età avrebbe dovuto frenare la lingua della donna, ma a quanto pare la Fuyutsuki era ben contenta di confrontarsi con la ragazza. Probabilmente mettendo K.O. una delle allieve migliori del Karyuuken poteva acquistare più punti agli occhi di Shinpachi e del fratello della rossa.
    L’intervento dell’Uchiha raggelò l’aria di sfida tra le due donne. Ci furono parole di rimprovero per entrambe. Quando l’uomo tuonò nei confronti della sua allieva, la Fuyutsuki la osservò con aria trionfante. Doveva essere punita per le parole poco carine che le erano state rivolte. Ma non aveva messo in conto che gli occhi taglienti ed autoritari dell’uomo si sarebbero scagliati anche in sua direzione. Rabbrividì per poi abbassare leggermente lo sguardo. - Va bene.. - Lanciò un’occhiata verso Kazumi-san. - Ma ha iniziato lei. - Non dimostrò particolare maturità in questa situazione. Le braccia s’incrociarono sotto al petto e lanciò un’occhiata imbarazzata altrove. Non aveva fatto una decorosa figura, soprattutto di fronte ai due avvenenti allievi. - Scusatemi. - Si scusò chinando il busto verso tutti i presenti.
    Forse seguire il consiglio del saggio maestro era il modo più sicuro per trascorrere una serata tranquilla. Di certo non voleva far alterare ancora una volta il paziente Uchiha. Era già stato troppo paziente con lei. Attese che il porpore sulle sue guance svanisse per poi alzare la testa e sciogliere quell’inchino di scuse verso i presenti. Aveva esagerato ed era stata smascherata, perdendo la sua occasione di passare l’ultimo dell’anno con gli avvenenti allievi del Karyuuken.
    Ritrovò il sorriso sulle sue labbra non appena Atasuke-sama invitò tutti a rasserenare gli animi e a godersi la festa ad Hotami. Purtroppo nemmeno Hiro-kun fu risparmiato dai rimproveri dell’uomo. Non era una serata di festa? L’ennesima ramanzina sulla mancata cortesia del figlio del Pescatore di Konoha fece storcere il naso alla Fuyutsuki. Cercò di mantenere una certa serietà. - Sarà meglio immergerci nell’aria di festa di Hotami! - Suggerì con un lieto sorriso, anche quando il Genin venne ammonito dal suo futuro maestro. Cercò di portare un po’ di leggerezza in quella che sembrava la serata dei rimproveri.

    [ … ]

