La Cerca dei Kiseki

[Quest di Villaggio]

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  1. Bartok
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    La Cerca dei Kiseki

    Speranze - Post I


    Aveva percorso da solo i chilometri che separavano il campo base dal Villaggio. Ormai non aveva più bisogno di essere accompagnato per orientarsi e non era il caso i coinvolgere il piccolo Shirai in una missione tanto difficile. Era bene che quel ragazzino rimanesse a Suna a colmare le sue lacune con l'addestramento. Era stato Hoshikuzu-sama a convocarlo per quella missione e ovviamente Haruki non aveva esitato nell'accettare. Difronte ad un richiesta simile non avrebbe mai potuto tirarsi indietro. Il monaco rosso considerava un grosso onore l'essere scelto per un tale compito. Inoltre, avrebbe avuto un'altra occasione per seguire il Turbine rosso e imparare di più su di lui. C'era ancora molta strada da fare prima che potesse diventare un uomo degno del titolo di Kazekage. Ormai quel ragazzo era diventato il membro fondamentale della sua personale crociata per riportare Suna agli antichi fasti e Haruki era determinato a trasformarlo in un perfetto esempio di disciplina e autorità. Come un Genin potesse fare una cosa simile restava un mistero, ma il monaco era sicuro che la Volontà di Dio gli avrebbe fornito tutti gli strumenti necessari. Nel suo cuore non v'era alcun dubbio sulla bontà delle sue intenzioni e sul loro successo. A muoverlo era l'incrollabile sicurezza di chi non si limita a credere, ma sa che ciò per cui prega è reale.


    Non appena aveva raggiunto la piccola oasi che costituiva il centro dell'accampamento, Haruki era stato accompagnato nella tenda adibita come suo alloggio. Era una sistemazione piuttosto spartana, ma restava sempre molto più confortevole delle ristrettezze a cui il Miyazawa era stato abituato. Si concesse di bere e mangiare qualcosa, per riprendere un po' di energia, poi si cambiò d'abito. Invece del solito abbigliamento monastico che era abituato ad indossare, scelse la divisa standard dei ninja di Suna: maglietta e pantaloni neri, un corpetto beige e alcune sacche necessarie a contenere il suo equipaggiamento. Del suo vecchio vestiario rimaneva solo il velo che copriva il suo volto. Poco più tardi venne convocato difronte al tendone principale, insieme ai suoi compagni di missione. Per la prima volta conobbe il loro caposquadra, Hohenheim. Di fianco a lui Haruki percepì il suo Maestro. Considerando le dimensioni di quel membro dei Sand Scorpions, sospettò che si trattasse di un bambino. La cosa non lo sorprese poi molto. Il mondo era pieno di shinobi molto più giovani e dotati di lui. Anche Shirai apparteneva a quella categoria. Il suo giovane attendente poteva benissimo essere definito dei genio. Il monaco rosso, invece, era molto diverso da quel genere di individui. Haruki era una persona mediocre sotto qualsiasi punto di vista. Non era particolarmente intelligente, forte o veloce. L'unica qualità che lo rendeva diverso dalla massa era la sua inossidabile determinazione. Compensava la totale mancanza di talento naturale con una forza di volontà che avrebbe fatto invidia perfino ad un Kage. Non c'era difficoltà o dolore difronte al quale il monaco rosso rinunciasse a perseguire i propri obiettivi. A completare il breve elenco dei suoi pregi, si aggiunge il suo incredibile spirito di sacrificio. Haruki non avrebbe esitato a mettere a repentaglio la propria vita, pur di completare gli ordini assegnatigli dai suoi superiori.


    Quando Hohenheim sollevò il braccio, Haruki non poté notare la pietra incastonata sul dorso della sua mano. Tuttavia, le parole del giovane shinobi furono sufficienti a chiarirgli i motivi di quel gesto. Avrebbero dovuto recuperare alcuni tra gli oggetti più preziosi mai comparsi nel Deserto del Vento. Durante i suoi studi, Haruki aveva letto tutto quanto gli era accessibile sui Kiseki ed era perfettamente a conoscenza del suo valore, pertanto non poté che provare gioia al pensiero che avrebbero tentato di riportarli a Suna. Sperava soltanto che gli Anziani del Consiglio mostrassero un po' di buon senso nell'assegnare quelle preziose reliquie. Se fossero finite in mano sbagliate, avrebbero potuto arrecare un grave danno al Villaggio. Dal canto suo, Haruki non aveva l'ambizione di accaparrarsi una delle pietre. Sicuramente incrementare il proprio potere gli avrebbe permesso di realizzare la volontà divina molto più facilmente, ma quella decisione non spettava a lui. Se la Fiamma avesse voluto e lui se ne fosse dimostrato degno, si sarebbe fatto volentieri carico dell'onore e dell'onere di diventare uno dei portatori di quelle sacre armi.


    Terminato il discorso, avrebbe atteso di ricevere ulteriori ordini. Aveva già preparato tutto ciò di cui aveva bisogno.
     
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