    Purtroppo la serata non migliorò, con Shin-kun e Sano-kun dispersi in qualche locale del Paese delle Sorgente Termali e ben lontani dalle sue grinfie, e con la sua cronica sfortuna con i dadi. Perse in breve tempo tutte le sue tessere dentellate e dovette abbandonare l’idea di trascorrere la notte di fine anno alle Terme più rinomate ed esclusive del Paese. Ritornò dal resto del gruppo con aria afflitta e triste.
    Almeno fino a quando non si ricordò dell’evento al Tempio del Drago d'Argento. C’era un’estrazione della fortuna e forse i sacerdoti presenti nell’alta struttura potevano predirle anche il futuro. Sarebbe riuscita a conquistare il cuore di Shinpachi? Avrebbe superato l’imminente esame di diploma per diventare una Kunoichi? Troppe domande e poche risposte. Forse nella torre più alta di Hotami poteva trovare le risposte che cercava. Sorrise affabilmente verso Atasuke-sama che si propose di accompagnarli al Tempio. - Bene! -
    Ma il suo entusiasmo fu stroncato sul nascere quando sopraggiunse Okada-Sensei. Il Chuunin dell’Accademia dopo averle ricordato i suoi impegni e le lezioni teoriche che le mancavano per sostenere l’esame, cambiò il suo obbiettivo. Dietro le lenti scure dell’uomo si celava uno sguardo ricolmo di agonismo ed orgoglio. Ogni qual volta incontrava l’Uchiha proponeva una sfida per imporre la propria supremazia e alla fine il povero Ieasu finiva per essere sopraffatto dall’innato talento del Chuunin. Ma mai le sue certezze erano vacillate nemmeno per un secondo. Con impegno e perfetta teoria era convinto di poter battere finalmente il suo rivale.
    - Non fare il vago.. Atasuke-kun. Sai benissimo che la nostra rivalità è nata ai tempi dell’Accademia, dal primo istante in cui i nostri sguardi si sono incrociati. - E la serietà del suo volto non ammetteva repliche. Aveva dedicato un’intera vita all’insegnamento, o alla tortura dei neo-studenti dell’accademia. Ma c’era qualcosa che lo faceva sentire “vivo” più dello stesso insegnamento. La sua eterna rivalità con l’Uchiha era indiscutibile. - Nonostante siano passati anni.. continui a non prendermi sul serio. Un giorno la tua eccessiva sicurezza sarà causa della tua rovina! - Aggiustò gli occhiali sull’attaccatura del naso e mostrando un sorriso soddisfatto ed empio. Credeva fermamente in ciò che diceva e i suoi occhi caddero subito su Kasumi. Soffiare l’accompagnatrice da sotto il naso al suo rivale poteva riequilibrare le pesanti sconfitte che aveva accumulato negli anni.
    - Okada Ieasu, piacere di conoscerla! - Mostrò un rispettoso ed elegante inchino con il busto, senza perdere il contatto visivo con la meravigliosa creatura al fianco del Maestro del Karyuuken. In realtà non si aspettava che la ragazza diventasse succube del suo irresistibile charme così presto. Ma le sue sicurezze non vacillarono mai, nemmeno quando Kasumi si avvicinò suadente e con una buona dose di perversione.
    Era un Chuunin meticoloso, dedito al suo compito e conosceva perfettamente i suoi limiti e punti forza. Adorava un buon libro e difficilmente si lasciava ammaliare dalla bellezza femminile. I gesti provocatori dell’allieva di Atasuke-sama riuscirono comunque a circuire il serio uomo. Nessuno poteva resistere a quel tocco tanto piacevole e al respiro di un’avvenente donna a pochi centimetri dalle sue orecchie. Era una situazione piuttosto imbarazzante, ma Okada-Sensei la gestì con empio trionfo. Stava vincendo e ciò era anche più importante di una notte con la stessa Kasumi. - Spero che non sia un problema per te, Uchiha-kun. Prometto di riaccompagnarla al Dojo sana e salva! - Pregustandosi già la faccia del suo eterno rivale a quel “tradimento” da parte della sua stessa allieva. Il suo charme era indiscutibile. Iniziò a ridere trionfante, mentre Kasumi si arpionava al suo corpo. - AHAHAHAH! Ho vinto.. ho vinto! AHAHAHAH! - Iniziò a ridere senza un minimo di ritegno, rompendo quella compostezza che l’aveva fin a quel momento contraddistinto.
    Non sospettò minimamente di essere vittima degli occhi scarlatti degli Uchiha. Lo Sharingan lo aveva tratto in inganno ancora una volta. Le sue risate isteriche e trionfanti diventarono sempre più tenue ed incerte. Non sentì più il tocco delicato e focoso della donna e intorno a sé erano spariti tutti. Alcuni passati iniziarono a guardarlo con aria piuttosto strana. L’atteggiamento che aveva assunto lo aveva reso ridicolo davanti a tutti. Alcuni passanti lo osservarono con aria contrariata, lasciandosi sfuggire anche qualche commento non affatto lusinghiero. - TI ODIO ATASUKE! - Urlò.

    [ … ]

    Intanto il resto del gruppo era giunto al Tempio del Drago d'Argento. La fuga della Fuyutsuki non era stata solitaria. Infatti non appena aveva cercato di trascinare con sé Hiro-kun, aveva notato che Atasuke-sama e la sua allieva erano alle sue spalle che cercavano di seminare Okada-Sensei. Ieasu era l’anti-divertimento per eccellenza. Quindi Ayuuki era ben contenta di poterlo lasciare indietro e continuare la sua serata libera.
    Il tempio era l’unica struttura che non poggiava su una piattaforma galleggiante. Le fondamenta affondavano in radici secolari di alcune piante acquatiche e la struttura cresceva in altezza, dove Danzatori Yasokoi si abbandonavano al ritmo dei tamburi ed il caratteristico Drago di Carta dilettava i commensali. C’erano tavolate comuni imbandite di aragoste in salsa, azuki dolce, saké stagionato e altre mille prelibatezze che risaltarono agli occhi curiosi della studentessa. - Guardate quanto cibo! Che ne dite? - Non aveva fame, ma l’idea di poter assaggiare qualcosa di nuovo era allettante. Si avvicinò ad una delle tavole e riempì un piattino di legno con un po’ di tutto. Era un buffet e poteva osare. Ritornò dal resto del gruppo con un piattino in più. - Assaggiate queste salse con delle alghe locali. Sono buonissime! - Porse il secondo piattino ad Atasuke-sama. Lei e Hiro-kun potevano condividerlo. Invitò anche il Genin ad assaggiare.
    Iniziò a guardarsi intorno. - E l’estrazione della fortuna? - Sperava di non essere giunta in ritardo. Gli occhietti della Fuyutsuki iniziavano a brillare di luce propria, mentre il suo palato assaggiava meravigliose ed invitati prelibatezze locali.


     
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